#crisi aziendale
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Lega di Alessandria Chiede Chiarezza sul Gruppo AMAG: "Il Sindaco Abonante Spieghi Cosa Sta Succedendo"
Dopo le recenti dimissioni e le tensioni con i sindacati, la Lega sollecita trasparenza sulla situazione attuale del Gruppo AMAG.
Dopo le recenti dimissioni e le tensioni con i sindacati, la Lega sollecita trasparenza sulla situazione attuale del Gruppo AMAG. La Lega di Alessandria ha chiesto al sindaco Giorgio Abonante di fornire immediati chiarimenti riguardo alla situazione nel Gruppo AMAG, a seguito delle dimissioni di Melania Monaco, consigliera del CDA. Le dimissioni della Monaco si aggiungono a quelle di Maria…
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𝐈 𝐍𝐔𝐎𝐕𝐈 𝐀𝐃𝐄𝐆𝐔𝐀𝐓𝐈 𝐀𝐒𝐒𝐄𝐓𝐓𝐈 𝐄 𝐋𝐀 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐈 𝐃𝐈 𝐈𝐌𝐏𝐑𝐄𝐒𝐀
Con il nuovo 𝐶𝑜𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑟𝑖𝑠𝑖 ... ▽▽▽
tutti gli amministratori che non si saranno dotati di 𝐚𝐝𝐞𝐠𝐮𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢, amministrativi e contabili, capaci di intercettare in tempo utile le avvisaglie delle eventuali crisi dell’impresa e la perdita della continuità aziendale, sono tenuti a rispondere anche con il 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 in caso di insolvenza.
Questo significa che OGNI IMPRENDITORE dovrà dedicare molta più attenzione all’organizzazione della propria azienda.
Per conoscere meglio le procedure da adottare, è possibile contattarmi al 338-8604442 oppure inviare una mail a [email protected]
#adeguatiassetti#pianificazione#controllo di gestione#cambiamento#pmi#continuità aziendale#gestione aziendale
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ASSUMERE I 60ENNI: L’AZIENDA CHE RILANCIA L’ESPERIENZA
Assumere solo over 60. La Brazzale, la più antica realtà lattiero casearia italiana, ha fatto una scelta radicale per lo sviluppo della sua azienda di Zanè, piccolo comune sull’Altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza.
L’azienda ha deciso di ingrandirsi creando una nuova branca con una start up e lo ha fatto inserendo solo persone veterane, che avevano perso il loro lavoro a causa della crisi dell’oro di Vicenza o del settore edilizio, difficilmente reinseribili nel mondo aziendale; tutti provenienti da altri settori rispetto a quello alimentare in cui opera l’impresa. Per lanciare il nuovo mercato dei burri speciali l’imprenditore veneto Roberto Brazzale ha contattato gli ex compagni di scuola e gli amici: “Questo ramo si occupa della vendita dei nostri prodotti di alta gamma a ristoranti, pasticcerie e negozi specializzati. Avevamo in prova alcuni giovani sui trent’anni con risultati molto deludenti. Nel contempo sentivamo nostri amici di gioventù raccontare delle difficoltà nei loro settori”. “Guai a dimenticarsi di chi, pur con qualche cappello bianco, ha ancora tanto da offrire ed un’energia invidiabile” racconta.
La generazione superata dalle competenze digitali, difficilmente ricollocabile nel mondo del lavoro, sta guidando un riscatto che sta facendo scuola. “Passati i 50/55 anni, quando hai energia ed esperienza al massimo, tutto sembra remare contro… Abbiamo pensato – spiega Brazzale – di creare un ramo d’azienda qui in Italia, si chiama ‘Tentata vendita di burri speciali’. Abbiamo aperto temporary store tra Padova e Vicenza, abbiamo sperimentato i Food truck in tutta Italia… Funziona”.
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Fonte: Quotidiano Nazionale; foto di Juan Pablo Serrano Arenas
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Volkswagen in Crisi: Chiusa l'Era del Lavoro Sicuro?
De Ficchy Giovanni Cosa succede in Germania ? E’ crisi nera nel settore Wolkwagen ha dichiarato l’intenzione di ridurre il numero dei dipendenti per tenere sotto controllo i costi, e di voler in tal senso annullare un accordo aziendale che è in vigore da trent’anni e che impedirebbe licenziamenti di massa almeno fino al 2029. La casa di Wolfsburg, che guida un gruppo da cui dipendono anche…
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"Crisi elettriche", fabbrica Audi verso la chiusura e gli operai confiscano le chiavi di 200 auto
🔴�� "Crisi elettriche", fabbrica Audi verso la chiusura e gli operai confiscano le chiavi di 200 auto
I dipendenti dello stabilimento Audi in Belgio hanno reagito duramente alla crisi aziendale, confiscando le chiavi di circa 200 veicoli e bloccandone l’uscita dall’impianto fino a quando non verranno fornite garanzie concrete sul futuro della fabbrica di Bruxelles. Questa azione è arrivata in risposta all’annuncio della possibile chiusura dello stabilimento, scatenando tensioni tra i sindacati e…
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Strategie di business Adottare quella giusta
Adottare le giuste strategie di business è cruciale per la sopravvivenza e il successo di qualsiasi impresa. Ecco perché:
Allineamento con il mercato: Una strategia di business efficace aiuta l'azienda a capire e rispondere alle esigenze del mercato. Identificare le tendenze di mercato, i bisogni dei clienti e i cambiamenti nell'ambiente competitivo permette di adattare prodotti e servizi, mantenendo l'azienda rilevante.
Vantaggio competitivo: Una buona strategia permette di differenziarsi dalla concorrenza, offrendo un valore unico ai clienti. Questo vantaggio competitivo è fondamentale per attrarre e fidelizzare i clienti.
Gestione delle risorse: Le risorse aziendali, come il capitale umano, finanziario e tecnologico, devono essere allocate in modo efficiente. Una strategia ben pianificata aiuta a utilizzare al meglio queste risorse, evitando sprechi e ottimizzando i risultati.
Adattabilità e innovazione: Le imprese che adottano strategie flessibili e orientate all'innovazione sono più preparate ad affrontare cambiamenti improvvisi, come nuove tecnologie o crisi economiche. L'innovazione continua consente di mantenere un vantaggio competitivo.
Sostenibilità a lungo termine: Una strategia solida non si concentra solo sul successo immediato, ma considera anche la sostenibilità a lungo termine. Ciò significa pianificare per la crescita futura, mantenendo la stabilità finanziaria e riducendo i rischi.
Mitigazione dei rischi: Parte della strategia aziendale consiste nell'identificare i potenziali rischi e sviluppare piani per mitigarli. Questo include la gestione delle crisi, la pianificazione della successione e l'analisi delle vulnerabilità.
Focus sugli obiettivi: Una chiara strategia aiuta a mantenere l'azienda focalizzata sui suoi obiettivi principali. Questo evita dispersioni di energia e risorse su attività non essenziali, migliorando l'efficienza operativa.
In sintesi, senza una strategia ben definita, le aziende rischiano di perdere direzione, competitività e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Una gestione strategica efficace è, quindi, la chiave per evitare il fallimento e garantire una crescita sostenibile.
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#NewsPA - Dichiarazione consigliere comunale Massimo Giaconia - Crisi RAP: "Amministrazione Comunale e Governance Aziendale in Aula Consiliare per riferire al Consiglio e alla Città"
“La perdita di circa 10 milioni di euro nel bilancio 2023 della RAP purtroppo non è una novità, ma certifica l’inerzia dell’amministrazione Lagalla nell’attuare le misure necessarie per risanare l’azienda, a partire dalla ricapitalizzazione… Read More “La perdita di circa 10 milioni di euro nel bilancio 2023 della RAP purtroppo non è una novità, ma certifica l’inerzia dell’amministrazione…
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Sfiducia nel futuro: agli italiani non piace la società in cui vivono?
Un dato allarmante emerge da una recente ricerca del Censis che segna una vera e propria sfiducia verso il futuro: il 66% degli italiani non apprezza la società in cui vive. La percentuale sale addirittura al 72% tra i giovani, evidenziando un malessere diffuso soprattutto tra le nuove generazioni. Cosa c'è alla base di questo disagio? Le ragioni sono molteplici e complesse, ma alcuni fattori chiave emergono con chiarezza: - Mancanza di senso di comunità: Solo il 15% degli italiani si sente parte di una comunità solida e coesa. L'individualismo dilagante e la frammentazione sociale hanno eroso il senso di appartenenza e di solidarietà, creando un clima di solitudine e isolamento. - Precarietà lavorativa: Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da instabilità e incertezza. Il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, rimane elevato, mentre i contratti atipici e precari sono la norma. Questo scenario genera ansia e frustrazione, alimentando la sensazione di un futuro incerto. - Disuguaglianze crescenti: Il divario tra ricchi e poveri si è ampliato negli ultimi anni, creando una società spaccata in due. Le disparità economiche, sociali e di opportunità alimentano un sentimento di ingiustizia e sfiducia nelle istituzioni. - Sfiducia nella politica: La classe politica è vista come lontana dai problemi reali dei cittadini e incapace di dare risposte concrete alle loro esigenze. La corruzione, gli scandali e l'inefficienza delle istituzioni hanno portato a un discredito generalizzato della politica. - Crisi di valori: La società italiana sta attraversando una profonda crisi di valori. Il materialismo e l'individualismo hanno preso il sopravvento su principi come la solidarietà, l'altruismo e il rispetto per l'ambiente. Cosa fare? Il quadro che emerge dalla ricerca del Censis è preoccupante e richiede un'inversione di tendenza. La politica è chiamata ad attuare politiche concrete per contrastare la precarietà lavorativa, ridurre le disuguaglianze e rafforzare il welfare state. È necessario inoltre investire nella scuola e nella formazione per creare una società più coesa e inclusiva. Promuovere il senso di appartenenza a una comunità e riscoprire valori come la solidarietà e l'altruismo sono elementi chiave per costruire un futuro migliore. La disaffezione degli italiani per la società in cui vivono è un campanello d'allarme che non può essere ignorato. È necessario un impegno collettivo per rimettere al centro la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Solo attraverso un profondo cambiamento culturale e sociale sarà possibile costruire una società più giusta, equa e sostenibile. Oltre a quanto già detto, si potrebbero aggiungere alcune proposte concrete per migliorare la situazione: - Promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e sociale. - Investire in cultura e istruzione per creare una società più consapevole e critica. - Sostenere le iniziative di welfare aziendale e di terzo settore. - Contrastare la disinformazione e le fake news che alimentano la sfiducia nelle istituzioni. - Promuovere modelli di sviluppo sostenibile che tutelino l'ambiente e le future generazioni. Foto di Mohamed Hassan da Pixabay Read the full article
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Il controllo di gestione è necessario per la sopravvivenza dell'azienda
Alcune aziende fanno il controllo di gestione internamente assumendo contabili preparati, mentre altre decidono di affidare questo compito a un commercialista. La contabilità obbligatoria però non serve a soddisfare esigenze di controllo strategico della società, ma ha, più che altro, sempre avuto una valenza di controllo tecnico dei costi e ricavi finalizzato al calcolo delle imposte. Infatti, le ditte individuali e le società di persone che non raggiungono limiti di fatturato (400mila euro, per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi, e 700mila euro, per le imprese aventi per oggetto altre attività) hanno la facoltà di tenere una contabilità semplificata. La contabilità semplificata, come dice la parola, omette tutti i movimenti finanziari di credito e debito limitandosi ai movimenti economici utili al calcolo dell’imponibile fiscale Irap, Irpef e Iva. Ma nella contabilità ordinaria la situazione non è molto diversa. Sicuramente beneficia anche della registrazione delle movimentazioni finanziarie ma non ha comunque un’impostazione di controllo strategico, ma possiamo definirlo controllo basico. Le aziende, invece, oggi hanno bisogno di un controllo specifico e analitico che porta con sé peculiari indici di bilancio essenziali per il settore in cui opera l’azienda. Per esempio, se una società opera nel commercio di beni quotati (esempio: rame, riso, grano) il bilancio necessita di una valutazione anche per quantità. Perché un bilancio con un fatturato maggiore dell’anno precedente potrebbe essere frutto di un aumento del prezzo del bene più che di un aumento delle quantità vendute. Inoltre, la contabilità tradizionale accoglie elementi di costo e ricavo che non movimentano denaro. Sempre di più, infatti, le banche tendono a riclassificare i bilanci, a chiedere dettagli e a impostare una valutazione analitica che va oltre i dati ufficiali obbligatori. Oggi le aziende devono dotarsi di un sistema di controllo per anticipare le crisi e ottenere una serie di valori utili per fronteggiare difficoltà, ma anche piani di sviluppo elevati. Le norme più recenti spingono verso questa direzione. Il Codice della crisi di azienda già obbligherebbe le imprese a lavorare su modelli di controllo anti-crisi, e lo stesso vale per il modello cosiddetto della Legge 231 del 2001 che introduce modelli di controllo nelle procedure aziendali e nel sistema di rilevazione dati. Il modello 231 è valido solo per le grandi aziende e aziende di particolari settori, ma già il Codice della crisi entrato in vigore pochi anni fa riprende concetti proprio del modello 231 e li applica a tutte le imprese. Alla base della norma c’è la prevenzione della crisi aziendale e solo applicando modelli di controllo continuativo è possibile evitare o limitare questi eventi spesso irrisolvibili. Anche il Governo e le autorità europee hanno compreso come il sistema contabile tradizionale sia insufficiente a un corretto sistema di direzione aziendale. È troppo lento, crea dati aggregati e non analitici e si basa troppo su aspetti fiscali e poco su aspetti finanziari. Read the full article
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Sindacati in Allerta: Richiesto Piano Strategico per il Futuro del Gruppo AMAG di Alessandria. Preoccupazione per la gestione del Gruppo AMAG e per il destino dei dipendenti: sindacati convocati in Comune per trovare soluzioni
Le organizzazioni sindacali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, insieme alle categorie che seguono AMAG Ambiente, hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla gestione e al futuro del Gruppo AMAG di Alessandria.
Le organizzazioni sindacali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, insieme alle categorie che seguono AMAG Ambiente, hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla gestione e al futuro del Gruppo AMAG di Alessandria. Convocati il 29 ottobre 2024 nella Commissione Consiliare Bilancio del Comune di Alessandria, i sindacati hanno sollecitato l’azienda a presentare un piano strategico chiaro che…
#Alessandria today#Amag Alessandria#Amag Ambiente#azienda pubblica#bilancio aziendale#ciclo integrato idrico#Commissione Consiliare Bilancio#comune di Alessandria#contrattazione sindacale#crisi aziendale#distribuzione gas#Femca-Cisl#Filctem-Cgil#frammentazione aziendale#futuro AMAG#Gestione aziendale#Google News#incontro sindacati-sindaco#italianewsmedia.com#lavoro ad Alessandria#pianificazione industriale#piano strategico AMAG#Pier Carlo Lava#protezione del lavoro#protezione occupazionale#rilancio aziendale#Risorse umane#RSU#scorporo aziendale#servizio all’utenza
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/chiara-ferragni-scaricata-dalla-pigna.html Chiara Ferragni, scaricata dalla Pigna: Non possiamo lavorare con lei Ormai per Chiara Ferragni si può dire che iniziata una vera e propria fuga da parte dei brand che l'hanno sempre sostenuta e resa famosa. E così dopo lo scandalo del Pandoro Balocco, delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e dalle bambole Trudi, ora è stata abbandonata pure dalla bergamasca Pigna che con l'influencer aveva una collaborazione da parecchi anni e che andava particolarmente bene grazie soprattutto a una serie di quaderni, righelli, astucci e altri accessori con l'iconico simbolo dell'occhio. L'ULTIMO ADDIO La decisione della nota cartiera arriva a distanza di due mesi di vero inferno per l'imprenditrice finita prima nel mirino dell'Antitrust e poi della procura di Milano – che la indaga per truffa – e di altre procure in cui sono stati presentati vari esposti, per campagne commerciali con scopi benefici. Una decisione ponderata ma presa «nel rispetto del codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi» hanno spiegato nelle scorse ore i vertivci dell'azienda di Alzano Lombardo, paese della bergamasca. E i vertici delle Cartiere hanno già rimosso la pagina Chiara Ferragni Limited Edition dal sito istituzionale. Se infatti si va a cliccare il risultato che si avrà aprendo la pagina è «Errore 404». Pagina cancellata. Azzerata, in un attimo con un clic, dinamica che la Ferragni conosce molto bene visto che proprio grazie ai clic dei follower è arrivata al successo e alla ribalta mondiale. La collaborazione tra Pigna e le aziende che fanno riferimento a Chiara Ferragni «è stata di natura unicamente commerciale» tengono a precisare dall'azienda, «e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l'ufficio». SEMPRE MENO BRAND Tra le altre aziende che dopo i guai giudiziari hanno deciso di non avere più rapporti con Chiara Ferragni ci sono il colosso mondiale dell'occhialeria Safilo, Coca Cola che ha deciso di non utilizzare una campagna pubblicitaria realizzata con l'influencer, il marchio di biscotti Oreo prodotto dalla Mondelez International (ex Saiwa), la Perfetti con cui aveva realizzato una serie di chewing gum e Pantene, l'azienda svizzera che fa parte del gruppo Procter Gamble che con lei aveva realizzato da qualche anno una Limited Editon composta da shampoo e altri prodotti per i capelli. E se dal punto di vista imprenditoriale le cose vanno male per la Chiara nazionale, ad aumentare il carico è anche quel che sta succedendo nella vita privata. Da settimane lei e il marito Fedez non si fanno vedere quasi mai assieme sui social, pochissimi i video che pubblicano - prima della crisi erano almeno una decina quelli che quotidianamente mettevano sui social sia lei sia il consorte. Si parla di una possibile imminente separazione che potrebbe essere annunciata nel breve. Se sarà così lo scopriremo molto presto. Detto questo di vacanze o weekend i Ferragnez dall'inizio dello scandalo ne hanno viste pochissime. E mai con la famiglia al completo. È saltato il Natale, recuperato dalla Ferragni a inizio gennaio assieme ai bambini, la madre e la sorella. Per ora di partire per il Carnevale non si parla. Forse quest'anno non c'è proprio lo spirito giusto.
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Pesaro: bando per progetti dei Comuni alluvionati, un’opportunità per lo sviluppo del territorio
Pesaro: bando per progetti dei Comuni alluvionati, un’opportunità per lo sviluppo del territorio. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy stanzia 50 milioni di euro per sostenere gli investimenti produttivi nei Comuni dell’Emilia-Romagna, Marche e Toscana che hanno subito gravi danni dall’alluvione del maggio 2023. Per illustrare questa iniziativa è stato organizzato oggi a Pesaro, nella sede della Confindustria, un incontro a cui ha partecipato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Maria Antonini. Insieme con lui, dopo i saluti di Alessandra Baronciani, presidente di Confindustria Pesaro, a parlare delle finalità dell’intervento e dell’accordo di programma quadro, è stato Marco Calabrò del MIMIT, mentre Stefano Immune di Invitalia ha spiegato la struttura del bando e delle forme di sostegno alle imprese. Le aziende marchigiane che potranno beneficiare dell’intervento sono quelle ubicate a Pesaro, Fano, Gabicce Mare, Urbino, Sassocorvaro, Auditore, Monte Grimano Terme e Montelabbate. I settori coinvolti riguardano il manifatturiero, agroindustria, estrattivo, energetico, servizi alle imprese e turistico-alberghiero. Il bando assegnerà le risorse ministeriali previste dall’ex legge 181/89 per rilancio delle aree industriali colpite da crisi. “È un investimento consistente – detto l’assessore Antonini – che rappresenta un’importante opportunità per lo sviluppo del territorio. Una sfida che le imprese del territorio sapranno cogliere attraverso la presentazione di progetti che andranno a vantaggio della crescita e dell’innovazione aziendale. La Regione sta avendo un confronto assiduo con il Ministero per individuare le misure utili per il rilancio dei territori. Voglio ricordare i bandi aperti che stiamo portando avanti, tra cui quello sull’innovazione con una dotazione finanziaria di 28 mln di euro e quello sul credito. Stiamo predisponendo anche il bando sull’energia con risorse pari a 25 mln di euro. Questo intenso lavoro fa delle Marche la prima regione in Italia per la messa a terra dei finanziamenti insieme con la Lombardia e di questo sono orgoglioso”. “Ogni risorsa finanziaria che viene destinata all'economia dei territori colpiti dall'alluvione del maggio scorso – ha detto la presidente di Confindustria Pesaro, Alessandra Baronciani - rappresenta una leva per tornare a stimolare la ripresa delle attività economiche in quelle zone, che stanno rischiando di trasformarsi in isole resilienti ma senza prospettive di futuro. Dobbiamo favorire e facilitare la coesione tra aziende e cittadini, contribuendo - e queste nuove risorse sono utili all'obiettivo - a ricreare un ecosistema solido, vitale e dinamico, attraverso programmi di investimento e sviluppo capaci di salvaguardare i livelli occupazionali, finalizzati a proseguire il processo di ammodernamento ed innovazione delle imprese”. Per accedere ai benefici, non bisogna risultare danneggiati dagli eventi atmosferici ma proporre progetti finalizzati al rafforzamento competitivo e al mantenimento o alla crescita occupazionale. Le Regioni hanno già siglato l’accordo di programma con il Ministero che consente l’emanazione dell’avviso pubblico, la cui gestione sarà affidata a Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, partecipata interamente dal Ministero dell’Economia e delle finanze).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Hydrochem, Esseco pronta con altri 50 milioni per lo sviluppo
Rilevato nel 2019 lo stabilimento di Pieve Vergonte (Verbania) da un tavolo di crisi e investiti oltre 50 milioni di euro, Esseco Industrial rinnova l’impegno su Hydrochem Italia. Ha infatti candidato al contratto di sviluppo industriale di Invitalia progettualità di ricerca scientifica e sviluppo aziendale per l’azienda dell’Ossola, che produce per industrie food, feed e pharma. Con ulteriori 50…
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Aprire Società in Spagna: Una Guida Completa
L'apertura di una società in Spagna è un'opzione attraente per gli imprenditori che cercano opportunità di business in Europa. La Spagna offre un ambiente favorevole agli affari, una posizione strategica e una cultura imprenditoriale in crescita. In questa guida completa, esploreremo i passi chiave per aprire una società in Spagna e le considerazioni importanti da tenere in mente. Aprire società in Spagna
Passo 1: Scelta della Struttura Giuridica
Il primo passo cruciale è decidere la struttura giuridica della tua società. In Spagna, le opzioni più comuni includono:
Società a Responsabilità Limitata (SRL o SL): Questa è la forma più popolare per le piccole e medie imprese. Offre responsabilità limitata agli azionisti e un capitale sociale minimo richiesto.
Società per Azioni (SA): Questa struttura è più adatta per grandi imprese e offre una maggiore flessibilità nell'emissione di azioni.
Impresa Individuale: Se desideri gestire un'attività in proprio, puoi registrarti come lavoratore autonomo.
Società a Responsabilità Limitata Unipersonale (SLU): Questa è una variante dell'SL ideale per imprese con un solo azionista.
Passo 2: Nome e Registrazione
Una volta scelta la struttura giuridica, è necessario selezionare un nome unico per la tua società e verificarne la disponibilità presso il Registro Mercantil Central. Assicurati che il nome scelto sia unico e non violi i diritti di altri marchi.
Passo 3: Costituzione della Società
Per costituire ufficialmente la tua società, dovrai redigere uno statuto aziendale e firmarlo davanti a un notaio. Il notaio autenticherà il documento, e successivamente dovrai registrare la tua società presso il Registro Mercantil.
Passo 4: Ottenere un Numero di Identificazione Fiscale (NIF)
Ogni società in Spagna deve ottenere un Numero di Identificazione Fiscale (NIF). Questo numero è essenziale per tutte le transazioni commerciali e il pagamento delle tasse. Puoi richiedere un NIF presso l'ufficio locale dell'Agenzia delle Entrate spagnola (Agencia Tributaria).
Passo 5: Registrazione Fiscale
Dopo aver ottenuto il NIF, dovrai registrarti presso l'ufficio fiscale locale per ottenere un codice fiscale aziendale. Questo passaggio è fondamentale per il pagamento delle tasse e l'adempimento degli obblighi fiscali.
Passo 6: Iscrizione presso la Seguridad Social
Se intendi assumere dipendenti, dovrai iscrivere la tua azienda presso la Seguridad Social, il sistema di sicurezza sociale spagnolo. Questo passaggio è essenziale per garantire i diritti dei tuoi dipendenti e adempiere agli obblighi previdenziali.
Passo 7: Apertura di un Conto Bancario Aziendale
Per gestire le transazioni aziendali, dovrai aprire un conto bancario aziendale in una banca spagnola. Questo ti consentirà di gestire le finanze aziendali in modo efficiente.
Passo 8: Adempimento delle Normative Fiscali
La Spagna ha un sistema fiscale complesso. Assicurati di consultare un professionista fiscale o un commercialista per garantire la conformità alle leggi fiscali spagnole. Dovrai presentare dichiarazioni fiscali regolari e pagare le tasse aziendali.
Passo 9: Affari e Operazioni
Una volta che la tua azienda è registrata e operativa, puoi concentrarti sulla gestione delle attività e sulla crescita del tuo business. La Spagna offre una vasta gamma di opportunità in settori come il turismo, l'immobiliare, la tecnologia e molto altro.
Considerazioni Importanti
Prima di aprire una società in Spagna, è importante considerare alcune sfide potenziali:
Complessità Fiscale: Il sistema fiscale spagnolo può essere complicato. Una consulenza fiscale professionale è essenziale per evitare problemi.
Conoscenza Locale: La comprensione delle leggi e delle normative locali è fondamentale. La lingua spagnola può essere un fattore importante.
Concorrenza: Dipende dal settore, ma in Spagna ci può essere una forte concorrenza. Una pianificazione di business solida è cruciale.
Crisi Economica: La Spagna ha affrontato periodi di instabilità economica. È importante essere preparati a eventuali sfide economiche.
In conclusione, aprire una società in Spagna può essere un'opportunità eccitante, ma richiede una pianificazione attenta e la comprensione delle procedure locali. Consultare un professionista legale o fiscale esperto può semplificare notevolmente il processo e garantire una transizione senza problemi nel mondo degli affari spagnolo. Con la giusta preparazione, puoi sfruttare appieno le opportunità offerte dalla Spagna come imprenditore.Aprire società in Spagna
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Paesi emergenti a rischio causa l'elevato debito globale
Debito globale record a 307 trilioni. Una trappola pronta a scattare con il caro-tassi, il rapporto Iif. Il global debt monitor di fine giugno lancia un nuovo allarme: in pericolo soprattutto i governi, mentre per le famiglie il rischio resta gestibile. Anche in Italia il debito/Pil complessivo risale al 295,5%, ma la vera mina vagante restano i Paesi mergenti. Che la tendenza virtuosa innescata dal debito globale post-pandemia fosse ormai alle spalle era nell'aria da tempo. Il cocktail di fattori costituito da governi più abbottonati nelle spese rispetto agli anni della crisi, ripresa economica e inflazione elevata che ha contribuito a ridurre i valori nominali ha lasciato ormai spazio a una nuova crescita e i dati appena diffusi dall'International Institute of Finance (Iif) nel consueto rapporto trimestrale Global Debt Monitor non offrono soltanto la conferma, ma fanno gridare quasi immediatamente all'allarme. Nella prima metà del 2023 l'ammontare di debito contratto da governi, banche, imprese e famiglie nel mondo è infatti aumentato di circa 10mila miliardi di dollari per raggiungere un nuovo massimo storico a quota 307mila miliardi, che a conti fatti supera di 100mila miliardi i livelli di dieci anni fa. Appena una settimana fa il Fondo monetario internazionale aveva riportato alla ribalta la questione, analizzando però i dati a fine 2022 ed escludendo dal computo il mondo aziendale non finanziario. Iif completa adesso il quadro con dati più aggiornati e in un contesto complicato dalla stretta monetaria più violenta che si ricordi, che ha portato quasi ovunque i tassi sui massimi da oltre un decennio, e che è pronta quindi a far scattare la trappola. Torna a crescere anche il rapporto con il Pil L'ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dal fatto che negli ultimi due trimestri il rapporto l'indebitamento è tornato a crescere in rapporto al Pil globale per attestarsi intorno al 336 per cento. In questo caso siamo ancora distanti dai massimi raggiunti nel periodo immediatamente successivo allo scoppio dell'epidemia Covid, ma la dinamica promette di non arrestarsi qui. «L’improvviso aumento dell’inflazione è stato il principale fattore alla base del forte calo del rapporto debito/Pil negli ultimi due anni, consentendo a molti soggetti sovrani e societari di gonfiare le proprie passività in valuta locale», riconosce infatti Iif, prima di mettere in guardia che con la moderazione delle pressioni sui salari e sui prezzi (anche se non a sufficienza da far rientrare l'inflazione nei ranghi) «il rapporto debito/Pil globale supererà il 337% entro la fine dell'anno». La Corsa del Debito Mondiale La situazione, come spesso avviene, è molto più variopinta rispetto a quanto viene disegnato dal quadro di insieme. «L’aumento dei rapporti di indebitamento è stato più evidente tra i governi e le istituzioni finanziarie», rileva il Global Debt Monitor, opponendo al contrario «una marcata decelerazione dell’espansione del credito bancario alle famiglie e le imprese non finanziarie», causata quest'ultima dai «venti macro prevalenti», che hanno portato a un «inasprimento delle condizioni di finanziamento». Chiaro in questo caso il richiamo agli Stati Uniti, dove le imprese «hanno dovuto affrontare standard di prestito bancari più severi in seguito alle tensioni bancarie regionali di inizio anno», fenomeno solo in parte alleviato dal «cuscinetto» della continua espansione dei mercati del credito privato. La situazione italiana L'Italia non fa eccezione al contesto generale, con un debito complessivo di nuovo in crescita a giugno al 295,5% rispetto al 294,1% di tre mesi prima e dal 294,6% di fine 2022. A mettere fine a un cammino virtuoso che aveva riportato le lancette indietro addirittura ai livelli precedenti la grande crisi finanziaria del 2007-2008, superfluo ricordarlo, ha contribuito il bilancio dello Stato (Debito Pil di nuovo in risalita al 140% dal 138,8%) mentre le famiglie risultano ancora più parche, con un rapporto fra debito e Pil pari al 40,3% e tra i più contenuti fra i Paesi avanzati. Famiglie (quasi) al riparo... Tornando allo scenario globale, Iif non vede un rischio immediato per il debito dei consumatori, che anzi «rimane ampiamente gestibile» nonostante l'aumento dei tassi. Questo almeno nei mercati maturi, dove in rapporto al Pil è sceso nel primo semestre del 2023 al livello più basso degli ultimi due decenni. Diverso il discorso per i Paesi emergenti, area nella quale il debito delle famiglie si mantiene al di sopra dei livelli pre-pandemici - in particolare a causa di Cina, Corea e Tailandia - ma si notano prospettive grigie soprattutto per gli Stati: «Con la stabilizzazione dei costi di finanziamento internazionali a livelli più elevati - si spiega nel rapporto - il debito pubblico dei mercati emergenti, Cina esclusa, ha ripreso la sua tendenza al rialzo nella seconda metà del 2022, registrando un leggero aumento al 57% del Pil». ...ma tremano i Governi Il debito pubblico è quindi l'aspetto che desta maggiori timori, soprattutto in un contesto come quello attuale di tassi elevati e che si teme possano non scendere nell'immediato. «L’aspetto più preoccupante è che l’architettura finanziaria globale non è adeguatamente preparata a gestire i rischi associati alle tensioni sui mercati nazionali del debito», conclude infatti Iif, con l'auspicio di disporre a breve «di un quadro di riferimento basato sul mercato per affrontare i livelli insostenibili del debito nazionale»: misura che sarebbe in grado non soltanto di alleviare il peso dei debiti, ma anche di «sostenere le iniziative volte a mobilitare risorse per il finanziamento dello sviluppo, compreso il finanziamento del clima». 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