#futuro acqua
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pier-carlo-universe · 29 days ago
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L’acqua del futuro: bene prezioso o monopolio delle multinazionali? (Nestlé - Coca-Cola - PepsiCo - Veolia - Suez). Quale sarà la situazione nel 2050?. A cura di Alessandria today
Le risorse idriche globali saranno sufficienti per tutti? Un’analisi su un futuro possibile e sulle sfide per l’umanità.
Le risorse idriche globali saranno sufficienti per tutti? Un’analisi su un futuro possibile e sulle sfide per l’umanità. Un futuro di scarsità: l’acqua come risorsa cruciale L’acqua, fonte primaria di vita, potrebbe diventare nei prossimi decenni il bene più prezioso e caro sulla Terra. Con l’aumento della popolazione mondiale, i cambiamenti climatici e l’inquinamento, le risorse idriche stanno…
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primepaginequotidiani · 1 month ago
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PRIMA PAGINA Corriere Delle Alpi di Oggi lunedì, 02 dicembre 2024
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aitan · 8 months ago
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"L’acqua che c’è intorno è scarsa, stagnante e imputridita. Ma noi ci sguazziamo dentro e continueremo a berla fino al prosciugamento totale dello stagno, del regno e del regio lagno. Come se non ci fosse un domani e come se ci importasse poco o niente di questa nuova generazione di papere edoniste e starnazzanti che stentano a mantenersi a galla mentre si imbellettano le piume e blaterano di supremazia dell’Occidente strombazzando valori e tradizioni che conoscono poco e non preservano per nulla."
8 maggio 2019
Viene da qua:
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finestradifronte · 3 months ago
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SULL' ALLUVIONE...POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.
L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.
MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.
PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.
Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.
FIUMI DI PIANURA.
I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.
Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.
La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.
Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.
Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.
Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.
Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.
Testo di Giulio Torri, geologo
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mezzopieno-news · 4 months ago
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UN CEMENTO CHE IMMAGAZZINA ENERGIA ELETTRICA: LA BATTERIA DEL FUTURO?
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Il cemento, uno dei materiali da costruzione più diffusi al mondo, potrebbe rivoluzionare lo stoccaggio di energia grazie alle innovazioni di Damian Stefaniuk e del suo team al MIT (Massachusetts Institute of Technology). I ricercatori hanno infatti sviluppato un super condensatore utilizzando tre materiali di base: acqua, cemento e nero di carbonio, un materiale altamente conduttivo. Una combinazione che permette di creare un cemento capace di immagazzinare energia elettrica. Quando durante un esperimento Stefaniuk ha collegato questo cemento ad un LED, la lampadina si è accesa, dimostrando il potenziale del materiale per lo stoccaggio energetico.
Il problema principale delle energie rinnovabili come quella solare, eolica ed idroelettrica è la loro disponibilità intermittente. Questo richiede sistemi di stoccaggio energetico efficienti, ma le batterie tradizionali, basate sul litio, presentano diversi limiti: il litio è una risorsa limitata, destinata ad esaurirsi velocemente considerata la richiesta sempre maggiore di questo materiale, inoltre la sua estrazione è energeticamente dispendiosa e causa danni ambientali. I super condensatori di cemento-carbonio sviluppati dal team di Stefaniuk, essendo molto efficienti nello stoccaggio di energia e capaci di caricarsi rapidamente, potrebbero rappresentare una soluzione valida per lo stoccaggio di energia rinnovabile. Stefaniuk sostiene che 30-40 metri cubi di questo cemento potrebbero soddisfare le esigenze energetiche quotidiane di una casa. Secondo Michael Short, direttore del Centro per l’Ingegneria Sostenibile all’Università di Teesside nel Regno Unito “Questo metodo dovrebbe essere approfondito ulteriormente e potenzialmente potrebbe ricoprire un ruolo molto importante nella transizione verso un futuro più pulito e sostenibile”.
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Fonte: MIT; foto di Engin Akyurt Pexels
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angelap3 · 6 months ago
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La barca di San Pietro ".... Che bella!!!!
Tra un po' di giorni, precisamente la notte fra il 28 e il 29 giugno, possiamo riprovare l'emozione che ci dava questa antica tradizione quando eravamo bambini.
La sera del 28 prendiamo una caraffa o un altro contenitore di vetro trasparente e riempiamolo per 3/4 di acqua, poi versiamo delicatamente nella caraffa l'albume di uno o due uova...
Portiamo quindi il nostro contenitore in giardino, sul prato o comunque all'aperto.
All'alba del 29 giugno andiamo a ritirarlo.
... la notte, San Pietro, la rugiada del mattino o chissà cos'altro .... avranno fatto la "MAGIA": nell'acqua si sarà formata "La barca di San Pietro" , il suo veliero.
I nostri nonni, in base alla forma della barca e delle vele, ricavavano utili informazioni sul clima dell'estate appena iniziata e sul futuro raccolto.
I bambini rimanevano incantati per questa magia.
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blondemushroom · 2 months ago
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Tanta, tantissima paura di non riuscire a stare dietro a tutto ciò che voglio fare in questo momento e nel prossimo futuro. Rimugino su tutte le cose che sono da iniziare o da continuare e c'è un senso quasi di soffocamento. Un forte desiderio di poter avere molto più tempo, una giornata che non finisca in ventiquattro ore. Posso solo accettare di non dover per forza essere costantemente impeccabile. E dovrei bere anche molta più acqua.
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viendiletto · 11 months ago
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Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
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susieporta · 4 months ago
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GUADAGNI ENERGIA QUANDO:
– digiuniamo,
– facciamo esercizi di respirazione,
– ci ritiriamo in solitudine,
– facciamo un voto di silenzio per un certo periodo di tempo,
– camminiamo (o semplicemente ci troviamo) sulla riva del mare, in montagna, contempliamo paesaggi naturali belli,
– ci dedichiamo in modo disinteressato alla creatività,
– lodiamo una persona meritevole per le sue qualità e azioni elevate,
– ridiamo, ci rallegriamo, sorridiamo sinceramente,
– aiutiamo qualcuno disinteressatamente,
– manifestiamo umiltà,
– preghiamo prima di mangiare,
– mangiamo cibi pieni di prana (energia vitale)
– cereali naturali, porridge, burro chiarificato, miele, frutta, verdura,
– dormiamo dalle 21-22 fino alle due di notte (in altri orari il sistema nervoso non riposa, per quanto dormiamo),
– riceviamo un buon massaggio da una persona armoniosa o ci facciamo un auto-massaggio,
– ci versiamo acqua fredda addosso, specialmente al mattino, con effetto massimo se stiamo a piedi nudi sulla terra,
– doniamo il nostro tempo, denaro...
– vediamo in tutto la volontà divina.
- facciamo l’Amore
PERDI ENERGIA QUANDO:
– Tristezza, insoddisfazione del destino, rimpianti per il passato e paura, rifiuto del futuro,
– fissare e perseguire obiettivi egoistici,
– esistenza senza scopo,
– risentimenti,
– eccesso di cibo,
– vagabondaggio incontrollato della mente, incapacità di concentrarsi,
– quando mangiamo cibo fritto o vecchio, cibo preparato da una persona arrabbiata o che prova altre emozioni negative, cibo preparato nel microonde, alimenti contenenti conservanti, additivi chimici, coltivati in condizioni artificiali con l'uso di fertilizzanti chimici,
– consumo di cibi privi di prana
– caffè, tè nero, zucchero bianco, farina bianca, carne, alcol,
– mangiare in fretta e camminando,
– fumare,
– conversazioni vuote,
– respirazione scorretta, come respirare troppo spesso e profondamente,
– stare sotto i raggi diretti del sole dalle 12 alle 16, specialmente nel deserto,
– relazioni sessuali disordinate, sesso senza amore per il partner, – sonno eccessivo, sonno dopo le 7 del mattino, mancanza di sonno,
– tensione mentale e fisica,
– avidità e ingordigia.
Luigi Silvestri
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massimogilardi · 1 year ago
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GIAN LORENZO BERNINI: NETTUNO E TRITONE
Il cardinale Alessandro Damasceni Peretti Montalto, pronipote di Sisto V, era un uomo magnanimo e gioviale, un munifico committente tanto benvoluto che, alla sua morte, il pittore Giovanni Bricci (padre di Plautilla, futuro architetto) licenziò un libello molto apprezzato nel quale si tessevano le lodi di quello che, se non fosse mancato prematuramente – per una congestione – a poco più di cinquant’anni, avrebbe potuto diventare papa nel conclave del 1623, che vide poi invece eletto Maffeo Barberini.
Il cardinale Montalto, come tutti lo chiamavano, era figlio della nipote Sisto V e, ad appena quattordici anni, fu adottato dal prozio che lo creò così giovanissimo cardinale. La nonna di Alessandro, Camilla, era la sorella di Sisto V, colei per la quale fu coniato il modo di dire “Camilla, tutti la vònno, nessuno pija…”, nonché proprietaria del terreno che avrebbe poi ospitato la favolosa villa che, con lui, sarebbe divenuta la villa privata più estesa di Roma. Un posto che, a giudicare dalle incisioni e da alcune foto di fine Ottocento, doveva essere incantevole e che il cardinale, raffinato collezionista, arricchì con tante opere d’arte.
La peschiera Montalto era la più grande “piscina” di Roma e si trovava a due passi dalla casa paterna di Bernini (Via Liberiana), sua prima casa romana. A pianta ovale con diametri di mt 36,50x24,50 essa, secondo la descrizione di Giuseppe Bianchini a commento della tav. 194 del X Libro delle Magnificenze di Roma di Giuseppe Vasi, 1761: “Nasce dal clivo del colle Viminale […] a destra si alza, quasi custode della delizia, un Ercole colla mazza, e a sinistra un Fauno con una zampogna, come se volesse accrescere il delizioso mormorio delle acque. Gira attorno alla peschiera una balaustra con di marmo con dodici statue sopra, e fra una e l’altra tante tazze dalle quali si drizzano altrettanti zampilli di viva acqua verso il centro della peschiera. Nel sito più alto, ove spiccano più copiose le acque, si alza la statua di nettuno col suo tridente in atto di domare quell’elemento e ai lati in sito più basso le statue di Orfeo e di Mercurio…”. (In realtà le statue a decorazione erano sedici, tutte raffiguranti dèi pagani e imperatori dell’Antica Roma).
La peschiera, che fu ancora per l’Ottocento un acquario molto vario, aveva anche uno “scherzo”, uno di quei trucchi tanto apprezzati nel Seicento: uno scalino calpestabile che correva tutt’intorno alla vasca sotto il pelo dell’acqua così che, nel calpestarlo, bagnava le caviglie degli ospiti, e fu descritto come: “Uno scalino falso che inaqua un poco le gambe”.
La fontana-laghetto creata da Domenico e Giovanni Fontana ai tempi di Sisto V – le cui insegne ricorrevano sotto le statue della balaustra – fu “coronata” dal Nettunoberniniano per volontà del cardinale Alessandro, con un basamento che recava le proprie insegne: al momento della commissione, attorno al 1619, Bernini aveva appena 20 anni. Per Leone Strozzi, che aveva la propria villa vicina a quella di Monalto, suo padre Pietro aveva già licenziato alcune statue (e lo stesso Gian Lorenzo gli venderà, sebbene l’avesse scolpito per sé stesso, il San Lorenzo sulla graticola oggi coll. Contini Bonacossi presso Uffizi, Firenze) per le quali aveva in parte coinvolto anche il giovane figlio. Potrebbe esser stato dunque un “passaparola” tra ricchi mecenati a far sì che Montalto affidasse al giovane Lorenzo un gruppo da porre in piena vista nel suo fantastico giardino. Che il giovane avesse talento per i gruppi, il cardinale lo sapeva comunque avendo visto senz’altro il gruppo di Enea, Anchise e Ascanio (o Fuga da Troia) licenziato nel 1619 per il cardinale Scipione Borghese.
A Gian Lorenzo Bernini Montalto avrebbe commissionato tre opere in tutto: il Nettuno, il busto ritratto oggi ad Amburgo (1622) e il David oggi alla Galleria Borghese (1621-3).
Alcune incisioni mostrano come il gruppo del Nettuno e Tritone fosse posto a coronamento della peschiera che si ergeva all’estremità della proprietà, smembrata a fine ‘800 per far posto alla stazione Termini, nella parte più rialzata (l’unico edificio rimasto della villa, cmq modificato, è l’attuale Palazzo Massimo alle Terme): da lì si aveva una vista sopraelevata dell’abside di Santa Maria Maggiore, dov’era sepolto il prozio del cardinale, Sisto V, e dove Montalto stesso sarebbe stato prematuramente sepolto (sebbene il suo cuore si trovi in Sant’Andrea della Valle, i cui lavori di realizzazione aveva profusamente finanziato).
Il Nettuno ha una resa aspra, quasi ruvida, coerente con la destinazione all’aperto e l’esposizione alle intemperie: troneggia sulla vasca a gambe divaricate su una conchiglia, barba e baffi arruffati, quasi imbrinati di salsedine, e punta il tridente in basso con piglio deciso in un avvitamento turbinoso come il mare in tempesta che gli spazza il viso mentre il panneggio gli lambisce i fianchi come fosse al centro di un ciclonico mulinello.
Tra le gambe del dio spunta un tritone che con la sx si aggrappa al suo polpaccio sx, mentre con la dx tiene una buccina della quale pare ancora di udire il richiamo. Sotto al gruppo, l’acqua fluiva nel bacino sottostante formando una cascata su tre gradini.
Si è a lungo supposto che la fonte iconografica fosse da individuare in Virgilio, EneideI, 132 e segg., ma è più probabile che la fonte sia da ricercarsi in Ovidio, MetamorfosiI, 330-48:
“Cessò l’ira del mare, il dio delle acque depose l’asta tricuspide, chiamò il ceruleo tritone che sovrastava il pelago profondo con le spalle coperte di natie conchiglie e gli comandò di dar fiato alla conca fragorosa, per fare ormai, con quel segnale, rientrare i flutti e le correnti. Quegli prese la cava buccina tortuosa che va dal principio allargandosi in ampia spirale, la buccina che, quando in alto mare si empie d’aria, introna del suo suono i lidi che si stendono dall’oriente all’occaso. E anche allora, appena ebbe toccato la bocca del dio dalla barba stillante, e gonfia annunziò l’ordine della ritirata, fu udita da tutte l’acque della terra e del mare, e tutte le onde che l’udirono raffrenò e respinse. Il mare ebbe ancora le sue rive, i letti contennero i fiumi rigonfi, si abbassarono le correnti, si videro i colli riapparire fuori, sorse la terra, si ingrandirono le cose col decrescere delle acque e, dopo lunghi giorni, le selve mostrarono le loro cime, spogliate, e avevano ancora su le fronde il limo lasciato dai flutti. Il mondo era rinato.”
Rispetto al testo ovidiano, che Gian Lorenzo avrebbe letto a fondo di lì a breve anche per Apollo e Dafne, il suo Nettuno non ha ancora posato il tridente e sembra ancora piuttosto contrariato: Bernini lo rappresenta nell’acme dell’azione. Il tritone invece è stato reso abbastanza calzante al testo, e in esso vediamo un concetto che tornerà in tutte le sue fontane successive: l’acqua che emerge alla luce da un essere umano, mitologico o animale.
L’episodio ovidiano, che narra del mito di Pirra e Deucalione, trova corrispettivo nel racconto biblico del diluvio universale; la clemenza di Nettuno che, di concerto col fratello Giove, permette alla coppia di sopravvivere e rigenerare il genere umano, corrisponde al passo di Genesi: 8,1: “Or Iddio si ricordò di Noè, di tutti gli animali e di tutto il bestiame che era con lui nell’arca, e Dio fece passare un vento sulla terra, e le acque si calmarono.”
La pietasdivina che dopo il caos ristabilisce la quiete era allusione alla munificenza del cardinale Montalto, mentre il senso del contrasto tra l’agitazione di Nettuno e lo specchio piatto dell’acqua nella peschiera era chiaro: Nettuno aveva appena placato una tempesta per permettere che gli ospiti di Montalto potessero ammirare con calma i pesci che la popolavano e, in generale, il suo elemento.
Chi poteva aver suggerito un collegamento pagano-cristiano così sottile? Se è vero che il cardinale faceva segretamente parte dell’Accademia degli Intronati con lo pseudonimo di Profundus, è stato suggerito anche tuttavia il nome dell’allora cardinale Maffeo Barberini, da sempre appassionato di poesia, ma il quesito rimane senza risposta.
Nettunolasciò Roma parecchio tempo prima della demolizione di villa Montalto ormai Negroni: nel 1784 il ricco commerciante Giuseppe Staderini comprò la villa dai Negroni (che l’avevano acquistata a loro volta nel 1696) e iniziò una vendita sistematica di tutto ciò che essa conteneva, alberi compresi.
Tuttavia, da una lettera scritta da Raphael Mengs da Madrid nel 1767 al cav. D’Azara, deduciamo che forse i Negroni avevano già tentato di piazzare il gruppo berniniano: “Desidererei sapere quanto costerebbe il gruppo del nettuno del Bernini”. Non se ne fece evidentemente nulla se nel 1777 il viaggiatore De la Roque, in visita alla villa, affermò che Nettuno si trovava in una rimessa annessa alla peschiera, dunque già “smontato” in vista di un trasloco ma ancora a Roma. Dopo un periodo in custodia presso Villa Borghese, infine, nel 1786, il gruppo fu acquistato da sir Joshua Reynolds e venduto, dopo la sua morte, a Lord Yarborough nella cui famiglia è rimasto fino al 1950.
L’idea del Nettuno sarà ripresa da Bernini per il mai realizzato progetto della Fontana di Trevi al quale aveva dato principio sotto Urbano VIII Barberini poi abbandonato per mancanza di fondi, stornati sulla guerra di Castro: la prima idea prevedeva un complicato gioco architettonico e scultoreo dove sarebbe apparsa la Virgo della leggenda (colei che aveva permesso ad Agrippa e ai suoi soldati di trovare la fonte dell’Acqua Virgo che serve la fontana) mentre la seconda, se la prima non fosse piaciuta al papa, contemplava appunto la figura del dio marino.
Sotto Innocenzo X Pamphili Bernini rispolverò l’idea di una fontana sormontata da un Nettuno per la “terza” fontana di piazza Navona, dopo la Fontana dei Quattro Fiumi e il Moro: anch’essa rimase però irrealizzata per la sopraggiunta morte di papa Pamphili e quella che anche oggi non a caso ritrae il dio del mare (opera di Antonio della Bitta) mostra come l’idea di Bernini per essa fosse nota e tenuta in considerazione. Infine, l’idea del Nettuno fu ripresa da Salvi nella figura di Oceano che oggi vediamo proprio in trionfo nella fontana di Trevi.
di Claudia Renzi ©
In foto: Gian Lorenzo Bernini, Nettuno e tritone (Londra, Victoria and Albert Museum).
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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Un giorno un vecchio mi disse...
Quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi,
fai attenzione: questo qualcuno potrebbe essere la persona più importante
della tua vita.
Se gli occhi si incrociano e in quel momento
c’è la stessa luce intensa tra loro... stai allerta, può essere la persona che stai aspettando
dal giorno che sei nato.
Se il tocco delle labbra è stato intenso,
se il bacio è stato appassionante e gli occhi
si sono riempiti di acqua in quel momento... rifletti, c’è qualcosa di magico tra voi.
Se il primo e l’ultimo pensiero del giorno
è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore...
ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino…l’amore.
Se un giorno doveste chiedere perdono
l’uno a l’altro per qualche motivo
e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole... arrenditi, voi siete fatti l’uno per l’altro.
Se per qualche motivo fosse triste, se la vita
le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì
a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto... che cosa meravigliosa! Lei potrà contare su di te
in qualsiasi momento della vita.
Se riesci col pensiero a sentire l’odore della persona come se si trovasse al tuo fianco,
e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati.
Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l’appuntamento che avete…
se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona, e se hai
la certezza che la vedrai invecchiare e,
anche così, sei convinto che continueresti
ad essere pazzo per lei.
Se preferiresti morire prima di vedere l’altra andarsene… allora vuol dire che l’amore
è entrato nella tua vita! È un dono!
”Poi sorrise e mi disse... “Molte persone
si innamorano molte volte nella vita,
ma poche amano o trovano un amore vero.
A volte lo incontrano e non prestano attenzione a questi segnali, e lo lasciano passare
senza accadere veramente.
È libero arbitrio.
Per questo, presta attenzione ai segnali,
non lasciare che le follie del quotidiano
ti rendano cieco alla miglior cosa della vita... l’amore!
Quello che è sincero non cambia mai!
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Carlos Drummond De Andrade
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Caso Solvay a Spinetta Marengo: risarcimenti e bonifiche ambientali, il territorio chiede risposte.
Legambiente Ovadese chiede l’interruzione immediata delle contaminazioni e una bonifica completa, mentre il processo si rinvia al 2025.
Legambiente Ovadese chiede l’interruzione immediata delle contaminazioni e una bonifica completa, mentre il processo si rinvia al 2025. Il caso Solvay: disastro ambientale e richieste di giustizia Durante l’udienza del 20 dicembre 2024 presso il Tribunale di Alessandria, il processo penale che vede imputati gli ex direttori dello stabilimento di Spinetta Marengo e la Solvay Specialty Polymers…
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rideretremando · 8 months ago
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Conferenza di Telmo Pievani sull'acqua
"Andiamo verso un periodo in cui per molto tempo durante l'anno non ci sarà l' acqua. Le foto di Salgado sono un passaggio obbligatorio per capire l'acqua. Nel bellissimo museo di Geografia di Padova c'è una mappa dell' Italia quando il mare era più basso di sessanta metri. Abbiamo immaginato uno scenario parossistico ed abbiamo disegnato una mappa che mostri questa nostra irresponsabile passività: sessantacinque metri del livello del mare più in alto. Padova non c'è più, ad esempio. Andrea Rinaldo ha deciso di indire un concorso sulla domanda che chiede una soluzione per Venezia. Come salveremo Venezia? Una laguna non puoi separarla dal mare. Dobbiamo tirare su tutto? In che modo? La crisi ambientale è qui. Venezia sarà visitabile con i sub. Verona sarà sul mare ed anche Lodi. Non ci saranno più i ghiacciai alpini. Il mare padano cambierà tutto. Il mare aprirà dei fiordi verso l'interno. I colli di Roma saranno delle isole. La Sardegna sarà divisa ina due. Napoli sarà un' isola. La mappa geografica è un linguaggio intuitivo che mostra un futuro non remoto. Nessuno crede che arriveremo fino a lì.
La desertificazione, il cuneo salino, lo spostamento delle fasce di vegetazione, etc, sono processi già in atto. Il Mediterraneo si sta tropicalizzando adesso. Alcuni imprenditori stanno coltivando mango e papaya in Sicilia. Con sessantacinque metri di livello del mare più alto non ci sarà più neanche tutto il Nord Europa. Questo scenario è lontano da noi, ma il pianeta Terra è stato più caldo di così, ad esempio nel picco dell' Eocene. Non ci potremo stare tutti qui. Il cambiamento climatico è un tema di giustizia sociale, perché pesa molto di più sui poveri. Proponiamo dei modelli evolutivi che mettono insieme tanti dati provenienti da diverse discipline. Il clima è sempre cambiato: da qui una grande fallacia logica. Noi figli dell'instabilità. Due elementi di novità: velocità del cambiamento (i tempi evolutivi sono di milioni di anni; adesso parliamo di decenni e non è mai stato così); la seconda evidenza è l'origine antropica. Queste sono le due novità fondamentali. Prima dell' homo sapiens ci fu un cambiamento climatico, durato 80 millenni, che portò all' annullamento del 98% delle specie. Sopravvisse il due per cento. Il pianeta se ne frega di noi. Il clima oggi sta cambiando più velocemente di così. Ce la faremo, non si tratta di pensare all' estinzione. Il tema è: chi pagherà e quanto pagheremo?"
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sa-filonzana · 10 months ago
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Trigun - Final Fantasy VII - Crossover
AU - Dimension Travel - Crack-ish
PART 1
In un futuro lontano lontano, solo un po’ più a destra dell’impossibile, Vash da Trigun Maximun e affini finisce nell'universo di Final Fantasy 7 come un Eldritchiana Plant Creatura, tutto piume bianche e d'oro, ali frattali e intersecate tra di loro, e capace di cambiare grandezza massa a volontà. Un vero cryptido in tutto e per tutto più che mai. 
Il suo nuovo aspetto, che ricorda tantissimo la forma che Vash prende quando perde il controllo, ha anche il suo immancabile orecchino e i suoi iconici occhiali ancora testardamente attaccati al naso, così come il suo braccio prostetico che però ora fa davvero parte del suo corpo e a cui un giorno verranno aggiunti degli incavi per incastrare la Materia.
Il suo nuovo aspetto, da vera entità ultraterrena, adesso, come in Trigun Stampede, può illuminarsi d’immenso, ovvero il suo corpo e i suoi occhi sono attraversati da striature di energia che illuminano di un fluorescente verde acqua quando Vash usa le sue abilità da Plant o prova forti emozioni che gli fanno anche sbocciare fiori e gerani rossi lungo il suo corpo.
Vash sta già vivendo da qualche tempo sul pianeta Gaia da qualche tempo quando incontra Sephiroth quando il giovane generale è in missione.
Per essere precisi Vash si stava ingozzando di Mako cristallizzato quando i due hanno il loro fatidico incontro. In effetti, a un certo punto, la Plant Creatura guarderà il Generale dritto negli occhi e molto deliberatamente mangerà una delle personali Materie del SOLDIER in faccia. Magari una anche che ha Masterizzato anche. E Vash farà tutto ciò con grande sfrontatezza.
Vash ha fame, e da quando è arrivato qui non ci ha messo molto a notare che mangiare il cristallizzato viscoso liquido lo sta rimettendo in forze.
Dopo la rocambolesca avventura che sarà il motivo del loro primo incontro, Sephiroth, per qualche motivo che non sarà mai capace di veramente spiegarsi, decide di rovesciare tutti i soprusi e abusi che aveva subito durante tutta la sua corta vita.
Vash finisce per consolarlo. Per poi traumatizzarlo mangiando della Materia.
Sephiroth decide di portarlo con sé a Midgar, ed è una lotta e mezza tenerlo lontano dalle sporche grinfie del Dipartimento di Scienze. Ma dopo Vash rende perfettamente chiaro che si rifiuta di diventare l’ennesima cavia da laboratorio per dei scienziati pazzi, il che risulta in un gioco di gatto e topo andato male visto che distrugge metà dei laboratori del piano mentre gli inutili assistenti tentano invano di catturarlo gli scienziati sono costretti ad alzare la bandiera bianca in arresa.
Uno dei fattori determinanti in ciò potrebbe essere che nella confusione creatasi un certo Professor Hojo potrebbe essere finito in ospedale con tutte le ossa rotte durante il tentativo fallito di catturare Vash. Più di una persona sarà felice alla notizia. E più di qualcuno brinderà a tarda sera in onore di Vash.
Nel tempo Vash si familiarizza con la Torre e i suoi abitanti, che lo trattano come una beneamata mascotte, perché Vash sa sempre come charme le persone con la sua gentilezza, non importa la forma che ha. E probabilmente il fatto che le sue gesta hanno mandato in ospedale il Professore Hojo in ospedale per diverso tempo aiuta.
Tuttavia, una delle cose di Midgar che metteva a disagio Vash era che qui nella città la Voce del Pianeta, il canto trascendentale che sentiva fin da quando era arrivato in questo nuovo Mondo è molto flebile in questa città.
Durante questo tempo incontra anche Genesis e Angel. Per dispetto, e dopo tutto ciò che ha dovuto passare nella vita a causa di suo fratello e tutti gli altri e non più disposto a farsi mettere i piedi in testa e ciò che aveva perso dovuto a ciò, mangia una delle materie di Genesis per il divertimento degli altri due First.
Vash, nei seguenti anni, farà ciò ogni volta che Genesis lo irrita abbastanza
Vash prende l'abitudine di seguire Sephiroth dappertutto dovuto a questo trauma,  anche quando è costretto ad andare a fare una visita di controllo al dipartimento di scienze
Vash in maniera ingegnosa comunica il suo nome a Sephiroth, delicato come una piuma glielo sussurra nella mente
Passa del tempo, la guerra con Wutai è nelle sue fasi finali quando Genesis viene ferito durante un allenamento.Vash si preoccupa quando la ferita si rifiuta di guarire, così segue di nascosto il Soldier First quando va a trovare il Professor Hollander e così scopre che il corpo di Genesis sta decadendo a causa degli esperimenti 
Vash va in shock e in uno stato di negazione. Il Plant creatura si è affezionata ai Soldiers, anche se Sephiroth è il suo preferito, e non è pronto a perderli dopo così poco tempo. Sono così giovani… 
Vash si rifiuta di perdere qualcun altro di importante per lui e usando i suoi poteri da Plant, dopo aver messo all’angolo Genesis nel suo appartamento e con gli altri due presenti anche, Vash va tutto incomprensibile e biblico e immenso e facendo venire un colpo a tutti e tre i SOLDIERS First. Uno dopo l’altro li guarisce iniettando la sua saliva nel loro sistema cardiovascolare. Usando essa come medium Vash pulisce, sistema e mette in ordine le stranezze che percepiva in loro fin da quando li ha incontrati la prima volta.
Li guarisce con un morso pieno di saliva, una saliva miracolosa quanto mortifera, dalle proprietà simili al siero miracoloso usato dagli assassini del Eye of Michel e il liquido dei bulbi dove vivono le sue sorelle Plant.
Il suo intervento fa sì che i First diventino dei veri ibridi a tutti gli effetti e non facilmente suscettibili all’influenza di Jenova e facile discesa nella follia. Le loro cellule evolvono.
Continua ->
-> Trigun x FF7 - Part 2
-> Trigun x FF7 - Part 3
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kon-igi · 2 years ago
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PUZZOLENTI PEZZI DI PUZZLE
C’è che aveva l’amico immaginario con cui parlare e giocare e poi c’ero io che avevo l’amico immaginario con cui parlare e giocare ma era un bambino mutante del Popolo della Notte che avevo conosciuto in sogno. In un certo modo capisco la maestra che in terza o in quarta elementare chiamò il prete che mi asperse di acqua santa davanti a tutta la classe.
‘Il Sintetico più simpatico’ era l’appellativo di un personaggio (persona artificiale, per l’esattezza) che intorno ai 18 anni creai per una serie di tavole cyberpunk ambientate nel 2020. La storia ci insegna, però, che per quanto tu possa futurizzare con la fantasia, la gente che vuole l’hoverboard di Ritorno al Futuro è decisamente meno di quella che desidera una macchina con rombante motore alimentato a diossina.
Sempre da bambino, pronunciavo la parola ‘puzzle’ così come la leggevo, finché un giorno mio padre mi corresse... Si dice ‘pàsol’ - e io controbattei che no, se c’è scritto PUZZLE si dice PUZZLE sennò avrebbero scritto PASOL! E poi senti che odore cattivo di colla e carta vecchia! PUZZANO! Fu la prima vera lezione sulla dissonanza cognitiva del mondo degli adulti.
‘L’italiano deve morire!’ ho detto l’altro giorno a una persona non italiana che parlava l’italiano meglio del 70% degli italiani. E ovviamente non mi riferivo a un ostaggio in mano a una milizia straniera ma alla lingua. Nello specifico, dell’idea di lingua come immutabile fregio di superiorità nei confronti dell’altro. Siccome tra 350 milioni di anni ci sarà l’impatto del supercontinente e tra 1,5 miliardi di anni l'inclinazione assiale della Terra subirà uno spostamento fino a 90° con la devastazione totale di ogni forma di vita sulla superficie, non vedo perché perdere tempo a lagnarsi di chi usa termini come cringe o triggerare. Moriremo tutti e nel frattempo io ghosto tutti i rompicoglioni puristi in anticipo.
‘Non sono queste le cose importanti’ (o ‘Mi ci sciacquo il culo!’ se sono indispettito) è un mantra che via via sto ripetendo(mi) sempre più frequentemente: perché perdere tempo (sebbene io apprezzi grandemente chi lo fa tipo @firewalker) a spiegare alla gente che l’aggettivo SINTETICO accanto a CARNE non ha senso alcuno? Le persone vogliono sentir strillare un ipotetico maiale e credersi al sicuro nella quotidiana routine tradizionale, senza mai soffermarsi a riflettere che il vino con cui si demoliscono il fegato ha lo stesso alcol di quello che bevevano i loro nonni, tranne che questi ultimi inorridirebbero davanti ai correttori di acidità, ai solfiti e agli acceleratori di macerazione dei processi di vinificazione moderni. Sì, ok... tu che stai per lussarti il dito sul tasto del reblog il vino lo fai in modo ‘naturale’ ma cerca di capire il senso di quanto vado dicendo.
Se fosse per me, imporrei nelle scuole un’ora a settimana di addestramento a ChatGPT. E non intendo che i bambini imparino a conoscerlo ma che proprio lo addestrino con ogni minchiata che viene loro in mente. Vi prego... molto meglio che lo facciano loro piuttosto che una masnada di cinquantenni col terrore delle novità. Preferisco che il navigatore prenda il controllo della mia macchina e cominci a chiedere con tono lamentoso ‘Siamo arrivati? Siamo arrivati? Ma quando si arriva?’ rispetto ad algoritmi che girano sempre attorno a cali di peso, soldi facili e malattie immaginarie.
Per quanto io sia consapevole che questo comporterà altrettanti problemi, mi ha fatto piacere sentirmi dire da @ross-nekochan che io sono un BOOMER INVERSO cioè che invece di fossilizzarmi sulla sedia a dondolo e indicare col bastone i giovinastri moderni in modo sprezzante, al contrario mi sto aprendo sempre di più nei loro confronti. Lo so che il rischio è diventare il meme di Steve Buscemi "How do you do, fellow kids?" ma al massimo sarò considerato un bizzarro vecchietto simpatico e non quello che si lagna rabbioso che ai suoi tempi giocava a tirare sassi ai maiali e non ai videogames violenti.
E comunque @ross-nekochan, non è che le donne non facciano seppuku con la katana... nemmeno gli uomini lo fanno! La katana è troppo lunga per essere impugnata correttamente e sventrarsi in modo efficace (è lunga circa 1 metro con 70 cm di lama), perciò si usava il wakizashi, cioè la spada più corta (mezzo metro di lama) che era la ‘guardiana dell’onore’, mano sinistra sull’impugnatura, mano destra su un panno di seta avvolto attorno alla lama. Di solito la propria katana veniva consegnata a una persona fidata che, messasi dietro, avrebbe decapitato il sacrificante per evitargli disonorevoli smorfie di dolore.
Le donne, invece, facevano seppuku con il tanto (pugnale corto) e tagliandosi la gola... ma dopo essersi legate le gambe con l’obi perché sia mai che qualcuno sbirciasse sotto il kimono mentre agonizzavi.
Credo che per oggi basti così <3
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arcobalengo · 3 months ago
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🇳🇱UN PADRE OLANDESE HA IDEATO UN PROTOCOLLO PER LA PROPRIA FIGLIA ATTIVISTA PER SALVARE IL MONDO
🗣"Nostra figlia quindicenne si è commossa fino alle lacrime ascoltando il discorso di Greta Thunberg in TV ieri ed era arrabbiata con la nostra generazione “che non ha fatto nulla per 30 anni”. Quindi abbiamo deciso di aiutarla a prevenire “l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi”.
Daremo un futuro a nostra figlia e abbassiamo la temperatura del pianeta di 4 gradi centigradi in questo modo:
1️⃣Adesso andrà a scuola in bicicletta perché l’auto brucia combustibili fossili. Presto inizierà l'inverno e lei vorrà prendere un autobus, ma l'autobus funziona con un motore diesel, e questo, a nostro parere, non va a favole del Clima. Vorrebbe avere una bici elettrica. Ma le abbiamo mostrato la devastazione causata dall'estrazione del litio, quindi dovrà continuare a pedalare.
2️⃣Per iniziare ad abituarla a "fare a meno del gas naturale" abbiamo spento il riscaldamento della sua stanza. Adesso la temperatura scende la sera fino a 12 gradi, ma a volte in inverno scende fino a zero. In questo caso riceverà un maglione, un cappello, dei collant e dei guanti.
3️⃣Per lo stesso motivo abbiamo concordato che d'ora in poi farà la doccia solo con acqua fredda e lavi lei stessa i vestiti a mano, poiché la lavatrice e l'asciugatrice consumano molta elettricità.
4️⃣Tutti i suoi vestiti sono sintetici, cioè ricavati dal petrolio, pertanto, lunedì li porteremo al negozio dell'usato. Abbiamo trovato un eco-negozio che vende vestiti realizzati con lino, lana e iuta non tinti e non sbiancati. Non pensiamo che le staranno bene, la potrebbero anche prendere in giro i compagni di classe, ma questo è il prezzo che siamo disposti a pagare per il Clima. Il cotone è fuori discussione, viene portato da lontano e coltivato con utilizzo dei pesticidi.
5️⃣Abbiamo appena visto sul suo Instagram che si è arrabbiata con noi, anche se è abbastanza inutile. Quindi dopo le 19 spegneremo il WiFi e non lo riattiveremo fino a poco dopo cena domani. In questo modo risparmieremo energia, poi lei non sarà disturbata dallo stress elettromagnetico e sarà completamente isolata dal mondo esterno, così potrà concentrarsi sui compiti. Alle 23.00 toglieremo completamente la corrente elettrica così quando scende la sera farà veramente buio. Ciò farà risparmiare molta CO2.
6️⃣Non parteciperà più agli sport invernali. Non andrà da nessuna parte durante le vacanze perché le nostre solite destinazioni di vacanza sono praticamente inaccessibili in bicicletta. Ritornare a livelli di CO2 simili a quelli dei nostri bisnonni significa dover vivere come i vostri bisnonni, che non hanno mai avuto una vacanza o una bicicletta.
7️⃣Ora parliamo di cibo. Zero emissioni di CO2 significa assenza di carne, pesce, pollame o sostituti della carne a base di soia (che dopo tutto, cresce dove un tempo c'erano le foreste pluviali). Niente prodotti alimentari importati, poiché il loro trasporto ha un impatto ambientale negativo. E, infine, niente cioccolato dall'Africa, caffè dal Sud America, tè dall'Asia.
⚫️Solo patate, verdure e frutta olandesi. E solo coltivati sul terreno aperto, perché le serre sono riscaldate e illuminate artificialmente e questo è dannoso per il Clima. Può ancora mangiare il pane. Ma per produrre burro, latte e uova, formaggio e yogurt, ricotta e panna, servono polli e mucche, che emettono CO2. Niente gelato. Niente vino, birra o bevande gassate, queste bolle sono CO2. Voleva giusto perdere qualche chilo.
8️⃣Butteremo via tutta la plastica perché è prodotta in fabbriche chimiche. Getteremo anche tutti gli oggetti in acciaio e alluminio. Sapete quanta energia consuma un altoforno o una fonderia di alluminio? Infine, non riceverà più cosmetici, sapone, shampoo, crema, lozioni, balsami, dentifrici e farmaci, e produrrà lei stessa assorbenti con la biancheria. Proprio come prima.
👍 In questo modo eviteremo l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi.”
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