#federalista
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magauda · 7 days ago
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A ulteriore conferma della fede federalista di Taviani va citato l'impegno dimostrato nel corso di tutta la sua attività politica
Paolo Emilio Taviani, come ha scritto la Prof. Daniela Preda in suo recente saggio, <103 si avvicina ai problemi della politica internazionale solamente in età adulta, anche a causa dell’influenza che esercita su di lui la cultura italiana dell’epoca, fortemente influenzata dal fascismo e dai valori nazionalistici.Prima di questo periodo infatti, Taviani, pur registrando ed esprimendo delle…
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condamina · 7 days ago
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A ulteriore conferma della fede federalista di Taviani va citato l'impegno dimostrato nel corso di tutta la sua attività politica
Paolo Emilio Taviani, come ha scritto la Prof. Daniela Preda in suo recente saggio, <103 si avvicina ai problemi della politica internazionale solamente in età adulta, anche a causa dell’influenza che esercita su di lui la cultura italiana dell’epoca, fortemente influenzata dal fascismo e dai valori nazionalistici.Prima di questo periodo infatti, Taviani, pur registrando ed esprimendo delle…
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collasgarba · 7 days ago
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A ulteriore conferma della fede federalista di Taviani va citato l'impegno dimostrato nel corso di tutta la sua attività politica
Paolo Emilio Taviani, come ha scritto la Prof. Daniela Preda in suo recente saggio, <103 si avvicina ai problemi della politica internazionale solamente in età adulta, anche a causa dell’influenza che esercita su di lui la cultura italiana dell’epoca, fortemente influenzata dal fascismo e dai valori nazionalistici.Prima di questo periodo infatti, Taviani, pur registrando ed esprimendo delle…
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adrianomaini · 7 days ago
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A ulteriore conferma della fede federalista di Taviani va citato l'impegno dimostrato nel corso di tutta la sua attività politica
Paolo Emilio Taviani, come ha scritto la Prof. Daniela Preda in suo recente saggio, <103 si avvicina ai problemi della politica internazionale solamente in età adulta, anche a causa dell’influenza che esercita su di lui la cultura italiana dell’epoca, fortemente influenzata dal fascismo e dai valori nazionalistici.Prima di questo periodo infatti, Taviani, pur registrando ed esprimendo delle…
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bagnabraghe · 7 days ago
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A ulteriore conferma della fede federalista di Taviani va citato l'impegno dimostrato nel corso di tutta la sua attività politica
Paolo Emilio Taviani, come ha scritto la Prof. Daniela Preda in suo recente saggio, <103 si avvicina ai problemi della politica internazionale solamente in età adulta, anche a causa dell’influenza che esercita su di lui la cultura italiana dell’epoca, fortemente influenzata dal fascismo e dai valori nazionalistici.Prima di questo periodo infatti, Taviani, pur registrando ed esprimendo delle…
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whencyclopedes · 2 months ago
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Artículos de la Confederación
Los Artículos de la Confederación y de Unión Perpetua constituyeron la primera estructura gubernamental de los Estados Unidos de América, que concebida como un gobierno federal débil, cumplía el objetivo de proteger la soberanía de los estados. Adoptados por el congreso en 1777, entraron en vigor el 1 de marzo de 1781 y se mantuvieron vigentes hasta el 4 de marzo de 1789, fecha en que fueron sustituidos por la actual Constitución de los Estados Unidos.
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andre83us · 7 months ago
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«Europa cuore democratico ed economia forte»
Un’utopia? Non secondo i federalisti europei, riunitisi a Casa Cini lo scorso 13 aprile. Ecco il dibattito Un’Europa forte nell’unità, nella partecipazione e nella complementarietà delle sue anime: è questo il grande progetto partorito fin dal 1941 da Altiero Spinelli e altri antifascisti col Manifesto di Ventotene e che oggi è portato avanti soprattutto dal Movimento Federalista Europeo (MFE).…
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raffaeleitlodeo · 10 months ago
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Se la sinistra fatica da anni a trovare un ideologo da cui ripartire, la destra invece ne trova felicemente uno al giorno. E l'ultimo è Fleximan, esaltato oggi come "eroe" (testuale) dai giornali fasciotrash. Fleximan, per chi non lo sapesse, è il tizio o il gruppo che va in giro segando i pali degli autovelox, soprattutto in Veneto. Ora: è un po' un misterioso, a questo punto, il concetto di "vandalo" per la destra nostrana: lo è chi si siede sul Raccordo o getta vernice lavabile sui palazzi del potere, ma non lo è (anzi è "eroe") chi distrugge un bene pubblico pagato coi soldi dei contribuenti e utile a evitare incidenti. Del resto, l'intera vicenda dei limiti di velocità è ricca di divertenti contraddizioni: basti pensare che il capo di un partito sedicente federalista usa i suoi poteri di ministro a Roma per annullare le decisioni di un comune locale; il che, se non altro, fa un po' ridere come incoerenza. Dietro tutto questo c'è però, diciamo, una sfida culturale (scusate il vocabolo radical-chic). E non è tanto quella di chi vuole andare veloce a produrre Pil contro chi vuole "ascoltare gli uccellini" (cit. Salvini). E' proprio quella dell'Italia in cui ognuno vuole farsi i cazzi suoi contro quella che ha curiosamente superato l'età preistorica e quindi ha capito che, se si vive in società, il bene collettivo talvolta prevale sulla pulsione istintuale di fare i propri individuali comodi. Questa seconda, stranissima fetta di paese che si è emancipata dalla giungla è sicuramente minoritaria: basta vedere la auto parcheggiate in seconda fila e gli scaldabagno adagiati sui cassonetti. Non ci resta quindi che l'eroe Fleximan, che è un po' il Vannacci del codice stradale, avendo deciso di incarnare un altro pezzo del lungo e piuttosto putrido intestino italiano. Se uscisse dall'anonimato, sarebbe già capolista leghista per le Europee nel collegio nordest. Ecco, io non ho mai creduto nella superiorità morale della sinistra, essendo questa piena di stronzi e pure di farabutti. E' la palese inferiorità morale di questa destra che mi sembra tuttavia innegabile. Alessandro Gilioli, Facebook
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ripempezardexerox · 10 months ago
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hermano, ni siquiera voy a comentar. Si doy mi opinión me van a llamar machista, racista, fascista, malabrarista, taxista, dentista, contorsionista, trapecista, culturista, estecista, otorrinolaringólogo, halterofilia, alquimista, ciclista, endocrinólogo, motociclista, estilista, ornitólogo, guitarrista, pecuarista, bajista, mentalista, periodista, recepcionista, baterista, manioverista, neumologo, tratorista, esgista, futbolista, sta, papiloscopista, maquinista, telegrafista, operador telefonico, balconista, independiente, Ilusionista, anestesiólogo, ortopedista, dermatólogo, delantero, ortopedista, radiólogo, radialista, ginecólogo, latinista, saxofonista, patógo, paijista, electrista, catequista, bacteriólogo, medallista, reserva, genetista, ajedrez, saludista, maratonista, atomista, basquetbolista, algebraista, alquimista, fan anarquistas anarquistas apologista, archivista, delantero, bluelista, balconista, biólogo, adorador de calculadora, calvinista, dibujante, catequista,charadista, darwinista, perdedor, dibujante de derecha, divorcista, dogmático, ecologista, economista, entrevistador, ajedrez, epicurista, esclavo, esgrima, deportista, extremista, fetichista, feudalista, financista, formalista, alemanista, gobernador, hispano, inesperado, indio, periodista, manierista, manipulador, maquinista, masoquista, mentalista, modernista, paisajista, pecuarista, pesimista, pluralista, proyectista, radialista, grabista, reformista, arrepentido, reservista, retratista, ritualista, romance, saudí, sert anista, simbolista, socialista, clasista, sufragista, terrorista, trapecista, tractortista, troskista, unitarista, urólogo, violinista, aerólogo, antagonista, acuarelista articulista han- deirista, flagista, bolchevista, capitalista, capoeirista, chantajista, chovinista, colectivista, concergista, conformista, realista, credia- rista, deportista, electricista, izquierdista, etnólogo, evangelista, federalista, figurista, filaterista, futbolista, guitarrista,ilusionista, intriguer, linotipista, juggler, asi creo que es mejor quedarse callado.
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abr · 5 months ago
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Lega settimo partito a Milano e primo a Isernia, in crescita in Campania e in caduta a Vicenza.
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Cose confuse che capitano a chi perde l'orientamento federalista per inseguire i salutoromano nazionalisti. Ridateci la Liga Veneta degli anni '80, vi prego.
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Carismatico, coraggioso, indomito, Lussu è un figlio della Sardegna più profonda. Nato ad Armungia nel 1890, laureato in Giurisprudenza a Cagliari, amatissimo comandante della brigata Sassari (nella prima guerra mondiale ha ricevuto ben quattro medaglie dopo quattro anni di trincea per azioni sull’altipiano del Carso e della Bainsizza), ex deputato del Partito sardo d’azione, ha pagato cara, fin lì, la sua militanza, ma ha anche ottenuto una gran bella vittoria su un regime che sembra inattaccabile. Capelli e occhi neri, slanciato, elegante, occhiali dalla montatura di metallo, baffi e pizzetto, sguardo ironico e tagliente, in quel periodo si fa chiamare ‘Mister Mill’ e vive in clandestinità. Agli occhi dei giovani dell’epoca, lo dice Joyce stessa, è un personaggio leggendario, per le gesta in Sardegna e per la sua avventurosa fuga da Lipari. I fatti della Sardegna sono questi: la sera del primo novembre 1926, centinaia di fascisti hanno assediato la casa dell’avvocato Lussu. Non è un’azione isolata, è solo una delle rappresaglie che bande di fascisti organizzano in tutta Italia – devastando case, sedi di giornali, picchiando e assaltando – non appena si è diffusa la notizia dell’attentato fallito a Mussolini, avvenuto il giorno prima a Bologna per mano del sedicenne Anteo Zamboni. Lussu, che è un antifascista, ha partecipato alla secessione dell’Aventino dopo l’assassinio di Matteotti, è antimonarchico, ha lavorato a un progetto federalista-rivoluzionario per unire azionisti, repubblicani e socialisti, è nel mirino dei fascisti della sua città: l’ordine è di saccheggiarne la casa e linciarlo sul posto. L’organizzazione dell’assalto, nella sede del fascio, è durata tutta la giornata per cui c’è stato tempo e modo, per Lussu, di ricevere informazioni da voci amiche e preparare una reazione. Gli amici gli consigliano di scappare ma lui decide di restare in casa, situata nella piazza più centrale di Cagliari, lasciandola ben illuminata, «per dare un esempio di incitamento alla resistenza».
Scende in strada per vedere che succede, sente gli squilli di tromba che chiamano a raccolta i fascisti mentre la piazza si fa deserta. Risale, manda via la domestica. La città continua a serrarsi, i negozi abbassano le saracinesche, i cinema si svuotano. Al ristorante vicino casa dove va a pranzare, il cameriere – che è stato un suo soldato durante la guerra e ora è diventato fascista ma nutre ancora grande rispetto del capitano – lo scongiura di partire subito. La sentenza contro Lussu è stata emessa e lo sa tutta Cagliari. Persino gli inquilini del suo palazzo, tra cui un magistrato di Corte d’appello, si chiudono e tacciono terrorizzati. «Incominciai a preparare la difesa. Un fucile da caccia, due pistole da guerra, munizioni sufficienti. Due mazze ferrate dell’esercito austriaco, trofei di guerra, pendevano al muro». Due giovani amici e compagni si presentano per aiutarlo ma lui li congeda senza discutere. Spegne la luce e si avvicina alla finestra. Assiste alla devastazione della sede della tipografia del giornale «Il Corriere» all’angolo, poi a quella dello studio dell’avvocato Angius. Quindi risuona il grido «Abbasso Lussu! A morte!». È sorpreso di riconoscere tra gli assalitori persone che conosce bene, di cui è stato amico o compagno di scuola. La colonna si divide in tre parti e l’attacco arriva da tre punti: una squadra sfonda il portone e sale dalle scale, una cerca di entrare da un cortile sul retro, l’ultima si arrampica dai balconi. «Confesso che, nella mia vita, mi sono trovato in circostanze migliori. I clamori della piazza erano demoniaci. La massa incitava gli assalitori dalle finestre con tonalità di uragano». Lussu lancia un primo avviso, grida «Sono armato!» da dietro le persiane. Poi, mira e spara al primo che arriva sul balcone. Un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte piomba giù, sul selciato della piazza. Gli altri scompaiono in un lampo. Nonostante lo svolgimento dei fatti dimostri la legittima difesa (e infatti verrà assolto) e nonostante l’immunità parlamentare, Lussu viene portato in carcere. Ci vorrà un anno prima di arrivare a sentenza ma l’ordine di scarcerazione immediata è seguito da un ordine di domicilio coatto. Lussu è condannato alla pena di cinque anni di confino per misure di ordine pubblico e definito «avversario incorreggibile del regime». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 31-33.
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lou-art · 10 months ago
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Que opina nuestra chinita querida (y su creadora talentosa) de la nueva moneda que va a haber en la rioja? Como Riojana,digo que estamos en el horno 🫠
Me gustaría esperar un tiempo más para poder dar una opinión, pero por ahora pienso que Rocío puede estar alentada por sus pensamientos federalistas y la evocación del recuerdo de sus caudillos para estar apoyando todo esto ☠️ Sus gobernadores saben cómo manejarla e influenciarla, aprovechándose de su nostalgia jajaja
¡Para colmo nuestra chinita no piensa las cosas antes de actuar! Es MUY impulsiva, por lo que es probable que no se detuvo a pensar en las consecuencias de esta nueva moneda ni en lo malo que es pelearse con el gobierno nacional 😆 Gracias Chío por dejarme hacer un redibujo del meme versión 2024 (?)
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edtrueba · 2 years ago
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México ha tenido a lo largo del siglo xx e inicios del siglo xxi una relación ambigua, por decir lo menos, con la democracia. Si bien es cierto que el texto constitucional de 1917 se inspiró en los ideales democráticos de la Ilustración francesa y de los constituyentes de Filadelfia –especialmente en la idea de “soberanía popular” de Jean Jacques Rousseau, en la teoría sobre la división y el equilibrio de poderes de Charles de Montesquieu y en la teoría del gobierno representativo y la necesaria operación de frenos y contrapesos en las relaciones entre las instituciones fundamentales del Estado de Los Federalistas (Alexander Hamilton, James Madison y John Jay)–, también es cierto que el sistema político que emergió de la Revolución mexicana de 1910, y en el que nacieron y se desarrollaron sus piezas principales (partido oficial y presidencialismo) durante la primera mitad del siglo xx, siguió caminos diferentes, y muchas veces encontrados, a los modelos democráticos francés y estadounidense. El sueño republicano y democrático del texto constitucional fue desmentido de manera sistemática por relaciones de poder marcadas por el faccionalismo y el clientelismo, los dos principales tumores que acaban por corroer el cuerpo de cualquier república democrática digna de ese nombre. La democracia, por tanto, ha sido una forma de gobierno que –a nuestro pesar– no ha terminado por adquirir carta de naturalidad en el México contemporáneo. Su realización histórica ha sido episódica y escasa: la República restaurada (1867-1876), el gobierno de Francisco Ignacio Madero (noviembre de 1911 a febrero de 1913) y la novel e incipiente democracia electoral (1997 a la fecha); el peso de los acontecimientos ha acabado por ocultar las huellas de su memoria.
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prcg · 3 days ago
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Grupo izquierdista amenaza a los votantes de Michigan con una 'revisión' de los registros de votación
Crédito de imagenLogan Washburn/El Federalista El viernes llegó por correo un sobre de aspecto oficial. Provino del Centro de Participación Electoral, un vago grupo de izquierda, y contenía lenguaje amenazador. “Recuerde, por quién vota es privado, pero si votó o no es un registro público”, escribió el presidente del VPC, Tom Lopach, en la carta. “Les enviamos este correo a usted y a sus vecinos…
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wendellcapili · 1 month ago
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Ateneo de Manila University restages Nicanor G. Tiongson's "Pilipinas Circa 1907," directed by Missy Maramara. “Pilipinas Circa 1907” articulated the contexts and nature of the opposing Federalistas and Nacionalistas during the American colonial period in the Philippines. Written by Nicanor G. Tiongson. Music composed by Lutgardo Labad, Louie Pascasio, and Lucien Letaba. 4 October 2024.
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ufficiosinistri · 2 months ago
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La Ragione di Stato - " Delitto e castigo"
“Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000” è sicuramente il libro sul calcio più atteso del momento. Dopo averci raccontato i mondiali nostrani ed essersi ingrandito a dismisura su svariate pagine online, ritorna il collettivo calcistico più sardonico ed aggiornato del panorama sportivo italiano. Su carta stampata, però, non è come sui social. Avverti il passare del tempo, ritorni sui tuoi passi, non hai paura dei giudizi degli altri, tieni il tuo ritmo, respiri a seconda dello sforzo e soprattutto non sei spinto da un’innaturale foga a voler dire la tua. I libri ti aiutano a soffermarti sui tuoi ricordi: possiamo risalire tutti a cosa stessimo facendo durante l’estate del 2000, è inutile negarlo. Io, per esempio lavoravo in una sala corse, e guardai tutte le partite dell’Italia dalla mia postazione, dietro ad una lastra di plexiglass, sugli schermi di quell’ambiente poco salubre ma così, drammaticamente, connesso con la realtà in cui mi trovavo.
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Chi lavorava, chi studiava, chi aveva la fortuna di essere già in vacanza. Chi era pendolare e chi aveva un bar o una panetteria. Delitto: i rigori contro l’Olanda in semifinale, le parate di Francesco Toldo, i falli di Iuliano e la tracotante giovinezza di Totti, che raggiunse l’apice con la leggendaria “Panenka” all’altissimo portiere olandese Van der Sar. Castigo: il disastro di Del Piero in fase di ripiego e le reti di Wiltord in pieno recupero e Trezeguet al golden goal, per quella finale che sembrava vinta. Fato, destino, karma e meriti. C’è poco Dostoevskij e tanto folklore, in questo libro che si legge tutto d’un fiato, complice una narrazione ficcante e sarcastica che, nonostante il finale noto, lascia, con il trascorrere del tempo di gioco, sempre un barlume di speranza nel lettore. Amato e Chirac in tribuna, noi e i francesi nelle piazze. Pizzul che non ce la fa più, Umberto Bossi che, abbandonata ormai del tutto l’idea federalista, si lascia scappare un “non tiferò per la Francia” a un giornalista che gli chiede di esprimersi sul risultato della finale. Nonostante il troppo scontato il capitolo finale, dedicato presente dei protagonisti di questa storia che sa tanto di “dove sono adesso”, “Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000” è uno dei volumi più commoventi e intimisti mai scritti sul nostro calcio. Dall’inizio alla fine. Non siamo usciti vivi dagli anni ’90, come non siamo riusciti a spazzare un pallone al novantatreesimo minuto di una finale europea. “Ma stavolta c’è qualcosa di diverso. A Napoli dieci anni fa, nel 1990, sono stati gli argentini a portarci contro la nostra volontà all’epilogo dal dischetto. A Pasadena nel 1994 e in Francia nel 1998 le partite si sono stancamente trascinate ai rigori per forza d’inerzia, senza che nessuno abbia fatto nulla o quasi per evitare questo finale. Stavolta è diverso. Stavolta siamo noi che abbiamo deciso, in scienza e coscienza, di portare l’incontro alla lotteria, di buttarla in caciara, di evitare che potesse vincere il più forte. Non dobbiamo avere paura di quanto abbiamo voluto.”
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