#donne venete
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25 agosto:
Di sera i miei propongono di andare a Monselice a vedere i baruf: donne venete. Arriviamo in zona e scopriamo che abbiamo sbagliato data
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Volley donne, A1 2023. Conegliano batte Vero Volley Milano, si va a Gara-5
Ci vorrà la ‘bella’ per assegnare lo scudetto del volley femminile. In un’Arena di Monza tutta esaurita, la Prosecco Doc Imoco Conegliano si aggiudica Gara-4 contro il Vero Volley Milano, battuto a domicilio per 3-0. I parziali in favore delle venete, campionesse in carica: 26-24, 25-20, 25-17. Si è dunque sul 2-2 e tutto è rimandato a lunedì, allorché al PalaVerde di Villorba si disputerà…
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Eventi e Momenti "Survivors – Hidden angels" È la Mostra fotografica di Mauro De Bettio, che la Chiesa di San Franceschetto a Lucca ospita dal 4 marzo al 2 aprile 2023. La Mostra presenta immagini che raccontano la disumana realtà delle donne del Bangladesh, fatta di violenza devastante, di fragilità e oppressione, con immagini forti, intense, dal potente impatto emotivo. Sono 24 le fotografie, mai esposte tutte insieme, che vedono protagoniste donne segnate fisicamente e psicologicamente, che nonostante tutto, si presentano spesso di fronte all’obiettivo con un sorriso che la dice lunga sulla forza delle Donne, quella dolce forza mai ostativa e sempre carica di profonda dignità e grande umanità, che malgrado le tante e diverse prevaricazioni subite manda avanti il mondo. Mauro De Bettio, nato e cresciuto in un piccolo paese delle Alpi venete, ora residente a Barcellona, è un fotografo documentarista che dedica la propria vita a progetti riguardanti questioni sociali e diritti umani. Con la passione per il viaggio, De Bettio esplora tradizioni e culture che stanno scomparendo, ma anche analizzando la contemporaneità. L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sarà aperta ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 Riccardo Rescio Italia&friends Toscana Italia&friends I&f Arte Cultura Attualità Città di Lucca Regione Toscana Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo #tuttoilbelloeilbuonochece #etpress Informazioni www.fondazionecarilucca.it Comunicazione e Relazioni esterne Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e.mail [email protected] Ufficio stampa Davis & Co. Lea Codognato e Caterina Briganti e.mail: [email protected] | www.davisandco.it (presso Lucca Toscana) https://www.instagram.com/p/CpVj3AXL3Zp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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"𝓒𝓸𝓼𝓲 𝓹𝓪𝓼𝓼𝓪𝓿𝓪 𝓲𝓵 𝓭𝓲 𝓯𝓲𝓷𝓸 𝓪 𝓵𝓪 𝓼𝓮𝓻𝓪,
𝓮 𝓘𝓮 𝓷𝓸𝓽𝓽𝓲 𝓹𝓲𝓵𝓲 𝓵𝓾𝓷𝓰𝓱𝓮 𝓮𝓻𝓪𝓷 𝓭𝓲 𝓺𝓾𝓮𝓵𝓵𝓮
𝓬𝓱'𝓪𝓭 𝓐𝓵𝓬𝓶𝓮𝓷𝓪 𝓖𝓲𝓾𝓷𝓸𝓷𝓮 𝓯𝓮𝓻 𝓹𝓻𝓸𝓿𝓪𝓻 𝓯𝓲𝓮𝓻𝓪:
𝓼𝓸𝓿𝓻𝓪 𝓘𝓮 𝓹𝓲𝓾𝓶𝓮 𝓪𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓹𝓸𝓼𝓪𝓻 𝓻𝓾𝓫𝓮𝓵𝓵𝓮,
𝓷𝓸𝓷 𝓻𝓲𝓽𝓻𝓸𝓿𝓪𝓷𝓭𝓸 𝓻𝓮𝓺𝓾𝓲𝓮 𝓷𝓮𝓵 𝓶𝓪𝓻𝓽𝓲𝓻𝓮,
𝓭'𝓐𝓻𝓷𝓸𝓻, 𝓭𝓲 𝓵𝓾𝓲 𝓭𝓸𝓵𝓮𝓪𝓶𝓲, 𝓮 𝓭𝓮 𝓘𝓮 𝓼𝓽𝓮𝓵𝓵𝓮."
Veronica Franco was born in 1546 in Venice into a family who were cittadini originari, native-born citizens who belonged by hereditary right to a professional caste that made up the government bureaucracy and were also members of the powerful confraternities, religious societies that organized private charities and commissioned opulent scuole in which they met to pray, socialize, and make decisions-' We know the names of Veronica's immediate family: her father was Francesco Franco and her mother Paola Fracassa. Paola had been a courtesan herself and her name appears together with Veronica's in the Catalogue of All the Principal and most Honored Courtesans in Venice (1565), a listing of the names, addresses, and fees of well-known prostitutes in the city.
Franco's Lettere familiari a diversi reveal very little about her last years, but two legal documents and a petition clarify her economic situation in her middle and late thirties. The record of her 1580 trial by the Venetian Inquisition shows that she was accused of practicing magical incantations. Her own defense, the help of Venier, and the predisposition of the Inquisitor freed her from the charges.But the episode must have damaged her reputation, adding to the financial difficulties she mentions in her draft petition to the Venetian council. In this request, she explains her poverty as the result of her flight from Venice during the plague years of 1575-77, her ensuing loss of many possessions through theft, and her decision to take on the additional burden of raising her nephews. Her tax declaration for 1582, when she was in her middle thirties, states that she was living in the neighborhood of Venice near the church of San Samuele.
S: Poems and Selected Letters
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↬ Historical venetian women | my favourite women in no particular order (part 1/?)
#my graphic#my aesthetic#fancast#donne venete#historical venetian women#historicalvenetianwomen#historyedit#historicalladies#italianhistory#venetianhistory#cunizza da romano#caterina cornaro#catherine cornaro#veronica franco#isabella andreini#nurbanu sultan#cecilia venier baffo#elena lucrezia cornaro piscopia#elena lucrezia cornaro#antonia masanello#isotta nogarola#rosalba carriera#gaspara stampa#reblog do not repost
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#donne #venete , #sacerdotesse di #Reitia , #venetkens #venetiantichi #docufilm #documentario (presso Veneto) https://www.instagram.com/p/Bz6Vb89IZND/?igshid=cm2qq9ohxz0d
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Giovedì 30 maggio – ore 21 – Sala Polivalente “Franco Lavoratori” – Recco
Teatro come Sport / Teatro Sociale Camogli
CHI GA VINTO? – Serata d’onore dedicata al Rugby italiano
Ospiti i protagonisti delle squadre liguri: CUS Genova Rugby, Pro Recco e gli “Orsi” delle Province dell’Ovest, con la Femminile Under 18 al completo. Presenta Giorgio Cimbrico. In proiezione il film “Chi ga vinto? Un viaggio nel rugby di Marco Paolini”.
La rassegna Teatro come Sport, organizzata dal Teatro Sociale di Camogli, si chiude a Recco giovedì 30 maggio con una “finalissima” dedicata al rugby, uno sport che sta conquistando sempre di più il cuore degli italiani grazie allo straordinario patrimonio di valori che coinvolge giocatori e tifosi: lealtà, rispetto dell’avversario, disinteresse, altruismo, amicizia e coraggio. A raccontarlo, i suoi protagonisti a Genova – la prima città italiana in cui ‘sbarcò’ la palla ovale, portata dai naviganti inglesi alla fine dell’800 – e il bel documentario di Enrico Lando Chi ga vinto? Un viaggio nel Rugby di Marco Paolini (Italia 2008, 52’).
Il giornalista Giorgio Cimbrico, penna storica dello sport, condurrà l’incontro, presentando gli ospiti dell’evento. A fare gli onori di casa sarà, naturalmente, la delegazione biancoceleste della Pro Recco Rugby, dal 1968 realtà ovale del Levante genovese, conosciuta ed apprezzata anche su scala nazionale e molto attiva nella promozione dello sport tra i giovani, sia sul campo che nelle scuole. Presenti anche tecnici e atleti di una delle più antiche squadre italiane, lo storico CUS Genova Rugby fondato nel 1947. La società biancorossa, al vertice delle classifiche negli anni ’70, conta al momento circa 300 atleti tra Senior, settore giovanile e Old, e gioca stabilmente in serie A da ben 6 stagioni. Non poteva mancare all’appello la nuova realtà del Ponente genovese: gli ‘Orsi’ delle Province dell’Ovest, presenti anche con la Femminile Under 18 al completo. Un simbolo della crescente vitalità del Rugby in Italia, in questo momento dovuta soprattutto alle donne grazie al successo mondiale della Nazionale Femminile Italiana nel Torneo Sei Nazioni 2019: al secondo posto davanti a colossi come Australia, Sudafrica, Galles e Irlanda.
Seguirà la proiezione del film Chi ga vinto? Un viaggio nel Rugby di Marco Paolini (Italia 2008, 52’) di Enrico Lando. Si parte dai campi del Nord Italia, dalle province venete di forte tradizione rugbystica, per attraversare l’Italia passando da Emilia Romagna, Lazio, Umbria e Campania, fino alle realtà di Sicilia e Sardegna. Nel percorso, incontri con giocatori e giocatrici di squadre piccole e grandi, parlano del loro rugby: un racconto corale sulla loro passione in cui si incrociano dialetti e tradizioni diverse. Ma nel film si viaggia anche fuori dai nostri confini, fino in Francia da Pierre Villepreux e in Inghilterra da Lawrence Dallaglio, al Twickenham Stadium e infine a Rugby, la piccola cittadina inglese dove tutto è cominciato.
INFO: TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI
Tel. 0185 1770529
www.teatrosocialecamogli.it
Ufficio stampa Marzia Spanu
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Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
NetParade.it
Quezzi.it
AlfaRecovery.com
Comuni-italiani.it
Il Secolo XIX
CentroRicambiCucine.it
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Impianti Elettrici
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CHI GA VINTO? – A Recco per Teatro e Sport – Serata d’onore dedicata al Rugby italiano Giovedì 30 maggio - ore 21 - Sala Polivalente “Franco Lavoratori” – Recco Teatro come Sport / Teatro Sociale Camogli …
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Abbiamo appena passato il solstizio invernale, per cui non mi sembra male parlare del culto del Sole, che si esprimeva in questo periodo con falò accesi nella campagne (oggi come allora) e sulle montagne, ma anche con una iconografia che rappresentava il Sole, presente sull'abbigliamento e sui monili. Ne parla Piero Favero, nel suo "enciclopedico" lavoro "L'alba dei Veneti" ed. Cierre costo euro 16. Questo culto, ci spiega l'Autore, era comune nelle popolazioni indo europee, dall'Europa, all'Anatolia, fino in Danimarca dove a Egved, si sono trovati i resti di una ragazza dell'età del Bronzo La ragazza non era del luogo, ma arrivava lontano, dall'isola nbaltica di Bornholn o dalla Germania meridionale. Questo ci dice l'analisi degli isotopi di stronzio, ricavati dalle vesti rimaste intatte. La sua cintura con disco del IV secolo a.C. , all'alba della civiltà di Lusazia, ha lo stesso simbolismo della cintura solare delle sacerdotesse venete ed indica un'origine nordica della tipica cintura bronzea indossata con sfarzo dalle donne e sacerdotesse venete. Nella visione magico solare dell'epoca, l'addome femminile è come il Sole, fonte di vita e procreazione, corrispondente al "plesso solare" i cui nervi si diramano a raggiera, seguendo i rami dell'arteria celiaca che irrora di sangue gli organi dell'addome superiore. Affascinante, no? #krasnoyarsk #qiqihar #harbin #yakutsk #perm #vorkuta #bangalore #madras #auroville #agra #newdelhi #farah #toungoo #samadhi #hue #bangkok #sulawesi #manila #buenosaires #saopaulo #boston #newyork #mistery https://www.instagram.com/yogah_chittavritti_nirodhah/p/BxDQfPiBgO2/?igshid=nca4a8ituuta
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Dialogo di Dante e di Marco Polo
Si racconta che Dante e Marco Polo si incontrarono una sera del 1313, ad un banchetto che si tenne a Verona.
Il poeta si trovava lì in esilio, mentre il viaggiatore vi si era recato per curare alcuni affari di famiglia nelle campagne venete.
Quando Cangrande della Scala, signore della città, aveva annunciato che avrebbe dato quel banchetto, e si era sparsa la voce che ci sarebbe stato Marco Polo, gli abitanti erano stati presi da un autentico delirio, e per giorni avevano fatto a gara per farsi invitare.
"Avete sentito? Verrà Marco Polo!" "Il viaggiatore, quello che è stato in Cina!" "E nelle Indie, e nel regno dei Tartari!" "L'unico cristiano che abbia mai visitato quei luoghi..." "Si dice che sia diventato persino un dignitario del Gran Khan!" "Chissà quante cose ha da raccontare..." "Non me lo perderò per nulla al mondo!!"
Così, quando le carni di fagiano speziate stavano ancora finendo di cuocere, e le botti di vino erano ancora mezze piene, e i violoni e le tiorbe avevano suonato appena la metà delle loro danze, intorno a Marco Polo si era già formato un capannello di curiosi, che pendevano dalle sue labbra, accalcandosi e sgomitando per vederlo meglio, mentre lui li affabulava con i suoi racconti.
"Capito, quindi, come vengono incantati i pesci per dare ai tuffatori il tempo di pescare le perle al largo di Baccalàr? Pensate invece che poco più a nord, nel reame di Basma, le scimmie vengono depilate, truccate e vestite da damigelle...e il cammello, in Madagascar, viene arrostito così...davvero, i Bregomanni vanno in giro con i genitali all'aria, perché ragionano così: se non li usi per molestare fanciulle innocenti, che motivo hai di coprirli? Chi li copre, secondo loro, ha qualche cosa da nascondere..."
Dante ascoltava da lontano. Seduto in un angolo buio, ignorato da chiunque, se ne stava tutto solo con le sue fantasie, e in particolare rimuginava su un verso dell'Inferno che proprio non riusciva a completare. "Non ti curar di lor...ha la sonorità di un cane che mastica...Non ragioniam di lor, ma guarda e passa: ecco! Mi pare che fili molto meglio..."
E intanto la voce di Marco Polo cresceva sempre più di tono. "A quel punto l'aquila scende in picchiata e afferra il pezzo di carne a cui il diamante è rimasto incollato" gesticolava, mimando con le mani il volo dell'uccello. "Lo lascia cadere nel suo nido, in cima a un picco altissimo, ed è là, care signore, che gli abitanti di Maabàr, arrampicandosi, vanno a raccogliere il tesoro!"
Dante vuotò l'ennesima coppa di vino, e riprese a strizzarsi le tempie. "Ma non sarà troppo arrischiato condannare Celestino tra gli ignavi? Tutti credono che sia stato un santo a non sporcarsi le mani con la corruzione della Curia. Ma per me è stato solo un vile...giuro! Sarà un mio limite, ma..."
"Ehi" lo interruppe una voce. "Va tutto bene?"
Dante alzò lo sguardo da terra. Era proprio lui, Marco Polo, l'anima della festa, che gli stava rivolgendo la parola.
"Tu sei Dante Alighieri, giusto?"
"Sì" si alzò il poeta, ciondolante. "Mi sembra di sì".
"Ma è vero quello che si dice?" bisbigliò Marco Polo. "Che stai componendo un poema su un viaggio nell'aldilà?"
"In teoria sì" arrossì Dante. "Ma perché dovresti perderci il tuo tempo? Non ho voglia di distrarti con le mie sciocchezze. Hai così tanti impegni...dovunque tu vada, c'è una folla di persone ad aspettarti, ansiosa di ascoltare i tuoi racconti su quei paesi esotici...
Se solo sapessi quanto ti invidio, Marco! Lasciare l'Italia con le sue miserie, e girare per il mondo, andare in Cina, nelle Indie, nel regno dei Tartari! Conoscere tante culture diverse, tante religioni diverse, tante lingue diverse! E chissà di quante e quali donne ti sei innamorato laggiù...insomma, nessun altro che io conosca ha l'esperienza che hai tu. Nessun altro può raccontare avventure come le tue. Sappi che ti invidierò per sempre!"
Marco Polo sospirò profondamente.
"Invidiarmi?" sorrise, malinconico.
"Tu credi davvero che io meriti di essere invidiato?"
Si riempì anche lui una coppa.
"Non sai quanto ti sbagli" riprese. "Riflettici. Quando sto seduto al centro della festa a sciorinare i miei racconti, che cosa ammira la gente di me? Che cosa trovano in me di interessante?
Nulla. Si interessano solo alle cose che ho visto nei miei viaggi, che esistono a prescindere da me. Fra quelli che mi rivolgono la parola, nessuno parla mai con Marco Polo: parlano tutti con le Indie. Togli da me le Indie, e non ci resterà più niente.
Tutta questa attrazione per i paesi lontani, poi, da cosa nasce? Pensi che se Kambalù fosse fatta come Verona, e il vino di linfa di Samarra avesse lo stesso sapore del rosso di Borgogna, la gente se ne interesserebbe?
No, ti dico, perché l'interesse scatta in automatico di fronte a ciò che è diverso da quello a cui siamo abituati. Così come i nani, i pazzi o le barzellette ci fanno subito ridere, i popoli lontani ci fanno subito incuriosire. Non serve nessuno sforzo. Non occorre nessun contributo personale.
E lo stesso valeva quando ero in Oriente. Un uomo rosa maiale, col nasone e un accento bislacco: già solo questo bastava a far girare tutti per strada, a farli accorrere intorno a me con mille domande. Che merito ne avevo io? Qualunque italiano ci fosse andato, quelli avrebbero avuto la stessa reazione.
E veniamo agli amori che ho vissuto in Oriente. Di cosa credi che fossero fatti?
Quante di quelle ragazze amavano Marco Polo, e quante invece amavano lo Straniero Misterioso? O peggio, quante amavano il puro brivido di poter raccontare alle amiche di aver avuto una tresca con lo Straniero Misterioso?
E io stesso, di quante ragazze ho amato solo gli occhi a mandorla! O la pelle scura! O il brivido di baciarle pur sapendo che nella loro cultura gli adulteri finiscono scuoiati vivi!
Quante volte mi sono innamorato di una situazione, e non di una persona!
Insomma Dante, io sono stato solo un tramite, solo un vetro in cui due civiltà si sono specchiate, una dopo l'altra, senza che io potessi fare niente per cambiarle. Lascia passare qualche secolo, e vedrai che questi miei racconti, che oggi vanno così di moda, saranno ignorati da tutti".
Mandò giù il vino fino all'ultima goccia e poi se ne versò dell'altro.
"E adesso esaminiamo la tua vita.
Per cominciare ti sei sempre dedicato alla politica. Non hai smesso un attimo di lottare per il bene di Firenze, dell'Italia e dell'Impero, neanche quando farlo metteva in pericolo la tua incolumità. Hai perso ore e ore appresso alle piccole beghe di partito, dei Bianchi e dei Neri, dei Ghibellini o dei Guelfi.
Ebbene: quando io sono scappato dall'Italia come un coniglio, e sono andato ad arricchirmi nelle Indie, pensi che avrei mai potuto farlo, se a loro volta le Indie non avessero avuto qualcuno che aveva deciso di restare lì a lottare per renderle un Paese accogliente? Ci avrei trovato solo macerie, se anche l'India non avesse avuto i suoi tanti piccoli Dante, i suoi tanti piccoli partiti bianchi o neri. Ricordalo: dietro le avventure di quelli come me, c'è sempre la fatica di quelli come te.
E poi hai coltivato la poesia. Lo sai? Anche la lingua poetica ci stupisce perché è diversa da quella a cui siamo abituati. Ma per ottenere questo effetto ci vogliono anni di sforzi, di cure, di intuizioni, di ragionamenti, di colpi di genio. Ci vuole una lenta e costante educazione del gusto, che solo in pochissimi eletti si compie pienamente. Una bella poesia non la trovi camminando verso Est per mille miglia, e neanche per diecimila. Devi rendere la tua anima in grado di crearla, e non ci sono scorciatoie: che tu ci riesca dipende soltanto da te.
Così, al poeta accade l'opposto di quello che accade al viaggiatore. Quando chiama in causa nei suoi versi un elemento del mondo reale, quell'elemento acquista valore solo grazie alla sua mente e al significato che gli ha attribuito.
In India ho sentito più volte la storiella degli scacchi e dei chicchi di riso, ma che ne diresti se come il doppiar degli scacchi s'immilla fosse associato all'apparizione di una schiera infinita di angeli?
Ho visto tante barche filare così veloci che sembravano volare, ma se dei remi facemmo ali al folle volo fosse detto da un gruppo di compagni che si è lanciato verso l'ignoto, travalicando ogni limite umano? Quell'espressione non diventerebbe molto più possente e più sublime?
È per questo che i costumi delle indiane del Duecento, quelle con cui ho avuto le mie storie, presto non interesseranno più a nessuno, mentre della donna che hai amato tu...beh...chiunque ricorderà già solo la maniera di salutare. È il senso che tu hai dato a quel saluto a renderlo immortale.
E a proposito di immortalità...se davvero hai deciso di descrivere un viaggio ultraterreno, la tua è la vita più preziosa e più invidiabile che esista.
Affiancare altri mondi al mondo che noi conosciamo! Mondi eterni, incorruttibili, che parleranno all'uomo del Seicento come a quello del Trecento e all'uomo del Duemila come a quello del Seicento...mi vengono le vertigini solo a pensarci!
Fra molti anni, quando gli uomini leggeranno il mio resoconto della grande battaglia tra Kublai e Najan, a cui presero parte 400.000 soldati e dove l'urto delle cavallerie fu udito in tutta l'Asia, lo troveranno piuttosto indifferente per la loro vita.
Quando invece leggeranno i tuoi versi sui dannati e sui beati e sulle loro sofferenze, non potranno rimanere indifferenti.
Sarà a te che intitoleranno scuole in tutta Italia, non a me, e sarà il tuo viso, non il mio, a finire sbalzato su una moneta come il viso di un re.
Va' avanti per la tua strada, allora, e lascia ad altri la seccatura di attirare l'attenzione nelle feste.
Per viaggiare in questo mondo basta essere ricchi...per viaggiare in altri mondi si deve essere geni".
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Avellino-Padova, Luciani: “Offese alle donne venete da una tv irpina: vogliamo le scuse” | www.padovagoal.it
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Manifesto Fascista affisso a Dignano
Rab_campo di concentramento
Istria e Dalmazia, non sono regioni storicamente italiane, nelle ultime migliaia di anni, sono sempre state abitate da popolazioni di origine slava. Per molti secoli questi territori sono stati sotto il controllo del sacro romano impero prima, dell’impero Austriaco e poi dell’impero Austro Ungarico. Nella seconda metà del XIX secolo, quando in Italia si proclamava l’unità nazionale e si combattevano le guerre di indipendenza, gli allora abitanti dell’Istria, così come anche quelli della Dalmazia, non se ne preoccuparono più di tanto, non insorsero contro gli Asburgo per unirsi alla nuova nazione guidata dai Savoia e questo perché non si sentivano parte della tradizione e della cultura italica, un discorso a parte va fatto per la città di Trieste la cui popolazione era per lo più di origini “venete”, per non dire veneziani, ma un unica città in un’intera regione non è sufficiente a definire l’identità regionale.
Passano gli anni, passa più di mezzo secolo, inizia la prima guerra mondiale, l’Italia vuole entrare in guerra ed espandere i propri possedimenti e l’unico possibile avversario abbastanza vicino e debole contro cui scontrarsi è l’impero austro-ungarico e come sappiamo l’Italia riesce ad accordarsi con Francia e Regno Unito per poter conquistare territori Austriaci. Di fatto la guerra degli italiani ha come fine ultimo la conquista di nuovi territori, tra cui appunto, Istria e Dalmazia.
Agli inizi degli anni venti quindi, Istria e Dalmazia vengono occupate “illegalmente” da numerosi migranti italiani, tacitamente appoggiati dal governo, per lo più sono persone che conoscono quelle terre, la maggior parte erano migranti stagionali che già prima dell’unificazione si recavano periodicamente nei territori austro ungarici per lavorare soprattutto come operai, in miniere e nelle cave. Insomma, gli Italiani erano frequentatori/lavoratori abituali della regione da più di un secolo e tra la prima e la seconda guerra mondiale, molti migranti stagionali decisero di stabilirsi lì regolarmente, insomma, andarono lì e non tornarono più in Italia. Molti rimasero lì per varie ragioni, un po perché convinti che quelle terre fossero loro di diritto, un po perché quelle terre un tempo appartenevano alla corona asburgica, ma dopo la guerra la corona era caduta e fondamentalmente per il controllo delle terre vigeva la legge del più forte,“la terra è di chi se la piglia” e gli italiani se la presero senza troppi complimenti.
I problemi iniziano verso la metà degli anni venti, con la svolta fascista in Italia, e ancora di più con l’ascesa del Nazismo in Germania, negli anni trenta. Benito Mussolini in un discorso tenuto a Pola dice: “ … Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini Italiani devono essere il Brennero, il Nevoso e le Alpi Dinariche, si, le Dinariche della Dalmazia dimenticata!…”
L’avvento delle ideologie di razza si tradusse in una rivendicazione totale di quei territori, ormai l’occupazione delle terre è totale ma gli italiani continuano ad arrivare in Istria e il governo fascista assegna loro terre che fino a quel momento erano state occupate dai locali, insomma, il governo fascista decide che determinati terreni debbano appartenere agli italiani e quindi, i non italiani che vivevano lì, vengono cacciati dalle proprie case e terre fondamentalmente con la forza, e questo è il primo di una serie di passi che per oltre vent’anni avrebbe alimentato il rancore nei confronti degli italiani che sarebbe esploso nel secondo dopoguerra
Nel 1939, un anno prima che l’Italia fosse gettata nella seconda guerra mondiale, le autorità fasciste della Venezia Giulia attuarono in segreto un censimento della popolazione di quelle terre annesse venti anni prima, accertando che in esse vivevano 607.000 persone, delle quali 265.000 italiani e cioè il 44%, e 342.000 slavi, ovvero il 56%. Una cifra notevole nonostante l’esodo degli ottantamila, nonostante che agli slavi fossero stati italianizzati i cognomi, fosse stato vietato di parlare la loro lingua, fossero state tolte le scuole e qualsiasi diritto nazionale. Nell’aprile del 1941 infine, si arrivò all’aggressione alla Jugoslavia seguita dall’occupazione di larghe regioni della Slovenia e della Croazia, dall’intero Montenegro e del Kosovo. Così l’Italia incorporò nel proprio territorio nazionale regioni abitate al 99% da sloveni e croati con una popolazione di oltre mezzo milione di persone che si aggiungevano al 342.000 già assogettati all’Italia ed al fascismo italiano da due decenni, una vera e propria Apartheid creata dagli Italiani.
Alle popolazioni locali l’idea di essere dominati da una potenza straniera non piace granché e dopo quasi un anno di situazione relativamente tranquilla, comincia una furiosa guerriglia partigiana. La reazione italiana è durissima: rastrellamenti, fucilazioni, deportazione delle popolazioni civili dai villaggi delle zone dove sono attivi i partigiani. Viene creata una rete di campi di concentramento dove sistemare le popolazioni deportate. Uno di questi campi sorge sull’isola di Arbe, nel golfo del Quarnero (oggi Rab, Croazia). considerato il peggior campo di concentramento italiano, dove vennero internati decine di migliaia di cittadini jugoslavi, soprattutto civili, donne e bambini. Un crimine che non ha mai trovato giustizia, vista la mancanza di una «Norimberga italiana» alla fine del conflitto; una pagina nera della nostra storia, che non ha mai avuto spazio nei manuali scolastici e nelle celebrazioni ufficiali.
C’è un’anomalia storica nel nostro paese, che riguarda la memoria della Seconda guerra mondiale. Per una serie di ragioni storiche, politiche, psicologiche, abbiamo rimosso gran parte dell’esperienza di conflitto precedente all’Armistizio dell’8 settembre 1943 e tutto il Ventennio precedente viene riscattato dall’esperienza partigiana. Sarebbe interessante invece, conoscere meglio il periodo che va dalla marcia su Roma alla nascita della R.S.I.
La terra è di chi se la piglia! Istria e Dalmazia, non sono regioni storicamente italiane, nelle ultime migliaia di anni, sono sempre state abitate da popolazioni di origine slava.
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@blogitalianissimo @asklecce Settimana delle Regioni | Favourite AU | Day 4, 28 marzo
☆ American Gods AU: fem!Veneto, come Reitia, la dea degli antichi Venetkens
◇ Chi è Reitia:
Reitia era la dea madre dell'antico popolo dei Venetkens. Accompagnata spesso dall'epiteto di potnia theron, ovvero dominatrice degli animali, era la divinità creatrice, una dea misericordiosa e benevola, legata al culto importantissimo delle acque sacre, da lei tutelate, della guarigione, degli animali, delle piante, della navigazione e del commercio. Tra questi, forse era anche la divinità che presiedeva al parto e alla fertilità. Era la dea del matriarcato, elemento che continuò ad appartenerle anche in seguito, con il cambiamento della società venetica, che stava divenendo una società patriarcale. La sua femminilità era talmente importante da influenzare anche i nomi: i fiumi più piccoli, ad esempio, erano indicati al maschile, al contrario dei corsi più grandi, indicati al femminile come succedeva anche per villaggi (maschile) e città (femminile). Il femminile era utilizzato per indicare qualcosa di ampio ed importante, come la dea. Solitamente era raffigurata mentre indossava il costume tipico delle donne venetiche, costituito da un abito colorato, con una gonna a campana, un grembiule legato in vita e un velo sopra la testa. Era spesso accompagnata da animali, solitamente un lupo e un'anatra, e reggeva sempre nella mano destra una chiave, simbolo del destino degli uomini. Era anche legata, infatti, al culto degli Inferi e attraverso la chiave poteva indirizzare gli uomini lungo le vie che preferiva. I suoi santuari sorgevano sempre nelle prossimità di un corso d'acqua e la sua classe sacerdotale, composta soprattutto da donne, si occupava di eseguire i riti, accogliere i pellegrini, insegnare la scrittura venetica e la magia, quest'ultima in modo particolare alle donne. Alla dea venivano fatte offerte sia in forma di doni, confermato dal ritrovamento di vasi e coppe cerimoniali, sia in forma di sacrifici, testimoniati dal ritrovamento di ossa nei focolari. Solitamente quello che le si chiedeva erano protezione e guarigione. La dea è stata spesso associata, ed in seguito sostituita, alle figure di Diana e Minerva. Un'altra dea romana legata a Reitia pare essere Ecate, che ritroviamo anche in alcune fiabe popolari venete, con caratteristiche che rimanderebbero alla divinità dei Venetkens.
◇ Reitia in American Gods:
La dea sopravvive alla scomparsa del popolo che la adorava, proprio affiancandosi alle divinità romane che vanno a sostituirla. Dopo essersi ritirata in quella zona del Veneto che si estende tra il territorio dell'alto Vicentino e le montagne, si prodiga lei stessa nel tramandare le sue memorie, diventando prima una sorta di cantastorie, poi una più semplice levatrice, con la passione per le storie popolari. È così che i bimbi delle classi più povere del Veneto apprendono le avventure del Mazariol, delle anguane, delle maranteghe e di quella strana dea, chiamata Ecate. Preso il nome umano di Giulia, riesce quindi a ritagliarsi un piccolo spazio nell'immaginario collettivo, riuscendo a non scomparire. Arriva in America del Sud, precisamente in Brasile, proprio grazie a questi racconti, forti tra gli emigranti veneti che prendono in massa la via del Nuovo Continente. Da lì, raggiunge poi gli Stati Uniti, in quel momento critico che vede la nascita di uno scontro tra le vecchie divinità e gli dei del mondo contemporaneo.
#regioniitaliane2019#fem!veneto#nyo!veneto#moodboard#american gods!au#favourite au#/riprendono i lavori un fià più decenti per questa giornata!
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#venetkens #donne #venete prove #video per le #riprese del #docufilm #documentario sui #veneti #antichi . (presso Veneto) https://www.instagram.com/p/Bz6AGHwIzLi/?igshid=1wjgn2hdifueo
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Venezia, scontrino con insulto alle «betoneghe»
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/venezia-scontrino-con-insulto-alle-betoneghe/
Venezia, scontrino con insulto alle «betoneghe»
Venezia, scontrino con insulto alle «betoneghe»
Ormai lo scontrino non lo guarda più nessuno, salvo quando si esce un gruppo. Sopratutto se non si fa “alla romana”, lo si passa al setaccio per controllare che ci siano solo le cose che sono state ordinate e che ognuno abbia messo la giusta cifra. Forse questi o forse altri i motivi per cui un gruppo di signore venete ha guardato lo scontrino dopo aver lasciato il bar, ma ci hanno trovato un’offesa assolutamente gratuita.
Venezia, scontrino con insulto alle «betoneghe»
«Ste betoneghe del casso» si legge tra uno spritz senza ghiaccio l’ananas e un cocktail. E lo screenshot finisce subito sul Gazzettino che riporta la notizia. A riunirsi nel bar di Marghera sono le signore dell’associazione “Le Calamite”. Un gruppo nato « per studiare le tecnologie informatiche della comunicazione» dice una delle partecipanti, l’insegnante Roberta Turri. Sul sito si legge infatti che l’obbiettivo dell’associazione è quello di «diffondere l’uso delle tecnologie informatiche della comunicazione a quelle fasce di popolazione che sono ancora escluse dal loro utilizzo» come anziani e stranieri, in modo da ridurre «per quanto ci è possibile, il divario digitale che oggi rappresenta un serio motivo di esclusione sociale».
E dopo la riunione, ogni tanto ci scappa un aperitivo o una pizza tutte insieme, spesso proprio in quel bar che stavolta ha fatto lo strafalcione. Certamente le signore, tutte tra i 50 e i 70 anni di età, non si aspettavano di essere gratuitamente offese, senza alcun motivo. «Sono andata a chiedere spiegazioni alla cameriera, una ragazza sui 25 anni» spiega la professoressa al Gazzettino dicendo di aver detto alla giovane di aver «ho cercato ovunque nel listino, ma non trovo queste betoneghe del c…”». La ragazza « in imbarazzo, ha iniziato a tergiversare, ma non si è scusata. Ha solo detto che si trattava di un errore del computer». La frase finita sullo contrino in realtà non era prevista: avrebbe dovuto rimanere nell’ordine interno, forse una battuta poco carina tra colleghi. Ma a mettersi contro una betonega, presunta o vera, non la si passa di certo liscia, e forse la giovane cameriera comincerà a seguire proprio uno dei loro corsi, per imparare a usare correttamente l’Ipad e non commettere di nuovo la stessa gaffe.
(credits immagine di copertina: Pixabay License)
L’articolo Venezia, scontrino con insulto alle «betoneghe» proviene da Giornalettismo.
Dopo un aperitivo tutte insieme, le donne dell’associazione “le Calamite” si sono accorte dell’offesa gratuita
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Gaia Mellone
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“La mia è stata un’infanzia meravigliosa, in essa hanno posto radici gli angeli”: per gli 80 anni di Ferruccio Mazzariol
“La mia è stata un’infanzia piena di gioia, meravigliosa; in essa hanno posto radici i miei angeli, tutta la mia vita. Ringrazio Iddio”. Queste tra le prime parole con cui si apre Il paese dei gelsi di Ferruccio Mazzariol, uomo e già bambino fortunatissimo per la sua infanzia felice in un Veneto altrettanto tale, come recita il celebre titolo di un volume di scritti comissiani, dunque in un tempo e in un luogo nei quali poté subito accorgersi che “la vita aveva un destino eterno, non si sarebbe persa come un ciottolo nelle Grave”.
Non tanto di fortuna si trattò insomma, bensì d’eredità e fede – d’eredità della fede, e non è un caso che Charles Péguy e Georges Bernanos siano tra gli autori da lui più amati – dunque storia, e con essa la vita, che precede e procede e mai non cede, tramandata di padre in figlio come egli stesso si è premurato di fare con La mia Treviso, città che dice anch’essa, come la vita nella fede, appartenergli sin da quand’era soltanto un bimbo, ed “entrata a poco a poco nel cuore come avviene per gli innamoramenti che durano”.
Quello natale di Mazzariol è un paese di gelsi e vigne, dono del Signore e delle opere degli avi, i cui frutti a Dio sempre riconsegnarono in forma d’amore per Lui e per la terra che fu loro data in dono forse più che in pegno, e infatti “i pontepiavesi che muoiono portano il loro paese di gelsi e vigne al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”, perché terra la cui economia popolare dei bozzoli e gli esordi industriali delle filande e dei setifici si fondava sui “cavalieri”, ovvero i bachi, portati via Bisanzio in Veneto e in Lombardia da alcuni missionari di ritorno dalla Cina, durante le Crociate, regalo dunque di due sante spedizioni (poiché niente è per caso), che sulle lucide foglie dei gelsi affiancarono l’uva in quelle “terre di vetusto impianto, colme di sassi cesellati dalle piene”, ronchiate nei secoli dalle stirpi di cimbre e celtiche che, dopo il lungo stato di grazia della Serenissima, ebbero la buona sorte di vivere sotto i vessilli degli Asburgo – cui l’autore trevigiano ha dedicato una terzo, leggiadro e accoratissimo libro, Le aquile bianche dell’Imperatore – e ne fecero un giardino incantato in cui gli acini, disgraziatamente – ringraziando la Filossera vastatrix importata, come troppe altre piaghe dagli Stati Uniti d’America via la Francia – in molti casi non autoctoni, come il Cabernet e il Merlot, assorbono gli “umori fragranti” del limo della Piave che nutre però anche il Prosecco, il Verduzzo e soprattutto il Raboso, “nero come la pece, adatto per palati solidi di forte carattere”, come scrive Mazzariol, “un vino poderoso adatto per il palato degli arcangeli guerrieri”.
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Mazzariol… Nato ottant’anni fa, il 16 marzo 1939 in località Ponte di Piave – frazione Alle Grasseghelle, e vale a dire presso il “colmello” della Grasseghella – sulla riva del Piave, anzi, come ricorda, della Piave, femminile – e ben diversi suonano alle orecchie “il Piave mormorava” e “la Piave mormorava” – come da queste parti sempre la gente ha chiamato il suo fiume – che è allora, con l’Adda che taglia la Lombardia, l’unico “italiano” non maschile – che è, nelle parole di Comisso, la “grande vena di questa terra”…
Mazzariol… Scrittore ma anche traduttore dal francese (sue le versioni in lingua italiana del romanzo La donna povera di Léon Bloy e del volume di Lettere e diari di Emmanuel Mounier per la casa editrice La Città Armoniosa) nonché editore (col marchio doppiamente “di culto” Santi Quaranta, da una delle porte di Treviso, già nome della vicina chiesa oggi di Sant’Agnese, in direzione di Padova e Vicenza, alla fine di quello che è ora squallidamente detto Borgo Cavour) nella sua Treviso; che così descrive: “Città socievole, espansiva; patrizia e graziosa e insieme alla mano, mi ha affascinato prima di tutto per il dialetto amabile che sa di risorgiva fresca; un dialetto discreto e canterino che era una meraviglia in bocca alle donne e alle ragazze, e che ora purtroppo sta decadendo”.
Eppure, “dove Sile a Cagnan s’accompagna” (Dante, Paradiso, IX, 49) il dialetto trevigiano è ancora incantevole, melodico, femminile (già, come il nome Piave) nelle bocche degli uomini come in quelle delle donne, come annota Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, e resiste, e conserva così la peculiarità legata ai suoi corsi d’acqua, perché, scrive Mazzariol, “l’idioma trevisano continuava il mormorio del Buranello, del Siletto, del Cagnan; traduceva in parola armoniosa e cantabile il pullulare delle fresche risorgive”.
Come tutte le città padane e venete, e antiteticamente a Venezia che è terra nel mare, Treviso è isola ideale sulla terraferma, forgiata non dalle onde sugli arenili ma dal gesto delle mani degli uomini, col Bottaniga che presso il Ponte della Pria si divide in tre, il Buranello, il Siletto e il Cagnan.
“Si tratta di una dolce foresta mossa dal vento delle abitudini e della vita. L’indole recita, appare ma possiede un suo radicamento ancestrale che distingue” i trevigiani, non solo nelle aree rurali della Marca, ma anche in quella urbana, questo teatro di dolci finzioni, seduzioni, relazioni. Con l’acqua a informare col suo altrettanto dolce scorrere tra gli antichi muri l’attitudine che Mazzariol così riesce a riassume: “Non mi logoro per niente; lascio passare l’acqua sotto i ponti placida mente. No me susto par poco, cioè non vale la pena guastarsi il sangue per delle inezie.” Acqua dolce e così la vita.
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Non mi affliggo per poco. È il motto di quest’indole dolce, garbata, delicata, savia, allegra, socievole e sorniona a un tempo, scrive Mazzariol, non esattamente disimpegnata anche se tale è l’aria, in realtà più che altro noncurante; che fa quella splendida devise che la riflette, nutrita da “un pizzico di fatuità, una soave vanità”, che si esibisce alquanto, e che mantiene una certa qual “riserva mentale, eccessiva diplomazia” che non rende tuttavia cinico il trevigiano che ha cuore “caramelloso però gradevole e pronto spesso alla generosità”, così come l’altro motto cittadino, No vao a combatar, ben lungi da essere un segno d’inazione, specie negli ultimi decenni di rapida industrializzazione, dice di una forma d’indolenza del tutto atipica, anche perché, come rimarca Mazzariol, “fosse una caratteristica totalmente negativa, i trevisani non avrebbero potuto edificare una città così bella e così graziosa”, la cui grazia urbanistica non è che il riflesso di tale attitudine, l’una e l’altra capaci di resistere alle devastazioni del risorgimento, con tutti i suoi strascichi, e delle due tragiche guerre mondiali.
Il No vao a combatar è la sorda resistenza estetica e morale della Marca, che vive sottotraccia negli stravolgimenti storici, sotto l’occupazione napoleonica – “le orde del Napoleone, fameliche e feroci”, così le descrive Mazzariol, che chiaramente e giustamente le detesta – come sotto quella, successiva, degli italici, con i francesi che saccheggiarono la sua città, predando, dissacrando, rovinando il possibile, e i secondi che trasformarono la regione da teatro di vita a teatro di morte, mentre sotto gli Asburgo nella Marca persino i bachi prosperavano, tutelati come persone dal diritto penale, per volontà dello stesso Francesco Giuseppe.
A queste nefandezze Mazzariol oppone il suo Duca Alfonso, sempre presente nei secoli e nella storia, spesso controcorrente, anche perché poeta, attivo per il bene della sua città, fautore di una congiura contadina, nel 1812, che porterà alla definitiva caduta di Napoleone e quindi agli Asburgo, tanto da esser nominato luogotenente per la Sinistra Piave, che governa con saggezza e misericordia cristiane, migliorando le condizioni della gente, perché tutti possono pescare e cacciare, portare le bestie ai pascoli, e, grazie a una dieta molto più ricca, è così infine vinta la pellagra.
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A Salgarega, il Duca arriva a mettere a disposizione dei nullatenenti alcuni suoi campi, che diventano La Comun, poi El Comun, che il nonno di Mazzariol acquisterà con l’avvento degli italici, ultimo grande gesto del Duca Alfonso in cui il libro di Mazzariol tutta la storia della sua città si cristallizzano, questa figura di nobiluomo della Piave che abita nel suo castello Delle Grasseghelle, eroe dal “cattolicesimo umanissimo” che “picchia i furfanti, tramortisce i ladri con la sua alabarda ruspia; ingaggia duello con i vari Don Rodrigo dei diversi paesi che stanno prossimi a Trevigi e sempre li sconfigge”, e che è romanticamente preso d’amore per la bella Maria Beatrice Della Galea.
Si fidanzano e il Duca fa costruire, affrescare e decorare la Loggia dei Cavalieri. Loggia che l’autore dice “austera, romantica”. Un ossimoro perfetto per tutta la sua Treviso.
Tale è d’altro canto lo stesso Duca Alfonso… In lui è tutto l’ideale realizzato della città di Mazzariol, nel suo eterno ritorno, dal 1177 fino a oggi, con aggraziata costanza. E lui e Treviso sono simbolo di un mondo antico, storico e mitico a un tempo, e cortese nel senso dei troubadour provenzali…
Molti di essi si stabilirono in città, ma stando a Mazzariol anche lo stesso Duca si dilettò in questo ambito come in tutti gli altri, “benché nessuno storico erudito lo menzioni”.
Il Duca Alfonso non solo scrive versi, ma anche memorie. Ama leggere, ma anche andare a cavallo per le campagne. A volte con la sua bella consorte, altre in totale solitudine. Monta un sauro bianco e girovaga sui colli, pacifici finché non irruppe Napoleone con le sue truppe, tra i filari di Raboso, lungo la Livenza e fino alle sue sorgenti, alla basilica della Santissima Trinità, luogo del suo ritiro durante le due guerre mondiali e la sciagura fascista, “poco gradita ad Alfonso per quel suo sempre parlare coi gambali e la camicia nera di battaglie, violenze agli altri popoli, olio di ricino somministrato agli avversari politici”. Treviso è neutralista, avversa a una guerra che è inutile strage. Troppo stride col motto No vao a combatar dei trevigiani. E i sudditi degli Asburgo sono ben più fratelli degli italici. Perché gli italici sono accecati dal mostro del nazionalismo.
Se enorme era la stima dei trevigiani e dei veneti tutti per gli austro-ungarici, mai sarà tale invece per la “classe […] esistenziale, militante, squadrista” dei fascisti, con i suoi miti posticci, né tantomeno per il nazismo, per il comunismo o per gli americani. Due guerre. Liberazione. Dopoguerra.
Veneto libero? No. Veneto felice? Sì. Perché ha san Marco e può far San Marco, festa “cristiana e delicata”, festa “ancestrale e serena”.
Marco Settimini
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Made In PoP™ ǁ eventi Rock in Veneto dal 6 al 12 Dicembre 2018 ǁ stagione 16
Ciao Made-In-PoPpers, le luminarie annunciano l'avvento di un periodo ricco di mangiate e feste, voi avete trovato la vostra carica di rock'n'roll?!? CHECcO & LoRIS «Sostenete la Musica, Andate ai Concerti» ► Made In PoP segnala ◄ Ω SABATO 8 DICEMBRE 2018 Ω Csa ARCADIA via Lago Tovel 18 ZI SCHIO (Vi) torna il party BEAT OUT, giunto al quinto appuntamento, con una doppietta live della madhonna, infatti suoneranno le band tra le migliori del panorama italiano NEW CANDYS (FUZZ Club) psych-r&r e BEE BEE SEA (Wild Honey Records) garage-punk. prima e dopo i concerti frizzanti e danzerecci djset con la miss JULIE (Soundchoke/Iguana Eventi) e CHECcO MERDeZ (Lamette party/Shyrec). https://www.facebook.com/events/253481642181421/ ► SETTIMANA ◄ ► GIOVEDÌ 6 Dicembre ᴥ Sala MONTEVERDI via Torino 6/e MESTRE (Ve) ore 17:30 secondo appuntamento HYBRID MUSIC "Musica: da passione a professione" tema odierno tra indipendenza e tour internazionali, interverranno APPINO (Zen Circus) FERNANDO (New Candys) e Andrea BIAGIONI. ᴥ COCKNEY London Pub via Garibaldi 9 CORREZZOLA (Pd) da Berlino il combo multietnico KUHN FU che mescola psych/jazz/blues /avant-garde. ᴥ La SCALETTA Pub via Monte Grappa 8 CARMIGNANO di Brenta (Pd) appuntamento blues con il Claudio BERTOLIN Trio featuring Giulio Campagnolo. ᴥ HOPS Pub vicolo Castello 7 ROVIGO concertino semi-acustico per i PSYCODELIC TRIP crossover/stoner. ᴥ LA MOSCA BIANCA pub via Dosso 33b PORTO VIRO (Ro) artigianali opere musicali folk roots per LA BOTTEGA del COMPENSATO. ᴥ VECCHIA CENEDA Osteria via del Fante 37 VITTORIO Veneto (Tv) showcase acustici alt/indie per MIK e Ryan DOYLE dei dublinesi MY UNCLE STOAT. ᴥ POMOPERO via Castelletto 84 BREGANZE (Vi) sound sexy, provocante e retrò per il duo The DEAD LOVERS (UK/Germany). ᴥ SGAB Underbar via Pusterla 63 BASSANO del Grappa (Vi) ritornano le sonorità mexican-grunge de EL CUENTO de la CHICA Y la TEQUILA. ᴥ Osteria AI PRETi interrato Acqua Morta 27 VERONA dall'Ucraina la giovanissima cantante e scrittrice JERRY SPRINGLE voce e ukulele. ► VENERDÌ 7 Dicembre ᴥ Osteria NÒVA via Ca'Mori 51 ESTE (Pd) per festeggiare il quarto complenno del locale, ci saranno, in versione duo, The JOHNNY CLASH folk outloaw da Bologna. ᴥ BISTROCK via Rometta 13/L San MARTINO di Lupari (Pd) dal North Carolina il bravissimo ed emozionante MATTHEW PAUL BUTLER. ᴥ Circolo NADIR piazza Gasparotto 10 PADOVA i caleidoscopici UNIVERSAL SEX ARENNA approdano qui con il loro energico live, dopo aver recentemente aperto ai Flaming Lips. ᴥ GREENWICH pub via Sant'Andrea CURTAROLO (Pd) in attesa della pubblicazione del nuovo disco, suoneranno qui ACAJOU stoner/wave. ᴥ MULINO FURYOSO via San Giovanni 28 CARMIGNANO di Brenta (Pd) torna il rock al Mulino, suoneranno i DEAD AFTER WEEKEND punk'n'roll sing-a-long. ᴥ GRIND HOUSE via Longhin 37 PADOVA release party per i PERPETUAL FATE alternative/metal, a festeggiare con loro WINTERBREED symphonic metal e CAPENORTH emo/punk. ᴥ HALL via Nona Strada 11b PADOVA torna in Italia il popolare cantautore folk MICAH P. HINSON, a presentare il recente album. ᴥ SPIKIZY via Zuccherificio 41 BADIA Polesine (Ro) sta diventando uno dei nostri locali preferiti, pochi concerti ma ottimi, stasera in solitaria ANDY MacFARLANE ex-leader degli Spamabilly Borghetti, Hormonauts e R&R Kamikaze. ᴥ ALTROQUANDO Osteria Musicale via Corniani 32 SANT'ALBERTO di Zero Branco (Tv) questa sera sul palco I SOGNI DI DICKENS (indie/posr rock/Treviso) e NOVA sui PRATI NOTTURNI (post rock/prog/Vicenza). ᴥ EDEN Cafè via XV Luglio TREVISO sound sexy, provocante e retrò per il duo The DEAD LOVERS (UK/Germany). ᴥ KRACH Club via Madonna 3 MONASTIER (Tv) qui a presentare il loro nuovo disco i NICESPARE alternative rock + Dj Dondi. ᴥ HOCH HOLLE via S.Andrea PADERNO del Grappa (Tv) energico e vigoroso alternative rock per i GUMMY NIPPLES che ritornano sulle scene. ᴥ OUTSIDER Pub via S.Cassiano 72 QUINTO di Treviso (Tv) i ritmi in levare dei venexiani SKA-J . ᴥ HOME Rock Bar via Fonderia 73 TREVISO dal Belgio arrivano INTERGALACTIC LOVERS, rock con sfumature electro, a presentare il nuovo disco "Exhale". ᴥ Osteria AL PONTE corso Trentin 20 San DONÀ di Piave (Ve) pop stravagante e stralunato per AURORO BOREALO che si esibirà qui stasera. ᴥ MORION Laboratorio Occupato salizada S.Francesco de la Vigna VENEZIA si esibirà qui il combo nu-soul funk PCKT. ᴥ Centro Sociale RIVOLTA via Fratelli Bandiera 45 MARGHERA (Ve) serata Trivel con ospiti KAOS ONE & dj Craim, faranno loro spalla gli hardcore SLANDER per l'ultimo show assoluto, 4 ROOMS FAMILY e da Roma i RAKE-OFF hc. ᴥ NOVAK Club via Castellana 59f SCORZÈ (Ve) BINTARnacht Underground Metal fest con le band KANSEIL (Tv), The FALL of ROME (Vr), GATES of DOOM (Ud) KORMAK (Ba) e SELVANS (Pe). ᴥ VIAROMA17 via Roma 17 DUEVILLE (Vi) uno degli ultimi live al ViaRoma prima della chiusura sarà quello degli ottimi bolognesi ARTO oscure orchestrazioni cinematiche strumentali. ᴥ CA'BRUZZO via Monte Cavallo LONIGO (Vi) Associazione VOYAGER organizza serata omaggio a LELE musicista scomparso 5 anni fa, ci saranno le band in cui ha suonato e tutti gli amici. ᴥ CENTRO STABILE di CULTURA via Leogra 4 S.VITO di Leguzzano (Vi) serata dedicata agli artisti locali con il polistrumentista GIUSEPPE DAL BIANCO con tre concerti diversi, per i progetti che lo coinvolgono. ᴥ KITCHEN Teatro Indipendente via Edilizia 72 VICENZA alle 21 ci sarà la presentazione del nuovo disco "Roots" per il trio JASIFE musica strumentale da loro ribattezzata meltronic. ᴥ Auditorium VIVALDI via Monte Oro CASSOLA (Vi) ore 20:30 presentazione ufficiale del nuovo disco per Damien Mc FLY cantautorato folk. ᴥ Bar dalla CATE piazza Sport MARANO di Valpolicella (Vr) serata dedicata ai duo, suoneranno, al debutto, i BITUBO, poi APEROL NOISE e gli ospiti, da Bologna, TESTADEPORCU per loro intenso jazzcore. ᴥ FAbemolle borgo di Madonna di Pol PASTRENGO (Vr) serata dedicata all'heavy sound con le band VETRIOLICA noise/sludge e DRABIK thrash/industrial. ᴥ COHEN Pub via Scarsellini 9 VERONA a presentare il suo nuovo disco sarà qui il cantautore genovese Beppe GAMBETTA. ᴥ Osteria S'CIAVINARO via Pertini 15 VOLPINO di Zimella (Vr) glam rock tra lustrini ed assoli per i FALLEN ANGELS. ᴥ JACK the RIPPER via Nuova 9 RONCÀ (Vr) in versione one/man/band ENRICO MANTOVANI eclettico cantautore folk/blues. ᴥ Colorificio KROEN via Pacinotti 19 Zai VERONA il recente fenomeno esploso su YouTube, THE ANDRÈ, stasera in colorificio. ᴥ Osteria Ai PRETI interrato Acqua Morta 27 VERONA stasera qui The BUSTERS Crew e il loro punk folk per pirati. ᴥ SPAKEMOTUTO Festival Ingiazà via Oberdan 8 CEREA (Vr) presso l'area EXP versione invernale di questo fantasico festival, suoneranno SIYLIT (death trash) ARTHEMIS (power metal) e i granitici TYTUS (Ts/Tv) heavy rock. ► SABATO 8 Dicembre ᴥ BANDALARGA Bistrot via L.Basso 6 FELTRE (Bl) dalle 18 reading musicale di Andrea GASPARINI che presenta il proprio libro "Coràio" accompagnato alla fisarmonica da Andrej Pintar. ᴥ VENETO FRIENDS GRANTORTO (Pd) dalle 12:00 manifestazione di due giorni di raccolta fondi a supporto delle comunità venete colpite dall'ondata di maltempo ad inizio novembre, svariati artisti di daranno il cambio per raccoglire quanto più possibilie oggi e domani. https://www.gofund.me/manage/emergenza-veneto/ ᴥ BAHNOHF Live via Sant'Antonio 34 MONTAGNANA (Pd) Fuzz(O)ramA night con le band RAÌSE VI/post-HC The TURIN HORSE TO/noisecore e HYPERWÜLFF BO/sludge. ᴥ Circolo NADIR piazza Gasparotto 10 PADOVA data finale del lungo ed intenso tour degli HIT-KUNLE con il loro travolgente tropical rock. ᴥ RICKY’s Pub via Commerciale 12 ABBAZIA PISANI di Villa del Conte (Pd) fa tappa qui il minitour di presentazione album dei MYOWNSIN alternative/crossover, con loro i DIRTY MEAT CAGE hard/funk/strum. ᴥ CARICHI SOSPESI vicolo Poertello 12 PADOVA al circolo culturale suoneranno i PUNKAMMERMUSIK,ovvero la versione trio dei FRIEDRICH MICIO, set acustico e di sperimentazione e teatralità. ᴥ HALL via Nona Strada 11b PADOVA VenetoJazz presenta una nuova rassegna del NU Fest con protagonista le sperimentatore audio/visivo teutonico ALVA NOTO, in apertura il duo PILIA/PUPILLO (In Zaire/Zu /molto altri). ᴥ Cso DJANGO via Monterumici 11 TREVISO Salva-LESDER #2 evento benefit per sostenere lo Studio di registrazione LESDER travolto dalla piena de La Piave, daranno il loro contributo TWO BIRDS ONE STONED, VETTORI, HOPE You're FINE BLONDIE, IL DALLAS, Fabrizio PALADIN e il progetto electro del Captain AMA, con il supprto di SHYREC, THREE BLACKBIRDS, Groove Studio e EEVIAC artworks. ᴥ Osteria da TOCCHETTO via Risorgimento 27 MONTEBELLUNA (Tv) concerti della madonna per IL LABIRINTO DI ALICE prog-rock e ALABASTRUM prog-metal. ᴥ CORNER LIVE via Ungheresca Nord 115 RAMERA di Mareno di Piave (Tv) serata alternative/indie con doppia presentazione disco per MIK e i dublinesi MY UNCLE STOAT. ᴥ HOCH HOLLE via S.Andrea PADERNO del Grappa (Tv) all'osteria da Miki arriva LO STRANIERO, band de La Tempesta, psycho-indie-pop ᴥ NASTY BOYS via Pellicciao 4 TREVISO rockabilly con una spruzzata di blues per SANDYBILLY & the WILDONES. ᴥ NOVAK Club via Castellana 59f SCORZÈ (Ve) festa per i 15 anni d'attività dell'etichetta Go Down records che festeggierà con le band NO-IR, VIRTUAL TIME, CUORE MATTO, A FOREST MIGHTY BLACK, JAHBULONG, MONGOOSE e i leggendari NOT MOVING + djset. ᴥ ARGO 16 via delle Industrie 27 MARGHERA (Ve) per il progetto di innovazione socioculturale Voci Sparse si esibiranno VIN MARTIN, LUNA & BEPPE, PLAIN, Bruno SPONCHIA e i RACCONTI di DONNE ASSENTI. ᴥ REVOLVER Club via JF Kennedy 39 San DONÀ di Piave (Ve) sonorità estreme death metal con i leggendari NAGLFAR (Svezia) più SCHAMMASCH (Svizzera) e ANOMALIE (Austria) ᴥ MAMO Bar via Carlo Porta 14 LONIGO (Vi) ore 12:30 pranzo a base di risotto e a seguire punk rock old style per LUIGI & i Suoi AMICI. ᴥ PATTINODROMO Comunale viale Arturo Ferrarin 67 VICENZA dalle 18 doppio incontro di roller derby per The ANGUANAS che siferanno le austriache FEARLESS e le bolognesi BONE-CRUSHING, prima, durante e dopo party rock'n'roll. ᴥ Circolo COSMOS contrà dei Burci 27 VICENZA qui a presentare il suo recente disco la brava ANNABIT cantautrice electropop. ᴥ BOCCIODROMO via A.Rossi 198 VICENZA dalle 18 La Profezia (teatro) Sottopelle ritual art Night con performance estreme e i concerti degli HIEROPHANT (Ra/death metal) e dei SEPOLCRO (Vr/death). ᴥ Bar ASTRA contrà Barche 14 VICENZA dalle 19 live dei LADY UBUNTU post-pop stralunato carico di ironia, passione e surrealismo. ᴥ Circolo MESA via L.Da Vinci 50 ALTE di Montecchio Maggiore (Vi) thrash nite con i concerti per i toscani SOFISTICATOR e i venexiani MERCILESS ATTACK. ᴥ The FACTORY via Garibaldi 37 CASTEL d'AZZANO (Vr) serata PUNK-HC che vedrà impegnate le band A PART of US melodic HC/Vr, ROUND7 HC old school/Vi e STANIS melodic HC/Bolo. ᴥ COHEN Pub via Scarsellini 9 VERONA in collaborazione con Blues Made In Italy sarà ospite Stephanie OCEAN GHIZZONI che oltre ad esebirsi sul palco, esporrà 12 opere dedicate a New Orleans. ᴥ JACK the RIPPER via Nuova 9 RONCÀ (Vr) combact folk tra storie e stornelli per I BRIGANTI del FOLK. ᴥ Bar the BROTHERS via Olimpia GREZZANA (Vr) la voce potente e graffiante di LISA MANARA e la sua band. ᴥ INCOGNITO Music & Dinner via Gorizia 9 CEREA (Vr) musica surf con il massimo rappresentante del genere in Italia, SURFER JOE e la sua band per un live di Gran Class. ᴥ SAMBOROCK via Roma 58 San BONIFACIO (Vr) presso gli scantinati delle scuole elementari suoneranno le band I RESTI d'ARCADIA (folk/rock) WE ARE NOT ALONE (post rock) e KIOWA (stoner/sludge). ᴥ SPAKEMOTUTO Festival Ingiazà via Oberdan 8 CEREA (Vr) presso l'area EXP seconda e ultima serata con i concerti per POWERSOLO donkey punk dalla Danimarca e ROLANDO BRUNO cumbia trash dall'Argentina. ► DOMENICA 9 Dicembre ᴥ CA'BOTTONA via I° Maggio 18 COSTERMANO del Garda (Vr) dalle 14 fiesta cumbia trash con ospite dall'Argentina ROLANDO BRUNO one/man/band che mescola cumbia con piccante salsa garage/psych. ᴥ PUNKY REGGAE Pub via Barbarigo 15 LIEDOLO di S.Zenone degli Ezzelini (Tv) dalle 17:00 aperitivo progressivo e sperimentale con gli ALABATRUM e i DREAM DOORS. ᴥ Cso RIVOLTA via Fratelli Bandiera 45 MARGHERA (Ve) dal mattino andrà in scena la settima edizione di VENYL fiera del disco, dalle 17 djset vinilico per Dj SHOCCA e il mitico ANtares COLOR. ᴥ GOTO STORTO via Villanova 8a TREBASELEGHE (Pd) live all'aperitivo per il power trio LITTLE BOY LOST stoner/punk e SO BEAST electro/psych/extravaganza. ᴥ RADIO GOLDEN Bar piazza San Martino 13 CONEGLIANO (Tv) aperitivo musicato dal tro capitanato dal cantautore Giorgio BARBAROTTA. ᴥ KRACH Club via Madonna 3 MONASTIER (Tv) dalle 18:30 aperitivo desertico con il live per BLIND MARMOTS stoner alcoolico. ᴥ GROOVE via Martiri Libert�� 8 LUGO di Vicenza (Vi) aperitivo acustico in compagnia di Cesare MALFATTI (LaCRUS) e Chiara CASTELLO. ᴥ ARGO 16 via delle Industrie 27 MARGHERA (Ve) dalle 19 proiezione del film "L'Ultimo Uomo della Terra" (1964) a seguire i liveset per il duo EEviac/Merrich L'IMPERO della LUCE e il bravissimo BLAK SAAGAN ᴥ Osteria AL CASTELLO via Rossi A. 15 CHIUPPANO (Vi) aperitivo in collaborazione di Rosa Parks APS con la presentazione del nuovo libro di Davide TOFFOLO (3ARM) dal titolo "Il Cammino della Cumbia" + djset tematico. ► LUNEDÌ 10 Dicembre ᴥ REVOLVER Club via JF Kennedy 39 San DONÀ di Piave (Ve) evento hard&heavy con la superband The DEAD DAISIES (Motley Crue/Whitesnake/ThinLizzy/BadEnglish e altri) in apertura RAGIN'MADNESS. ᴥ OUTSIDER Pub via S.Cassiano 72 QUINTO di Treviso (Tv) per il live del lunedì ci saranno ALDO BETTO & LISA MANARA e il loro sound intriso di Africa. ► MARTEDÌ 11 Dicembre ᴥ monster o fuoco stasera? . ► MERCOLEDÌ 12 Dicembre ᴥ DIRTMOR via Pisa 13/m TREVISO ore 21, all'ombra del grattacielo andrà in scena la rassegna "Improvvisazioni Contemporanee" con gli artisti di avanguardia Luciano CARUSO (sax) con The MUSIC of CARLA BLEY ovvero Bruce DITMAS (batteria e percussioni) e Andrea MASSARIA (chitarra). ᴥ Osteria da FILO Santa Crice 1539 VENEZIA dalle 19 a presentare il nuovo disco "Bring in the New" il trio SAVANA FUNK ovvero Aldo Betto, Blake Franchetto e Yousssef Ait Bouazza. ᴥ SHERWOOD Open Live vicolo Pontecorvo PADOVA la splendida accoppiata SHOVI SHUVA ovvero MONEEK HONEYBIRD MIZRAHI e FOLAKE OLADUN affro-samba vibes per le due brave cantautrici. • https://telegram.me/madeinpop/ • https://www.facebook.com/Shyrec/ • https://www.facebook.com/threeblackbirdsfree/ • https://www.facebook.com/NewsletterMadeinpop/ • http://shyrec.bandcamp.com/
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