#evento culturale Giappone
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"Passione Giappone": l'appuntamento di marzo. Alla Biblioteca Civica “G. Canna”. Casale Monferrato
Alla Biblioteca Civica “G. Canna” con Rossella Marangoni “Sulle tracce delle yamanba. donne ribelli nell’immaginario giapponese” Sabato 22 marzo 2025 alle ore 11,00 si terrà il penultimo appuntamento della rassegna letteraria “Passione Giappone. Un viaggio tra libri e tè” con Rossella Marangoni che accompagnerà il pubblico “Sulle tracce delle yamanba. donne ribelli nell’immaginario…
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Equinozio di primavera 2025. Oggi il giorno e la notte si equivalgono Oggi, 20 marzo 2025, il Sole si allinea perfettamente con l’Equatore terrestre, segnando l’equinozio di primavera nell’emisfero boreale. È il momento in cui il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata in tutto il mondo, un evento astronomico che segna l’inizio ufficiale della primavera. A partire da oggi, le giornate inizieranno ad allungarsi progressivamente nell’emisfero settentrionale, portando con sé temperature più miti e il risveglio della natura. Nell’emisfero australe, invece, il fenomeno segna l’inizio dell’autunno, con giornate sempre più corte. L’equinozio di primavera ha da sempre un forte valore simbolico e culturale. Molte civiltà antiche lo consideravano un momento sacro legato alla rinascita e alla fertilità. Ancora oggi, in diverse parti del mondo si celebrano rituali e festività per accogliere la nuova stagione. Dal punto di vista astronomico, l’equinozio si verifica perché l’asse terrestre non è perpendicolare al piano dell’orbita, ma inclinato di circa 23,5 gradi. Questo porta alla variazione delle stagioni e a due equinozi all’anno: quello di primavera a marzo e quello d’autunno a settembre. Da domani, il Sole continuerà la sua ascesa verso il Tropico del Cancro, culminando con il solstizio d’estate a giugno, quando le giornate saranno più lunghe dell’anno. Miti e riti dell’equinozio di primavera: il ciclo eterno della rinascita L’equinozio di primavera ha sempre avuto un ruolo centrale nelle culture di tutto il mondo. Il perfetto equilibrio tra luce e oscurità è stato interpretato come un simbolo di rinnovamento, fertilità e trasformazione. Da millenni, popoli e civiltà hanno celebrato questo momento con rituali, feste e credenze che ancora oggi lasciano tracce nelle tradizioni contemporanee. Dalle civiltà antiche ai giorni nostri: l’equinozio tra mito e simbolismo L’idea della rinascita legata all’equinozio affonda le radici nei racconti mitologici di molte culture. Gli Egizi, per esempio, vedevano in questo fenomeno il ritorno della dea Iside, legata alla fertilità e alla resurrezione di Osiride. I Greci associavano l’evento al mito di Persefone, la figlia di Demetra che, con l’arrivo della primavera, tornava dall’oltretomba per riportare la vita sulla terra. Nell’antica Mesopotamia, la festa di Akitu segnava il capodanno e la vittoria del dio Marduk sul caos primordiale, un atto che simboleggiava il rinnovamento del mondo. Allo stesso modo, i Celti celebravano Ostara, la dea della primavera, con rituali di semina e accensione di fuochi sacri per propiziare la crescita dei raccolti. Anche nelle culture precolombiane, il passaggio della primavera era un momento sacro. I Maya costruirono le piramidi di Chichén Itzá in modo che, durante l’equinozio, il sole creasse l’illusione di un serpente che scende lungo i gradini della piramide di Kukulkan. Questo evento rappresentava la discesa della divinità per portare fertilità alla terra. Il legame con la Pasqua e le festività moderne L’equinozio ha influenzato anche le festività religiose più recenti. Il cristianesimo ha ereditato simboli legati alla rinascita e alla fertilità, come l’uovo di Pasqua, che affonda le radici nei culti pagani della primavera. Non a caso, la data della Pasqua viene stabilita in base all’equinozio: si celebra la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. Nelle culture orientali, la festività di Nowruz, il capodanno persiano, è una celebrazione dell’equinozio che risale a oltre 3000 anni fa. Ancora oggi, in Iran e in molte regioni dell’Asia Centrale, il passaggio alla nuova stagione viene accolto con banchetti, danze e riti di purificazione. In Giappone, lo Shunbun no Hi è il giorno in cui si onorano gli antenati e si visitano le tombe di famiglia, unendo il tema della rinascita a quello del rispetto per la continuità tra le generazioni. I riti della primavera: purificazione, fertilità e armonia Se molte celebrazioni moderne hanno perso il carattere mistico originario, i riti primaverili continuano a sopravvivere sotto diverse forme. Uno degli elementi più ricorrenti è l’acqua, simbolo di purificazione e rinnovamento. In molte culture antiche, come quella romana, si praticavano abluzioni rituali per eliminare le impurità accumulate durante l’inverno. Questa tradizione sopravvive nelle pulizie di primavera e nelle abluzioni religiose di varie fedi. Il fuoco è un altro elemento centrale. I falò accesi nelle campagne europee in epoca medievale per salutare la primavera erano eredi delle cerimonie celtiche e germaniche in onore della fertilità. Oggi, rituali simili si ritrovano nelle celebrazioni del Beltane celtico o nel festival di Holi in India, dove il fuoco e i colori simboleggiano la vittoria della luce sulle tenebre. Il concetto di semina si lega alla fertilità, sia in senso agricolo che simbolico. In epoca romana, i sacrifici a Cerere servivano a garantire un raccolto abbondante, mentre oggi molte culture mantengono usanze come la semina collettiva o la decorazione di uova come augurio di prosperità. Infine, il tema dell’equilibrio cosmico emerge in pratiche spirituali e filosofiche. Nell’induismo e nel taoismo, il momento dell’equinozio è considerato ideale per meditare e cercare armonia interiore, poiché rappresenta il perfetto bilanciamento tra yin e yang, luce e ombra. L’equinozio tra scienza e spiritualità: un ponte tra passato e futuro Se oggi l’equinozio è un fenomeno scientificamente spiegabile, il suo fascino simbolico resta intatto. Il fatto che il giorno e la notte siano perfettamente bilanciati continua a essere un potente promemoria del costante mutamento della vita e della ciclicità del tempo. Che si tratti di rituali arcaici o di semplici abitudini contemporanee, il passaggio alla primavera è un momento di rinascita, un’opportunità per rinnovare energie, sogni e speranze. In un mondo sempre più frenetico, forse il vero rito dell’equinozio è proprio quello di fermarsi un attimo, osservare il cielo e riconnettersi con il ritmo naturale della terra. Miti e riti dell’equinozio di primavera: il ciclo eterno della rinascita L’equinozio di primavera ha sempre avuto un ruolo centrale nelle culture di tutto il mondo. Il perfetto equilibrio tra luce e oscurità è stato interpretato come un simbolo di rinnovamento, fertilità e trasformazione. Da millenni, popoli e civiltà hanno celebrato questo momento con rituali, feste e credenze che ancora oggi lasciano tracce nelle tradizioni contemporanee. Dalle civiltà antiche ai giorni nostri: l’equinozio tra mito e simbolismo L’idea della rinascita legata all’equinozio affonda le radici nei racconti mitologici di molte culture. Gli Egizi, per esempio, vedevano in questo fenomeno il ritorno della dea Iside, legata alla fertilità e alla resurrezione di Osiride. I Greci associavano l’evento al mito di Persefone, la figlia di Demetra che, con l’arrivo della primavera, tornava dall’oltretomba per riportare la vita sulla terra. Nell’antica Mesopotamia, la festa di Akitu segnava il capodanno e la vittoria del dio Marduk sul caos primordiale, un atto che simboleggiava il rinnovamento del mondo. Allo stesso modo, i Celti celebravano Ostara, la dea della primavera, con rituali di semina e accensione di fuochi sacri per propiziare la crescita dei raccolti. Anche nelle culture precolombiane, il passaggio della primavera era un momento sacro. I Maya costruirono le piramidi di Chichén Itzá in modo che, durante l’equinozio, il sole creasse l’illusione di un serpente che scende lungo i gradini della piramide di Kukulkan. Questo evento rappresentava la discesa della divinità per portare fertilità alla terra. Il legame con la Pasqua e le festività moderne L’equinozio ha influenzato anche le festività religiose più recenti. Il cristianesimo ha ereditato simboli legati alla rinascita e alla fertilità, come l’uovo di Pasqua, che affonda le radici nei culti pagani della primavera. Non a caso, la data della Pasqua viene stabilita in base all’equinozio: si celebra la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. Nelle culture orientali, la festività di Nowruz, il capodanno persiano, è una celebrazione dell’equinozio che risale a oltre 3000 anni fa. Ancora oggi, in Iran e in molte regioni dell’Asia Centrale, il passaggio alla nuova stagione viene accolto con banchetti, danze e riti di purificazione. In Giappone, lo Shunbun no Hi è il giorno in cui si onorano gli antenati e si visitano le tombe di famiglia, unendo il tema della rinascita a quello del rispetto per la continuità tra le generazioni. I riti della primavera: purificazione, fertilità e armonia Se molte celebrazioni moderne hanno perso il carattere mistico originario, i riti primaverili continuano a sopravvivere sotto diverse forme. Uno degli elementi più ricorrenti è l’acqua, simbolo di purificazione e rinnovamento. In molte culture antiche, come quella romana, si praticavano abluzioni rituali per eliminare le impurità accumulate durante l’inverno. Questa tradizione sopravvive nelle pulizie di primavera e nelle abluzioni religiose di varie fedi. Il fuoco è un altro elemento centrale. I falò accesi nelle campagne europee in epoca medievale per salutare la primavera erano eredi delle cerimonie celtiche e germaniche in onore della fertilità. Oggi, rituali simili si ritrovano nelle celebrazioni del Beltane celtico o nel festival di Holi in India, dove il fuoco e i colori simboleggiano la vittoria della luce sulle tenebre. Il concetto di semina si lega alla fertilità, sia in senso agricolo che simbolico. In epoca romana, i sacrifici a Cerere servivano a garantire un raccolto abbondante, mentre oggi molte culture mantengono usanze come la semina collettiva o la decorazione di uova come augurio di prosperità. Infine, il tema dell’equilibrio cosmico emerge in pratiche spirituali e filosofiche. Nell’induismo e nel taoismo, il momento dell’equinozio è considerato ideale per meditare e cercare armonia interiore, poiché rappresenta il perfetto bilanciamento tra yin e yang, luce e ombra. L’equinozio tra scienza e spiritualità: un ponte tra passato e futuro Se oggi l’equinozio è un fenomeno scientificamente spiegabile, il suo fascino simbolico resta intatto. Il fatto che il giorno e la notte siano perfettamente bilanciati continua a essere un potente promemoria del costante mutamento della vita e della ciclicità del tempo. Che si tratti di rituali arcaici o di semplici abitudini contemporanee, il passaggio alla primavera è un momento di rinascita, un’opportunità per rinnovare energie, sogni e speranze. In un mondo sempre più frenetico, forse il vero rito dell’equinozio è proprio quello di fermarsi un attimo, osservare il cielo e riconnettersi con il ritmo naturale della terra. Equinozio di primavera 2025: oggi il giorno e la notte si equivalgono Read the full article
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MOSTRA INTERNAZIONALE DI MAIL ART
ESSeRCi SeNZa eSSeRCi 2024 (XVII edizione) #02
A cura di _guroga & Enzo Correnti
Con la collaborazione di SKEDA Metropolitana di Prato, Claudio Balducci e lo studio/Galleria Lauraballa
Con il patrocinio del Comune di Prato
Spazio Valentini Via Bettino Ricasoli, 6 - Prato
Prato, 14/22 dicembre 2025
INGRESSO LIBERO
“eSSeRCi SeNZa eSSeRCi” è un evento di Mail art giunto alla XVII edizione.
La mail art è una pratica artistica d’avanguardia che consiste nell’inviare per posta a uno o a più destinatari opere generalmente di piccolo formato, cartoline, buste, e simili, rielaborate. Questa forma d’arte è anche conosciuta con il termine di arte postale. Con l’edizione 2024 sono previste tre mostre:
Spazio Ri-Creazione a Viareggio (Lucca), Spazio Valentini Prato.
e Spazio G43 la più piccola galleria alternativa di Prato .
Partecipano 162 Mailartisti con 385 opere provenienti da: Italia, Spagna, Belgio, Germania, Austria, Canada, Stati Uniti, Francia, Giappone, Inghilterra, Bielorussia, Brasile, Serbia, Argentina, Turchia, Venezuela, Nepal, Filippine, Russia, Malaysia, Croazia, Ungheria, Portogallo, Perù, Costarica, Polonia. La manifestazione comprende la mostra di Mail art “Esserci Senza Esserci” 2024 (17^ edizione) #02 e ospita come evento collaterale la mostra di Mailart “Fiorire” dello Studio/Galleria di Lauraballa di Prato con 157 Mailartisti partecipanti.
CHI SIAMO:
ENZO CORRENTI: Performer, poeta visivo, mailartista, collagista, arte parassita, installazioni, pittura, fotografia, camminatore, fondatore dello Spazio G43 la più piccola galleria alternativa di Prato, curatore di Esserci senza esserci.
_guroga: Artista venezuelana, videoartista, grafica, performer, mailartista, laureata in arti multimediali-perfomance. Anche avvocatessa aeronautica (post-laureata in economia). Curatrice e grafica di Esserci senza esserci.
SKEDA Metropolitana Rivista Artistica-Culturale di Prato
CLAUDIO BALDUCCI: Fondatore della Rivista AParte, tra i fondatori di Skeda Metropolitana. Docente di lingue straniere, attivo nell’attività sociale.
STUDIO/GALLERIA LAURABALLA: L’artista Lauraballa per chi ama sogni e simboli. Dipinge, scolpisce, organizza eventi d’arte con una visione poetica. Ideatrice di Artist Invasion e Coni Art.
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Spalle al mare, le poesie Carlo Maglitto presentate a Villa Biener
Servizio di Francesco Basso



Cipressa - Un evento culturale all'insegna della poesia quello svoltosi nella suggestiva Villa Biener. È stata presentata la raccolta poetica di Carlo Maglitto.
La giornata si è aperta con la visita alla mostra A spasso in Giappone, impressioni di viaggio sotto la pioggia, un’installazione dell'artista Judit Török che evoca atmosfere giapponesi attraverso un percorso sensoriale e visivo.
Successivamente Carlo Maglitto ha presentato il suo libro Spalle al mare, il primo titolo della nuova collana di poesia "L'Oceano e Luna", diretta dal poeta Giuseppe Conte e pubblicata da Alessandro Prevosto Editore. Insieme a lui sono intervenuti Alberto Pulinetti e Alessandro Prevosto per una riflessione sul libro e sul processo creativo che ha dato vita alla raccolta.
La presentazione di Spalle al mare si preannuncia come un’occasione unica per immergersi nel mondo poetico e visivo di Carlo Maglitto, un incontro tra arte e poesia che stimola il pensiero e la riflessione.




Link ripresa video parte dell'evento"
instagram
L'evento si è concluso con la proiezione del film dell’artista Claudia Borgna, poeta dell'immagine.
Dettagli libro:
La copertina del libro Spalle al mare è una fotografia di Max Mencarelli, che cattura con la sua sensibilità visiva l’essenza dei temi trattati nella raccolta.


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“ [Lo zar] Pietro lanciò la Russia in una gara tecnologica con l’Occidente, gara che la Russia sta ancora sostenendo. La Russia non ha mai potuto concedersi un riposo perché l’Occidente ha avuto in continuità nuovi scatti. Per esempio, Pietro e i suoi successori del secolo diciottesimo portarono la Russia all’altezza del mondo occidentale di allora, tanto da mettere la Russia in grado di battere nel 1709 gli invasori svedesi e nel 1812 gli invasori francesi; ma nella rivoluzione industriale del diciannovesimo secolo, l’Occidente si lasciò indietro ancora una volta la Russia dimodoché nella prima guerra mondiale la Russia rimaneva sconfitta dagli invasori occidentali tedeschi come due secoli prima lo era stata dai polacchi e dagli svedesi. L’attuale governo autocratico comunista poté soppiantare lo zarismo in Russia in seguito alla sconfitta che la tecnologia industriale occidentale aveva inflitto alla Russia nel 1914-17; e allora il regime comunista si accinse a rifare per la Russia, dal 1928 al 1941, quello che Io zar Pietro aveva fatto circa 230 anni prima. Per la seconda volta nel capitolo moderno della sua storia la Russia fu costretta da un governatore autocratico a una marcia forzata per mettersi a pari di una tecnologia occidentale che ancora una volta aveva preceduto la sua; e il tirannico indirizzo di occidentalizzazione tecnologica seguito da Stalin finì per essere giustificato, come quello di Pietro, dalla prova del campo di battaglia. La rivoluzione tecnologica comunista in Russia sconfisse gli invasori tedeschi nella seconda guerra mondiale come la rivoluzione tecnologica di Pietro aveva sconfitto gli invasori svedesi nel 1709 e francesi nel 1812. E poi, pochi mesi dopo il completamento della liberazione russa dall’occupazione occidentale tedesca (1945), gli alleati occidentali americani della Russia sganciavano sul Giappone una bomba atomica che annunciava l’erompere di una terza rivoluzione tecnologica occidentale. Così oggi per la terza volta la Russia si trova a dover fare una marcia forzata per portarsi alla pari di una tecnologia occidentale che per la terza volta l’ha fulmineamente distanziata. Il risultato di questo terzo evento della perpetua competizione fra Russia e Occidente è ancora nascosto nel futuro; ma è già chiaro che questo rinnovarsi della gara tecnologica è un’altra delle serissime difficoltà che intralciano i rapporti fra queste due società ex-cristiane. “
Arnold J. Toynbee, Il mondo e l'occidente, con una nota di Luciano Canfora, traduzione di Glauco Cambon, Sellerio (collana La memoria n° 268), 1993²; pp. 18-20.
[1ª Edizione originale: The World and the West, (Oxford University Press, 1953) edizione della Reith Lecture (programma culturale annuale della BBC radio) tenuta da Toynbee nel 1952]
#Storia#citazioni#leggere#letture#saggistica#tecnologia#Arnold J. Toynbee#storiografia#saggio storico#cambiamento#Luciano Canfora#culture#antropologia#Occidente#Russia#Il mondo e l'occidente#passato#Pietro I Romanov#zarismo#rivoluzione industriale#Pietro il Grande#imperialismo#libri#prima guerra mondiale#bolscevismo#autocrazie#Giappone#occidentalizzazione#Stalin#URSS
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Judo colorato sul fiume Rio Negro
Il judo è ovunque. Questa non è una favola. Questa è la realtà. Attraverso il programma Judo for the World, l'IJF ha già avuto l'opportunità di visitare molti luoghi incredibili e remoti, dove il judo è presente. È sempre un incanto scoprire che il nostro sport, nato in Giappone, ha saputo diffondersi in tutto il globo ed entrare nelle comunità più piccole, per condividere valori universali.
Il Brasile è un paese di judo, che vanta numerose medaglie mondiali e campioni olimpici. Quindi, non è sorprendente trovare il judo in tutta quella nazione, ma quello che potrebbe sembrare un po 'più sorprendente è che il judo è praticato anche dagli indigeni nelle comunità più isolate.
In occasione dell'Indian Day * (Dia do Indio), celebrato il 19 aprile, Lucio Glaucio Mendonça De Almeida (Project Manager e fondatore di un progetto sociale) e Jessica Muller Lima da Silva (insegnante di progetto) hanno organizzato un evento speciale nel comune di São Gabriel da Cachoeira, sostenuto dalla Confederazione Brasiliana di Judo. La piccola città si trova sulla sponda settentrionale del fiume Rio Negro, nella regione di Cabeça do Cachorro, nello stato di Amazonas, in Brasile, lontano dalle principali città.
Lucio Glaucio spiega: "Nel comune di São Gabriel da Cachoeira ci sono 23 gruppi etnici e il 95% degli abitanti sono indigeni, inclusi i gruppi etnici Baré, Tukano e Dessano. Insieme al portoghese, ci sono quattro lingue coufficiali: Nheengatu, Baniwa, Tukano e Yanomami. Da 46.000 abitanti, 95 sono ora judoka. Il programma che abbiamo sviluppato è un progetto sociale che mira ad aiutare bambini e giovani bisognosi ".
Ney Wilson, High Performance Manager della Confederazione brasiliana di judo, ha dichiarato a proposito del programma: "L'Indian Day è stato un giorno di festa per il judo in Amazzonia, dove hanno preso parte 50 giovani judoka, che si sono diplomati al São Gabriel da Cachoeira Judo Project. È incredibile pensare che vivano a 5 giorni di distanza da Manaus, in barca!
Questo progetto, realizzato nella città più indigena del Brasile, è un'iniziativa del Comune di São Gabriel da Cachoeira. Tuttavia ha il sostegno della Confederazione Brasiliana di Judo, della Federazione Judo di Amazonas e dell'ACOPAJAM (Associação Comunitária de Pais e Alunos de Judô do Amazonas - Associazione Comunitaria di Genitori e Studenti di Judo in Amazonas). Sensei Jéssica Miller è responsabile del progetto e mantiene il judo e lo spirito di Jigoro Kano nella capitale indigena del Brasile, con tutto il cuore. Ringraziamo il sindaco Clovis e il presidente della Federazione di judo di Amazonas, David Azevedo, per il loro supporto e lodiamo la dedizione dei nostri atleti e della nostra insegnante Jéssica, in questo luogo molto importante e significativo per il nostro stato! 'Non c'è missione più nobile sotto il sole di quella di insegnare,
Tutti gli studenti che hanno partecipato alla celebrazione del 19 aprile fanno parte del progetto Judo for All e tutti hanno voluto onorare le popolazioni indigene.
Il progetto, fondato nel novembre 2018, è un'iniziativa del governo municipale di São Gabriel. È stato guidato da Jéssica da quando è entrata a far parte del dipartimento sportivo del comune e, secondo i leader del programma, la domanda è aumentata grazie ai buoni risultati all'interno della comunità.
Per Lucio Glaucio e Jessika, "Questo programma è importante per i bambini e i giovani. Attraverso di esso, possono seguire e praticare il judo e il codice morale del judo. Ha già iniziato a cambiare la visione dei giovani e li ha aiutati a fuggire dal vulnerabilità sociale. Il progetto ha conseguenze positive e c'è un appello a svilupparlo sia in città che nelle comunità lungo il fiume. È importante per l'inclusione sociale. Anche i giovani che formiamo stanno ora partecipando alle competizioni ".
Purtroppo, per il momento, tutto è in attesa a causa della pandemia globale che colpisce in maniera massiccia il Brasile. Tuttavia, la cerimonia di consegna dei diplomi è avvenuta il 19 aprile e tutto riprenderà al più presto.
Lucio Glaucio e Jessika hanno anche spiegato che, "L'obiettivo del programma è aumentare il numero di judoka e il numero di beneficiari, ma la parte più importante è che anche la campagna ha bisogno di sport perché il numero di tossicodipendenti aumenta e il judo è un modo per combattere l'avanzata della droga. Utilizzato come strumento educativo, ha il potere di contribuire agli atleti e ai cittadini della nostra regione ".
Questa è un'osservazione comune; il judo non è mai solo uno sport e un'attività fisica. È uno strumento educativo. In una regione colpita dall'isolamento e da piaghe come il consumo di droghe, lo sport può aiutare molto. Questo è ciò che stanno facendo Lucio Glaucio e Jessika ed è per questo che il judo ha un ruolo così importante da svolgere e perché il judo sulle rive del fiume Rio Negro è così colorato.
* - La Giornata indiana (Dia do Indio), celebrata ogni anno il 19 aprile, è una festa ufficiale in Brasile, dichiarata nel 1943, che riconosce e onora le popolazioni indigene del Brasile. I popoli indigeni del Brasile sono indicati come nativi brasiliani o indiani brasiliani. Abitano il territorio del Brasile da prima dell'invasione europea. Sebbene i portoghesi sapessero già che il Sud America non era l'India quando raggiunsero per la prima volta la costa brasiliana, continuarono a usare la parola "indiani" (índios) per designare le persone del Nuovo Mondo.
L'Indian Day è stato istituito per celebrare l'anniversario del primo Congresso indiano interamericano che si è aperto in Messico il 19 aprile 1940. Viene celebrato principalmente negli stati con una popolazione indigena relativamente numerosa. Ad esempio, il comune di Bertioga, San Paolo, ospita il Festival nazionale indiano che è considerato il più grande evento culturale indigeno del mondo. L'obiettivo principale dell'Indian Day è dare ai brasiliani l'opportunità di conoscere la cultura e le tradizioni delle popolazioni indigene brasiliane e sensibilizzare i popoli incontattati.
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DA MERCOLEDI’ 8 GIUGNO A DOMENICA 26 GIUGNO
@ FIERA DI BERGAMO – VIA LUNGA
LO SPIRITO DEL PIANETA 2022
ECCO IL CAST DELL’EDIZIONE 2022
https://www.youtube.com/watch?v=jGf5aiDMC3o
8 - Mercoledì Saor Patrol
9 - giovedì Kurdo
10 - venerdì Willos
11 – Sabato Maoori
12 - domenica Gruppo Pizzica
13 - lunedì Incas
14 - Martedì Aztechi
15 – mercoledì accensione fuoco e Alfio Antico
16 – giovedì Martin O connors
17 – venerdì Oumou Sangare Mali
18 – sabato Navajo
19 – domenica Aborigeni
20- lunedì Barba Loutig Bretone
21 – martedì Notte dei tamburi
22 – mercoledì Yawanawa
23– giovedì Panama
24 – venerdì Giappone
25– sabato Burundi
26 – Domenica Grande evento con session a cui parteciperanno tutti i gruppi
- Appuntamento culturale internazionale, in previsione di Bergamo Brescia Capitali della cultura 2023
- Fiera di Bergamo punto centrale per gli eventi bergamaschi e della Regione
- 20 gruppi indigeni da tutto il pianeta
- 3 palchi per gli spettacoli
- Un padiglione fieristico con 170 espositori da tutto il pianeta
- Area olistica (presso il Padiglione fieristico)
- Area ristoranti di 4.000 M
- Area fuoco sacro e villaggi
- Conferenze, laboratori, cerimonie, worldshop
- 3.000 posti auto
Ingresso libero
Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo
Orari di apertura del centro
Tutti i giorni feriali e sabato: dalle ore 19.00 alle 24.00
Domenica: dalle ore 12.00 alle 24.00
INFOLINE
ASSOCIAZIONE LO SPIRITO DEL PIANETA
cell : 347 5763417 - [email protected] - www.lospiritodelpianeta.it
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Dal 7 dicembre al 08 dicembre 2024
MAIL ART HAPPENING
ESSeRCi SeNZa eSSeRCi 2024
(XVII edizione)
A cura di _guroga & Enzo Correnti
Con la collaborazione di Collettivo DadaBoom e
Collettivo Superazione
Spazio Ri-CreAzion3
Ore 17:00/22:00
Via Belluomini, 18 Viareggio (Lu) ITALIA
Inagurazione: sabato 30 novembre 2024
“eSSeRCi SeNZa eSSeRCi” è un evento di Mail art giunto alla XVII edizione.
La mail art è una pratica artistica d’avanguardia che consiste nell’inviare per posta a uno o a più destinatari opere generalmente di piccolo formato, cartoline, buste, e simili, rielaborate. Questa forma d’arte è anche conosciuta con il termine di arte postale. Con l’edizione 2024 sono previste tre mostre:
Spazio Ri-Creazione a Viareggio (Lucca), Spazio Espositivo Saletta Valentini del Comune di Prato e Spazio G43 la più piccola galleria alternativa di Prato .
Partecipano 153 mail artisti con 375 opere provenienti da: Italia, Spagna, Belgio, Germania, Austria, Canada, Stati Uniti, Francia, Giappone, Inghilterra, Bielorussia, Brasile, Danimarca, Singapore, Serbia, Argentina, Inghilterra, Turchia, Austria, Venezuela, Messico, Nepal. Il Mail Art Happening comprende la mostra di Mail art “Esserci Senza Esserci”, video art, performance, musica, poesia, danza.
L’evento collaterale di questa edizione è la mostra di Mailart “Fiorire” con 157 partecipanti dello Studio/Galleria di Lauraballa di Prato
Chi siamo:
ENZO CORRENTI: Performer, poeta visivo, mail artista, collagista, arte parassita, installazioni, pittura, fotografia, camminatore, fondatore dello Spazio G43 la più piccola galleria alternativa di Prato, curatore di Esserci senza esserci.
_guroga: Artista venezuelana, videoartista, grafica, performer, mail artista, laureata in arti multimediali-perfomance. Anche avvocatessa aeronautica (post-laureata in economia).
Curatrice e grafica di Esserci senza esserci.
Collettivo Ri-Creazione: L’Officina è uno spazio aperto a tutte/I ed ha come scopo la diffusione e lo sviluppo culturale nei territori. L’Arte per il cambiamento dell’esistente.
Collettivo Superazione: L’obiettivo del Collettivo Superazione è promuovere la cultura in tutte le sue forme come atto costruttivo di emancipazione e liberazione personale e sociale.
I fondatori condividonol’idea che l’arte contemporanea debba superare gli obsolenti parametri tecnici e critici che la riducono a passatempo e a puro mercato e riacquistare I valori conoscitivi, critici e politici che le spettano.
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Sol levante alla romana!! Da un proggetto di marco Antoniello e Christian marras! Hagakure event vi porta in un mondo onirico e magico del Giappone ! E negli spazi polivalenti del suntuoso e culturale spazio del caffè letterario..... con nuove sonrita’ del dj Christian marras e con un vento del Giappone sui nostri abiti e kimoni.....siete pronti a viaggiare con noi....musica, arte ,spettacolo..una amalgama di beat ....colori e sapori..hagakure event ha scelto come filosofia, da trasformare ogni volta un evento in omaggio alla cultura del sol levante ... un viaggio attraverso secoli e costumi,che Coniugano tradizione e modernità....schiude una finestra sull’antico universo giapponese..non dimenticando l’attualità’ di un proggetto rivolto ad un pubblico giovane e attento... La festa di Halloween si sposa perfettamente con la mania giapponese del consumismo sfrenato e di travestirsi....
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Daiichi Sankyo Convegno Anziani, supporto ai caregiver per la QOL degli anziani
Organizzato da ONDA e Daiichi Sankyo Italia il convegno “Presa in carico assistenziale e terapeutica del paziente anziano”
Roma, 30 settembre 2019 – Invecchiamento attivo, sicurezza delle nuove terapie anticoagulanti per i pazienti anziani, tecnologie digitali a supporto della gestione delle cronicità, e infine il prezioso e difficile ruolo del caregiver in un’Italia che conta sempre più anziani e necessita di migliori servizi sanitari e assistenziali. Sono questi i temi del convegno “Presa in carico assistenziale e terapeutica del paziente anziano”, l’evento organizzato da Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere e Daiichi Sankyo Italia, che oggi mette a confronto esperti del settore, classe medica e istituzioni.
L’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per percentuale di anziani, con 13,8 milioni di persone over 65, ovvero il 22,8% della popolazione totale, e detiene il record europeo, con la Francia, per presenza di ultracentenari (oltre 14 mila). Secondo l’Istat, all’inizio del 2019 sono 2,2 milioni gli individui di età pari o superiore agli 85 anni. In aumento anche i non autosufficienti, ad oggi circa 2,5 milioni che, secondo le stime, raddoppieranno entro il 2030, ma solo la metà di questi usufruisce di servizi sociosanitari, mentre il resto è assistito da un caregiver familiare, di cui 1 su 5 è a sua volta ultrasessantenne. Per ciò che riguarda la differenza di genere, la longevità delle donne rispetto agli uomini è controbilanciata da una inferiore aspettativa di vita in buona salute rispetto a questi; inoltre sulle donne grava maggiormente perdita di autosufficienza, a cui si aggiunge una maggiore predisposizione ai disturbi cognitivi e depressivi. Eppure, è donna anche la maggioranza dei caregiver che assistono gli anziani.
“Questa nuova realtà sociodemografica pone le istituzioni e la società civile di fronte alla necessità, ormai ineludibile, di interventi significativi a livello non solo sanitario ma anche culturale e socioassistenziale. È diventato più che mai cruciale promuovere l’invecchiamento attivo di tutti i cittadini, garantendo un’assistenza sanitaria adeguata e programmi di educazione sui sistemi di prevenzione dei rischi per la salute legati all’invecchiamento. Ma soprattutto – ha spiegato Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico-scientifico di Onda – è necessario dare il massimo supporto a quell’esercito silenzioso di milioni di donne e uomini che, ogni giorno e per anni, si prende cura dei di ignorarli e lasciarli soli.” nostri anziani non più autosufficienti. Persone, spesso anch’esse ultrasessantenni, che a titolo gratuito svolgono un prezioso e faticoso lavoro di alto valore sociale ed economico, ad oggi non ancora riconosciuto né tutelato nel nostro Paese. Non possiamo più permetterci di ignorarli e lasciarli soli.”
Pazienti anziani con cronicità e comorbilità: la gestione ed i costi della fibrillazione atriale (FA) L’epidemiologia dell’invecchiamento della popolazione italiana, caratterizzata dalla riduzione delle nascite, dall’aumento progressivo dell’aspettativa di vita, e dal contestuale incremento delle cronicità che impatta sulla qualità della vita dei singoli e sul costo sociale derivante dalla non autosufficienza in tarda età, è un dato di cui tener conto nella valutazione delle risorse da investire nella sanità pubblica. Una popolazione che merita particolare attenzione è costituita dagli anziani “fragili”, ovvero quei milioni di italiani in età avanzata o molto avanzata (grandi anziani) con gravi comorbilità, a rischio di disabilità e rapido deterioramento dello stato funzionale. L’approccio terapeutico per questi pazienti (>85-90 anni) deve essere basato su una valutazione multidimensionale che prenda in considerazione più aspetti della persona, tra i quali lo stato funzionale, cognitivo e sociale, oltre a quello propriamente clinico.
La vera sfida dei prossimi anni sarà la gestione integrata e interdisciplinare delle malattie croniche dell’anziano, una su tutte la Fibrillazione Atriale. I costi di gestione della FA in Italia ammontano a circa 5000€ per paziente all’anno. Circa il 96% dei pazienti affetti da FA è a rischio di ictus, terza causa di morte, ma prima causa di invalidità. Il 20-30% di tutti i casi di ictus è attribuibile a questa aritmia, e la percentuale aumenta in modo drammaticamente significativo con l’avanzare dell’età. Il paziente con fibrillazione atriale ed ictus è ad alto rischio di recidiva ischemica ma nello stesso tempo è ad alto rischio di emorragia – soprattutto intracranica – più frequente nel paziente anziano, perché spesso questo presenta disabilità residua con tendenza alle cadute, patologie legate al decadimento cognitivo o possibili interazioni farmacologiche dovute all’assunzione di più medicinali, con problematiche che interessano anche l’aderenza terapeutica. Lo specialista si trova a dover considerare tutti questi fattori prima di prescrivere un trattamento con anticoagulanti orali per la prevenzione secondaria dell’ictus.
L’innovazione farmaceutica e tecnologica procede proprio in questo senso, per offrire a questa categoria di pazienti una terapia più appropriata e sicura, quindi più efficace ed efficiente, per ridurre l’incidenza di ictus con un notevole vantaggio economico e sociale, ridurre gli episodi acuti e le ospedalizzazioni, limitando al contempo i costi sociali ed economici indiretti, come quelli che gravano sull’assistenza e sul caregiver. “Il progresso della ricerca scientifica e farmacologica ci consente oggi di vivere più a lungo, e non possiamo permettere che questo straordinario successo della scienza diventi un peso sociale, sanitario o economico. È per questo che Daiichi Sankyo si impegna da sempre a migliorare la qualità e non solo la durata della vita dei pazienti, anche di quelli più fragili e anziani. Un impegno che investe tutti gli ambiti, non solo quello scientifico e farmacologico. – ha commentato Massimo Grandi, Presidente e Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia – Siamo quindi particolarmente felici di sostenere le importanti attività di ONDA, e questo evento è solo il primo di una lunga serie di iniziative in ambito istituzionale, civile e culturale, a cui parteciperemo per promuovere l’invecchiamento attivo e contribuire ad affrontare questa nuova realtà non come problema, bensì come un’opportunità e una risorsa per l’intera società.”
“Terapie digitali” a supporto del paziente anziano e dell’aderenza terapeutica
Oggi si contano oltre 250.000 app che interessano la salute, e tra queste numerose sono le soluzioni studiate specificatamente per gli anziani e per facilitare il lavoro di chi se ne prende cura: sensori e braccialetti intelligenti che monitorano la postura e identificano eventuali cadute, sistemi automatici di identificazione di possibili nuove patologie o di monitoraggio di quelle in corso, app per smarthphone e tablet che favoriscono una maggiore aderenza al trattamento farmacologico, e sistemi che fanno uso della gamification per favorire la riabilitazione. Nuove soluzioni, come le terapie digitali – strumenti software in grado di somministrare terapie comportamentali a fini di prevenzione o cura – promettono inoltre significativi cambiamenti nell’assistenza a pazienti non più autosufficienti e con bisogni di cura a lungo termine, soprattutto per caregiver familiari che spesso non sono adeguatamente preparati. In particolare, i dispositivi mobili, grazie alla loro ampia diffusione e maggior semplicità di utilizzo rispetto ai personal computer, aiutano l’impostazione e la pianificazione della terapia farmacologica, fungono da promemoria, e permettono di accedere rapidamente a contenuti formativi e informativi sulla salute e sulle diverse patologie, e di comunicare a distanza con altri familiari coinvolti nella cura o con gli operatori sanitari. Tuttavia, affinché tali strumenti possano trovare una reale applicazione è necessaria una validazione scientifica, ad oggi ancora carente, mediante la conduzione di sperimentazioni cliniche che facciano uso di una metodologia di ricerca rigorosa.
Invecchiamento, fragilità, decadimento cognitivo: il difficile ruolo del caregiver, che nell’86% dei casi è donna
Secondo l’ultima analisi dell’Istat, che fa riferimento solo alle forme di assistenza fornite per problemi circoscritti a salute e invecchiamento, in media il 17.4% della popolazione, pari ad oltre 8.5 milioni di italiani, è caregiver: un esercito silenzioso di persone, spesso anch’esse anziane, rappresentato per la maggior parte da donne. L’indagine Ipsos-Farmindustria del 2018 ha documentato come quasi 9 donne su 10 del campione intervistato ricoprano questo ruolo con diversi gradi di intensità, in un terzo dei casi senza aiuti e con un alto tasso di insoddisfazione a causa delle difficoltà a conciliare questo compito con le necessità della famiglia, i propri spazi e interessi personali nonché gli impegni professionali. L’associazione del ruolo di caregiver al genere femminile affonda le proprie radici in un retaggio culturale e in un contesto sociale fortemente connotato nel nostro Paese, anche se sono sempre più numerosi gli uomini che affiancano le proprie partner o che sono in prima linea. Ciò che cambia è l’approccio verso il malato: l’uomo ha un atteggiamento più pragmatico teso alla risoluzione dei problemi, mentre la donna è più emotiva ed empatica.
Indipendentemente dal genere di appartenenza, il ruolo di caregiver rappresenta un compito ad alto “costo”, considerato il peso dell’impegno e della responsabilità che inevitabilmente si ripercuote sulla salute fisica e psichica e sulla quotidianità, investendo le relazioni affettive, la vita sociale e la sfera lavorativa, un carico pesante, gravato dalla difficoltà di conciliarlo con emozioni come il senso di inadeguatezza o di colpa, la solitudine, la rabbia. Diverse ricerche hanno evidenziato come ciò porti spesso il caregiver a trascurare la propria salute, fino a sviluppare la sindrome del burnout, uno stato di esaurimento emotivo, che può portarlo perfino ad avvertire un senso di fastidio nei confronti della persona assistita, che si aggrava nei casi in cui il paziente accudito è affetto da patologie come demenze e disturbi psichici, su cui a tutt’oggi pesa uno stigma sociale.
Nella popolazione anziana ultrasessantacinquenne dei Paesi occidentali le malattie neurodegenerative rappresentano la quarta causa di morte; la loro diffusione è in costante crescita quale conseguenza dell’allungamento dell’aspettativa di vita. In Italia circa l’80% delle persone colpite da demenza sono assistite a casa da familiari, i quali svolgono gratuitamente una preziosa attività di assistenza, attività non riconosciuta nel nostro Paese dal punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo. Esiste un Fondo dedicato, istituito con la legge di bilancio 2018 per “la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare” ma, di fatto, le risorse non sono disponibili perché manca una normativa a sostegno: ad oggi si attende ancora l’esito dell’iter parlamentare del testo unificato “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” che raccoglie le diverse proposte di legge.
Fonte: Daiichi Sankyo Italia
Daiichi Sankyo Daiichi Sankyo è un Gruppo attivamente impegnato nello sviluppo e nella diffusione di terapie farmaologiche innovative con la mission di migliorare gli standard di cura a livello globale e di colmare i diversi bisogni dei pazienti ancora non soddisfatti, grazie ad una ricerca scientifica e una tecnologia di prima classe. Con più di 100 anni di esperienza scientifica e una presenza in più di 20 Paesi, Daiichi Sankyo e i suoi 15.000 dipendenti in tutto il mondo, possono contare su una ricca eredità di innovazione e una valida linea di farmaci promettenti per aiutare le persone. Oltre a mantenere il suo solido portafoglio di farmaci per il trattamento delle malattie cardiovascolari, e con la Vision del Gruppo al 2025 di diventare una “Global Pharma Innovator con vantaggi competitivi in area oncologica”, Daiichi Sankyo è impegnata nella ricerca di nuove terapie oncologiche e in altre aree terapeutiche incentrate su malattie rare e disordini immunitari. Per maggiori informazioni visita il sito http://www.daiichi-sankyo.it
Contatti Daiichi Sankyo Elisa Porchetti Tel.+39 0685255-202 [email protected]
Valeria Carbone Basile Tel: +39 339 1704748 [email protected]
Onda Federica Rossi Tel +39 02 29015286 [email protected]
ONDA Onda dal 2005 si propone come modello innovativo di attenzione alla salute femminile, declinando il proprio impegno nelle diverse fasi che caratterizzano la vita della donna, in tutte le fasce di età. L’obiettivo è di promuovere una cultura della salute di genere a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale per garantire alle donne il diritto alla salute secondo principi di equità e pari opportunità. L’Osservatorio ha creato oltre ai Bollini RosaArgento anche il network Bollini Rosa che conta 306 ospedali che prestano attenzione specifica alle patologie femminili.
#ONDA Daiichi Sankyo Italia#Onda Convegno Anziani Roma#Daiichi Sankyo Convegno Anziani#Caregiver Convegno Anziani Roma
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MODENA CITY RAMBLERS IN CONCERTO A CORTALE
MODENA CITY RAMBLERS in concerto in occasione della festa della birra Comune di Cortale
INGRESSO LIBERO START ore 21.30. EVENTO DI CORTALE ESTATE 2019
info WhatsApp 333.4509901
I MODENA CITY RAMBLERS nascono nel 1991 come gruppo di folk irlandese, innamorati della musica e delle tradizioni dell’isola di Smeraldo. Dopo lo storico demo-tape autoprodotto COMBAT FOLK (MCR, 1993), nel 1994 esce per l’indipendente XRecords il primo album, RIPORTANDO TUTTO A CASA, piccolo e raro caso d’immediato successo a livello underground, poi ripubblicato dalla Blackout / Mercury. E’ un disco con cui i Ramblers rivendicano un’identità meticcia, fatta di Irlanda ed Emilia, dei racconti sulla Resistenza e degli anni ‘60, di viaggi e di lotte. Il disco costituisce tuttora il best seller nella discografia della band, con più di 200.000 copie vendute ad oggi! Nel 1996 arriva nei negozi il secondo lavoro, LA GRANDE FAMIGLIA (Black Out / Mercury). Il suono comincia a cambiare e il folk si contamina con il punk e il rock. Terzo capitolo discografico nel 1997: esce TERRA E LIBERTA’ (Black Out / Mercury), fortemente influenzato dai viaggi nel continente latino-americano, dalla lettura e dalla frequentazione di molti scrittori di quelle terre. Sul finire dell’anno la band suona in Bolivia, a Vallegrande per le celebrazioni del ventennale dalla morte di Che Guevara, e poi a Cuba, dove si esibiscono in Plaza de la Revolucion davanti a 500.000 persone. Nel 1998, dopo oltre 500 concerti, i Ramblers realizzano RACCOLTI (Black Out / Mercury), registrato dal vivo in un pub e completamente acustico. Nel 1999 il gruppo pubblica FUORI CAMPO (Black Out / Universal), con il nuovo marchio Universal che si sostituisce al vecchio Polygram: nelle sue canzoni convivono i suoni del folk irlandese degli esordi e la nuova ricerca espressiva
più “contaminata”. Importante la collaborazione con lo scrittore cileno Luis Sepulveda, che scriverà poi per la band “Una Perfecta Excusa”. Il disco viene pubblicato anche in Giappone, per la locale consociata Universal. Nello stesso anno la Giunti dà alle stampe la prima vera biografia dei Ramblers, COMBAT FOLK: L’ITALIA AI TEMPI DEI MODENA CITY RAMBLERS, scritta da Paolo Ferrari e Paolo Verri. Dalle piazze italiane ai piccoli club delle Asturie e della Catalogna, dai campi Saharawi nel deserto con esibizioni solidali, dalla Bolivia al Sudafrica all’interno d’importanti festival, i Modena City Ramblers macinano km e impegni, proponendosi come fenomeno non solo italiano. Nel 2002 esce RADIO REBELDE (Blackout / Universal), prodotto da Enzo “Soulfingers” Rizzo, già dietro il mixer con Mano Negra e Les Negresses Vertes. Nelle sue tracce il punk, l’elettronica, il dub, il reggae, i ritmi africani, latini e balcanici s’inseriscono sull’originaria base folk / popolare in maniera personale e innovativa. Nello stesso anno il gruppo inaugura una propria etichetta di produzione discografica: la Modena City Records. La tournée di RADIO REBELDE non ha confini per gli MCR: nel 2003 sono ospiti della comunità zapatista del Chiapas e suonano per gli indios del vicino Guatemala. Nello stesso anno viene pubblicato il mini-cd MODENA CITY REMIX (Black Out / Mercury), un progetto per i dancefloor con remix di artisti e dj particolarmente apprezzati per il loro stile dai Ramblers: tra gli altri i Transglobal Underground e i Feel Good Productions. ¡VIVA LA VIDA, MUERA LA MUERTE! arriva nei negozi nel 2004, prodotto da Max Casacci dei Subsonica, sempre per la Blackout-Mercury/Universal: diventerà disco d’oro, superando le cinquantamila copie vendute, mentre la canzone “Ebano” vincerà il prestigioso premio “Amnesty – Voci per la libertà”, come esempio di brano impegnato nell’ambito delle tematiche dei diritti umani. Sempre nel 2004 arriva nei negozi il primo DVD ufficiale della band, CLAN BANLIEUE: 1992-2004, la Grande Famiglia in Movimento (Universal/ Black Out). Nel 2005 vede la luce APPUNTI PARTIGIANI (Mescal/ MCRecords), in coincidenza con il sessantesimo anniversario della Liberazione. La produzione del disco, seguita direttamente dai Ramblers, vede la partecipazione, tra gli altri, di Francesco Guccini, Moni Ovadia, Piero Pelù, Goran Bregovic e la sua Wedding and Funeral Band nonché il britannico Billy Bragg, tutti a interpretare brani legati al tema della Resistenza. Il cd è il primo a essere pubblicato dalla Mescal, fino a questo momento Management e Booking Agency del gruppo, in coproduzione con la MCRecords e con distribuzione Universal. Come già i precedenti due cd, l’album arriva nella Top Ten italiana di vendite discografiche, diventa disco d’oro e si accompagna a un ennesimo fortunato tour che porta la band in giro per l’Italia. Alla fine del 2005, arriva l’abbandono del cantante Stefano “Cisco” Bellotti: dopo 14 anni di concerti, dischi, viaggi e incredibili soddisfazioni, Cisco compie una scelta che, come in precedenza per altri abbandoni (Alberto Morselli, cantante nel primo disco, Marco Michelini, violinista nei primi due dischi, Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, chitarra e fisarmonica fino a FUORI CAMPO), è figlia soprattutto di esigenze personali ed è compiuta con grande serenità e senza dissapori. I nuovi elementi provengono dalla cerchia di amici e compagni di strada dei Ramblers: Davide “Dudu” Morandi, cantante dei conterranei “Mocogno Rovers” (compare anche nella copertina di GRANDE FAMIGLIA) e, prima presenza femminile stabile nel gruppo, la cantante e attrice Betty Vezzani. Per la produzione artistica del nuovo disco la band chiama il noto produttore inglese Peter
Walsh, già collaboratore, tra gli altri, di Simple Minds e Peter Gabriel. Tra gli ospiti di rilievo che partecipano alle registrazioni la brass band macedone Original Kocani Orkestar e il celebre musicista irlandese Terry Woods, membro dei Pogues e tra i principali esponenti del folk irlandese dagli anni ‘70 ad oggi. DOPO IL LUNGO INVERNO (Mescal/MCRecords) esce nel 2006 ed entra immediatamente in classifica all’undicesimo posto. Dopo un tour di 100 tappe e oltre duecentomila presenze, il 6 ottobre giunge la tragica notizia della scomparsa, in seguito ad un incidente stradale, di Luca “Gabibbo” Giacometti, mandolinista e bouzoukista nella band dal 2002. I Ramblers e Cisco lo piangono assieme a migliaia di fans giunti da tutta Italia. Col nuovo anno è pronto il disco “internazionale” su cui i Ramblers avevano nei due anni precedenti lavorato assieme a Terry Woods: BELLA CIAO (Italian Combat Folk For The Masses), viene pubblicato nel 2008 dalla MESCAL/MCRecords in Italia, Germania, Olanda e Svizzera. Il disco contiene alcune delle canzoni più significative dello stile e del percorso musicale dei Ramblers “rilette” con l’aiuto di Terry Woods, nonché alcuni inediti tradizionali incisi per l’occasione, e porterà i Ramblers a macinare km e concerti in tutta Europa. Nel 2009 gli MCR rientrano in studio di registrazione. La produzione torna a essere curata direttamente dai Ramblers, che scrivono e arrangiano tutte le dodici canzoni del disco, molte delle quali legate al concetto di libertà, in tutte le sue diverse declinazioni personali e sociali. ONDA LIBERA (Mescal/MCRecords) è l’undicesimo album della band e al disco partecipa anche il nuovo fisarmonicista e tastierista Leonardo Sgavetti. A un mese dalla pubblicazione del disco, i Ramblers e LIBERA – l’associazione di cooperative creata da Don Luigi Ciotti – portano in giro per l’Italia “Onda Libera in Libera Terra”, un tour particolare che vede la band, assieme a numerosi ospiti fra i quali Dario Fo e Marco Paolini, esibirsi presso i beni confiscati alle mafie sui quali operano le cooperative di LIBERA. Dopo un’intensa estate di concerti, giunge la notizia dell’abbandono della band da parte di Kaba Cavazzuti (già primo produttore e poi musicista nel gruppo) e Betty Vezzani. Per entrambi la decisione è dettata da scelte di vita strettamente personali, al contempo entra nella band il chitarrista Luca Serio Bertolini, cantautore e tecnico al seguito della band ormai da tempo. SUL TETTO DEL MONDO viene pubblicato da MESCAL/MCRecords nel 2011 ed è il dodicesimo capitolo della vicenda artistica della band, nata esattamente vent’anni prima. Tredici sono le canzoni del cd; tutte scritte, arrangiate e prodotte dalla band. Tra i pochi amici musicisti ospiti nelle canzoni, spicca il nome di Tony Esposito, storico percussionista napoletano. La band non si concede riposo e già nel 2012, dopo averci lavorato a lungo come progettazione e scrittura, pubblica un doppio cd a nome BATTAGLIONE ALLEATO (MESCAL/MCRecords distribuito Universal): uno speciale progetto curato dai MCR che firmano anche buona parte delle 26 canzoni presenti, sia come MCR che come gruppi di lavoro aperti a collaborazioni esterne. I dischi celebrano la memoria di un episodio particolare della Lotta di Liberazione avvenuto in terra reggiana. Dopo APPUNTI PARTIGIANI (2005) e la partecipazione a MATERIALE RESISTENTE (1995), questa pubblicazione rappresenta per gli MCR un ulteriore capitolo di un lavoro musicale sulla Memoria Storica che non cessa di essere preminente esigenza artistica e culturale. A tour concluso, Luciano Gaetani, dopo tre anni in pianta stabile nella band, ritorna alla sua occupazione principale di psicologo e in sette i Ramblers pubblicano nel 2013 NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE (MESCAL/MCRecords, distribuito Universal),
doppio cd e tredicesimo disco e lavoro dalla duplice anima, “combat” e poetica, incentrato su storie d’Italia di ieri e di oggi. Nel 2014 ricorre il ventennale del debutto discografico (RIPORTANDO TUTTO A CASA fu pubblicato nel 1994) e la band decide di celebrare l’evento con uno speciale tour che li vede protagonisti da marzo in avanti nei locali e nelle piazze di tutta Italia: con “Venti”, questo il nome scelto per il live, i Ramblers propongono le canzoni più note e qualche chicca estratta dalla loro ventennale discografia in uno show pensato in tre set: patchanka celtico, acustico e combat folk, a evidenziare le tre anime che contraddistinguono il suono Ramblers. Dalla prima data tenutasi in marzo a Bologna viene ricavato un doppio cd/dvd dal vivo chiamato appunto VENTI (MCRecords/Universal). Questo è anche il primo prodotto discografico dall’abbandono della Mescal, con la quale erano stati coprodotti tutti i dischi precedenti dal 2005. Nel 2015 viene pubblicato TRACCE CLANDESTINE (MCRecords/ Universal) con numerose partecipazioni di amici e artisti italiani e internazionali, tra i quali Eugenio Finardi, la Pegatina, Bongo Botrako, Mellino de Les Negresses Vertes e i Dubioza Kolectif. Il disco si compone di tracce particolari, mai registrate, oppure comparse solo in dischi oggi introvabili, canzoni spesso di altri autori che rientrano a pieno nel registro culturale e musicale dei MCR. Sul finire dell’anno i Ramblers intraprendono una serie di concerti europei assieme ai 99 Posse, in un inedito connubio live chiamato RESISTENZA GLOBALE TOUR, che li porta a fare sold-out in club londinesi, olandesi e francesi. Nel 2016 i Modena City Ramblers festeggiano i 25 anni dalla loro formazione. Per l’occasione varano una speciale tournée, la “Punk’n’Folk Revue”, che rivisita il loro intero repertorio e li porta con grande successo di pubblico a totalizzare più di settanta date tra la primavera e l’estate. Nel novembre ripetono quindi ancora l’esperienza del RESISTENZA GLOBALE TOUR assieme ai 99 Posse con un altra serie di sold out europei. Nel marzo 2017 pubblicano il nuovo disco di inediti dopo quattro anni, MANI COME RAMI, AI PIEDI RADICI (MCRecords/ Believe) e partono con il nuovo tour. “Mani come rami, ai piedi radici” è composto da 13 tracce che non fanno riferimento alcuno a episodi di cronaca ed eventi storici, a differenza del doppio cd del 2013 “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Resta invece tutto il mondo espressivo caro alla band, dove la poesia si accompagna alla verve istrionica del dialetto, ma anche dello spagnolo e dell’inglese; incroci che rispecchiano la voglia di conoscere e incontrare, musicalmente di sperimentare e intrecciare stili e linguaggi. A differenza dei loro ultimi lavori, i Modena City Ramblers in questa nuova avventura in studio fanno tutto da soli, con l’eccezione di un’unica collaborazione di grande prestigio: la band americana Calexico, che impreziosisce di sapori desertici l’ammaliante ballata “My Ghost Town”, cantata in inglese e punto di approdo tra orizzonti morriconiani, celtici e tzigani.
Nel 2018 i Modena City Ramblers tornano in tour, dopo le oltre 80 date con cui hanno portato in giro per i palchi di tutta Italia il loro sedicesimo album in studio Mani come rami, ai piedi radici (2017, Modena City Records), e annunciano le prime date del “Sulla strada, controvento tour”, una serie di appuntamenti live in cui la storica folk band emiliana proporrà alcuni brani estratti dall’ultimo album, alternati a dei loro grandi classici.
http://www.eventiincalabria.it/eventi/modena-city-ramblers-in-concerto-a-cortale/
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Franz Di Cioccio a Musicultura: “Vi racconto come abbiamo vissuto il Rinascimento della musica italiana”

A parlare della Premiata Forneria Marconi, pietra miliare della storia del Progressive Rock e leggenda internazionale fin dagli anni ’70, è Franz Di Cioccio, frontman e batterista della band, ospite de La Controra e della prima Serata Finale di Musicultura; mercoledì 19 Giugno, l’artista ha raccontato le tappe del Rinascimento della musica italiana e di quando nel ’74 registrò un disco live tra il verde e i grattaceli, nell’Hyde Park di New York. Poco prima dell’incontro con il pubblico al Palazzo Conventati, Di Cioccio ha rilasciato questa intervista alla redazione di Sciuscià.
Vi esibite senza sosta dagli anni ’70, siete reduci dall’intenso tour mondiale “Emotional Tattoos tour”, che ha fatto tappa in Giappone, in America, nel Regno Unito e nel nostro Paese. Come accoglie il pubblico internazionale la vostra musica?
Bene, abbiamo abituato il pubblico tanto tempo fa alla nostra musica. Difatti, abbiamo iniziato presto a suonare all’estero, pensando fosse troppo riduttivo esibirci solo nel nostro Paese, considerando che il confronto con altre persone ci avrebbe offerto ulteriori possibilità di crescita. Siamo incuriositi dalla continua ricerca di stimoli e suoni: è la chiave del mestiere di musicista. Mano a mano questa strategia si è consolidata, di pari passo al nostro confronto con più tipologie di ascoltatori. Il coronamento della scelta di suonare all’estero è stata la vincita, lo scorso anno, del titolo di Band Internazionale all’International Prog Awards, dopo un contest del Prog Magazine inglese, rivolto a lettori di tutto il mondo. Ci capita spesso di cantare in italiano, fuori dal nostro Paese. Infatti “Emotional Tattoos” è stato registrato nella doppia versione. Nonostante questo, nell’ultimo concerto londinese abbiamo cantato in lingua originale per la melodia, la dolcezza e la poesia di alcuni testi.
Una carriera al fianco di De André, la vostra. I brani di Faber appartengono anche a questa nostra società, cinica e disincantata. In che modo, oggi, è possibile raccontare quelle tematiche cantate da Fabrizio, che continuano a essere ancora attuali?
Il nostro incontro con De André è stato un evento eccezionale, nato da una mia intuizione. In America abbiamo constatato che i generi sono rispettati e non vengono discriminati, perché chi fa musica fa parte del tessuto sociale e culturale del Paese: nascevano infatti collaborazioni molto interessanti tra cantautori e band; basti pensare a Jackson Browne con gli Eagles o Bob Dylan con i The Band. Il pubblico italiano però non era abituato a questi incontri e a questi approcci alla musica. La PFM aveva già lavorato con Fabrizio per “La buona novella”; un giorno ci venne ad ascoltare a Nuoro e ci invitò a pranzo. Ne approfittai per fargli una proposta indecente, prendere coraggio e fare quello che nessuno in Italia aveva mai fatto. Inizialmente titubante, vista la sua natura ostinata e contraria, disse “Belin, è pericoloso!? allora lo faccio!”. Abbiamo messo a sua disposizione un patrimonio musicale. Tutto questo non ha segnato solo la storia della nostra discografia, ma anche il senso della musica in Italia, dimostrando che la condivisione artistica, nella nostra ricerca e sperimentazione, avrebbe dato un grande apporto alla diffusione della poetica dei suoi testi all’interno delle canzoni.
La fruizione e la produzione della musica subiscono continuamente evoluzioni. In che modo vi approcciate ai cambiamenti, sempre più frequenti, del mercato musicale?
Non credo nel mercato musicale, propenso soltanto alla vendita dei dischi, magari di quelli più orecchiabili. Confido però nel talento delle persone. Non esiste un genere che ti fa vendere con assoluta sicurezza; esiste la capacità dell’artista, che dà la giusta carica all’animo. A discapito dei fenomeni indotti, quelli spontanei sono più duraturi perché più liberi. Non c’è una regola per arrivare al “successo”, participio passato del verbo succedere. Prima bisogna produrre un bel disco; solo quando è successo, allora arriva il successo.
La vostra storia è segnata da tanta musica e innumerevoli collaborazioni. Qual è il prossimo progetto della PFM?
Quest’anno abbiamo fatto la tournée “PFM canta De André Anniversary”, perché spesso le cose belle in Italia non vengono ricordate. Eppure, ci sono state 45 date sold out, 6 delle quali solo a Milano. Abbiamo suonato con rigore e con maestria, ma soprattutto con passione. Fabrizio è come un’autostrada: ti fa viaggiare dove vuoi, sapendo che sarà un viaggio lungo. Il prossimo progetto? Fare un disco diverso, quindi non sapere cosa riserverà il domani. Nel futuro c’è l’intrigo, che manca nella replica di una cosa che ha già il profumo di successo. Se scaviamo attraverso le emozioni, tra i ricordi e tra i viaggi, arriverà un’idea nuova: quello sarà il prossimo album!
Quale consiglio dareste agli otto vincitori di Musicultura, per vivere una carriera premiata e fortunata come la vostra?
Uno dei consigli più semplici: essere quello che si è e mai quello che si vuol sembrare. Per fare heavy metalnon basta comprare un chiodo e suonare la chitarra bassa; l’hanno già fatto. Bisogna raccontare ciò che ci fa gioire o soffrire. Non tutti i sogni vengono subito a galla; qualcuno diventerà realtà inaspettatamente.
Loretta Paternesi Meloni
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Le tre S di Brussels: Spiritosa, Saporita e Spensierata
L’anima eccentrica della Capitale delle Capitali: tra musica, prodotti tipici e mostre d’arte
La piazza centrale nella città vecchia di Bruxelles
In Belgio, Brussels (Bruxelles) è una delle città più poliedriche, dinamiche e divertenti d’Europa, al cui fascino è davvero difficile resistere.
Che sia per un weekend o un city break, sempre più turisti italiani si spingono nel cuore di questo straordinario centro cosmopolita, luogo d’incontro di tutte le culture e dove il mashup linguistico è all’ordine del giorno.
Nello specifico, considerando tutti i flussi incoming, quindi anche il turismo congressuale, il mercato italiano si colloca al terzo posto per tasso di crescita nel numero di arrivi e di pernottamenti, soltanto dopo Giappone e Russia.
Il successo di una tale crescita sta nella versatilità della città, che è al tempo stesso una grande metropoli e una cittadina a misura d’uomo, è scenario di alti palazzi in vetro e cemento ma anche di ampie aree verdi in cui passeggiare.
Sa inoltre adattarsi a un pubblico eterogeneo e offrire stimoli sempre nuovi. Infatti, oltre a possedere un ricco patrimonio culturale, la capitale belga è teatro di grandi eventi e anteprime, di mostre e di sapori per tutti i gusti.
L’anima di Brussels, dunque, è ricca di storia, arte e sorprese. È una sorta di paese dei balocchi dove tutto è possibile: incontri che lasciano il segno, atmosfere avvolgenti, situazioni surreali.
Brussels è un mix di forti emozioni e piacere della scoperta. È una città viva dall’anima “Ssspumeggiante”, con tre esse: Spiritosa, Saporita e Spensierata
Spiritosa
A Brussels non vale prendersi troppo sul serio. È infatti la città del divertimento e dello svago, dove a regnare è senz’altro la risata.
Una moltitudine di eventi permettono di godere di quest’anima spiritosa in ogni stagione dell’anno.
Tra questi, i concerti musicali, che hanno spesso come sfondo il Parco di Brussels, teatro di violenti scontri durante la Rivoluzione del Belgio nel 1830.
Caffetteria Roskam
È però possibile trovare ovunque live session emozionanti, soprattutto di jazz. Per gli amanti del genere, ogni domenica sera nell’antica caffetteria Roskam di Brussels è possibile assistere alle esibizioni musicali di artisti locali.
Non solo musica ma anche teatro. In particolare, consiglio di visitare il folcloristico teatro delle marionette che rappresenta grandi classici come “I tre moschettieri” e “Romeo e Giulietta”. Non è necessario conoscere la lingua per ridere di gusto!
E ancora, a Brussels sono di casa gli eventi e i raduni di pop culture. Questa città ha, infatti, tutte le caratteristiche per accoglierli: un’anima festosa, creativa e all’insegna del puro divertimento.
Saporita
Waffles
Di certo a Brussels la gola non è peccato, tra ristoranti stellati che propongono le combinazioni più audaci, brasserie informali con ottima birra belga, cioccolaterie piene di calore e gli immancabili chioschi ambulanti di patatine fritte.
Scopriamo insieme i principali prodotti gastronomici.
Le patatine fritte, vero e proprio caposaldo della tradizione locale. Si possono acquistare nei celebri chioschi sparsi in ogni angolo della città e gustare camminando rigorosamente con le mani.
Il cioccolato. Al latte, fondente, speziato, alla frutta, solido o fuso da lasciare colare sui dolcissimi waffles, croccanti fuori e morbidi dentro.
Come dimenticare poi le mitiche praline, palline di cioccolato da portare sempre con sé, assaporare in ogni momento ed eventualmente degustare al rientro.
Birra – Brasserie de la Senne
Infine, ma non per questo meno importante, la famosa birra belga, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità il 30 novembre 2016 ad Addis Abeba.
Gli antenati birrai propongono birre naturali o fruttate, grezze o sofisticate, leggere o alcoliche… Per soddisfare davvero tutti i palati.
Per una visita della città che si rispetti, la Brasserie de la Senne è una tappa quasi obbligatoria. Il sapore autentico e genuino delle sue birre, fatte con materie nobili e prive di qualsiasi additivo, riflette infatti la vera anima di Brussels.
Spensierata
A Brussels non ci si annoia mai tra mostre d’arte ed eventi di moda. Sono tante le opportunità per trascorrere una giornata all’insegna della spensieratezza.
Si può decidere, ad esempio, di visitare uno degli svariati musei della metropoli belga per conoscere meglio i suoi vanti artistici e architettonici: l’art nouveau, l’art déco e il surrealismo.
In particolare, quest’ultimo è un movimento che si sviluppa tra la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Si tratta di una corrente assolutamente anti convenzionale che rimette tutto in discussione, dalla pittura alla letteratura, dal vocabolario al modo di vivere, e che produce nuove immagini e un nuovo linguaggio.
Golconda, di René Magritte
René Magritte è tra i massimi esponenti del movimento. All’artista è stato dedicato il Museo omonimo che quest’anno festeggia il suo decimo anniversario con la mostra evento “Dalì & Magritte”, aperta al pubblico dall’11 ottobre al 9 febbraio 2020.
L’esposizione sarà allestita presso la sede del Museo delle Belle Arti di Brussels, adiacente al Museo Magritte, e sarà interamente dedicata all’approfondimento delle similitudini e delle reciproche influenze nelle opere dei due artisti.
I festeggiamenti veri e propri del decennale avranno luogo domenica 24 novembre, giorno in cui si potrà accedere gratuitamente al museo e si potrà assistere a performance artistiche dedicate alle opere di Magritte.
Pronti a vivere l’anima surrealista di Brussels?
Chiara Pompeo
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The soul of Brussels Le tre S di Brussels: Spiritosa, Saporita e Spensierata L’anima eccentrica della Capitale delle Capitali: tra musica, prodotti tipici e mostre d’arte…
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News from Manila #42 - 3 ottobre 2019

Carissimi Amici un affettuoso saluto a tutti Voi. In questo ultimo mese la nostra Comunità ha vissuto molti eventi, vorrei raccontarvi quelli più significativi. Siamo nel mese di Ottobre, mese Missionario, mese Guanelliano, mese dedicato al Rosario. Per noi sarà un mese importante, perché? Sabato 26 Ottobre - a conclusione delle celebrazioni in onore di Don Guanella – nella Parrocchia di San Isidro Labrador il nostro confratello diacono Alfie Matulac verrà ordinato sacerdote. Il giorno seguente la Prima Messa nella grande corte della nostra Comunità. Un nuovo sacerdote Filippino e speriamo presto che altri lo seguano. Voglio anche continuare a presentarvi alcuni aspetti di questa bella terra filippina e questa volta lo faccio raccontandovi un po’ di storia di questo paese. Tutto serve per conoscere e comprendere la cultura di questa gente.
Filippine: storia e cultura
Tutto inizia su isole da sogno nel Mar della Cina, battute, a ogni stagione dei monsoni (da luglio a novembre), da uragani di grande violenza. Abitanti o signori della terra, come volentieri chiamano se stessi, i filippini sono di origine malese (venuti dalla Malesia due o trecento anni prima di Cristo). Come gli spagnoli li descrivono al loro arrivo, sono piccoli uomini dalla pelle scura, negrillos, che vivono sulle montagne e nel fitto dei boschi. Sono vestiti di un pareo e braccialetti e, se pure non hanno né legge né scrittura, sono molto religiosi. Raggruppati in barangay, complessi da 30 a 100 famiglie, formano una comunità solida, guidata non dall’erede di una dinastia di capi, ma dal più competente, colui che ha accumulato più ricchezza e con qualsiasi mezzo. Sembra che giusto ad oggi questo sistema sia stato consolidato, portando dietro con se non pochi problemi. Gli abitanti dell’arcipelago credevano nel dio Bathala, creatore e signore di tutti, che ha inviato molti angeli o ministri, gli anitos, ai quali si devono portare offerte, Dopo la morte, le loro anime scendono nella terra, perché fa meno caldo che in aria. Sono sepolti con tutti i loro beni, e i signori con i loro schiavi, cosa che permette loro di avere chi li serva nell’aldilà. Gli spagnoli scrivevano che questi piccoli uomini bruni mangiano bene e bevono molto in particolare ai funerali (cosa che molte famiglie usano fare ancora). Nelle altre occasioni, ballano e cantano volentieri. Sono artigiani di grande abilità tecnica per i tessuti come per i gioielli. Sanno costruire barche e commerciano tra le isole, ma anche con il mondo esterno, fino alla Cina. Quando un commerciante arriva dal mare, non scende a terra, ma suona il tamburo per chiamare le persone a raggiungerlo in acqua e acquistare i suoi prodotti. Si discute di prezzi o di scambi e, se sorge una controversia, il capo della barangay (la cellula del comune) stessa deve risolvere la lite. Storia di circa 500 anni fa quando gli spagnoli approdarono nelle Filippine e cominciarono a scrivere le loro impressioni vivendo tra il popolo. Fu il 16 marzo del 1521, quando dopo aver attraversato tutto il Pacifico, attraverso il quale ha cercato di raggiungere la Spagna oltre le coste americane, Magellano approda al fiorente porto di Cebu. Oggi l’isola di Cebu è conosciuta per il grande Santuario dove si trova l’immagine del “Santo Nino”, una delle principali devozioni Filippine.
Ottobre Missionario
L’esperienza missionaria può insegnarti molte cose, la condivisione con altri missionari italiani che vivono qui a Manila mi ha permesso di mettere a fuoco alcuni aspetti della mia vita di un missionario. Voglio condividere con voi alcuni flash che scaturiscono da questa condivisione. Accettare di essere stranieri tra stranieri. Dialogare e stringere relazioni sapendo di rimanere comunque in certa misura distanti. Una diversità “irriducibile”, che col tempo, si scopre, magari non costituisce sempre un inciampo ma può diventare una risorsa, non un peso ma un arricchimento ed uno stimolo. Una diversità ed una distanza che s'imparano non solo ad accettare, ma si possono addirittura amare, perché permettono un autentico incontro di persone, di culture, di comunità. E ci permettono di scoprire cosa di bello ed originale noi possiamo offrire al mondo. A pensarci bene, quando in questa situazione che viviamo diviene possibile non solo la convivenza pacifica, ma addirittura lo scambio virtuoso e il sacrificio per il medesimo bene comune, noi stessi siamo i testimoni di un vero e proprio miracolo. Vivere l'ospitalità da entrambe le direzioni: non solo dalla parte di chi accoglie. Sperimentare l'essere nelle mani altrui, il dipendere da chi ti ospita per le cose fondamentali della vita. Una dimensione che forse risale al nostro primo periodo di permanenza all'estero, ma che tuttavia non dobbiamo mai smaltire del tutto dalla nostra coscienza. Essere gli “accuditi” significa avere accettato il depotenziamento, avere deposto la signoria e il pieno controllo sull'agenda e sugli eventi della nostra vita. Aprire la propria mente ad atre prospettive di pensiero, di fede e di vita. Essere disponibili a non assolutizzare il modo di ragionare, di decifrare il mondo, di esprimersi a cui siamo stati educati sin da bambini. Dall'altra parte del mondo le cose talvolta possono apparire “sottosopra”. Quali verità si celano dietro a scelte diverse? Ci sono solo ragioni legate alla storia particolare, al clima, al territorio, oppure è possibile risalire a intuizioni, acquisizioni, rielaborazioni di valore più universale? Acquisizioni che l'occidente magari non ha ancora scoperto o che forse ha ormai dimenticato e sepolto nelle ceneri del suo passato? In cosa è giusto insistere col novizio filippino affinché segua il nostro modello italiano di novizio? In che cosa invece è bene cambiare il nostro modello? Più che i contributi in sé, tuttavia, avrebbe più significato approfondire il processo dell'aprirsi in sé, come processo di autentico ascolto e osservazione rispettosa di culture e spiritualità altre dalla nostra, alle quali riconoscere piena dignità, laddove sia possibile. Pregate per i missionari, hanno tanto bisogno della preghiera per vivere santamente la loro missione.
Cronaca di casa
Allarme terremoto: Ogni anno abbiamo l’obbligo nel nostro Centro di organizzare un’esercitazione pratica simulando un terremoto, un incendio o qualsiasi altra calamità naturale. Tante volte la serietà degli addetti ai lavori deve fare i conti con i sorrisi e il divertimento che provano i nostri ragazzi disabili durante l’attività. Ateneo University: L’università Gesuita Ateneo organizza ogni anno per gli studenti della scuola superiore due momenti . Uno settimanale con i nostri “buoni figli” e uno mensile a sostegno delle famiglie che abitano il nostro “Housing sociale”. Un grazie ai giovani e docenti per il loro impegno che durerà fino a Aprile 2020. Battesimi in famiglia: Mesi ricchi di feste in famiglia. Mamma Maricel e Mamma She con le rispettive famiglie (i due nuclei familiari fanno parte del nostro Housing sociale) hanno battezzato i loro bimbi. Maricel ha richiesto il battesimo per Christine e Christian, due gemellini maschio e femmina. She ha richiesto il sacramento per la piccola Fel Ashnie Canoy . La comunità cristiana e guanelliana con gioia ha accolto questi suoi nuovi membri. Buon Compleanno: 70 anni ed ancora sulla cresta dell’onda. La nostra Nanay Baby assistente dei nostri ragazzi disabili giusto ad oggi, ha festeggiato il suo Compleanno con la Famiglia guanelliana. Nanay Baby auguri e grazie per il generoso e affettuoso servizio tra i nostri disabili. Gita culturale: ogni anno dopo l’avvio dell’anno scolastico organizziamo una gita culturale per i nostri disabili residenti e per quelli che frequentano la nostra scuola speciale. La gita ha previsto le visite in Manila Intramuros (parte storica della città) e al Museo Nazionale delle scienze. Al cinema: Non solo gita culturale ma anche uscite per una distensione, come quella di andare al cinema insieme per vedere un buon film. I nostri ragazzi disabili hanno scelto un film che a loro piace tanto: Dumbo, il famoso elefantino. Maryjoy: voglio ricordare brevemente questa ragazza di 16 anni deceduta nel mese di Agosto a causa di Dengue, una malattia trasmessa da una zanzara che se non riconosciuta per tempo provoca la morte per emorragia. Maryjoy era tra i 60 studenti che ricevono aiuto dal nostro programma di sostegno scolastico. Prima Professione: nostre vicine di casa sono le suore della Carità di Gesù, Congregazione religiosa fondata in Giappone da Padre Vincenzo Cimatti, sacerdote salesiano. Il 27 Settembre abbiamo partecipato alla Prima Professione di Suor Catherina originaria della Papua Nuova Guinea. A suor Catherina auguriamo un cammino di gioia e santità. Prima Comunione: Ogni anno prepariamo alcuni ragazzi che frequentano il nostro oratorio e alcuni disabili che frequentano il Guanella Center a ricevere la Prima Comunione. 11 sono stati i candidati che questo anno hanno ricevuto il Sacramento dell’Eucaristia nella nostra Parrocchia di San Isidro Labrador. Voglio ringraziare le due nostre catechiste Marsha e Zosie per la speciale preparazione che hanno dedicato ai ragazzi disabili. Anne Marie: Per più di due mesi dalle 8 del mattino alle 5 del pomeriggio Anne Marie ha prestato servizio ai ragazzi disabili del Guanella Home. Affettuosa e sempre sorridente Anne Marie ha voluto donare il tempo delle sue vacanze ai nostri “buoni figli”. Anne Marie è finlandese, come il papà, ma la madre è di origine filippina. La famiglia è venuta per il periodo di vacanza in Quezon City e la giovane ha così deciso di spendere al meglio le sue vacanze mettendosi al servizio dei più fragili e abbandonati.
Mio Compleanno: chiudo questa cronaca ringraziando tutti coloro che mi hanno inviato gli auguri per il mio Compleanno. Anche qui in casa i festeggiamenti non sono mancati. Nelle Filippine il Compleanno è un grande evento da festeggiare con solennità. Nel pomeriggio del 25 Settembre le Lolas, gli operatori, i ragazzi disabili e i confratelli hanno preparato una stupendo Birthday Party. Carissimi Amici grazie ancora per aver trovato il tempo di leggere queste news. Queste news vogliono essere un ponte “missionario” che ci fa sentire uniti. Pregate intensamente la Madonna del Rosario per tutti i missionari sparsi nel mondo. Ognuno di noi si senta missionario, desideroso di far conoscere e condividere il dono della fede che ha ricevuto. Accogliamo in questo mese l’invito di Papa Francesco : “Io sono sempre in missione. Tu sei sempre in missione. La conversione missionaria deve essere costante e permanente”. Un ricordo vicendevole nella preghiera. Ciao Fr. Mauro
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