#dissolvenza
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nonsolohaiku · 1 year ago
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Come un sogno
che dissolversi pare...
Apro gli occhi
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persa-tra-i-miei-pensieri · 5 months ago
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Certe persone (tipo mia madre) guardano un dj e pensano: "Sai che sforzo! Mette dei dischi, tutto qui. Che ci vuole? Chiunque potrebbe farlo".
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Se solo immaginassero quanto lavoro c'è dietro, per diventare un dj almeno decente! Mettiamo che tu mixi in un locale. È pieno zeppo e tutti stanno ballando come pazzi. Hai una cuffia appoggiata dietro un orecchio per sentire il pezzo del piatto 1 in uscita dalle casse. Sull'altro orecchio hai la seconda cuffia con la quale lavori per i fatti tuoi al disco sul piatto 2. Fai scratchare il secondo disco avanti e indietro sullo slipmat sotto la puntina, a caccia del punto esatto dove "tagliare", mentre ti accerti che vada a tempo con il primo. Potresti aver bisogno di farlo viaggiare più veloce, o più piano. Se ci metti troppo ad allineare il secondo, il primo potrebbe finire e tu ritrovarti di botto nel silenzio più totale. E se fai il dj, dammi retta, i silenzi di tomba non sono affatto consigliabili. E tutto questo lo devi fare in mezzo alla bolgia di gente che hai intorno, per non parlare di quelli che vengono a chiederti di mettere su i loro pezzi preferiti, e cioè come minimo roba di dieci anni fa.
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Se lavori a regola sui piatti, a questo punto sposterai il cross fader del volume per infilare la seconda traccia: è qui che tutto si fa davvero eccitante. Certe volte è questione di un secondo: il cambio dei due brani è quasi istantaneo. Un colpo secco, insomma. Da brivido. Altrimenti puoi creare una dissolvenza graduale, e i due pezzi suoneranno in contemporanea per un po'.
Poi quando decidi di abbandonare il primo, lo sfumi con l'up fader collegato al piatto 1 (si chiama "up" fader anche se in realtà lo usi sia per abbassare che per alzare il volume). Poi con l'up fader del piatto 2 aumenti il volume della seconda traccia.
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L'obiettivo è quello di effettuare un cambio senza punti morti: con i veri DJ è praticamente impossibile capire dove finisce una canzone e dove parte l'altra. Quando ascolti uno forte come Reel Love, hai l'impressione che tutti i pezzi siano un unico lungo brano ininterrotto.
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Cit. "Voglio fare la Dj!"
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neottolemo · 9 months ago
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Ma ascolti?
Tu ascolti (ma ascolti?) l’altro che ti racconta i casi suoi.Tu aspetti solo il primo punto accapo per dire “anch’io…” e per passare ai tuoi.Ora è l’altro che ascolta (ma ascolta?). No, pensa solo: non la fare lunga.Da un residuo di cuore ci mandiamo infine un “fatti coraggio” e “a presto”.Poi la dissolvenza del “cia, ciao” dove la o si perde.
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fard-rock-blog · 2 months ago
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Nemo / Clemente / RaMi | Frattura/Comparsa/Dissolvenza
Etichetta: AutoproduzioneTracce: 4 – Durata: 43:06Genere: Sperimentale, PerformanceSito: Nemo, Clemente, Milano Voto: 7/10 Frattura/Comparsa/Dissolvenza è la registrazione integrale di una performance che Alberto Nemo, Niccolò “Whale” Clemente, Teo Ravelli e Claudio Milano (RaMi); hanno registrato in diretta lo scorso agosto.Sebbene sia molto interessante la fruizione audio, probabilmente il…
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instabileatrofia · 9 months ago
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Dissolvenza primaverile
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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3nding · 7 months ago
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Non sapere cosa fare nel Paese reale.
Oggi parliamo brevemente di due fatti che sono accaduti non lontano da qui. Il primo è il tentato omicidio nell'Appennino reggiano di una persona con problemi mentali seguito - così dicono i giornali - dagli assistenti sociali. Il taglio dell'articolo sui media locali che descrivono il fatto in una comunità con pochi abitanti è il seguente: questo dava noia a tutti, nessuno ha fatto niente, poi uno dopo un diverbio ha sbroccato e lo ha massacrato a sprangate.
Che se ci fermiamo un attimo a pensare quanti passaggi ci sono tra "malato di mente va ad abitare in frazione appenninica" e "abitante del luogo lo sfonda di sprangate in testa" in cui la situazione avrebbe potuto essere gestita meglio dalle istituzioni ci vengono fuori tre film con Joaquin Phoenix che fa il Joker e un paio di libri.
E' andata così, spallucce, la bobina continua a girare.
Cambio di inquadratura: signora di 62 anni che vive nell'appartamento di sopra dei genitori di una conoscente, l'appartamento appartiene a loro e lei è in affitto. Le viene comunicato con anticipo di vari mesi come da condizioni da contratto di affitto che deve lasciare l'appartamento. Risposta "Io non me ne vado". I coniugi decidono di aiutarla trovando in zona appartamenti simili allo stesso prezzo. "Dovete buttarmi fuori. Auguri". Si inizia ad avvertire un crescente sfregamento di mani da parte di avvocati vari. Nel mentre l'inquilina in attesa di uno sfratto esecutivo che avverrà non si sa quando cambia atteggiamento e inizia a fare rumori entrando e uscendo di casa, di sera, di notte, all'alba.
Questi due signori sui settanta attualmente sono esasperati e mortificati perchè mai avrebbero immaginato uno scenario simile.
Cosa manca o è mancato in entrambi gli scenari?
Tutte le volte che lo Stato attraverso i propri esponenti ha esortato al difendersi e farsi giustizia da soli ha implicitamente ammesso la propria debolezza, assenza ed impotenza.
La bobina gira a vuoto, dissolvenza, buio in sala.
Schermo nero.
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vecchiorovere · 3 months ago
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«Quando Paul Gauguin ripartí per la Francia nel giugno del 1893, facendo il viaggio all’inverso, portò con sé numerose sculture e sessantasei pitture. Tra queste c’erano Donna con fiore (Vahine no te tiare) e Donna con mango. Poi partí di nuovo, e a spingerlo fu come una disperazione, un’illusione. Di nuovo in quell’antro di mondo dove finí di vivere molto presto. Lasciò ancora tanti quadri. Tra questi c’era Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo? Il dipinto con gli alberi blu e l’uomo, proprio al centro del quadro, quasi di un colore luminoso e solare, che prova a raccogliere un frutto.
In un testo ritenuto opera di Samuel Taylor Coleridge un uomo si addormenta e nel sogno sale fino al cielo, dove riesce a cogliere un «mirabile fiore». Coleridge, per chiudere quel pensiero, per compiere un balzo, si chiede: «E se al risveglio quel fiore fosse fra le tue mani?» Il viaggio di Gauguin verso l’arcaico era stato solo un’illusione? Era stato un sogno? Di quel che aveva vissuto laggiú, disse che per la prima volta nella vita era riuscito a toccare ciò che aveva sempre cercato: il colore come «il linguaggio dell’occhio che ascolta». Lí raggiunse la capacità di «dare la sensazione musicale che fluisce dal colore, dalla sua propria natura, dalla sua interna, misteriosa ed enigmatica forza».
Quel mondo in cui si era rifugiato era sull’orlo della dissolvenza, una stella che emanava le ultime luci, un sogno che stava per svanire. Di quell’illusione, di quel sogno, ora, davanti agli occhi di ciascuno di noi, ci sono quei quadri che, come nel caso dell’uomo che si addormenta e sogna di salire in cielo, somigliano ai fiori che al risveglio ci si ritrova tra le mani».
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thebeautycove · 3 months ago
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THoO - DEAR KARMA - Crazy Collection - Eau de Parfum - Novità 2024 -
Karma is a bitch. Karma is about the idea of ‘you get what you give’ that is, in a nutshell, the energy you put into the world, into your interactions with others, the same that will return back to you. If you’re kind and generous, you’ll be rewarded with the same coin. It won’t go easy if you fill your existence with negative energy. Karma knows and will give you what you deserve, be it good or bad.
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Rito, contemplazione, riflessione sul presente per agire, migliorandosi, nel futuro, richiamo alla profondità introspettiva, alla ricerca interiore che produca nuovi moti di energia e positività.
Tanti i percorsi esperienziali, molte le citazioni odorose dal fascino repentino e un’altalena di intriganti frammenti sensoriali da cogliere e assemblare con baldanza in questa nuova creazione THoO, la quinta per la collezione Crazy.
In Dear Karma, si perpetua la gioiosa ricercatezza delle illustrazioni di Cristina Mercaldo, immagini che introducono a questo tour olfattivo senza confini, dentro un paradosso bohémien, tra artisti maledetti ispirati dalla fata verde.
Ed è proprio all’assenzio, nota definita da un’aura dannata, che Dear Karma offre il ruolo da protagonista, una vibrazione aromatica intensa, ghiacciata, consumata nell’accordo con la zolletta di zucchero brûlé, quasi una liturgia ribelle che espone alla dipendenza.
Molto pertinente nell’evoluzione l’accostamento all’incenso le cui volute fluiscono lente in un accordo di vivace freschezza con rosa, neroli e zafferano. Sono fumi mistici e vitali a levarsi e dirigersi nella grande riserva odorosa della facette orientale, ricca di legni ambrati, intrisa di patchouli, rassicurante nell’effetto materico del cuoio, robusto e soffice, in esoterica dissolvenza tra vetiver e muschi.
Pura poesia energetica. Karma sa chi merita cosa.
Creata da Cristian Calabrò.
Eau de Parfum 75 ml. Online qui
Scopri le altre fragranze della Collezione Crazy: 
Guilty Crush qui e BonBon Pop, Gambling, Wabisabi qui
©thebeautycove   @igbeautycove
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ballata · 4 months ago
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#far #legionenera
Questo è un libro che parla di un tempo perduto. Il titolo spaventa solo perché reca in se parole considerate tabù. Ci fu un tempo in cui vi erano distinzioni tra destra e sinistra, tra valori e disvalori, tra azione e reazione. Bene, Salierno gli attraversa universalmente tutti e lo fa in prima persona. Vive metà della sua vita come "fascista" come commissario politico della sez. Romana di Colle Oppio, poi per omicidio, è messo in carcere, ne uscirà incredibilmente come sociologo marxista di estrema sinistra. Questa autobiografia è un’opera che ha però il ritmo di un romanzo. Una lettura coinvolgente, dura e violenta, che proietta il lettore nella Roma degli anni pesanti, quelli dalle lotte tra fascisti e comunisti. Nella sezione missina di Colle Oppio, nei bar e nelle trattorie della periferia e nei vicoli stretti del centro si muovono il protagonista e gli altri "camerati", che sognano di far rinascere la RSI. Il protagonista viene affascinato dai vecchi reduci e dalla figura severa e mistica di Julius Evola, mentre è deluso dalla debole e rinunciataria politica dei dirigenti del suo partito....
Io sono solo un lettore, non influenzeró con il mio pensiero questo splendido romanzo quasi saggio, ricordando solo che quello fu il tempo di Pier Paolo Pasolini : l'uomo sismografo, cui la quotidiana misurazione dei movimenti della società italiana aveva aperto anticipatamente gli occhi sopra la confusione dei ruoli, l'indistinzione dei profili, la dissolvenza dei colori tra destra e sinistra sopra un futuro che è il nostro presente.
#sociologia
#fuan #nar #br #credo #lottacontinua #giuliosalierno #pasolini #boiachimolla #evola
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unfilodaria · 5 months ago
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Il modo di ricordare in questi giorni è molto cambiato. Non è più dolore. È una presenza silenziosa al mio fianco in dissolvenza . A volte si fa vivida, altre faccio fatica a tenerla in mente. Alla fine resta solo la malinconia per qualcosa che è andata via e molto probabilmente lo sarà per sempre.
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nonsolohaiku · 1 year ago
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Pensieri nella nebbia
Fitta la nebbia
perdono consistenza
molti pensieri
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Molti pensieri
fitti come la nebbia
in dissolvenza
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Cos'hai visto il primo giorno? Il traffico!
Ma anche il primo tramonto sul Bosforo, con la luce soffusa e i minareti in dissolvenza... e no di questa magia non ho nessuna foto decente!
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Zelda Sartori  
Carte e tele 2000 - 2002
Presentazione di Claudio Olivieri
Galleria L’Affiche, Milano 2002, 69 pagine, 24 x 22 cm
euro 20,00
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Mostra Galleria L’Affiche, Milano 6 - 22 giugno 2002
Tra il 2000 e il 2002, le prime apparizioni pubbliche segnano già la cifra stilistica che connota i lavori della giovane artista, con scelte tematiche precise (fiori, interni, oggetti quotidiani) dipinti al limite della dissolvenza in un gioco di spazio-luce. Il suo lavoro si evolve quindi nella direzione di una pittura intimista tesa alla rappresentazione della sfera emotiva attraverso immagini della realtà che si trasformano in elementi simbolici dello spirito.
18/05/23
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empreinte0 · 1 year ago
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Un passo alla volta. Ti chiedo solo un passo. Uno solo. Un piede davanti all'altro. Un passo per ricominciare, perché non può finire così, una dissolvenza e poi nero, la vita non è un film, e c'è sempre un terzo tempo. E un quarto. E quasi sempre, anche un quinto. Un passo per tutte le volte che ti hanno scoraggiato, non perché temessero che non ce l'avresti fatta, ma perché avevano il terrore che ce la facessi. Un passo perché non sai mai quello che c'è un passo più in là, e finché non lo fai, quel passo, non lo saprai mai. Un passo per tutti quelli che avrebbero voluto farne ancora mille di passi, ma un giorno gli hanno ceduto le gambe, e subito dopo il cuore. Un passo perché sei vivo, sei ancora vivo, nonostante tutto, nonostante gli altri, nonostante te stesso, nonostante la vita. Ti chiedo solo un passo. Ecco, così. E ora te ne chiedo ancora uno. Uno solo. Un piede davanti all'altro.
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ideeperscrittori · 1 year ago
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ABBASSO JOHNNY Quando ero piccolo guardavo i telefilm americani ed ero convinto di essere un genio nato nel posto sbagliato.
Mi colpivano profondamente le scene ambientate nelle scuole americane.
Il copione era più o meno il seguente. L'insegnante interrogava il primo della classe, che chiameremo Johnny, e gli proponeva una parola considerata difficile. Per esempio: "agricoltore". Il bambino sapeva cosa fare e rispondeva prontamente: «A-G-R-I-C-O-L-T-O-R-E». E l'insegnante reagiva così: «Johnny, sei bravissimo! 10 e lode!».
Bambino sorridente. Dissolvenza. Pubblicità. Io che piangevo.
Piangevo perché ero coetaneo di Johnny e avevo un'unica certezza nella vita: il massimo dei voti non era alla mia portata. Qualche errore ortografico mi scappava sempre.
Ero roso dall'invidia. Pensavo «10 e lode per una simile stronzata? Non è possibile! È uno scherzo!». Avevo le stesse capacità di Johnny, ma dov'era la mia standing ovation?
Odiavo Johnny. Lo odiavo veramente. Sulla sua faccia, dopo la lode dell'insegnante, c'era un sorriso trionfante da bambino immagine dell'ovetto Kinder.
Quel sorriso me lo sognavo di notte. Nei miei incubi Johnny puntava il dito verso di me e mi sbeffeggiava: «Io prendo sempre 10 e lode e tu hai preso "Bravissimo" una sola volta in 5 anni di elementari. Io sì e tu no! Trallallero». Maledetto primo della classe senza alcun merito!
Poi ho scoperto che Johnny era davvero bravo perché, in pratica, nella lingua inglese manca quella puntuale corrispondenza tra lingua scritta e parlata che caratterizza l'italiano. In inglese ripetere tutte le lettere che compongono una parola (il cosiddetto "spelling") è compito tutt'altro che banale.
In realtà la faccenda è più complessa e anche la lingua italiana può fregarti. Per esempio la parola "grazie" è pronunciata da nord a sud con una "zeta forte" che in pratica è una doppia zeta, tanto che "grazzie" è un errore ortografico diffusissimo.
Ma non complichiamo troppo il discorso: di solito noi persone italofone possiamo fare affidamento sulla corrispondenza tra lingua scritta e pronuncia.
Dopo questa scoperta ho rivalutato Johnny, ma non ho smesso di detestarlo. Ho cominciato a odiarlo per motivi diversi, e cioè perché era un insopportabile primo della classe col sorriso da bimbo immagine dell'ovetto Kinder. Non posso perdonarlo. Certi incubi non si dimenticano. Abbasso Johnny, sempre e comunque.
FINE
[L'Ideota]
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instabileatrofia · 20 days ago
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Dissolvenza del blu (Fading blue)
I.S.A.
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