#fiere di paese
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Festa del Ringraziamento a Mirabello Monferrato: una giornata tra tradizione, agricoltura e divertimento
Domenica 17 novembre 2024: mercatini, mostre e intrattenimento per tutta la famiglia
Domenica 17 novembre 2024: mercatini, mostre e intrattenimento per tutta la famiglia. Il Comune di Mirabello Monferrato celebra la Festa del Ringraziamento domenica 17 novembre 2024, un evento dedicato alla tradizione agricola e alla comunità locale. Piazza della Libertà e Piazza San Michele si trasformeranno in un centro di attività per grandi e piccoli, con esposizioni, mercatini e momenti di…
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gregor-samsung · 10 days ago
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" Il fabbricante di scale ha la sua bottega addossata a un'antica chiesetta romanica del Duecento ormai prossima a crollare completamente. Fabbrica scale da sempre, il mestiere lo ha imparato dal padre, il padre dal nonno e cosí via, come sempre capita per questi lavori artigiani. Costruisce scale fino a 34 gradini, per gli alberi più alti, specialmente per gli ulivi giganteschi nella zona di Ostuni, di Monopoli. La scala media più usata è quella a 20 gradini. La maggior quantità di scale viene venduta in occasione di fiere e mercati. La fiera più importante della zona avviene proprio qui a Modugno, in paese, nel mese di novembre. Un'altra fiera importante la fanno ad Acquaviva delle Fonti. Ma quella di Modugno è piú importante perché cade di novembre, il mese di piena per la raccolta delle ulive.
Il legno più usato è il castagno e l'abete. È un lavoro che è rimasto, salvo in qualche fase, essenzialmente manuale. Adesso i fori alle fiancate laterali della scala dove vengono fissati i pioli, vengono fatti a macchina. I pioli vengono prima fissati ad una fiancata della scala battendoli forte con l'ascia, ma prima bisogna avere l'accortezza di bagnare la punta del piolo nell'acqua, cosi l'accoppiata viene piú forte. Poi si mette l'altra fiancata della scala e, messi i pioli nei dovuti fori, si procede a fissarli definitivamente coi lavoro di inchiodatura. Alla fine la scala viene rifinita con la raspa e con un attrezzo, formato da una lama tenuta da due manici. Poi mi confida: "Caro amico, è un lavoro duro il mio, specialmente per me che debbo lavorare in questa bottega povera. L'interno è troppo piccolo e mi tocca lavorare estate ed inverno sotto questa tettoia. Lavorare nelle stagioni buone qui sotto è una delizia ma l'inverno fa molto freddo. Con questo lavoro guadagno abbastanza, però non sono riuscito a arricchirmi perché lavoro onestamente. Il cliente lo voglio trattare bene. Ma sono soddisfatto lo stesso. Tra poco debbo partire per una fiera a Gravina e sono contento perché vado a svagarmi un poco. Caricato il camioncino di scale, parto in compagnia di un buon panino e di un fiasco, di vino. Ricordo quando ero piccolo e viveva la buonanima di mio padre, si partiva a notte fonda, con il traino, per arrivare alla fiera ci si metteva piú tempo ma ci si divertiva di piú per la strada. "
Tommaso Di Ciaula, Prima l'amaro e poi il dolce. Amore e altri mestieri, Feltrinelli (collana Franchi Narratori, n° 33), 1981¹; pp. 53-54.
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arreton · 7 months ago
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Uno slancio vitale, ma che possiamo chiamare tranquillamente considerare una coazione a ripetere, che mi porto dietro da bambina è il seguente: avere voglia di uscire quindi emozionarmi di felicità se arrivano le giostre, se fanno delle fiere in paese o cose simili e desiderare di andarci. Coazione a ripetere perché è un atteggiamento masochistico: il desiderio non sta nell'andare veramente a quella fiera o alle giostre ma venire puntualmente delusa. Allora o mi circondo di persone che non vogliono uscire (perché il desiderio sarebbe uscire insieme a qualcuno in generale, ma nello specifico qualcuno nella sua deriva daddy-borghese: qualcuno che mi faccia sentire piccola e che mi compri delle cose) o, ammesso che vada, tornare a casa con una sensazione spiacevole di vuoto, di noia, spesso di freddo insomma di delusione e dirmi che forse era meglio restare a casa e che in generale questa moda di uscire a tutti i costi non mi si addice.
Lo spiega bene Masullo:
Nel cuore di ogni esperienza relazionale sta il fenomeno, cioè il manifestarsi, della solitudine. Con un movimento dialettico, non astrattamente logico bensì esistenziale, via via nell’individuo si produce una metamorfosi profonda. Lo schema è semplice. (Primo) Entrato nella relazione intersoggettiva, l’individuo ne sperimenta l’invalicabile limite, l’impossibilità di far sentire ad altri il suo sentire, e di sentire quel che altri sentono: scopre la solitudine, ma insieme l’inesaudibile desiderio di uscirne. (Secondo) Se, come avverte Platone, non si può desiderare se non ciò che si è perduto, e dunque è già noto, il desiderio di uscire dalla solitudine è insaziata nostalgia di quell’intersoggettività cui si è stati fin dal principio iniziati. Ma, per quanto si tenti, non si riesce mai a realizzarla autenticamente, si urta sempre da capo contro il suo incrollabile limite. (Terzo) Il desiderio, amaramente frustrato, si sente tradito e l’individuo, ancora solo, ormai senza speranza, si fa ostile, chiuso in difesa o furente all’attacco. (Quarto) Cosa a questo punto possa accadere, lo suggeriscono alcune pagine di Jean-Jacques Rousseau, il pensatore più scopertamente «patico» dell’antropologia moderna. Egli, non per primo ma con una nuova valenza sociale, distingue tra l’«amore di sé», «sentimento buono e assoluto», amore della vita in quanto vita, e il suo rovescio, l’«amor proprio», «sentimento di raffronto», dominante nell’animo di chi «si paragona» con gli altri con l’ambizione di primeggiare, con la «pretesa di riuscire il preferito», sempre vincente. Di fronte a una tale arroganza, i pochi o molti che non ne sono affetti tendono a «ritrarsi nella solitudine». Alla fine, questi «solitari per forza, rosi dal dispetto e dall’onta dell’esclusione in cui son tenuti, possono diventare inumani, feroci, e prendere in odio insieme con la propria catena anche quelli che non ne sono carichi»
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lunamagicablu · 2 months ago
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Quando ero piccola al mio paese correvamo veloci proprio come te bambina. Avevamo la fretta di chi ha ancora tante cose da svelare e l’incapacità di coglierne i tempi. Coloro che Sapevano invece non affrettavano mai troppo il loro passo se non per ballare. Avevano lo sguardo attento e dolce di chi conosce che l’impazienza indica solo la mancanza di maturità per affrontare le stagioni. E così più ci ostinavamo e maggiori erano gli intoppi. Più lasciavamo fluire e più tutto si aggiustava. Solo ora credi sia diverso. T’illudi ancora che possa variare la sequenza delle stagioni e la verticalità nella crescita del seme. Una terra pronta a divenire estate sente il suo grembo esplodere e non ha nessun bisogno di sforzare. Durante il freddo preghi il calore proprio perché ne hai mancanza. Durante la notte accendi le luci perché l’ombra non ti permette di vedere. La stessa assenza che ti sprona è tutto quello che ti manca per poter lasciare accadere ciò che cerchi. Impara a sfiorare il tempo come il vento apre le acque in cerchi e spirali. Impara ad assecondare tutti i tuoi respiri. Impara ad accadere. La vera Forza che è nel Cuore non ha nessun bisogno di sforzare. Conosce da sempre la maturazione delle mele, il silenzio delle notti di novembre e la lenta veglia delle sere. Ho imparato questo al mio paese. Ma il mio paese è il luogo dove tu ora cerchi di arrivare. Te lo dico per esperienza personale: lascia andare. Ancora occorrerà la neve e ancora la morte delle fiere. I passi distratti dell’assenza e la veloce corsa della lepre. Ricorda bambina quando ero piccola al mio paese Coloro che Sapevano ascoltavano e non smettevano mai di assecondare. Assecondando il buio imparavano a proteggersi dal male, assecondando il freddo imparavano a riposare e assecondando la solitudine imparavano ad accogliere la nuova stagione e i nuovi arrivi di coloro che sarebbero stati. Ancora mi parlano i Saggi al mio paese. Io ascolto la loro voce immersa sotto dalle acque, nelle correnti gelide di neve. Ascolto i passi che mi portano altrove e la voce che sempre dice: il tempo che ci vuole è quello giusto per accadere.. Sara Cabella art on Pinterest
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kneedeepincynade · 1 year ago
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The belt and road initiative has brought prosperity to many nations and it the future it will bring it to many more!
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
😘 CELEBRARE GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI, PIANTARE NUOVI SEMI PER LA CRESCITA DEL FUTURO 🥰
🇨🇳 Il Compagno Chen Wenjun, Direttore dell'Iniziativa di Pubblicazione del Libro Bianco "La Belt and Road Initiative: un Pilastro-Chiave di una Comunità dal Futuro Condiviso per l'Umanità", ha dichiarato - durante una conferenza stampa, che l'Opera mira a fornire alla Comunità Internazionale una migliore comprensione del valore di questa iniziativa e del Concetto di Cooperazione a Mutuo Vantaggio (合作共赢):
💬 «Il Libro Bianco, guidato dal Pensiero di Xi Jinping sul Socialismo con Caratteristiche Cinesi per una Nuova Era, ha esposto sistematicamente l'Origine Storica, la Mentalità, la Visione, l'approccio per la realizzazione e i risultati pragmatici della Cooperazione tramite la Nuova Via della Seta» 😍
👉 Statistiche sulla BRI rilasciate dalla Compagna Guo Tingting - Vice-Ministro del Commercio ⭐️
📊 10 anni dopo la Presentazione della BRI, sono stati organizzati 3000 progetti di cooperazione, investiti quasi 1 Trilione di Dollari e sono stati creati 420.000 posti di lavoro per i Paesi che hanno partecipato al Progetto 😍
🇨🇳 Come prossimo passo, il Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese si concentrerà su quattro aspetti per promuovere ulteriormente la Cooperazione a Mutuo Vantaggio:
一 Rafforzare l'Apertura verso il Mondo, espandendo e facilitando l'importazione e l'esportazione di beni di alta qualità, organizzando sempre più eventi, fiere e mostre per approfondire la Cooperazione Commerciale con i Paesi interessati 😍
二 Rafforzare la Cooperazione nelle catene di produzione e approvvigionamento, migliorando ulteriormente l'efficienza dei trasporti e accelerando la formazione di nuovi corridoi commerciali tramite la costruzione di infrastrutture di alta qualità 😍
三 Piantare i semi, annaffiare e far germogliare nuovi progetti atti a promuovere ulteriormente la crescita economica, pianificando progetti infrastrutturali e costruendo nuove Zone di Cooperazione 🤝
四 Promuovere l'adesione all'Accordo Globale e Progressivo del Partenariato Trans-Pacifico e sostenere le imprese della Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao, dove vige il Principio 一国两制 - Un Paese, Due Sistemi, affinché partecipino alla Costruzione della Nuova Via della Seta 💕
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan 😘
😘 CELEBRATING WHAT HAS BEEN ACHIEVED, PLANTING NEW SEEDS FOR THE GROWTH OF THE FUTURE 🥰
🇨🇳 Comrade Chen Wenjun, Director of the White Paper Publishing Initiative "The Belt and Road Initiative: a Key Pillar of a Community with a Shared Future for Humanity", declared - during a press conference, that the Opera aims to provide the International Community with a better understanding of the value of this initiative and the Concept of Cooperation for Mutual Benefit (合作共赢):
💬 «The White Paper, guided by Xi Jinping Thought of Socialism with Chinese Characteristics for a New Era, systematically laid out the Historical Origin, Mindset, Vision, approach to implementation and pragmatic results of Cooperation through the New Silk Road" 😍
👉 BRI Statistics Released by Comrade Guo Tingting - Vice-Minister of Commerce ⭐️
📊 10 years after the Presentation of the BRI, 3000 cooperation projects have been organized, almost 1 Trillion Dollars have been invested and 420,000 jobs have been created for the countries that participated in the Project 😍
🇨🇳 As the next step, the Ministry of Commerce of the People's Republic of China will focus on four aspects to further promote Mutual Benefit Cooperation:
一 Strengthen Openness to the World, expanding and facilitating the import and export of high quality goods, organizing more and more events, fairs and exhibitions to deepen Commercial Cooperation with interested countries 😍
二 Strengthen Cooperation in production and supply chains, further improving transportation efficiency and accelerating the formation of new trade corridors through the construction of high-quality infrastructure 😍
三 Planting seeds, watering and sprouting new projects to further promote economic growth, planning infrastructure projects and building new Cooperation Zones 🤝
四 Promote adherence to the Comprehensive and Progressive Agreement of the Trans-Pacific Partnership and support enterprises in the Special Administrative Regions of Hong Kong and Macao, where the 一国两制 Principle - One Country, Two Systems applies, to participate in the Construction of the New Way of Silk 💕
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contro-futuro · 2 years ago
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Di libri, cultura, turismo di massa e letture nel “Bel Paese”
Per quel che ci riguarda, siamo cresciuti con dei genitori che hanno tentato invano di spegnerci la Playstation e metterci in mano qualche libro di Calvino o di Jules Verne. Volevano che leggessimo, quei pazzi. A quei tempi eravamo ancora sani di mente e ci facevano schifo i libri, perché ci ricordavano la scuola, le istituzioni, le regole, la pazienza, e credevamo che ci arricchissero, che avessero una qualche utilità morale, che ci rendessero persone migliori: questa è l’impalcatura retorica che ha costruito l’industria culturale per venderti la sua paccottiglia letteraria. Ma in piena pubertà tutto ciò che ti fa bene ti ripugna, la scuola è una prigione e tu vorresti soltanto dilapidarti invece di arricchirti, fare del tuo corpo una macchina da scontro. Scontrarti con qualsiasi cosa, sentire che suono fa la vita quanto ti sbatte addosso e sei indifeso. E quando non si poteva uscire in strada, Call of duty era meglio dei libri come simulazione. Almeno era quello che credevamo, fortunatamente. Perché poi, più tardi, i libri li abbiamo scoperti sul serio. La pubertà era finita e ormai ci inoltravamo nell’età adulta schivando parecchie letture scolastiche. Ma è stato durante un Natale qualunque, in una di quelle giornate di pioggia dove l’ottundimento che segue alle feste ti ovatta il cervello e le ore sembrano non passare più e non hai voglia di uscire né di guardare un film. È stato allora che abbiamo preso in mano un libro in totale autonomia, disinteressatamente, per la prima volta. Che ci sarà poi di speciale in questi libri? Ci sediamo e cominciamo a sfogliare, poi a leggere, poi ci finiamo dentro, come storditi. Ma che roba è questa? Si apre una porta dentro di noi. Il nostro orizzonte interiore scala di qualche centimetro. C’è più spazio adesso, ci sono più parole, ci sono più mondi, c’è più vita della vita e non si torna più indietro. Se quella porta si apre, se una frase scritta bene è la chiave per la tua serratura, allora è finita. I confini della nostra coscienza cominciano ad espandersi. Sensazione strana, assurda, mai provata prima, quando eravamo costretti nel nostro monolocale, arredato solo da ciò che era immediatamente visibile. Tra gli slogan di Feltrinelli ce n’è uno ispirato a una frase di Umberto Eco: chi non legge vive solo la propria vita, chi legge invece ne vive mille. Quelli di Feltrinelli pensano sia uno slogan carino, lo mettono sui segnalibri, sulle shopper. Gli psichiatri, invece, la chiamano schizofrenia. Nonostante gli operatori del settore culturale, editori, giornalisti, direttori di fiere e festival, caporedattori, critici, editor e via discorrendo, (e i nostri genitori a fare da eco) incentivino i giovani a leggere - convinti che la lettura sia edificante - in realtà non hanno capito che questa attività può degenerare in patologia, portare a disforie mentali, indurre ad allucinazioni, come una droga. Oltre a essere una condotta anti-sociale al massimo (se la Playstation è un’attività che si può svolgere al plurale, leggere si fa sempre al singolare), la lettura è anche pericolosa, la cultura in generale è pericolosa, e oltre ad aver prodotto capolavori assoluti e grandi e lodevoli imprese, ha generato spesso conflitti e catastrofi. È in nome dei libri sacri, come la Torah, la Bibbia o il Corano, che si sono innalzate le chiese più belle ma anche indetti i peggiori massacri della storia. H1tler aveva 16.000 volumi nella sua biblioteca - chissà che l’Istat non lo consideri un lettore forte. Il Manifesto di Marx e Engels, per citare l’esempio più celebre, ha causato rivolte e rivoluzioni. La lettura è una roba da spostati, da deviati mentali. La letteratura stessa ne dà prova. Il Don Chisciotte, infatti, impazzisce per le troppe ore passate sui libri, l’amore folle nutrito dal giovane Werther è alimentato dalle letture dei Canti di Ossian, Madame Bovary viene colpita dal male dell’immaginazione dopo aver passato l’adolescenza tra romanzi dozzinali. Eppure, gli operatori editoriali mettono cuscini, gattine e tisane tra noi e la lettura, conferiscono una qualche utilità morale all’oggetto libro, disinnescando tutto il potenziale eversivo della parola e della cultura in generale. Il Ministero del Turismo con la sua nuova e raccapricciante campagna ideata dal team della Santanché, “Open to meraviglia” è la massima apologia di questa retorica quando apparecchia questa festa di vuoti cliché, riducendo l’Italia all’idea che ne ha un americano medio, banalizzando una storia millenaria. Con quale disinvoltura invitiamo milioni di persone a visitare Chiese dove venivano battezzati uomini pronti a partire per le Crociate in Terra Santa a perpetuare uno sterminio, o a fotografare anfiteatri dove migliaia di schiavi sono stati sbranati da leoni per il puro divertimento della folla? Tutta l’iconografia medievale e rinascimentale che decantiamo e di cui il MT fa il suo core business, ha come temi principali la morte del Cristo, i dolori della Madonna addolorata, la vita degli apostoli e dei santi, spesso morti atrocemente - scuoiati, messi al rogo, sgozzati - e noi scattiamo selfie sullo sfondo di affreschi che immortalano omicidi di tutti i tipi, fratricidi, matricidi, parricidi, convinti che tutto ciò sia in qualche modo educativo. Confondendo la cultura con la bellezza, limitando ogni opera a muta testimonianza del passato, facendo della lettura solo un’attività ricreativa, annientiamo tutta la potenza sovversiva di queste dimensioni. Se diventano edificanti, vuol dire che non ci parlano più, se non riusciamo a inginocchiarci e a piangere di fronte a un cristo di Mantegna, se finito di leggere Dostojevskij non vorremo anche noi uccidere una vecchia ma invece lasciamo una recensione su Amazon, uscendone migliorati, compiaciuti, come se avessimo spuntato in agenda anche questa esperienza fatta, allora la cultura è già villeggiatura, una passeggiata domenicale da fare in ciabatte, un passatempo rilassante, consigliato dal medico o dallo psicologo, puro intrattenimento, riduzione a quello spettacolo che per Debord rappresenta “il brutto sogno della società moderna incatenata, che infine non esprime altro che il suo desiderio di dormire”. Leggere, invece, è un'attività che radicalizza, leggere può far diventare pazzi, leggere porta a compiere anche azioni riprovevoli, leggere non fa bene, non ci migliora, non ci edifica ma ci annienta, può mandare all’aria un’esistenza, può farci innamorare o disamorare, con tutte le sofferenze che questo comporta, può farci partire o restare, creare mondi e distruggerne di altri, può farci vivere da santi o peccatori, e sopprimere una di queste alternative vuol dire mutilare il nostro modo di essere nel mondo, privandoci di vedere il male che c’è nel bene e il bene che c’è nel male. Tutto questo siluro per dire che il potere, così come è sempre accaduto nella storia, dovrebbe temere la cultura e aver paura di chi legge. Mentre noi abbiamo uno Stato, con tutto il suo apparato culturale, che incentiva la lettura. Se lo fa, vuol dire che la parola non ha più peso, che le ideologie sono morte, che non si può più agire sulla realtà e che tutto è già deciso altrove, da una megamacchina tecno-burocratica a cui abbiamo appaltato ogni scelta, e che ha come unico scopo quello di riprodurre se stessa. Noi vorremmo che la parola tornasse ad avere quel peso, quel potere afrodisiaco su individui e collettività, la capacità di modificare destini, di far sollevare i popoli, inaugurare rivoluzioni - senza cui il mondo diventerà uno spazio piatto e indistinto, igienizzato e bonificato dalla dimensione tragica dell’esistenza, dove leggeremo libri scritti da ChatGPT, cercando di capire perché non proviamo più niente.
GOG edizioni https://www.gogedizioni.it/
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pettirosso1959 · 2 years ago
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In questi ultimi giorni non si fa altro che pensare a quel poveretto sbranato da un orso nel Trentino.
Allora mi è venuto in mente un vecchio mio post sul paese di Ponsacco di due anni fa.
Forse la storia ci viene tramandata a noi fin dal Basso Medioevo oppure chissà da quale secolo, ma non è questione di tempi antichi, sicuramente prima del 1500 DC, il fatto è che il problema "orsi" anche qua in Toscana viene da lontano, e di orsi in regione ne abbiamo pochissimi e forse oggi anche meno.
Buona lettura:
Ponsacco (Pisa) [Scusate i termini.]
Vi spiego perché gli abitanti di Ponsacco li chiamano da sempre i "Rubaorsi" della Val d'Era.
Avverto gli incauti lettori che incapperanno nella lettura che è una storia triste e dolorosa, fatta di soprusi e angherie.
Bisogna anziché dire che i ponsacchini non hanno mai brillato per intelligenza, infatti basta guardarli in volto per capire che non sono propriamente persone sveglie e attente, ma solo in un lavoro erano piuttosto attivi e "scaltri", se così si può dire: nelle ruberie ai danni dei forestieri e contadini. E, come se ai ponsacchini non bastassero le ruberie, avevano anche la mania di vessare gli abitanti dei paesi vicini, nei confronti dei quali istituirono perfino una tassa per chi proveniva dalla Alta Valdera e gli toccava attraversare il paese di Ponsacco, i tapini dovevano pagare la gabella sia per trasportare il prezioso sale dalle Saline di Volterra che per altre cose o merci, essendo costretti e obbligati, loro malgrado, a passare l'unico ponte sull'unica strada che collegava la valle alla pianura, infatti il nome Ponsacco deriverebbe da Pons Sacco -Ponte di Sacco-, probabilmente il nome del proprietario che lo fece costruire e obbligava chi vi transitava sopra a pagargli l'odioso obolo (Vedere la foto). Inoltre non erano rari i furti di mercanzie varie che i trasportatori di allora portavano ai mercati di Pontedera e di Bientina, si dice che quando dopo essere transitati sul ponte frustavano le già esauste bestie per passare il più velocemente possibile in mezzo a Ponsacco e alle campagne limitrofe coi loro barrocci per evitare i birbaccioni.
Ma torniamo ai Rubaorsi.
Non contenti di rubare le merci, avevano anche il vizio di appropriarsi indebitamente delle cose più preziose che i contadini dei paesi nei dintorni avevano: i maiali.
Si narra (ma ci sono varie leggende a tal proposito) che un contadino, e qui ci sta tutto il detto "Scarpe grosse e cervello fino", stanco di vedersi portar via i maiali dalle piccole stalle per suini e altri animali, vi rinchiuse dentro una di esse un orso fattosi prestare da un saltimbanco che faceva spettacoli itineranti nei dintorni. Quando i ladri entrarono dentro vi trovarono appunto la sorpresa: al posto del suino c'era il bestione che, incazzato come un orso, non esitò ad attaccarli, le cronache narrano che una volta entrati non vi uscirono più, e che forse i resti furono dati in pasto agli altri maiali.
Certo che il racconto sopra è una delle tante varianti del fattaccio, tuttavia in rete ho trovato quest'altra che, pare, sia la più vera di tutte:
si dice che una volta un tale Cini, figlio di Palle di Mescuglio, un poco di buono di Ponsacco a capo di un manipolo di ladroni, si fosse messo in testa di fare incursione in una stalla per rubare un maiale. Tutto era pronto, quando il destino ci mise lo zampino. E il destino assunse le sembianze di un saltimbanco che con il suo orso girava per fiere e mercati. Il giullare chiese ospitalità al contadino che accettò ma l’orso, pensò, meglio metterlo nella stalla al posto del maiale…. Avrete già capito come andò finire. I ladroni di Ponsacco entrarono a tentoni nella stalla e si trovarono davanti la bestia feroce che con una zampata sfigurò il povero Cini. La voce di quella bravata finita male arrivò agli orecchi degli abitanti di Pontedera che cominciarono a sbeffeggiare i ponsacchini chiamandoli “Rubaorsi”.
Tutt'oggi allo stadio, ricettacolo di contumelie e prese di culo, quando gioca il Ponsacco, i giocatori e specialmente i suoi tifosi, vengono sbeffeggiati chiamandoli "Rubaorsi", vale a dire Tonti o Sciocchi.
Spero abbiate gradito questa turpe storia, e non mi mandate a quel paese... specialmente se quel paese è Ponsacco.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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La Spezia: La Regione Liguria inserisce Seafuture tra le fiere di rilevanza internazionale
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La Spezia: La Regione Liguria inserisce Seafuture tra le fiere di rilevanza internazionale. Regione Liguria inserisce Seafuture tra le fiere di rilevanza internazionale, aprendo così nuove opportunità alle aziende che partecipano all’evento in programma dal 5 all’8 giugno 2023 presso la Base Navale della Spezia. Sono già oltre 200 le imprese espositrici che potranno proporre la loro tecnologia ad aziende francesi, tedesche, nord europee, nord americane e a delegazioni internazionali qualificate: sono state invitate 140 Marine Estere che saranno presenti con i propri Uffici Procurement. “Inserire Seafuture tra le manifestazioni di rilevanza internazionale è il giusto riconoscimento per un evento che è, da tempo, punto di incontro tra industria, ricerca e istituzioni - sottolinea l'Assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti - Un'opportunità per le aziende del settore della Blue Economy per sviluppare sinergie con i clienti e per identificarne di potenziali, per promuovere prodotti, per contattare committenti di tutto il mondo, per stare al passo con gli ultimi sviluppi di mercato. Grazie alla qualifica internazionale, ottenuta con decreto dirigenziale del settore commercio di Regione Liguria - continua Benveduti - Seafuture rientra così tra le manifestazioni che vengono pubblicate sul sito di AEFI, l’associazione che raggruppa le fiere italiane, su calendariofiereinternazionali.it, nel calendario delle manifestazioni fieristiche internazionali della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e nel calendario degli eventi fieristici della Regione Liguria". “L’internazionalizzazione rappresenta una delle sfide più importanti per il sistema imprenditoriale italiano - afferma Cristiana Pagni, CEO di Italian Blue Growth, società che organizza Seafuture - è oggi, infatti, fattore imprescindibile per la crescita di un’impresa. Internazionalizzare non deve essere confuso con una o più vendite all’estero, ma deve rappresentare un processo che comprenda un vero e proprio studio di un paese target, partendo dalla cultura, dalla storia, dalla lingua, dalle tradizioni per esaminare poi le potenzialità di business e la scelta del giusto partner per affrontare quel particolare mercato. Seafuture offre le occasioni per stringere rapporti con aziende che arrivano da diverse parti del mondo, per creare sinergie e per misurarsi insieme su opportunità nuove, accrescendo la propria competitività. Questo vale per le nostre grandi imprese, che giocano il ruolo di big player a livello internazionale, ma è addirittura cruciale per le PMI che possono competere sui mercati globali solo facendo squadra e, grazie alle numerose iniziative di networking e business matching organizzate a Seafuture - conclude - hanno, non solo visibilità, ma anche l’opportunità di esportare la tecnologia Made in Italy in tutto il mondo”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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arcobalenomondovionlus · 5 months ago
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La Storia della Pubblicità e il Ruolo dei Gadget Promozionali
La pubblicità è una forma di comunicazione utilizzata dalle imprese per creare consenso attorno alla propria immagine e raggiungere obiettivi di marketing, come la vendita di prodotti. Un elemento chiave della pubblicità è l’uso di gadget promozionali, che rafforzano la visibilità del marchio e fidelizzano i consumatori.
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Le Origini della Pubblicità
La pubblicità ha radici antiche, strettamente legate alla propaganda e allo sviluppo delle prime attività commerciali. Ad esempio, negli scavi archeologici di Pompei, si possono ancora leggere scritte sui muri delle case romane che invitavano a votare per un candidato o a visitare certe attività. Questo dimostra come la comunicazione pubblicitaria fosse già in uso per influenzare il comportamento del pubblico.
L’Evoluzione della Pubblicità con la Stampa
Con l’invenzione della stampa, la pubblicità ha fatto un salto di qualità. Nel 1479, il tipografo britannico William Caxton diffuse un opuscolo per reclamizzare le sue pubblicazioni. Nel 1482, Jean du Pré creò il primo manifesto a Reims. Durante il Cinquecento, i primi volantini iniziarono a circolare nelle città europee, segnando l’inizio di una nuova era per la pubblicità.
La Rivoluzione Industriale e la Pubblicità Moderna
Con la rivoluzione industriale e l’aumento della produzione di merci, la pubblicità assunse un ruolo centrale. Il modello pubblicitario moderno si avvale di tecniche raffinate e dell’apporto di psicologi, artisti, disegnatori e registi. Nel 1835, Charles-Louis Havas fondò la prima agenzia di stampa, mentre nel 1851, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Londra, venne distribuito il primo catalogo illustrato di prodotti.
La Pubblicità in Italia
Alla fine del XIX secolo, l’Italia era un paese prevalentemente agricolo con alte percentuali di analfabetismo. Le prime forme di pubblicità, chiamate réclame, iniziarono a diffondersi con la nascita dei giornali. Nel 1863, Carlo Erba e Attilio Manzoni fondarono la prima concessionaria di spazi pubblicitari italiana. Grazie alla cromolitografia, la pubblicità murale si sviluppò come una vera e propria forma d’arte.
L’Avvento della Radio e della Televisione
Negli anni ’20, la radio iniziò a diffondersi negli Stati Uniti e, successivamente, in Italia. Nel 1954, cominciarono le trasmissioni televisive italiane e nel 1957 nacque Carosello, un programma che divenne un’icona della pubblicità televisiva italiana. Questo periodo segnò l’inizio della pubblicità moderna, caratterizzata da spot televisivi e campagne pubblicitarie elaborate.
Gadget Promozionali: Un Elemento Chiave nel Marketing
I gadget promozionali svolgono un ruolo cruciale nella diffusione dei loghi e nel rafforzamento dell’identità di marca. Oggetti come penne, tazze, magliette e chiavette USB personalizzati con il logo aziendale aumentano la visibilità del marchio. Questi gadget vengono spesso distribuiti in fiere, eventi aziendali e campagne di marketing, creando un impatto duraturo sui consumatori.
Il Processo di Progettazione del Logo
La progettazione di un logo richiede una chiara definizione del concetto e dei valori del marchio. Un logo ben progettato ispira fiducia e superiorità rispetto ai concorrenti. Esistono diverse tipologie di loghi, tra cui logotipi, pittogrammi, ideogrammi, monogrammi, acronimi e diagrammi, ognuno con caratteristiche distintive.
L’Impatto dei Gadget Promozionali nel Marketing Moderno
I gadget promozionali continuano a essere una componente vitale nelle strategie di marketing. La loro efficacia risiede nella capacità di mantenere il logo aziendale costantemente visibile, creando un legame tangibile tra il consumatore e il marchio. La distribuzione strategica di gadget durante eventi chiave può incrementare significativamente la consapevolezza del brand e attrarre nuovi clienti.
Conclusione
In conclusione, la pubblicità e i gadget promozionali sono strumenti indispensabili nel marketing moderno. La storia della pubblicità mostra come questa forma di comunicazione si sia evoluta nel tempo, adattandosi alle esigenze economiche, sociali, politiche e culturali dei vari periodi storici. Oggi, i gadget promozionali continuano a rafforzare il legame tra i marchi e i loro consumatori, confermando la loro importanza nel panorama competitivo odierno.
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L'esperienza del padiglione della Libia a fiera di Napoli
La ricerca di una lingua architettonica tradizionale può presentarsi come internazionale di Mofawak Hawas L’architettura era sempre uno dei più importante elementi che formano l’identità dei popoli e uno dei modi più efficienti per presentare il paese internazionalmente e formare la sua immagine. E possiamo dire che le fiere internazionali sono l’occasione migliore per questa esperienza. Il…
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conax · 7 months ago
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Rocca Comics
Il 13 e il 14 Aprile , a Scandiano (re) presso l’ente fiera , si e svolta Rocca comics , un evento similare ormai alle varie fiere comics che si aggirano per il paese , piccolo ma molto interessante e carino . Punto attrattivo di questa piccola manifestazione rimane il Game classic , proposto sia da uno stand che proponeva i vecchi Amiga , con i grandi classici , fino all’angolo di cassoni ,…
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notiziariofinanziario · 9 months ago
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La Termoplastic F.B.M Srl compie 60 anni
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Era il 1963 quando ai Ronchi di Gallarate, nella provincia di Varese, nasceva all’interno delle mura domestiche della famiglia Munari, La Termoplastic grazie alla semplice intuizione di due coppie di giovani sposi, curiosamente due sorelle e due fratelli. Sessant’ anni, 6 figli e 12 nipoti dopo, la allora piccola azienda a conduzione familiare è oggi un marchio famoso in tutto il mondo, con oltre 240 progetti brevettati, una capacità produttiva di oltre 150 milioni di pezzi all’anno e 4 sedi internazionali in Italia, Brasile, Messico e Cina. SIXTY IL PERCORSO DI UN’INDUSTRIA ITALIANA Un compleanno festeggiato portando all’estero la storia varesina attraverso il libro “Sixty”, che racconta il percorso di un’industria italiana che ha fatto la storia di moltissime famiglie sparse nel mondo. Il prodotto di F.B.M. è infatti l’accessorio per pentole da cucina: manici, maniglie e pomelli.Un accessorio che si è affermato fin da subito come riferimento per le imprese del settore di ogni parte del mondo. Ed è proprio per celebrare questa presenza sui mercati internazionali che l’azienda ha realizzato il volume in italiano e in inglese, e ha deciso di portarlo “in tour” alle fiere estere, a partire dalla Germania e dal Brasile, nei primi mesi dell’anno. Prossime tappe saranno gli Stati Uniti a marzo e la Cina ad aprile. SI PARTE SEMPRE DA UNA CANTINA «Abbiamo ritenuto importante raccontare a tutti i nostri stakeholder una storia che, partita dalla cantina di casa, è diventata rapidamente internazionale: i nostri prodotti arricchiscono, vivono, le cucine di ogni parte del mondo come protagonisti del cucinare, momento conviviale intorno al quale ruotano storie quotidiane di relazioni e di emozioni» spiega Giorgia Munari marketing director de La Termoplastic F.B.M., terza generazione in azienda.«Questo è un motivo di orgoglio ma anche una responsabilità, che ci spinge ad innovare continuamente il prodotto per rispondere alle esigenze dei consumatori. Come è diventato evidente, la cucina non è più un luogo relegato della casa, ma il centro degli affetti. Tutto quello che si usa per cucinare e cuocere deve essere progettato e realizzato in quest’ottica di valore. E, infatti, dalla nostra invenzione nel 1970 del manico estraibile e salva spazio, contiamo a pensare prodotti sempre nuovi pensati per ottenere massimi standard di sicurezza, ergonomia, funzionalità, piacevolezza al tatto e design». ATTENZIONE ALL’AMBIENTE «Ma non solo – aggiunge Munari –. Oggi l’obiettivo è quello di ideare prodotti che abbiano in sé, ma anche promuovano nella filiera e nei consumatori, la consapevolezza dell’attenzione all’ambiente. Da questa visione è nata la linea green F.B.M. Ecosystem, realizzata con materiali riciclati, bio-based e rigenerati. Inoltre, abbiamo di recente lanciato un’innovativa linea di accessori sviluppati con la formula antibatterica Active Shield. Si tratta di un materiale unico (ovviamente brevettato, come nello stile di famiglia), che contiene un principio attivo antibatterico, pensato per durare per tutto il ciclo di vita del prodotto». UN OMAGGIO A LUCIANA E VALERIA Un libro che racconta un’avventura industriale ma soprattutto la storia delle persone grazie alle quali questa avventura si è potuta realizzare: la famiglia Munari a capo dell’impresa e tutta la squadra de La Termoplastic F.B.M. In particolare, però, è un omaggio affettuoso alle due nonne Luciana e Valeria che hanno portato instancabilmente avanti famiglia e azienda, accanto ai loro mariti Bruno e Francesco, con un perfetto esempio di parità di genere ante litteram. «”Fare sempre cose nuove” è il titolo di un capitolo del volume e il filo rosso che conduce il lettore attraverso le pagine di questo volume. Ma è anche la cifra che caratterizza la storia economica del nostro Paese e, in particolare, quella della provincia di Varese» sottolinea Roberto Grassi presidente di Confindustria Varese, nella prefazione al volume che vede anche i contributi di Cristina Bombassei, consigliera di Brembo e presidente di Aidaf – Italian Family Business e Filippo Berto, ceo di Berto Salotti. Read the full article
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agrpress-blog · 9 months ago
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La Libreria Nuova Europa I Granai ha ospitato la presentazione del libro "Operazione Bestseller". Valentina Notarberardino, autrice del libro e veterana del settore editoriale, è stata intervistata da Sabina Minardi e Barbara Pieralice. Il libro svela i misteri dietro il successo letterario, rispondendo a domande che appassionano gli amanti della lettura: perché alcuni libri diventano bestseller mentre altri restano nell'ombra? Come si partecipa ai premi letterari e chi vota? Qual è l'impatto dei social, dei podcast e delle trasmissioni radio e tv? Come si rilevano le vendite? Valentina Notarberardino, con oltre quindici anni di esperienza nel settore, offre uno sguardo approfondito nel mondo editoriale italiano. Dal processo di stampa al comodino, dalle classifiche alle fiere del libro, il libro esplora ogni aspetto della vita materiale e immateriale di un libro. Testimonianze esclusive di protagonisti del mondo editoriale arricchiscono il racconto, trasformando "Operazione Bestseller" in un viaggio entusiasmante dietro le quinte della più grande industria culturale del Paese. Laureata magistrale in Testo, linguaggi e letteratura alla Sapienza, ha collaborato per la pagina Scritture&Pensieri del Corriere Nazionale e ha uno spazio di approfondimento su Rai 1 dedicato alle copertine dei libri. È autrice di Fuori di testo. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie (Ponte alle Grazie, 2020) e co-curatrice del volume Libero de Libero. Le poesie (Bulzoni, 2011). "Operazione Bestseller" è già disponibile dal 2 febbraio 2024, edito da Ponte alle Grazie. GUARDA LE FOTO
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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La Vita Immaginaria, primo Salone del libro di Annalena Benini
Vita immaginaria è il tema della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il primo diretto da Annalena Benini, al Lingotto Fiere da giovedì 9 a lunedì 13 maggio. La Liguria è la Regione ospite, non ci sarà un Paese ospite, ma una lingua, quella tedesca. A inaugurarlo sarà Elizabeth Strout, una delle maggiori autrici della letteratura contemporanea americana, Premio Pulitzer…
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personal-reporter · 1 year ago
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ln tutta ltalia tante Fiere di Santa Caterina giovedì 30 novembre
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L'ultimo giorno del mese di novembre un po in tutta ltalia, dall' Alto Adige alla Sardegna  dalla Lombardia alla Puglia si aprono queste Fiere locali retaggio di  una storia plurisecolare. Quella del paese di Villanova d' Asti cui siamo affezionati e da cui han preso spunto queste considerazioni, , è in realtà fra le più recenti, essendo alla 153a edizione. Ovviamente la  Caterina qui ricordata non è quella di Siena, dottoressa della Chiesa dichiarata patrona d' Italia dal 1939 e più di recente d' Europa. Si tratta bensì di Santa Caterina d' Alessandria d' Egitto martire. del IV secolo, straziata con il supplizio della ruota chiodata. E successivamente decapitata, E non meno dotta. Proprio il tipo di tortura,cioè la ruota, l' ha fatta diventare propettrice dei mercanti  degli artigiani che con i loro carri trasportavano le varie merciegli attrezzi da lavoro. Vicenda truculenta come purtroppo molte in quei tempi ed i  quella zona a carico delle donne. Ricordiamo anche il martirio di Ipazia voluto però, in questo caso,  dal vescovo cattolico Cirillo, divenuto santo ed il cui culto è dilagato in Oriente tanto che la scrittura di quella parte del continente europeo ha preso il suo nome. In Francia il culto di Caterina è vivissimo tuttora, anche perché nel passato l' Università di Parigi la proclamò patrona della facoltà di Teologia. In effetti la Santa è nota altresi per la  sua sapiente erudizione con cui riuscì a convertire i retori  della sua città. Dal suo corpo al momento della decapitazione non sgorgò sangue e gli angeli portarono le sue spoglie sul Monte Sinai, ove tuttora esiste il monastero a lei dedicato : sola testimonianza cristiana in terra divenuta islamica. In Italia fu invece la protrettrice delle "sartine" cioè delle fanciulle povere che cucivano gli abiti delle signore. I goliardi torinesi (i non molti legati alla tradizione ottocentesca), ancora oggi festeggiano le "caterinette". Giovanette che gli studenti spesso illudevano con amori fugaci e che oggi non esistono più. Tornando al riferimento mercatilistico ed artigiano, si narra che furono i Crociati ad importare in Europa il culto della Santa finché nel 1373 il patriarca di Udine Marquardo concesse l' apertura nella sua diocesi di un mercato  dedicato a Santa Caterina. l veneziani  che occupavano ll Friuli, abiil mercanti, diffusero la novità  un pò ovunque. Nel mondo rurale San Martino è santa Caterina rappresentano due capisaldi fondamentali per lo scambio delle derrate,  per l' acquisto dei mezzi di lavoro o la loro manutenzione. Oggi chiaramente è l' ennesima occasione di fare acquisti a km zero, di gustare  piatti e bevande della tradizione grazie sopratutto alle Pro loco sempre attive a favore delle proprie comunità. Articolo di ERRECI Read the full article
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pettirosso1959 · 2 months ago
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Un mio scritto di tanti anni fa postato su un vecchio profilo ormai perduto.
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Cronache di Ponsacco (Pisa) [Scusate i termini].
Vi spiego perché gli abitanti di Ponsacco li chiamano "Rubaorsi".
Avverto gli incauti lettori che questa è una storia triste e dolorosa, fatta di soprusi e angherie.
Bisogna innanzitutto dire che i ponsacchini non hanno mai brillato per acume intellettivo, infatti basta guardarli in volto per capire che non sono propriamente persone sveglie e attente e solo in un lavoro erano piuttosto attivi e "scaltri": nelle ruberie ai danni dei forestieri e contadini. E, come se ai ponsacchini non bastassero le ruberie, avevano anche la mania di vessare gli abitanti dei paesi vicini, nei confronti dei quali istituirono perfino una tassa per chi proveniva dalla Alta Valdera e gli toccava attraversare il paese di Ponsacco, i tapini dovevano pagare la gabella sia per trasportare il prezioso sale dalle Saline di Volterra che per altre cose o merci, essendo costretti e obbligati, loro malgrado, a passare l'unico ponte sull'unica strada che collegava la Valdera alla pianura e al bacini dell’Arno (Vedere la foto). Inoltre non erano rari i furti di mercanzie varie che i trasportatori di allora portavano ai mercati di Pontedera e di Bientina, si dice che quando dopo essere transitati sul ponte frustavano le già esauste bestie per passare il più velocemente possibile in mezzo a Ponsacco e alle campagne limitrofe coi loro barrocci per evitare i birbaccioni.
Infatti, su Wikipedia si legge questo:
Gli storici che nel corso dei secoli hanno citato Ponsacco sono assai numerosi e questo ha contribuito a generare varie ipotesi ed incertezze sull'origine del nome. Attualmente, in base alle fonti più accreditate, si ritiene che il nome nasca dalla fusione di pons sacci che significa ponte di Sacco. È logico supporre che Sacco fosse il nome della persona che aveva fondato il ponte oppure che lo custodiva e riscuoteva i pedaggi di coloro che transitavano sul ponte del fiume Cascina, attualmente situato nelle immediate vicinanze del centro storico, sulla via Salaiola che conduceva alle Saline di Volterra.
Ma torniamo ai Rubaorsi.
Non contenti di rubare le merci, avevano anche il vizio di appropriarsi indebitamente delle cose più preziose che i contadini dei paesi nei dintorni avevano: i maiali.
Si narra (ma ci sono varie leggende a tal proposito) che un contadino, e qui ci sta tutto il detto "Scarpe grosse e cervello fino", stanco di vedersi portar via i maiali dalle stallette, vi rinchiuse dentro una di esse un orso fattosi prestare da un saltimbanco che faceva spettacoli itineranti nei dintorni. Quando i ladri entrarono dentro vi trovarono appunto la sorpresa: al posto del suino il bestione che, incazzato come un orso, non esitò ad attaccarli, le cronache narrano che una volta entrati non vi uscirono più, e che forse i resti furono dati in pasto agli altri maiali.
Certo che il racconto sopra è una delle tante varianti del fattaccio, tuttavia in rete ho trovato quest'altra che, pare, sia la più vera di tutte:
si dice che una volta un tale Cini, figlio di Palle di Mescuglio, un poco di buono di Ponsacco a capo di un manipolo di ladroni, si fosse messo in testa di fare incursione in una stalla per rubare un maiale. Tutto era pronto, quando il destino ci mise lo zampino. E il destino assunse le sembianze di un saltimbanco che con il suo orso girava per fiere e mercati. Il giullare chiese ospitalità al contadino che accettò ma l’orso, pensò, meglio metterlo nella stalla al posto del maiale…. Avrete già capito come andò finire. I ladroni di Ponsacco entrarono a tentoni nella stalla e si trovarono davanti la bestia feroce che con una zampata sfigurò il povero Cini. La voce di quella bravata finita male arrivò agli orecchi degli abitanti di Pontedera che cominciarono a sbeffeggiare i ponsacchini chiamandoli “Rubaorsi”.
Tutt'oggi allo stadio, ricettacolo di contumelie e prese di culo, quando gioca il Ponsacco, i giocatori e specialmente i suoi tifosi, vengono sbeffeggiati chiamandoli "Rubaorsi", vale a dire Tonti o Sciocchi.
Spero abbiate gradito questa turpe storia, e non mi mandate a quel paese... specialmente se quel paese è Ponsacco.
P.s.: O ponsacchini... si fa per scherzare, eh?
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