#emozioni nei bambini
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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«C’è un bambino in ognuno di noi», la filastrocca di Mimmo Mòllica nella «Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza»
«C’è un bambino in ognuno di noi», filastrocca di Mimmo Mòllica, è un contributo per la «Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza», che si celebra il 20 novembre di ogni anno, con l’obiettivo di promuovere e favorire il miglioramento del b
«C’è un bambino in ognuno di noi», filastrocca di Mimmo Mòllica, è un contributo per la «Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza», che si celebra il 20 novembre di ogni anno, con l’obiettivo di promuovere e favorire il miglioramento del benessere dell’infanzia. Celebriamo i diritti dei bambini attraverso azioni e iniziative in grado di contribuire alla costruzione di mondo…
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ambrenoir · 5 months ago
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Sapevi che l'accumulo di oggetti in casa e il disordine sono legati a diversi tipi di paure?
Come la paura del cambiamento, la paura di essere dimenticati o di dimenticare, la paura della mancanza, e simboleggiano anche confusione, mancanza di concentrazione, caos, instabilità e possono significare incertezza riguardo ai tuoi obiettivi, alla tua identità o a ciò che desideri dalla vita. Inoltre, il luogo in cui si accumulano disordine e oggetti in casa riflette quale area della tua vita è problematica. Per esempio, si dice che l'armadio o la cabina armadio riflettano come ti senti emotivamente e che, una volta organizzati, i tuoi conflitti interni si calmeranno. Oppure, una coperta sbiadita potrebbe significare che la tua vita sentimentale ha perso il suo splendore.
Hai mai conservato per lungo tempo oggetti rotti o danneggiati pensando di ripararli un giorno? Questi simboleggiano promesse e sogni infranti, e se si tratta di elettrodomestici, mobili elettronici o stoviglie e li conservi, ad esempio, in cucina o in bagno, potrebbero indicare problemi di salute o ricchezza.
Se il disordine è nella tua stanza, potrebbe significare che tendi a lasciare le cose incompiute e che hai difficoltà a trovare un partner o a mantenere un lavoro stabile. Le camere dei bambini sono solitamente disordinate perché non hanno ancora attraversato il processo di capire cosa vogliono dalla vita, ma studi dimostrano che i bambini che tengono le loro stanze ordinate tendono ad andare meglio a scuola.
❍ Tipi di accumulo • Accumulazione recente: Questo tipo di accumulo indica che stai cercando di fare troppe cose contemporaneamente, non ti concentri su ciò che dovresti fare e hai perso la direzione. • Accumulazione vecchia: Riguarda oggetti che non hai usato da molto tempo e che sono impilati in soffitta, in garage, negli armadi... Vecchi documenti di lavoro e file sul computer che non usi più, riviste di oltre 6 mesi fa o vestiti che non hai indossato da più di un anno. Questo riflette il fatto che vivi nel passato, lasciando che le tue vecchie idee ed emozioni prendano il sopravvento sul presente, impedendo l'ingresso di nuove opportunità e persone nella tua vita.
❍ 10 cose che puoi fare oggi per controllare il disordine: • Liberati prima degli oggetti più grandi: la cyclette che non usi più o il grande orso di peluche che hai da quando eri a scuola. • Restituisci le cose che ti hanno prestato, come CD, libri, vestiti, attrezzi. • Raccogli ciò che è per terra e mettilo in un cesto o una borsa fino a quando non potrai riporlo nel posto giusto. • Metti riviste, cataloghi e giornali in una borsa o un cesto. • Togli dall'armadio 10 capi che non hai usato nell'ultimo anno e donali. • Pulisci le finestre, è un modo figurativo e letterale per far entrare luce nella tua vita. • Svuota i cestini della spazzatura di bagni, cucina, ufficio; rappresentano ciò di cui non abbiamo più bisogno o che non vogliamo nella nostra vita. • Tira fuori dai cassetti del tuo armadio i calzini spaiati, puoi usarli per pulire i mobili. • Libera la scrivania, archivia i documenti che non usi più, rivedi e organizza la posta ricevuta. • Getta via penne e pennarelli che non funzionano più.
❍ Il significato del disordine nella nostra casa Gli esseri umani inviano messaggi e segnali attraverso la disposizione dei loro oggetti personali, anche nei cassetti. L'accumulo di oggetti è un modo per emettere segnali; troppi oggetti emettono il segnale di saturazione, idee, progetti e piani totalmente confusi, molto poco strutturati e definiti. Il disordine altera il tao o il percorso per raggiungere i nostri obiettivi. Blocca le vie d'accesso alle opportunità e ci fa perdere tempo, che potrebbe essere prezioso per strutturare in modo ordinato e disciplinato il nostro piano di vita. A seconda del luogo in cui si accumula il disordine, si emette un messaggio specifico: • Disordine o oggetti accumulati all'ingresso di casa indicano paura di relazionarsi con altre persone. • Disordine o oggetti accumulati nell'armadio indicano mancanza di controllo nell'analisi e nella gestione delle emozioni. • Disordine o oggetti accumulati in cucina simboleggiano risentimento o fragilità sentimentale. • Disordine sulla scrivania o nell'area di lavoro riflette frustrazione, paura e bisogno di controllare le situazioni. • Disordine dietro le porte indica paura di non essere accettati dagli altri, la sensazione di sentirsi costantemente osservati. • Disordine sotto i mobili significa dare troppa importanza alle apparenze. • Disordine o oggetti accumulati in garage riflettono paura e mancanza di capacità di aggiornarsi. • Disordine e oggetti accumulati in tutta la casa simboleggiano rabbia, pigrizia e apatia verso tutti gli aspetti della vita. • Disordine o oggetti accumulati nei corridoi indicano conflitti nella comunicazione, paura di dire e manifestare ciò che si desidera nella vita. • Disordine o oggetti accumulati in camera riflettono la paura del rifiuto sociale. • Disordine in sala da pranzo indica paura di non fare passi fermi e solidi, con un senso di dominanza da parte della famiglia.
Louise L. Hay dice sul disordine:
Fai spazio al nuovo, sì, fai spazio al nuovo. Svuota il frigorifero, butta via tutti quei resti avvolti nella stagnola. Pulisci gli armadi, liberati di tutto ciò che non hai usato negli ultimi sei mesi. E se non l'hai usato per un anno, è sicuramente troppo nella tua casa, quindi vendilo, scambialo, regalalo o brucialo.
Gli armadi affollati e disordinati riflettono una mente in disordine. Mentre pulisci gli armadi, ripeti a te stesso che stai pulendo i tuoi armadi mentali. L'Universo ama i gesti simbolici...
Autore sconosciuto
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angelap3 · 5 months ago
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Sapevi che l'accumulo di oggetti in casa e il disordine sono legati a diversi tipi di paure?
Come la paura del cambiamento, la paura di essere dimenticati o di dimenticare, la paura della mancanza, e simboleggiano anche confusione, mancanza di concentrazione, caos, instabilità e possono significare incertezza riguardo ai tuoi obiettivi, alla tua identità o a ciò che desideri dalla vita. Inoltre, il luogo in cui si accumulano disordine e oggetti in casa riflette quale area della tua vita è problematica. Per esempio, si dice che l'armadio o la cabina armadio riflettano come ti senti emotivamente e che, una volta organizzati, i tuoi conflitti interni si calmeranno. Oppure, una coperta sbiadita potrebbe significare che la tua vita sentimentale ha perso il suo splendore.
Hai mai conservato per lungo tempo oggetti rotti o danneggiati pensando di ripararli un giorno? Questi simboleggiano promesse e sogni infranti, e se si tratta di elettrodomestici, mobili elettronici o stoviglie e li conservi, ad esempio, in cucina o in bagno, potrebbero indicare problemi di salute o ricchezza.
Se il disordine è nella tua stanza, potrebbe significare che tendi a lasciare le cose incompiute e che hai difficoltà a trovare un partner o a mantenere un lavoro stabile. Le camere dei bambini sono solitamente disordinate perché non hanno ancora attraversato il processo di capire cosa vogliono dalla vita, ma studi dimostrano che i bambini che tengono le loro stanze ordinate tendono ad andare meglio a scuola.
❍ Tipi di accumulo • Accumulazione recente: Questo tipo di accumulo indica che stai cercando di fare troppe cose contemporaneamente, non ti concentri su ciò che dovresti fare e hai perso la direzione. • Accumulazione vecchia: Riguarda oggetti che non hai usato da molto tempo e che sono impilati in soffitta, in garage, negli armadi... Vecchi documenti di lavoro e file sul computer che non usi più, riviste di oltre 6 mesi fa o vestiti che non hai indossato da più di un anno. Questo riflette il fatto che vivi nel passato, lasciando che le tue vecchie idee ed emozioni prendano il sopravvento sul presente, impedendo l'ingresso di nuove opportunità e persone nella tua vita.
❍ 10 cose che puoi fare oggi per controllare il disordine: • Liberati prima degli oggetti più grandi: la cyclette che non usi più o il grande orso di peluche che hai da quando eri a scuola. • Restituisci le cose che ti hanno prestato, come CD, libri, vestiti, attrezzi. • Raccogli ciò che è per terra e mettilo in un cesto o una borsa fino a quando non potrai riporlo nel posto giusto. • Metti riviste, cataloghi e giornali in una borsa o un cesto. • Togli dall'armadio 10 capi che non hai usato nell'ultimo anno e donali. • Pulisci le finestre, è un modo figurativo e letterale per far entrare luce nella tua vita. • Svuota i cestini della spazzatura di bagni, cucina, ufficio; rappresentano ciò di cui non abbiamo più bisogno o che non vogliamo nella nostra vita. • Tira fuori dai cassetti del tuo armadio i calzini spaiati, puoi usarli per pulire i mobili. • Libera la scrivania, archivia i documenti che non usi più, rivedi e organizza la posta ricevuta. • Getta via penne e pennarelli che non funzionano più.
❍ Il significato del disordine nella nostra casa Gli esseri umani inviano messaggi e segnali attraverso la disposizione dei loro oggetti personali, anche nei cassetti. L'accumulo di oggetti è un modo per emettere segnali; troppi oggetti emettono il segnale di saturazione, idee, progetti e piani totalmente confusi, molto poco strutturati e definiti. Il disordine altera il tao o il percorso per raggiungere i nostri obiettivi. Blocca le vie d'accesso alle opportunità e ci fa perdere tempo, che potrebbe essere prezioso per strutturare in modo ordinato e disciplinato il nostro piano di vita. A seconda del luogo in cui si accumula il disordine, si emette un messaggio specifico: • Disordine o oggetti accumulati all'ingresso di casa indicano paura di relazionarsi con altre persone. • Disordine o oggetti accumulati nell'armadio indicano mancanza di controllo nell'analisi e nella gestione delle emozioni. • Disordine o oggetti accumulati in cucina simboleggiano risentimento o fragilità sentimentale. • Disordine sulla scrivania o nell'area di lavoro riflette frustrazione, paura e bisogno di controllare le situazioni. • Disordine dietro le porte indica paura di non essere accettati dagli altri, la sensazione di sentirsi costantemente osservati. • Disordine sotto i mobili significa dare troppa importanza alle apparenze. • Disordine o oggetti accumulati in garage riflettono paura e mancanza di capacità di aggiornarsi. • Disordine e oggetti accumulati in tutta la casa simboleggiano rabbia, pigrizia e apatia verso tutti gli aspetti della vita. • Disordine o oggetti accumulati nei corridoi indicano conflitti nella comunicazione, paura di dire e manifestare ciò che si desidera nella vita. • Disordine o oggetti accumulati in camera riflettono la paura del rifiuto sociale. • Disordine in sala da pranzo indica paura di non fare passi fermi e solidi, con un senso di dominanza da parte della famiglia.
Louise L. Hay dice sul disordine:
Fai spazio al nuovo, sì, fai spazio al nuovo. Svuota il frigorifero, butta via tutti quei resti avvolti nella stagnola. Pulisci gli armadi, liberati di tutto ciò che non hai usato negli ultimi sei mesi. E se non l'hai usato per un anno, è sicuramente troppo nella tua casa, quindi vendilo, scambialo, regalalo o brucialo.
Gli armadi affollati e disordinati riflettono una mente in disordine. Mentre pulisci gli armadi, ripeti a te stesso che stai pulendo i tuoi armadi mentali. L'Universo ama i gesti simbolici...
Autore sconosciuto
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susieporta · 3 months ago
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❓️A CHI GIOVA IL PROCESSO DI MOSTRIFICAZIONE DEL MASCHILE ? IL PATRIARCATO E' UNA FORMA DI CONTROLLO DI TUTTI, NON SOLO DELLE DONNE
Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne proponiamo di uscire dalla narrativa che degli uomini sembra saper solo restituire un'immagine mostruosa e pericolosa.
Come siamo arrivati a vedere degli uomini solo sotto questo aspetto? Perchè le uniche parole che si spendono per descrivere la psicologia maschile sono più o meno sempre le stesse?
Assistiamo quotidianamente a profezie che si avverano, laddove gli uomini sembrano non avere strumenti alternativi alla violenza per manifestare la propria fragilità. Ed in effetti è così. A fronte di un sistema nervoso che alla nascita è più immaturo e sensibile nei maschi rispetto alle femmine, tale per cui i bambini maschi avrebbero bisogno di maggior accudimento e vicinanza perchè oggettivamente più bisognosi e meno autonomi, abbiamo sviluppato una cultura educativa che li spinge precocemente ad essere indipendenti, a negare i propri bisogni di vicinanza ed evolutivi in genere.
A questo scopo i modelli maschili a tutti i livelli insegnano che per produrre l'illusione del maschio adeguato alle aspettative culturali occorra imparare a sopprimere e a non ascoltare le proprie emozioni, in particolare quelle della paura e della tristezza, antidoti naturali alla rabbia e all'ira che sono alla base degli agiti sia auto ( i suicidari sono in larga maggioranza di sesso maschile) che eterolesionisti ( non solo violenza sulle donne, ma condotte pericolose come la guida ad alta velocità).
In pratica è come se per avere l'illusione di saper guidare una macchina altamente sofisticata si dicesse ai conduttori di disattivare delle spie e regolarsi unicamente su un paio: la rabbia e il disgusto.
In questo video provo a dimostrare come tutta questa ignoranza sul funzionamento psicologico degli uomini sia delle donne che degli uomini stessi favorisca una dimensione immatura delle relazioni che porta necessariamente a poter controllare più facilmente gli uni e gli altri attraverso l'influenza esterna come i modelli culturali che gli uomini forti e sicuri sarebbero più attraenti.
A pensarci bene l'indicazione che viene data ai maschi fin dalla tenera età è "Non essere te stesso. Fa di te una copia del modello dominante".
Ed è proprio questa distanza sempre più siderale tra l'immaturità interiore e l'immagine esteriore, di negazione del bisogno dell'altro, che porta gli uomini a rifugiarsi nelle dipendenze in generale, non solo dalle donne, ma anche da sostanze o da lavoro: gli uomini anestetizzati sono burattini, soldatini, schiavi che non possono che muoversi in copioni copia e incolla, fortemente influenzabili e controllabili che non reggono all'impatto di una realtà, come quella intima, che chiede loro di esistere, di esserci.
La deriva di tutto questo si manifesta nella solitudine profonda in cui vive la maggior parte degli uomini: privati della capacità di condividere la propria interiorità, resi totalmente muti, privi di parole per dire cosa stanno vivendo e incapaci di chiedere aiuto, perchè non legittimati a farlo per non sprofondare in una vergogna che annichilisce, non resta loro che obbedire al mondo esterno e reagire ad esso come sistemi ipersemplificati stimolo-reazione, incapaci di portare una mediazione personale che verrebbe dal mondo interiore.
Anche questo è un lato del patriarcato di cui non si parla.
La lotta alla violenza passa anche dal creare una #cultura che aiuti e supporti i maschi a fare una ormai sempre più necessaria rivoluzione.
Servono nuovi Ulissi, pronti a scoprire le terre del mondo interiore maschile e donne in grado di affrontare il maschile immaturo e a tenervi testa, proprio come fece Penelope con i proci.
Il nostro contributo alla creazione di questa cultura proviamo a darlo, come abbiamo già fatto in passato in altre occasioni pubbliche, organizzando insieme al Comune di Mozzo la presentazione del libro di Alberto Penna "Uomini che piangono poco" (Ed. Garzanti) mercoledi 4 dicembre ore 20.30 presso la Sala Civica della Biblioteca di Mozzo.
L'evento è gratuito e a prenotazione obbligatoria. Il contrasto alla cultura della Violenza parte dalla creazione di premesse culturali diverse.
Contaminiamoci con nuove idee. Allarghiamo gli orizzonti di senso.
🤗ecco il link per iscrivervi all'evento:
https://www.eventbrite.it/e/maschi-che-piangono-poco-tickets-1082914248669?aff=oddtdtcreator
Centro Divenire Bergamo
#uominisidiventa
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klimt7 · 1 year ago
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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pettirosso1959 · 4 months ago
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🧑‍🎤 VECCHIONI: "ETTORE COME SINWAR"
• IL TALLONE DI ACHILLE DI VECCHIONI
Di Tonino Serra Conti
Caro prof. Vecchioni
amo in lei il poeta, il cantore delle emozioni profonde, l'insegnante amato nel suo liceo, l'uomo buono che ha sofferto molto ma, mi permetta di dirle con affetto, che lei è un gran pasticcione.
Paragonare Ettore a Sinwar è una solenne bestemmia, caro professore, e nei suoi allievi potrebbe provocare una grave confusione. Non avrei mai immaginato che, forzando il mito avrebbe tradito il logos, preferendo un paragone suggestivo, ma falso, alla realtà cruda ma vera.
Mai avrei pensato che sarebbe diventato un cattivo maestro.
La seguiranno in molti purtroppo perché confonderanno la sua musica con le sue parole inappropriate. Lo stanno già facendo.
Ettore, "il grande Ettorre", è l'eroe magnanimo per eccellenza, il guerriero che si batte per la sua gente affrontando a viso aperto il più forte e invincibile degli eroi greci: Achille, figlio di Teti, che lo aveva reso quasi immortale.
Sa bene di morire nel duello, sotto le mura di Ilio. Lo sa così bene che saluta per l'ultima volta Andromaca, la donna amata che sta per lasciare sola insieme con il piccolo Astianatte, al quale augura comunque un futuro felice: "Non fu sì forte il padre".
Ma si fa uccidere in un duello impari per proteggere la sua città, si sacrifica per essa.
Sinwar non affronta il nemico con lealtà. Si nasconde nelle caverne profonde e sicure, dove ha ammassato viveri e danaro, assistendo al massacro della sua gente, che sacrifica sull'altare di un ideale di morte. Non difende i suoi cittadini, ma se ne fa scudo e li lascia uccidere.
Prima di scatenare il pogrom di vecchi e bambini, prima di rapire e stuprare uomini e donne ridotti a schiavi, sapeva che avrebbe portato il suo popolo al massacro: lo desiderava, anzi, per suscitare la commozione contro il nemico che si era costruito con odio per anni.
Il sangue della sua gente sarebbe servito a erigere uno stato islamista, fanatica, malvagia.
Ama il martirio, ma degli altri.
Dal suo regno sotterraneo vede soddisfatto la sua gente morire sotto le bombe da lui innescate
No. Sinwar non è Ettore.
E non merita, come lei auspica, che il suo cadavere sia restituito alla famiglia per rendergli onorata sepoltura.
Sinwar non ha una famiglia, non ha un padre come Priamo che gli dei pietosi aiutano a raggiungere di nascosto la tenda dove abita l'assassino del figlio Ettore. Ha solo dei complici di una vita violenta, di assassini senza umanità alcuna.
Lascia non un orfano puro come Astianatte, ma figli educati all'odio con lettere deliranti e un esempio diabolico. Questi familiari chiederebbero il suo corpo per farne un feticcio di morte, un monumento all'intolleranza, al razzismo, all'odio eletto a sistema.
No. Sinwar non avrà un Omero che ne racconti i giochi in suo onore, con il mondo eroico che si inchina davanti alla purezza del più grande di loro.
Ecco, professore, il nemico restituisce il corpo di un uomo che rispetta, non il cadavere di un uomo odiato per la sua ferocia, che ha disonorato ogni principio di civiltà.
Questo cadavere sia bruciato e le sue ceneri vengano disperse.
Come quelle di un altro efferato assassino, anche lui cresciuto nell'odio verso gli ebrei e nel sogno infernale di distruggere un popolo.
Era Adolf Eichmann.
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Caro professore,
avrebbe potuto dire ai suoi allievi e ai fanatici che domani costruiranno il mito di Sinwar anche attraverso le sue parole, che il macellaio di Gaza e dei palestinesi non è Ettore: Sinwar è Thanatos, la personificazione della morte.
Omero, che le consiglio umilmente di rileggere, racconta che era un dio crudele, figlio della Notte come Ipno, che concede ai mortali la dolcezza del sonno.
Thanatos è invece il dio dell'angoscia e dell'incubo: abita il mondo sotterraneo dal quale esce per tormentare i mortali.
Nell’Alcesti di Euripide Thanatos è il tetro sacerdote dell’Ade che combatte con Eracle venuto a riprendere Alcesti: il dio della morte che combatte per sottrarre una sventurata alla vita.
Ieri nell'Ade, oggi a Gaza.
E siccome a lei piacciono i paragoni, vorrei ricordarle che Freud, profondo conoscitore dell'animo umano, contrappone teoricamente Eros a Thanatos, due divinità che da sempre agitano l’inconscio dell’uomo tra istinti di vita e istinti di morte.
Sta qui la differenza tra Ettore e Sinwar: non simili, ma contrapposti e incompatibili come lo sono il culto della vita e la morbosa adorazione della morte.
Io so con chi stare. Senza alcun dubbio e nessuna confusione.
Fino alla sconfitta definitiva di Thanatos e dei suoi fanatici fedeli.
Buona vita e buone letture, professore.
Di Tonino Serra Conti
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marichia · 2 months ago
Note
Ho letto ora il tuo post sul “dare forma alle emozioni” e lo trovo molto interessante perché ognuno ha un rapporto più o meno intenso con ciascuna delle proprie emozioni.
Io ti parlo della rabbia, quella che spesso fa paura e dicono consumi le persone, che cambia drasticamente il modo in cui agiamo in una frazione di secondo, la rabbia delle parole sbagliate, dei gesti impulsivi. io quella rabbia l’ho vista ed è lei che per più tempo ha guidato i miei passi, curato i tagli, fatto cessare i pianti. Eravamo bambini insieme, siamo cresciuti con lo stesso senso di giustizia ed è lei che mi ha insegnato a non tacere mai davanti a qualcosa che ritengo sbagliato, mi ha insegnato a dire la mia anche senza alzare la mano a far valere le opinioni di tutti e far emergere la voce di chi pensa di non avere un tono abbastanza alto. Lei è stata il caldo nei miei inverni, quando fuori c’era troppo freddo e le persone lasciavano la porta del mio cuore aperta ed entravano gli spifferi, tremavo dal freddo lo ricordo bene, ma ricordo anche il suo abbraccio che in qualche istante mi scaldò il petto e la schiena, poi smisi di tremare. Lei è stata il vento che portava via le mie lacrime, la mano che stringevo quando stringevo i pugni delle mani fino a sanguinare, è stata la mano tesa per rialzarmi e l’incudine su cui il mio pessimo carattere venne forgiato giorno dopo giorno. Vorrei andare avanti, ma posso anche fermarmi qui, ringraziandoti per avermi dato modo di parlarti di lei, una bambina, una ragazza e forse ora donna, ma l’unica compagna che non mi abbandona, mai.
Chiunque tu sia, se mai leggerai questa risposta…
Per prima cosa ci tengo a ringraziarti per aver condiviso con me questo tuo pensiero, il tuo modo di vedere le cose e un pezzetto della tua vita. Ciò che posso dirti è che mi spiace che la tua vita e soprattutto la tua infanzia siano state guidate da un’emozione così forte e logorante come la rabbia, nessun bambino, ragazzo ed essere umano merita di crescere così. Sei stato forte nel trasformarla e a non usarla nello stesso modo che era stato riservato a te e ti assicuro che non è cosa da poco e soprattutto da tutti riuscirci. Quello che ti posso augurare da ora in poi è la felicità e magari anche un po’ di calore in più nella tua vita. Sappi che all’inizio spaventerà da morire perché penserai che è un tranello, che c’è qualcosa sotto e che non meriti ciò che ti sta accadendo ma non è così. Ancora più della felicità, ti auguro la pace, lo star bene a prescindere che sia da solo o con qualcuno e dí sentirti completo. Infine ti auguro la forza di guardare indietro con il sorriso a tutto ciò che ti è accaduto e dí ringraziare quel bambino, perché in un modo o nell’altro, ti ha fatto diventare la persona che sei.
Buona vita e spero che in essa, d’ora in poi, splenda un po’ di più il sole, e se così non dovesse essere, spero tu possa diventare il tuo stesso sole
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intotheclash · 2 years ago
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Credo nei prossimi cinque minuti. Credo nella storia dei miei piedi. Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi. Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione. Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli. Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione. Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza. Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento. Credo nel dolore. Credo nella disperazione. Credo in tutti i bambini. Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto. Credo a tutti i pretesti. Credo a tutte le ragioni. Credo a tutte le allucinazioni. Credo a tutta la rabbia. Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni. Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.
James G. Ballard, da “Ciò in cui credo”
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ingombrantipiccoliniente · 9 months ago
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L’apatia del tuo sguardo me la sento incollata addosso come l’umidità di questi giorni tutti uguali. Incontrarti ieri sera al supermercato mi ha fatto rimbombare dentro quell’intimità invadente, come chi non riesce a dirsi ciao dopo essersi lavato i denti insieme una vita intera. Starti accanto è sembrato una vita intera. Gli schiamazzi dei bambini nel cortile affianco mi cullano in una mattina infinita in cui continuo a vederti chiudere la porta. Finisco un calcolo poi ti chiamo, è il valzer di pensieri che mi balla dietro gli occhi da quando non ti vedo. Da quanto non ti vedo cantare in macchina? Me lo chiedo mentre vorrei tenermi stretta alle emozioni ma, come sulle montagne russe, non trovo appigli. L’altra sera mi ha detto, tutta sprezzante, che nulla cambia se non cambio nulla. Mi è rimasto un sapore acre in bocca, come chi ha paura ma non lo sa dire. Ho paura e non lo so dire. In mezzo al traffico di questa mattina mi ha assalito la convinzione che rimarrò sola per sempre. Mi fa paura che forse mi vada bene così. Mi guardo intorno, non riesco a capire se la persona che sto diventando si avvicini ai sogni che ho. Ieri mattina mi sono imbattuta nei suoi successi e il cuore ha tremato un po’. Mi sta bene una vita senza successi? Non mi sta bene una vita in cui non riesco ad essere sinceramente felice dei successi altrui. Starti lontano sembra una vita intera. Prima cercavo di contare gli anni che ho passato in questo ufficio, sulla punta delle dita, però, mi rimanevano solo le volte che ti ho deluso. Mi sono delusa senza sosta, come chi mette a soqquadro la vita e non trova più i cassetti dove ha nascosto i sogni. Quanto ti ho lasciato andare quando la vita mi è sfuggita dalle mani? Nelle mani mi rimangono una manciata di convinzioni ingarbugliate e qualche progetto disinnescato. Inciampo nell’attesa di quella risposta, mentre mi domando se mi terrorizzi più un semaforo verde o uno stop. Gli stop servono per ripartire, sento ancora il tuo fiato caldo mentre lo sussurri piano. Mi serve solo un piano per imparare a respirare nella tempesta, come chi cerca l’occhio in mezzo al ciclone. Non ho fame. Starti accanto sembra una vita fa. Ho sete di successi ma ancora busso prima di entrare. Mi guarda con sdegno prima di dirmi che nessuno mi aprirà la porta e mi inviterà gentilmente a partecipare, ché siamo squali e ci sbraniamo a vicenda. Siamo umani, anche quando lo dimentichi. Vorrei che mi avesse riempito il cuore invece che la bocca. Starti lontano è sembrato una vita fa. Vorrei trovarmi a dirtelo nel reparto ortofrutticolo di una domenica pomeriggio svogliata. Invece mi circondo di persone a cui non interessa se sto in piedi, figuriamoci se sto bene. Chissà se bene davvero lo sei mai stato. Vorrei saperti ancora bambino, mica guarito, solo consapevole, solo presente, quasi sereno. Per curarti ci vorrebbe tuo padre, lo pensa ma non sa verbalizzarlo senza diventare carnefice. La carneficina di questo rapporto è stata silenziosa ma reiterata, moderata ma costante, circoscritta ma centrata. Cerco di incollare tutti questi rimasugli di vita mentre mangio male o non mangio affatto. Ho la bocca piena di fallimenti. Mi chiamo vittima ma con gli occhi appannati non saprei distinguermi dal colpevole. Chiedimi se voglio restare. Freno le mani molto prima dell’impatto con i tuoi mattini, non voglio farti diventare un danno collaterale. Chissà se non sa vedermi o se, semplicemente, non sono. La settimana scorsa mi sono guardata e ho costruito occhi nuovi, idee nuove, abitudini nuove. A te vorrei raccontarmi, farti parte dello spazio che mi compone, ma faccio ancora a pugni con la necessità di essere vista, troppo diversa dalla voglia che tu mi guardi. Se mi avesse chiamato ieri, mi sarei ancorata alla vita che conosco nascondendomi dietro la finestra per guardarti vivere ancora. Ancorata ad una indefinita mancanza non saprò mai trovare una cura per le nuvole. Ma le nuvole vanno e vengono, mica passano e non tornano.
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ La mancata educazione delle pulsioni confina i ragazzi, fin dalla tenera età, a esprimersi unicamente con i gesti, invece che con le parole e i ragionamenti. Ne sono un esempio i cosiddetti “bulli”, coloro che compiono azioni riprovevoli senza la minima consapevolezza della gravità delle loro azioni. Come già abbiamo ricordato, Kant dice che: «La differenza tra il bene e il male potremmo anche non definirla perché ciascuno la ‘sente’ naturalmente da sé» [I. Kant, Metafisica dei costumi, § 23: “Dottrina delle virtù”]. Nel caso del bullo questo “sentire” è deficitario, perché chi ne soffre non ha mai incontrato momenti educativi che gli avrebbero consentito di avvertire quel­l’immediata risonanza emotiva che di solito accompagna i nostri comportamenti. Alludo a quella risonanza emotiva [...] che fin da bambini provavamo quando la mamma ci raccontava le fiabe, anche truci, perché i bambini non vanno esonerati dalla conoscenza del male e neppure dal lutto, che capiranno nei limiti della loro età, ma non ne saranno sorpresi, senza sapere come reagire, quando la vita li metterà di fronte a queste manifestazioni. Ascoltando quelle fiabe o accompagnati nella lettura dalle nostre mamme imparavamo, più per via emotiva che mentale, la differenza tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il buono e il cattivo, acquisendo in tal modo un regolatore emotivo che ci consentiva di “sentire” quando le nostre azioni erano buone o cattive, giuste o ingiuste. Senza un’educazione emotiva, oltre a non avere un’immediata consapevolezza della bontà o meno delle nostre azioni, si rimane a livello pulsionale, con una pericolosità sociale che la cronaca nera di ogni giorno non cessa di illustrarci. Come si comporta la nostra scuola nei confronti dei “bulli”, che sono poi quei ragazzi il cui sviluppo psichico si è arrestato a livello pulsionale? Li sospende dalla frequenza scolastica, togliendo loro l’unica opportunità che in quegli anni hanno per poter emanciparsi e passare dal livello pulsionale al livello emotivo. Dovrebbero invece essere più accuditi, meglio curati affinché possano acquisire la consapevolezza delle loro azioni, in modo da sentirle risuonare dentro di loro come buone o cattive, come gravi o lievi. “
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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k-white · 1 year ago
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Se andiamo di recs io ne ho una non italiana:
The Eclipse serie Thai del 2022 di 12 episodi principali più 2 episodi spin off(Our Skyy2 The Eclipse e sono gli ep 5 e 6)
tutti disponibili su YouTube gratis
trama:
Il liceo maschile Leader del paese, Suppalo, è rigorosamente regolamentata. Si dice che una maledizione punirà gli studenti che infrangono le regole, una maledizione che diventa più forte con l'avvicinarsi dell'eclissi solare. Ma dove ci sono delle regole, ci sarà naturalmente chi vorrà infrangerle. Un gruppo di studenti che si autodefiniscono "Il mondo ricorda" si unisce per sfidare l'autorità della scuola e rivendicare i propri diritti. Il prefetto capo degli studenti Akk e i suoi compagni hanno il compito di dissuadere il gruppo ribelle. Poi arriva Ayan, un misterioso nuovo studente. Akk è sospettoso nei confronti di Ayan, questo ragazzo il cui comportamento è strano e sfida le norme della scuola. Ayan si è iscritto nella speranza di scoprire la verità su un evento che ha coinvolto una persona a lui molto cara. L'unica prova che lo porta alla scuola di Suppalo è in un diario. Il metodo di Ayan per affrontare l'esame accurato di Akk è giocare con lui e per allontanarlo dall'indagine sul motivo per cui Ayan si trovi in quella scuola
Nella serie si affrontano inoltre temi quali: la scoperta della propria sessualità, il coming out, l'omofobia interiorizzata, la scoperta di sé stessi, l'affrontare il lutto e l'importanza dell'amore
E se volete cucciolandia Akk e Ayan sono i più cuccioli che esistano
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Loro sono i miei bambini numero unissimo e secondo me ci sta come serie da vedere dopo un prof, no spoiler su come si sviluppa
Se la volete vedere io la consiglio ti regala molte emozioni e i due attori principali sono molto bravi
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ambrenoir · 6 months ago
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Sapevi che l'accumulo di oggetti in casa e il disordine sono legati a diversi tipi di paure?
Come la paura del cambiamento, la paura di essere dimenticati o di dimenticare, la paura della mancanza, e simboleggiano anche confusione, mancanza di concentrazione, caos, instabilità e possono significare incertezza riguardo ai tuoi obiettivi, alla tua identità o a ciò che desideri dalla vita. Inoltre, il luogo in cui si accumulano disordine e oggetti in casa riflette quale area della tua vita è problematica. Per esempio, si dice che l'armadio o la cabina armadio riflettano come ti senti emotivamente e che, una volta organizzati, i tuoi conflitti interni si calmeranno. Oppure, una coperta sbiadita potrebbe significare che la tua vita sentimentale ha perso il suo splendore.
Hai mai conservato per lungo tempo oggetti rotti o danneggiati pensando di ripararli un giorno? Questi simboleggiano promesse e sogni infranti, e se si tratta di elettrodomestici, mobili elettronici o stoviglie e li conservi, ad esempio, in cucina o in bagno, potrebbero indicare problemi di salute o ricchezza.
Se il disordine è nella tua stanza, potrebbe significare che tendi a lasciare le cose incompiute e che hai difficoltà a trovare un partner o a mantenere un lavoro stabile. Le camere dei bambini sono solitamente disordinate perché non hanno ancora attraversato il processo di capire cosa vogliono dalla vita, ma studi dimostrano che i bambini che tengono le loro stanze ordinate tendono ad andare meglio a scuola.
❍ Tipi di accumulo • Accumulazione recente: Questo tipo di accumulo indica che stai cercando di fare troppe cose contemporaneamente, non ti concentri su ciò che dovresti fare e hai perso la direzione. • Accumulazione vecchia: Riguarda oggetti che non hai usato da molto tempo e che sono impilati in soffitta, in garage, negli armadi... Vecchi documenti di lavoro e file sul computer che non usi più, riviste di oltre 6 mesi fa o vestiti che non hai indossato da più di un anno. Questo riflette il fatto che vivi nel passato, lasciando che le tue vecchie idee ed emozioni prendano il sopravvento sul presente, impedendo l'ingresso di nuove opportunità e persone nella tua vita.
❍ 10 cose che puoi fare oggi per controllare il disordine: • Liberati prima degli oggetti più grandi: la cyclette che non usi più o il grande orso di peluche che hai da quando eri a scuola. • Restituisci le cose che ti hanno prestato, come CD, libri, vestiti, attrezzi. • Raccogli ciò che è per terra e mettilo in un cesto o una borsa fino a quando non potrai riporlo nel posto giusto. • Metti riviste, cataloghi e giornali in una borsa o un cesto. • Togli dall'armadio 10 capi che non hai usato nell'ultimo anno e donali. • Pulisci le finestre, è un modo figurativo e letterale per far entrare luce nella tua vita. • Svuota i cestini della spazzatura di bagni, cucina, ufficio; rappresentano ciò di cui non abbiamo più bisogno o che non vogliamo nella nostra vita. • Tira fuori dai cassetti del tuo armadio i calzini spaiati, puoi usarli per pulire i mobili. • Libera la scrivania, archivia i documenti che non usi più, rivedi e organizza la posta ricevuta. • Getta via penne e pennarelli che non funzionano più.
❍ Il significato del disordine nella nostra casa Gli esseri umani inviano messaggi e segnali attraverso la disposizione dei loro oggetti personali, anche nei cassetti. L'accumulo di oggetti è un modo per emettere segnali; troppi oggetti emettono il segnale di saturazione, idee, progetti e piani totalmente confusi, molto poco strutturati e definiti. Il disordine altera il tao o il percorso per raggiungere i nostri obiettivi. Blocca le vie d'accesso alle opportunità e ci fa perdere tempo, che potrebbe essere prezioso per strutturare in modo ordinato e disciplinato il nostro piano di vita. A seconda del luogo in cui si accumula il disordine, si emette un messaggio specifico: • Disordine o oggetti accumulati all'ingresso di casa indicano paura di relazionarsi con altre persone. • Disordine o oggetti accumulati nell'armadio indicano mancanza di controllo nell'analisi e nella gestione delle emozioni. • Disordine o oggetti accumulati in cucina simboleggiano risentimento o fragilità sentimentale. • Disordine sulla scrivania o nell'area di lavoro riflette frustrazione, paura e bisogno di controllare le situazioni. • Disordine dietro le porte indica paura di non essere accettati dagli altri, la sensazione di sentirsi costantemente osservati. • Disordine sotto i mobili significa dare troppa importanza alle apparenze. • Disordine o oggetti accumulati in garage riflettono paura e mancanza di capacità di aggiornarsi. • Disordine e oggetti accumulati in tutta la casa simboleggiano rabbia, pigrizia e apatia verso tutti gli aspetti della vita. • Disordine o oggetti accumulati nei corridoi indicano conflitti nella comunicazione, paura di dire e manifestare ciò che si desidera nella vita. • Disordine o oggetti accumulati in camera riflettono la paura del rifiuto sociale. • Disordine in sala da pranzo indica paura di non fare passi fermi e solidi, con un senso di dominanza da parte della famiglia.
Louise L. Hay dice sul disordine:
Fai spazio al nuovo, sì, fai spazio al nuovo. Svuota il frigorifero, butta via tutti quei resti avvolti nella stagnola. Pulisci gli armadi, liberati di tutto ciò che non hai usato negli ultimi sei mesi. E se non l'hai usato per un anno, è sicuramente troppo nella tua casa, quindi vendilo, scambialo, regalalo o brucialo.
Gli armadi affollati e disordinati riflettono una mente in disordine. Mentre pulisci gli armadi, ripeti a te stesso che stai pulendo i tuoi armadi mentali. L'Universo ama i gesti simbolici...
Autore sconosciuto
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susieporta · 1 year ago
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MANIPOLATORI E MANIPOLATI
Le persone che manipolano provano un profondo stato di insicurezza personale.
Queste persone infatti non sono abituate ad esprimere apertamente i loro bisogni.
Probabilmente perché non sono mai stati accolti quando hanno tentato di farlo.
Non riescono spesso nemmeno a contattare ciò che provano in profondità, sono disconnessi da se stessi e spostano sull’altro il focus, sperando che sia quest’ ultimo a fare ciò che loro non riescono a fare.
Infatti la manipolazione consiste proprio nel far fare o dire all’ altro ciò che non si riesce a dire o fare.
Qualcuno ‘ raccoglie’ questa proiezione e agisce di conseguenza, qualcuno non ci sta.
Qui viene fuori la rabbia e la frustrazione del manipolatore ( o manipolatrice).
Perché questa rabbia?
Perché egli NON sa come soddisfare se stesso, non si percepisce, e se lo fa teme di chiedere perché teme di essere rifiutato o abbandonato.
Questo lo ha appreso nei suoi primi anni di vita.
Quando vi sentite manipolati, sentite che siete costretti in ruoli che non vi appartengono e provate anche emozioni a voi estranee. E cosi i pensieri o le parole, nemmeno quelle sentite come vostre ma in un certo senso vi sentite ‘ costretti’ a dire o fare quelle cose.
La cosa migliore e’ invitare la persona ad esprimere chiaramente i suoi bisogni.
Nel frattempo non fate nulla rimanete in silenzio e lasciate che la persona che manipola resti a contatto con se stessa.
Questo vale per le relazioni significative.
Imparate in generale a creare confini sani, perché chi cade nella manipolazione probabilmente a sua volta, ha avuto genitori manipolativi, i cosiddetti adulti-bambini.
Un adulto si esprime
Parla chiaramente di ciò che lo disturba
Di ciò che gli necessita
Di ciò che lo preoccupa.
Il manipolatore ha sempre paura della reazione dell’altro e vuole costantemente tenerla sotto controllo.
Questo aspetto va totalmente lasciato andare:
Ciò che io dico ed esprimo è MIA responsabilità
La tua reazione a ciò che dico NOn posso controllarla e posso solo accettarla.
Questo significa talvolta sostare in uno stato di frustrazione che la persona narcisista NON riesce a tollerare.
In generale chi manipola ci prosciuga tante energie perché attiva meccanismi di richiesta continui ed invisibili, passando poi anche da vittima se noi non li soddisfiamo.
Il manipolato anche egli deve accettare la frustrazione di sentire l’ altro arrabbiato o insoddisfatto.
Essere adulti significa soprattutto saper tollerare un certo grado di frustrazione, cosa che i bambini NON sono in grado di fare.
_ClaudiaCrispolti_
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Ricostruzione
Non credo di poter vivere fino alla fine dei miei giorni senza sapere se lui ha o non ha avuto un figlio.
Ma lui che ti disse? Che vuol tenere questo "segreto della vita" con sé. Però m'irrise quando scambiai i nomi della Belardinelli e della Brini perché iniziano entrambi per b e hanno delle lettere in comune.
Ovvero? Mi disse: "Vuoi sapere come mi divertii con la Belardinelli? Ella morì per un ascesso dentale mal curato; si recò in un paese vicino, da un frate. Egli maldestramente le spezzò il dente che doveva cavarle. Ne nacque una gangrena che la fece soffrire e strillare per mesi. E poi morì".
Ma davvero? Storia triste. Povera ragazza. Invece la Brini era vivace come un'ape, vestita di rosso e con un bel fazzoletto sulla testa. Lo salutò, o lui immaginò che lo facesse. Diede a lei il suo primo bacio, in sogno. Annota anche il suo parlar con lei dopo averla sognata. La descrive di umile condizione, ma bella e allegra.
Va bene, ma queste vicende hanno un senso? Scrisse per lei qualche poesia? No. Si limitò a delle annotazioni sullo Zibaldone, che però risalgono alla sua giovinezza e alle prime interazioni con lei. Poi non ne fece più menzione. Forse entrò con lei in una relazione che non gli suscitava grandi emozioni, e quindi, proprio per questo, gestibile anche sul piano fisico.
E quando nacque, il figlio di questa ragazza? Il 5 novembre.
Uhm…andando nove mesi indietro, si risale al 5 febbraio. Sì.
E lui cosa scrisse nei dintorni di quella data? Gran cose.
Ah, quindi ci sono delle prove… Prove della sua attività intellettuale, certamente sì. Un certo risveglio, un certo fermento… Si potrebbero costruire ad arte delle prove, legando insieme spezzoni di quei suoi pensieri.
Hai pensato di farlo? Sì e no. Non sono spregiudicata fino a questo punto. Anche perché, leggendo ciò che scrisse, rimasi talmente impressionata da accantonare per qualche momento la questione del figlio.
Allora doveva esser proprio materiale bollente! Mi ha ricordato lo stesso acume che gli aveva fatto scrivere che tutto è male durante la liaison con la Malvezzi.
Quindi l'amore non migliorava il tono del suo umore. Ma vedi, lui era settato sul pessimismo, o meglio, sul materialismo, e secondo me trovava, pure nell'amore, segreto argomento a sostegno del fatto che vi è più male che bene nell'universo. Quando era su di giri, dava fondo a queste argomentazioni. Erano la sua comfort zone, il modo in cui appagava il suo ego sentendosi intelligente in contrapposizione agli spiritualisti. Infatti struttura queste considerazioni in una sorta di contraddittorio, di dialogo embrionale…
Embrionale!…La lingua batte… Sì, è chiaro, il mio cervello è posseduto dalla questione. Avrei cominciato la costruzione delle false prove menzionando i suoi pensieri sull'etimologia di donna nel senso di padrona e donzella di quello di padroncina. In realtà sono mere considerazioni linguistiche.
Ma a lui piaceva considerarsi signoreggiato dalla donna. Ricordi? "Signora e padrona della mia forza"… Gli piaceva porsi in obbedienza alle donne per uscirne bene moralmente, qualunque azione facesse in realtà. Non penso mica facesse qualcosa di male. Forse, mentre in un grembo stava sorgendo la vita, lui dimostrava come, a rigor di logica, la materia senta e pensi, e l'inutilità e la fallacia del concetto di spirito, che per lui è solo una parola. "Per questo riguardo, gli uomini si sono dimostrati più che bambini", scriveva, sentendosi certamente un grand'uomo. Doveva sentirsi proprio potente! Scrisse che se avesse avuto lui per le mani la materia e l'onnipotenza, certamente avrebbe "di leggeri" costruito un universo assai migliore del presente, il quale, di per sé, non dimostra neppure che sia frutto di un'entità intelligente.
Oh perbacco, cos'aspettiamo a dar per le mani a Leopardi la materia e l'onnipotenza? Che ci costruisca un universo che finalmente funzioni bene, con la sua grande intelligenza! Sarebbe conveniente: un universo in cui il singolo sarebbe felice, anziché mera pedina di un sistema teso soltanto ad autoperpetuarsi.
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rk-tmblr · 2 years ago
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“Being a part of a twin set” -Miya Twins [Haikyuu!!]
Note: ↓[Engl. version]↓
Prologo: “La necessità di un equilibrio”
Essere un fratello non è una cosa semplice.
Non lo è affatto, soprattutto quando ti ritrovi a condividere anche il tuo aspetto.
Perché in una casa dove è rimasto solo uno dei genitori, inevitabilmente cresci con la necessità di capire quanto importante sia l'equilibrio.
Per questo motivo Atsumu ed Osamu avevano imparato a comportarsi come il sole e la luna: se il biondo non sapeva trattenersi, era il cenerino ad essere paziente; se il maggiore (di soli sette minuti!!) aveva in bocca la parola voglio, il minore scuoteva la testa fingendo disinteresse; se il primo si faceva travolgere dalle emozioni, era il secondo a farsi abbastanza forte da sostenere entrambi...
Insieme facevano di tutto pur di non gravare sulle spalle della loro adorata Ma'. 
Anche se alle volte questo significava rinunciare ad una parte di loro stessi.
"Se sono felici loro, lo sono io" è il motto che sforzavano di ricordarsi quando diventava difficile e stringevano i denti, serravano i pugni, si mostravano invincibili per poter cautelare quell'equilibrio, per far sì che la sua bilancia non pendesse da un solo lato quando uno dei due osava essere un poco egoista, senza mai farlo vacillare né cedere.
Superficialmente la gente ha da sempre additato la loro interdipendenza come un legame morboso, ignorando il vero motivo latente: se sei da solo come faresti mai a sbarazzarti della tua immagine speculare, l'unica indissolubilmente a te legata per geni per sangue, l'unica che capisce e resta al tuo fianco nonostante tutto?
Osamu avrebbe tanto voluto chiederlo a quei bambini cattivi che alla materna prendevano in giro Atsumu, poiché incapace di relazionarsi con chiunque non fosse il suo gemello, ma tra i due era proprio lui ad essere fatto di parole e allora rispondeva ai bulli con le botte.
Solo il cenerino aveva il diritto di schernire il biondo e nessun altro.
Per calmare i suoi pianti mocciosi aveva provato a ragionare con lui, tuttavia Atsumu continuava comunque a voler fare amicizia con gli altri, ugualmente desiderava far parte del gruppo... quello stesso gruppo che irrazionalmente accoglieva Osamu, ma non anche lui. Ed allora incominciava a diffidare di quelle "amicizie", rinunciava loro dubitando della loro onestà dato il comportamento esclusivo che avevano nei confronti del suo gemello. Il cenerino cresceva sempre più cinico con il passare del tempo ed imparava a mostrare agli altri solo la sua apatica superficie, stanco della gente intenta a confrontarli per capire quale dei due potesse essere il migliore.
Le lagne di uno e l'asocialità dell'altro avevano portato la loro Ma' a preoccuparsi per loro, quindi assieme avevano cercato un modo per far parte di un gruppo in cui la loro sincronia sarebbe stata impossibile da rinnegare, fondamentale.  All'Inarizaki High tutti conoscevano i Gemelli Miya, la coppia incredibile ed intercambiabile divenuta l'incubo dei professori e di chiunque si azzardasse a sfidarli ma soprattutto il mostruoso duo nel campo da pallavolo.
Per forza di abitudine Osamu assecondava i capricci del biondo, come spendere ore extra in palestra per allenarsi o partecipare ad eventi sociali per conoscere persone, al caro prezzo della sua porzione di budino. Esatto, perché sarebbe andato anche il capo al mondo per suo fratello e la sua Ma', però il cibo aveva la sua priorità. Era in grado di restare impassibile ad una rovinosa caduta di Atsumu davanti ai suoi occhi, se fra le mani stringeva un caldo dorayaki, e di spezzare braccia se qualcuno tentava di rubargli un morso.
"Samu ama mangiare di gusto come Tsumu ama giocare a pallavolo!" scherzava di tanto in tanto Ma', facendogli passare l'appetito inconsapevolmente.
L'amore non c'entrava nulla con il suo peccato di gola.
No, lui non provava quel genere di sentimenti...
Quello ad agire di cuore era Atsumu, non lui.
No, lui era il gemello noioso, silenzioso e (anche si, dai) goloso, mentre Atsumu...
Beh, Atsumu era definitivamente il più solare dei due, quello più bello con il sorriso stirato sulle labbra, gli occhi vispi e vivaci ed il ciuffo dorato. Per questo aveva un fan club di ragazze che gli sbavavano dietro, anche se stranamente bastavano cinque minuti delle sue chiacchiere senza filtri a farle scappare via. Già, via per andare a cercare la sua copia e fare il paragone.
Se il biondo era stronzo per innocente natura, Osamu lo era diventato per esaurimento.
Era una cosa insopportabile, la odiava, la odiavano entrambi.
Come mai avrebbero potuto essere la loro libera persona, se la ricerca di comprendere quale dei due fosse quello giusto li perseguitava dovunque?
Al secondo anno di liceo Atsumu ed Osamu vennero divisi in due classi diverse e parallele.
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pizzettauniversale · 2 years ago
Note
Ti scrivo senza polemica e a scopo solo conoscitivo. Cambiare vagone non so quanto aiuti a meno che non funga da diversivo col bambino perché se no sposti semplicemente altrove la rottura di coglioni. Se un bambino (dai 3-4 anni in su per capirci, non piccolissimo) fa i capricci e urla, e il genitore cerca di tranquillizzarlo in ogni modo, sarebbe per te più tollerabile? Perché da come scrivi sembra infastidirti più l'atteggiamento menefreghista del genitore che non i lamenti del pargolo, io faccio il parallelo con cani e animali e bello il cane è tuo e non me lo fai cagare sulla borsa e se sporca pulisci, non è colpa del cane ma del padrone. Certo che anche con la mamma più presente la bimba magari frigna lo stesso, prima di fare la psicoanalisi alle sue emozioni starei a vedere però quanto il genitore sia non dico capace ma perlomeno attento.
Hai preso il punto, a me da fastidio che la madre non controllasse la figlia, proprio se ne stava fregando che con il suo pianto rompeva il cazzo alle persone intorno. Mi avrebbe comunque dato fastidio il pianto? Sì. Almeno però avrei visto che ci stava provando a farla calmare e che la figlia era semplicemente una rompi coglioni. A me è il menefreghismo, la mancanza di educazione che urta il sistema nervoso, non me lo urtano solo i bambini ma anche la gente che guarda i video a tutto volume sui mezzi senza cuffie, quelli che parlano ad alta voce al telefono. Ecco hai fatto l’esempio dei cani, io li amo però non sopporto quando i cani degli altri mi saltano addosso e mi sgraffiano o mi sbavano sui vestiti e i padroni “AHAHHAHA sta giocando” sì a me frega un cazzo che gioca mi ha comunque sgraffiato. Questo il punto, poi tutta la psicoanalisi de sto cazzo il bambino ha un disagio, deve esprimerlo altrimenti ne viene su un uomo malato e menate varie (no che non siano giuste eh) non me ne frega una sega e non era quello il punto nel discorso, anche perché vorrei proprio vedere l’anonimo in un volo di 7 ore bloccato al suo posto com vicino un bambino che gli urla per tutte e 7 le ore se continua a pensare ai disagi del pargolo, ma per piacere.
Poi che io non sopporti i bambini in generale è vero, che l’unico modo che posso sopportarli è se fanno i peluche cioè zitti e buoni, ma il menefreghismo dei genitori nei confronti di tutto il mondo mi manda in matti. Infatti quando i bambini rompono il cazzo mica rimprovero i bambini, ma i genitori che se ne fottono.
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