#disoccupazione e costo del lavoro
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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Contrordine compagni.
Guardate cosa hanno scritto nel loro comunicato i sindacati, pronti a scioperare contro la crisi dell’automotive. Testuale: “Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi”. Come, scusa? Finalmente la Cgil e i sindacati hanno capito che dalla Germania al Belgio, passando per Stellantis, complice anche l’auto elettrica, la crisi delle immatricolazioni rischia di bruciare milioni di posti di lavoro. Meglio tardi che mai, certo. Ma se oggi puntano il dito contro il costo dell’energia e contro una transizione portata avanti “contro il lavoro”, beh: allora l’ipocrisia regna sovrana. Era il maggio del 2022, governo Draghi, quando la Cgil e Maurizio Landini si riunirono con Paolo Gentiloni (commissario del governo Ue ideatore del green deal) e con l’allora ministro delle mobilità sostenibili per “allearsi con gli ecologisti di fronte alla sfida dell’auto elettrica”. Diceva Giorgio Airaudo, leader della Cgil piemontese: “A noi non convince la storia per cui elettrico significhi esuberi. Un recente studio tedesco ipotizza nell’automotive un saldo a somma zero tra posti di lavoro persi e posti di lavoro creati con le nuove tecnologie delle vetture a batteria e a guida autonoma: pensiamo solo alle reti di ricarica”. S’è vista come è andata. Volksvagen potrebbe arrivare a tagliare 15mila posti di lavoro. Bmw e Mercedes lanciano allarmi. Il fornitore di batterie, la svedese Northvolt, ha annunciato licenziamenti per 1.600 lavoratori e sospenderà gli investimenti per i nuovi stabilimenti. E Acea, l’associazione che riunisce i costruttori europei, ha denunciato la “riduzione della quota di mercato delle auto elettriche”. Se l’Ue non rivedrà le regole sulle emissioni, con l’addio al motore endotermico entro il 2035, il rischio - scrive Acea - è che altre famiglie restino senza la pagnotta da portare a casa. Domanda: ma era coì difficile capirlo? Domanda per Landini: quando nel 2022 preferiva le manifestazioni di Fridays for future a quelle degli operai, non poteva immaginare che l’addio al motore endotermico in così poco tempo avrebbe avvantaggiato Cina e Usa (tecnologicamente più avanti), portando al tracollo della maggiore industria del vecchio continente? Forse, quando sosteneva che le priorità della Cgil erano “la lotta al cambiamento climatico, una giusta transizione ecologica e sostenibile e il superamento dell’uso delle fonti fossili”, non aveva compreso fino in fondo quali sarebbero state le conseguenze. Ora la sveglia è suonata, e speriamo non sia troppo tardi. E pensare che Giancarlo Giorgetti lo andava spiegando dal lontano 2021: “Vogliamo scegliere la strada della transizione ecologica? - aveva detto in tempi non sospetti - Tutto questo avrà un prezzo sociale ed economico enorme in termini di disoccupazione. Chi lavora oggi in una fabbrica di motori diesel sa perfettamente” che è condannata a morte. Landini avrebbe fatto meglio ad ascoltare il ministro, invece di Greta Thunberg.
L'ipocrisia verde di Landini, la preghiera anti-partite iva e Putin: quindi, oggi... (msn.com)
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aurianneor · 4 months ago
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L’ accordo UE-Mercosur
In base all’accordo UE-Mercosur, le merci circolano liberamente senza controlli o tasse. C’è un rischio per la salute dei consumatori europei. Creeremo condizioni di produzione deplorevoli in termini di condizioni sociali, salute umana, benessere degli animali e ambiente. È una concorrenza sleale per i produttori europei. Ad esempio, il 27% dei pesticidi utilizzati dagli agricoltori brasiliani è vietato in Europa. Molte aziende europee delocalizzeranno per ottenere maggiori profitti, inquinando in pace. Molti dipendenti dell’industria alimentare perderanno il lavoro. Fare laggiù ciò che è vietato qui e continuare a vendere allo stesso prezzo o a un prezzo più basso: questo è l’obiettivo dell’accordo.
La maggior parte delle persone soffre per l’inflazione. I governi pensano di poter guadagnare voti offrendo prodotti più economici. È un calcolo a breve termine.
Distruggere il reddito degli agricoltori europei significa mettere a repentaglio la loro sicurezza alimentare. I produttori sposteranno i loro impianti di trasformazione il più vicino possibile ai produttori, ovvero in America Latina. Un intero tessuto economico scomparirà. A medio termine, in Europa ci sarà disoccupazione, il che significherà tasse più alte per prevenire la povertà estrema.
L’apertura alla Cina ha distrutto un numero enorme di posti di lavoro in Europa, una volta passata la meraviglia dei prodotti a basso costo. I prodotti cinesi hanno standard ambientali molto bassi, di cui tutti soffriamo, e standard qualitativi impossibili da controllare, che hanno portato a scandali sanitari (ad esempio, latte in polvere contenente prodotti tossici nel 2008, olio da cucina trasportato in contenitori di benzina nel 2024, giocattoli per bambini verniciati con vernice al piombo nel 2007, ecc.)
L’Europa ha già commesso il triplice errore di esternalizzare la propria sicurezza agli Stati Uniti, la propria energia alla Russia e la propria prosperità alla Cina. Non commettiamo l’enorme errore di affidare i nostri prodotti alimentari al Sud America. Non si tratta di beni di consumo da lasciare ai commercianti. Sono i pilastri della nostra civiltà. Devono essere regolati dalle autorità pubbliche (governo o Unione Europea) per garantire prezzi, standard sociali e ambientali. Se ci fosse meno disuguaglianza, le persone sarebbero in grado di pagare il giusto prezzo. Gli ultra-ricchi devono essere tassati.
Poiché l’Unione Europea non è gestita democraticamente, i cittadini non hanno voce in capitolo. È una negazione della democrazia e della giustizia, perché tutte le controversie sono gestite da un tribunale arbitrale composto non da avvocati ma da industriali.
Dobbiamo dare il nostro voto ai candidati che sono contrari all’accordo UE-Mercosur e a favore dell’assunzione di potere da parte del Parlamento europeo, a favore della sovranità del Parlamento europeo.
Nel giuramento del Jeu de Paume del 20 giugno 1789, i deputati francesi si proclamarono autorità suprema per l’espressione della democrazia e affermarono che l’esecutivo era al loro servizio. “Spetta ai soli rappresentanti eletti contribuire a formare la volontà nazionale, e poiché tutti i rappresentanti devono essere presenti in questa assemblea, è ancora essenziale concludere che spetta ad essa e ad essa sola interpretare e presentare la volontà generale della nazione”.
Anche i membri del Parlamento europeo devono dichiarare la sovranità del Parlamento europeo. L’Europa è il più grande mercato del mondo. Il commercio con il resto del mondo deve rispettare gli standard ambientali e sociali.
Anche i membri del Parlamento europeo devono dichiarare la sovranità del Parlamento europeo. L’Europa è il più grande mercato del mondo. Il commercio con il resto del mondo deve rispettare gli standard ambientali e sociali.
tradotto con deepl
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Le EU-Mercosur: https://www.aurianneor.org/le-eu-mercosur/
Der EU-Mercosur: https://www.aurianneor.org/der-eu-mercosur/
EU-Mercosur: https://www.aurianneor.org/eu-mercosur/
El acuerdo UE-Mercosur: https://www.aurianneor.org/el-acuerdo-ue-mercosur/
Electing is not voting: https://www.aurianneor.org/electing-is-not-voting-oui-au-referendum/
Fair trade and organic farming: https://www.aurianneor.org/fair-trade-and-organic-farming/
Organic mass production has no future: https://www.aurianneor.org/organic-mass-production-has-no-future/
Peru, biodiversity in danger: https://www.aurianneor.org/peru-biodiversity-in-danger/
Illegitimate authorities: https://www.aurianneor.org/illegitimate-authorities/
Qui se cache derrière le drapeau?: https://www.aurianneor.org/qui-se-cache-derriere-le-drapeau/
Representation of capitalism trying to take all the resources and trying to make workers live nothing but work: https://www.aurianneor.org/representation-of-capitalism-trying-to-take-all-the-resources-and-trying-to-make-workers-live-nothing-but-work/
Restricting individual wealth: https://www.aurianneor.org/restricting-individual-wealth/
Cut out the middleman: https://www.aurianneor.org/cut-out-the-middleman/
Police, Army: https://www.aurianneor.org/police-army/
To give or not to give?: https://www.aurianneor.org/to-give-or-not-to-give-give-or-not-give-giving/
Price ceilings and price floors: https://www.aurianneor.org/price-ceilings-and-price-floors/
Police and justice for the people: https://www.aurianneor.org/police-and-justice-for-the-people/
Illegitimate authorities: https://www.aurianneor.org/illegitimate-authorities/
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notiziariofinanziario · 7 months ago
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Giorgia Meloni difende Gennaro Sangiuliano
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La presidente del Consiglio interviene sul caso della presunta consulente Maria Rosaria Boccia che imbarazza Sangiuliano e l’intero governo. Meloni prova a smentire così le indiscrezioni che parlano di acque agitate a Palazzo Chigi e, ospite di 4 di Sera su Rete 4, non scarica il ministro (almeno non lo fa pubblicamente): “Io ho parlato con Sangiuliano soprattutto per le questioni che interessano il profilo del governo: il ministro mi dice che aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni. Mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona. Queste cose mi interessano per i profili di governo. Il gossip lo lascio ad altri e non credo debba commentarlo io”, ha detto la premier. Quindi niente documenti riservati sul G7, assicura, nonostante la mail pubblicata domenica da Dagospia. Non passa nemmeno un’ora, però, che Boccia sente il bisogno di intervenire a smentire le rassicurazioni di Sangiuliano: lo fa con un post su Instagram in cui tagga il profilo di Meloni, pubblicando in sequenza le sue parole a Rete 4 e due pagine di quello che sembra un documento ufficiale del summit, con l’intestazione “Riunione dei ministri della Cultura del G7 – Napoli, 19-21 settembre 2024. Culture: global public good, global responsibility“. Nelle immagini, però, si legge solo il titolo “Sessioni di lavoro (4 sessioni da 1 ora ciascuna)” mentre tutto il resto è oscurato. Non è possibile quindi dire con certezza se il documento sia davvero “riservato” e se, quindi, quanto “garantito” dal ministro sia falso. Boccia però ci tiene a difendere la sua onorabilità: “Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo”, scrive, evidentemente infastidita dal fatto di essere stata citata dalla premier con quella espressione. Per Meloni l’intervista post-vacanze è stata l’occasione per affrontare diversi temi, a partire dalle polemiche proprio sulla sua estate. La cosa che le ha dato particolarmente fastidio, ha detto la premier, “è che si sia messa in dubbio la mia responsabilità, che si sia procurato l’allarme della sparizione del Presidente del Consiglio solo perché cercavo un posto diciamo dove avere un minimo di privacy“. “La prossima volta – ha aggiunto sorridendo – chiederò consigli a Elly Schlein, che è stata molto più brava di me, è sparita tre settimane e nessuno sa dove sia stata. Credo che chiunque abbia diritto a un po’ di privacy, altrimenti avrei fatto il concorrente del Grande fratello, ma ho fatto un altro lavoro nella vita”. Esulta per “i dati economici e macroeconomici” che definisce “la cosa che mi conforta di più”: “Vediamo un’Italia che cresce, secondo le stime della Commissione europea, più di quanto cresca l’Eurozona, più della Francia e più della Germania”, ha detto la premier, sottolineando anche che “abbiamo adesso il tasso di disoccupazione più basso dal 2008 e il numero di occupati più alto da quando Garibaldi ha unificato l’Italia“. E ribadisce “basta con i bonus a pioggia, basta con i soldi gettati dalla finestra. Per noi era importante aiutare le imprese che assumevano e che assumono, aiutare i salari dei lavoratori, i redditi delle famiglie, la salute dei cittadini”. Sul tema pensioni Meloni afferma che la priorità del governo sono le pensioni minime e quelle più basse: “In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato”. “La priorità per questa stagione” è comunque “la sicurezza“: “Una materia sulla quale bisogna fare molto di più”, aggiunge Meloni. Sul fronte politico assicura che il centrodestra è “compattissimo“: “Bella riunione di maggioranza qualche giorno fa, quindi sono serena e ottimista“, ha sottolineato. E sulla candidatura alla presidenza della Regione Liguria “stiamo lavorando”, le elezioni “non erano previste e ci vuole un po’ di tempo in più, ma troveremo un candidato adeguatoa portare avanti l’ottimo lavoro che il centrodestra ha fatto per il rilancio della Regione Liguria”. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Quanti italiani ricevono un aiuto economico?
Un nuovo studio dell'Osservatorio Findomestic rivela un dato preoccupante: quasi il 30% degli italiani (29%) ha ricevuto un aiuto economico dai familiari negli ultimi mesi. La cifra, in crescita rispetto al 2023, evidenzia una situazione di difficoltà economica diffusa che colpisce una fascia ampia della popolazione. Le cause del problema - Aumento del costo della vita: L'inflazione galoppante e il caro bollette hanno reso la vita più costosa per tutti, in particolar modo per le famiglie con redditi bassi o medi. - Precarietà del lavoro: Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da un alto tasso di precarietà, con molti lavoratori che si trovano a dover affrontare contratti atipici, bassi salari e periodi di disoccupazione. - Povertà dilagante: La povertà in Italia è in aumento, con oltre 5 milioni di persone che vivono in condizioni di indigenza. Le conseguenze - Dipendenza economica: La necessità di ricevere aiuti dai familiari può creare una situazione di dipendenza economica e psicologica. - Riduzione della mobilità sociale: La difficoltà di far fronte alle spese quotidiane limita le possibilità di migliorare la propria condizione sociale. - Stress e disagio sociale: La precarietà economica può causare stress, ansia e depressione, con un impatto negativo sulla salute mentale e fisica degli individui. Le possibili soluzioni - Interventi strutturali: Il governo dovrebbe attuare politiche volte a ridurre la precarietà del lavoro, aumentare i salari minimi e rafforzare il sistema di welfare. - Sostegno alle famiglie: È necessario ampliare le misure di sostegno alle famiglie in difficoltà, come ad esempio il Reddito di Cittadinanza e gli assegni familiari. - Promozione della cultura del risparmio: Iniziative volte ad educare le persone a gestire al meglio le proprie finanze possono aiutare a prevenire situazioni di difficoltà economica. Un problema da non sottovalutare La crescente dipendenza degli italiani dagli aiuti economici familiari è un campanello d'allarme che non può essere ignorato. È necessario un impegno collettivo per contrastare la povertà, la precarietà del lavoro e l'aumento del costo della vita. Solo attraverso interventi strutturali e misure di sostegno adeguate si potrà dare risposta a questa problematica che affligge un'ampia fascia della popolazione italiana. Oltre alle soluzioni sopra elencate, è importante - Incoraggiare la solidarietà: Promuovere la cultura della solidarietà e del mutuo soccorso può aiutare a creare una rete di sostegno per le persone in difficoltà. - Combattere la stigmatizzazione: La povertà e la precarietà economica non devono essere stigmatizzate. È necessario sensibilizzare la società su queste tematiche e promuovere l'inclusione sociale. Aiuto economico, necessario ma da risolvere L'aiuto economico dai familiari rappresenta un importante sostegno per molte famiglie italiane, ma non può essere una soluzione a lungo termine. È necessario un impegno collettivo per contrastare le cause profonde della povertà e della precarietà economica e costruire una società più giusta e inclusiva. Foto di Mohamed Hassan da Pixabay Read the full article
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scienza-magia · 2 years ago
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Eurozona, tassi ed inflazione rallentano il mercato dell'export
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Tassi, le strade diverse di Fed e Bce. L'economia Usa regge e Powell può alzare ancora. L'Europa invece rischia la recessione. Jerome Powell e Christine Lagarde sono arrivati con stati d'animo diversi tra le montagne del Wyoming, dove ieri si è aperto il simposio dei banchieri centrali organizzato dalla Federal Reserve. Entrambi saliranno sul palco oggi, ma se al numero uno di Eccles Building basterà esibire una bella faccia da poker per non spaventare i mercati, a Madame Bce sarà richiesto ben altro sforzo. Stati Uniti ed eurozona sono al momento affetti da un'inflazione appiccicosa, ma sempre più separati sotto il profilo congiunturale. E questa divaricazione fa una grande differenza quando si deve giustificare la volontà di mantenere una politica monetaria restrittiva. Di sicuro a Jackson Hole ci sono alcuni convitati di pietra evocati fin dal titolo dell'evento («Cambiamenti strutturali nell'economia globale»): il primo è la Cina, con le tensioni geopolitiche ed economiche che la circondano; l'altro sono gli sviluppi della guerra fra Russia e Ucraina; il terzo è il consolidarsi all'interno dei Brics di un nocciolo duro anti-dollaro. Tre incognite di peso, ma non ancora sufficienti per spostare i riflettori dalla traiettoria dei tassi.
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Ed è qui, in quello che per Eurolandia appare sempre più come un terreno minato, che Powell ha ancora margini per incastonare, a ottobre o a novembre, la dodicesima stretta che porterà il costo del denaro al 5,50-5,75%. Come sostiene Blerina Uruci di T. Rowe Price, per il capo dell'istituto di Washington «non è il momento di agitare le acque» mostrandosi troppo «hawkish». Non ne ha neppure bisogno: l'indice Atlanta Fed Gdp Now stima per il terzo trimestre un'espansione del 5,8% sorretta dallo slancio dei consumi, dal rimbalzo della produzione industriale, da un tasso di disoccupazione in calo (al 3,5% in luglio) e dalla tenuta del mercato edile. Al netto delle nuvole grigie nel cielo a stelle e strisce portate dalla decisione di Moody's e Standard&Poor's di declassare alcuni banche e dai 400 fallimenti da inizio anno (il doppio dello scorso anno), si tratta di numeri solidi a sostegno della tesi secondo cui è necessario non togliere il piede dal pedale dei tassi. Anche perché, dopo 13 mesi consecutivi di calo, l'inflazione è salita in luglio al 3,2%. L'aspetto cruciale del discorso di oggi di Powell non è quindi se i tassi saliranno ancora, ma quando smetteranno di farlo. È però probabile che sul cosiddetto «pivot» il successore della Yellen tenga le carte coperte. La sola certezza è che un eventuale taglio del costo del denaro non arriverà prima del 2024, come peraltro confermato ieri da Patrick Harker, presidente della Fed di Philadelphia, che tuttavia prevede «tassi stabili per il resto dell'anno». Più complicato appare invece il lavoro della Bce. La Lagarde ha legato le prossime decisioni di politica monetaria ai dati economici, ma se l'inflazione è considerata ancora fuori controllo malgrado il calo di luglio (6,1% dal 6,4% di giugno), la contrazione subita anche dal settore dei servizi mostra che Eurolandia è sul binario della recessione. Il rallentamento della crescita cinese è un'arma a doppio taglio: se da un lato può accelerare il processo disinflazionistico, dall'altro rischia di indebolire l'export europeo, come già testimoniano le cifre dell'Ocse. L'Organizzazione parigina dà infatti conto che le esportazioni di merci del G20 sono calate da aprile a giugno del 3,1% (dopo +2,2% nel primo trimestre), con l'Italia finita in «rosso» (-0,7% dopo il +4,7% del primo trimestre). Buoni motivi per tenere le mani lontane dai tassi e vedere che succede. Read the full article
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b0ringasfuck · 4 years ago
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Cosa ne pensi del reddito di cittadinanza?
Penso che in un posto dove la gente si spacca di lavoro con contratti di merda e spesso pure in nero e poi ci sono percentuali spaziali di disoccupazione giovanile pagare qualcuno una miseria per non fare un cazzo è il minore dei mali.
Il darwinismo non è efficiente come cercano di piazzarlo quelli come Guido Barilla, che con il darwinismo non hanno mai avuto bisogno di confrontarsi.
E il mondo cambia. Banalmente un settore può non aver più bisogno dello stesso numero di addetti di prima o diventare totalmente obsoleto.
Quando paghi la gente una miseria e non gli dai occasioni di formazione è difficile che di fronte a questi cambiamenti riesca ad adattarsi in autonomia con le proprie risorse.
Il darwinista ingenuo direbbe "che cazzo me ne frega", salvo poi prendersela coi negri che gli rubbano il lavoro.
Ovviamente piantare in mezzo alla strada gente senza lavoro ha dei costi per tutti... per dire... anche i costi della polizia per riempirli di botte quando te li ritrovi incazzati quando hanno fame.
Ora io non ho fatto i conti su un foglio excel come fanno tutti i bravi economisti, ma direi che anche sparargli è come minimo anti ecologico se non anti economico.
Così che forme di salario di disoccupazione dovrebbero risultare convenienti anche a gente come il signor Guido, specialmente quando poi questi costi li deve sostenere in minima parte. E infatti questa gente è ben lieta che ci siano questi ammortizzatori sociali. È solamente preoccupata di spingere una narrazione che gli permetta di pagarti poco.
La borsa si impenna quando sale la disoccupazione o quando si allarga la borsa della BCE/Fed. Se chiedi 700 Euro sei un parassita, se chiedi qualche miliardo al mese di QE sei il motore dell'economia.
Certo, in un paese con 150 miliardi di evasione fiscale (senza contare l'elusione)... uno è un po' sospettoso a dare dei soldi a dei poveracci... metti che rubano.
E non è che non ci siano delle restrizioni, dei vincoli al reddito di cittadinanza in Italia, ma i vari Guido oltre all'indicare i soliti 4 furbetti, magari pure mafiosi che usufruivano del reddito di cittadinanza, rarissimamente hanno contestato implementazione e vincoli, ma l'hanno buttata in caciara dicendo che hey pigliate soldi a scrocco, il reddito di disoccupazione è una stronzata, mettetevi in gioco.
Che viste le premesse è un argomentazione del cazzo, specialmente in bocca a dei paraculi abituati a farsi sommergere da agevolazioni e sovvenzioni. Eppure sarebbe argomento interessante occuparsi dell'implementazione del RdC per esempio capire come in questo paese sia ancora difficile scoprire chi è ricco ma non per il fisco.
Ma direi che si potrebbe convenire che un'indennità di disoccupazione sia utile per tutti.
A questo punto si potrebbe discutere fino a che punto sia utile e conveniente per tutti. Tipo che so diamo 5000 Euro al mese a tutti per 10 anni o 500 per 3 mesi ma solo a chi ha un ISEE che si misura col resto in monetine?
Soltanto che anche in questo caso uno si sente un po' preso per il culo visti numeri e cifre coinvolte e l'attenzione alla "produttività" anche nel settore privato (nepotismo, finanziamenti pubblici, allergia allo "smart working"...).
Parliamo di un paese vecchio, con il 14% di lavoratori POVERI, contratti di merda con gente ipersfruttata, un sacco di nero, disoccupazione giovanile altissima, ricerca ed educazione sottofinanziate e scarsa innovazione.
Siamo sicuri che il più ampio margine di produttività lo recuperiamo tagliando gli ammortizzatori sociali? O siamo invece di fronte a parassiti che si rivendono come imprenditori che impoveriscono il paese fino a quando non è più competitivo per poi andare altrove? Elkann cavaliere del lavoro SUBI... oh wait...
No, perchè è di ieri la notizia che per dire in Islanda stanno benissimo con 4 giorni lavorativi a settimana con ripercussioni positive sulla produttività.
Ma d'altronde, in un paese che guarda al passato su cose come aborto, divorzio, ruolo della donna, laicità dello stato... voglia mai che si pensi di tornare a far lavorare i bambini 12h al giorno, così si mettono in gioco.
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abr · 2 years ago
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Sul populismo negli ultimi anni sono state scritte biblioteche (...). Sotto quell’etichetta sono stati raggruppati fenomeni politici molto eterogenei, il cui unico vero elemento comune consiste nel punto d’origine: sono scaturiti tutti da una reazione all’accelerazione esponenziale e all’apparente sempre maggiore incontrollabilità dei processi d’integrazione del Pianeta. I movimenti di protesta che abbiamo chiamato populisti hanno rappresentato insomma una risposta alla globalizzazione e al predominio dell’ideologia globalista (...). La reazione antiglobalista ha avuto un risvolto sociologico e uno antropologico. Sul terreno sociologico (...) ha separato coloro i quali hanno pensato di potersene avvantaggiare da quanti si sono convinti invece di esserne stati penalizzati. E si è poi rivolta contro l’antropologia semplificata del globalismo, una concezione dell’essere umano che ne ha enfatizzato il sacrosanto desiderio di autonomia (...). Sia nella sua componente sociologica, sia, e ancor di più, in quella antropologica, l’ondata populista è scaturita in definitiva da una rivolta del piccolo contro il grande, del concreto contro l’astratto, del vicino contro il lontano, del presente contro il futuro, del mondo vissuto contro il mondo pensato. O ancora – se vogliamo ricorrere a una metafora letteraria e dirla con uno dei personaggi di Stefano d’Arrigo – del “vistocogliocchi” contro il “sentitodire”.
Che i migranti pagheranno le pensioni agli italiani è un sentitodire – che li si incontri sulla soglia dei supermercati col cappello in mano è un vistocogliocchi. Il rischio di default dell’Italia è un sentitodire – disoccupazione e povertà sono un vistocogliocchi. Perfino che il vaccino prevenga il Covid è un sentitodire, mentre l’inoculazione di pazienti sani è un vistocogliocchi. (...)
(S)e gli uomini qualunque si aggrappano al mondo vissuto è perché non si fidano più dei sacerdoti del mondo pensato, siano essi scienziati, tecnici, burocrati o politici. È perché se ne sentono sociologicamente e antropologicamente non soltanto distanti, ma respinti. Se vuole avere delle chance, in conclusione, la politica post-populista deve prendere sul serio la rivolta contro il sentitodire e ripartire dal vistocogliocchi. Anche a costo di creare qualche eventuale, modesto mal di pancia a demografi, economisti e virologi. Dopodiché, quella politica può avere un segno progressista o uno conservatore, e nei due casi si troverà a dover affrontare sfide diverse con risorse differenti.
da un lavoro di G.Orsina, direttore della LUISS School of Government: https://sog.luiss.it/sites/sog.luiss.it/files/LUISS_SOG_policybrief%201_23.pdf
Pur col pennino leggermente schifato (o forse solo per ammiccare ai sopracciò dell'uditorio elitario etilista), l'analisi è puntuale. Il seguito invece, con le raccomandazioni alle parti, lo è un po' meno: interessante ma provinciale, non riesce a spiccare il volo.
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moonyvali · 3 years ago
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Cosa si nasconde dietro la crisi del gas? Come funziona cioè la propaganda politica?
Emblematiche la parole del presidente francese Emmanuel Macron, che commentando la crisi energetica ha esortato i cittadini a prepararsi “perché stiamo vivendo quella che potrebbe essere la fine, dell’abbondanza“.
Interessante scelta di parole. A quanto sembra, la drammatica crisi sociale vissuta in questi ultimi decenni, la disoccupazione crescente, la povertà incalzante, la chiusura di tante piccole imprese durante la pandemia e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro, è stato in realtà un periodo di grande abbondanza e prosperità sociale. Ma è proprio questo il potere del linguaggio. Le parole che si scelgono, il modo in cui vengono disposte all’interno del discorso costruiscono un percorso di associazioni mentali che formano l’opinione del lettore e lo “motivano” ad accettare una determinata conclusione.
Ecco come, manipolando la lingua, si minimizza un problema che invece avrà un grande impatto sulla popolazione, lasciando intendere che è sufficiente abituarsi a fare a meno della prosperità e dell’abbondanza, associate nell’immaginario collettivo al superfluo, al non necessario. Insanabile ormai è lo scollamento tra la popolazione e la classe politica, quest’ultima talmente annebbiata nel suo mondo dorato e cieca alle esigenze reali del paese, da parlare letteralmente a vanvera. Si tratta però di vera cecità o di opportunismo abilmente mascherato?
La crisi del gas è stata presentata come una crisi inevitabile, innescata dallo scoppio della guerra. Eppure, alcuni osservatori economici «sostengono che la riduzione delle forniture russe non basti a spiegare un'impennata così importante del costo del gas,» riporta il giornale Today. Sul banco degli imputati non ci sarebbe tanto la carenza di combustile ma un’imponente opera di speculazione da parte di «aziende e trader che lucrano sul prezzo del gas facendo leva sulla necessità dei Paesi europei di fare scorta in vista dell'inverno.»
In parole povere mentre i cittadini hanno registrato un aumento sempre più devastante del costo delle bollette, alcuni, approfittando della paura crescente, stanno realizzando incredibili guadagni, nel silenzio dei governi che parlano di “fine dell’abbondanza” e di “razionamenti e rinunce necessarie”. Necessarie per chi? Per le tasche di questi grandi investitori senza ombra di dubbio. Dietro il malessere che sta colpendo i cittadini, c’è in realtà un gigantesco, colossale qui pro quo.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #politica #società #media
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girodivite · 3 years ago
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"Preferirei di no..."
UNA NUOVA CLASSE OPERAIA?
«La pandemia ha creato una nuova working class?». La domanda se l’è posta da tempo il settimanale americano The Atlantic, mentre negli Stati Uniti alle prese con la Great Resignation i lavoratori che si sono dimessi dal lavoro a settembre sono arrivati a 4,4 milioni. Con piattaforme come TikTok, Reddit e Slack sempre più popolate da rivendicazioni su stipendi più alti, condizioni di vita migliori e sberleffi agli ex capi.
Nel frattempo, il gradimento per i sindacati in America non è mai stato così alto dal 1965. Secondo Shelly Steward, direttrice della Future of Work Initiative dell’Aspen Institute, il tasso si sindacalizzazione degli americani, nel 2020 cresciuto per la prima volta dal 1979, nel 2021 è destinato ad aumentare ancora.
Odiare il lavoro? Recode scrive che si sta vivendo un momento di «odio per il lavoro». Molti si aspettavano che, con la scadenza dei sussidi di disoccupazione, i lavoratori sarebbero tornati dietro scrivanie e banconi dei bar. E invece, nonostante l’aumento dei posti di lavoro di oltre mezzo milione nel mese scorso, ci sono ancora più di 4 milioni di lavoratori in meno nel mercato americano rispetto al periodo pre-pandemia. E questo accade nonostante si contino 10,4 milioni di posizioni aperte e 7,4 milioni di disoccupati.
Il problema è che molti di annunci prevedono paghe basse e condizioni di lavoro pericolose. O semplicemente non offrono la possibilità di lavorare da remoto. Non a caso, su LinkedIn si vede che quando si dà la possibilità di lavorare a distanza le candidature raddoppiano.
Chiedi a Google Le dimissioni si concentrano tra i posti di lavoro pagati di meno, in ristoranti, bar e commercio. Qualcuno ha provato ad alzare le paghe, ma non è bastato. Si chiedono ritmi di lavoro migliori, tutele e flessibilità. Secondo i Google Trend, le ricerche su come inviare un’email di dimissioni negli ultimi tre mesi sono schizzate in alto, sia in inglese sia in spagnolo.
Non di solo sciopero Intanto abbondano sui social post e video di chi racconta di essersi dimesso. Su Reddit la pagina “Antiwork” sta ottenendo grande successo, annunciando forme di mobilitazione come il boicottaggio del Black Friday. E in tanti stanno cercando di creare nuove rappresentanze sindacali, anche in grandi aziende come Starbucks e Amazon. Il mese di ottobre è stato definito “Striketober”, dopo che più di 100mila lavoratori di tutti i settori, compreso il cinema, hanno partecipato a varie azioni sindacali. E ci sono pure i cosiddetti “time millionaires”, che protestano rallentando i ritmi di lavoro e dedicando più tempo alla famiglia e al tempo libero.
Senza dimenticare quelli che provano a rinunciare completamente al lavoro con fonti di reddito alternative. Il movimento Fire, che sta per “Financial Independence, Retire Early”, punta a ridurre al massimo il costo della vita vivendo di piccoli investimenti. Mentre il gruppo WallStreetBets, esploso su Reddit con il fenomeno delle Meme Stock, mira a utilizzare piattaforme di trading come Robinhood per negoziare azioni, guadagnare e rinunciare al lavoro.
Orizzonti italiani Anche in Italia le dimissioni sono aumentate, anche se – come abbiamo raccontato più volte – ci sono ancora pochi dati per parlare di Big Quit come negli Stati Uniti. E pure in Italia sono cresciute le ricerche su Google su come comunicare le dimissioni al proprio capo. Non si vedono però grandi mobilitazioni all’orizzonte, fatta eccezione per le minacce di sciopero generale contro la manovra. Da noi, le rigidità del mercato del lavoro – unite al disastro sul fronte delle politiche attive – potrebbero frenare non solo il passaggio a un nuovo lavoro, ma anche l’aumento dei salari.
Come spiega L’Essenziale questa settimana, in assenza di un’offerta qualificata in Italia non è semplice passare da un posto all’altro. È per questo che i dati sulle dimissioni sono anche allarmanti: i 485mila che si sono licenziati nel secondo trimestre 2021 lo hanno fatto sapendo che lì fuori ci sono 2,3 milioni di disoccupati e che l’Italia è l’unico Paese in Europa in cui gli stipendi sono diminuiti anziché aumentare.
fonte: mailinglist Linkiesta.it, Corona Economy - by Lidia Baratta
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finnianson · 4 years ago
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L’articolo più rivoluzionario della Costituzione
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Quando dicono che la Costituzione Italiana è il testo giuridico più avanzato del mondo non esagerano. È la pura verità. Ampi passaggi della nostra Costituzione sono stati ripresi quasi testualmente dalla "Dichiarazione universale dei diritti umani".
Essa è stata un documento importante per la Storia del diritto sebbene molte delle riforme auspicate all' interno della carta siano rimaste inattuate. Ciò è dovuto al fatto che essa fu il frutto di una fusione di pensiero tra forze politiche diverse, le quali optarono per una attuazione lunga e graduale basata su leggi ordinarie periodiche.
Come disse Calamandrei:
" Per compensare le forze di sinistra di una rivoluzione mancata, le forze di destra non si opposero ad accogliere nella Costituzione una rivoluzione promessa“
Ma in cosa consiste la reale portata rivoluzionaria della Costituzione Italiana? Non certo in un poco di uguaglianza in più o un po' di giustizia sociale in più o ancora in una maggiore redistribuzione della ricchezza..
Per comprendere il tipo di rivoluzione che i Costituenti avevano in mente bisogna parlare di fondamenti di Psicologia.
I Costituenti hanno infatti dovuto riflettere sul concetto di " IO UMANO" e hanno cercato di identificare un modello di io attorno al quale progettare la stesura dei diritti e doveri fondamentali.
In questo una grande importanza ha avuto il contributo di Lelio Basso, il quale ha teorizzato un "modello di io relazionale" anticipando di 30 anni la psicologia moderna.
Pertanto sebbene anche l'Art.1 e il 41 abbiano secondo me una grandissima portata, indico nell' Art. 3 quello più rivoluzionario. Si tratta a mio avviso del cuore della Costituzione Italiana.
In particolare il passaggio che recita:
" È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Cosa si intende per " pieno sviluppo della persona umana"?
Citando il Prof. di Diritto Costituzionale Mauro Scardovelli:
" …Significa pieno sviluppo della consapevolezza, pieno sviluppo della coscienza etica universale, che ci rende esseri umani. Uomini e donne radicati nelle qualità dell'essere, o qualità dell'amore, o qualità della vita — gentilezza, gratitudine, generosità, empatia, compassione…— virtù che ci rendono esseri umani COMUNITARI, donativi, naturalmente socievoli, (…) A differenza degli inquinanti della mente — indifferenza, ingratitudine, competizione, invidia… "
Il dovere giuridico di tutelare le più importanti virtù umane come i Valori fondamentali e fondanti della Repubblica nasce non a caso in seguito alle tragedie delle guerre mondiali.
Per la prima volta un testo giuridico pone a presupposto della democrazia la armoniosità della relazione tra le persone, l'emancipazione dall'oppressione dai condizionamenti mentali, la capacità e la libertà di pensare in modo creativo e critico.
Potremmo pertanto affermare che la rivoluzione Costituzionale è, ancora prima che sociale o economica, di natura antropologica e spirituale.
La rivoluzione antropologica doveva incidere in particolare nel modo di fare politica, nel creare un clima di stima e di amicizia che predispone alla sintesi, al dibattito pacato e al superamento delle divergenze. E in secondo luogo nella capacità dei cittadini di esprimere una partecipazione consapevole alla vita politica.
Una rivoluzione promessa che è stata evidentemente disattesa e tradita in molti modi ma mai del tutto dimenticata.
Proprio di recente l'ex Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Prof. Paolo Maddalena ha dichiarato:
" Chi governa lo deve fare nell’interesse del popolo: per lo svolgimento della persona umana e per il progresso materiale e spirituale della società. Lo impongono gli articoli 3 e 4 della nostra Costituzione Repubblicana"
Segno che esiste ancora qualche giurista consapevole della meta ultima del dettato costituzionale.
Purtroppo la morte di Moro, che si apprestava a rendere obbligatorio l'insegnamento della Costituzione in tutte le scuole di ogni ordine e grado, ha costituito uno spartiacque drammatico sotto più di un aspetto. Ha segnato infatti l'abbandono del cammino costituzionale da parte della nostra classe politica, anzi l'inizio della regressione e della graduale disattuazione della carta. A partire proprio da quell'articolo 1 che fondava la Repubblica sul "lavoro" piuttosto che sul "capitale". Il perseguimento del progetto costituzionale che aveva portato l'Italia da paese in via di sviluppo a quinta potenza mondiale è stato colpevolmente messo da parte.
Pertanto, senza stare a soffermarsi sulle conseguenze economiche della disattuazione, abbiamo potuto osservare l'evoluzione della nostra società che è andata spostandosi gradualmente dai valori di “Comunità”, "Solidarietà sociale" e “Mutuo soccorso”, frutto dell'Art.3, verso nuovi valori moderni frutto del pensiero consumista: per esempio il valore della “Concorrenza”.
la dimensione della “Concorrenza” ha assunto maggiore importanza in tutti i sistemi sociali, dall’istruzione, all’economia, al lavoro e ha generato un aumento della competitività tra le persone. La nostra società insocievole, i conflitti apparentemente senza soluzione che dominano la politica, il comportamento criminale della finanza, sono tutti aspetti abbastanza evidenti (almeno per le persone di mezza età che hanno potuto seguire l'evolversi dei cambiamenti) di questa trasformazione. Una trasformazione che riguarda quindi anche il carattere e la psiche delle persone.
Oggigiorno la diminuzione del costo del lavoro, il precariato e la disoccupazione fanno in modo che tu percepisca i tuoi concittadini come competitori per cose che dovrebbero essere alla portata di tutti, una casa, un lavoro, la stabilità, una famiglia. Si indebolisce il concetto di comunità , si rafforza la sensazione di essere soli contro le avversità della vita in quanto singoli individui.
Non è un caso che lo sgretolarsi del concetto di COMUNITÀ e MUTUO SOCCORSO investa tutte le istituzioni che hanno nel loro Dna queste componenti come sindacati, ospedali e scuola pubblica. Tali istituzioni sono state sistematicamente demonizzate e attaccate dai media del pensiero consumista per oltre 30 anni in quanto portatrici dei valori costituzionali.
Dice a questo proposito il filosofo e linguista Noam Chomsky :
“Ai privati non piace l’istruzione pubblica, per diverse ragioni. La prima ha a che fare con il principio stesso su cui essa si fonda, che dal potere è percepito come una minaccia: il concetto di solidarietà…”
“…Ciò contrasta con la dottrina in base alla quale bisogna pensare solo a se stessi e non curarsi degli altri che restano indietro: il principio cardine del business”
“L’istruzione pubblica è una minaccia a un tale sistema di pensiero perché contribuisce a formare la solidarietà, la comunità, il sostegno reciproco”
Le cessioni di pezzi di terziario verso il settore privato vengono spesso motivate dal fatto che vi è troppa corruzione, ma cedendo al settore privato la nostra società non fa altro che velocizzare questo processo di progressiva individualizzazione a scapito del concetto di collettività. E come abbiamo visto il prezzo da pagare è stato molto caro anche in termini di vite umane.
Ancora Paolo Maddalena sulla stretta attualità della pandemia:
" Oggi abbiamo constatato, sulle bare delle molte vittime dell’infezione del Coronavirus, private anche dell’estremo saluto dei loro cari, quanto disdicevole sia stato quel pensiero egoistico e cinico, che ha indotto i nostri politici a “privatizzare” e a “tagliare le spese” persino della “Sanità pubblica”, e cioè di quanto di meglio c’era nel nostro Stato sociale, rendendola del tutto inadeguata ad affrontare l’attuale emergenza, nonostante l’eroica abnegazione, pagata sovente con la vita, dei nostri medici, infermieri e personale sanitario.
Ciò dovrebbe bastare per cambiare idea, per distruggere il male che si è annidato nell’immaginario collettivo, spingendo gli individui, con menzogne di ogni genere, verso una introvabile felicità consumista, foriera soltanto di noia e di disfacimento della persona umana. La speranza è che la tragedia che stiamo vivendo riesca ad aprire gli occhi di tutti su una realtà che il tracotante pensiero materialistico neoliberista ha tentato in tutti i modi di nascondere: il fatto che l’uomo è formato da materia e spirito e che soltanto nella forza dello spirito risiede la possibilità di un vero e duraturo riscatto. Se ciò avvenisse, si potrebbe assistere a una svolta epocale nella vita dell’umanità e alla resurrezione di quei valori fondanti sui quali poggia la vera serenità dell’animo umano "
Sono personalmente convinto della giustezza della Costituzione e cioè che non vi possa essere reale democrazia né un reale “progresso materiale” se esso non è accompagnato e guidato da un "progresso spirituale".
Purtroppo anche il migliore dei programmi politici ( come di recente è apparso sin troppo ovvio) se è portato avanti da una classe dirigente dalla psiche immersa nei valori del consumismo e della competizione è destinato a dare dei frutti avvelenati.
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goodbearblind · 4 years ago
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Posted @withregram • @archivio.anarchico "Tu ti lamenti di ogni cosa ma non sei tu stesso il responsabile delle piaghe che ti divorano? Ti lamenti della polizia, dell’esercito, della giustizia, delle caserme, delle prigioni, delle amministrazioni, delle leggi, dei ministri, del governo, dei grandi finanzieri, degli speculatori, dei funzionari, dei capi, dei preti, del padrone di casa, dello stipendio, della disoccupazione, del parlamento, delle tasse, dei gabellieri, degli esattori, dei redditieri, dell’alto costo delle cibarie e dell’affitto delle case e dei terreni, del lungo orario di lavoro, della miseria, delle innumerevoli privazioni e della massa infinita di ingiustizie sociali. Ti lamenti ma sei tu a volere il mantenimento del sistema in cui vegeti, talvolta ti ribelli, ma poi ricominci immancabilmente. Sei tu che produci ogni cosa, che lavori e semini, che forgi e tessi, che plasmi e trasformi, costruisci e fabbrichi, che alimenti e fecondi! Perché dunque non mangi a sazietà? Perché sei malvestito, malnutrito e vivi in una topaia? Si, perché sei senza pane, senza scarpe e senza casa? Perché non sei tu il padrone di te stesso? Perché ti pieghi, obbedisci, servi? Perché sei l’inferiore, l’umiliato, il servitore o schiavo? Produci tutto e non possiedi niente. Tutto viene da te e tu non sei niente." #JosephAlbert detto Libertad, "È l’elettore, il criminale!" #AlbertLibertad (1° marzo 1906) https://www.instagram.com/p/CL6nFbFFxxe/?igshid=3ctvbodiupxn
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Ftse Mib: i dividendi pagati oggi
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Chiusura in forte ribasso ieri per le quotazioni del petrolio. Wall Street: conclusione negativa anche ieri per la piazza azionaria americana dove il Dow Jones e l'S&P500 sono scesi dello 0,8% e dello 0,7%, mentre il Nasdaq Composite è stato fotografato a 12.025,33 punti, con un calo dello 0,46%. I dati macro e societari negli Stati Uniti Dati Macro ed Eventi Usa: per oggi è atteso il dato relativo alla bilancia commerciale di marzo che dovrebbe mostrare un deficit in lieve miglioramento da 70,5 a 70 miliardi di dollari. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione dovrebbero salire da 230mila a 240mila unità.  La produttività non agricola del primo trimestre è vista in negativo dell'1,9% dopo il rialzo dell'1,7% dei tre mesi precedenti, mentre il costo unitario del lavoro dovrebbe salire del 4,7% dopo l'incremento del 3,2% precedente. Risultati trimestrali USA: da seguire prima dell'avvio degli scambi a Wall Street i risultati del primo trimestre di Moderna e di ConocoPhillips con un eps atteso rispettivamente a 1,77 e a 2,02 dollari. A mercati chiusi si guarderà ai conti di AIG e Apple che dovrebbero riportare un utile per azione di 1,42 e di 1,43 dollari, mentre per quelli di Motorola le stime parlano di un eps pari a 2,05 dollari. Gli aggiornamenti macro e gli eventi in Europa Dati Macro ed Eventi Europa: il dato finale dell'indice PMI composito ad aprile è atteso a 54,4 punti, mentre l'indice PMI servizi a 56,6 punti. Per l'indice dei prezzi alla produzione a marzo si stima una flessione dell'1,6% dopo il calo dello 0,5% precedente. In Francia l'indice PMI servizi è previsto a 56,3 punti e lo stesso dato in Germania si dovrebbe attestare a 55,7 punti. Sempre in terra tedesca si segnala la bilancia commerciale che a marzo dovrebbe salire leggermente da 16 a 16,1 miliardi di euro. In Italia il dato finale dell'indice PMI servizi ad aprile dovrebbe salire da 55,7 a 56 punti. L'evento cloud della seduta sarà il verdetto della BCE sui tassi di interesse, che dovrebbero salire dello 0,5%.  Da seguire come sempre la conferenza stampa della presidente dell'Eurotower, Christine Lagarde. I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari Dividendi a Piazza Affari: previsto oggi il pagamento dei dividendi staccati ieri da Ascopiave, Sanlorenzo, Banca Profilo, The Italian Sea Group, Gibus, Italian Wine Brands, ReeVo e Take Off. Risultati societari a Piazza Affari: diversi titoli presenteranno i conti del primo trimestre e si tratta di Ferrari, Italgas, Moncler, Intercos, IGD SIIQ, Zignago Vetro, Autostrade Meridionali, Banca Profilo, Edison, Risanamento, Cofle, Comer Industries, Compagnia dei Caraibi, Intred e Kolinpharma. Assemblee a Piazza Affari: previste le riunioni assembleari di Nexi, Snam, Ariston Holding, Iren, WIIT, Zignago Vetro, Beewize, Seri Industrial, Somec, Eligo e Labomar, per l'approvazione dei dati di bilancio dell'esercizio 2022. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Povertà alimentare in Italia: il rapporto di ActionAid
L'ultimo rapporto di ActionAid, pubblicato nei giorni scorsi, ha evidenziato un aumento della povertà alimentare in Italia. Secondo il rapporto, nel 2022 sono state 3,2 milioni le persone che hanno fatto ricorso all'assistenza alimentare, in aumento del 20% rispetto al 2021. Povertà alimentare in Italia: dati e preoccupazioni Il rapporto ha analizzato la situazione di 2.000 famiglie che si sono rivolte a enti di assistenza alimentare in 14 città italiane. I risultati hanno evidenziato che le persone in povertà alimentare sono prevalentemente donne con figli, famiglie monoparentali, famiglie migranti e persone con disabilità. Le principali cause della povertà alimentare sono la perdita del lavoro, la precarietà lavorativa, il basso reddito e l'aumento del costo della vita. La pandemia di COVID-19 ha contribuito ad aggravare la situazione, aumentando il numero di persone che hanno perso il lavoro o che hanno visto ridursi il proprio reddito. Cosa si può fare? Il rapporto di ActionAid ha anche evidenziato che la povertà alimentare ha un impatto negativo sulla salute, sulla partecipazione sociale e sull'inclusione. Le persone in povertà alimentare hanno maggiori probabilità di soffrire di malnutrizione, di avere problemi di salute mentale e di isolamento sociale. Per contrastare la povertà alimentare, ActionAid ha proposto una serie di misure, tra cui: - Aumento dei sussidi di disoccupazione e di inclusione sociale; - Introduzione di un reddito di base universale; - Interventi per ridurre il costo della vita; - Promozione di una cultura del cibo sostenibile e accessibile a tutti. Il rapporto di ActionAid è un importante campanello d'allarme sulla situazione della povertà alimentare in Italia. È necessario intervenire urgentemente per contrastare questo fenomeno, che ha un impatto negativo sulla vita di milioni di persone. Il ruolo delle organizzazioni del terzo settore Le organizzazioni del terzo settore svolgono un ruolo fondamentale nel contrasto alla povertà alimentare. In Italia, sono migliaia le realtà che offrono assistenza alimentare a persone in difficoltà. Il rapporto di ActionAid ha evidenziato che il 70% delle persone che si rivolgono a enti di assistenza alimentare sono assistite da organizzazioni del terzo settore. Queste organizzazioni forniscono non solo beni alimentari, ma anche servizi di supporto, come consulenza legale, assistenza psicologica e percorsi di inserimento lavorativo. Il ruolo delle organizzazioni del terzo settore è fondamentale per garantire il diritto al cibo a tutte le persone. È necessario che queste organizzazioni siano sostenute e valorizzate, in modo da poter continuare a svolgere il loro prezioso lavoro. Il problema della povertà alimentare La povertà alimentare è un fenomeno complesso che richiede interventi di natura economica, sociale e culturale. È necessario un impegno condiviso da parte di tutti gli attori della società, per garantire a tutti il diritto al cibo. Il rapporto di ActionAid è un importante contributo al dibattito sulla povertà alimentare in Italia. Il documento fornisce dati e analisi che possono essere utili per elaborare politiche e interventi efficaci per contrastare questo fenomeno. Foto di Frantisek Krejci da Pixabay Read the full article
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corallorosso · 4 years ago
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Ecologia Il futuro della Terra? Più cupo di quanto immaginiamo Chiunque abbia a cuore il futuro della Terra e delle prossime generazioni non può che essere preoccupato per il declino della biodiversità, le estinzioni di massa, la crisi climatica e altre situazioni di forte criticità innescate dall'uomo. Ma il punto è che quasi sicuramente non siamo preoccupati abbastanza per trasformare quell'intermittente inquietudine in una spinta immediata all'agire, come se la nostra casa fosse in fiamme. (...) Circa un milione di specie di piante e animali sono minacciate di estinzione e gli insetti stanno rapidamente scomparendo da molte regioni della Terra. In tre secoli abbiamo perso l'85% delle paludi, mentre il 65% degli oceani subisce in qualche misura l'influenza delle attività umane. Le foreste di alghe kelp e posidonie (importantissimi ecosistemi oceanici) si sono assottigliate, la quantità di coralli vivi nei reef si è dimezzata negli ultimi 200 anni, e i grandi predatori marini sono il 30% in meno di un secolo fa. La popolazione umana è raddoppiata rispetto agli anni Settanta e conta ora i 7,8 miliardi di unità. Nel 2050 saremo in 10 miliardi, un aumento che si tradurrà in una maggiore insicurezza alimentare, un più estensivo utilizzo del suolo, più inquinamento da plastica, un rischio aumentato di pandemie, disoccupazione, fragilità abitative, insurrezioni, guerre. Tutto questo, in un contesto in cui stiamo usando ben più delle risorse naturali che la Terra abbia la capacità di rinnovare, e con il riscaldamento globale lanciato per superare il grado e mezzo dall'era pre-industriale tra il 2030 e il 2052. Anche se tutti i contraenti degli Accordi di Parigi osservassero i loro impegni, il global warming si attesterebbe tra i 2,6 e i 3,1 °C entro il 2100. L'avanzata di leader populisti con agende avverse alla crescita sostenibile favorisce movimenti d'opinione e campagne di disinformazione che attribuiscono all'impegno ambientale colori politici, anziché vedere nell'attivismo climatico una volontà di preservare la specie umana. Come superare l'immobilismo e trasformare la paura in energia di cambiamento? Lo studio suggerisce alcune azioni indispensabili, come abolire l'obiettivo di una crescita economica perpetua; rivelare il vero costo dei prodotti che utilizziamo e delle attività che svolgiamo, obbligando i responsabili di danni ambientali ad assumersene economicamente i costi (per esempio tassando le aziende per i gas serra che emettono); abbandonare progressivamente e in modo rapido i combustibili fossili; limitando i monopoli e l'influenza indebita delle aziende sulla politica; garantire alle donne istruzione, lavoro e libertà nelle scelte di pianificazione familiare. Elisabetta Intini per Focus
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superfuji · 3 years ago
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Allarme in Inghilterra, l'impennata dei prezzi rischia di mettere fuori gioco i fish&chips
dal nostro corrispondente Antonello Guerrera                        
L'inflazione galoppa al 9% e la pietanza-simbolo del Paese è sotto scacco per il caro-olio dovuto alla guerra in Ucraina
LONDRA - Inflazione e prezzi, "rischiamo un'apocalisse" nel Regno Unito. È l'allarme del governatore della Banca di Inghilterra, Andrew Bailey. E in Inghilterra in pericolo ci sarebbe persino sull'immancabile "Fish & Chips", per cui "un terzo dei negozi che lo vendono potrebbero presto chiudere" se non verranno prese misure adeguate a loro sostegno. Andiamo con ordine. Bailey ha parlato martedì in Commissione Parlamentare a Westminster sulla crisi economica ed energetica scatenata prima dalle conseguenze del Covid e poi dalla Guerra in Ucraina. Il governatore ha usato parole molto forti, come appunto "apocalisse". Un lessico che ha "sorpreso" persino il primo ministro Boris Johnson, almeno a sentire il suo portavoce, e il ministro dell'Irlanda del Nord, Brandon Lewis. Ma Bailey ha illustrato la realtà: l'inflazione nel Regno Unito sta correndo forte (9% il dato di aprile, massimo da 40 anni), e potrebbe sfondare quota 10 per cento nei prossimi mesi. Il governo Johnson ha offerto qualche centinaia di euro ai più bisognosi nei prossimi mesi ma per molte famiglie non è sufficiente e sempre di più sono sulla soglia della povertà. E hanno scandalizzato le parole della sottosegretaria Rachel Maclean che ha invitato i britannici a "lavorare più ore o trovarsi un lavoro migliore" per ovviare alla crisi. Anche il record fatto segnare ieri dal Regno Unito sulla disoccupazione al 3,7%, ai minimi dal 1974, non è sufficiente a fermare la spirale dei prezzi e del costo della vita. Anche perché secondo l'Fmi il Regno Unito sarà il Paese occidentale a crescere di meno, secondo le stime precedenti alla guerra in Ucraina, sia nel 2022 che nel 2023. Di qui, viene anche la crisi, per ora potenziale, del Fish&Chips, forse il pasto più tradizionale ed essenziale degli inglesi. Il problema della pietanza sta nel fatto che, per essere cucinata, nel 50% dei casi impiega olio, sino a qualche mese fa a buon mercato, dall'Ucraina o che passa per il Paese aggredito dalla Russia di Vladimir Putin. Ora, l'innalzamento dei prezzi potrebbe causare conseguenze a catena che potrebbero far fallire, nel giro di un anno, almeno un terzo degli esercizi che producono e vendono Fish & Chips, secondo la "National Federation of Fish Friers". "Bisogna agire prima che sia troppo tardi", ha detto il presidente dell'associazione, Andrew Crook. Anche perché, come diceva già George Orwell, il popolo inglese è estremamente nazionalista sul cibo tradizionale.    
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frilens · 4 years ago
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[…] una realtà ben più concreta e allarmante: il fatto che in Italia la disoccupazione è strutturale, esacerbata da scelte politiche miopi che negli anni hanno smantellato il tessuto produttivo. Il risultato è un’emergenza permanente, caratterizzata da un tasso di disoccupazione tra i più alti di Europa e dalla compressione continua del costo del lavoro.
Gli stereotipi sul reddito di cittadinanza non aiutano nessuno - Francesca Coin - Internazionale
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