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Energia Nucleare? Sì, Grazie! Anche Barosini di Azione Lancia la Raccolta Firme per una Nuova Proposta di Legge
Una battaglia per l'energia pulita e la neutralità climatica entro il 2050
Una battaglia per l’energia pulita e la neutralità climatica entro il 2050 Azione lancia una nuova iniziativa: una proposta di legge di iniziativa popolare per reintrodurre l’energia nucleare nel mix energetico nazionale. Barosini, portavoce del partito, ha annunciato con orgoglio il lancio di una raccolta firme per sostenere questo progetto, che considera fondamentale per raggiungere gli…
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Aumento gas serra e fallimento della lotta al climate change
Così i nuovi giacimenti di oil&gas fanno fallire la lotta al climate change. Rapporto Global Energy Monitor: l’industria del settore aumenta la produzione nonostante l’impegno globale ad abbandonare i combustibili fossili Allontanarsi dai combustibili fossili in modo ordinato ed equo»: è il sofferto accordo raggiunto dalla Conferenza Onu sul clima di Dubai, la Cop28 di fine del 2023. Non è tuttavia quello che accade, anzi. Secondo i dati diffusi il 28 marzo dal Global Energy Monitor, «lo scorso anno i produttori di petrolio e gas hanno scoperto e dato luce verde allo sfruttamento dell’equivalente di tutte le riserve di greggio accertate in Europa» ed entro la fine del decennio i valori saranno «quadruplicati». Nuovi giacimenti Mentre gli investimenti in eolico e solare accelerano, ma faticano a tenere il passo necessario per la transizione verde; mentre in Europa la spinta del Green Deal cede sotto le resistenze delle lobby; la produzione di combustibili fossili avanza, nonostante «il consenso scientifico sul fatto che lo sviluppo di nuovi giacimenti sia incompatibile con l’obiettivo di frenare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi» a fine secolo, scrive Scott Zimmerman, autore del report di Global Energy Monitor. Secondo i dati del rapporto, almeno venti giacimenti di petrolio e gas hanno raggiunto lo stadio finale di autorizzazione nel 2023, sancendo l’estrazione di otto miliardi di barili di petrolio equivalente (Boe). Entro la fine del decennio, si dovrebbe raggiungere quota 31,2 miliardi di Boe, in 64 nuovi giacimenti. La crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha consegnato nuovi argomenti al settore oil&gas. Cina e India continuano a spingere addirittura sul carbone, la più sporca delle fonti fossili, per soddisfare la loro fame di energia. Iea: basta pozzi
Una piattaforma petrolifera in Messico Già nel 2021, l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha avvisato che non c’è spazio per nuovi giacimenti di petrolio e gas negli scenari di transizione ecologica coerenti con il tetto di 1,5 gradi, oltre il quale gli effetti del cambiamento climatico accelerano e diventano sempre più catastrofici (anche dal punto di vista economico) e sempre meno reversibili. E secondo l’International Institute for Sustainable Development (Iisd), «molteplici modelli climatici ed energetici mostrano che lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas è incompatibile» con la lotta al riscaldamento globale. Secondo il percorso di azzeramento delle emissioni nette di gas serra, messo a punto dalla Iea (aggiornato a settembre 2023), il consumo di petrolio e gas scende rispettivamente del 23% e del 18% entro il 2030 e di oltre il 75% nel 2050, rispetto ai livelli del 2022. Negli ultimi due anni, sottolinea il Global Energy Monitor, sono invece stati annunciati 50 nuovi progetti oil&gas e per 45 è stata presa la decisione finale sfruttamento. Le aziende coinvolte prevedono che alcuni giacimenti saranno operativi entro un anno o due, ma storicamente, spiega il report, servono in media undici anni per passare dalla scoperta alla produzione. Se questo trend sarà confermato, molti dei progetti annunciati non entreranno in produzione prima del 2030, mettendo una serie ipoteca sull’obiettivo di ridurre la dipendenza del sistema energetico globale dai combustibili fossili, i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra. Sud America e Africa sono al centro delle recenti attività di esplorazione, mentre quattro Paesi che fino a poco fa avevano una produzione scarsa o nulla, Cipro, Guyana, Namibia e Zimbabwe, ora rappresentano oltre un terzo dei volumi che i produttori sperano di sfruttare. Gas serra e temperature record Le cinque maggiori compagnie del settore - Shell, BP, Chevron, ExxonMobil e TotalEnergies - hanno accumulato profitti per oltre 261 miliardi di euro in due anni, secondo un rapporto di Global Witness. Intanto, le emissioni di gas serra del settore energetico, anziché scendere, non fanno che aumentare (+1,1% nel 2023 secondo la Iea) e si assottiglia sempre più il carbon budget, vale a dire la quantità di anidride carbonica che si può immettere in atmosfera prima che il global warming infranga il tetto di 1,5 gradi. E se lo scorso anno è passato agli archivi come il più caldo della storia, il 2024 si candida a batterlo: febbraio 2024 è stato il nono mese consecutivo a superare ogni record per temperature medie di periodo, che negli ultimi 12 mesi sono state di oltre 1,5 gradi più alte rispetto all’era pre-industriale, come rileva l’Osservatorio Ue sul clima, Copernicus. Read the full article
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Legambiente, investire sui treni non sul Ponte sullo Stretto
“Il processo di riconversione dei trasporti – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute…
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Legambiente, investire sui treni non sul Ponte sullo Stretto
DIRETTA TV “Il processo di riconversione dei trasporti – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni italiane che, in valore assoluto, sono…
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REPRESSIONE E SURREALISMO STATALE
È di qualche giorno fa la notizia che il Ministero dell’Interno e della Difesa si siano costituiti parte civile in un processo ai danni di persone legate al Movimento No Tav e al centro sociale Askatasuna di Torino.
Nello specifico, lo Stato ha chiesto un risarcimento a causa dell’utilizzo ripetuto di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine per gestire le manifestazioni svoltesi in questi anni in Val Susa. Il risarcimento è stato richiesto in quanto la continua esposizione ai lacrimogeni avrebbe minato la salute delle stesse forze dell’ordine.
La prima conseguenza logica è quindi un’ammissione, da parte dello Stato stesso, dell’effetto potenzialmente nocivo di strumenti che vengono utilizzati regolarmente in tutta Italia.
La seconda, forse un po’ meno logica, è che lo Stato stia chiedendo adesso un risarcimento ai suoi cittadini per l’utilizzo di armi chimiche nei loro confronti.
Siamo in uno stato di crisi planetaria senza precedenti. Il governo italiano, in questi anni, ha mancato tutti gli obiettivi climatici che si era posto, continuando ad investire in combustibili fossili e in grandi opere scientificamente incompatibili con gli scenari di azzeramento delle emissioni climalteranti.
Quello stesso governo, oggi, ha deciso che questo conto dovrà essere pagato dai suoi cittadini.
Ph: Jean-Sebastien Evrard (AFP)
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