Tumgik
#diffusione e fortuna
queerographies · 2 months
Text
[Le immagini di Antinoo][Alessia Di Santi]
"Le immagini di Antinoo" di Alessia Di Santi ed esamina le rappresentazioni del giovane favorito dell'imperatore Adriano, cercando di risolvere le questioni rimaste irrisolte e approfondendo aspetti inesplorati. L'autrice è una ricercatrice con expertise
Antinoo, divinizzato, ritratto e ricostruito. Un nuovo studio sulle immagini di un giovane immortale Titolo: Le immagini di Antinoo. Formazione, diffusione e fortunaScritto da: Alessia Di SantiEdito da: Edizioni ETSAnno: 2024Pagine: 256ISBN: 9788846762993 La sinossi di Le immagini di Antinoo di Alessia Di Santi Molti sono gli studi dedicati ad Antinoo, il giovane favorito dell’imperatore…
0 notes
nusta · 5 months
Text
Gente che vive in queste zone, ma in generale gente che va e passeggia in giro per l'Italia, fate attenzione alle vostre scarpe e alle zampe dei vostri cani. Non siamo ancora in emergenza massima, ma siamo comunque messi maluccio, mi pare. E posso capire tutte le polemiche sugli allevamenti intensivi, ma intanto sarebbe bene mettere un freno sul breve periodo. Individualmente purtroppo si può fare ben poco, a parte evitare di diffondere disinformazione e panico, il vero contenimento lo devono fare gli allevamenti, ma tant'è, i consigli seguiamoli lo stesso, per quanto possibile. Abbiamo la fortuna che come malattia non ci riguarda e non riguarda nemmeno cani o gatti, ma la sua diffusione è comunque un problema importante, anche perché una moria evitabile di cinghiali e maiali credo non faccia piacere a nessuno.
I consigli per non diffondere la peste suina
In attesa di altri chiarimenti e indicazioni, ci sembra utile rilanciare l’appello della Regione Emilia-Romagna rivolto ai cittadini amanti delle passeggiate nei boschi per non contribuire alla diffusione della peste suina. La Regione ricorda che la peste suina non rappresenta un pericolo sanitario per le persone e che i prosciutti si possono mangiare, ma bisogna contrastare l’epidemia per i gravi danni che arreca al settore zootecnico. Ecco le regole.
Se cammini per i boschi o per la campagna, o vai per funghi e ti imbatti in una carcassa di cinghiale (quindi un cinghiale morto o resti di ossa), contatta i servizi Veterinari dell’Azienda unità sanitaria locale, al numero unico regionale 051.609.2124. Se puoi memorizza la tua posizione geografica sul cellulare e scatta una foto.
Quando rientri da una passeggiata in un’area che potrebbe essere contaminata dalla PSA, cambiati le scarpe e riponile in un sacchetto prima di pulirle.
Non abbandonare nell’ambiente avanzi o rifiuti alimentari specialmente se contenenti carni di suino o cinghiale o salumi che possono essere veicolo di infezione per gli altri animali.
Le malattie non rispettano le frontiere (se viaggi informati su quali tipi di carne puoi portare con te).
13 notes · View notes
fridagentileschi · 6 months
Text
Tumblr media
Questo ragazzo venne trovato morto su una panchina di un giardino pubblico a Milano.
Si era fatto di eroina. Aveva 16 anni.
Erano i fine anni 70 inizi anni 80.
Io gli anni 80 ebbi la fortuna di viverli da adolescente, nel 1980 iniziai il mio lungo impegno politico nel Fronte della Gioventu', incontrai gli amori della mia vita, avevo i miei svaghi, i miei divertimenti.
Ma furono anche gli anni di una grande diffusione di droghe come l'hashish, la marijuana e di quelle sintetiche come le Roipnol e via di questo passo.
Passai i miei anni nel FDG a condurre battaglie contro ogni droga, comprese quelle che oggi vengono chiamate "leggere".
Ho sempre respinto quella che viene chiamata "cultura dello sballo".
E fino a quando avro' forza, mi opporro' sempre a qualsiasi liberalizzazione di qualsiasi droga a scopo ricreativo.
Persi in quegli anni un cugino e due amici d'infanzia, i quali iniziarono con una semplice canna per finire la loro vita buttati su una panchina con un ago nella vena, esattamente come questo povero ragazzo ritratto in foto.
Ancora oggi mi chiedono come e' possibile che non mi sia mai fatto una canna.
Be', la risposta e' sempre la stessa: quella merda nel mio ambiente non circolava.
E quando pizzicammo un camerata con una canna, provammo a capire il perché di quel gesto, cercammo di aiutarlo, ma niente, non servì' a nulla, era sempre "fatto" perso, rubava anche i pochi soldi della nostra cassa per comprarsi il "fumo", quindi fummo costretti ad emarginarlo fino a quando non lascio' la sezione.
Dopo un po' la madre ci disse che aveva cominciato a frequentare ambienti di sinistra ed era diventato un tossico. Si faceva di eroina.
Combattere la droga e' un atto di civilta'.
Non esistono droghe "leggere" o "pesanti", esiste la droga, e la droga e' merda.
E non saranno certamente quattro radicali e quattro progressisti del cazzo a farmi cambiare idea.
Lo Stato non può dire ai giovani che drogarsi, che farsi le canne, tutto sommato, e' normale.
Cosa volete che sia una "cannetta", vero?
E' come fumarsi una sigaretta, la solita risposta imbecille che danno in questi casi. Francesco Maverick
17 notes · View notes
susieporta · 8 months
Text
Tumblr media
In questo iconico scatto di Dorothea Lange, una giovane madre tiene tra le braccia il neonato, come una moderna Madonna col bambino. Potrebbe sembrare un dipinto rinascimentale fuori contesto, se un dettaglio inquietante non ci riportasse al presente: una bottiglietta di Coca Cola in primo piano, trasformata in un biberon di fortuna.
Le madri migranti ritratte da Dorothea Lange sono moltissime: i loro volti raccontano non solo la tragedia del presente, ma anche la speranza per il futuro, custodita negli sguardi un po' spaesati dei bambini che le circondano.
Questo è il ritratto di una delle moltissime famiglie in viaggio verso la California, alla ricerca di un futuro migliore. Ad attenderli, a loro insaputa, delle condizioni di vita probabilmente peggiori rispetto a quelle lasciate. Il viaggio nella cultura statunitense ha sempre simboleggiato un valore positivo, di conquista del territorio e di libertà, assumendo un significato identitario; ma nel momento storico documentato da Lange, il viaggio rappresenta un vero e proprio esodo, una traversata imposta dalle circostanze avverse in direzione di una terra inospitale e, spesso, provvisoria.
La mostra è stata resa possibile anche grazie al prezioso sostegno di pba S.p.A., sponsor ufficiale. Il tema dell'inclusione, delle migrazioni, della crisi economica e sociale nella società americana fotografata da Dorothea Lange sono temi di estrema contemporaneità che hanno assunto una diffusione globale. Per pba S.p.A. la consapevolezza della “diversità” come valore può considerarsi strumento per creare una società più accogliente e sostenibile.
"Dorothea Lange. L'altra America" è aperta al Museo Civico di Bassano del Grappa fino al 4 febbraio 2024, prenota ora il tuo biglietto al link https://bit.ly/3Ftpn7p
-
Dorothea Lange, "Charly Family, one month from South Dakota, now on the road in California". Tulelake, Siskiyou County, California 1939.
#MuseiBassano #DorotheaLange #BassanodelGrappa #VisitBassano
5 notes · View notes
daimonclub · 5 months
Text
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Tumblr media
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, un post letterario che riprende alcuni brani di questo testo umoristico di Giulio Cesare Croce con una piccola introduzione e una breve biografia dell'autore. Quando frequentavo le scuole medie, nel 1973, nella nostra antologia - LA LETTURA. ANTOLOGIA CON LETTURE EPICHE di Italo Calvino e Giambattista Salinari, Zanichelli Editore, un libro bello corposo per ogni annualità, oltre all'epica, alle poesie e a vari testi letterari di autori classici vi erano anche testi più umoristici, tratti da opere di scrittori di assoluta genialità. Tra questi vi erano brani tratti dal Bertoldo di Croce che, con i testi del Don Chisciotte di Cervantes, erano tra i miei preferiti; non a caso molti anni anni dopo la mia tesi di laurea si occupò proprio del fenomeno umoristico. A distanza di 50 anni, e dopo aver sofferto parecchio durante la mia complicata esistenza, a soli pochi mesi dalla morte di mia madre, dedico questo post a Bertoldo e al suo autore, memore dei miei anni più spensierati, quando dopo delle intese giornate scolastiche ritornavo a casa e potevo beneficiare della presenza dei miei genitori, di una realtà che non ritornerà mai più. Restano solo i ricordi, la nostalgia, la meloanconia, la sofferenza e la lieve funzione terapeutica della letteratura. Giulio Cesare Croce è stato uno scrittore e drammaturgo italiano del XVI secolo, noto principalmente per essere l'autore della popolare opera comica "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", la cui trama ruota attorno alle avventure di due contadini, Bertoldo e Bertoldino, e del loro amico Cacasenno. Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria deriva da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli. Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà. L'opera di Croce è caratterizzata da un umorismo vivace, un linguaggio colloquiale e una satira sociale che prende di mira le convenzioni e le ipocrisie del suo tempo. "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" è diventato un classico della letteratura comica italiana e ha avuto una grande influenza sulla tradizione del teatro popolare. Una forma scritta precedente come fonte fu il medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi. Oltre a "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", e ad un romanzo successivo sempre dello stesso filone, Croce scrisse anche altre opere, tra cui commedie, numerosi libretti brevi in prosa e poesia, che abbracciano vari generi letterari della tradizione popolare e raccolte di novelle.
Tumblr media
Giulio Cesare Croce L'autore riprese temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo, ambientandola alla corte di re Alboino a Verona e a Pavia. Nella sua versione più organica, rese la storia meno licenziosa e attenuò la rivalsa popolare verso i potenti. Aggiunse un seguito riguardante il figlio di Bertoldo, chiamato Bertoldino, e successivamente un altro seguito elaborato da Adriano Banchieri, chiamato Novella di Cacasenno. Questi racconti furono poi adattati in tre film, nel 1936, nel 1954 e l'ultimo del 1984, diretto dal grande Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi. In Bertoldo, l'autore confessò forse le sue aspirazioni personali, rappresentando il rozzo villano come un autodidatta desideroso di fortuna e mecenati. La sua produzione letteraria contribuì significativamente allo sviluppo della commedia dell'arte italiana e alla diffusione della cultura popolare nel XVI secolo, diventando così uno dei precursori della commedia italiana, apprezzata ancora anche oggi. I suoi scritti inoltre contribuirono anche alla grande letteratura carnevalesca, un importante filone identificato per la prima volta da Michail Bachtin, che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes e Dostoevskij. Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura. E la statura sua era tale, come qui si descrive. Fattezze di Bertoldo. Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi. Insomma costui era tutto il roverso di Narciso. Audacia di Bertoldo. Passò dunque Bertoldo per mezzo a tutti quei signori e baroni, ch'erano innanzi al Re, senza cavarsi il cappello né fare atto alcuno di riverenza e andò di posta a sedere appresso il Re, il quale, come quello che era benigno di natura e che ancora si dilettava di facezie, s'immaginò che costui fosse qualche stravagante umore, essendo che la natura suole spesse volte infondere in simili corpi mostruosi certe doti particolari che a tutti non è così larga donatrice; onde, senza punto alterarsi, lo cominciò piacevolmente ad interrogare, dicendo: Ragionamento fra il Re e Bertoldo. Re. Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei? Bertoldo. Io son uomo, nacqui quando mia madre mi fece e il mio paese è in questo mondo. Re. Chi sono gli ascendenti e descendenti tuoi? Bertoldo. I fagiuoli, i quali bollendo al fuoco vanno ascendendo e descendendo su e giù per la pignatta. Re. Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle? Bertoldo. Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti. Re. Come gli hai tu, se sono tutti morti? Bertoldo. Quando mi partii da casa io gli lasciai che tutti dormivano e per questo io dico a te che tutti sono morti; perché, da uno che dorme ad uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte. Re. Qual è la più veloce cosa che sia? Bertoldo. Il pensiero. Re. Qual è il miglior vino che sia? Bertoldo. Quello che si beve a casa d'altri. Re. Qual è quel mare che non s'empie mai? Bertoldo. L'ingordigia dell'uomo avaro. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un giovane? Bertoldo. La disubbidienza. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un vecchio? Bertoldo. La lascivia. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un mercante? Bertoldo. La bugia. Re. Qual è quella gatta che dinanzi ti lecca e di dietro ti sgraffa? Bertoldo. La puttana. Re. Qual è il più gran fuoco che sia in casa? Bertoldo. La mala lingua del servitore. Re. Qual è il più gran pazzo che sia? Bertoldo. Colui che si tiene il più savio. Re. Quali sono le infermità incurabili? Bertoldo. La pazzia, il cancaro e i debiti. Re. Qual è quel figlio ch'abbrugia la lingua a sua madre? Bertoldo. Lo stuppino della lucerna. Re. Come faresti a portarmi dell'acqua in un crivello e non la spandere? Bertoldo. Aspettarei il tempo del ghiaccio, e poi te la porterei. Re. Quali sono quelle cose che l'uomo le cerca e non le vorria trovare? Bertoldo. I pedocchi nella camicia, i calcagni rotti e il necessario brutto. Re. Come faresti a pigliar un lepre senza cane? Bertoldo. Aspettarei che fosse cotto e poi lo pigliarei. Re. Tu hai un buon cervello, s'ei si vedesse. Bertoldo. E tu saresti un bell'umore, se non rangiasti. Re. Orsù, addimandami ciò che vuoi, ch'io son qui pronto per darti tutto quello che tu mi chiederai. Bertoldo. Chi non ha del suo non può darne ad altri. Re. Perché non ti poss'io dare tutto quello che tu brami? Bertoldo. Io vado cercando felicità, e tu non l'hai; e però non puoi darla a me. Re. Non son io dunque felice, sedendo sopra questo alto seggio, come io faccio? Bertoldo. Colui che più in alto siede, sta più in pericolo di cadere al basso e precipitarsi. Re. Mira quanti signori e baroni mi stanno attorno per ubidirmi e onorarmi. Bertoldo. Anco i formiconi stanno attorno al sorbo e gli rodono la scorza. Re. Io splendo in questa corte come propriamente splende il sole fra le minute stelle. Bertoldo. Tu dici la verità, ma io ne veggio molte oscurate dall'adulazione. Re. Orsù, vuoi tu diventare uomo di corte? Bertoldo. Non deve cercar di legarsi colui che si trova in libertà. Re. Chi t'ha mosso dunque a venir qua? Bertoldo. Il creder io che un re fosse più grande di statura degli altri uomini dieci o dodeci piedi, e che esso avanzasse sopra tutti come avanzano i campanili sopra tutte le case; ma io veggio che tu sei un uomo ordinario come gli altri, se ben sei re. Re. Son ordinario di statura sì, ma di potenza e di ricchezza avanzo sopra gli altri, non solo dieci piedi ma cento e mille braccia. Ma chi t'induce a fare questi ragionamenti? Bertoldo. L'asino del tuo fattore. Re. Che cosa ha da fare l'asino del mio fattore con la grandezza della mia corte? Bertoldo. Prima che fosti tu, né manco la tua corte, l'asino aveva raggiato quattro mill'anni innanzi. Re. Ah, ah, ah! Oh sì che questa è da ridere. Bertoldo. Le risa abbondano sempre nella bocca de' pazzi. Re. Tu sei un malizioso villano. Bertoldo. La mia natura dà così. Re. Orsù, io ti comando che or ora tu ti debbi partire dalla presenza mia, se non io ti farò cacciare via con tuo danno e vergogna. Bertoldo. Io anderò, ma avvertisci che le mosche hanno questa natura, che se bene sono cacciate via, ritornano ancora: però se tu mi farai cacciar via, io tornerò di nuovo ad insidiarti. Re. Or va'; e se non torni a me come fanno le mosche, io ti farò battere via il capo.
Tumblr media
Bertoldo e il suo asino Astuzia di Bertoldo. Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: Bertoldo. Eccomi, o Re, tornato a te. Re. Non ti diss'io che, se tu non tornavi a me come mosca, ch'io ti farei gettar via il capo dal busto? Bertoldo. Le mosche non vanno elleno sopra le carogne? Re. Sì, vanno. Bertoldo. Or eccomi tornato sopra una carogna scorticata e tutta carica di mosche, come tu vedi, che quasi l'hanno mangiata tutta e me insieme ancora: onde mi tengo aver servato quel tanto che io di far promisi. Re. Tu sei un grand'uomo. Or va, ch'io ti perdono, e voi menatelo a mangiare. Bertoldo. Non mangia colui che ancora non ha finito l'opera. Re. Perché, hai tu forse altro da dire? Bertoldo. Io non ho ancora incominciato. Re. Orsù, manda via quella carogna, e tu ritirati alquanto da banda perché io veggio venire in qua due donne che devono forse voler audienza da me; e come io le avrò ispedite, tornaremo di nuovo a ragionare insieme. Bertoldo. Io mi ritiro, ma guarda a dare la sentenza giusta. Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie. Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: “Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio”. La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano. Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina. I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo. Le guardie, vedendo Bertoldo innanzi agli altri, pensando che esso fusse il capo di tutti, lo lasciarono passare senza fargli offesa alcuna, e quando giunsero i servi gli cominciarono a tempestare di maniera con quei bastoni che gli ruppero le braccia e la testa, e in somma non vi fu membro né osso che non avesse la sua ricercata di bastone. sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire. Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto. Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non poteva(si) comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro. Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno. Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare. Ma avendo indosso quella veste, ch'era lunga, né avendola tirata ben dentro del forno tutta, essendone restata fuori un lembo, volse la sua mala sorte ch'ivi venne a passare una vecchia appresso al detto forno, e conosciuto l'orlo della veste, che pendeva fuori, che quella era una delle vesti della Regina, si pensò che la Regina fusse rinchiusa nel detto forno; onde andò in un tratto da una sua vicina e gli disse che la Regina era in quel forno. Andò colei seco e, guardando nel forno, vidde la detta veste, e, conoscendola, lo disse ad un'altra, quell'altra ad un'altra e così di mano in mano a tale che non fu meza mattina che per tutta la città andò la nuova che la Regina era in un forno dietro le mura della città. Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto. Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale. Bertoldo è tirato fuori del forno e il Re sdegnato dice: Re. Pur ti ci ho colto, villan ribaldo, ma a questa volta non scamperai del certo, se non sei il gran diavolo. Bertoldo. Chi non vi è non vi entri, e chi v'è non si penti. Re. Chi fa quello che non deve, gli avviene quello che non crede. Bertoldo. Chi non vi va non vi casca, e chi vi casca non si leva netto. Re. Chi ride il venere, piange la domenica. Bertoldo. Dispicca l'appiccato, egli appiccherà poi te. Re. Fra carne e unghia, nissun non vi pungia. Bertoldo. Chi è in difetto, è in sospetto. Re. La lingua non ha osso e fa rompere il dosso. Bertoldo. La verità vuol star di sopra. Re. Ancor del ver si tace qualche volta. Bertoldo. Non bisogna fare, chi non vuol che si dica. Re. Chi si veste di quel d'altri, presto si spoglia. Bertoldo. Meglio è dar la lana, che la pecora. Re. Peccato vecchio, penitenza nuova. Bertoldo. Pissa chiaro, indorme al medico. Re. Il menar delle mani dispiace fino ai pedocchi. Bertoldo. E il menar de' piedi dispiace a chi è tratto giù dalle forche. Re. Fra un poco tu sarai uno di quelli. Bertoldo. Inanzi orbo, che indovino. Re. Orsù, lasciamo andare le dispute da un lato. Olà, cavaliero di giustizia, e voi altri ministri, pigliate costui e menatelo or ora a impendere a un arbore, né si dia orecchie alle sue parole perché costui è un villano tristo e scelerato che ha il diavolo nell'ampolla e un giorno sarebbe buono per rovinare il mio stato. Su, presto, conducetelo via, né si tardi più. Bertoldo. Cosa fatta in fretta non fu mai buona. Re. Troppo grave è stato l'oltraggio che tu hai fatto alla Regina. Bertoldo. Chi ha manco ragione, grida più forte. Lasciami almeno dire il fatto mio. Re. Alle tre si fa cavallo e tu glien'hai fatte più di quattro, che gli sono state di troppo affronto. Va' pur via. Bertoldo. Per aver detto la verità ho da patir la morte? Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 6 months
Text
Verona, nuova esposizione nella Casa di Giulietta: ritrovato e acquistato il dipinto Romeo e Giulietta di Cosroe Dusi
Tumblr media
Verona, nuova esposizione nella Casa di Giulietta: ritrovato e acquistato il dipinto Romeo e Giulietta di Cosroe Dusi.  Da Mercoledì 6 Marzo, nella Casa di Giulietta, è visibile al pubblico il dipinto di grandi dimensioni del pittore veneziano Cosroe Dusi, Romeo e Giulietta del 1838, in cui viene raffigurato l'incontro notturno dei due amanti nella dimora della giovane Capuleti. A lungo ritenuto disperso e solo recentemente rintracciato, il dipinto è stato acquistato da Musei Civici di Verona nell'ambito di un progetto di riallestimento della Casa di Giulietta, dove sarà esposto in via permanente - dopo quasi due secoli dall'unica apparizione pubblica -, andando ad arricchire il percorso di visita del complesso museale. Il progetto è a cura della direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi e della curatrice della Casa di Giulietta Fausta Piccoli. "Si tratta di un'importante acquisizione, con cui i Musei Civici vanno a consolidare un potente fattore di attrattiva della città di Verona, il mito di Giulietta e Romeo reso immortale da Shakespeare. Il dipinto ottocentesco di Dusi si inserisce coerentemente e dialoga con l'allestimento "in stile" della Casa di Giulietta, curato da Antonio Avena tra il 1938 e il 1940 – spiega l'assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Nell'intento di arricchire l'esperienza di visita, si è studiata una collocazione dell'opera nel salone più ampio della Casa, salone dove le rilevanti dimensioni della tela possono risultare pienamente apprezzabili anche per una visione a distanza, con uno stile che richiama le messe in scena teatrali. Ricordiamo che le opere d'arte originali e richiamanti la vicenda dei due giovani e sfortunati amanti esposte nella Casa di Giulietta non sono ad oggi particolarmente numerose. L'esposizione permanente del dipinto di Dusi, in dialogo con un'altra opera ottocentesca, Giulietta di Pietro Roi del 1882, rappresenta il primo passo di un percorso che introdurrà miglioramenti significativi alla Casa di Giulietta. Un vero e proprio luogo iconico di Verona, che come Amministrazione vogliamo rendere di nuovo all'altezza della sua notorietà e del 'pellegrinaggio laico' che ogni anno si reca ai luoghi shakespeariani, dal cortile con il celebre balcone, alla Casa di Giulietta, alla sua tomba". "Il grande dipinto a olio su tela di Dusi si presenta ottimamente conservato all'interno di una pregiata cornice dorata originale di manifattura milanese - continua la direttrice Francesca Rossi –L'opera fu realizzata per l'Esposizione di Belle Arti di Venezia del 1838. L'eleganza della pittura proviene da una sapiente combinazione di artifici compositivi e tecnici che dimostrano un'interpretazione melodrammatica molto personale del magistero di Francesco Hayez in voga all'epoca. L'articolazione scenografica dello spazio architettonico, lo sfoggio dei colori, gli effetti luministici e degli abiti che indossano i due personaggi, l'espressione intensa del loro saluto amoroso struggente, la finezza del disegno, sono tutti elementi che esaltano il fascino e la qualità stilistica del dipinto. Il soggetto riflette anche il preciso momento in cui la vicenda dei due giovani innamorati vide la sua prima, grande fioritura e alimentò in tutta Europa la conoscenza e la fama dei luoghi veronesi di Romeo e Giulietta, a partire dalla Tomba e dalla Casa di Giulietta. A date così precoci, sono davvero molto rare le opere pittoriche dedicate al soggetto. Questa acquisizione aggiunge quindi un tassello cruciale per la conoscenza della prima stagione della diffusione nell'arte figurativa del tema shakespeariano. Per questo siamo particolarmente orgogliosi che sia entrata nel percorso di visita della Casa-Museo. In Italia si avrà poi un picco di interesse tra gli artisti del secondo Ottocento e primo Novecento, in parallelo alla fortuna all'estero, in particolare nella pittura inglese e tedesca. L'opera viene ora esposta nella cosiddetta "Sala da Ballo" in dialogo con i costumi di scena di Danilo Donati per il celebre film di Zeffirelli del 1968 e con l'opera a pastelli colorati di Pietro Roi, Giulietta, donata ai Musei Civici dal generoso gesto di Giuseppe Manni, animato dal desiderio di vedere nella Casa-Museo dei capisaldi rappresentativi del mito dei due amanti nell'arte".   GIULIETTA E ROMEO DI COSROE DUSI Il dipinto, di grandi dimensioni – olio su tela, cm 218 x 164 – e in perfetto stato conservativo, raffigura Romeo che abbraccia Giulietta rivolgendole un tenero sguardo nello spazio intimo di un balcone o di un loggiato. Spiccano l'espressività dolente dei due innamorati e la preziosità del loro abbigliamento, che passa dal rosso acceso per la veste di Romeo al bianco per quello di Giulietta, simbolicamente polarizzati tra purezza e passione. L'opera ben si colloca nella maturità artistica di Cosroe Dusi, che proprio in quegli anni andava allargando i suoi orizzonti artistici alla pittura di storia di stampo romantico, aggiornando il suo stile in direzione dell'esperienza di Francesco Hayez. Dopo un soggiorno a Monaco, dove aveva ottenuto un certo successo come autore di ritratti, Dusi tornò in patria dove, nel 1838, si tenne una mostra presso le sale dell'Accademia di Venezia per celebrare la visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I. Qui Dusi espose ben sette opere, tra cui Romeo e Giulietta, che aveva eseguito su commissione del conte Francesco Gualdo di Vicenza, come confermano i documenti, conservati alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, che attestano il pagamento dell'opera e la provenienza da Milano della splendida cornice in foglia d'oro che ancora impreziosisce il dipinto. Non sono al momento note le sorti successive della tela, probabilmente entrata a far parte della collezione del conte vicentino, esponente di una delle più nobili famiglie della città, e quindi passato con ogni probabilità sul mercato antiquario, in seguito alla vendita della collezione dopo la metà dell'Ottocento. La storia di Giulietta e Romeo nasce dalla penna di Luigi da Porto, nobiluomo vicentino, e viene pubblicata come novella nel 1531. L'ambientazione veronese si ispira probabilmente alla Divina Commedia di Dante dove i Montecchi e i Cappelletti, famiglie medievali, erano in lotta tra loro. I Montecchi furono davvero un'antica e nobile famiglia veronese coinvolta nelle lotte di fazione del Duecento, mentre i Cappelletti erano una famiglia guelfa di Cremona, creduta veronese all'epoca di da Porto.La storia di Romeo e Giulietta inizia subito a circolare a Verona e qualche anno dopo sarà apprezzata anche in Francia, per giungere poi in Inghilterra dove, nel 1596, viene messa in scena da William Shakespeare con il titolo di The most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet. Ai versi immortali di William Shakespeare si deve la fama universale di quest'opera, però fu il celebre dipinto di FrancescoHayez con l'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta, a inaugurare, nel 1823, la fortuna popolare del soggetto restando, insieme alla tela di Dusi, la più importante testimonianza figurativa di grande formato dei due amanti nella pittura italiana di quest'epoca. L'opera di Dusi conobbe subito una straordinaria fortuna iconografica. Già nel 1841, infatti, comparve in un'incisione tratta da un perduto disegno di Lilburne Hicks, illustratore inglese che forse vide il dipinto di Dusi a Venezia. L'incisione fu in seguito utilizzata sia a corredo di libri e riviste –, sia in fogli sciolti, per poi circolare in forma di cartolina all'inizio del Novecento. Il quadro, riscoperto dal professor Sergio Marinelli e studiato anche da Elena Lissoni e Fernando Mazzocca, rientra oggi a Verona dopo il prestito per la mostra, tenutasi all'Accademia Carrara di Bergamo tra le iniziative della città Capitale della Cultura 2023, Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma a cura di Fernando Mazzocca e Mariacristina Rodeschini.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
centroscritture · 7 months
Text
Tumblr media
"Soggetti eccentrici. La sperimentazione poetica nelle scrittrici italiane del secondo Novecento" / seminario online in due incontri di Marilina Ciaco in programma venerdì 1 e 8 marzo 2024.
Link per info e iscrizioni in basso.
Il canone letterario del Novecento ha lasciato dietro di sé una vasta costellazione di autrici donne la cui fortuna editoriale e critica ha dovuto, troppo spesso, fare i conti con i meccanismi di soggettivazione, rappresentazione ed esclusione imposti da una società patriarcale, dove l’accesso delle donne alle istituzioni culturali è stato sistematicamente ostacolato. All’interno di un tale contesto, diverse autrici sono state soggette a un duplice livello di esclusione, non solo in quanto donne, ma anche in quanto testimoni di un approccio alla scrittura difficilmente riconducibile a delle categorie interpretative tradizionali.
Considerando un periodo particolarmente cruciale per gli sviluppi e la diffusione delle sperimentazioni poetiche – e cioè quello che parte dagli anni Sessanta e che influirà sulle tendenze della poesia contemporanea fino a oggi – le “donne sperimentali” hanno intessuto un dialogo serrato con i «santi padri» della tradizione, di volta in volta riprendendo in chiave straniata, ridiscutendo in maniera radicale o mostrando il rovescio negativo dei discorsi e delle pratiche ricevute in eredità.
Si approfondiranno nello specifico sei autrici, per diverse ragioni emblematiche: Amelia Rosselli, Patrizia Vicinelli, Giulia Niccolai, Mirella Bentivoglio, Jolanda Insana e Patrizia Valduga. Ciascuna di queste autrici rivela un percorso originale e autonomo, senz’altro «eccentrico», riprendendo la celebre formulazione di Teresa De Lauretis: a torto ritenute “oscure” o poco “leggibili”, le loro scritture attestano una posizione critica, autodislocata e disidentificata rispetto ai dispositivi istituzionali (letterari e sociali), al simbolico e allo stesso linguaggio, ma anche rispetto alle determinazioni vaghe e riduttive legate a un’idea essenzialista di “scrittura femminile”.
Le autrici in questione saranno pertanto discusse e analizzate indagando le loro specificità in termini linguistici, stilistici, formali, macrotestuali, nonché nel dialogo fra istanze di poetica e strategie compositive.
INFO E ISCRIZIONE
0 notes
Text
Come vive la gente
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/come-vive-la-gente/
Come vive la gente
Tumblr media
 Ci sono persone che mi sono simpatiche a prima vista, anche se non le ho mai viste e probabilmente mai le vedrò. Una di queste – la più recente, direi – è Jacline Mouraud, la signora francese di 51 anni anima e guida della protesta dei “giubbotti gialli”.
       Di lei amo la concretezza, così lontana dalle fumisterie dei politici di professione e dalle cifre snocciolate ad hoc dagli economisti “embedded” (sapete quanti ce ne sono, vero…?). Non ho mai sopportato i discorsi su la società democratico-liberal-capitalistica come “il migliore dei mondi possibili” neppure quando qualche briciola dei suoi cascami me la garantiva. E vivevo discretamente, magari andandomi a cercare il lavoro nei posti e nelle attività più disparate, ma vivevo. Non avevo ambizioni di fare l’intellettuale organico, per cui difendevo la mia personale autonomia di pensiero senza leccare le terga ad alcuno, dunque non ricevendone incarichi, se non molto parziali, ma sbarcavo il mio personale lunario cercando lavoro ovunque fosse possibile trovarlo.
       Poi, ovviamente, la caduta: all’emarginazione politica si viene ad aggiungere – con lenta ma inesorabile progressione – l’emarginazione economica: attività un tempo fiorenti svaniscono, altre vengono vietate, altre ancora diventano mercati dove la concorrenza è talmente forte e aspra da azzerare i prezzi delle prestazioni e, in non pochi casi, anche la possibilità di essere pagati. Alla fine, restano solo quelle a convocazione politica e io a quelle non posso davvero ambire.
       Nessuno mi ha mai parlato di queste cose, nei suoi discorsi, salvo pochi amici fidati. Ma silenzio assoluto sul versante “borghese” e silenzio ancor più assoluto su quello politico, forse perché toccare certi temi pare di cattivo gusto.
       Jacline Mouraud, per contro, traccia un quadro personale realistico: molte attività, nessuna in grado di procurare un introito dignitoso perché tutte molto malpagate; tasse, spese varie, un progressivo impoverimento che porta le persone a vivere come underdog, nel “migliore dei mondi possibili”. Gli apologeti di quest’ultimo ci cantano le lodi di un sistema attento all’ambiente, ai “diversi”, ai migranti, alla salute individuale e collettiva, dimenticandosi solo di sottolineare che, se uno deve lavorare 12-13 ore al giorno per portare a casa – a fatica – un migliaio di euro al mese comincia a fregarsene bellamente del “migliore dei mondi possibile” e dei “massimi sistemi”, semplicemente perché il sistema “minimo” in cui è immerso fa acqua da tutte le parti, fa schifo e non gli consente di vivere non dico in maniere dignitosa, ma men che dignitosa. E visto il numero di poveri assoluti che crea anno dopo anno, non gli consente nemmeno di vivere più.
       Ho avuto la fortuna di leggere e studiare molto nel corso della mia vita, per cui non ho ansie particolari: so che chi semina povertà, insoddisfazione economica, tristezza, dolore, disagio, non sta facendo qualcosa che potrà giovargli molto. Non dico a titolo personale, ma certo non gioverà al sistema che sta cercando di difendere. Così guardo e aspetto: ogni giorno di dolore e di sofferenza in più è un livello di rabbia, di volontà di riscossa e di vendetta in più. Chi semina vento, raccoglie tempesta, si dice. E chi semina dolore e miseria, cosa raccoglierà?. E, se in Italia questo non incide granché, sebbene noi siamo messi assai peggio di altri popoli, altrove magari non è e non sarà così, grazie a una superiore volontà di reazione.
       Vedo i ricchi e i boiardi di sistema che se la godono, sorridenti e autoreferenziali, e so che verrà il giorno che me la godrò io, o chi per me. La diffusione deliberata di miseria e dolore, spacciata per un grande operazione democratica e di correttezza economica è una responsabilità di cui dovranno rispondere in molti. Anche chi ora non ci pensa avrà la sua Norimberga, dunque un tribunale assolutamente democratico ed equilibrato.
0 notes
marketer11 · 11 months
Text
Consigli su come fare viral marketing nel 2024 Il marketing virale è una tecnica molto efficace per promuovere un prodotto o un servizio. Qui ci sono alcuni consigli su come fare viral marketing nel 2024:
Come fare viral marketing nel 2024. Usa i social media in modo strategico: i social media sono uno dei mezzi più efficaci per diffondere il tuo messaggio. Utilizza i social media in modo strategico, creando contenuti coinvolgenti e condivisibili che siano in linea con la tua marca e i tuoi obiettivi. Collabora con influencer: gli influencer sono persone che hanno un grande seguito sui social media e che possono aiutarti a raggiungere un pubblico più ampio. Cerca di collaborare con influencer che siano in linea con la tua marca e che possano promuovere il tuo prodotto o servizio in modo autentico. Crea contenuti coinvolgenti: i contenuti coinvolgenti sono la chiave per fare viral marketing. Sii creativo e cerca di creare contenuti che siano divertenti, informativi o emozionanti. I video sono un formato che funziona molto bene per il marketing virale. Sii autentico: la gente vuole sentirsi vicina alle marche che acquista. Cerca di essere autentico e di mostrare la tua personalità attraverso la tua comunicazione. In questo modo, la gente si sentirà più vicina alla tua marca e sarà più propensa a condividerla. Spero che questi consigli ti siano utili! Buona fortuna con il tuo marketing virale nel 2024.
1 note · View note
Text
EDITORIALE LUGLIO 2023 http://dlvr.it/Srt3m6 cari lettori, care lettrici, chi di voi ci segue sui social network si sarà accorto della nascita di Pagine di Fantasia, il supplemento al Lettore di Fantasia che svolge in pratica il ruolo di catalizzatore per la nostra rivista. Totalmente gratuito, Pagine di Fantasia è una newsletter pensata per chi ancora non ci sostiene su Patreon e vuole cominciare ad esplorare i nostri contenuti, contiene infatti un racconto gratuito ogni mese e l'incipit dei racconti che si trovano sul Lettore. Inoltre contiene raccomandazioni di libri e altre informazioni utili! Insomma, un piccolo tesoro per chi ama leggere. Consigliatela ai vostri amici! Se sono lettori appassionati la adoreranno e voi gli avrete fatto un magnifico regalo; iscriversi è semplicissimo, basta cliccare sul banner che si trova sulla nostra home page. Ed ecco un'altra novità, visto che l'estate è tradizionalmente un momento in cui si legge (per fortuna) di più, e quindi un buon consiglio di lettura è sempre ben accetto, abbiamo aperto sul nostro sito una sezione dedicata ai libri degli autori che hanno già pubblicato con noi; se i loro racconti vi sono piaciuti, perché non tentare con un romanzo? È sufficiente andare sul nostro sito, nella pagina "libreria" e lasciarsi trasportare dall'ispirazione... non ve ne pentirete! Inoltre, acquistando i libri tramite i nostri link non solo sosterrete gli autori, ma contribuirete anche alla crescita della rivista. Quando leggerete queste righe qualcuno di voi sarà già in ferie (beato lui) qualcun altro le starà ancora sognando, dalla calura cittadina (noi saremo fra questi) ma l'importante è tenere duro e in questo la lettura come sempre dà una gran mano, con la sua magica capacità di farci viaggiare, se non proprio in direzione di qualche località di villeggiatura, almeno verso i mondi infiniti della fantasia! Buone ferie e buone letture, Fabio Mosti
0 notes
scienza-magia · 1 year
Text
Buoni o cattivi auspici con il veliero di San Pietro
Tumblr media
Barca di San Pietro: significato, quando si fa e come si prepara. Secondo un’antica tradizione, in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo bisogna prepara la Barca di San Pietro, ma cos’è e soprattutto come si crea l’effetto del veliero in acqua? La creazione della Barca di San Pietro è un’antica usanza rurale che si diffuse in Italia secoli fa, e che si è conservata fino a oggi specialmente nel Nord della penisola. L’origine di questa folkloristica tradizione si perde nel tempo ma, stando alle fonti, i primi tentativi della riproduzione del veliero di San Pietro risalirebbero all’VIII secolo d.C. in monasteri e ambienti benedettini; infatti, molto probabilmente è ai monaci benedettini che si deve la diffusione della tradizione nel Nord Italia. La tradizione vuole che alla vigilia della festa di San Pietro e San Paolo - che si svolge ogni 29 giugno per commemorare il martirio dei due Santi - bisogna lasciare sul davanzale un contenitore pieno d’acqua e che al mattino, dopo una notte in giardino o su un davanzale, la barca di San Pietro consenta alle persone di leggere i buoni o cattivi auspici per l’agricoltura e per l’attività di pesca.
Tumblr media
Per tale ragione ogni anno con l’avvicinarsi della festività, molto sentita nella Capitale, iniziano a comparire sui social video e tutorial su come preparare il veliero di San Pietro. Il procedimento è piuttosto semplice e richiede l’utilizzo di due semplici ingredienti: acqua e albume d’uovo. Ma esattamente come si prepara e soprattutto come si “legge” la Barca di San Pietro? Di seguito una breve guida sulla storia, il significato e realizzazione della barca. Cos’è la barca di San Pietro e quando si prepara? Nonostante la festa dei Santi Pietro e Paolo sia una festività molto sentita a Roma, la tradizione del veliero di San Pietro si è conservata nelle regioni del Nord Italia: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte. Secondo la tradizione nella notte tra il 28 e il 29 giugno, giorno della festa dei due Santi, i contadini dovevano decorare il proprio giardino o il davanzale con una giara contenente questo un “veliero fantasma” e che solo l’indomani mattina sarebbe stato visibile agli occhi delle persone. L’idea è quella di rappresentare una sorta di barca in acqua in onore di San Pietro, abile pescatore. Così ancora oggi, nella notte del 28 giugno, le persone lasciano sui propri davanzali contenitori trasparenti pieni d’acqua, all’interno dei quali si è lasciato colare l’albume d’uovo. Al mattino, grazie all’albume è possibile vedere delle sorte di “vele”, le quali a seconda che siano aperte o chiuse rappresentano la risposta agli auspici per il raccolto e la pesca. Come leggere la barca di San Pietro: qual è il suo significato La tradizione vuole che la caraffa, il barattolo, il vaso o un qualsiasi altro contenitore di vetro contenente dell’acqua e l’albume d’uovo richiami lo spirito di San Pietro. Secondo la credenza, quindi, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, sarà lo stesso San Pietro a camminare per i giardini e decidendo di soffiare all’interno dei contenitori, in modo che appaia l’immagine di un veliero. Più l’immagine creata dall’albume è definita maggiore sarà la fortuna. Ciò vuol dire che nel caso in cui la barca appaia ben visibile e per di più con vele dispiegate al vento, il proprietario della giara avrà un’ottima annata, un buon raccolto oppure un buon pescato. Ma non basta avere le vele dispiegate, anche il numero degli alberi (e quindi delle vele) conta; perciò, maggiori saranno le vele e gli alberi maestri e maggiore sarà la fortuna durante l’anno. . Come si prepara la barca di San Pietro? Il procedimento da seguire per preparare la barca di San Pietro è molto facile, bisogna solo riempire un contenitore con acqua e albume d’uovo, senza mescolare e lasciare che la fisica faccia il resto sorprendendoci al mattino. La sera del 28 giugno si riempie un contenitore ampio e trasparente - per poter vedere il giorno seguente il risultato - con dell’acqua. A quel punto si fa colare l’albume di un uovo all’interno e si mette a riposare per tutta la notte. La mattina seguente si potrà ammirare la barca di San Pietro, un fenomeno fisico dovuto alle variazioni termiche che ha mantenuto il proprio fascino nei secoli fino ai giorni nostri. Read the full article
0 notes
tempi-dispari · 1 year
Photo
Tumblr media
New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2023/05/25/imo-la-resistenza-attiva-dei-locali-di-musica-live/
IMO: la resistenza attiva dei locali di musica live
Oggi andiamo a toccare un altro spinoso argomento. La chiusura di innumerevoli locali per la musica dal vivo. Vero è che la pandemia ha messo in ginocchio per poi ‘giustiziare’ moltissimi esercizi. D’altra parte, tuttavia, esiste una crisi che va avanti da diversi anni. E non è solo una questione economica. Forse è più un fattore generazionale. Come detto in altre occasioni, ogni generazione ha la propria musica. Per diverso tempo le nuove leve non hanno avuto una colonna sonora rock. Però questo, comunque, non spiega il perché delle serrande abbassate. Dicendola in modo semplicistico, sarebbe stato conveniente per i gestori cambiare direzione e chiamare artisti emergenti del genere del momento per rimanere aperti. Eppure non lo hanno fatto. Non credo non ci abbiano pensato.
Davvero il senso di coerenza, di appartenenza è stato così forte da far preferire la chiusura all’aggiornamento? Non essendo esercente non posso rispondere. Da osservatore posso dire che la cosa un po’ mi perplime. Ho visto diversi locali adattarsi ai cambiamenti. Il che non è un male. La vita va avanti, per fortuna. Le cose mutano. Il riuscire a stare in piedi in mezzo alla tempesta non significa per forza tradire se stessi. Certo, si è legati ad un certo ambiente, ad un determinato settore, ma si è anche persone d’affari. Ciò non significa che il profitto viene prima dei principi.
Significa solo cercare un’altra strada per non farli morire quei principi. Magari i modi per mantenere in piedi due anime distinte e separate c’erano. Perché non utilizzarli? Prima di scatenare polemica, so perfettamente che il discorso è molto complesso. Non voglio certo banalizzare. Restano in ogni caso degli interrogativi. Si dice che è diminuito il pubblico ai live. Per questo molti locali hanno dovuto chiudere. Bene. In seguito, molte persone si sono lamentate della chiusura dei locali. Una contraddizione in termini. Dove erano quelle persone mentre le sale concerto erano vuote?
In seconda battuta, quali sale concerto si sono svuotate? Quelle del rock? Perché, a ben vedere, i concerti di molti altri artisti underground appartenenti ad altri generi, erano pieni. Poi, non è che le persone non sono più andate a sentire musica dal vivo perché era sempre la stessa? ovviamente in questo frangente si parla di cover. A complicare la situazione ci si mette anche il contesto generale di ostacolo alla musica indipendente: non viene trasmessa. Questo inevitabilmente porta alla non diffusione e alla non conoscenza di nuove band. Infinite volte ho sentito le parole ‘non esce nulla di buono’ quando decine di band avevano appena pubblicato dischi pazzeschi.
Ma se non si sentono da nessuna parte, nessuno li conoscerà. Esiste poi un’altra sfaccettatura. Quei locali che, indomiti, direi a questo punto, hanno resistito per poi riprendere una programmazione fuori dall’andamento commerciale, come ci sono riusciti? Una domanda cui solo loro possono rispondere. Certo, dire che la sola passione li abbia condotti fuori dal tunnel, forse come risposta è un po’ debole. Passione si, ma sempre con i piedi per terra. Ahinoi ci sono anche i conti da fare. Quindi? Come hanno fatto e perché, tenendo presente il contesto, hanno deciso di riaprire ripartendo da dove avevano interrotto? Mille domande per una manciata di risposte.
A ben vedere neppure esaustive. Questo perché sono talmente tanti i fattori che hanno influito che non si può parlare di uno determinante. Allo stesso modo non è solo scelta dettata dalla situazione. Come non è responsabilità solo dei gestori o solo del pubblico. Da una parte c’è, probabilmente, la paura di rischiare, da entrambe le parti. Dall’altra un senso di insoddisfazione generale che ha spinto a disertare i concerti. È, in ogni caso, un cane che si morde la coda. Una cosa è certa. Se qualcuno ce l’ha fatta lo si deve solo che ringraziare per la costanza e la lungimiranza. Per chi invece ha abbandonato, è come se se ne fosse andato un pezzo di cuore, di anima, di storia. Per tutti un solito monito, resistiamo e combattiamo.
0 notes
tagomago-ita · 2 years
Text
Sabato 11 marzo
All’interno della rassegna
RISATE DA PAURA
@ Transilvania Rock Star Hotel
 Spettacolo di
Duilio Pizzocchi
comico e cabarettista italiano
e cena
COSTO 38 EURO
Inizio h 21.30
   Translivania Rock Hotel
Via Autostazione, 95,
 San Benedetto Val di Sambro BO
 A 300 mt dall’uscita PIAN DEL VOGLIO - autostrada BOLOGNA FIRENZE
https://transilvaniahotel.it/
  È apparso in televisione in numerose trasmissioni in onda su reti locali, a partire dal 1983. Le prime trasmissioni furono con Gilberto Rivelli, su reti locali come Nuovatelevisione e poi Rete 7, contesto in cui si svilupparono alcuni dei suoi personaggi più noti, come l'invadente imbianchino ferrarese Duilio Pizzocchi e lo sregolato camionista Ermete Bottazzi, e altri poi ripresi su altre televisioni locali e negli spettacoli dal vivo, come Cactus, il tossicodipendente sempre in cerca di spicci, l'astrologa Donna Zobeide, il boss mafioso italo-americano Eddy Collante, e la vecchietta acida e iettatrice Nonna Novella.
Dal 1988 Pagliari ha intrapreso a tempo pieno la carriera del cabaret, collezionando apparizioni presso un vasto numero di televisioni locali di diversi livelli (Rete Mia, Rete 7, Odeon TV, Antenna 1, Italia 7, Rete 8 e Nuova Rete) e altre, meno frequenti, in trasmissioni a diffusione nazionale, per esempio Zelig (edizione del 2000, su Italia 1) Maurizio Costanzo Show (2001, Canale 5), Zelig Circus (2006, Canale 5), Tisana Bum Bum (Rai 2), Alle due su Rai Uno (Rai 1).
Con Andrea Sasdelli, alias Giuseppe Giacobazzi, e altri ha fondato nel 1992 un proprio spettacolo itinerante, il Costipanzo Show, che va in scena con cadenza settimanale in locali e teatri della zona di Bologna. Fra i suoi spettacoli teatrali si possono citare Coppia d'assi (con Giacobazzi) e lo spettacolo di monologhi Vernice fresca. Pagliari è anche noto come cronista di incontri di football americano. Nel 2008 è il protagonista della sit-com "Casa Pizzocchi", in onda su Tele1, ambientata in una casa nelle valli di Comacchio e con Duilio Pizzocchi, Andrea Poltronieri, Marco Dondarini ed Andrea Vasumi.
Al cinema ha recitato in vari film: Consigli per gli acquisti di Sandro Baldoni (1997), Baciato dalla fortuna di Paolo Costella (2011), All'ultima spiaggia di Gianluca Ansanelli (2012), Volevo nascondermi di Giorgio Diritti (2020) e Va bene così di Francesco Marioni (2021).
Nel 2020 ha pubblicato per Pendragon un libro di racconti dal titolo Fuori scena. Risate a sipario chiuso.
Conduce dal 2005 con Giacobazzi un programma radiofonico, Il Manicomico, che va in onda tutti i giorni su Radio Italia Anni 60 Emilia Romagna.
 La formula della serata è quella delle cene a base di “risate da paura” in locali storici di Las Vegas sullo Strip come il Comedy Club.
Dietro alla rassegna c’è come sempre la mente creativa vulcanica di Ice Ferri, ideatore dell’hotel e delle attività che si svolgono all’interno della struttura inaugurata il 31 ottobre 2022. Particolare anche la proposta culinaria che gira intorno alla passione di Ice Ferri per il tartufo. Il tartufo è infatti alla base dei menù  che saranno proposti durate le serate. Tartufi che provengono direttamente dalla tartufaia di Ice e che a Los Angeles, dove vive, lo hanno fatto conoscere, con il suo ristorante a Pacific Palisades a gente del jet set hollywoodiano, modaiolo (Calvin Klein è un abituèe) e a rock star come Fred Durst (Limp Bizkit) o Metallica.
 Per informazioni su menù, spettacolo e prenotazioni; 380 101 3184
0 notes
Text
Fonti rinnovabili, il Parlamento europeo verso lo snellimento della burocrazia
Le fonti rinnovabili stanno diventando sempre più oggetto del desiderio di molte nazioni nel mondo. Per fortuna, l’utilizzo di materie prime rinnovabili sta aumentando, ma non come ci si aspetterebbe in questo periodo di crisi climatica. Una delle cause è la burocrazia, che con le sue lungaggini finisce quasi sempre per scoraggiare l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Un problema che va affrontato al più presto. Fonti di energia rinnovabile installabili in casa I cittadini possono già fare qualcosa per cercare di avere un minor impatto sull’ambiente e risparmiare in bolletta installando in casa propria alcuni impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Vediamone alcune.  La prima è il fotovoltaico. Questo consente di ricavare corrente elettrica direttamente dalla luce solare. I prezzi per installare questo tipo di tecnologia a pannelli in casa sono sensibilmente diminuiti grazie alla sua diffusione su larga scala, permettendo al singolo utente di recuperare la spesa fatta per l’installazione nel giro di 6 o 7 anni al massimo. Il tutto grazie ad un risparmio di circa 300 euro annui, se non di più, sulle bollette dell’energia elettrica. Se si dovesse decidere, poi, di non autoconsumare tutta l’energia accumulata nell’arco della giornata, ma di immetterne anche una parte sulla rete elettrica pubblica, questo consentirà al cittadino di ricevere alcuni contributi compensativi direttamente in bolletta.  Altra soluzione è quella delle pompe di calore, ossia impianti che prelevano l’energia termica che si trova nell’ambiente esterno per diffonderla in casa o in forma liquida (acqua) o gassosa (aria). Possono fungere anche da pompe di raffreddamento se provviste di un inverter. Rispetto alle classiche caldaie, questi impianti, che producono energia da una fonte green, consentono un risparmio di circa il 60%, che può diventare del 95% se li si abbina a impianti fotovoltaici. Il procedimento, infatti, è semplice: i pannelli fotovoltaici producono energia elettrica e le pompe usano quest’ultima per produrre acqua calda, calore o aria fresca, senza uso di corrente proveniente da gas o idrocarburi fossili. Anche l’eolico può essere usato nella propria abitazione. Sembra strano, in quanto quando parliamo di questo tipo di fonte facciamo sempre riferimento alle grandi pale presenti sul nostro territorio. In realtà esistono delle piccole turbine eoliche fornite di pale che consentono di produrre corrente elettrica ricavata dall’energia cinetica prodotta dal loro movimento causato dal vento. Come nel caso del fotovoltaico, anche per l’eolico si può decidere di utilizzare subito o accumulare l’energia prodotta. Esiste persino la possibilità di creare sistemi ibridi, con pala eolica abbinata a uno o più pannelli fotovoltaici. Per capire, poi, come poter installare al meglio un impianto eolico domestico, è possibile leggere approfondimenti ad hoc e contattare gli esperti del settore, in modo da avere una panoramica a 360° sul tema. Il sole torna protagonista con un altro impianto capace di sfruttarne il calore. Parliamo del solare termico, ossia di quell’impianto che è costituito da pannelli solari e non fotovoltaici. La differenza sta che questi usano l’energia solare solo per produrre acqua calda e riscaldare gli ambienti interni, un po’ come le pompe di calore. Il risparmio previsto è di quasi il 70% per la produzione di acqua calda, mentre si aggira appena sotto il 50% per il riscaldamento dell’abitazione.  Infine esistono le biomasse, che usano materiali biologici, come residui, scarti animali e vegetali, i quali vengono trattati per essere utilizzati come un vero e proprio combustibile energetico ad impatto 0. Solitamente questo tipo di materiali viene utilizzato non tanto per la produzione di elettricità, quanto per quella di calore, andando a sostituire il gas e, appunto, la corrente. Il risparmio, anche qui, può essere davvero notevole, specialmente se abbinato all’installazione di altri impianti, come quello eolico o fotovoltaico. Le possibilità non mancano di certo. L'importante è scegliere di produrre energia green. Snellimento della burocrazia sul fronte rinnovabili: c’è la proposta In realtà qualcosa finalmente si sta muovendo. Lo scorso 14 novembre, infatti, il Parlamento Europeo ha ritenuto opportuno approvare una proposta di legge che favorisca la diffusione delle fonti ecosostenibili, in quanto ogni progetto legato a questa tematica verrà dichiarato di interesse prioritario e pubblico.  Questo vuol dire, ad esempio, evitare che alcune delle valutazioni di impatto ambientale dell'impianto di produzione di energia green verranno saltate. Per cercare, dunque, di far fronte sia al cambiamento climatico, sia alla dipendenza da combustibili fossili provenienti dalla Russia entro il 2025, si proverà ad accorciare il più possibile il periodo di approvazione per queste tipologie di impianto, determinando anche aree di accelerazione individuate dagli stati membri e utilizzabili a tal scopo. I tempi non dovrebbero più arrivare a sforare i 18 mesi di tempo. In caso di ulteriori ritardi i permessi saranno dati automaticamente. Read the full article
0 notes
firewalker · 3 years
Text
Magari lo sapete già, ma repetita juvant
Stavolta sto facendo divulgazione seria
Devo dire due cose da qualche giorno, che credo siano importanti. Magari sono banalità per qualcuno di voi (ho la fortuna di avere follower, qui su tumblr, altamente selezionati e intelligenti) ma magari con le diffusioni del post si raggiunge qualcuno che non le sapeva e conviene informarlo. La prima cosa è un po' vecchia, riguarda la quarantena del Covid, la seconda invece riguarda le dichiarazioni di EMA
COME FUNZIONA LA QUARANTENA
A parte il fatto che la differenza tra quarantena e isolamento non è chiara nemmeno al ministero, cito (fonte):
Che differenza c'è tra quarantena, sorveglianza attiva e isolamento?
Quarantena e isolamento sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero.
La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.
L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.
La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l'operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.
In pratica ci dicono a chi si attua la quarantena e quali sono gli scopi ma non ci dicono cosa fare e cosa non fare in quarantena, a differenza dell'isolamento e della sorveglianza attiva. Suppongo che la quarantena sia un'isolamento meno... isolante. A parte questo, le nuove regole impongono comportamenti diversi a seconda dello stato vaccinale per la quarantena e per l'isolamento, e ho più volte notato molta confusione.
Principalmente, che tu sia vaccinato con tre dosi, con due da meno di 120 giorni o guariti da meno di 120 giorni (questi tre da ora li chiamo vaccinati booster), con due da più di 120 giorni, guariti da più di 120 giorni o che tu non abbia completato il ciclo vaccinale (da ora gli altri), se sei positivo stai in isolamento. Senza se e senza ma. Devi separarti il più possibile da qualsiasi contatto.
Ho letto di gente con la terza dose convinta di poter andare in giro con la FFP2 con tampone positivo. NO, STAI A CASA E TI ISOLI PURE DAI CONVIVENTI. Pure con la terza dose. (fonte)
Quando risulti positivo, l'unica cosa da fare è l'isolamento. La differenza tra i vaccinati booster e gli altri è nelle tempistiche riguardanti l'uscita dall'isolamento, i primi fanno il test (anche antigenico) dopo 7 giorni se asintomatici o comunque dopo che siano passati almeno 3 giorni dai sintomi; gli altri si fanno un isolamento di 10 giorni prima del tampone.
I vaccinati booster hanno una quarantena più blanda, perché se vengono a contatto con un positivo ma non sviluppano mai i sintomi (se li sviluppano fanno il tampone e se positivi si torna a sopra), non hanno obbligo di tampone e si devono muovere con la mascherina FFP2, ma possono uscire di casa, a differenza degli altri che devono rimanere a casa e fare un tampone dopo 5 giorni obbligatoriamente (o 10 se non hai fatto il vaccino).
Per i dettagli leggete il link della fonte, quello che mi interessa dire è che per la miseria se sei positivo non esci di casa nemmeno se hai tre dosi di vaccino!
LE DICHIARAZIONI DELL'EMA
Qui, su questa faccenda, mi limito a riportare quello che ha scritto Federico Caobelli su facebook (fonte)
EMA E I TRADUTTORI AD CA22UM
Notiziona del giorno, rilanciata da tutte le testate complottiste italiane, sarebbe l'allerta dell'EMA secondo cui la quarta dose rischia di distruggere il sistema immunitario
vediamo invece NELLA REALTA' cosa ha detto: https://www.youtube.com/watch?v=c_bdtDczwK0
Minuto 19.00: - le terapie intensive e gli ospedali sono pieni di persone infette che non si erano vaccinate - la grande maggioranza delle morti da Covid è nei pazienti NON vaccinati - incoraggiamo tutti a vaccinarsi il prima possibile, non è troppo tardi
Minuto 22.50: - La strategia di vaccinare con dose booster ogni 4 mesi puo' dare problemi con la risposta immunitaria, che potrebbe non essere cosi' buona come pensiamo (ovvero, potrebbe ridursi l'efficacia del vaccino--- non del sistema immunitario in generale) - vaccinare ogni 4 mesi potrebbe creare fatica nella popolazione (non affaticare il sistema immunitario, significa che la gente è stanca) - se le condizioni della pandemia lo richiedono, allora somministrare il booster per una o due volte puo' essere la soluzione migliore (ovvero, terza e quarta dose), ma non possiamo pensare che si possa fare dosi booster indefinitamente - sarebbe magari opportuno fare dosi booster piu' distanziate, sincronizzandole con l'arrivo della stagione fredda. Questa sarebbe l'opzione migliore quando passeremo da pandemia a epidemia. (quindi figurati te, EMA sta addirittura ipotizzando di fare un booster ogni anno...)
Ecco, questo è quanto detto. Tutto il resto è comprensione zero della lingua inglese e volontarietà di diffondere la solita melma maleodorante spacciandola per notizie. E cosi' magicamente la stessa EMA che è vista come il diavolo di colpo diventa la bibbia, quando sembra dire cio' che non capiamo ma intensamente desideriamo...
Non sapere l'inglese non è una colpa. Ma davvero avete sempre cosi' piacere a farvi prendere per i fondelli da ignoranti patentati che guadagnano con i vostri like?
Quindi, fate il favore, evitate di andare in giro a dire che l'EMA dice che i vaccini indeboliscono il sistema immunitario. Non ci fate una bella figura.
Grazie.
30 notes · View notes
lamilanomagazine · 7 months
Text
Nella Giornata Mondiale il Veneto punta forte sulla prevenzione al cancro
Tumblr media
Nella Giornata Mondiale il Veneto punta forte sulla prevenzione al cancro "La lotta al cancro è una battaglia quotidiana. Sempre più spesso, per fortuna, si vince, in altri casi si perde. L'importante è non arrendersi mai, come fa la sanità veneta, che mette in campo i suoi quattro assi: prevenzione, organizzazione in rete, modernità dei macchinari di diagnosi e cura, grande professionalità dei sanitari e dei team multidisciplinari, perché l'unione fa la forza, come nel caso delle Breast Unit per la diagnosi e cura del tumore al seno. Senza dimenticare il prezioso apporto dell'Istituto Oncologico Veneto-IOV, IRCCS a carattere nazionale". Con queste parole, il Presidente Luca Zaia, introduce l'impegno della Regione Veneto e della sua sanità in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro. "L'assistenza specialistica e ospedaliera – aggiunge il Governatore – è al top, ma oggi è importante focalizzare l'attenzione sulla prevenzione, grazie alla quale si riesce già oggi a evitare lo sviluppo di circa il 40% dei tumori. Un successo importante, ma che vogliamo ancora una volta non considerare un punto d'arrivo, ma uno di nuova partenza. Ogni 1% che da oggi in avanti sapremo guadagnare significherà nuove vite salvate, sofferenze risparmiate, qualità della vita aumentata. La salute di ognuno rende tutti più forti è il motto della nostra Prevenzione, che continueremo a rafforzare e attuare con ogni mezzo". Ad esempio, la Direzione Prevenzione della Regione porta avanti da oltre un decennio, gli interventi di prevenzione e promozione della salute al fine di raggiungere, in collaborazione con le Aziende Ulss, gli obiettivi previsti, cioè contrastare i fattori di rischio per tumori, intercettare le lesioni cancerogene con gli screening e contrastare eventuali recidive, con un'adeguata presa in carico che offra al cittadino nuove opportunità di salute. "In particolare – aggiunge l'Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – stiamo ottenendo risultati lusinghieri con gli screening per il cancro del colon (uomini e donne tra i 50 e i 74 anni); il cancro della cervice uterina (per le donne non vaccinate dai 25 ai 64 anni; per le donne vaccinate dai 30 ai 64 anni); il cancro al seno (per le donne dai 50 ai 74 anni). Nel 2022, nel Veneto, più di 1.307.000 soggetti residenti sono stati invitati ai tre programmi di screening oncologici con tassi di adesione della popolazione invitata che si sono confermati essere tra i valori più elevati a livello nazionale (adesione del 75%, del 57% e del 63% rispettivamente per mammella, cervice e colon-retto), ma – dice Lanzarin – vogliamo fare ancora meglio con tutte le azioni di sensibilizzazione possibili. La Regione ha costruito negli anni un Sistema Prevenzione in grado di contrastare la diffusione dei principali tumori, che risultano per molte tipologie in diminuzione, e offre la possibilità anche a chi ha avuto una diagnosi di prendersi maggiormente cura di sè, attraverso le diverse opportunità di acquisire stili di vita corretti. La prevenzione è davvero una risorsa alla portata di tutti". La Regione del Veneto è impegnata a livello regionale e locale nella promozione di scelte salutari, accompagnando la persona in tutte le sue fasi di vita, nei diversi ambiti di vita (comunità, scuola, lavoro, sanità, ecc.), rendendo disponibili e facili le scelte salutari (attraverso il rafforzamento del sistema pubblico dei mezzi di trasporto, la viabilità casa-lavoro, casa-scuola, la ristorazione collettiva scolastica e sociale, la rigenerazione degli spazi urbani). che miri ad abbattere le disuguaglianze in salute con una maggiore attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione; cercando di avviare e stringere accordi di intesa e di interesse tra enti, servizi pubblici e privati che hanno come obiettivo comune quello del benessere della persona. I livelli di intervento sono molteplici e diversi a seconda della situazione della persona, nel dettaglio: • Interventi di sensibilizzazione ed informazione per rafforzare ed implementare le abilità di vita, cioè fattori protettivi per il benessere generale della persona: le life skills per i bambini e ragazzi, l'alfabetizzazione sanitaria per giovani e adulti. Rientrano in questa categoria il lavoro fatto in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, con le SCUOLE CHE PROMUOVONO SALUTE (ad oggi hanno aderito 170 Direzioni Scolastiche Statali, 54 Scuole Paritarie e 15 Centri di Formazione Professionali del Veneto), per rendere fin da piccoli le persone in grado di scegliere per il proprio benessere; le azioni svolte con i Comuni in collaborazione con ANCI sulla rigenerazione urbana in un'ottica di salute, per migliorare la sicurezza e la viabilità delle strade, per far aderire i Comuni alla rete regionale dei COMUNI ATTIVI (ad oggi già 150 i Comuni hanno aderito alla Rete), al fine di ridurre la sedentarietà nella popolazione. • Interventi sempre più diffusi rivolti a tutto il personale sanitario per fornire le competenze necessarie al fine di favorire nelle persone con cui vengono in contatto quotidianamente la possibilità di fare scelte corrette per il proprio benessere, portandoli anche alla consapevolezza delle scelte che possono influire sulla propria salute. Dal 2023 è nato anche Vivo Bene Map, un sistema di mappatura dei servizi territoriali e delle strutture pubbliche e private presenti nel territorio regionale a supporto della popolazione e del personale sanitario per la modifica dei comportamenti non corretti per la propria salute, che attualmente mette in rete più di 100 strutture pubbliche e private, rete che si sta ogni giorno allargando grazie al lavoro congiunto tra Regione, Aziende Sanitarie ed enti partner. • Interventi per diffondere offerte terapeutiche per persone con patologie conclamate, anche oncologiche, che possono avere un beneficio nell'essere seguiti oltre che nella terapia farmacologica anche per acquisire comportamenti corretti per la salute, che possano accrescere il benessere percepito e contrastare efficacemente il rischio di recidive; rientrano tra queste offerte nel territorio anche le palestre della salute (ad oggi più di 50 nel territorio veneto) con la prescrizione dell'esercizio fisico, i centri per il trattamento tabagismo e gli ambulatori nutrizionali delle Aziende ULSS. • Interventi di prevenzione attraverso la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV) che ha dimostrato ridurre il rischio di carcinoma della cervice uterina e altri tumori HPV correlati. Le Aziende ULSS invitano ogni anno tutte le ragazze e i ragazzi di 11 anni, offrendo gratuitamente il vaccino nell'età in cui è maggiormente efficace. Purtroppo ancora oggi un ragazzo ogni cinque non aderisce all'offerta di prevenzione restando a rischio di sviluppare questi tumori. Grazie alle campagne di vaccinazione mirate contro l'HPV, in molti Paesi si sta assistendo a un calo drastico dei tumori della cervice uterina e di altri tumori correlati a questo virus. Un messaggio chiaro che sottolinea come anche la prevenzione vaccinale salva la vita. • Un'offerta capillare di screening oncologici, che permettono di identificare le neoplasie in fase precoce, consentendo trattamenti tempestivi che riducono la mortalità e preservano la qualità di vita. Esistono al momento tre programmi di screening oncologico: cancro del colon (uomini e donne tra i 50 e i 74 anni); cancro della cervice uterina (per le donne non vaccinate dai 25 ai 64 anni; per le donne vaccinate dai 30 ai 64 anni); cancro al seno (per le donne dai 50 ai 74 anni). Nel 2022, nel Veneto, più di 1.307.000 soggetti residenti sono stati invitati ai tre programmi di screening oncologici con tassi di adesione della popolazione invitata che si sono confermati essere tra i valori più elevati a livello nazionale (adesione del 75%, del 57% e del 63% rispettivamente per mammella, cervice e colon-retto), confermando la fiducia posta dagli utenti in questo intervento di prevenzione oncologica. Inoltre con l'approvazione del PIANO ONCOLOGICO REGIONALE, in attuazione del Piano Oncologico Nazionale, la Regione intende rafforzare anche le RETI ONCOLOGICHE, al fine di dare un approccio unitario e coordinato alla lotta al cancro, dalla prevenzione alla cura, finanziando strumenti innovativi per delineare un sistema sempre più centrato sulla persona e sui suoi bisogni. PROMOZIONE AMBIENTI E PERSONE LIBERI DAL FUMO La Regione del Veneto ha da sempre puntato sulla promozione di ambienti liberi dal tabacco, rafforzando anche gli interventi per la prevenzione del tabagismo in ambiti scolastici e di comunità in un'ottica di promozione della salute, e diffondendo in modo capillare il sistema veneto del trattamento del tabagismo. In particolare attraverso: - la prevenzione del tabagismo in ambiti scolastici al fine di prevenire l'iniziazione al fumo nei giovani attraverso il potenziamento dei fattori di protezione (life skills; empowerment) per l'adozione di comportamenti sani e di uno stile di vita libero dal fumo nell'ambiente scolastico e nella comunità attraverso la rete delle scuole che promuovono la salute. - Sviluppo del sistema veneto del trattamento del tabagismo al fine di aumentare le offerte terapeutiche per smettere di fumare in tutto il territorio veneto. - il coordinamento dei sistemi di monitoraggio della normativa sul fumo e promozione di ambienti liberi dal tabacco per proteggere i non fumatori dal fumo passivo e favorire scelte di vita salutari attraverso ambienti di vita e di lavoro liberi dal fumo. LE RETI Comuni Attivi - Il Movimento è una forma di prevenzione importante per contrastare l'insorgenza di diverse patologie tra le quali i tumori. È risaputo che ad ogni età e in ogni condizione fisica effettuare attività motoria aiuta, non solo a mantenersi in forma, ma soprattutto ad allontanare il rischio di sviluppare gravi patologie come le malattie cardiovascolari e appunto anche i tumori. Con il Piano Regionale Prevenzione 2020-2025 la Regione del Veneto intende promuovere l'adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età, anche attraverso processi di inclusione ed aggregazione, per contrastare il carico di malattie croniche e contribuire al miglioramento della qualità della vita. Nel perseguire questo importante obiettivo, il Piano intende promuovere la realizzazione di ambienti che facilitano l'adozione di comportamenti salutari "Il movimento, a qualsiasi età è la prima forma di prevenzione. Sedentarietà e inattività fisica sono problemi di salute pubblica complessi, causati da più fattori che interagiscono tra loro e contribuiscono significativamente all'incidenza delle malattie croniche, ostacolando un invecchiamento in buona salute. In quest'ottica si colloca la creazione della "Rete Regionale Comuni attivi, un'azione che vede interessato non solo nel mondo della sanità, ma anche le amministrazioni locali, in sinergia. Ai Comuni che completeranno tutti i passi previsti dal processo verrà rilasciato un logo, che attesta il percorso fatto, lo inserisce nella rete regionale e rappresenta un impegno effettivo del Comune nel promuovere uno stile di vita attivo per la salute dei suoi cittadini. Sono già 150 i Comuni che hanno aderito alla Rete. Scuole che promuovono salute - E' all'interno dell'ambito scolastico che i ragazzi imparano a fare scelte per la propria vita futura, ma anche per la propria salute, che iniziano a conoscere le regole base di una buona prevenzione. Norme che condividono poi anche con la famiglia, dando vita ad un percorso di "corretti stili di vita". Da quest'anno scolastico la Regione del Veneto ha dato l'avvio alla Rete regionale di Scuole che Promuovono Salute, attualmente hanno aderito 170 Direzioni Scolastiche Statali, 54 Scuole Paritarie e 15 Centri di Formazione Professionali del Veneto. La Scuola, quindi, intesa come ambito di vita, sia di apprendimento sia di lavoro, elettivo per favorire scelte salutari in tutti coloro che si trovano quotidianamente a viverla. Sono previsti sia interventi didattici, sia altre iniziative che vertono sull'organizzazione e la gestione della scuola stessa (cortili in sicurezza, distributori automatici con frutta e verdura, il km di sicurezza pedonale intorno alla scuola, ecc.), oppure iniziative a premi ed uscite didattiche, che si integrano con i percorsi avviati in classe a supporto degli stili di vita sani. Perché una sana e corretta alimentazione è alla base della prevenzione di numerose patologie tra le quali l'insorgenza di tumori. TUTELA DELL'AMBIENTE PER PROMUOVERE SALUTE La prevenzione inizia dalla "casa" che abitiamo. La prevenzione: per proteggere le persone dai rischi per la salute provenienti da uso scorretto dell'ambiente e delle sue risorse è necessario adottare precise e coordinate azioni di utilizzo e cura delle principali fonti: aria, acqua, suolo. La corretta gestione dei rifiuti ottiene la possibilità del riuso delle risorse e, soprattutto, assicura la disponibilità anche per le future generazioni. Attraverso l'adozione di chiare e vincolanti procedure di sicurezza - delle primarie fonti di energia, degli ecosistemi, della qualità dell'aria, dell'acqua, del suolo, adottando controlli mirati e strategie per contenere entro limiti accettabili e condivisi i cambiamenti ambientali e gli effetti da essi prodotti, si attua una forma di prevenzione. Molti sono infatti i tumori legati all'ambiente, agli inquinanti nell'acqua e nell'aria, o a sostanze negli alimenti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes