#settore energetico
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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Amag: Sindacati Preoccupati per il Futuro dell'Azienda e dei Servizi a Alessandria
Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil sollevano dubbi sulla vendita delle reti del gas e chiedono un piano industriale chiaro per garantire l'occupazione e i servizi.
Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil sollevano dubbi sulla vendita delle reti del gas e chiedono un piano industriale chiaro per garantire l’occupazione e i servizi. Le organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, insieme alla RSU di Amag, hanno espresso preoccupazione per il futuro della società e dei servizi che attualmente fornisce alla città di Alessandria. In un…
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falcemartello · 7 months ago
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AMMAZZA CHE FURBI.. ECCO LA BUFALA DELLE PALE EOLICHE Il settore energetico scozzese è finito nel mirino dopo che è stato scoperto che enormi generatori diesel venivano utilizzati per garantire il funzionamento di dozzine di gigantesche turbine eoliche. "Secondo il Sunday Mail, sono stati avvisati da un informatore che ha citato una serie di problemi di salute e sicurezza ambientale, uno dei quali era una mezza dozzina di generatori diesel in funzione fino a sei ore al giorno per sbrinare le turbine eoliche. "
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mezzopieno-news · 16 days ago
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IL FOTOVOLTAICO NEL 2024 STA CRESCENDO OLTRE OGNI PREVISIONE
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Dopo il record dell’ultimo anno, si rinforza sempre più la possibilità che il mondo si trovi nella condizione di voltare pagina. “Il 2023 è stato probabilmente il punto di svolta, segnando il picco delle emissioni nel settore energetico” secondo il rapporto appena presentato da Ember, l’importante organizzazione internazionale indipendente che si occupa della ricerca e analisi delle politiche energetiche globali.
Le rinnovabili hanno generato il 30% dell’elettricità globale nel 2023, trainate soprattutto dalla crescita del solare e dell’eolico. Nell’anno in corso le installazioni globali di impianti solari sono cresciute del 29% rispetto al 2023, anno che aveva già registrato un aumento dell’87% rispetto al 2022. Il calo della generazione di energia da fonti fossili è sempre più allargato e veloce. Le energie rinnovabili sono quasi raddoppiate nella produzione di elettricità globale dal 2000, spinte da un aumento esplosivo dell’energia solare ed eolica, dallo 0,2% del 2000 al 13,4% del 2023. La Cina è stata il principale contributore nel 2023, rappresentando il 51% della generazione solare globale aggiuntiva e il 60% della nuova generazione eolica globale. In combinazione con il nucleare, il mondo ha generato quasi il 40% della sua elettricità da fonti a basse emissioni di carbonio. Le emissioni di CO2 dalla generazione di energia globale hanno raggiunto un nuovo minimo storico, il 12% in meno rispetto al picco del 2007, quasi due terzi in meno negli ultimi dieci anni. L’energia solare è stata la fonte di generazione di elettricità in più rapida crescita per il 19° anno consecutivo.
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Fonte: Ember; foto di Pixabay
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aralikli · 2 years ago
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Warm-international - Platin
Grazie ai suoi pannelli ecologici a risparmio energetico, WARM è una delle aziende preferite in tutta Europa. Fornisce; È molto popolare con i suoi tipi di prodotto come lastre, pannelli, lastre. È anche il produttore del prodotto lana di roccia, che molti si meravigliano. Con questo prodotto è possibile soddisfare molte esigenze dal settore edile e delle costruzioni alla decorazione della casa. Questa azienda, che è riuscita a superare molti grossi problemi grazie alla produzione di lana di roccia a caldo, è una delle aziende più antiche d'Europa. Un'altra domanda nella mente di molte persone è stata lana di roccia prezzo. WARM continua a fornire ai propri clienti prodotti della migliore qualità a prezzi estremamente convenienti e a soddisfare i propri clienti a pieno ritmo.
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arcobalengo · 1 year ago
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🗞️ ANSA: "Negli ultimi due anni 722 tra le più grandi imprese del mondo hanno realizzato quasi mille miliardi di extra-profitti all'anno".
Mentre si fatica a pagare le bollette, il carrello della spesa si svuota e si fa più caro, le piccole imprese chiudono e i risparmi evaporano, l'aspettativa di benessere precipita e la spesa pubblica finisce per rimpolpare nuovi ordini per Pfizer e carri Leopard in dote a Zelensky... Qualcuno intanto si strofina le mani.
👉 "45 aziende del settore energetico - segnala Euronews - hanno ottenuto in media 217 miliardi di euro all'anno di profitti inaspettati, mentre le aziende di altri settori, tra cui quello alimentare e delle bevande, quello bancario e quello farmaceutico, hanno registrato un'impennata dei guadagni."
👉 È il caso di "Google, Microsoft e Apple" ad esempio, come conferma SkyTg24. "Risultati economici ancora alle stelle: 57 miliardi di profitti".
👉 Scrive invece il Fatto che "L’italiana Leonardo, la francese Thales e la tedesca Hensoldt hanno registrato un più 50%, mentre Bae Systems un più 30%". Introiti enormi anche per le americane Lockheed Martin, Boeing e Raytheon, che il mese scorso sfilavano spensierate in piazza alle parate del Pride.
Per dirla alla Pippo ("è strano come una discesa, vista dal basso, somigli tanto a una salita"): le emergenze, le crisi e i sacrifici di qualcuno sono opportunità golose per qualcun'altro, e in questo caso sono veri e propri trasferimenti fiscali.
⚠️ I ceti medi e bassi vengono impoveriti, divenendo nuovo amalgama precario e ricattabile, mentre la super-classe finanziaria consolida il primato e indirizza e guida governi e parlamenti a proprio vantaggio.
Un vantaggio che, vale la pena rifletterci su, non può essere misurato solo in termini di sperequazione delle risorse e di finanze accumulate, ma anche di potere, di esercizio del potere, di potere trasformativo sulla società e di controllo della stessa.
https://t.me/canalemiracolomilano
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virginialunare · 2 years ago
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Fine anno del real estate all'insegna delle Smart Cities
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La stagione degli eventi di settore volge al termine e lo fa con la presentazione del Rapporto sulle Nuove Periferie Lombarde realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con il gruppo Unipol e in particolare con la società dedicata al tema della rigenerazione urbana Urban Up.
Mercoledì 15 dicembre nella cornice natalizia dell’Hotel Principe di Savoia a Milano, si è festeggiato il fine anno delle ricerche del real estate come di consuetudine con il tema delle Future Cities.
Un tema, quello della città, che è andato a sovrastare quello della competizione tra nazioni e che deve essere inteso al di là dei confini amministrativi delle singole città ed essere esteso ad un sistema di centri urbani collegati ed interconnessi.
In questo scenario la Lombardia è regione che nel corso degli ultimi otto anni ha fatto della rigenerazione e della riqualificazione urbana il cardine del proprio paradigma del real estate. Un periodo relativamente breve se letto con la lente di ingrandimento di questo settore dove le tempistiche sono drammaticamente più dilatate.
L’approccio, come molte volte è stato sottolineato, deve necessariamente prendere forma dall’incastro perfetto di tutte le componenti che caratterizzano la realizzazione di un’infrastruttura immobiliare: dalla sua progettazione fino alla commercializzazione degli spazi. Proprio in questi due capi del processo realizzativo si può nascondere uno dei maggiori rischi di insuccesso, ovvero nel rischio paventato della “cattedrale nel deserto”. Ogni singola opera di rigenerazione urbana, sia anche basata su di un “format”, deve essere necessariamente adattata alla realtà del contesto in cui si inserisce adattandosi come un ambito su misura nel panorama socio-economico di riferimento.
Studio degli aspetti sociali ed economici, del grado di attrattività della location e grado di infrastrutturazione in senso ampio della location rappresentano i punti da cui da partire per immaginare un processo ideale di rigenerazione urbana. A ciò va, inevitabilmente ad aggiungersi, la necessità di dare vita ad un progetto che consenta una flessibilità dell’utilizzo degli spazi.
Come sottolineato poco sopra, il grado di attrattività delle aree dove insistono le aree dismesse tradizionalmente oggetto delle operazioni di rigenerazione urbana rappresenta un driver fondamentale per il successo delle operazioni. E�� indubbio che la vicinanza con centri di eccellenza e buoni collegamenti infrastrutturali possono consentire anche a realtà non prettamente centrali di rappresentare una location ideale per risiedere anche da parte di studenti o giovani professionisti che non potrebbero sostenere il costo di un affitto in centri urbani più cari o semplicemente preferiscono contesti con caratteristiche diverse da quelli della grande città.
Inoltre, anche se la destinazione residenziale sembra rappresentare la naturale destinazione per molti interventi di rigenerazione urbana, in molti casi si assiste ad un mix funzionale che comprende oltre al retail anche l’asset class ricettiva, il direzionale e il coworking e anche tutte le altre tipologie di infrastrutture immobiliari in grado di attrarre persone, minimizzando quindi il rischio del sorgere di quartieri dormitorio tipici delle periferie del secolo scorso.
Dal punto di vista dei numeri, secondo quanto rilevato da Scenari Immobiliari, la rigenerazione urbana sul territorio lombardo nel periodo 2023-2035, per le operazioni censite potrebbe avere un impatto sul mercato immobiliare lombardo di circa 224 miliardi di valore aggiunto a cui fanno eco risvolti che devono essere letti attraverso la lente del paradigma della sostenibilità. In primis, la rigenerazione urbana che oltre rappresentare un consistente risparmio di suolo anche grazie all’evoluzione delle tecniche costruttive, mira ad un efficientamento dal punto di vista ambientale ed energetico. La rinascita di nuove centralità può rappresentare un driver per la sopravvivenza di centri più periferici e soprattutto nel caso di realizzazione di sviluppi residenziali a costo calmierati andare a rispondere ad una domanda crescente e che non sempre trova risposta. Dal punto di vista della Governance, invece, la collaborazione virtuosa tra i diversi attori può portare ad una nuova ridefinizione del rapporto pubblico privato indispensabile per la messa a terra di molteplici interventi.
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toscanoirriverente · 2 years ago
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Il Superbonus riduce di pochissimo le emissioni di CO2 e aumenta di molto quelle di debito
Il bonus edilizio del 110 per cento ha fatto ridurre i consumi energetici appena dello 0,5% e ha fatto aumentare i costi di 37,8 miliardi di euro oltre il previsto. Un fallimento totale, sia finanziario sia ambientale
Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il Superbonus va “rivisto in modo selettivo” perché “non è equo destinare una così ingente massa di risorse a una limitatissima fetta di cittadini”. Dopo tre anni, è il caso di fare un bilancio complessivo di questo bonus edilizio, anche rispetto alla sua efficacia come politica ambientale. Lo scopo della misura è promuovere investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Un obiettivo cruciale, che però è fallito: a fronte di una spesa colossale, il Superbonus ha consentito la riduzione dei consumi solo per pochi decimi di punto.
Secondo la relazione sulla Situazione energetica nazionale 2021, pubblicata dal Mite, i consumi finali di energia sono circa 103 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep). Di questi, circa 30 Mtep sono per gli usi residenziali. L’efficienza energetica negli edifici costituisce, dunque, un formidabile volano di risparmio economico, riduzione degli impatti ambientali e rafforzamento della sicurezza energetica. Infatti, il Piano nazionale integrato energia e clima del dicembre 2019 delega proprio alla riduzione dei consumi domestici (e all’elettrificazione di quelli residui) gran parte dello sforzo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030: da qui alla fine del decennio è prevista una riduzione complessiva dei consumi pari a circa 9 Mtep, di cui 3,3 dal comparto residenziale. Visto che nel frattempo il target di riduzione delle emissioni è aumentato dal 40 al 55%, lo sforzo dovrà essere ancora maggiore. Ci sono, insomma, ottime ragioni per specifiche politiche di incentivo e supporto. La domanda è: il Superbonus 110% ha funzionato?
I dati sono pochi e frammentari, ma una mole crescente di studi sta mettendo seriamente in dubbio l’efficacia della misura bandiera del governo Conte II. Da ultimo, la Relazione sullo stato della green economy della Fondazione per lo sviluppo sostenibile presentata nei giorni scorsi a Ecomondo. “Purtroppo l’impatto del Superbonus sui consumi energetici, a fronte di investimenti molto importanti, è stato in realtà molto limitato – si legge nella relazione – complessivamente sono stati risparmiati meno di 200.000 tep al 31 dicembre 2021, meno dello 0,5% del consumo energetico del settore”. Si tratta di un’ammissione importante, anche per la fonte da cui proviene: Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, è stato un supporter della misura.
D’altronde, questa stima non fa che confermarne altre circolate in precedenza. Un lavoro sui costi e benefici della transizione energetica nel Pnrr italiano di Matteo Alpino, Luca Citino e Federica Zeni per la Banca d’Italia esprime un giudizio netto: “Il Superbonus non è uno strumento economicamente efficiente per contrastare il cambiamento climatico”. Un altro lavoro, pubblicato da uno di noi assieme a Carlo Amenta sulla rivista “Energia”, ha stimato il costo implicito di abbattimento della CO2 attraverso gli investimenti finanziati col Superbonus (ma non necessariamente causati da esso) in 170-210 euro/tonnellata, contro un livello attuale attorno ai 70 euro e una media storica inferiore ai 20 euro.
Il disegno del Superbonus soffre di tre problemi enormi, che dovrebbero essere curati. Il primo è l’entità del beneficio: un’aliquota del 110% non ha pari nel mondo. Tutti gli stati dell’Unione europea dispongono di incentivi analoghi ma raramente superano il 50%. Al limite, sono previsti vantaggi addizionali per i soggetti a basso reddito: proprio l’assenza di qualunque legame col reddito o, meglio ancora, con l’Isee è il secondo limite del Superbonus. Non sorprendentemente, ha effetti pesantemente regressivi, certificati dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Il terzo difetto è la sua breve durata: inizialmente introdotto per pochi mesi in una logica post pandemica, è stato successivamente prorogato di anno in anno. Ma gli interventi incentivati spesso richiedono tempo per convincere i condomini e selezionare le imprese.
Di conseguenza, sarebbe stato meglio un’aliquota più bassa (magari con una garanzia pubblica sui finanziamenti bancari per i meno abbienti) in vigore per un arco temporale più lungo (3-5 anni). Il trade off tra lunghezza e generosità è stato risolto da Giuseppe Conte (e mantenuto in seguito, nonostante la contrarietà di Mario Draghi) interamente a favore della seconda. Ciò ha prodotto una misura del tutto squilibrata, che ha scatenato una bolla (anche occupazionale) e contribuito all’aumento dei prezzi, al netto delle truffe. E che, soprattutto, oggi costituisce una zavorra enorme per le finanze pubbliche. Sempre in audizione, il ministro Giorgetti ha detto che il bonus edilizio sta costando molto più del previsto: “L’incremento, rilevato sulla base delle informazioni aggiornate al 1° settembre, segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi di euro sull’intero periodo di previsione”. In particolare, per gli anni 2023-2026, si prevede un “peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno”.
Secondo i dati Enea, al 31 ottobre 2022 il costo per le detrazioni ammesse è pari a 60,5 miliardi di euro. Oltre 3 punti di pil. Praticamente tanto quanto è stato speso nell’ultimo anno e mezzo per far fronte alla peggiore crisi energetica dagli choc petroliferi degli anni Settanta e senza risolvere alcun problema, anzi aggravandone alcuni. Si sono ridotte pochissimo le emissioni di CO2, ma sono aumentate molto le emissioni di debito pubblico.
https://www.ilfoglio.it/economia/2022/11/10/news/il-superbonus-riduce-di-pochissimo-le-emissioni-di-co2-e-aumenta-di-molto-quelle-di-debito-4642055/amp/
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studiorisorse · 8 days ago
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FONDIMPRESA: Avviso n. 5/2024 “Formazione a sostegno della Green Transition e della Circular Economy nelle imprese aderenti”
Obiettivo:
L’Avviso finanzia Piani formativi, condivisi tra le parti sociali riconducibili a Fondimpresa, rivolti alla formazione dei lavoratori delle aziende aderenti al Fondo che stanno realizzando un progetto o un intervento di Trasformazione Green o di Economia circolare.
Ambito di riferimento:
Il piano formativo finanziato deve avere ad oggetto esclusivamente i seguenti ambiti:
Progetti o interventi di Trasformazione Green nelle imprese aderenti che riguardano l’introduzione di nuove strategie, prodotti e/o processi o un notevole miglioramento di quelli già esistenti, e che richiedono, in una o più fasi della realizzazione, la formazione del personale interessato.
Progetti o interventi di Economia Circolare nelle imprese aderenti che riguardano l’introduzione di nuove strategie, prodotti e/o processi o un notevole miglioramento di quelli già esistenti, e che richiedono, in una o più fasi della realizzazione, la formazione del personale interessato.
Ciascun Piano formativo può interessare un solo Ambito o in relazione all’Ambito A, una sola Macroarea o solamente l’Iniziativa Aziendali di cui all’art. 7.
Il Piano deve essere condiviso, prima della sua presentazione, con un accordo sottoscritto da organizzazioni di rappresentanza riconducibili ai soci di Fondimpresa, a livello aziendale, territoriale e/o di categoria (settore), nel rispetto di quanto previsto nell’Avviso e nel “Protocollo d’Intesa - Criteri e modalità per la condivisione, tra le parti sociali, dei piani formativi” sottoscritto da Confindustria, CGIL, CISL e UIL il 22 novembre 2017, pubblicato sul sito web www.fondimpresa.it.
Con riguardo all’Ambito A, in linea con la Comunicazione COM (2011) 363 del 20 giugno 2011 secondo cui la Green Economy si configura come “Un’economia che genera crescita, crea posti di lavoro ed elimina la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta” e sulla base delle politiche di crescita e sviluppo delineate dalle istituzioni europee nell’ambito del New Green Deal, il Piano, può riguardare la formazione dei lavoratori delle imprese aderenti coinvolte nelle seguenti tematiche:
Tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici (es. interventi a tutela della biodiversità sui terreni agricoli, interventi di riduzione dell’uso dei pesticidi, interventi per un uso efficiente della risorsa idrica, interventi di rigenerazione del suolo, di ripristino delle foreste e delle zone umide, ecc.)
Perseguimento della decarbonizzazione (es. interventi a sostegno dell’efficientamento energetico dei processi industriali e degli edifici, impiego di mezzi/tecnologie a riduzione delle emissioni di CO2, etc)
Riduzione dell’inquinamento (es. utilizzo di “clean tecnologies��� nei processi produttivi, adozione di soluzioni “end of pipe”, sviluppo di nuove soluzioni per la riduzione delle emissioni inquinanti etc.)
Digitalizzazione green (adozione di sistemi di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e idrico, adozione di soluzioni connesse alle tecnologie IoT per la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi gestionali).
I progetti di Trasformazione Green, con riguardo alle aree delineate, possono riguardare soluzioni di processo, di prodotto, organizzative e legate a software gestionali; il Piano formativo può realizzarsi a livello aziendale o interaziendale, nel rispetto dei requisiti e delle condizioni previste dall’Avviso, con particolare riferimento all’ambito, ai lavoratori destinatari e alla tipologia di azienda/e di appartenenze e deve assicurare logiche unitarie di sviluppo.
Con riguardo all’Ambito B, in virtù della definizione di Economia circolare data dall’Europa, intesa come “un modello di produzione e consumo che implica, condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile” e sulla base della disciplina di riferimento contenuta nel Primo Piano di Azione dell’Economia Circolare – COM (2015) 614 final – e nel Nuovo Piano d’Azione dell’Economia Circolare – COM (2020) 98 final, nonché nella letteratura scientifica di settore, il Piano, in relazione a tale ambito, può riguardare la formazione dei lavoratori delle imprese aderenti coinvolte nell’adozione/ricerca/sviluppo di soluzioni di Economia Circolare, che, nello specifico, dovranno essere riferite a diverse fasi dell’Economia Circolare, secondo un approccio che valorizzi l’intero ciclo di vita dei processi e/o dei prodotti in un’ottica di filiera integrata. Tali fasi si traducono nelle seguenti aree tematiche:
Approvvigionamento di materie prime (interventi per l’impiego di materie prime provenienti da fonti sostenibili e rinnovabili, azioni volte allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale, ecc.)
Progettazione (sviluppo di soluzioni di eco-design, sviluppo di soluzioni basate su un approccio di dematerializzazione)
Produzione (es. interventi per la riduzione del consumo di risorse nel processo produttivo, interventi per la riduzione dell’uso di sostanze chimiche nel processo produttivo, interventi per la riduzione della produzione dei rifiuti derivanti dalla produzione, soluzioni “sharing economy”, ecc.)
Distribuzione/logistica (interventi per la riduzione dei tragitti, impiego di mezzi e tecnologie per la riduzione dei consumi e la gestione efficienti dei siti dedicati alle attività logistiche, sviluppo di soluzioni nell’ambito della “reverse logistic”, ecc.)
Consumo/vendita (sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “on demand”, sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “product as a service”, sviluppo di programmi e servizi di coinvolgimento del consumatore relativamente all’estensione della vita o alla gestione dl fine vita del prodotto venduto, ecc.)
Raccolta (interventi per il miglioramento delle operazioni di raccolta e deposito dei rifiuti aziendali, ecc)
Recupero/riciclo (interventi volti a favorire il recupero e il riciclo dei rifiuti aziendali, volti allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale, ecc.)
I progetti di Economia Circolare possono riguardare soluzioni di processo, di prodotto, organizzative, legate a software gestionali o a nuovi modelli di business; il Piano può realizzarsi o a livello aziendale o interaziendale, secondo una logica che valorizzi e privilegi interventi di filiera integrata…. E’ consentita la partecipazione al Piano di aziende coinvolte nel medesimo progetto di economia circolare in virtù dell’appartenenza alla stessa filiera integrata.  L’Ambito B è destinato esclusivamente a Piani formativi, con la partecipazione di almeno 60 lavoratori posti in formazione.
Nel Piano sono ammesse azioni formative di livello avanzato o specialistico, mentre le azioni formative a livello di base sono consentite solo se strettamente connesse al progetto/intervento di Trasformazione Green o di Economia Circolare nelle aziende beneficiarie, nel limite massimo del 20% del totale delle ore di formazione del Piano.
Ciascuna azione formativa deve prevedere da un minimo di 8 ore di durata ad un massimo di 100 ore.
Il singolo lavoratore può frequentare un massimo di 100 ore di formazione, in una o più azioni formative.
Le modalità formative del piano possono privilegiare, senza limiti parametrici, l’utilizzo di metodologie flessibili e personalizzate tipiche della formazione/intervento (action learning, coaching, affiancamento, training on the job), fermo restando che non possono essere finanziate le ore di formazione durante le quali il partecipante svolge attività produttive. Le azioni formative in aula, seminari, action learning e coaching possono essere erogate in tutto o in parte attraverso lo strumento FAD sincrona.
Destinatari
Sono destinatari dei Piani formativi i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti, per i quali viene versato all’INPS il contributo integrativo dello 0,30% sulle retribuzioni destinato a Fondimpresa, occupati in imprese aderenti che stanno realizzando un progetto/intervento di Trasformazione Green o di Economia Circolare.
Prima della presentazione del Piano le suddette aziende devono:
- aver aderito a Fondimpresa ed essere già in possesso delle credenziali di accesso all’area riservata (Area Associati) del sito web del Fondo prima della presentazione della dichiarazione di partecipazione al Piano. La registrazione per l’accesso è possibile solo dopo che l’adesione dell’azienda interessata è stata accettata dall’INPS e regolarmente trasmessa dall’Istituto a Fondimpresa;
- aver rilasciato la dichiarazione di partecipazione al Piano allegata alla domanda di finanziamento presentata con le modalità previste nelle “Istruzioni per la dichiarazione di partecipazione al Piano formativo da parte di imprese aderenti” (Allegato n. 8 dell’Avviso).
Sono compresi tra i destinatari anche i lavoratori posti in cassa integrazione guadagni o con contratti di solidarietà, a condizione che vi sia una finalità di reinserimento, specificata nell’accordo di condivisione.
Nell’ambito dell’Avviso, in relazione alla medesima matricola INPS l’impresa aderente può essere beneficiaria della formazione unicamente in un Piano formativo, salvo il caso in cui il Piano sia stato dichiarato non ammissibile, non idoneo o sia stato escluso.
Il Piano deve sempre prevedere la partecipazione:
- in relazione all’Ambito A e alle Macro Aree NORD, CENTRO, SUD e ISOLE e ad iniziativa aziendale, di almeno 15 dipendenti in possesso dei requisiti richiesti dall’Avviso.
- in relazione all’Ambito B, di almeno 60 (sessanta) dipendenti in possesso dei requisiti richiesti dall’Avviso.
Termini e modalità di presentazione della domanda di finanziamento
Il Piano formativo può essere presentato in qualsiasi momento nei periodi di seguito indicati, esclusivamente tramite posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]:  a partire dalle ore 9.00 del 12 novembre 2024 fino alle ore 13.00 del 04 febbraio 2025.
Per informazioni rivolgersi a Studio Risorse S.r.l., inviando una e-mail a [email protected].
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metabolizzare01 · 14 days ago
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Scopri Gli Integratori per Avere Più Energia
In un mondo sempre più frenetico, molti di noi si trovano a lottare contro la fatica e la mancanza di energia. Se ti senti stanco e hai bisogno di un boost energetico, gli integratori per avere più energia possono essere la soluzione ideale. Ma quali sono i migliori integratori disponibili e come possono aiutarti a ritrovare la vitalità? Scopriamolo insieme.
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Cosa Sono gli Integratori Energetici?
Gli integratori per avere più energia sono formulazioni specifiche progettate per supportare e aumentare i livelli di energia nel corpo. Possono includere una varietà di ingredienti, come vitamine, minerali, erbe e aminoacidi, tutti pensati per combattere la stanchezza e migliorare le prestazioni fisiche e mentali.
Perché Considerare gli Integratori Energetici?
La vita quotidiana può essere impegnativa, e le richieste lavorative, familiari e sociali possono portare a sentirsi esausti. Gli integratori energetici possono aiutarti a:
Combattere la Fatica: Molti integratori sono formulati per ridurre la sensazione di stanchezza, aiutandoti a sentirti più vigore e pronto ad affrontare la giornata.
Migliorare la Concentrazione: Alcuni ingredienti, come la caffeina e il ginseng, possono potenziare la tua capacità di concentrazione e produttività.
Supportare la Resistenza: Se sei un atleta o ami mantenerti attivo, gli integratori possono migliorare la tua resistenza e le tue prestazioni fisiche.
Quali Ingredienti Cercare?
Quando si sceglie un integratore per avere più energia, è fondamentale prestare attenzione agli ingredienti. Ecco alcuni dei più efficaci:
Caffeina: Un noto stimolante che aumenta i livelli di energia e migliora le prestazioni cognitive. La caffeina è spesso usata per affrontare la stanchezza e migliorare la vigilanza.
Ginseng: Utilizzato da secoli nella medicina tradizionale, il ginseng è conosciuto per le sue proprietà energizzanti e adattogene. Aiuta a ridurre la fatica e a migliorare il benessere generale.
Vitamine del Gruppo B: Queste vitamine sono essenziali per il metabolismo energetico, aiutando il corpo a convertire il cibo in energia.
Creatina: Spesso utilizzata dagli sportivi, la creatina fornisce energia rapida ai muscoli, migliorando la forza e la resistenza.
Come Scegliere il Giusto Integratore?
Quando si tratta di scegliere un integratore energetico, considera i seguenti fattori:
Obiettivi Personali: Chiediti cosa desideri ottenere. Hai bisogno di più energia per la tua vita quotidiana o per migliorare le prestazioni sportive?
Composizione del Prodotto: Controlla gli ingredienti e cerca prodotti di alta qualità, privi di additivi artificiali e sostanze chimiche nocive.
Recensioni e Raccomandazioni: Leggi le recensioni online e chiedi consiglio a professionisti del settore. Le esperienze di altri possono fornire informazioni preziose.
Consultazione Medica: Prima di iniziare a prendere un nuovo integratore, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista, soprattutto se hai condizioni di salute preesistenti.
Conclusione
In un mondo che richiede sempre di più da noi, trovare modi per mantenere alta l'energia è fondamentale. Gli integratori per avere più energia possono offrirti il supporto di cui hai bisogno per affrontare la giornata con entusiasmo. Esplora le opzioni disponibili e scopri come migliorare il tuo benessere e la tua vitalità. Non lasciare che la stanchezza ti fermi: investi nella tua energia oggi stesso!
Visitaci :- www.metabolizzare.it/product/my-energy
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agrpress-blog · 26 days ago
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Italia e Ucraina unite per la pace: il Presidente Volodymyr Zelensky in visita a Roma Oggi a Roma il Presidente ucraino Volod... #ucraina #UkraineRecoveryConference #volodymyrzelensky https://agrpress.it/italia-e-ucraina-unite-per-la-pace-il-presidente-volodymyr-zelensky-in-visita-a-roma/?feed_id=7330&_unique_id=6709561c4895f
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pier-carlo-universe · 20 days ago
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Il Buonsenso ha Vinto: Vannia Gava Sostiene l'Energia Nucleare per la Decarbonizzazione
Il Vice Ministro all'Ambiente spinge per tecnologie innovative nella lotta al cambiamento climatico
Il Vice Ministro all’Ambiente spinge per tecnologie innovative nella lotta al cambiamento climatico Il Vice Ministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha espresso il suo sostegno all’energia nucleare come elemento cruciale per la decarbonizzazione del sistema energetico italiano, in seguito all’esito dei lavori del Consiglio Ambiente dell’UE. Gava ha evidenziato come…
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falcemartello · 1 year ago
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Triumphierender Tod: Schädel mit Lorbeerkranz und Uroboros (Triumphant Death: Skull with Laurel Wreath and Ouroboros) by Anonymous (c. 16th century)
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Le ragioni degli allarmisti.
Ma insomma, da cosa sono motivati gli allarmisti visto che si si approfondisce bene la scienza ci dice che non c’è nessun motivo di preoccupazione per il futuro del pianeta?
Perché hanno questa agenda che vede al primo posto l’eliminazione dei fossili quando abbiamo visto che negli ultimi 16 anni tutti gli sforzi e i miliardi spesi non hanno prodotto nessun risultato utile sulla riduzione della CO2?
(Vedi QUI)
https://twitter.com/fortnardelli/status/1660316504804425728?s=20
R. Lindzen risponde così: “ Sin dal tempo della prima Giornata della Terra, il movimento ambientalista ha capito che il settore energetico, la ragione del nostro tenore di vita e del nostro benessere in occidente, è fondamentale e deve essere tenuta sotto controllo.
Ho spesso sentito dire che la specie umana ha un impulso totalitario, specialmente dopo la rivoluzione industriale con il crescente potere dell’uomo sul mondo. Fenomeni come comunismo, fascismo e nazismo hanno esaurito la loro spinta storica.
Oggi, come modalità di controllo delle persone, sembra esserci rimasto l’ambientalismo. Un risultato di questa operazione è che ci saranno un po’ di persone che guadagneranno miliardi, sfruttando adeguatamente la spinta ecologista.
Il secondo risultato sarà molto dannoso per tutto il resto della società. Non ci sarà più energia a buon mercato, il che impoverirà la parte più debole dei cittadini, e avrai concentrato immense quantità di potere in poche mani”.
(Fortunato Nardelli)
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mezzopieno-news · 1 month ago
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ITALIA, AUMENTO RECORD DI FONTI RINNOVABILI (+25%) E CALO D’EMISSIONI (-6%)
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I dati relativi al primo semestre 2024 segnano un forte avanzamento delle fonti rinnovabili in Italia, con una crescita del 25% ed una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 (-6% contro -4% dell’Eurozona). L’analisi rileva il minimo storico per il contributo delle fonti fossili (38%) nella produzione di energia elettrica (10 punti percentuali in meno rispetto al semestre precedente).
Il miglioramento del mix energetico è stato spinto dal rimbalzo dell’idroelettrica (+65% dai minimi storici del 2022-’23), mentre nuovi importanti cali hanno riguardato l’utilizzo del carbone (-60% dopo il -30% del 2023), ormai ridotto ai minimi termini, e il gas naturale (-5%). In aumento marginale i consumi di petrolio. Il calo dei combustibili fossili è soprattutto concentrato nel settore elettrico (-32%), grazie al notevole incremento della quota delle fonti di energia rinnovabile nella generazione di elettricità, salita nel semestre al 44% della richiesta, il nuovo massimo storico.
In Europa un crollo della domanda di carbone nel semestre è stato del 24% mentre quello di gas naturale del 4%. I dati raccolti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, indicano che l’indice composito ISPreD (Indice Sicurezza energetica, Prezzi dell’energia e competitività, Decarbonizzazione) che sintetizza lo stato della transizione energetica italiana, risulta in miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+10%). Rispetto al secondo trimestre 2023 l’ISPreD risulta in leggero miglioramento nelle dimensioni decarbonizzazione e prezzi dell’energia e competitività e in miglioramento più consistente nella dimensione della sicurezza energetica.
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Fonte: ENEA; foto di Rawpixel
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susieporta · 1 month ago
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IL PARADOSSO DEI PARADOSSI
Ho ascoltato per 15 anni centinaia di persone.
Mi hanno ispirato, insegnato, aperto la mente, grazie a loro ho compreso aspetti di me altrimenti incomprensibili, ho compreso sfaccettature dell’esistenza sottili e invisibili.
Oggi ve ne narro uno che chiamo “il paradosso dei paradossi”.
Una persona avvia una professione o intraprende una determinata strada lavorativa.
Sa che non è la sua.
Nel profondo lo sente.
Sente una nota stonata, sente che l’ingranaggio scricchiola continuamente, ma persiste.
Molte persone confondono la resilienza col persistere: diciamolo apertamente che resistere e persistere non significa essere resilienti, ed esserlo significa saper attivare le giuste risorse per affrontare una determinata situazione.
Ma torniamo al paradosso.
Una persona incastrata ad esempio in un lavoro sbagliato (per quella persona ovviamente) spende sempre più energie per far funzionare il baraccone che ha messo su.
Magari ci ha pure studiato anni, ci ha investito denaro, energie, eppure non funziona.
E come vediamo che un lavoro non funziona?
Potrei stilare una lunga lista amici miei, ma amo la sintesi quindi:
-somatizzazioni di vario tipo
le più frequenti: _ mal di testa
_gastrite
_ colite
-ansia generalizzata
-età dimostrata circa 15 anni in più
-corpo ingessato
-sguardo spento
Oltre questi sintomi psico fisici, vediamo che la persona arranca, si affanna e non ottiene mai il giusto compenso per lo sforzo impresso nella realtà materica.
Ma ancora più interessante, le persone che sono davvero realizzate nel suo stesso lavoro o nel suo settore, non lo considerano, lo snobbano, insomma il suo campo energetico è talmente incoerente con la sua essenza che la persona non è minimamente attrattiva.
Ecco: alcuni rimangono bloccati così per tutta un’intera vita e non c’è verso di fargli capire che questa cieca ostinazione non li ripagherà mai il dovuto.
Il bello è questo: basta un piccolo cambiamento che li avvicini un po’di più alla loro essenza e subito le cose iniziano a cambiare.
Conosco una ragazza, la chiameró Sonia, che inizió cambiando il nome del suo centro estetico.
Solo il nome, cambió qualcosa in lei, si sentì più pimpante, generosa e aperta e così inzió a ricevere tantissime richieste da nuovi clienti, mentre prima doveva letteralmente elemosinare di continuo a destra e manca di mandargli qualche amica a farsi fare trattamenti da lei.
In seguito investì i nuovi guadagni per fare dei nuovi corsi con tematiche più vicine al suo sentire che non riguardavano solo l’aspetto estetico ma anche aspetti “sottili” del benessere.
Poco dopo inizió collaborazioni importanti con esperti del settore che prima seguiva su YouTube venerandoli e anche un po’ rosicando, dicendosi che avrebbe tanto desiderato fare anche lei quella vita.
Ed eccola lì.
Il paradosso dei paradossi è proprio questo ed è sorprendente e facilissimo: basta fare un passo verso se stessi, fino a strotolarsi e sciogliere la corazza del condizionamento, per attirare tutto ció che servirà alla propria evoluzione (e anche qualcosina in più, ve lo assicuro), quel passo inizierà a farvi brillare di un’altra luce ma soprattutto vi porterà a vibrare in modo più coerente, meno confuso, più cristallino.
Ogni volta che sono coerente col mio sentire profondo, lo sforzo che faccio per realizzare qualcosa è quasi zero.
E questo è uno dei molti motivi per cui il mio metodo si chiama Zero.
Ma a parte questo, provate, provate con un passo, per arrivare a percorrere tutta la strada che vi separa da voi stessi, e lungo la strada oltre a ritrovare i vostri veri talenti, i vostri veri amici, ritroverete la parte più autentica di voi.
Buon viaggio osatori
ClaudiaCrispolti
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arcobalengo · 1 year ago
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unknown
Una serie di dichiarazioni odierne di Vladimir Putin: "I soldati ucraini non vogliono salire sui carri armati occidentali, perché sanno che sono un obiettivo prioritario per i nostri uomini;
- Le nuove armi fornite a Kiev non influiscono in modo sostanziale sulla situazione nella zona di combattimento;
- i Paesi occidentali hanno trascurato i principi fondamentali dello sviluppo energetico e non hanno prestato la dovuta attenzione agli investimenti nel settore del petrolio e del gas;
- nella lotta contro la pandemia, l'Occidente ha iniziato a rastrellare tutto il cibo per i propri paesi, poi è iniziato l'operazione militare speciale e loro hanno incolpato la Russia per la crisi alimentare;
- “Anche le sanzioni hanno esacerbato la situazione di crisi alimentare, ma non siamo noi colpevoli di questo";
- Solo il 3% del grano esportato dall'Ucraina è andato ai Paesi poveri, il resto a Stati ben nutriti.
Lettera da Mosca
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innovabilita · 1 month ago
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IcT Solution Day 2024 è il valore della business intelligence
Il settore IICT (Industrial Information and Communication Technologies) sta affrontando il periodo più disruptive per l’avvento delle tecnologie basate su una nuova dimensione del tempo e dello spazio e del calcolo energetico: la quantum era. Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione (linee di comunicazione cablate e senza fili), i computer, le tecnologie audio-video e…
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