#futuro del pianeta.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Quante persone nascono ogni giorno nel mondo? Un'analisi della crescita globale
Uno sguardo approfondito sulle nascite quotidiane, le tendenze demografiche e il futuro della popolazione mondiale
Uno sguardo approfondito sulle nascite quotidiane, le tendenze demografiche e il futuro della popolazione mondiale Introduzione Ogni giorno, nel mondo, nascono circa 385.000 bambini, un numero impressionante che sottolinea la continua crescita della popolazione globale. Ma cosa significano realmente questi numeri? Quali sono le tendenze demografiche attuali e cosa possiamo aspettarci per il…
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gregor-samsung · 6 months ago
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“ Il mio mondo, la mia Terra, è una rovina. Un pianeta rovinato dalla specie umana. Ci siamo moltiplicati e ci siamo ingozzati e abbiamo combattuto finché non è rimasto più nulla, e poi siamo morti. Non abbiamo controllato né gli appetiti né la violenza; non ci siamo adattati. Abbiamo distrutto noi stessi. Ma prima abbiamo distrutto il nostro mondo. Non rimangono più foreste sulla mia Terra. L’aria è grigia, il cielo è grigio, fa sempre caldo. È abitabile, è ancora abitabile, ma non come questo mondo. Questo è un mondo vivo, un’armonia. Il mio è una dissonanza. Voi Odoniani avete scelto un deserto; noi Terrestri abbiamo fatto un deserto…
Laggiù noi sopravviviamo, come voi. La gente è resistente! C’è quasi mezzo miliardo di noi. Una volta ce n’erano nove miliardi. Puoi vedere ancora dappertutto le vecchie città. Le ossa e i mattoni vanno in polvere, ma i piccoli pezzi di plastica no… anch’essi non s’adattano. Noi abbiamo fallito come specie, come specie sociale. Noi siamo qui, ora, a trattare da pari a pari con le altre società umane sugli altri mondi, soltanto grazie alla carità degli Hainiti. Essi vennero da noi; essi ci portarono aiuto. Costruirono navi e ce le donarono, in modo che potessimo lasciare il nostro mondo rovinato. Ci trattano gentilmente, caritatevolmente, come un uomo forte può trattare uno malato. Sono un popolo molto strano, gli Hainiti; più antichi di qualsiasi altro; infinitamente generosi. Sono degli altruisti. Sono spinti da un sentimento di colpa che noi non riusciamo neppure a capire, nonostante tutti i nostri crimini. Essi sono spinti, in tutto ciò che fanno, io credo, dal passato, dal loro interminabile passato. Ebbene, abbiamo salvato il salvabile, e organizzato una sorta di vita nelle rovine, su Terra, nell’unico modo in cui la si poteva organizzare: centralizzazione totale. Totale controllo sull’uso di ogni acro di terreno, ogni pezzo di metallo, ogni grammo di carburante. Totale razionamento, controllo delle nascite, eutanasia, coscrizione universale nella forza lavoro. L’assoluta irreggimentazione di ciascuna vita per raggiungere la meta della sopravvivenza razziale. Eravamo arrivati a questo, quando giunsero gli Hainiti. Essi ci portarono… un po’ più di speranza. Non molta. Noi l’abbiamo oltrepassata… Noi possiamo soltanto guardare a questo splendido mondo, a questa vitale società, a questo Urras, questo paradiso, dall’esterno. Siamo capaci solo di ammirarlo, e forse di invidiarlo un poco. Non molto. “
Ursula K. Le Guin, I reietti dell'altro pianeta, traduzione di Riccardo Valla, Collana Narrativa di anticipazione n.6, Editrice Nord, 1976¹, pp. 299-300.
 [1ª Edizione originale: The Dispossessed: An Ambiguous Utopia, Harper & Row, New York City, 1974]
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perfettamentechic · 29 days ago
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Giornata Internazionale delle Foreste e la Giornata Mondiale del Legno! Proteggere le nostre foreste e utilizzare il legno in modo responsabile. 💚 #Foreste #Legno #GiornataMondialeLegno #WorldWoodDay #InternationalDayofForests #GiornataInternazionaleForeste #perfettamentechic #21marzo
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falcemartello · 10 months ago
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Sapete come fanno aziende come Gucci, Walt Disney, Netflix, Apple a diventare aziende green con basse emissioni di CO2?
Acquistando elettricità prodotta solo da eolico e solare, penserete.
I certificati sono acquistati da privati assolutamente non controllati da nessuno. I più noti sono Verra e Pachama.
Insostanza, a fronte di pagamento di milioni di dollari, i certificatori assicurano che proteggeranno tot ettari di foreste da futuri disboscamenti.
Si badi bene, che non si tratta di piantare nuovi alberi, ma di considerare le foreste già esistenti!
Vediamo alcuni esempi di aziende:
La società Walt Disney afferma di aver dimezzato le sue emissioni dal 2012. Ciò è stato possibile solo attraverso i crediti di carbonio.
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Gucci afferma di essere neutrale dal punto di vista climatico. I crediti di carbonio provengono tutti da progetti di protezione forestale.
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L’ONU nel ’97 aveva deciso di non includere la conservazione delle foreste come metodo per certificare la compensazione le emissioni.
Di avviso diverso alcuni uomini d’affari, il WEF, il Climate Forum, BP, StarBucks e Allianz.
Insieme hanno creato VERRA
Come si può vedere il mercato dei crediti di carbonio è in forte espansione.
Oggi le più grandi aziende del mondo compensano le loro emissioni di carbonio attraverso la protezione delle foreste.
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Ogni progetto di conservazione delle foreste è radicato in una previsione su ciò che potrebbe portare il futuro.
Questo è un incentivo intrinseco a fare previsioni imprecise. Vediamo perché.
Nell'area protetta dell'Alto Mayo in Perù, negli ultimi 20 anni l'area forestale è andata perduta.
Tuttavia, le perdite forestali in aree comparabili erano ancora più elevate, quindi il progetto garantiva qualche effetto.
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Ma lo sviluppo effettivo è lontano dalla prognosi dell'operatore del progetto di ciò che sarebbe accaduto senza protezione.
Più gli sviluppatori di progetti di deforestazione si aspettano nella loro foresta, più crediti di carbonio possono emettere e più la previsione è pessimistica, più soldi si possono guadagnare.
Ecco, quando comprate un prodotto di un’azienda “green”, adesso sapete quanto è apprezzabile il suo sforzo etico di “salvare il pianeta”.
Poi sono quelle che sponsorizzano Greta!
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palmiz · 10 months ago
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Se non si familiarizza con il concetto di "vita a debito", tutta ciò che si crede è falsato da mera raffica di menzogne atte a circuire il cittadino facendogli credere che alti principi come la tutela del Pianeta guidino le azioni umane, le decisioni politiche. Così non è ovviamente ed è persino banale spiegarlo. Auto elettrica e casa green sono solo merce venduta da imbonitori per cui politici e giornalisti garantiscono. Così il cittadino crede, crede sempre, come atto di fede per non dover ammettere di non essere mai in grado di maneggiare la verità. Non solo la tassa per entrare in centro: in futuro saranno tassate le colonnine di ricarica (qualora esse prendano piede) per pareggiare il mancato introito delle accise irrinunciabili. Così quelle che di fatto sono restrizioni indirette prendono piede, mettono radici, diventano strutturali. Mobilità ridotta e soldi da sborsare come pegno eterno per riacquistare esigui spazi di libertà che prima erano gratuiti, il tutto sotto l'ombrello della battaglia ideologica di circostanza che ora è il cambiamento climatico e domani chissà: qualcosa ci inventeremo.
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yomersapiens · 1 month ago
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Di recente ho fatto delle analisi del sangue, giusto per controllare che il disfacimento totale prosegua alla giusta velocità, senza accelerazioni. Le mie analisi del sangue mi ricordano molto quel film di Al Gore di inizio anni 2000, quando parlava della catastrofe che avrebbe stravolto il pianeta ma noi l’abbiamo guardato pensando fosse fantascienza e più di vent’anni dopo viene da dire “Ah cazzo, ma si poteva fare qualcosa allora!”. Da un certo punto di vista sì ma non guardate me, io in generale non ho voglia di fare un cazzo, figuriamoci salvare un pianeta. Di simile le mie analisi hanno la parte finale. Aspetto il giorno in cui le guarderò ed esclamerò sorpreso “Ah cazzo, ma si poteva fare qualcosa allora!” e invece sarà troppo tardi e tirerò i remi in barca e via verso l’inevitabile. Quello che è emerso dalle analisi è che ho il colesterolo alto. Io. A parte che oramai controllo tutto quello che ingerisco (falso, mi do arie da uno che controlla tutto e basta) e questo ha portato alla luce un grande problema: non ho idea di cosa sia il colesterolo. Cioè ma devo davvero mettermi a imparare un’altra roba che mi potrebbe fare del male? Con che voglia? Armato di questi risultati sono andato a parlare con gli amici. Quando ho una novità in genere ne parlo con un po’ di persone, giusto per capire se anche gli altri sono vittime del mio stesso atroce destino. Così entro nell’osteria del mio amico che ogni anno metto nella mia lista totomorti (lui lo sa e condivide, date le sue abitudine ludiche e alimentari, droga e alcol, si domanda spesso come sia possibile arrivare al panettone ogni anno) ed esclamo in una sala gremita di conoscenze decennali “Mi devo dare un contegno! Ho fatto le analisi del sangue e ho il colesterolo alto!”. Nessuno mi ha cagato più di tanto, solo un paio di persone si sono prima confrontate e poi mi hanno chiesto all’unisono: “Scusa, ma perché tu fai le analisi del sangue?”. Non c’era malizia in questa domanda. Si tratta di personalità da bar, che diluiscono ogni giornata in litri di vino, che se c’è un problema non lo affrontano, lo ignorano, sperando vada via o che li uccida senza fare troppo rumore. Un po’ come abbiamo fatto con il film di Al Gore. Me lo sono domandato sul serio. Ma perché faccio le analisi del sangue? A che proposito? Per eliminare ancora qualcosa? Per togliermi un altro svago durante la giornata? Così ho iniziato a guardarmi attorno e ho notato chi si lascia andare. Ho notato i loro nasi rossi e le mani gonfie e i ventri esplosi. Ho notato e non mi hanno fatto né caldo né freddo. E se per una volta, anche io mi lasciassi andare? Cioè che male può fare. Vivere ogni giorno ubriaco. Abbandonare le cintura e osservare i pantaloni stare su da soli. Eviterei di guardare nello specchio. Forse dormirei la notte. Eviterei di andare dalla psicologa. Eviterei di preoccuparmi del futuro perché tanto sarebbe già segnato. Metterei il mio stesso nome sulla lista del totomorti sotto a quello del mio migliore amico e via. Invece non lo faccio perché sono un cazzo di codardo e voglio allungare un po’ l’esistenza senza alcun motivo. Forse per dare lavoro alle signore che fanno le analisi del sangue. Quella dannata sottospecie di infermiera mi ha devastato il braccio l’ultima volta. Tolgo lo zucchero. Il pane e la pasta. I dolci e i carboidrati e il sesso e i baci. Tolgo tutto per ripartire da zero e spero che le mie prossime analisi siano così limpide da far esclamare al dottore che posso tornare a godermi la vita e offre lui droga e alcol.
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3nding · 3 months ago
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Il 2025 iniziato da poco ci vede con almeno tre grandi incognite davanti che elencherò in ordine sparso:
Salute. La pandemia di Covid-19 (che non è ancora finita btw) ci ha mostrato quanto sia fragile un sistema sanitario già provato da anni di tagli e privatizzazioni. L'avvento di una nuova pandemia potrebbe essere la crepa in grado di far crollare la diga formata da un SSN e professionisti già allo stremo. Tutto questo senza contare le nuove sfide date dall'aumento di patologie dovute al peggioramento dello stile di vita/alimentazione + inquinamento + comparsa di virus/batteri esotici e/o resistenti ai medicinali. Come italiani ed europei assistiamo in questi mesi a una ripetizione di quanto già visto 4 anni fa, non una strategia corale dell'Unione ma un approccio egoistico su come prevenire e prepararsi. Magra consolazione: i passi avanti fatti dalla ricerca in questi anni promettono potenziali soluzioni più rapide rispetto al passato, chi e come potrà accedere a tali soluzioni sarà purtroppo la vera discriminante.
Cambiamenti climatici. Con buona pace di quanti ancora negano l'evidenza (a tal proposito si consiglia la lettura di "Ha sempre fatto caldo" di Giulio Betti) ci attendono anni di incertezza con eventi estremi e conseguenze sulla salute, sull'agricoltura e allevamento e sull'economia. Senza scomodare quanto accaduto in Romagna con quattro eventi alluvionali in meno di due anni o quanto sta avvenendo in California (il rogo di Los Angeles purtroppo sembra ben lontano dall'essere contenuto) e in altri stati USA dove attualmente scarseggiano uova (H5N1) e avocado (siccità e incendi), basta guardare i dati che certificano come il 2024 sia stato l'anno più caldo di sempre nonostante gli effetti della Niňa e l'aumento ESPONENZIALE della temperatura dei mari per sapere che siamo arrivati in una parte inesplorata e pericolosa della nostra esistenza come esseri umani. Se prima si ragionava su misure da intraprendere entro la fine del secolo (2100) attualmente sempre più climatologi sostengono che il sistema sia fuori controllo adesso: paradossalmente parte dell'inquinamento aiutava a mitigare il riscaldamento solare aumentando la formazione di nuvole e limitando l'irraggiamento solare, con le misure anti inquinamento degli ultimi decenni questa mitigazione è venuta meno. Molti si preoccupano dell'innalzamento del livello del mare o di una possibile fine della corrente del golfo con successivo crollo delle temperature in Europa. Queste cose molto probabilmente accadranno entrambe ma occorreranno decenni se non secoli per vederne pienamente gli effetti. Nel breve periodo quello che dovrebbe più preoccuparci e che invece è fuori dal discorso pubblico sono le condizioni estreme che porteranno a rendere difficile se non impossibile la vita in alcune parti del pianeta con conseguenti migrazioni e conflitti. E anche se è vero che siamo una specie in grado di adattarsi a molte condizioni (non tutti e non subito) tuttavia ciò che abbiamo perso di vista e che potrebbe portare alla nostra fine come società e come specie è altro: il collasso degli ecosistemi di cui facciano parte e attraverso i quali otteniamo il nostro sostentamento. In questo vorrei essere chiaro: non c'è al momento soluzione scientifica in grado di invertire il trend, i modelli più pessimistici parlano di +10 gradi centigradi entro le fine del secolo. Un pianeta inabitabile per la flora e la fauna attuali e quindi per noi. Anche ipotizzando supervulcani che erutta o quantità enormi di polveri in stratosfera, la via è tracciata. Così come una pentola non si raffredda immediatamente se si spegne la fiamma sotto di essa, così per inerzia il clima non smetterà di scaldarsi dovessimo all'improvviso terminare le nostre emissioni di gas attraverso combustibili fossili/incendi/allevamenti intensivi/scioglimento del permafrost. Ci abbiamo messo millenni per giungere a un certo grado di evoluzione per poi fotterci il futuro con le nostre mani in un secolo, bravi noi.
3) Questo punto è strettamente legato ai due precedenti. A livello geopolitico e politico assistiamo alla fine di quanto venuto fuori da due conflitti mondiali. Le istituzioni e le norme di cooperazione internazionali sono messe in discussione se non bellamente ignorate senza conseguenze da attori maggiori (USA, Russia, Cina) e minori (Israele, Sudan, Iran, Corea Nord, India etc.) in una nuova ottica che vede il conflitto e la prevaricazione come azioni viabili per gli interessi delle singole nazioni. Un futuro di guerra(e?) accarezzato e sostenuto da visioni politiche estreme sempre più correnti (o sarebbe meglio dire ricorrenti) in ogni Paese. È difficile trovare un senso in un mondo post ideologico a questa nuova spinta bellica se non in chiave di lotta per le risorse e la sopravvivenza nuovamente come nel punto 1 non del gruppo ma del singolo Stato così da potersi garantire degli anni finali più accettabili rispetto agli altri.
Se questa visione nel suo insieme può sembrare apocalittica, non bisogna lasciarsi distrarre dal fatto che non sia avvenuta per caso dall'oggi al domani, ma sia la conseguenza di decenni di scelte scellerate del gruppo e del singolo che hanno portato al declino che viviamo e vivremo.
Buon lunedì.
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lunamagicablu · 2 months ago
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“Ognuno di noi può fare qualcosa per proteggere ed aver cura del pianeta. Dobbiamo vivere in modo tale che un futuro sia possibile per i nostri figli e per i nostri nipoti. La nostra vita deve essere il nostro messaggio.” Thich Nhat Hanh art by_promptist *********************** “Each of us can do something to protect and care for the planet. We must live in such a way that a future is possible for our children and grandchildren. Our life must be our message.” Thich Nhat Hanh art by_promptist 
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abr · 2 years ago
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Alle capre di Ultima Generazione
SI fa presto a distinguere tra lavori sporchi/vecchi e sviluppo sostenibile/nuove attività per salvare il Pianeta che mica é di tutti, è solo vostro. I boccaloni sono bravissimi a cadere nel trappolone, peccato che ovviamente si autoinculino.
Giusto un esempio: il "cloud" (un poco etereo e molto hard insieme di computer interconnessi in rete) su cui si regge il "learning" e il "processing" del mitico ChatGPT, applicazione leader di LLM (Large Language Modeling) usatissima dalle capre laureande per farsi le tesi, bene, solo tale cloud consuma regolarmente l'energia di una media cittadina da 20-30.000 abitanti.
O vogliamo parlare di quanto energy intensive, tra computer altoparlanti e luci, sia il settore musicale, ricolmo di bestiame tatuato (molto naturale) e fumato (molto eco) tutto con voi e per voi?
Studiate capre, e preparatevi: quando i criteri di sostenibilità verranno applicati non da snowflake ignoranti e confusi ma un filo seriamente (ci siamo vicini), vi scartavetreranno via per manifesto GREENWASHING, il peccato mortale del futuro, le auto elettriche per come sono adesso e almeno la metà delle fonti rinnovabili; poi, altro che "città in 15 minuti", avrete 15 minuti al giorno di smartphone (come dire che vi spengono). E sarà solo l'inizio. Altro che allevamenti e campi.
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soupy-wildcat281 · 2 months ago
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5.000.000.000 Dopo Cristo:
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La scienza moderna si é impegnata negli ultimi anni dell'umanitá (stiamo parlando del 40° secolo) nella ricerca e nella produzione di mutazioni genetiche al fine di rendere i gatti eterni, immortali.
Il progetto riuscí, l'obiettivo: riuscire a mantenere e preservare la vita dei gatti per utilizzarli come strumento bellico, per la guerra dunque.
Parte degli ultimi fondi delle organizzazioni scientifiche americane andarono anche alla creazione di un satellite artificiale felinoide; aveva i geni di un gatto bianco, il fine era quello di asserire supremazia su tutti i popoli, un po' come fu con l'allunaggio durante la guerra fredda.
Nel 4453 fenomeni atmosferici disastrosi, causati da un cambiamento climatico ormai implacabile, colpiscono la Terra, sbattendo in faccia le conseguenze dei governi turbo-capitalisti, colonialisti, imperialisti e delle loro violenze verso l'umanità, nonché verso la Terra; è una donna l'ultimo superstite, muore il 17 agosto.
I gatti? Loro stanno bene.
É la velleitá dell'umano, che tanto voleva comandare il mondo sfruttando i mici, a portare a nient'altro che alla vittoria felina e alla loro completa dominazione sul mondo.
Nel 5.000.000.000 Dopo Cristo (ormai cambiato dai gattini in "Dopo Garfield") avviene lo scontro tra la Via Lattea e la "galassia andromeda", la conseguenza é la completa distruzione di ogni pianeta al loro interno (terra compresa).
È così che milioni, se non miliardi, di gatti immortali vennero scaraventati a destra e a manca nell'intero universo, impotenti contro la mancanza di un'atmosfera, impotenti contro il nulla.
Finí cosí la storia della terra.
Questa é la mia predizione del futuro!
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Uzbekistan. L'ecocultura è necessaria oggi? di Kocherova Umida
L’ecocultura è essenziale per affrontare le sfide ambientali globali. Scopri come educazione, normative e innovazione possono garantire un futuro sostenibile su Alessandria today. Università di Alfraganus, Facoltà di Medicina. Studentessa del 2° anno presso la Facoltà di Farmacia Kocherova Umida Annotazione: L’obiettivo principale di questo articolo è preservare l’ecologia, identificare e…
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solosepensi · 17 days ago
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Io credo
“ Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.
Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla.
Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.
Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.
Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.
Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.
Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporei della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi.
Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.
Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione.
Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni.
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.”
Ciò in cui credo
J.G.Ballard
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perfettamentechic · 1 month ago
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Giornata Mondiale del Riciclo! È il momento perfetto per riflettere su come possiamo ridurre i rifiuti e riciclare di più. Ogni piccolo gesto conta per un futuro più sostenibile! 💚 #GiornataDelRiciclo #Riciclo #Sostenibilità #EcoFriendly #perfettamentechic
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anchesetuttinoino · 7 months ago
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DISCOTECA BILL GATES: «L'UMANITÀ HA DUE SCELTE: LA TERZA GUERRA MONDIALE O UN'ALTRA PANDEMIA»
Il miliardario sarcopenico eugenetico più odiato del pianeta terra avverte che nei prossimi anni l'umanità dovrà affrontare o una Terza Guerra Mondiale o un'altra pandemia mortale. In un'intervista con CNBC, Gates cita "molta instabilità" nel mondo, che potrebbe scatenare "una guerra importante". Ma anche se questo conflitto venisse evitato, "allora sì, ci sarà un'altra pandemia, molto probabilmente nei prossimi 25 anni".
Questi messaggi binari suonano come quelli del climatizzatore o dei contagiati e morti di draghiana memoria. Perché non dire che pure una guerra INSIEME a numerose pandemie è un fenomeno altrettanto probabile? Si tratta di triggers formulati per generare un temporaneo effetto di consenso, funzionano particolarmente bene con il bestiame.
Nonostante tutto la risposta molle alla pandemia deve aver indispettito non poco l'uomo più detestato del pianeta. Critico della risposta americana alla crisi, Gates ha infatti dichiarato:
«Il paese che il mondo si aspettava guidasse e fosse un modello non è stato all'altezza di tali aspettative. Sebbene alcune delle lezioni della pandemia siano state apprese, sono state molto meno di quanto mi sarei aspettato».
La delusione di Gates non è isolata; molti altri attivisti globali per la salute stanno spingendo il mondo occidentale per ottenere risposte migliori alle nuove epidemie.
Questo tema ricorrente è emerso anche durante la panfuffa, secondo il professor Paul Hunter dell'Università di East Anglia, esperto in epidemiologia delle malattie emergenti:
«Nell'Occidente ci interessiamo veramente solo a una malattia quando inizia a rappresentare una minaccia diretta per noi stessi. Il problema è che molte di queste malattie avrebbero potuto essere impedite, se i paesi sul campo avessero avuto le risorse necessarie».
Gates ha ribadito la speranza che gli enti sanitari comincino a pensare a lungo termine nei prossimi anni, aggiungendo:
«Stiamo ancora mettendo insieme le nostre idee su cosa abbiamo fatto bene e cosa non abbiamo fatto bene... Forse, nei prossimi cinque anni, miglioreremo. Ma finora la situazione è abbastanza deludente».
GLI STATI COME DELLE PARROCCHIE DI UN'UNICA, GRANDE CHIESA DEL MALE
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta veicolando questo messaggio dall'alto delle gerarchie. Quest'anno, l'OMS ha condiviso un avviso sulla diffusione del virus dell'influenza attraverso il bestiame, gli uccelli e gli esseri umani e ha esortato le nazioni a lavorare insieme per essere meglio preparate a fronteggiare una pandemia.
«C'è una certezza: ci sarà un'altra pandemia influenzale in futuro»
Lo ha dichiarato Nicola Lewis, direttrice del Worldwide Influenza Centre. Lewis ha aggiunto:
«Il mio messaggio alle comunità internazionali è che dobbiamo accantonare le nostre reticenze. Dobbiamo mettere da parte i nostri interessi parocchiali e ricordarci degli impatti e delle conseguenze devastanti di una pandemia globale causata da qualsiasi agente patogeno».
I "TIMORI" DI UNA GUERRA MONDIALE
Il Dr Morte Bill - che vale 157 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index, quindi al netto degli ovvi fondi neri in suo possesso ed in sua gestione - non è l'unico nome influente a mettere in guardia da un potenziale conflitto globale.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha precedentemente affermato che le tensioni geopolitiche rappresentano la più grande minaccia per l'economia globale.
«Abbiamo già affrontato l'inflazione, abbiamo già affrontato i deficit, abbiamo già affrontato le recessioni e non abbiamo mai visto qualcosa del genere dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale»
Lo ha riferito all'emittente indiana CNBC TV-18 lo scorso settembre riferendosi all'invasione della Russia in Ucraina.
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falcemartello · 2 years ago
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Il concetto di sostenibilità e la presunta scientificità con cui viene promosso, stanno portando progressivamente a comprimere ogni spazio di libertà e democrazia.
Anche chi è sinceramente preoccupato per il "futuro del pianeta" dovrebbe iniziare a riflettere sui pericoli che questo comporta e sulla natura profondamente dittatoriale e fanatica del cosiddetto attivismo climatico.
Gavino Sanna
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pettirosso1959 · 5 months ago
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EFFETTO SERRA: DUE PIÙ DUE NON FA QUATTRO!
Il pof. Howard Hayden, professore emerito della University of Connecticut, dove ha insegnato per 32 anni e i è occupato “da sempre” anche di sistemi energetici e di clima, campi ove ha ricca pubblicazione scientifica, compresa la newletter mensile The Energy Advocate, stronca il rapporto dell’IPCC, principale organo internazionale sul clima: “Viola le leggi della fisica e, studiando il clima in modo ingenuo, ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia. Tutto lascia pensare che la famigerata CO2 non c’entra nulla con l’effetto serra, il riscaldamento globale, e le variazioni climatiche.”. Ma, a proposito della climatologia, afferma di “non essere un climatologo” perché “I climatologi fanno previsioni sul clima futuro io invece applico i principi della fisica elementare per analizzare tali previsioni. La domanda che mi interessa è se le previsioni dell’IPCC violino le leggi della fisica.”.
E le violano, come evidenzia il grafico del bilancio termico che divulga, come quelli nelle due figure allegate, che è una schematizzazione degli scambi energetici globali espressi in Watt/m2. Nel grafico, come ho già evidenziato il 15 maggio, il 7 settembre e il 30 ottobre dello scorso anno, “sono indicate cose come quanta energia solare arriva sull’orbita terrestre, quanta viene riflessa dalla superficie del Pianeta, quanta dallo spazio. All’equilibrio, il calore irradiato nello spazio è uguale al colore al calore assorbito dal Sole, un bilancio necessario, altrimenti il pianeta si raffredderebbe o riscalderebbe indefinitivamente. Il grafico dimostra che gli scienziati che lo hanno costruito comprendono la legge di conservazione dell’energia e come calcolare la quantità di energia emessa dalla superficie terrestre. L’Ipcc ha prodotto cinque grafici del bilancio termico dal 1995 fino all’ultimo, nel sesto rapporto del 2021, noto come AR6, e tutti hanno un difetto comune: mancano di un ‘numero’ importante”. Sapete qual’è? Scommetto che non lo immaginate: “l’effetto serra!”. Già: “Il campo di competenza del IPCC è l’effetto serra, ma il numero mancante nei grafici del bilancio termico e quello dell’effetto serra!”. Chissà: forse pensano, come la maggior parte della popolazione, che l’effetto serra sia un fenomeno, non un numero.
Invece “L’effetto serra è una combinazione di molti e complessi fenomeni. Ma per gli scopi che interessano tutti noi, si riduce al fatto che la superficie del nostro pianeta emette radiazione infrarossa, di cui solo una parte va nello spazio. Fin dal primo rapporto l’IPCC ho notato che la radiazione verso lo spazio è solo il 60% di quella emessa dalla superficie, e sono rimasto ossessionato da quella cifra. Ma ora, nel rapporto AR6 l’IPCC si è accorto che l’effetto serra è la quantità netta di radiazione infrarossa assorbita dall’atmosfera, e si ottiene sottraendo la quantità di infrarossi emessi nello spazio esterno dalla quantità di infrarossi emessi dalla superficie terrestre. Ma la cosa non l’ha compresa fino in fondo tant’è che quel numero manca nella tabella di bilancio termico”. E sapete perché è necessario utilizzare una sottrazione invece che una percentuale? Anche in questo caso la risposta è semplice: “I nostri occhi non possono vedere le radiazioni infrarosse, ma se potessimo farlo vedremmo un bellissimo arcobaleno di colori. Ora, dell’arcobaleno di infrarossi che lasciano l’atmosfera verso lo spazio solo alcuni colori sono indeboliti: quelli che la CO2 e gli altri gas serra assorbono, mentre la radiazione degli altri colori passa indisturbata. Dire che la quantità complessiva di infrarossi e solo il 60% di quella emessa dalla superficie può essere corretto, ma ‘è inutile’. È molto più significativo dire che l’atmosfera ha sottratto selettivamente, parte di alcuni ‘colori’ di quell’arcobaleno.”.
“La sottrazione è una applicazione diretta della legge di conservazione dell’energia: le radiazione infrarosse emesse dalla superficie sono uguali al totale netto assorbito dall’atmosfera più il totale netto emesso nello spazio esterno: la legge di conservazione dell’energia è una legge di addizione e sottrazione. Non di moltiplicazione magica come il 60%. Quando c’è un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, aumenta la quantità netta di infrarossi assorbiti di un particolare ‘colore’, che è il colore che assorbe la CO2, ma tutte le radiazioni infrarosse di colore diverso continuano ad attraversare l’atmosfera indipendentemente dalla quantità di CO2 presente. L’effetto serra è quel numero, indichiamolo con la lettera G, uguale alla differenza tra radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre (B) meno la parte di essa immessa nello spazio (A), e vale G=B-A=160 W/m2 (di cui 30 W/m2 sono dovuti alla CO2 naturale e il resto al bilancio termodinamico del sistema Pianeta-spazio), e questo numero manca in tutti i grafici del bilancio termico che l’lPCC ha pubblicato. Quando la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata (forse nel 2100), esso sarà diventato, secondo l’IPCC, G=164 W/m2, o poco meno”, quindi l’effetto serra sarà aumentato di quasi il 2,5%.”.
Il problema, però, non è l’irrilevanza di quella percentuale. Infatti: ”Lo stesso IPCC ci informa che quel valore G=160 consente che la Terra sia più calda di 33 °C. Cioè, senza atmosfera la Terra sarebbe 33 °C più fredda di com’è ora. Perché mai appena 4 W/m2 in più, dovuti alle emissioni antropiche, su 160 W/m2 naturali, dovrebbero determinare un effetto tragico? È qui che casca l’asino!“. Infatti l’IPCC afferma che la temperatura della Terra aumenterebbe di 3,0 °C. Ma se così fosse, nell’equazione G=B-A la quantità di B (cioè la radiazione emessa dalla Terra) aumenterebbe perché aumenta la temperatura, la quantità A (cioè la radiazione immessa nello spazio) diminuirebbe (perché aumenta la CO2), e lo farebbe in modo tale che il nuovo valore di B -A risulterebbe non 164, ma almeno 180. Insomma: secondo l’IPCC, 164=180!”
Ne segue che l’IPCC ha commesso “qualche errore”, poiché “I calcoli non soddisfano la legge di conservazione dell’energia”.
L’IPCC ha cercato di ovviare a questa discrepanza, ma… “sbagliano ancora: si è inventato una sorta di ‘effetto valanga’ in base al quale afferma che più CO2 da combustibili fossili fa aumentare la temperatura la quale, a sua volta, fa aumentare l’emissione di altra CO2 disciolta negli oceani, fa aumentare il vapore acqueo (altro gas serra) in atmosfera e, sciogliendo il permafrost, fa aumentare l’immissione in atmosfera di metano (altro gas serra). Aumenti che, combinati assieme, fanno aumentare più la temperatura che, è a sua volta… etc., etc.”. Questo “effetto valanga” è provocato dall’aumento della temperatura, ma nell’ultimo mezzo milione d’anni la Terra ha subito diverse volte variazioni di temperatura dell’ordine di 10 °C e più senza che alcun effetto valanga si sia mai manifestato.”.
Invece: “Possiamo tranquillamente ipotizzare che la radiazione verso lo spazio rimanga costante senza essere influenzata dalla variazione della concentrazione di CO2. Punto. E che la temperatura della Terra può aumentare se la Terra assorbe più energia solare. E questo può accadere o perché diminuisce l’albedo (potere riflettente di una superficie), o perché aumenta la quantità di luce solare che raggiunge l’orbita. Senonché tutti i modelli dell’IPCC affermano che l’albedo aumenta se aumenta la CO2. Ma, se così fosse, l’unica spiegazione per l’aumento della temperatura sarebbe l’aumento della radiazione che arriva dal Sole all’orbita terrestre. Però l’IPCC si ostina a non voler considerare questa possibilità: studiano il clima in modo ingenuo e hanno creato l’industria multimiliardaria della crisi climatica, della quale traggono benefici”.
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