#fatti coraggio
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neottolemo · 9 months ago
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Ma ascolti?
Tu ascolti (ma ascolti?) l’altro che ti racconta i casi suoi.Tu aspetti solo il primo punto accapo per dire “anch’io…” e per passare ai tuoi.Ora è l’altro che ascolta (ma ascolta?). No, pensa solo: non la fare lunga.Da un residuo di cuore ci mandiamo infine un “fatti coraggio” e “a presto”.Poi la dissolvenza del “cia, ciao” dove la o si perde.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 3 months ago
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Stai tranquilla ti prego, non lasciare a questi momenti di sconforto di distruggerti, ripetiti sempre che un giorno tutto questo dolore che senti avrà un senso, quello di essere riuscita a superarlo e di aver trovato il tuo vero posto nel mondo, la tua serenità, un giorno tutto questo dolore non sarà più presente sarà solo un brutto ricordo ti prego non smettere mai di crederci, ti prego non essere così dura con te stessa, non farti soffocare dai sensi di colpa, non farti pietrificare dalle tue paure, trova la forza di andare avanti, di reagire, ti prego.
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deathshallbenomore · 1 year ago
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amic mi sono dimenticata di un anniversario IMPORTANTISSIMO FONDAMENTALE ossia quello della mia scomunica, ma rimedio ora dicendo che un mese fa ho festeggiato i due (2) anni di sbattezzo wohooo
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falcemartello · 5 months ago
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Il 6 Agosto di 79 anni fa il lancio della prima bomba atomica sul Giappone.
Polverizzarono all'istante più di 70000 persone ed altrettanto morirono per cro negli anni successivi.
Lo ricordiamo oggi come il primo lancio di bombe chirurgiche e democratiche di chi da li a breve penso' che in fondo, lanciarne un'altra, non era poi così disumano perché la pace prima di tutto.
I criminali di guerra USA non dovranno comparire davanti ad un tribunale militare stile Norimberga, non verranno mai giudicati.
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Il Giappone voleva arrendersi. Lo aveva detto chiaramente a più riprese e loro, gli Usa, lo sapevano. Lo sapevano perfettamente!
Ma non gli bastava una resa, a loro non è mai bastato raggiungere l'obiettivo della pace, non gli è mai importato nulla di tutto ciò. Hanno sempre mirato a mostrare al mondo intero uno strapotere militare criminale per i propri vantaggi economici e per riscrivere la storia a proprio piacimento. L'obiettivo è stravincere e umiliare gli avversari spargendo sangue e macerie, soprattutto per dare benzina al motore della propaganda Hollywoodiana, per fare in modo che tutti pensino di essere di fronte al paese perfetto che salva sempre il mondo dai cattivi e che persegue la democrazia per sé e per conto terzi.
Nessuno ancora oggi, almeno nella parte occidentale, chiama le bombe atomiche sganciate a Hiroshima il 6 agosto e a Nagasaki il 9 agosto del 1945 "crimini di guerra". Nessuno in quel pezzo di mondo occidentale ha il coraggio di pronunciare questa frase nonostante siano stati inceneriti in mezzo secondo centinaia di migliaia di civili bambini, donne e anziani Giapponesi che non c'entravano nulla. Il crimine di guerra più atroce della storia pari solo ai crimini di guerra israeliani ai danni dei Palestinesi.
In quel lontano 1945, come dicevamo, il ministro degli esteri Giapponese aveva inviato un messaggio al suo ambasciatore a Mosca. Quel messaggio diceva che volevano far finire la guerra perché ormai si erano resi conto di essere stati sconfitti. In sostanza avevano offerto la resa a patto che l'imperatore non subisse ritorsioni. Cosa peraltro successa anche dopo le bombe atomiche perché gli Usa imposero che l'imperatore diventasse un loro fantoccio. Oltre a questo c'è un'altra cosa altrettanto importante, c'è il Memorandum MacArthur: questo documento riporta ben cinque richieste di resa arrivate agli Usa da alte personalità Giapponesi che agivano per conto dell'imperatore.
Ma agli USA non interessava nulla. Loro dovevano sganciare quelle bombe, bruciare vivi civili e contaminare per le successive generazioni un intero territorio per far vedere al mondo intero, soprattutto alla Russia che era stata già designata come prossimo avversario strategico di avere a disposizione queste armi nucleari. Qualcuno nei ranghi dell'esercito statunitense propose di sganciare le bombe in un'isola remota per evitare una strage. Ipotesi scartata perché quando sei un criminale naturale nato da un genocidio, la cosa più importante è continuare a delinquere. Allora come oggi.
Questa è storia che viene scientemente tenuta nascosta subdolamente. Infatti in nessun libro di storia dei cicli di istruzione nel mondo occidentale la si trova. Intere paginate sullo sbarco in Normandia mentre le bombe atomiche relegate come nota a margine. Esattamente come la battaglia di Stalingrado dove venne sconfitto Hitler per mano del sangue Russo. Ma non può essere cancellata. Bisogna fare in modo che non venga cancellata, costi quel che costi! È necessario coltivare la memoria per non essere fuorviati dalla propaganda che continua a trattarci come degli imbecilli.
Si continua a far credere, con ogni metodo possibile e immaginabile, che ci sia un paese detentore di verità e giustizia. Un paese che si erge e viene eretto a più grande e perfetta democrazia del mondo. Credo che queste siano le bugie più grandi della storia dell'umanità. Ma non perché lo dica io, semplicemente perché i fatti smentiscono categoricamente questa narrazione. Parliamo dello stesso paese che, ed è bene rammentarlo continuamente, a oggi è stato l'unico a sganciare l'atomica. Senza alcuna motivazione. Solo perché avevano deciso così...
GiuseppeSalamone
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cywo-61 · 18 days ago
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Tutto gira intorno alla nascita di Gesù e a creare dolci ricordi per il futuro, riempire la casa d'amore, abbracci che sanno di io ci sono e baci al sapore di un per sempre. Un pensiero a chi non c'è più e un sorriso e amore a chi hai nel cuore, ma è distante. Un aiuto e un abbraccio a chi non se l'aspetta, coraggio a chi lo ha smarrito... diffondiamo amore ma soprattutto i fatti perché le parole da sole non bastano. E non dimenticate chi stiamo festeggiando.
cywo
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be-appy-71 · 8 months ago
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Sai cosa ci impedisce spesso di sognare, di cogliere l’istante, di vivere una magia?
La paura del dopo, la paura è l’unica barriera fra noi e un sogno, fra quello che potremmo e quello che non abbiamo il coraggio di prendere, fra un ricordo e un rimpianto, perché resto dell’idea che di qualunque tipo di sogno si tratti vale la pena di scalare quella montagna di ostacoli fatti di se e di ma e renderlo qualcosa di vivo e mai rimpianto. Perché diversamente avremmo perso per sempre l’incanto di un battito... ♠️🔥
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𝒮𝒾𝓁𝓋𝒶𝓃𝒶 𝒮𝓉𝓇ℯ𝓂𝒾𝓏
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occhietti · 8 months ago
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PENSA
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine Appunti di una vita dal valore inestimabile Insostituibili, perché hanno denunciato Il più corrotto dei sistemi, troppo spesso ignorato Uomini o angeli, mandati sulla terra Per combattere una guerra di faide e di famiglie Sparse come tante biglie su un isola di sangue Che fra tante meraviglie, fra limoni e fra conchiglie Massacra figli e figlie di una generazione Costretta a non guardare, a parlare a bassa voce A spegnere la luce, a commentare in pace Ogni pallottola nell'aria, ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che, passo dopo passo Hanno lasciato un segno, con coraggio e con impegno Con dedizione, contro un'istituzione organizzata Cosa Nostra, cosa vostra, cos'è vostro? È nostra la libertà di dire Che gli occhi sono fatti per guardare La bocca per parlare, le orecchie ascoltano Non solo musica, non solo musica La testa si gira e aggiusta la mira, ragiona A volte condanna a volte perdona, semplicemente
Pensa, prima di sparare Pensa, prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto, un attimo di più Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani Ma consapevoli che le loro idee sarebbero rimaste nei secoli Come parole iperbole, intatte e reali come piccoli miracoli Idee di uguaglianza, idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione Contro ogni suo simile, contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa, prima di sparare Pensa, prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto, un attimo di più Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato Nonostante intorno fosse tutto bruciato Perché in fondo questa vita non ha significato Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato Gli uomini passano e passa una canzone Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione Che la giustizia no, non è solo un'illusione
Pensa, prima di sparare Pensa, prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto, un attimo di più Con la testa fra le mani Pensa Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto, un attimo di più Con la testa fra le mani
- Fabrizio Moro, Pensa
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canesenzafissadimora · 22 days ago
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Vi auguro di essere eretici.
Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.
Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità.
E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia.
Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi.
Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno.
Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è.
Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa.
Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.
Chi non pensa che la povertà sia una fatalità.
Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza.
Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione.
Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio.
Don Luigi Ciotti
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ambrenoir · 2 months ago
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"Sulla base della mia esperienza, posso dire che ci sono state delle perdite, sia nella mia vita professionale sia in quella privata, che con il tempo ho capito che erano 'benedette'. Lì per lì fanno male, bruciano e si vede solo l’aspetto negativo, ma con il distacco temporale si arriva a pensare che è stata una fortuna aver perso quell’occasione o quella persona. Alla luce dei fatti, spesso le situazioni che sembrano negative in realtà sono il trampolino di lancio per tante altre cose più appaganti e soddisfacenti.
Bisogna avere il coraggio di ricominciare per non vivere in cantina."
Paolo Crepet
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raccontidialiantis · 18 hours ago
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Quando due angeli s'innamorano
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Succede. Più spesso di quanto non si pensi. Ma l'etereità della non-materia di cui sono fatti impedisce loro di provare il piacere immenso che deriva dall'unione di due corpi. Lo sospettano, lo bramano, ne hanno sentito parlare. A lungo. Ci invidiano, per questo. Quindi, decidono scientemente di incarnarsi. Sanno perfettamente che dovranno soffrire il freddo, il caldo, l'invidia, la gelosia, la sopraffazione, gli inganni. Poi la fame e la dolorosissima mancanza della Luce. E infine i tentativi di separazione o di condanna da parte di chi non sa ancora cosa sia l'amore e vuole quindi sminuirlo. O annientarlo. Perché amare spaventa, terrorizza. Ma loro decidono comunque di provare, tant’è la voglia di godere dell’amore come lo fanno gli umani.
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La maggior parte delle volte prendono ciascuno un sesso diverso; ma capita che, di comune accordo o per preferenze personali, si incarnino in corpi di sesso uguale. Non ha importanza alcuna, agli occhi di Dio. Ne assume solo nel giudizio di chi ha una visione molto limitata della nostra missione sulla Terra. E non esiste giudice più giusto e appassionato alle vicende d'amore di colui che l'amore ha inventato! Egli applaude a ogni nostro orgasmo. E manda inequivocabili indizi d'apprezzamento ed elementi di prosperità a chi s'ama. È triste immaginare che ci sia chi pensa di sapere esattamente cosa sia giusto e cosa sbagliato… per qualcun altro! È il buio estremo della tolleranza, il trionfo del male gratuito. Si tratta di individui ancora ai primi gradini, sulla scala evolutiva della spiritualità. Anime molto giovani che ancora esitano e quindi cercano conferme, dogmi, sicurezze.
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Si ha sempre un po’ paura di ciò che non si conosce, è noto. Costoro annaspano per lo più in un mare di sofferenza. Vorrebbero una guida scritta e certificata su ciò che deve o non deve essere fatto. Quindi creano sette, partiti. Compilano liste e manuali. In gruppo puntano un dito che da soli non avrebbero il coraggio di sollevare dal fianco. Condannano in pubblico ciò che desiderano intimamente con tutta l'anima poter fare, provare. Ma la verità è semplicissima ed è nuda davanti a noi tutti: amare è l'unica cosa che importa veramente e l'unico obiettivo. Non cercarne altri. Ama e vedrai che tutto si dipanerà in modo naturale. La vita è solo un unico, lungo, brevissimo sospiro. Fa che il tuo sia per massima parte per amore. Due corpi che si cercano e si amano battono qualsiasi altro spettacolo. Dall'importante fatto di amare qualcuno in modo disinteressato deriva naturalmente tutto il resto.
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Da lì scaturiscono il voler scoprire, ingentilire, scherzare, sorridere, innovare, recare sollievo, benessere e cure agli altri. E quindi di conseguenza arricchire noi stessi: materialmente e spiritualmente. L'amore in genere basta a sé stesso. E traina tutto il resto. Chi ha provato l'amore, quando finisce e s'attenua o muta, passa il resto della propria vita a cercare di ritrovarlo. Si veste, si profuma, si cura: tutto come se ci fosse qualcuno in specifico che lo apprezzerà. Si mostra sensuale, anche se ancora non c’è chi l’ha nel suo radar. Compie disperati tentativi di sedurre, mette sul bancone la sua mercanzia migliore, scende a livelli che non avrebbe pensato mai di raggiungere, pur di sentire intimamente di essere ancora una volta oggetto di puro desiderio sessuale. E poi lo vedi da come guarda gli altri ma non li giudica; dalla sua tolleranza, da come si pone in società. Perché egli cerca di nuovo, con tutta l'anima, quella carezza, quel brivido, quel tuffo al cuore.
Le stelle stanno in cielo - e i sogni non lo so - so solo che son pochi - quelli che s’avverano (V. Rossi)
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RDA
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princessofmistake · 6 months ago
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«θυμέ ἄνα δέ» «Cuore, rialzati» 🏷️ Archiloco, frammento 128 W Il frammento, in tetrametri trocaici catalettici, ricorda la la celebre apostrofe omerica «Τέτλαθι δή, κραδίη· καὶ κύντερον ἄλλο ποτ’ ἔτλης» *con cui Odisseo si controlla davanti alle offese dei Proci, in attesa della vendetta. Archiloco ci invita a non avvilirci se sconfitti, a non glorificarci se trionfanti, a godere delle gioie, ad accogliere il dolore e a evitare gli eccessi. *«Fatti coraggio, cuore mio: ne hai passate di peggiori.» Omero, Odissea
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scritti-di-aliantis · 8 days ago
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(Foto: vedo-nudo)
Anni di studio, di estenuanti allenamenti di danza, laurea col massimo dei voti 'cum laude' e bacio accademico. In famiglia, da sempre molto rigore morale e spesso pranzi fatti di un cucchiaio di riso in bianco, un'oliva e due foglie di insalata scondita; che non sono stati sufficienti a piegarti. A cancellare la monella di strada che hai dentro.
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(Foto: oes)
Quella che ha un bisogno innato di trasgredire. Di trovare la sua via. E stupire. Possibilmente spesso. Sei l'argento vivo. Un disastro, per tuo padre. L'anima dinamica, il motorino della compagnia di amici di cui fai parte. La luce degli occhi dell'uomo che ti ama da impazzire. Lui, che ancora non ha il coraggio di dichiararsi. E alzati da terra, per la miseria!!!
Aliantis
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(Foto: figlio-di-eva-blog)
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worldofdarkmoods · 1 month ago
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Scrivere queste parole mi costa un’enorme fatica, non solo perché sento un vuoto dentro che non riesco a spiegare, ma perché metterle nero su bianco mi obbliga ad affrontare una realtà che sto cercando di ignorare da troppo tempo. Mi sento smarrita, tradita, delusa, e soprattutto stanca. Stanca di credere nelle persone, stanca di dare il meglio di me per poi ritrovarmi sempre con un pugno di niente tra le mani.
È incredibile quanto dolore possa provocare un'amicizia che finisce, soprattutto quando quella persona non era solo un'amica, ma una parte di te, qualcuno che credevi sarebbe rimasto per sempre. La cosa peggiore, è restare, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te. Credevo in te. Ti ho aperto ogni parte del mio mondo, anche quelle che avevo sempre nascosto agli altri. Ti ho mostrato le mie fragilità, le mie insicurezze, i miei sogni e i miei fallimenti. E tu eri lì, accanto a me, come se niente potesse mai separarci. Eppure, eccoci qui, quasi due estranee che si guardano da lontano, senza nemmeno il coraggio di parlarsi, senza nemmeno la forza di spiegarsi.
Non capisco come si possa cambiare così, da un giorno all’altro. Non capisco come tu abbia potuto guardarmi negli occhi, sapere cosa stavo passando, e comunque scegliere di allontanarti. Sai cosa mi stava passando per la testa, sai quanto fosse difficile per me anche solo alzarmi dal letto ogni giorno e non strapparmi la pelle. Eppure, hai scelto il silenzio, hai scelto l’indifferenza, hai scelto di lasciarmi andare senza una vera e propria spiegazione quando avevo più bisogno di te.
E sai qual è la cosa peggiore? Che tutto questo mi sta facendo dubitare di ogni singolo rapporto umano. Mi guardo intorno e vedo solo superficialità, persone che non sanno cosa significhi costruire qualcosa di vero, qualcosa che duri nel tempo. Tutti pronti a prendere ciò che possono, a succhiare via ogni briciolo di energia, ma nessuno disposto a restare, nessuno disposto a lottare per un legame. È come se il concetto di rispetto non esistesse più, come se l’empatia fosse diventata una qualità rara, quasi inesistente.
Non capisco come si possa essere così leggeri nel distruggere qualcosa di così prezioso. Non capisco come tu possa aver scelto di trattarmi come una persona qualunque, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mi fa male, un male che non riesco nemmeno a descrivere. È un dolore che mi tiene sveglia la notte, che mi fa mettere in discussione ogni cosa di me stessa. Sono stata troppo? Non sono stata abbastanza? Ho fatto qualcosa di sbagliato? O semplicemente non valgo abbastanza per te, per nessuno?
Non voglio più credere a nessuno. Non voglio più aprirmi, più fidarmi, più sperare. Ogni volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non so nemmeno se valga la pena ricostruire. È come se fossi circondata da persone che non sanno cosa significhi amare davvero, rispettare davvero, rimanere davvero. Mi sento usata, vuota, come se tutto ciò che ho dato fosse stato preso e gettato via.
E adesso, qui, in questo periodo buio della mia vita, mi sento più sola che mai. Non c’è nessuno su cui possa davvero contare, nessuno che sappia cosa significhi esserci davvero. È come se stessi gridando sott’acqua, e il mondo continuasse a girare, ignaro del fatto che sto annegando. E tu, tu eri quella persona che pensavo mi avrebbe salvata, quella che non avrebbe mai permesso che mi sentissi così. E invece, sei stata proprio tu a spingermi più a fondo.
Non voglio più vivere con questa costante paura di essere abbandonata. Non voglio più costruire legami che alla fine si rivelano fatti di nulla. Ma allo stesso tempo, non so come fare a smettere. Perché nonostante tutto, nonostante il dolore, una parte di me continua a sperare che qualcuno, un giorno, sia diverso. Ma quella speranza si sta spegnendo, e con essa, anche una parte di me.
Non credo più alle persone. Non credo più ai “per sempre”, ai “ci sarò sempre per te”, alle promesse fatte sottovoce. Perché ogni volta che ci ho creduto, sono rimasta sola, a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non regge più. E tu eri l’ultima persona da cui mi sarei aspettata tutto questo.
Mi sento un guscio vuoto, una persona che non sa più come fidarsi, come amare, come vivere davvero. E tutto questo per cosa? Per credere di nuovo alle persone? Per aver sperato che tu fossi diversa?
Non mi rimane più nulla, se non il dolore di tutto ciò che abbiamo perso. E la tristezza di sapere che, probabilmente, a te non importa nemmeno più.
Ed è questo che fa più male, sai? Sapere che, mentre io passo le notti a chiedermi dove ho sbagliato, tu probabilmente non ci pensi nemmeno. Sapere che per me eri una sorella, un pezzo di vita irrinunciabile, mentre per te sono diventata una presenza superflua, qualcuno che è facile lasciare indietro.
Non riesco a capire come ci si possa spegnere così, come si possa scegliere di voltare pagina senza neanche provare a spiegarsi. Non riesco a capire come il rispetto che credevo avessimo l’una per l’altra possa essere diventato così fragile da frantumarsi senza un vero motivo. E il dolore cresce, giorno dopo giorno, perché continuo a cercare risposte, a dare un senso a questa fine, ma non trovo nulla. Solo vuoto.
Sai quanto è devastante perdere fiducia in qualcuno? È come se qualcosa dentro di te si spezzasse in modo irreparabile. Ogni volta che provo a ricordare i momenti belli, le risate, le confidenze, sento una stretta al petto. Ogni ricordo si trasforma in una ferita aperta, una prova di quanto mi sono sbagliata su di te, su noi.
Ero già in difficoltà. Lo sapevi. E nonostante tutto, hai scelto di andartene, di tirarti indietro proprio quando avevo più bisogno di te. Come si fa? Come si può essere così insensibili? Non riesco a capire se sono io il problema, se pretendo troppo, o se semplicemente sono stata sfortunata a credere ancora una volta nella persona sbagliata.
Sai cosa fa più paura? L’idea che ormai io non riesca più a fidarmi di nessuno. Che ogni volta che qualcuno si avvicina, sento solo la paura di essere ferita di nuovo. È come se stessi costruendo un muro intorno a me, un muro che mi protegge ma che allo stesso tempo mi isola. Perché se nemmeno tu, che consideravo una parte di me, sei rimasta, allora chi mai potrebbe farlo?
Non so più cosa aspettarmi dalle persone. Non so più se esista davvero qualcuno in grado di comprendere cosa significhi rimanere, lottare per un legame, rispettarlo, anche quando è difficile, anche quando richiede sforzo. Mi sembra che nessuno sappia più cosa sia il rispetto, cosa significhi tenere davvero a qualcuno. Tutto è diventato così effimero, così fragile, che a volte mi chiedo se valga ancora la pena provare.
Mi sento stanca. Non solo fisicamente, ma dentro, nel profondo dell’anima. È una stanchezza che non si riesce a spiegare, che ti spezza ogni giorno un po’ di più. Ogni delusione, ogni abbandono, ogni parola non detta aggiunge un peso che diventa insopportabile. E mi chiedo quanto ancora riuscirò a sopportare.
Forse sbaglio io, forse sono io che mi aggrappo troppo alle persone, che vedo cose che non ci sono. Forse sono io che mi illudo, che mi costruisco castelli in aria, che vedo legami dove gli altri vedono solo convenienza. Ma se è così, allora non so più chi sono. Non so più come fare a essere diversa, come fare a non dare tutta me stessa, anche quando non dovrei.
Quello che mi distrugge è che non posso smettere di volerti bene, nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la delusione, una parte di me spera ancora che un giorno ti renderai conto di quello che abbiamo perso, di quanto valeva il nostro legame. Ma forse è una speranza inutile, una speranza che mi farà solo più male.
E allora resto qui, con questo vuoto dentro, cercando di capire come andare avanti, come continuare a credere nella vita, nelle persone, quando tutto sembra crollarmi intorno. Forse non ci riuscirò mai del tutto. Forse questa delusione mi accompagnerà per sempre, come un’ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ma quello che so è che non dimenticherò mai il dolore che mi hai lasciato, il senso di perdita, di abbandono. Non dimenticherò mai quanto pensavo che fossi diversa, e quanto invece mi sbagliavo. E questo, forse, è ciò che mi farà più male di tutto.
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papesatan · 1 year ago
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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idettaglihere · 5 months ago
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Ultimamente sono circondata da tante piccole cose negative che messe insieme mi provocano un senso di malessere non indifferente. Paradossalmente non sono nemmeno cose personali, bensì che mi colpiscono e che la mia mente non riesce a cancellare. Uno dei clienti che conosco da quando lavoro lì, è ricomparso dopo un mese di assenza ed è irriconoscibile. Mi ha raccontato di aver fatto un frontale con il camion (camionista di professione) a causa dell'altro camionista che ha avuto un malore ed è morto. Lui l'hanno operato in qualsiasi parte del corpo e ora non riesce nemmeno a parlare normalmente. Due sorelle e la madre che vengono sempre alla mia cassa mi raccontano che il fratello è morto fra le braccia di una di loro, dopo aver girato ogni ospedale della zona senza essere presi in considerazione perché quest'uomo era obeso, quindi non un'urgenza agli occhi dei medici. Un signore, sulla 60 ina, tutto d'un pezzo, ci scherzo sempre, oggi si è messo letteralmente a piangere davanti a me raccontandomi che la madre ha rotto entrambi i femori in un anno e non ha nessuno che lo aiuti nella gestione della sua ripresa. Si scusava per le lacrime, dicendo che non merito di vederle. Questa mattina girando in macchina ho visto due soccorritori caricare sull'ambulanza una anziana che mi ha ricordato terribilmente mia nonna, quando prima di metterla sule ho infilato il suo golfino perché aveva freddo e paura. È stata l'ultima volta che è riuscita a restare seduta. Una delle colleghe alle quali sono particolarmente legata ha avuto un comportamento che mi ha ferito ma non ho il coraggio di farglielo presente. Non dormo bene da settimane e niente riesce a calmarmi, di fatti la psichiatra insiste che io riprenda con lo xanax. Penso a quanto vorrei costruire una famiglia ma allo stesso tempo penso di essere inetta all'amore e in generale ho così tanta rabbia immagazzinata che ho paura di non riuscire a crescere un figlio senza scaricarla su di lui. Cerco un appoggio, una spalla sulla quale piangere o semplicemente posare la mia testa e non sentirmi in dovere di ricambiare. Tra un mese faccio 26 anni, sono più vicina ai 30 che ai 20, sono una adulta, ma in me vive ancora una bambina che cerca spiegazioni, amore, comprensione.
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tulipanico · 8 months ago
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Comunque quest'anno il detto 'maggio fatti coraggio' lo devo prendere proprio alla lettera.
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