#emigrati
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«Vede, a me non piace né comandare né essere comandato. A me piace lavorare da solo, così è come se sotto al lavoro finito ci mettessi la mia firma; ma lei capisce bene che un lavoro come quello non era per un uomo solo. Così ci siamo dati da fare: dopo quella gran tormenta che le ho raccontato era tornata un po' di calma e non si andava tanto male, ma a colpi veniva giù la nebbia. Per capire ognuno che tipo era ci ho messo un po' di tempo, perché non siamo mica fatti tutti uguali: specie poi coi forestieri. L'ortodosso era forte come un toro. Aveva la barba fin sotto gli occhi e i capelli lunghi fin qui, però lavorava preciso e si vedeva subito che era del mestiere. Solo che non bisognava interromperlo, se no perdeva il filo, cascava dalle nuvole e doveva ricominciare tutto dal principio. Di Staso è venuto fuori che era figlio di un barese e di una tedesca, e difatti si vedeva che era un po' incrociato; quando parlava facevo più fatica a capirlo che se fosse stato un americano d'America, ma per fortuna parlava poco. Era uno di quelli che dicono sempre di sì e poi fanno alla sua maniera: insomma bisognava starci attenti, e il suo guaio era che pativa il freddo, così tutti i momenti si fermava, si metteva a ballare magari anche in cima al traliccio, che mi faceva venire la pelle di gallina, e si metteva le mani sotto le ascelle. Il pellerossa era una sagoma: l'ingegnere mi ha raccontato che era di una tribù di cacciatori, e che invece di stare nella loro riserva a fare tutti quei gesti per i turisti, avevano accettato in blocco di trasferirsi nelle città per fare la pulizia delle facciate dei grattacieli; lui aveva ventidue anni, ma quel mestiere lo facevano già suo padre e suo nonno. Non è che sia la stessa cosa, per fare il montatore ci va un po' più di cervello, ma lui cervello ne aveva.
Però aveva delle abitudini strane, non guardava mai negli occhi, non muoveva mai la faccia e sembrava tutto d'un pezzo, anche se poi sul montaggio era svelto come un gatto. Anche lui parlava poco: era grazioso come il mal di pancia, e a fargli osservazione rispondeva; dava anche dei nomi ma per fortuna solo nel dialetto della sua tribù, così si poteva far finta di non capire e non nascevano questioni. Mi resta da dire del regolare, ma quello ho da capirlo ancora adesso. Era proprio un po' intiero, ci metteva tempo a capire le cose, ma aveva volontà e stava attento: perché lo sapeva, che non era tanto furbo, e cercava di farsi forza e di non sbagliare, e difatti in proporzione sbagliava abbastanza poco, appunto, non capivo come facesse a sbagliare così poco. Mi faceva pena perché gli altri gli ridevano dietro, e mi faceva tenerezza come un bambino, anche se aveva quasi quarant'anni e non era tanto bello da vedere. Sa, il vantaggio del nostro lavoro è che c'è posto anche per gente come quella, e che sul lavoro imparano quelle cose che non hanno imparato a scuola; solo che con loro ci va un po' più di pazienza.»
Primo Levi, La chiave a stella, Einaudi (Supercoralli Nuova serie); prima edizione 1978.
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Il Partito chiedeva a tutti i comunisti che potevano venire in Italia “regolarmente” di riportare notizie di prima mano
Nel 1923 decisero [Primetta Cipolli e Oreste Marrucci] di sposarsi e nel 1924 di emigrare in Francia: avevano ben poche speranze di andare avanti se fossero rimasti in Italia. E la loro non fu certo una scelta “particolare”, visto che, all’inizio degli anni Trenta, gli italiani in Francia saranno più di ottocentomila.Infatti, come scrive Leonardo Rapone nell’articolo “Emigrazione italiana e…
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#1924#1933#antifascisti#clandestinità#comunisti#economici#emigrati#fascista#Francia#fuorusciti#Oreste Marrucci#Parigi#Pavillon-sous-Bois#politici#Primetta Cipolli#regime#Renza Bendinelli#rosso#soccorso#Vitry-sur-Seine
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Il Partito chiedeva a tutti i comunisti che potevano venire in Italia “regolarmente” di riportare notizie di prima mano
Nel 1923 decisero [Primetta Cipolli e Oreste Marrucci] di sposarsi e nel 1924 di emigrare in Francia: avevano ben poche speranze di andare avanti se fossero rimasti in Italia. E la loro non fu certo una scelta “particolare”, visto che, all’inizio degli anni Trenta, gli italiani in Francia saranno più di ottocentomila.Infatti, come scrive Leonardo Rapone nell’articolo “Emigrazione italiana e…
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Il Partito chiedeva a tutti i comunisti che potevano venire in Italia “regolarmente” di riportare notizie di prima mano
Nel 1923 decisero [Primetta Cipolli e Oreste Marrucci] di sposarsi e nel 1924 di emigrare in Francia: avevano ben poche speranze di andare avanti se fossero rimasti in Italia. E la loro non fu certo una scelta “particolare”, visto che, all’inizio degli anni Trenta, gli italiani in Francia saranno più di ottocentomila.Infatti, come scrive Leonardo Rapone nell’articolo “Emigrazione italiana e…
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Il Partito chiedeva a tutti i comunisti che potevano venire in Italia “regolarmente” di riportare notizie di prima mano
Nel 1923 decisero [Primetta Cipolli e Oreste Marrucci] di sposarsi e nel 1924 di emigrare in Francia: avevano ben poche speranze di andare avanti se fossero rimasti in Italia. E la loro non fu certo una scelta “particolare”, visto che, all’inizio degli anni Trenta, gli italiani in Francia saranno più di ottocentomila.Infatti, come scrive Leonardo Rapone nell’articolo “Emigrazione italiana e…
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Il Partito chiedeva a tutti i comunisti che potevano venire in Italia “regolarmente” di riportare notizie di prima mano
Nel 1923 decisero [Primetta Cipolli e Oreste Marrucci] di sposarsi e nel 1924 di emigrare in Francia: avevano ben poche speranze di andare avanti se fossero rimasti in Italia. E la loro non fu certo una scelta “particolare”, visto che, all’inizio degli anni Trenta, gli italiani in Francia saranno più di ottocentomila.Infatti, come scrive Leonardo Rapone nell’articolo “Emigrazione italiana e…
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“Disterrados”, il 16 luglio Maria Giovanna Cherchi fa tappa a Roma
Maria Giovanna Cherchi Cagliari. Nuovo appuntamento domenica 16 luglio con “Disterrados, su programma de sos sardos emigrados” il programma condotto da Maria Giovanna Cherchi che, alle 10, sugli schermi di Rai Tre Sardegna, porta gli spettatori a conoscere storie di emigrazione nella città di Roma. Si parte da piazza San Pietro ma il primo incontro è sul Ponte Milvio, teatro dell’epica battaglia…
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A San Venanzo popolazione in lieve aumento
A San Venanzo popolazione in lieve aumento
Andamento in controtendenza per il comune di San Venanzo che registra nel 2022 un lieve aumento di residenti. Secondo i dati resi noti dal Comune infatti il saldo positivo della popolazione residente a tutto l’anno appena trascorso si attesta a 16 persone in più rispetto al 2021, portando così il totale dei cittadini a 2.204 rispetto ai 2.188 dell’anno precedente. Relativamente alla…
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Se solo nel resto del mondo si studiassero i sillogismi di Aristotele. Se solo
#ho appena letto con i miei occhi che siccome a causa del razzismo latente in Europa gli emigrati ucraini bianchi sono considerati più*#desiderabili degli emigrati africani#allora è razzista per gli ucraini emigrare#dalle loro città bombardate#già#e le persone che nei tag facevano notare la stronzata veniva chiamate - indovinate? già#questa è la parte due del post sulla mafia dell’altro giorno#ci credo che stiamo messi così male se questo è il livello del dibattito sul problema razzismo
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Se a me chiedessero il primo ricordo sulla Rai sarebbe questo
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“ Di italiani non ce ne sono, quei pochi rimasti in Belgio stanno ancora alle mines, gli altri sono ormai tornati. Però tutti qui hanno il ricordo della nostra razza e quando giriamo Rue Blaes per la spesa ci riconoscono e ci fanno festa, anche i musulmani ai quali tante volte abbiamo fatto la gaffe di chiedere del prosciutto e quelli “Rien vian-de de porc! Rien!” ma poi, capita la buonafede, han fatto i gentili e i simpatici. E questa storia dei musulmani ha avuto anche dei risvolti nella nostra convivenza in Rue des Tanneurs perché la sera che era di turno in cucina Jeff aveva preparato un potage Campbell’s senza tanto badare a quello che c'era nella scatola e Ibrahim dopo qualche cucchiaiata comincia a farsi serio e stropicciare il naso e grattarsi il mento pensieroso e lisciarsi il baffo perplesso e chiedere infine che cosa c'è nel piatto e noi “verdure, son verdure Ibrahim” ma lui sembra proprio che avverta in gola un brutto, davvero brutto sapore e allora corre nel cestino dei rifiuti, recupera la scatoletta e legge gli ingredienti, poi arriva incazzatissimo dove sediamo a mangiare e urla che l'abbiamo fatto apposta qui c'è della carne impura e via di seguito, tanto che noi subito ci spaventiamo ma poi ci gettiamo a ridere perché Ibrahim si mette col capo a terra a far scongiuri e belare non si capisce bene che cazzo di Allah e poi s'infila alla brutto-dio un dito in gola per vomitare quel pezzetto di wurstel che c'era nel piatto… Ma soprattutto gli spagnoli sono bellagente e ci trattano come fossimo americani sbarcati in centrafrica, tutti premurosi e gioviali. Conosciamo Gonzales che ha una drogheria e noi gli abbiamo esaurito la scorta di spaghetti. Ci presenta il figlio di sedicianni che verrà poi con noi qualche sera al Jeu-de-Balle a bere la Trapiste. Gonzales ci racconta ogni volta degli italiani che ha conosciuto, “Ah, les italiens!” dice aprendo il suo sorriso baffuto e grasso eppoi estrae dal bancone una chitarra e intona funiculì-funiculà cha-cha-cha e io rido e applaudo e la moglie esce dal retrobottega e ci offre un sorso di vino spagnolo con la piccola Esterella di cinque anni stretta al sottanone e noi stiamo bene a sentirci italiani e ne siamo anche fieri e orgogliosi che capiamo che questi legami qui sono nati tra la gente che lavora mica trattati a tavolino da diplomatici o ministri del cazzo, che di loro ci vergognamo sì, altroché. “
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Brano tratto dal racconto Viaggio, testo raccolto in:
Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini, Feltrinelli, 1980¹; pp. 76-78.
#Altri libertini#letture#leggere#Viaggio#opera prima#libri#Pier Vittorio Tondelli#racconti#Belgio#emigrati#Correggio#romanzo a episodi#Emilia-Romagna#libertà#trasgressione#letteratura italiana del '900#letteratura punk#citazioni letterarie#emigrazione italiana#stereotipi#lavoratori#Islam#pregiudizi#narrativa italiana del XX secolo#anni '70#anni '80#viaggiare#Italiani all'estero#emigrazione#amicizia
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poi quanto mi spacca la quantità di artisti italiani che hanno fatto successo in francia tipo spulciando canzoni su youtube per fare pratica c'è una canzone chiamata le sud di un italiano di nome nino ferrer che ha 70 milioni di visualizzazioni ne deduco che sia stata un successone in francia negli anni '70, loro ci amano forse più di noi temo
#la canzone inizia con: c'est un endroit qui ressemble à la Louisiane - à L'ITALIE#mai sentito ma in italia non penso se lo ricordi nessuno o quasi poi vado nei commenti e scopro vecchie francesi innamorate#vabbè d'altronde funziona così gli italiani sono emigrati ovunque
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Gli ucraini emigrati in Polonia sono stati ben accolti ma sognano di tornare a casa
Studiano inglese, provano a ricostruirsi una nuova vita in Polonia ma gli ucraini emigrati per sfuggire alla guerra oggi sognano di poter tornare a riunirsi in patria con le loro famiglie
#Gli ucraini emigrati in Polonia sono stati ben accolti ma sognano di tornare a casa News | Euronews
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Dal 12 novembre 1938 in Francia fu introdotta la déchéanche de nationalité
Per gli stranieri, [in Francia] il periodo di governo del Fronte Popolare ebbe esiti contraddittori. Con l’unificazione tra CGT e CGTU nel 1936, prevalse una linea riformista aperta agli stranieri, specialmente i rifugiati antifascisti, ma che conservava alcune chiusure che erano state proprie della linea della CGT negli anni precedenti. Il sindacato si fece promotore di un Comité du Droit…
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#1936#1938#1939#1940#antifascisti#campi#CGT#CGTU#cittadinanza#ebrei#emigrati#Eva Pavone#Federico Del Giudice#Francia#fronte#internamento#italiani#lavoratori#opeari#popolare#revoca#rifugiati#sindacati#stranieri#tedeschi#Vichy
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Rispondere al tentativo fascista raggruppando la gioventù del quartiere
Nizza: colline Prima della guerra i quotidiani presenti a Nizza erano due: «L’Eclaireur de Nice», conservatore, e il «Petit Niçois», socialista. Durante la guerra si ha un generale stravolgimento del panorama editoriale; molti giornali spariscono e appaiono in compenso altri fogli, soprattutto di sinistra. Alla fine del conflitto sono due i quotidiani che si contendono la scena nizzarda: «Le…
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#1934#1936#Alessandro Dall&039;Aglio#Antoine Risso#bocce#calcio#Côte d’Azur#ciclismo#comunista#dopoguerra#emigrati#ESPANM#fascisti#Fronte#FSGT#ginnastica#lavoro#Marc Ricci#Nice#nizza#partito#Popolare#Resistenza#sport
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Dal 12 novembre 1938 in Francia fu introdotta la déchéanche de nationalité
Per gli stranieri, [in Francia] il periodo di governo del Fronte Popolare ebbe esiti contraddittori. Con l’unificazione tra CGT e CGTU nel 1936, prevalse una linea riformista aperta agli stranieri, specialmente i rifugiati antifascisti, ma che conservava alcune chiusure che erano state proprie della linea della CGT negli anni precedenti. Il sindacato si fece promotore di un Comité du Droit…
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#1936#1938#1939#1940#antifascisti#campi#CGT#CGTU#cittadinanza#ebrei#emigrati#Eva Pavone#Federico Del Giudice#Francia#fronte#internamento#italiani#lavoratori#opeari#popolare#revoca#rifugiati#sindacati#stranieri#tedeschi#Vichy
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