#fonti rinnovabili
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Energia Nucleare? Sì, Grazie! Anche Barosini di Azione Lancia la Raccolta Firme per una Nuova Proposta di Legge
Una battaglia per l'energia pulita e la neutralità climatica entro il 2050
Una battaglia per l’energia pulita e la neutralità climatica entro il 2050 Azione lancia una nuova iniziativa: una proposta di legge di iniziativa popolare per reintrodurre l’energia nucleare nel mix energetico nazionale. Barosini, portavoce del partito, ha annunciato con orgoglio il lancio di una raccolta firme per sostenere questo progetto, che considera fondamentale per raggiungere gli…
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Verde Ferrara: esempi positivi e progetti futuri per la sostenibilità
(Foto Alessandro Berselli) Il 16 aprile in Seminario il Convegno dedicato alle Comunità Energetiche Rinnovabili: i vantaggi per imprese, cittadini, comunità e le testimonianze di cooperative, fondazioni, Comuni (e di una parrocchia) di Andrea Musacci La transizione energetica è una sfida che riguarda tutte le comunità, con l’obiettivo di una rigenerazione della società in un’ottica…
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Transizione energetica: meno ideologie e più obiettivi da raggiungere
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha recentemente rilasciato un’importante dichiarazione sulla transizione energetica, sottolineando la necessità di un approccio pragmatico e obiettivo per affrontare questa sfida cruciale. Descalzi ha invitato a mettere da parte le ideologie e a concentrarsi sul raggiungimento di obiettivi concreti, come la decarbonizzazione del sistema…
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In un'era segnata dal cambiamento climatico e dalla crescente consapevolezza ambientale, la transizione ecologica verso fonti energetiche rinnovabili, abbandonando il gas e gli altri combustibili fossili, è diventata un obiettivo primario a livello globale. Abbiamo intervistato Sergio Ferraris, giornalista esperto in ambito ambientale e scientifico, esplorando i vari aspetti di questa transizione: le sfide, le soluzioni innovative, l'impatto ambientale e sociale, e le prospettive future per l'Italia e il mondo.
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70 anni di pannelli solari
I primi pannelli solari fotovoltaici fecero la loro comparsa a metà del secolo scorso, ma la loro efficienza era talmente bassa e i costi così elevati da non permettere praticamente nessuna applicazione. Fu la corsa allo spazio durante il periodo di guerra fredda a spingere le superpotenze mondiali a investire ingenti capitali nella costruzione di pannelli fotovoltaici capaci di produrre energia come nessuna altra fonte era capace di farlo. poi si aggiunsero le crisi petrolifere degli anni ’70 e dei primi anni 2000 che spinsero molte compagnie a cercare un’alternativa alla volatilità dei prezzi delle fonti fossili. Quindi l’interesse per il fotovoltaico fu tutt’altro che guidato dalla lungimiranza, la tendenza è sempre stata quella di correre ai ripari durante le crisi, piuttosto che prevedere le criticità e prepararsi in anticipo. Questo comportamento dell’essere umano può essere notato anche in altri ambiti, ma nell’ambito energetico ha contribuito a ritardare lo sviluppo delle nuove tecnologie sostenibili.
Photo by NASA
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi mercoledì, 14 agosto 2024
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Spagna, nelle campagne le fonti rinnovabili generano preoccupazione
Alcune associazioni temono che i progetti solari ed eolici in Spagna rappresentino una minaccia per le comunità rurali
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Alle capre di Ultima Generazione
SI fa presto a distinguere tra lavori sporchi/vecchi e sviluppo sostenibile/nuove attività per salvare il Pianeta che mica é di tutti, è solo vostro. I boccaloni sono bravissimi a cadere nel trappolone, peccato che ovviamente si autoinculino.
Giusto un esempio: il "cloud" (un poco etereo e molto hard insieme di computer interconnessi in rete) su cui si regge il "learning" e il "processing" del mitico ChatGPT, applicazione leader di LLM (Large Language Modeling) usatissima dalle capre laureande per farsi le tesi, bene, solo tale cloud consuma regolarmente l'energia di una media cittadina da 20-30.000 abitanti.
O vogliamo parlare di quanto energy intensive, tra computer altoparlanti e luci, sia il settore musicale, ricolmo di bestiame tatuato (molto naturale) e fumato (molto eco) tutto con voi e per voi?
Studiate capre, e preparatevi: quando i criteri di sostenibilità verranno applicati non da snowflake ignoranti e confusi ma un filo seriamente (ci siamo vicini), vi scartavetreranno via per manifesto GREENWASHING, il peccato mortale del futuro, le auto elettriche per come sono adesso e almeno la metà delle fonti rinnovabili; poi, altro che "città in 15 minuti", avrete 15 minuti al giorno di smartphone (come dire che vi spengono). E sarà solo l'inizio. Altro che allevamenti e campi.
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CROLLANO LE EMISSIONI DI GAS SERRA IN EUROPA: UN NUOVO RECORD
Le emissioni di gas serra nell’UE sono diminuite dell’8 percento nel 2023, il calo maggiore degli ultimi decenni (escluso il periodo del Covid).
La forte diminuzione è il risultato dell’aumento dell’uso di energie rinnovabili nel blocco dei 27 paesi, il quarto maggiore emettitore al mondo dopo India, Cina e Stati Uniti. “L’enorme calo è stato causato da una diminuzione significativo nell’uso del carbone e dalla crescita delle fonti di energia rinnovabili, ed è stato sostenuto dalla riduzione del consumo di energia in tutta Europa”, si legge in una dichiarazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) che ha diffuso le rilevazioni. Il dato dell’ultimo anno porta le emissioni nette di gas serra nell’Unione Europea ad un valore inferiore del 37% rispetto ai livelli del 1990, nonostante il PIL dell’Eurozona sia cresciuto del 68% nello stesso periodo.
La Commissione ha affermato che l’Unione “rimane sulla buona strada per rispettare l’impegno di ridurre le emissioni di almeno il 55 percento entro il 2030”. L’AEA valuta l’obiettivo del 2030 “a portata di mano”, avvertendo che “gli Stati membri dell’UE dovranno mantenere questo ritmo di progresso per raggiungere gli obiettivi europei in materia di clima ed energia”. Le emissioni derivanti dalla produzione di elettricità e dal riscaldamento sono diminuite del 24% rispetto al 2022. Nel 2023 le energie rinnovabili sono state la principale fonte di produzione di energia elettrica nell’UE, con una quota del 44,7%, davanti ai combustibili fossili con una quota del 32,5% e all’energia nucleare con una quota del 22,8%.
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Fonte: Agenzia europea dell’ambiente; immagine di Pixabay
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Tra fonti fossili e fonti rinnovabili c'è una differenza cruciale e insormontabile che rende impossibile la transizione energetica dalle prime alle seconde. Con le fonti fossili, puoi produrre cemento e acciaio che ti consentono poi costruire centrali elettriche.
Con il sole, invece, non puoi produrre vetro e scavare miniere per i materiali dei pannelli solari. Con il vento non puoi produrre acciaio e cemento per costruire pale eoliche. Mentre puoi fare pannelli e pale solo usando carbone, gas e petrolio.
Il ragionamento è così ovvio ed elementare che mi viene da piangere quando sento gli ambientalisti dire che si può cancellare i fossili e usare solo solare ed eolico. Ma voi lo capite il problema, vero?
Fortunato Nardelli
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Il Buonsenso ha Vinto: Vannia Gava Sostiene l'Energia Nucleare per la Decarbonizzazione
Il Vice Ministro all'Ambiente spinge per tecnologie innovative nella lotta al cambiamento climatico
Il Vice Ministro all’Ambiente spinge per tecnologie innovative nella lotta al cambiamento climatico Il Vice Ministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha espresso il suo sostegno all’energia nucleare come elemento cruciale per la decarbonizzazione del sistema energetico italiano, in seguito all’esito dei lavori del Consiglio Ambiente dell’UE. Gava ha evidenziato come…
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Will Happer, professore emerito di fisica presso l’Università di Princeton, ha dichiarato: “Le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, occupano molto spazio e di notte non funzionano affatto. Abbiamo bisogno di altre fonti che forniscano energia elettrica durante la notte. Non funzionano bene nemmeno nelle giornate nuvolose o in inverno, quando il sole è basso. Quindi, si tratta solo di segnalazione di virtù; non hanno alcun senso economico a meno che non siano massicciamente sovvenzionate dai governi statali e federali.”
Ma, oltre a questi problemi ben conosciuti ai più, andiamo a vedere cosa comportano in termini di inquinamento e deturpazione del territorio.
Infatti, molti non sanno che la costruzione di impianti per le energie rinnovabili comporta alcuni impatti ambientali. E allora ecco una panoramica dei principali:
1) Uso del suolo: La costruzione di impianti solari ed eolici richiede ampie superfici di terreno, che possono portare alla perdita di habitat naturali e alla frammentazione del territorio.
2) Consumo di risorse: La produzione di pannelli solari e turbine eoliche richiede l’estrazione e la lavorazione di materiali come il silicio, i metalli rari e l’acciaio, che possono avere impatti ambientali significativi.
3) Emissioni durante la produzione: Anche se le energie rinnovabili producono poche emissioni durante il loro funzionamento, la produzione e l’installazione delle tecnologie possono comportare emissioni di gas serra.
4) Impatto sulla fauna: Le turbine eoliche possono rappresentare una minaccia per gli uccelli e i pipistrelli, mentre la costruzione di impianti solari può disturbare gli habitat naturali.
5) Uso dell’acqua: Alcune tecnologie rinnovabili, come il solare termico e la geotermia, richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento e il funzionamento.
Quindi, ok alle rinnovabili per avere alternative e minor dipendenza dai combustibili fossili, ma attenzione a darle per non inquinanti e rispettose della natura, potreste cadere nella trappola della propaganda del Green New Deal o di Net Zero.
Da Attività Solare - Solar Activity
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030. Sembrano pochi 8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare. Bisognerebbe da oggi al 2030 installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento, raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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Più efficienza energetica
Ecco la nuova caldaia del Municipio ottenuta con la partecipazione al bando “C.S.E. 2022 – Comuni per la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica” del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) relativo alla concessione di contributi per l’efficienza energetica anche tramite interventi per la produzione di energia da Fonti Rinnovabili degli edifici delle Amministrazioni comunali dell’intero territorio nazionale attraverso l’acquisto e l’approvvigionamento di beni e servizi tramite il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (Me.PA)
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Cities of tomorrow - il cibo del futuro
Sul nostro pianeta la produzione di cibo per tutta la popolazione, attraverso allevamenti di animali e coltivazione agricola, è diventata insostenibile e allora abbiamo iniziato una rivoluzione alimentare producendo cibo impiegando solamente acqua, aria ed elettricità, escludendo la macellazione di animali, evitando il disboscamento di foreste e abbiamo anche eliminato l’uso di pesticidi e fertilizzanti.
Ci siamo riusciti producendo una polvere composta da organismi unicellulari naturali. L’abbiamo chiamata Solein. Per il momento siamo già in grado di produrne cento tonnellate all’anno che corrispondono a quattro milioni di pasti. Il processo avviene in un bioreattore, con l’idrogeno proveniente dall’idrolisi dell’acqua e con CO2 e azoto provenienti dall’atmosfera. L’elettricità, fonte di energia per l’idrolisi, viene prodotta da fonti rinnovabili. Questo sistema ci consente di utilizzare cento volte meno acqua per un chilo di proteine rispetto alle coltivazioni e cinquecento volte meno rispetto agli allevamenti bovini
Accade a Solar Foods - Helsinki
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