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primepaginequotidiani · 13 days ago
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PRIMA PAGINA Secolo Italia di Oggi giovedì, 14 novembre 2024
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Cagliari. Convitto nazionale: entro il 27 ottobre 2024 le candidature per il Consiglio di Amministrazione
Gli interessati dovranno presentare domanda secondo il modello messo a disposizione in allegato al bando.
Gli interessati dovranno presentare domanda secondo il modello messo a disposizione in allegato al bando. Scadranno domenica 27 ottobre 2024 i termini per la presentazione delle candidature per la designazione di un rappresentante del Comune di Cagliari nel Consiglio di Amministrazione del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” per un triennio.La domanda, indirizzata al Comune di Cagliari,…
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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🇩🇪 I TEDESCHI VERRANNO MULTATI PER ERRORI NELL'USO DEI PRONOMI QUANDO SCELGONO TRA 60 GENERI - Die Welt
🔴Dal 1° agosto entra in vigore in Germania la cosiddetta “Legge sull'autodeterminazione”. Da ora in poi chiunque potrà cambiare sesso e nome seguendo la procedura di registrazione. Ora l'uso scorretto dei pronomi corrispondenti all'identità di genere di qualcuno rischia una multa fino a 10.000 euro, afferma il tedesco Die Welt.
⚫️Per tedeschi non bastano più tre pronomi personali : “lui”, “lei”, “esso”. Sui social network è da tempo consuetudine indicare nel proprio profilo il pronome con cui rivolgersi. Inoltre, il loro numero ha già raggiunto i 60.
⚫️Grazie alla nuova legge, in futuro, tutti i tipi di designazione errata del genere potrebbero diventare la base per procedimenti legali:
🗣"La divulgazione deliberata del precedente sesso di una persona transgender comporta una multa ai sensi della legge sull'autodeterminazione. Le cause legali in merito sono abbastanza prevedibili. Per evitare conflitti, bisogna avere familiarità con i nuovi pronomi come "dey" o "xier"," scrive il Welt. "Se non vuoi sbagliare la scelta del pronome, dovresti memorizzare l'intero elenco".
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Noooo non c'è la possiamo fare...
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curiositasmundi · 9 months ago
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A beneficiare della morte di Navalny, infatti, non è certo il Cremlino, sebbene, a essere obiettivi, il tema è a dir poco spinoso e la responsabilità della sorte di Navalny, in attesa di prove, può essere comunque riconducibile al regime russo e alle condizioni di prigionia in cui versava il dissidente nel carcere siberiano di Kharp, nella Siberia del Nord. A complicare le cose ci si mette Bild che rivela che sarebbe morto «forse poco prima di una sua possibile liberazione», nell’ambito di uno scambio di detenuti tra USA, Russia e Germania.
Mentre la stampa allineata acclama Navalny come un martire, descrivendolo erroneamente come “il leader dell’opposizione” e il nemico numero uno di Putin (che non era), gli stessi media mainstream evitano accuratamente di riportarne le origini e la formazione, ignorando in maniera selettiva le sue storiche inclinazioni nazionaliste, i legami con gruppi neonazisti, i ripetuti commenti xenofobi e le estreme opinioni anti-immigrazione. Finendo per dipingere la sua biografia come quella di un liberale di centrodestra. 
Che Navalny sia stato, almeno per una parte cospicua della propria storia politica, un razzista e un suprematista è noto e lo scriveva, del resto, proprio La Stampa in un articolo dal titolo inequivocabile, pubblicato nel 2012: «Il blogger xenofobo che unisce la piazza contro lo zar Putin». Dodici anni fa, il quotidiano torinese si poteva permettere di svelare il «lato oscuro dell’Assange russo», definendo senza mezzi termini Navalny un «blogger-star», xenofoba e di estrema destra. Nell’articolo si descrivevano le sue simpatie nazionaliste e le sue «tendenze giustizialiste», sottolineando che a novembre 2006 Navalny era in prima fila alla Marcia Russa dei “rivoluzionari bianchi”, tra neonazisti e slogan anti-Caucaso.
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Nato nel 1976 in una cittadina della provincia di Mosca, fin da giovanissimo Alexei Navalny è attivo nell’opposizione russa, finché nel 2008 viene cacciato dal partito Narod (Popolo), che aveva contribuito a fondare, per affermazioni xenofobe, dopo che in un comizio aveva paragonato i caucasici a degli «scarafaggi scuri di pelle» suggerendo di adoperare «le pistole» contro di loro, visto che non sarebbe bastata la paletta per schiacciarli. Non ritrattò mai queste frasi: nel 2017, in un’intervista al The Guardian, aveva ammesso di non avere rimpianti per le sue dichiarazioni passate e giustificò il suo paragone tra migranti e scarafaggi come una «licenza artistica». Nel febbraio 2021 Amnesty International ritirò a Navalny la designazione di “prigioniero di coscienza”, per via delle sue dichiarazioni nazionaliste, ripristinandola a maggio dello stesso anno.
Riconosciuti il carisma e le innegabili qualità di leader, Washington decide di puntare su di lui, “formandolo”, in modo da renderlo più presentabile. È così che Navalny finisce nell’incubatore a stelle e a strisce e diventa un prodotto mediatico. Parte per gli USA, per un periodo di formazione all’Università di Yale, come invitato nell’esclusivo Greenberg World Fellows Program, un programma creato nel 2002 per il quale vengono selezionati ogni anno su scala mondiale appena 16 persone con caratteristiche tali da farne dei “leader globali”.
Dopo la formazione, Navalny torna in Russia profondamente cambiato: niente più comizi nazionalistici e xenofobi, inizia la lotta contro la corruzione, per i diritti umani e contro il potere di Putin. Fonda il movimento Alternativa Democratica, uno dei beneficiari, come confermato da Wikileaks, della National Endowment for Democracy (NED), un’agenzia statunitense fondata nel 1983 con l’obiettivo dichiarato di promuovere la “democrazia” all’estero. In particolare, la NED è stata fortemente attiva in Ucraina, dove ha sostenuto il colpo di Stato di piazza Maidan. La tecnica, ormai consolidata, è quella delle “rivoluzioni colorate” per fomentare una ribellione anti-governativa, in modo da indebolire lo Stato dall’interno, mentre dall’esterno cresce su di esso la pressione militare, politica ed economica. Il progetto degli aiuti internazionali in questa forma risale, infatti, all’ex presidente americano Ronald Reagan: grazie alla costituzione di una rete di associazioni non governative, il governo americano controlla attivamente dal 1981 la politica estera, senza dovere più ricorrere ai fondi neri della CIA. 
Non sono nemmeno un mistero i rapporti di Navalny con i servizi segreti occidentali: in un video del 2012, ripreso dagli agenti russi del controspionaggio, Vladimir Ashurkov, il braccio destro dell’attivista, incontra in un ristorante di Mosca William Thomas Ford, agente dell’MI6 inglese, chiedendo apertamente finanziamenti per la sua campagna politica, impegnandosi a stabilire contatti con gli oligarchi al fine di rassicurarli sulla preservazione dei loro privilegi.
Da evidenziare, anche, come i media mainstream abbiano accuratamente evitato di ricordare le condanne di Navalny per frode e appropriazione indebita, facendo passare l’idea che sia stato arrestato esclusivamente per motivi “politici”. L’attivista era stato giudicato colpevole di appropriazione indebita nel 2014 su denuncia della casa di cosmetici francese, la Yves Rocher, di cui era il referente russo. Già allora La Repubblica evocava l’esistenza di una «trama oscura», una «trappola del regime per neutralizzare un oppositore politico». All’arresto per frode seguì un lungo tira e molla di arresti domiciliari, un sospetto avvelenamento, violazioni degli arresti e di nuovo la prigione per queste violazioni. Sebbene non sia da escludere che le accuse siano state amplificate o strumentalizzate, è curioso notare come i media occidentali abbraccino, in maniera ipocrita, la pista dei complotti a corrente alternata, proponendo, nel caso di Navalny una rappresentazione unilaterale e tutt’altro che realist
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softevral · 2 months ago
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L'uso di "𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲" al posto di d.C., appare per la prima volta in tedesco nel XVII secolo d.C. e in inglese nel XVIII: questa designazione nella datazione non ha nulla a che fare con la "rimozione di Cristo dal calendario", ma ha a che vedere con l'accuratezza, quando si tratta di eventi storici.
Non esiste, infatti, un'autorità biblica per a.C/d.C; è stato creato oltre 500 anni dopo gli eventi descritti nel Nuovo Testamento Cristiano e non è stato accettato fino a quando non sono trascorsi altri 500 anni.
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palmiz · 2 years ago
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Evoluzione Italica e lucide analisi:
" Gennaio 1993: cattura di Riina.
Era il momento delle stragi, del Britannia, del trattato di Maastricht, della seconda repubblica che ci avrebbe svenduto;
Aprile 2006: arresto di Bernardo Provenzano.
Nello stesso periodo elezione di Clinton negli USA, designazione di Napolitano come capo dello stato, iniziò della globalizzazione;
Gennaio 2023: presa di Matteo Messina Denaro.
A pochi passi dal Mes e del colpo finale al paese.
Quando lo "stato" avanza allo step successivo, occorre un aggiornamento relativo nell'antistato, che di questo stato è il cuore militare. Ed occorre la conseguente cortina fumogena chi svia da decisioni importanti.
Il contorno nauseabondo sono le dichiarazioni, i complimenti, i pellegrinaggi sui luoghi degli eccidi con relative foto è interviste di vittoria dello Stato, quando lo stesso non esiste più.
Ma un popolo decerebrato merita queste pagliacciate, queste parate da autistici indotti.
Risibile poi il resoconto verbale:"Come si chiama lei?" - "Matteo Messina Denaro". Bingo!
Neanche all'asilo. Era in fila per il ticket col numero del CUP.
Ricostruzioni da massa con limitate capacità mentali e zero consapevolezza storica, da Cassibile in avanti.
Raccapriccianti i titoli, le sigle dei TG, il giubilo sui social: la mafia è sconfitta, lo stato reagisce, siamo liberi.
Manca solo sarà tre volte natale e festa tutto il giorno.
La verità ha il coraggio di dirla un giornale spagnolo: "solo in Italia si può festeggiare per una cattura dopo trent'anni di latitanza, con il soggetto che era residente nella provincia di riferimento".
Solo da noi si trasformano le vergogne in trionfi.
Ma un popolo da operetta non merita la verità.
Non né è all'altezza, non né è degno.
E allora musica, ricchi premi e cotillons.
Il paese dei cretini è sempre pronto a festeggiare.
Quando dovrebbe solo piangere. "
Marco Palladino
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Cosa nostra adesso batte cassa...
Mai niente per niente e mai niente per caso.
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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EVENTI - di Gianpiero Menniti
L'ORIGINE DEL TEATRO GRECO E L'IRRAZIONALE
A Squillace, borgo di antichissime origini, ai primi di settembre. Racconto le "Origini del teatro greco" e la connessione con l'irrazionale, il caos primordiale che ne avrebbe ispirato la fondazione. Ecco uno stralcio della conferenza:
«Il mondo greco al quale con crescente approssimazione si fa appello frequentemente, per indicare l’origine della civiltà occidentale e dunque del nostro modello culturale, era ben lontano dalla rappresentazione che se ne fa ai nostri giorni. La nostra civiltà, intrinsecamente cristiana, ha certamente attinto, in molte forme (linguistiche, mitico-letterarie e rituali, politiche e sociali, scientifiche e filosofiche) a quella non consueta civiltà. Tuttavia, il “noi” contemporaneo è immemore delle limpide e coraggiose acquisizioni dell’uomo greco, del suo attestarsi su una linea di separazione tra l’evidenza caotica dell’esistenza e i tentativi di fornirla di un modello razionalmente adeguato. Di più: il caos non è l’effetto ma l’origine, la condizione primigenia, l’informe infinito della materia che preesiste e che preclude ogni conoscenza: questa è figlia del determinato e non ha alcuna possibilità di designazione dell’indeterminato. Non ha linguaggio, non ha parola, non possiede alcun segno. Se non un sussulto. Il sussulto che la lunghissima, ancestrale tradizione dei miti e dei riti eleusini ha tramandato oralmente fino a VII – VI secolo a.C. ma a partire da almeno 1500 anni prima nel contesto inattingibile della tradizione orale. Tradizione orale coperta dal segreto dell’origine che solo il racconto dei miti poteva parzialmente rivelare come in una lenta e attenta marcia di avvicinamento alla verità terrificante dell’informe. La consapevolezza di un disordine originario non è rassegnazione ma, paradossalmente, razionale costruzione di un ordine che contempla il suo contrario. E con esso convive. In questa condizione originaria e incontrovertibile, nasce il “sacro”, il separato che, tuttavia, abita gli abissi della natura fenomenica e della natura umana. Così, nasce anche il teatro - dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore» - come rivelazione di questo stato di coesistenza, il celebre modello di relazione tra dionisiaco e apollineo di Nietzsche. Ma l’origine della tragedia greca – la prima forma di teatro – non è come si potrebbe immaginare, nella scena, nella skenè (σκηνή) che racconta le vicende del dramma: la tragedia nasce dal coro, dal coro dei satiri che irrompono dai parodoi con urli e canti, al ritmo di danza. Metà uomini e metà bestie, i satiri incarnano la mimesi di ciò che è ormai memoria, del passaggio dell’uomo dalla selva alla condizione dell’essere consapevole. Consapevole di cosa? Soprattutto della sua finitezza, della morte, del cadavere che inerte può essere vinto solo dal suo contrario, dall’arte che è vita, che per questo è gioia, è danza, è canto, è parola, è unità “corale” del flusso e dell’energia che anima gli esseri umani distanti dalla loro insormontabile caducità. Il coro è dunque il protagonista della tragedia, il coro che evoca il dio, Dioniso, che non a caso è il dio della vita e della morte, del maschile e del femminile, del divino e del bestiale: la sua è una natura incessantemente polimorfica. Incarna, dunque, il caos dell’inizio, il caos che non possiede storia, che non possiede Chronos ma che si attesta in una sorta di Kairos infinito, nell’istante senza tempo. Il canto ditirambico dei satiri è l’effetto di quel sussulto ancestrale e dell’ingresso nella vita che da quel momento “conta” il tempo, che accoglie l’esistenza come atto collettivo, corale, che a questa dimensione pre-consapevole vuole tornare sapendo che non c’è possibile ritorno se non nella mimesi della danza, della parola, della rappresentazione che colma la scena lasciando ai satiri l’altare posto in basso nello spazio dell’orchestra, in un “mondo altro” che tutto ha preceduto e che solo il ricordo, il riportare al cuore, può rendere vivida espressione nella malinconia della mimesi, stratagemma del sopportabile fino alla sua trasformazione nell’estasi dell’evocazione del Dio.»
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Direzioni
Dopo oltre 100 anni, Luigi XVI Re di Francia, per cercare di contenere il malcontento della popolazione, convoca gli Stati Generali. Istituito da Filippo Il Bello il 10 aprile 1302 nella chiesa di Notre-Dame a Parigi, dal 1400 si riuniva periodicamente, attraverso la convocazione dei Rappresentati dei Tre ordini Sociali, Nobiltà, Clero e Terzo Stato, secondo un particolare meccanismo: le elezioni dei rappresentanti procedevano attraverso una prima designazione di elettori locali (mediante gli Stati provinciali), i quali si riunivano nel capoluogo, elaboravano i cahiers de doléances (quaderni nei quali erano raccolte, per ciascun ordine, le lamentele e i voti da presentare al sovrano) ed eleggevano i deputati all’assemblea generale. Durante la convocazione, i 3 ordini si riunivano separatamente per redigere un cahier unico basato su quelli provinciali e un solo deputato per ogni stato parlava nell’assemblea generale e nell’ordine: clero, nobiltà e terzo stato. Gli Stati generali poi si scioglievano senza attendere la risposta del governo del re.
Il Terzo Stato, ormai maggioranza di fatto politica in Francia, voleva spezzare l’abituale legame tra Nobiltà e Clero, pertanto esce dagli Stati Generali e il 17 giugno forma l’Assemblea nazionale. Il Re in un primo momento cerca in tutti i modi di fermare l’operazione, tanto che il 20 giugno l’abituale sala dell'Hôtel des Menus-Plaisirs a Versailles è interdetta per “lavori di manutenzione”. Su proposta del deputato Joseph-Ignace Guillotin (si, l’uomo da cui prende il nome la ghigliottina, pensata come strumento per non far soffrire i condannati a morte) tutti si spostarono in una vicina sala adibita al gioco della pallacorda, un antenato del tennis; mentre il presidente dell'assemblea, l'astronomo Jean Sylvain Bailly si preoccupò di avvisare i colleghi di spostarsi. Una volta entrati, qualcuno offrì una sedia a Bailly il quale, invece di accettarla, si pose sopra ad un tavolo, rifiutando di sedersi mentre l'Assemblea si stava riunendo. Fu Bailly, da presidente dell'Assemblea, a proporre il famoso giuramento, ricordato come Giuramento della pallacorda - scritto da Jean-Baptiste-Pierre Bevière - e fu anche lui il primo a pronunciarlo e a sottoscriverlo. Tutti lo imitarono, firmando il documento, e giurando solennemente «di non separarsi mai e di riunirsi ovunque le circostanze l'avrebbero richiesto, fino a che non fosse stata stabilita e affermata su solide fondamenta una Costituzione per il regno francese». Ci fu un'unica eccezione, Joseph Martin-Dauch, deputato di Castelnaudary, che non giurò e si oppose apponendo la scritta "avversario" accanto alla sua firma. Bailly tentò di ottenere da Martin-Dauch una ritrattazione, ma senza successo.
Sin dalle prime riunioni, infatti, si schieravano alla destra del Presidente Bailly i membri dell’Assemblea con posizioni più moderate, più inclini al compromesso e alla trasformazione graduale del vecchio ordine. Nella parte sinistra, invece, sedevano i membri più rivoluzionari. Al centro quelli con posizioni intermedie. Fuori dall’assemblea, nascevano anche club privati in cui le idee dei vari gruppi politici venivano discusse e propagandate. Ne nasceranno moltissimi, ma all’inizio i più importanti sono i foglianti (di destra) e i giacobini (di sinistra): i foglianti prendono nome dall’ordine religioso fondato da Jean de la Barrière (Saint-Céré 1544 - Roma 1600), abate di Feuillant presso Tolosa, che avevano un monastero a Parigi; i giacobini prendono il loro nome per la stessa maniera, dato che il loro club aveva sede nell’ex convento parigino dei domenicani (Jacobins) nella via Saint-Honoré. Sorto nel maggio 1789 come Club breton, divenuto poi Société des amis de la constitution, nacque di indirizzo prevalentemente monarchico-costituzionale fino alla metà del 1790, orientandosi poi rapidamente verso concezioni di repubblicanesimo intransigente.
I primi provvedimenti sono di portata epocale: il 4 agosto vengono aboliti i privilegi feudali, il 26 dello stesso mese viene approvata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Il re tenta di opporsi anche con l’uso dell’esercito, ma il 5 ottobre una folla di donne partita da Parigi (a cui si uniscono 20.000 guardie cittadine, compreso il loro capo Lafayette), arriva fino alla sua residenza di Versailles, e lo convince ad approvare i provvedimenti dell’Assemblea. È l’inizio della rivoluzione.
POST GENTILMENTE SCRITTO PER IL MINISTRO DELLA CULTURA CHE IERI HA DEFINITO DANTE ALIGHIERI UOMO DI DESTRA. GRAZIE
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nonsaremodellestar · 1 year ago
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ricordo al milanblr che domani uscirà la designazione arbitrale del derby
mi sa che guerciotta è andato a ricordare due o tre cosine
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telodogratis · 9 days ago
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#NewsPA - Teatri, dichiarazione del sindaco
«Esprimo profonda soddisfazione e personale apprezzamento per la designazione all’unanimità, da parte del Consiglio di indirizzo, del maestro Marco Betta come sovrintendente del Teatro Massimo.La proposta del maestro Betta al Ministro della Cultura Giuli, al quale…  ​Read More «Esprimo profonda soddisfazione e personale apprezzamento per la designazione all’unanimità, da parte del Consiglio di…
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scienza-magia · 11 days ago
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Recettori chimerici antigenici contro i tumori
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Tumori al cervello, 9 bambini stanno meglio con le Car-T, per uno scomparsa la massa In California una sperimentazione clinica contro una forma considerata letale. Per uno scomparsa la massa. Una terapia a base di cellule immunitarie ingegnerizzate (CAR-T) ha ridotto i tumori cerebrali in pazienti giovanissimi, ripristinato la funzione neurologica e, per uno dei pazienti partecipanti ha eliminato tutte le tracce rilevabili di un tipo di tumore cerebrale solitamente considerato incurabile. Resi noti sulla rivista Nature, sono gli importanti risultati di una sperimentazione clinica condotta presso la Stanford Medicine in California. La sperimentazione, uno dei primi successi contro tumori solidi per la terapia CAR-T, offre speranza ai bambini con un gruppo di tumori letali al cervello e al midollo spinale. La terapia ha da poco ricevuto la designazione di terapia avanzata dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, garantendo ai ricercatori l'accesso a una versione accelerata del processo di approvazione FDA.
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In California una sperimentazione clinica contro una forma di tumore al cervello considerata letale Degli 11 partecipanti che hanno ricevuto le cellule CAR-T nella sperimentazione, nove hanno mostrato benefici, con miglioramenti delle disabilità causate dalla malattia. Quattro hanno visto ridursi il volume del proprio tumore di oltre la metà, e uno di loro ha avuto una risposta completa, ovvero il tumore è scomparso dalle scansioni cerebrali. Anche se è troppo presto per affermare che sia guarito, il paziente è in buona salute quattro anni dopo la diagnosi. "Questo tumore è una malattia universalmente letale per cui abbiamo trovato una terapia che può causare regressioni tumorali significative e miglioramenti clinici" sottolinea l'autrice principale dello studio, Michelle Monje. I gliomi della linea mediana diffusi, che possono crescere nel cervello o nel midollo spinale hanno un tempo di sopravvivenza medio di circa un anno e ad oggi non esistono cure. Di qui l'idea di tentare la terapia con cellule CAR-T, o cellule T con recettori chimerici antigenici, prodotte prelevando alcuni linfociti T del paziente e modificandoli per renderli in grado di legarsi a un bersaglio molecolare specifico (in questo caso l'antigene tumorale di superficie chiamato GD2). Le cellule vengono poi reinfuse nel paziente, dove innescano una risposta immunitaria contro le cellule tumorali bersaglio. Dal 2017, le cellule CAR-T sono approvate dalla FDA per trattare tumori del sangue, ma non hanno avuto lo stesso successo contro tumori solidi. Nello studio non solo i tumori si sono ridotti, ma la terapia ha alleviato anche gravi sintomi e disabilità associate. Read the full article
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siciliatv · 19 days ago
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Le opere Scart per l’inaugurazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 La designazione della città siciliana nasce da un’idea di cultura intimamente legata all’ambiente,... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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bloginnovazione · 26 days ago
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curiositasmundi · 2 years ago
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Una data, il 23 maggio: il giorno in cui – 31 anni fa – saltò in aria per mano di Cosa Nostra Giovanni Falcone, con sua moglie Francesca Morvillo, anche lei giudice, e gli agenti della scorta. Un ritardo inaccettabile, ma soprattutto sospetto: otto mesi dopo le elezioni non è ancora operativa la Commissione parlamentare Antimafia. Una lacuna di certo non casuale: tre tornate di elezioni, l’ultima una settimana fa, senza alcun controllo sulle liste dei candidati da parte della commissione. Com’è sempre avvenuto. Com’è dovere della politica e del Parlamento che avvenga. Tutto questo era bloccata en attendant la nuova Commissione Antimafia.
E qui partiamo dalla data, proprio il 23 maggio. Il giorno in cui la commissione è stata convocata per la sua prima riunione e quindi per eleggere il suo nuovo presidente. Una data simbolo, che non ammette alcuna ombra, neppure minima. Un futuro presidente che Fratelli d’Italia, nella spartizione politica, ha già deciso di tenere per sé. Una poltrona che vorrebbe affidare alla giovane deputata Chiara Colosimo, legata a Giorgia Meloni, ma su cui si affollano le ombre di antichi rapporti con personaggi assai noti alle indagini giudiziarie, a cominciare da Luigi Ciavardini, esponente dei Nar, “condannato definitivamente per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato e ovviamente per la strage della stazione di Bologna, dove morirono 85 persone”. Come ricordano in una lettera-appello i nomi più noti dell’antimafia, i parenti delle vittime. Parliamo di nomi in calce che “pesano”, Salvatore Borsellino, Paolo Bolognesi, Manlio Milani, Federico Sinicato, Stefano Mormile, Nunzia Agostino, Paola Caccia, Pasquale Campagna, Giovanni Impastato, Angela Gentile Manca. Tutti naturali e scontati interlocutori della stessa Commissione Antimafia. Che manifestano la sorpresa e lo sconcerto alla sola idea che un nome come quello di Colosimo possa rappresentare la commissione non solo nelle future manifestazioni, ma nell’abituale interlocuzione.
Ma se questi sono i fatti, ancora ieri alla Camera, con la lista dei deputati e senatori della nuova commissione Antimafia ormai definiti, e con la convocazione fissata per il 23 maggio, Fratelli d’Italia ha insistito su Chiara Colosimo, minimizzando i fatti che all’opposto i familiari delle vittime – e con loro il Pd, il M5s e Avs – ritengono “un ostacolo insormontabile alla sua nomina”. Dunque Colosimo diventerebbe solo una presidente “di maggioranza” in una commissione che per la sua storia rappresenta invece la compattezza della politica contro la criminalità e l’eversione mafiosa dello Stato. Una commissione che, nella sua storia, vanta presidenti come Gerardo Chiaromonte, Luciano Violante, Giuseppe Pisanu, Rosy Bindi.
Per parte sua, proprio Chiara Colosimo ha passato un’intera giornata per ribadire la sua lontananza dai fatti che le contestano. Eccola ripetere a più di un collega: “Non c’è nulla nella mia storia personale di quello che viene scritto sulla stampa. Non ho niente di cui vergognarmi”.
Di certo Pd, M5S e Avs non accettano compromessi. I Dem non hanno dubbi. E affrontano la questione in una riunione giusto oggi. Con una posizione nettissima. No a Colosimo, perché l’altolà dei presidenti delle associazioni antimafia rappresenta un ostacolo insormontabile. “Non si può fare la commissione Antimafia contro l’Antimafia, è necessario un nome alternativo privo di ombre”, dice l’ex Guardasigilli Andrea Orlando. E Walter Verini aggiunge “l’appello delle associazioni pesa perché rappresentano la storia del Paese”. E Franco Mirabelli: “Di fonte a quella lettera insistere sulla candidatura di Colosimo sarebbe un colpo mortale all’Antimafia perché le associazioni sono l’interlocutore stesso dell’Antimafia”.
Dunque, per il Pd, una partita chiusa. Esattamente come per il M5S. Che può spendere nomi di possibili presidenti, come l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho o l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, profili che certo sarebbero per la loro storia interlocutori naturali dei familiari delle vittime, dei magistrati e degli investigatori che tuttora cercano di fare luce sugli anni delle stragi, e sui legami tra mafia ed eversione nera. E da M5S arriva un niet fermissimo su Colosimo – “Non la voteremo mai” – nonché il richiamo all’offensiva coincidenza con quella data, il 23 maggio, destinata a risolversi in uno sfregio politico per l’Antimafia stessa. “Sarebbe un gesto del tutto irrispettoso – dice Stefania Ascari – se proprio nel giorno in cui sono morti i servitori dello Stato e con le indagini tuttora aperte proprio sul possibile coinvolgimento di personaggi dell’estrema destra nelle stragi, si arrivasse alla nomina di un presidente con ombre alle spalle”.
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viviween · 29 days ago
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L'uso di "𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲" al posto di d.C., appare per la prima volta in tedesco nel XVII secolo d.C. e in inglese nel XVIII: questa designazione nella datazione non ha nulla a che fare con la "rimozione di Cristo dal calendario", ma ha a che vedere con l'accuratezza, quando si tratta di eventi storici.
a.C/d.C; è stato creato oltre 500 anni dopo gli eventi descritti nel Nuovo Testamento Cristiano e non è stato accettato fino a quando non sono trascorsi altri 500 anni.
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tecnoandroidit · 1 month ago
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TP-Link Archer BE800: Il mostro del Wi-Fi 7 che fa tremare i router del passato! - Recensione
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Dopo più di un anno di hype sul Wi-Fi 7 - ma con lo standard effettivo ancora non finalizzato - i router che soddisfano le specifiche provvisorie di questa nuovissima tecnologia stanno finalmente iniziando ad apparire sugli scaffali. Noto anche come 802.11be, il nuovo protocollo di rete è ancora agli inizi e, come accade di solito con una nuova versione del Wi-Fi, i dispositivi client sono ancora rari. Ciò non ci ha impedito di testare il primo router Wi-Fi 7 arrivato nei nostri laboratori: il TP-Link Archer BE800. Questo imponente router Wi-Fi offre il meglio della tecnologia wireless e ha mostrato velocità di trasmissione fulminee sulla banda 6GHz durante i nostri test. È dotato di numerose porte e funzionalità, tra cui ben sette porte di rete ad alta velocità, e viene fornito con il software HomeShield di TP-Link per la sicurezza della rete e il controllo parentale. L'Archer BE800 è senza dubbio il router Wi-Fi più veloce che abbiamo mai testato, ma il suo prezzo elevato è difficile da giustificare considerando la scarsità di dispositivi client compatibili attualmente disponibili. Design e materiali L'imponente BE800 ha un aspetto unico rispetto agli altri router TP-Link visti finora. Il suo cabinet a torre grigio ha una forma a clessidra che misura 30,2 x 9,7 x 26,2 cm (AxLxP). Queste dimensioni ricordano più un piccolo PC desktop che un router, anche se non sono uniche - Netgear sta utilizzando un design verticale simile, ma leggermente più piccolo, per il suo primo router Wi-Fi 7. La parte frontale del BE800 presenta un particolare display LED monocromatico che utilizza grandi punti bianchi per mostrare emoji e icone animate che indicano lo stato del router. È possibile personalizzare il display per riprodurre una slideshow di emoji, messaggi di testo scorrevoli, o l'ora, la temperatura e le previsioni meteo. Si può anche spegnerlo completamente se risulta troppo distraente. Sotto il display ci sono tre pulsanti: un pulsante WPS, uno per attivare/disattivare il Wi-Fi e un pulsante LED per controllare il display animato. Sul retro si trova una ricca dotazione di porte I/O ad alta velocità, tra cui due porte 10GbE WAN/LAN, una porta combo 10GbE SPF+/RJ45 per connessioni in rame e fibra, quattro porte 2.5GbE LAN che supportano l'aggregazione dei collegamenti e una porta USB 3.0. L'Archer BE800 è un router BE19000 che può raggiungere velocità teoriche massime fino a 1.376 Mbps sulla banda 2,4 GHz, fino a 5.760 Mbps sulla banda 5 GHz e fino a 11.520 Mbps sulla banda 6 GHz. (Questo totalizza poco meno di 19.000 Mbps per questo router 802.11be, da cui la designazione BE19000.) Al suo interno troviamo otto antenne interne, una CPU quad-core e 2 GB di memoria. Tutta questa potenza consente il supporto di standard Wi-Fi avanzati, tra cui trasmissioni a 6GHz, larghezza di canale di 320MHz, beamforming diretto al client, streaming dati MU-MIMO, trasmissioni OFDMA (Orthogonal Frequency-Division Multiple Access) e DFS (Dynamic Frequency Selection). Come router Wi-Fi 7, il BE800 supporta anche il nuovo protocollo MLO (Multi-Link Operation), che permette ai dispositivi client di comunicare con esso utilizzando più bande radio. Infine, il router supporta la tecnologia EasyMesh di TP-Link, che consente di creare una rete mesh aggiungendo componenti compatibili. L'Archer BE800 utilizza la stessa app mobile di altri router TP-Link, come l'Archer AX5400 Pro. Tramite l'app è possibile configurare le impostazioni Wi-Fi e LAN, controllare il pannello LED frontale, impostare reti guest e accedere agli strumenti di sicurezza di rete e controllo parentale HomeShield. Tuttavia, per configurare impostazioni più avanzate come DHCP Server, NAT Forward e VPN Server, sarà necessario utilizzare la console web. All'apertura dell'app, la schermata Network mostra un'immagine del router, il suo nome e le attuali velocità di upload e download. Sono presenti anche riquadri per Stato della rete, Client, Utilizzo del traffico e Display dello schermo. Toccando l'immagine del router si possono visualizzare informazioni come il tempo di attività, l'utilizzo corrente di CPU e memoria, un grafico colorato delle velocità di upload e download, gli indirizzi MAC e IP e la versione attuale del firmware. (Le stesse informazioni sono accessibili toccando il riquadro Stato della rete.) Il riquadro Client permette di vedere quali client sono online e quali offline. Toccando un singolo client si accede a un grafico dell'utilizzo individuale del traffico giornaliero o settimanale, si possono impostare limiti di velocità della banda, assegnare priorità di banda al client e attivare l'Isolamento del dispositivo, che impedisce al client specificato di comunicare con altri dispositivi sulla rete. In isolamento, il client può comunque accedere a internet e comunicare con altri dispositivi isolati. Il riquadro Utilizzo del traffico apre una schermata dove si possono visualizzare grafici di utilizzo giornalieri e settimanali per tutti i client, mentre il riquadro Display dello schermo permette di scegliere cosa appare sul display LED frontale. Oltre a 18 emoji tra cui scegliere, si possono mostrare ora, data, temperatura e condizioni meteo (soleggiato, nuvoloso o piovoso), oppure animazioni o una riga di testo scorrevole. È anche possibile spegnere il LED o creare un programma di accensione/spegnimento. Nella parte inferiore della schermata Network ci sono i pulsanti Rete, Sicurezza, Famiglia e Altro. Il primo riporta alla schermata Network, mentre il pulsante Sicurezza conduce a una schermata dove è possibile eseguire una scansione della rete per rilevare rischi di sicurezza come password deboli e isolare dispositivi che potrebbero essere vulnerabili alle minacce. Per sbloccare funzionalità come Protezione Web (blocca l'accesso a siti dannosi), Prevenzione delle intrusioni (difesa contro attacchi esterni) e Protezione IoT (protezione dei dispositivi smart home connessi dagli hacker), sarà necessario sottoscrivere un piano HomeShield Security+. Toccando il pulsante Famiglia si possono configurare i controlli parentali di base. Qui è possibile creare profili e assegnare filtri web basati sull'età, bloccare l'accesso a siti web specifici e impostare programmi di Riposo notturno (niente internet) per i membri della famiglia e i loro dispositivi. Controlli più avanzati come SafeSearch (filtra i contenuti espliciti dalle ricerche) e Limiti di tempo (impostazione di un limite giornaliero di tempo online) sono nascosti dietro un paywall che si può sbloccare con un'ulteriore sottoscrizione. Infine, il pulsante Altro apre una schermata dove si può accedere alle impostazioni Wi-Fi, Display dello schermo, QoS e Rete ospiti. Altre impostazioni permettono di configurare quali porte LAN si stanno utilizzando, creare una rete IoT separata per dispositivi smart, creare liste di blocco per i dispositivi client, aggiungere satelliti mesh e ottimizzare le connessioni dei canali. Le impostazioni avanzate consentono di scegliere una modalità operativa (router o punto di accesso) e configurare le impostazioni IPTV/VLAN e VPN Client. Test dell'Archer BE800: Il Wi-Fi 7 è davvero più veloce L'installazione del BE800 è relativamente semplice. Ho spento il modem, collegato il router ad esso tramite la porta WAN da 10 GbE dell'Archer e connesso il mio PC desktop alla porta LAN da 10 GbE del router. Dopo aver acceso tutto e atteso due minuti, ho aperto un browser sul desktop e digitato l'indirizzo http://tplinkwifi.net. Mi è stato richiesto di inserire una password amministratore, il fuso orario e di selezionare la porta WAN utilizzata. Ho poi scelto il tipo di connessione (Dinamica), usato l'indirizzo MAC predefinito e personalizzato le impostazioni wireless. In questa fase, ho deciso di separare le bande per scopi di test. Dopo che il router ha eseguito un rapido test di connessione e aggiornato il firmware, l'installazione è stata completata. L'Archer BE800 ha fornito alcuni dei risultati di throughput più alti che abbiamo visto finora. Ha raggiunto 175 Mbps nel test di prossimità a 2.4 GHz e 88 Mbps nel test a circa 9 metri. Le prestazioni a 5 GHz sono state eccellenti: 1.880 Mbps a distanza ravvicinata e 978 Mbps a circa 9 metri. Nessun altro router che abbiamo provato ha superato i 1.000 Mbps in questo test, anche se i risultati precedenti non sono direttamente comparabili poiché abbiamo aggiornato le nostre attrezzature per essere compatibili con il Wi-Fi 7. I risultati dei test a 6 GHz sono stati più contrastanti: il router ha fornito una velocità fulminea di 2.280 Mbps nel test a distanza ravvicinata, ma a circa 9 metri è sceso a 232 Mbps. Questa disparità è in parte prevedibile, poiché le normative attuali limitano la potenza delle trasmissioni Wi-Fi a 6 GHz a un livello utile solo in prossimità del router. Tuttavia, è previsto un miglioramento in futuro, con l'approvazione di nuove regole per il coordinamento automatico delle frequenze (AFC), che permetteranno ai dispositivi a 6 GHz di utilizzare una potenza maggiore. Per misurare la potenza del segnale wireless, utilizziamo uno strumento diagnostico che genera mappe di calore, mostrando la forza del segnale del router in tutta la nostra casa di prova. Il cerchio rappresenta la posizione del router, e i colori indicano la forza del segnale: verde scuro per il segnale più forte e giallo chiaro per un segnale più debole. Le aree grigie indicano un segnale molto debole o assente. Come mostrato, il BE800 ha trasmesso segnali forti sia a 2.4 GHz che a 5 GHz in tutta la casa, ma la sua copertura a 6 GHz è risultata più debole, probabilmente a causa delle restrizioni normative già menzionate. Per testare le prestazioni di trasferimento file, abbiamo misurato le velocità di scrittura e lettura spostando una cartella di 1,5 GB contenente foto, video, musica e documenti tra un'unità USB 3.0 e il nostro PC desktop, entrambi collegati al router. Anche in questo caso, l'Archer BE800 ha ottenuto risultati eccellenti, raggiungendo 102 MBps nel test di scrittura e 109 MBps nel test di lettura. Verdetto: Benvenuti nel futuro del Wi-Fi Se siete degli early adopter che non si fanno problemi a pagare un premio per l'ultima e più avanzata tecnologia wireless, il TP-Link Archer BE800 non vi deluderà. Questo router tri-band Wi-Fi 7 dall'aspetto unico racchiude molte funzionalità nel suo telaio voluminoso, tra cui tre porte WAN/LAN 10GbE e quattro porte LAN 2.5GbE. Offre un throughput eccezionalmente veloce, soprattutto a corto raggio, e le sue prestazioni di trasferimento file sono superbe. Viene inoltre fornito con il software HomeShield per il controllo parentale e la sicurezza di rete, anche se dovrete pagare degli abbonamenti per sbloccare alcune funzionalità. Se il prezzo di 546 euro del BE800 vi sembra eccessivo, probabilmente sarete più soddisfatti con un router Wi-Fi 6E come il TP-Link Archer AXE75. Manca delle ultime tecnologie Wi-Fi 7 e delle porte multi-gig, e non può eguagliare le velocità del BE800, ma offre comunque trasmissioni a 6GHz, prestazioni di throughput solide e protezione HomeShield a un prezzo inferiore. Il prodotto è disponibile nella pagina ufficiale di Amazon. Read the full article
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