#e la chiamano estate
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Dunque, ho portato in spiaggia il Cubo di Rubik e volevo studiarmi il video tutorial per risolverlo. Stavo facendo la mia croce bianca punto di partenza per risolverlo.
È arrivata Cecilia, vicina di ombrellone che ha detto: «Ah io lo so fare, ma uso un altro metodo.»
Le chiedo gentilmente di mostrarmelo e… lo risolve in un minuto o poco più.
Le chiedo di spiegarmi come ha fatto e va velocissima! Ci mette di più a spiegarmi come ha fatto che a farlo. Mi sento come mia madre quando la nipote le insegna a usare il cellulare.
Cecilia ha 10 anni.
Sipario!
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Artist : Bruno Martino
Track : E la chiamano estate
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e la chiamano estate.
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UN CONTRIBUTO PER CAPIRE
CHE IL PROBLEMA È
SOPRATTUTTO CULTURALE.
"Drogate e stuprate: succederà ancora"
A cura di Ilaria Maria Dondi
Essere drogate e stuprate: è una storia vera, che si moltiplica per tutte le donne cui è successo o accadrà in futuro.
'21h - Les détails' è il corto, sceneggiato dalla scrittrice Nadia Busato e interpretato dall'attrice Sveva Alviti che fa parte di 'H24 - 24 heures dans la vie d’une femme', un progetto corale internazionale ispirato a 24 storie vere di donne, scritte, interpretate e dirette da donne.
“Avevo 19 anni, una patente fresca di rilascio e la voglia matta di godermi l’ultima estate prima dell’università. Con l’amica di sempre aspettavamo elettrizzate l’inizio del festival rock più grosso della provincia. Finalmente, abbiamo passato il cancello e ci siamo fermate a bere un bicchiere, poco oltre l’ingresso.
Abbiamo brindato, ci siamo avvicinate al palco, abbiamo iniziato a cantare il primo pezzo e …bum!
Nessuna di noi ricorda nulla della serata finché, ore più tardi, siamo ritornate in noi stesse. In più di vent’anni abbiamo provato più volte a rimettere insieme la memoria di quella sera, ma tutto è cancellato, scomparso.
Agli inizi del millennio non c’erano né i social né il Me-too.
Erano gli anni dell’uomo che non deve chiedere mai. Famiglia, scuola, televisione insegnavano a noi ragazze di ogni età, che quando ci succede qualcosa di inquietante, brutto, violento, la colpa è nostra: ce la siamo andata a cercare; che è diritto di ogni uomo usare i corpi delle donne come meglio crede; ed è parimenti suo diritto non avere seccature inutili, come il consenso esplicito.
Se lei dice no, intende sì: quante volte l’abbiamo letto, sentito, detto ridendo?
Ripenso spesso a quella notte. Io e la mia amica, insieme, non pesavamo quanto un uomo adulto. Io anoressica, lei longilinea per costituzione: saranno bastate poche gocce.
Sarei davvero curiosa di sapere cos’era.
Le più famose sono le Ghb, Gbl e Bd, si trovano anche in medicinali che, ciclicamente, vengono ritirati dal commercio e poi re-immessi in altre formulazioni, per altre patologie.
Si chiamano droghe da stupro perché succede quello che è successo a noi: dopo non ricordi nulla.
Ci sono voluti diversi anni perché avessi almeno un nome da dare a quello che ci è capitato.
Chissà se chi l’ha fatto si è limitato a noi, quella sera. Se avesse voluto farlo ad altre ragazze, niente l’ha fermato. Magari l’ha fatto per tutta l’estate e le estati seguenti, magari lo fa ancora oggi. Immagino lo trovi divertente e, all’occorrenza, utile.
Quando Valérie Urrea e Nathalie Masduraud mi hanno chiesto di sceneggiare questo episodio di H24 ci ho messo dentro quello che succede a me, che da più di vent’anni cerco di rimettere insieme i ricordi e cerco gli indizi.
Esattamente come la protagonista di questa storia (che è tratta da una storia vera), tutto ciò che ricordo davvero era la banalità della serata: nessun segnale di pericolo, una normale sera d’estate tra amiche.
Esattamente come la protagonista (interpretata dalla bravissima Sveva Alviti) anche io mi sono sentita dire che sono stata fortunata: nessuna gravidanza, nessuna MST, nessun segno evidente di abuso, nessuna memoria, l’opportunità di dimenticare e riderci su.
Paradossale che qualcuno provi a consolarti ricordandoti che ci sono certamente donne a cui va molto molto molto peggio di te.
Quindi: allegria, dai, basta pensarci, mettitela via.
A noi, che abbiamo assecondato questo sistema educativo per intere generazioni.
A noi, che abbiamo sempre incolpato le ragazze ovunque, in pubblico e in privato.
A noi, che abbiamo guardato Fedro Francioni nella casa del Grande Fratello raccontare di aver stuprato un’amica incapace di reagire senza andare a distruggere gli studi di Cinecittà.
A noi, che leggiamo gli articoli assolutori su Alberto Genovese dando un colpetto annoiato di spalle perché le modelle e le attrici, come ci hanno più volte spiegato in TV, molti alti esperti, medici, opinionisti, politici e giornalisti, sono prostitute a caccia di tornaconto.
A noi, che sentiamo dire frasi come:
“…però lo sa che funziona così; cosa si aspettava?; ha avuto anche lei i suoi vantaggi;… e se lo ricorda dopo tanti anni?; bisognerebbe sentire la versione di lui; a me non sembra uno stupratore; lei è una facile; chissà chi c’è dietro”
e preferiamo non iniziare nemmeno una discussione.
A noi, che in un paese dove il cattolicesimo sostituisce lo stato di diritto sui corpi delle donne, ci stupiamo genuinamente dei numeri della violenza e dei femminicidi.
A noi, che chiamiamo la polizia se sentiamo il rumore di un furto ma non ci intromettiamo nella casa del vicino che picchia da anni moglie e figli.
A noi, che il femminismo bianco è sempre moderato e sorridere è meglio che alzare la voce.
A noi, che ormai questi uomini non li cambi più ed è meglio sperare nel futuro.
A noi , che voi vi lamentate ma siete fortunate.
A noi, che… e io che ci posso fare?”
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E la chiamano estate
Quando ti trascini al supermercato per comprare la carta igienica e invece torni a casa con i gelati.
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“ Stanotte dalle celle acutamente gridano le ammalate, le voci arrivano e penetrano dentro lo spiraglio della finestra di camera mia che ho lasciato socchiusa per il caldo. Sono voci acute, delle lame che diventano sottili e perforanti con qualche cosa di dolce e insieme di inutile; non chiamano, non si voglion far sentire da nessuno, voci che rispondono ai loro delirî; ogni poco si fermano come ascoltassero la risposta; a loro volta rispondono. È il 27 giugno, una notte già di silenziosa e fitta estate. Domani dunque ancora una volta vedrò la processione del Corpus Domini del manicomio. Tutti gli anni, al di fuori di quelli della guerra, ho visto, da quando son laureato, la processione dei matti, nel primo sboccio dell'estate, e ogni volta quello sfilare di folli dietro i preti ammantati mi ha portato a considerare la mia condizione. Ogni anno i matti, dietro il baldacchino, frastornati dai loro delirî, reietti dalla società, seguono in due file. Io, dietro le persiane, guardo. La Lella mi ha messo un tale sfolgorio di rose sopra lo scaffale dei libri che ogni volta che sollevo gli occhi e le vedo, sorrido sorpreso dalla felicità. La processione si è svolta placidamente e non è mancata la predica del frate dal terrazzo dove, ai tempi del Duce, si facevano i discorsi ai fascisti. La scena del discorso del frate davanti ai matti e alle matte e ai contadini dei dintorni del manicomio, vestiti a festa, se sofferta nella sua ironica-tragica realtà, avrebbe potuto essere un grande quadro. Non mancava nulla della stupidità umana, galleggiavano i sette vizi capitali, l'ipocrisia e l'ambizione in tal modo si davan l'abbraccio che era una morsa, la mediocrità era il sovrano, la servitú strideva acutamente. Intorno alla piazza vi erano gli alberi ricchi di foglie che seminavano una fertile ombra. Sulla destra, seduta in quell'ombra, inconsapevole forse della sua bellezza, c'era una ragazza, splendente di gioventú; aveva un vestito primaverile e sembrava aspettasse la felicità dalla vita (voglia il cielo che l'abbia). Il frate dal terrazzo, la barba puntuta come un sesso setoloso, abbaiava spergiuri. “
Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, introduzione di Geno Pampaloni, A. Mondadori (collana Oscar n° 90), 1969²; pp. 68-70.
[1ª Edizione originale: Vallecchi, Firenze, 1953]
#Mario Tobino#letture#leggere#amore#libri#cattolicesimo#Le libere donne di Magliano#psichiatria#psicologia#società#letteratura del XX secolo#poeti#citazioni letterarie#romanzo#letteratura del '900#Lucca#narrativa italiana#autobiografie#malattie della mente#autobiografismo#Maggiano#Toscana#ospedale psichiatrico#scrittori toscani#riti religiosi#gioventú#Geno Pampaloni#Corpus Domini#manicomio#vizi capitali
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Milano Centrale-Paola
Per una felice congiunzione astrale dei sistemi di prenotazione online avevamo trovato un posto in business sul Freccia a un prezzo relativamente conveniente. Fino a Firenze il vagone è popolato dai consueti turisti tedeschi in Grand Tour, ormai un cliché, abbigliati in qualsiasi condizione meteo come se andassero in gita fuori porta a Fregene, le donne generalmente tutte scosciate, moderne veneri di Milo, gli uomini piuttosto legnosetti nei loro pantaloncini comprati su Asos (i bambini di un biondo abbacinante, giallopaglierini). Bonus track: tre giulive signore tedesche di mezza età, poi scese a Roma, che non hanno mai smesso di parlare un minuto intavolando un'appassionata discussione su "Protein Trink" ed "Enercy Trink" (a questo punto mi sono convinto che "trincare" sia voce di origine germanica). Le abbiamo sentite distintamente pronunciare Reggio Calabria "Reccio Kolapria". Dopo Roma è cambiata la fauna e il vagone si è riempito di manager della PA in camicia azzurrina e matteorenzianesche giacche sciancrate bleu, ai piedi mocassini leggeri coi fantasmini. Trafficavano per un po' su pagine di Excel sopra notebook con gli sfondi dei figli rispondendo professionalmente alle telefonate di lavoro (i colleghi si chiamano generalmente tutti "Maurizio"), poi si abbandonavano mollemente ai giochini online spizzicando annoiati le razioni del cestino di benvenuto: succo di frutta, crostino, brioche (da Roma in giù identificata come "cornetto") salata, un pollice quadrato di cioccolato nero e una bottiglietta d'acqua "vulcanica" da 25 ml. Dopo Salerno si aprivano i consueti paesaggi selvaggi e aspri che complici noia e stanchezza ci catapultavano immantinente in una specie di meriggio o miraggio di mezza estate popolato da ninfe e fauni bruscamente interrotto dalla stazione di Sapri. Sogno confessato di fare un giorno il trasbordo su un wagon lit a Villa San Giovanni prima che rovinino tutta la magia costruendo il modernissimo Ponte sullo Stretto.
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Romance by Three Sugars
Hello dear readers! I know I've been teasing this series since forever, but now I'm RELAUNCHING IT!!!
I've properly planned it and now there's a lot of writing happening in this direction, so I hope you enjoy these little appetisers and get better acquainted with our gentlemen.
Below, you can choose the flavour of your affair by picking the most suitable soundtrack to your romance. Careful! It's the lyrics of the songs that matter, the vibe is always elegant and old fashioned. Also, there might be an issue since all three are Kim's, but only one is *The* Mr. Kim.
Pick wisely! Enjoy your romance 😉
Romanced by Mr. Kim
At Last - Etta James | Ain't No Sunshine - Bill Withers | E la Chiamano Estate - Bruno Martino | Mi Sono Innamorato di Te - Luigi Tenco | Dream A Little Dream Of Me - Louis Armstrong | I Could Write a Book - Harry Connick Jr. | When I Fall In Love - Nat King Cole | Fly Me To The Moon - Frank Sinatra | Tenderly - Billie Holiday | All The Things You Are - Ella Fitzgerald.
Romanced by Mr. Irresponsible
Call Me Irresponsible - Michael Bublé | Witchcraft - Frank Sinatra | Sapore di Sale - Gino Paoli | Per Un'Ora d'Amore - Matia Bazar | I'm a Fool To Want You - Billie Holiday | Cry To Me - Solomon Burke | Don't Let Me Be Misunderstood - Nina Simone | Fever - Peggy Lee | You Turned The Tables On Me - Billie Holiday | Time After Time - Chet Baker.
Romanced by Mr. Charming
La Vie En Rose - Louis Armstrong | She - Harry Styles | It's a Man's Man's Man's World - Etta James | A Natural Woman - Aretha Franklin | Comin' Home Baby - Mel Tormé | The Way You Look Tonight - Tony Bennett | In A Sentimental Mood - Sarah Vaughan | Dearly Beloved - Nancy Wilson | It Had To Be You - Billie Holiday | Wonderful Tonight - Michael Bublé & Ivan Lins.
P.s. There are some old Italian romance songs, which I adore, that perfectly mirror the vibe of our gentlemen, so I hope you will enjoy those too. Also, let's celebrate the power of women of colour in the soul and blues tradition. I will forever be thankful for their contribution and will forever pray for them. Let's make sure no one will ever have to experience the pain some of them had to go through.
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[✎ ITA] EL PAÍS : Intervista - RM: ❝In Corea lavoriamo così duramente perché 70 anni fa non avevamo niente❞ | 12.03.23⠸
🇪🇸 EL PAÍS : Intervista - RM
RM, leader dei BTS: ❝ In Corea lavoriamo così duramente perché 70 anni fa non avevamo niente ❞
Il rapper sud-coreano promuove il suo primo album solista, in Spagna, e riflette sul prezzo del successo del K-pop, sulla storia del suo paese e sull'essere un collezionista d'arte
__ di PATRICIA GOSÁLVEZ | Twitter
Kim Namjoon (Seoul, 1994) sembra sinceramente sorpreso che un gruppo di fan l'abbia riconosciuto, qualche giorno fa, per le strade di Bilbao. "Mi piace pensare che, magari, in una cittadina dall'altra parte del mondo sia ancora possibile passare inosservato...", dice il rapper, noto come RM o, ancor meglio, come il leader dei BTS – la band maschile K-pop che nei suoi frenetici 10 anni di carriera ha battuto ogni record nell'industria musicale globale, quella di Bilbao inclusa.
La scorsa estate, i 7 membri del gruppo hanno annunciato una pausa per dedicarsi ai propri progetti solisti e svolgere il servizio militare, che è obbligatorio in Corea. I/le loro fan, gli/le ARMY – 72 milioni solo su Instagram – aspettano con trepidazione la reunion annunciata per il 2025. RM ci ha assicurato che la sta aspettando anche lui.
È venuto in Spagna per promuovere il suo album, "Indigo" (rilasciato a dicembre), e per visitare i musei Guggenheim, Thyssen, il Prado e la Fondazione Picasso a Barcellona... "Ho visto un sacco di opere di Goya e mi son lasciato conquistare dal patrimonio artistico di El Greco, ma rimango fedele a(l quadro di Velázquez) Las Meninas (Le damigelle d'onore)", confida il rapper. La prima traccia dell'album di questo collezionista alle prime armi si intitola Yun, in onore dell'astrattista coreano Yun Hyong-keun. "Lo chiamano 'il Rothko d'Asia', ma ciò che mi interessa personalmente è la sua vita: ha vissuto la dominazione giapponese, la guerra ed è stato torturato dal governo, ma non si è mai arreso. Nei suoi lavori, vedo rabbia, tristezza, complessità e bellezza..."
D: La traccia si apre con il verso "Fanculo alle tendenze / voglio tornare indietro nel tempo / ... a quando avevo 9 anni /... Penso il me stesso di allora fosse più umano". Trovi che il successo stratosferico del K-pop de-umanizzi l'artista?
RM: Iniziamo le nostre carriere da giovanissimi, come parte di un gruppo. Non abbiamo molte occasioni per distinguerci in quanto individui, ma quello è il bello del K-pop: giovani e giovanissimə che fanno del loro meglio, tuttə insieme... Viene a crearsi un'energia che si ha solo a 20 anni. Lotti giorno e notte per perfezionare le coreografie, padroneggiare i video e le canzoni e poi il successo, questa sorta di Big Bang. Dai 20 ai 30 anni, abbiamo investito tutto il nostro tempo e le nostre energie nei BTS. Ciò che ottieni è successo, amore, influenza, potere, e poi? Ma alla radice c'è sempre la musica... Qual era già la domanda?
D: Se trovi questo sistema sia de-umanizzante?
RM: Alla nostra etichetta non piace la risposta che do a questa domanda, perché, in parte, è un'ammissione e poi i giornali saltano su a dire 'Ah! È un sistema orribile, rovina i giovani!' Ma, in un certo senso, è proprio questo a rendere l'industria K-pop così speciale. E la situazione è migliorata molto in termini di contratti, stipendi e formazione. Ora abbiamo insegnanti e psicologi...
D: Le etichette discografiche coreane formano i loro artisti per anni. Tu hai vissuto con i tuoi colleghi dai 16 ai 19 anni, prima di debuttare nei BTS, nel 2013. Cosa dicevano i tuoi genitori?
RM: Mia madre ha trascorso 2 anni a dirmi "Torna a studiare, andavi così bene, segui il tuo percorso, va' all'università, la musica può essere un hobby!"...Ma non c'è stato verso di farmi cambiare idea.
D: La lezione più grande che hai imparato durante il tuo periodo da trainee?
RM: Il ballo. Ero negato.
D: E che cosa hai perso nel diventare un trainee?
RM: La vita universitaria.
D: Questo culto della gioventù, della perfezione e del lavoro spinto all'estremo, nell'industria K-pop... sono tratti tipici anche della cultura coreana?
RM: La gente in Occidente non può capire. La Corea è un paese che è stato invaso, distrutto e diviso in due. Fino a 70 anni fa, non c'era niente. Ricevevamo aiuti dal Fondo Monetario Internazionale e dalle Nazioni Unite. Mentre ora tutti gli occhi sono puntati sulla Corea. Com'è possibile? Cos'è successo? È successo che la gente si fa un culo così per migliorare. Gente che vive in Francia o in Regno Unito, paesi che non hanno fatto altro che colonizzare altre nazioni per secoli, che mi dice "Oh cielo, sei troppo esigente con te stesso! In Corea fate una vita troppo stressante!". Beh, certo?! Solo così si ottengono risultati. Ed è parte di ciò che rende il K-pop così affascinante. Anche se, ovviamente, ci sono luci ed ombre, perché, come ogni cosa che capita troppo rapidamente, ci sono effetti collaterali.
D: Qual è il pregiudizio peggiore che si possa avere rispetto al K-pop?
RM: Che sia preconfezionato.
D: Come credi sarebbe ora la tua carriera, se l'avessi sviluppata nel circuito alternativo o in un altro paese?
RM: Penso spesso al concetto di multiverso, è la lezione che ci insegna Dottor Strange è sempre questa: la tua versione corrente, nell'Universo, è la migliore possibile, non preoccuparti per le altre. Non c'è niente di meglio che essere un membro dei BTS.
D: Ti saresti mai immaginato in questa versione?
RM: Nient'affatto. Il mio sogno non era diventare un idol K-pop. Volevo fare il rapper e, prima ancora, essere un poeta.
D: Tra gli artisti cui ti ispiri ci sono rapper quali Nas ed Eminem, gruppi come i Radiohead e i Portishead, ma non hai mai menzionato altre boy band.
RM: Anche i Beatles erano considerati una boy band... Con questo, non sto cercando di paragonarci a loro, sono stati i capostipiti di tutto questo. Ma immagino intendiate gli NSYNC o i New Kids on the Block: gruppi che facevano musica pop ed erano molto apprezzati, anche se io non ero un gran fan.. Ciò che mi ha conquistato è stato il rap: il ritmo e la poesia.
D: Hai dichiarato di invidiare coloro che ammiri. Puoi farci qualche esempio?
RM: Kendrick Lamar, sempre. E Pharrell Williams. È una leggenda vivente. Vorrei esserlo anche io, magari in futuro. Ecco perché non dipingo: essere invidioso di Monet o Picasso sarebbe da incoscienti.
D: Sei un collezionista, come scegli le opere?
RM: Lo sono solo da 4 anni e sono in continua trasformazione. Mi concentro, principalmente, sull'arte coreana del 20° Secolo. Ma non sono Getty o Rockefeller...
D: Non lo fai come forma di investimento.
RM: No, ve lo giuro. Se il mio obiettivo fosse investire, acquisterei opere di artistə nerə, di donne o di artistə emergenti indonesianə... Il mio obiettivo è aprire un piccolo spazio espositivo, tra circa 10 anni, perché credo Seoul abbia bisogno di un luogo allestito con gusto giovane, seppur nel rispetto della tradizione coreana; e io, personalmente, vi includerei anche artistə come Roni Horn, Antony Gormley o Morandi.
D: Hai sempre desiderato diventare un collezionista?
RM: Colleziono da sempre figure, giacche o anche modellini ispirati a Takashi Murakami, poi ho iniziato con gli abiti vintage e gli oggetti d'arredo. Adoro Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret [entrambi collaboratori di Le Corbusier], ma il mio preferito è George Nakashima.
D: Nel tuo album troviamo canzoni di vari generi. Una parte della critica la definisce incoerenza, altrə dicono che si tratta di versatilità...
RM: Credo che, tra qualche decennio, il concetto di 'genere (musicale)' non esisterà più. R&B, hyperpop, Jersey club, UK drill, Chicago drill, K-pop! Non significano nulla. La musica è solo un insieme di frequenze che ha un certo impatto sull'umore della gente.
D: Sei stufo di essere etichettato come (artista) "K-"?
RM: Anche fossi stufo di Spotify che ci classifica tuttə come K-pop, c'è da dire che, però, funziona. È un'etichetta di pregio. Una garanzia di quell'eccellenza per cui i/le nostrə bisnonnə si sono sempre battutə.
D: Nel tuo album troviamo Anderson .Paak, Youjeen e anche l'elusiva Erykah Badu, come sei riuscito a convincerla?
RM: Conosceva già i BTS perché sua figlia è una nostra fan, ma non è stato sufficiente. Ho dovuto usare la persuasione. Le ho mandato un messaggio con la storia di Yun, spiegandole perché avevo bisogno della sua "voce saggia da regina".
D: A volte mischi l'inglese al coreano nel mezzo di una frase, come decidi (quale lingua usare)?
RM: Le parole straniere hanno consistenza e struttura differenti; è lo stesso messaggio, ma la pennellata è diversa. Mi viene spontaneo. Io non sono un musicista, io compongo e scrivo melodie attraverso la mia voce, che è il mio unico strumento musicale, e la maggior parte delle mie canzoni nascono a partire dalle parole.
D: Sei anche passato per diverse identità: il tuo nome da rapper, quando eri adolescente, era Runch Randa, nei BTS eri Rap Monster e poi sei diventato RM (che sta per Real Me). Non hai mai pensato di usare il tuo vero nome?
RM: [Ride] Abbiamo tutti un passato, delle "origini oscure", come diciamo in Corea. Runch Randa era il mio soprannome in un gioco di ruolo, poi volevo diventare, beh, sapete, un "rap monster (mostro del rap)" e poi sono maturato... Preferisco il mio nome sia noto a meno persone possibile. Non sono John Lennon o Paul McCartney. Almeno posso prenotare in un hotel senza destare troppo clamore, e la cosa mi piace.
D: Il tuo modo di vestire è anche cambiato parecchio.
RM: Sono passato dalle t-shirt XXL ed i capellini da baseball alle marche di pregio... Quando ero Rap Monster, indossavo solo bianco o nero [alza gli occhi al cielo e dà una scrollata di spalle]. Ora ciò che mi interessa è l'essere senza tempo, non mi curo più delle tendenze e cerco jeans stile vintage e magliette di cotone o altri tessuti naturali che non gridino "Hey, guardatemi!".
D: Corre voce che collaborerai con Bottega Veneta, e sei appena stato alla loro sfilata di moda, a Milano.
RM: Mi piacerebbe molto. Nonostante io abbia perso interesse nei brand, nelle settimane della moda e nelle palette in continuo mutamento... Bottega è diverso, non hanno loghi, sono esperti di tessuti e pelli, non hanno neppure un profilo Instagram, vanno oltre le mode.
D: Quant'è pesante trascinarsi dietro una tale armata di fan?
RM: Non puoi andare in giro, neppure in mezzo al nulla, senza essere riconosciuto ed il tenore (di vita/comportamento) che ci si aspetta da te è molto alto. Ma si matura e si impara a conviverci, senza compiangersi troppo, del tipo "Oh, vorrei solo essere una persona normale!" Cioè, sul serio, se vi piace considerare la fama come un peso, è vero, è una cazzo di roccia; ma, nel mio caso, mi ha dato ciò che stavo cercando: una certa influenza ed indipendenza economica, il più rapidamente possibile, così da poter scrivere la musica che voglio senza dovermi preoccupare delle classifiche... Non ci sono ancora riuscito al 100%, ma cerco di concentrarmi sul mio caos interiore, piuttosto che sul frastuono che mi circonda.
D: E come stai affrontando i tuoi 30 anni?
RM: Non ho mai sperimentato un'età così ambigua. Per un decennio, sono sempre stato il leader dei BTS, la situazione era stabile e mi divertivo, le cose non facevano che migliorare. Nel 2023 sono cambiate molte cose, sia dal punto professionale che personale -anche se non posso scendere nei dettagli -. Adesso che sto per compiere 30 anni, mi piaccio di più rispetto a quando ne avevo 20. Ora passerò un anno e mezzo a prestare servizio militare, che è un'esperienza fondamentale nella vita di ogni uomo sud-coreano. Dopodiché, sono sicuro sarò un essere umano diverso, spero solo migliore e più saggio.
ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ eng: © btscharts_spain
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Io e “Mia”
Ciao Tumblr,
Da oggi volevo condividere un po’ con te la mia vita. Da dove cominciare ? Di solito si comincia sempre dall’inizio e per me che sono una maniaca dell’ordine e della precisione dovrebbe essere obbligatorio iniziare seguendo una linea temporale, ma oggi non me la sento di seguire delle regole o degli schemi. Partirò da me. Ma per conoscere me devi sapere una cosa molto importante senza la quale non potresti mai capirmi a fondo. Soffro di disturbi alimentari e intorno ad essi gira tutta la mia vita. Come me, anche loro hanno un nome. Ah già , il mio non te l’ho detto… beh non posso dirtelo, altrimenti non potrei scriverti. Chiamami Chiara, è un nome che mi piace molto. “Loro”, invece, si chiamano Anoressia e Bulimia. Anoressia è stata con me per un breve periodo di tempo, quasi irrisorio. Bulimia mi accompagna da circa 9 anni. È parte integrante della mia vita. È scomparsa per due anni e pensavo di essere “guarita”, poi , in uno dei momenti più belli della mia vita è tornata .. quando meno me lo aspettavo.
Vivo a Roma ma sono di Napoli. Roma è la città in cui ho sempre sognato di vivere e alla fine, sono riuscita ad esaudire questo sogno. Di Roma sono sempre stata innamorata, forse perché a causa o per merito di mio padre , ho frequentato il liceo classico e la storia, l’arte , i libri sono sempre stati un rifugio nella mia testa. E Roma è storia e arte in carne ed ossa. Ma nel mio cuore so che non è solo questo. Per un certo periodo di tempo della mia vita sono stata innamorata di un ragazzo romano, conosciuto in una lontana estate della mia vita. Lui era bello, biondo, occhi verdi. Tatuaggi, accento romano, labbra dolci , occhi tristi. Mi innamorai al primo sguardo. Mi innamorai appena bussó alla porta di una camera d’albergo perché con una scusa voleva conoscermi. Non posso dirti nemmeno il suo, di nome, ma possiamo fingere che si chiami Marco.
Marco era bello. Quell’estate era calda, spensierata. Era la terza estate della mia vita in cui con me c’era anche Bulimia. Ormai la mia vita è divisa così: prima e dopo i miei disturbi alimentari. Ogni fase della vita la ricordo così: in questo periodo avevo il controllo ed ero magra, in quest’altro avevo poco controllo ed ero più grassa, in quest’altro ancora il controllo lo avevo perso del tutto ed ero grassa e non avevo rapporti sociali. Suddivido e ricordo così i periodi della mia vita. Quell’estate siciliana era, appunto, la terza da quando Bulimia e Anoressia erano entrate nella mia vita. Sì, anche Anoressia ogni tanto faceva capolinea dal profondo degli abissi e si palesava con qualche piccolo episodio. Avevo 26 anni e seduta su una panchina di una stazione di Catania aspettavo il treno che mi avrebbe portato nel luogo dove avrei dovuto lavorare per i due/tre mesi successivi. Era fine luglio ma non ricordo che facesse un gran caldo, anzi, la mattinata era fresca e leggera sulla mia pelle. Mentre aspettavo spalmavo, sulle tre fette biscottate che mi ero rigorosamente portata da casa in un contenitore di plastica rosa, la marmellata mono-porzione da 25 gr alla fragola, light, che tanto mi piaceva perché era quella con meno calorie in assoluto. Le fette biscottate le avevo riposte in quel contenitore quadrato con tanta cura, con accanto dei fazzoletti per non farle spostare durante il viaggio, in modo che non si frantumassero. Era fine luglio e lo so che già l’ho detto ma è importante ripeterlo perché ricordo perfettamente che Bulimia era sotto controllo dal 1 Giugno: da quasi due mesi ero riuscita ad avere il controllo sul cibo e non c’erano stati episodi di abbuffate. Mi capitava così: c’erano dei periodi in cui con tanta forza di volontà riuscivo a sconfiggere totalmente le abbuffate: questi spazi temporali a volte duravano due o tre settimane… mentre nei periodi estivi riuscivo anche a raggiungere i 3 mesi / 3 mesi e mezzo. Le tre fette biscottate con la marmellata light alle fragole erano per me la cosa più buona del mondo. Erano buone perché erano e sono “accettate “ nella mia dieta, nella mia conta di calorie quotidiana, nel conteggio di grassi, proteine e carboidrati. E poi la colazione, per me , era ed è il pasto più bello della giornata. Il treno stava per arrivare. Ero felice. Ero felice e spaventata. Sapevo e temevo che un cambio di quotidianità della vita poteva alterare il sottile equilibrio che da due mesi avevo raggiunto. Lo sapevo, lo sapevo perché bastava poco per cadere. Cadere di nuovo. Ancora. Ancora e ancora. E poi quando ricadi… ci vuole troppo tempo per risalire.
Il treno arrivó. Presi le mie valigie e entrai nel vagone. A destinazione mi aspettava il mio “capo”. Era un bell’uomo, affascinante. Era straniero e parlava italiano con un accento francese. Scambiammo poche parole nel tragitto dalla stazione all’hotel dove poi avrei dovuto lavorare. Era autorevole ma simpatico, con qualche sorriso mi mise a mio agio e poi arrivammo. Mi mostró la mia stanza e mi disse che per quella giornata avrei potuto riposare e sistemare le mie cose. Gli altri erano a lavoro, mi disse, e li avrei conosciuti più tardi. Mi lasció quindi sola con i miei bagagli e le mie paure. Chiusi la porta e quasi contemporaneamente gli occhi. Quello era un raro momento in cui non pensavo al cibo o alle calorie che mi rimanevano o a come gestire i pasti successivi della giornata. C’erano, infatti, delle emozioni e delle sensazioni che riuscivano a sovrastare e annullare quasi il pensiero del cibo. Una di queste era l’adrenalina. E sì, in quel momento sentivo l’adrenalina scorrere nelle mie vene.. un’adrenalina data dal mancato sonno, paura e dall’emozione di iniziare una bellissima nuova esperienza. Ma mai avrei potuto immaginare che quella sensazione sarebbe aumentata in maniera esponenziale circa 10 secondi dopo, quando all’improvviso sentii dei tocchi leggeri che bussavano alla mia porta. Poggiai la mano sulla maniglia, aprii e rimasi bloccata: gli occhi verdi piu dolci e più bugiardi che avessi mai visto si incrociarono coi miei e allora ancora non sapevo che non sarei più riuscita a dimenticarli.
[continua…?]
#amore#bulimia#anoressic#anoressia#racconto#ricordi#diario de un borderline#diario alimentare#diariodiviaggio#depressione#viaggio#Roma#napoli
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Anche quest’anno
(Ringraziamo Techetechete per le vibes)
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Papeete Beach - Milano Marittima (RA): Sunset Rituals per rilassarsi… già da ora!
Papeete Beach, con Pasqua Marittima, come ogni anno ha già dato il via all'estate a Milano Marittima con notevole (e piacevole) anticipo rispetto al calendario. Ma che succede per i ponti del 25 aprile e 1 maggio 2023? Si continua a ballare on the beach, con gli amici, e chi lo desidera, pure già ad oziare e prendere il sole sulla spiaggia. Da queste parti li chiamano Sunset Rituals, ovvero rituali perfetti per iniziare la stagione del divertimento, con gli amici, con chiaro target d'età e stile... da zero a 99 anni e ovviamente per tutti, perché Papeete da sempre è per tutti. Ma chi vuol regalarsi il meglio lo trova sempre.
Lo staff dei due spazi offre un'esperienza di intrattenimento esclusiva ed indimenticabile. La spiaggia, in particolare, in questa nuova stagione punta ancora di più a soddisfare le aspettative dei più esigenti, rendendo giornate e pomeriggi Papeete Beach decisamente unici. Perché, come dice uno dei sottotitoli della stagione primavera estate '23, Papeete Beach è anche molto altro, "non solo la spiaggia più famosa" d'Italia": oltre ai celeberrimi & confermatissimi beach party, eventi musicati dal sound dei dj più richiesti d'Italia in cui danno energia vocalist scatenati, c'è molto di più.
Papeete Beach ogni weekend di questa stagione è teatro di veri e propri eventi, con temi e scenografie sempre diversi, interpretati da artisti, ballerini e performer capaci di stupire e regalare emozioni. Succederà la stessa cosa, presto anche a Villa Papeete, da sempre conosciuta anche per i suoi dinner show.
Da non perdere, per chi a pranzo vuol mangiare bene di fronte al mare, al centro della scena, sono poi le proposte del ristorante La Pluma. In riva al mare si gustano piatti tipici romagnoli 'ripensati' dallo chef, il campano Vincenzo Caputo".
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Papeete Beach, Villapapeete: two brands, one soul
Papeete mette insieme, a Milano Marittima (RA), la celeberrima spiaggia Papeete Beach e Villapapeete, location open - air serale e notturna aperta solo il sabato notte. Da oltre vent'anni Papeete è un punto di riferimento per chi cerca il massimo in stile pop: sole, relax in spiaggia, beach party, sunset ritual... e più tardi dinner show e notti in una location unica. Oltre che un vero e proprio fenomeno di costume, celebrato dai media e amato dai fan, Papeete è una realtà fatta di attenzione al servizio e ogni dettaglio della sua proposta. In spiaggia, ad esempio, ecco il ristorante La Pluma, aperto solo a pranzo. Le sue specialità romagnole sono spesso rivisitate dallo chef campano Vincenzo Caputo.
https://www.papeetebeach.com
https://villapapeete.com
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Papeete Beach - Milano Marittima (RA): Sunset Rituals per rilassarsi… già da ora!
Papeete Beach, con Pasqua Marittima, come ogni anno ha già dato il via all'estate a Milano Marittima con notevole (e piacevole) anticipo rispetto al calendario. Ma che succede per i ponti del 25 aprile e 1 maggio 2023? Si continua a ballare on the beach, con gli amici, e chi lo desidera, pure già ad oziare e prendere il sole sulla spiaggia. Da queste parti li chiamano Sunset Rituals, ovvero rituali perfetti per iniziare la stagione del divertimento, con gli amici, con chiaro target d'età e stile... da zero a 99 anni e ovviamente per tutti, perché Papeete da sempre è per tutti. Ma chi vuol regalarsi il meglio lo trova sempre.
Lo staff dei due spazi offre un'esperienza di intrattenimento esclusiva ed indimenticabile. La spiaggia, in particolare, in questa nuova stagione punta ancora di più a soddisfare le aspettative dei più esigenti, rendendo giornate e pomeriggi Papeete Beach decisamente unici. Perché, come dice uno dei sottotitoli della stagione primavera estate '23, Papeete Beach è anche molto altro, "non solo la spiaggia più famosa" d'Italia": oltre ai celeberrimi & confermatissimi beach party, eventi musicati dal sound dei dj più richiesti d'Italia in cui danno energia vocalist scatenati, c'è molto di più.
Papeete Beach ogni weekend di questa stagione è teatro di veri e propri eventi, con temi e scenografie sempre diversi, interpretati da artisti, ballerini e performer capaci di stupire e regalare emozioni. Succederà la stessa cosa, presto anche a Villa Papeete, da sempre conosciuta anche per i suoi dinner show.
Da non perdere, per chi a pranzo vuol mangiare bene di fronte al mare, al centro della scena, sono poi le proposte del ristorante La Pluma. In riva al mare si gustano piatti tipici romagnoli 'ripensati' dallo chef, il campano Vincenzo Caputo".
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Papeete Beach, Villapapeete: two brands, one soul
Papeete mette insieme, a Milano Marittima (RA), la celeberrima spiaggia Papeete Beach e Villapapeete, location open - air serale e notturna aperta solo il sabato notte. Da oltre vent'anni Papeete è un punto di riferimento per chi cerca il massimo in stile pop: sole, relax in spiaggia, beach party, sunset ritual... e più tardi dinner show e notti in una location unica. Oltre che un vero e proprio fenomeno di costume, celebrato dai media e amato dai fan, Papeete è una realtà fatta di attenzione al servizio e ogni dettaglio della sua proposta. In spiaggia, ad esempio, ecco il ristorante La Pluma, aperto solo a pranzo. Le sue specialità romagnole sono spesso rivisitate dallo chef campano Vincenzo Caputo.
https://www.papeetebeach.com
https://villapapeete.com
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