#deficit nella lettura
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I disturbi specifici dell’apprendimento: capire le difficoltà per valorizzare il potenziale
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) rappresentano una categoria di disturbi del neurosviluppo che influenzano le abilità scolastiche fondamentali, come la lettura, la scrittura e il calcolo. Nonostante la loro diffusione e l’impatto significativo sulla vita degli individui, i DSA non compromettono l’intelligenza generale, che rimane nella norma o addirittura superiore alla media.…
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LA DISLESSIA E I DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO: INTERVISTA PER "PROFESSIONE MAMMA"
COME RICONOSCERE I SEGNALI DELLA DISLESSIA ( DSA )
La dislessia fa parte della famiglia dei disturbi specifici dell'apprendimento
scolastico, assieme alla disgrafia, la disortografia e la Discalculia. Sono disturbi cognitivi di origine neuro-biologica....
quindi geneticamente determinati e ad alta familiaritá.
Si manifestano con difficoltá precoci e specifiche nell'apprendimento (rispettivamente delle abilitá di lettura, scrittura e ortografia, calcolo) che non dipendono da deficit intellettivi, scarsa motivazione, problematiche di natura emotiva
o svantaggio culturale.
Il 10% della popolazione scolastica presenta difficoltá di apprendimento, ma solo il 5% presenta difficoltá specifiche di apprendimento.
La Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinica specializzata in prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi dell'apprendimento, emotivi e del comportamento, in questa intervista affronta il tema dei disturbi dell'apprendimento del bambino,
per invitarci a prenderne coscienza.
Dott.ssa La Guzza come facciamo ad accorgerci precocemente se nostro figlio ha qualche disturbo specifico?
"Io credo che l'identificazione precoce sia fondamentale ai fini della positiva evoluzione del disturbo.
I primi segnali possono cogliersi già a 3 anni (secondo le ultime ricerche) ma uno specialista può già individuarli dai 5 anni, quando il bambino frequenta l'ultimo anno della scuola dell'infanzia.
A 5 anni è un bambino che non ha ancora maturato i prerequisiti all'apprendimento.
A questo proposito le scuole dovrebbero impegnarsi a mettere in campo test di screening.
All'ingresso in prima ci sono segnali più evidenti:
- A Gennaio della prima fa fatica a riconoscere le lettere, spesso le inverte, confonde p q d b, confonde la a e la e, fa fatica a imparare parole o poesie a memoria, appare disorientato nella percezione del tempo, tarda a imparare ad allacciarsi
le scarpe o a leggere l'orologio.
- E' molto più lento rispetto ai bambini della sua classe nella lettura e commette molti errori quando legge. Commette molti errori di ortografia e , nonostante l'impegno, non riesce a migliorare.
- Può non ricordare le tabelline, i giorni della settimana, le stagioni o i mesi...dimentica il nome degli oggetti e può avere scarsa memoria.
- Può avere difficoltà di attenzione e concentrazione.
- Ma nonostante queste difficoltà è un bambino intelligente e sveglio, molto creativo e intuitivo, che magari eccelle in altri ambiti quali lo sport, la musica, il disegno."
Cosa si fa nel momento in cui si nutrono dei dubbi in tal senso?
" Ecco, se avete il sospetto che le difficoltà di vostro foglio non siano dovute a scarsa motivazione, disinteresse, scarse possibilità di apprendimento o altro, se il vostro bambino appare frustrato, scoraggiato, o emergono sintomi fobici verso
la scuola, chiedete colloquio urgente agli insegnanti.
Le insegnanti, se formate, hanno il dovere di condurre valutazioni di approfondimento specifiche.
Se avete ancora dei dubbi contattate un centro specializzato Dsa per un approfondimento.
Un bambino con disturbo dell'apprendimento che non viene riconosciuto vive continue frustrazioni, la sua autostima può essere molto bassa e quindi richiede un sostegno psicologico continuativo."
Emotivamente tutto ciò va a compromettere l'autostima inizia la frustazione come aiutarli?
"Come avrete sicuramente capito il disturbo dell'apprendimento è un mondo complesso, fatto soprattutto di emozioni.
Per questo motivo lo psicologo clinico specializzato è il professionista adatto per affiancare il bambino e le famiglie.
La problematica (e ci tengo a precisare, la dislessia e i dsa sono un problema nel momento in cui l'ambiente non è preparato ad accogliere questo tipo di neurodiversità) è comunque complessa perché ogni caso è a se stante e le emozioni sono
fortemente implicate.
Quindi rivolgetevi ad uno psicologo specializzato, che programmi un trattamento su lettura, scrittura e calcolo ma anche sostegno alla famiglia, consulenze alle insegnanti e soprattutto sostegno alle emozioni del bambino con dsa.
I bambini con dsa (dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, e disturbo misto) sono bambini con intelligenza nella media, per definizione"
Dott.ssa come riconosciamo un bravo psicologo?
"Per lo psicologo "bravo" il lavoro non è un lavoro ma una passione, il suo interesse primario è il benessere del bambino è un professionista umile che non propone il suo trattamento come risolutivo, è una persona umana e sincera che sa consigliare
senza invadere, una persona che sa ascoltare veramente e si commuove, che fa il suo lavoro con passione e meglio che può.
I primi incontri di solito sono conoscitivi, quindi andate e toccate con mano.
Se il professionista non vi convince cercate altro!
Ma soprattutto, portate il vostro bambino... Se vi dirà "mamma quando torniamo?" "mamma che bello non voglio andare via" allora siete sicuri che è il posto giusto per lui!"
Ma torniamo emozioni e su come sostenere un bambino con dsa.
" Credo che il primo passo da fare sia essere sinceri circa il disturbo, spiegare con parole semplici in cosa consiste, in modo che il bambino possa rendersi conto che le sue difficoltà nn sono dovute a scarsa intelligenza o svogliatezza.
Uno psicologo che segue il bambino lavora innanzitutto su questo, sul riconoscimento non sono delle difficoltà oggettive, ma dei propri punti di forza.
Questo permette di incrementare l'autostima Il genitore a casa può fare la stessa cosa. Sarà il professionista a indicare quali strategie impiegare
Ci sono molti modi per incoraggiare o motivare un bambino ma non tutti sono adeguati al caso specifico, appunto perché c'è molta variabilità."
"Ascolto e dialogo aperto sono sicuramente atteggiamenti vincenti per un genitore e per un insegnante, così il bambino può sentirsi amato e accettato, con le sue particolari diversità."
PSICOLOGO DSA CONSULENZA ONLINE
Centro Dislessia Dsa a Milano
Per informazioni: Dott.ssa Anna La Guzza Direttrice Centro Amamente Milano Cell.3311842704
http://www.professionemamma.it/risultati-della-ricerca.html?searchword=la%20guzza&searchphrase=all
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LA DISLESSIA E I DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO: INTERVISTA PER "PROFESSIONE MAMMA"
COME RICONOSCERE I SEGNALI DELLA DISLESSIA ( DSA )
La dislessia fa parte della famiglia dei disturbi specifici dell'apprendimento
scolastico, assieme alla disgrafia, la disortografia e la Discalculia. Sono disturbi cognitivi di origine neuro-biologica....
quindi geneticamente determinati e ad alta familiaritá.
Si manifestano con difficoltá precoci e specifiche nell'apprendimento (rispettivamente delle abilitá di lettura, scrittura e ortografia, calcolo) che non dipendono da deficit intellettivi, scarsa motivazione, problematiche di natura emotiva o svantaggio culturale.
Il 10% della popolazione scolastica presenta difficoltá di apprendimento, ma solo il 5% presenta difficoltá specifiche di apprendimento.
La Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinica specializzata in prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi dell'apprendimento, emotivi e del comportamento, in questa intervista affronta il tema dei disturbi dell'apprendimento del bambino, per invitarci a prenderne coscienza.
Dott.ssa La Guzza come facciamo ad accorgerci precocemente se nostro figlio ha qualche disturbo specifico?
"Io credo che l'identificazione precoce sia fondamentale ai fini della positiva evoluzione del disturbo.
I primi segnali possono cogliersi già a 3 anni (secondo le ultime ricerche) ma uno specialista può già individuarli dai 5 anni, quando il bambino frequenta l'ultimo anno della scuola dell'infanzia.
A 5 anni è un bambino che non ha ancora maturato i prerequisiti all'apprendimento.
A questo proposito le scuole dovrebbero impegnarsi a mettere in campo test di screening.
All'ingresso in prima ci sono segnali più evidenti:
- A Gennaio della prima fa fatica a riconoscere le lettere, spesso le inverte, confonde p q d b, confonde la a e la e, fa fatica a imparare parole o poesie a memoria, appare disorientato nella percezione del tempo, tarda a imparare ad allacciarsi le scarpe o a leggere l'orologio.
- E' molto più lento rispetto ai bambini della sua classe nella lettura e commette molti errori quando legge. Commette molti errori di ortografia e , nonostante l'impegno, non riesce a migliorare.
- Può non ricordare le tabelline, i giorni della settimana, le stagioni o i mesi...dimentica il nome degli oggetti e può avere scarsa memoria.
- Può avere difficoltà di attenzione e concentrazione.
- Ma nonostante queste difficoltà è un bambino intelligente e sveglio, molto creativo e intuitivo, che magari eccelle in altri ambiti quali lo sport, la musica, il disegno."
Cosa si fa nel momento in cui si nutrono dei dubbi in tal senso?
" Ecco, se avete il sospetto che le difficoltà di vostro foglio non siano dovute a scarsa motivazione, disinteresse, scarse possibilità di apprendimento o altro, se il vostro bambino appare frustrato, scoraggiato, o emergono sintomi fobici verso la scuola, chiedete colloquio urgente agli insegnanti.
Le insegnanti, se formate, hanno il dovere di condurre valutazioni di approfondimento specifiche.
Se avete ancora dei dubbi contattate un centro specializzato Dsa per un approfondimento.
Un bambino con disturbo dell'apprendimento che non viene riconosciuto vive continue frustrazioni, la sua autostima può essere molto bassa e quindi richiede un sostegno psicologico continuativo."
Emotivamente tutto ciò va a compromettere l'autostima inizia la frustazione come aiutarli?
"Come avrete sicuramente capito il disturbo dell'apprendimento è un mondo complesso, fatto soprattutto di emozioni.
Per questo motivo lo psicologo clinico specializzato è il professionista adatto per affiancare il bambino e le famiglie.
La problematica (e ci tengo a precisare, la dislessia e i dsa sono un problema nel momento in cui l'ambiente non è preparato ad accogliere questo tipo di neurodiversità) è comunque complessa perché ogni caso è a se stante e le emozioni sono fortemente implicate.
Quindi rivolgetevi ad uno psicologo specializzato, che programmi un trattamento su lettura, scrittura e calcolo ma anche sostegno alla famiglia, consulenze alle insegnanti e soprattutto sostegno alle emozioni del bambino con dsa.
I bambini con dsa (dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, e disturbo misto) sono bambini con intelligenza nella media, per definizione"
Dott.ssa come riconosciamo un bravo psicologo?
"Per lo psicologo "bravo" il lavoro non è un lavoro ma una passione, il suo interesse primario è il benessere del bambino è un professionista umile che non propone il suo trattamento come risolutivo, è una persona umana e sincera che sa consigliare senza invadere, una persona che sa ascoltare veramente e si commuove, che fa il suo lavoro con passione e meglio che può.
I primi incontri di solito sono conoscitivi, quindi andate e toccate con mano.
Se il professionista non vi convince cercate altro!
Ma soprattutto, portate il vostro bambino... Se vi dirà "mamma quando torniamo?" "mamma che bello non voglio andare via" allora siete sicuri che è il posto giusto per lui!"
Ma torniamo emozioni e su come sostenere un bambino con dsa.
" Credo che il primo passo da fare sia essere sinceri circa il disturbo, spiegare con parole semplici in cosa consiste, in modo che il bambino possa rendersi conto che le sue difficoltà nn sono dovute a scarsa intelligenza o svogliatezza.
Uno psicologo che segue il bambino lavora innanzitutto su questo, sul riconoscimento non sono delle difficoltà oggettive, ma dei propri punti di forza.
Questo permette di incrementare l'autostima Il genitore a casa può fare la stessa cosa. Sarà il professionista a indicare quali strategie impiegare
Ci sono molti modi per incoraggiare o motivare un bambino ma non tutti sono adeguati al caso specifico, appunto perché c'è molta variabilità."
"Ascolto e dialogo aperto sono sicuramente atteggiamenti vincenti per un genitore e per un insegnante, così il bambino può sentirsi amato e accettato, con le sue particolari diversità."
Centro Dislessia a Milano
Centro Amamente Milano Cell.3311842704
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La Banca Centrale Europea gira il coltello nella piaga
La partita contro l'inflazione non è ancora terminata, quest'ultima dovrebbe raggiungere il picco nel primo semestre del 2023 prima di attenuarsi. "Siamo impegnati a riportare l'inflazione al 2% entro fine 2024, fine 2025", ha detto il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau. Eurostat: inflazione +10,1% anno su anno in Eurozona, 11,8% in Italia Un’inflazione che resta, in effetti, elevata. Come reso noto da Eurostat il 16 dicembre, l'indice dei prezzi al consumo nell'area euro a novembre, secondo la lettura definitiva, è sceso dello 0,1% a livello mensile ed è cresciuto del 10,1% su base annua (-0,1% mese su mese e +10% anno su anno la stima del consenso). L’indice dei prezzi core, che esclude le componenti dell'energia, degli alimenti e dell'alcol, è rimasto invariato su base mensile ed è cresciuto del 5% a livello annuo. Solo in Italia a novembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e dell'11,8% su base annua, come nel mese precedente, raggiungendo il livello più alto da marzo 1984 come ha segnalato l'Istat confermando la stima preliminare. Con il ritmo di aumento dei tassi e la riduzione del bilancio più o meno fissati, la Bce il 15 dicembre ha rivisto significativamente al rialzo le aspettative di inflazione, che ora sono dell’8,4% per il 2022, del 6,3% per il 2023, del 3,4% per il 2024 e del 2,3% per il 2025. Per la prima volta, inoltre, la Lagarde ha fatto cenno ad “una recessione relativamente breve e poco profonda” fra il quarto trimestre del 2022 e il primo del 2023. Le nuove stime indicano una crescita del Pil del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025. Il mercato vede ora il tasso terminale oltre il 3% a settembre La Bce, sulla scia di Fed e BoE, ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, così come il mercato si aspettava, portando il costo delle operazioni di rifinanziamento principale al 2,5%, di rifinanziamento marginale al 2,75% e sui depositi presso la banca centrale al 2%. Ma nel suo discorso la presidente, Christine Lagarde, ha ribadito come l’inflazione resti ancora troppo elevata e, secondo le proiezioni, è atteso che si mantenga superiore all’obiettivo per un periodo di tempo prolungato. Motivo questo per il quale sono necessari altri rialzi dei tassi di 50 punti base per un certo periodo di tempo al fine di assicurare un ritorno dell’inflazione nell’intorno dell’obiettivo del 2%. Il consensus di mercato prevede due aumenti di tassi da 50 punti base nei prossimi due meeting e vede ora un tasso terminale oltre il 3% a settembre, in rialzo rispetto al precedente 2,8% stimato prima della riunione Bce. "Alla luce dei toni da falco, della tenuta della domanda fino alla seconda metà del 2022 e del fatto che la Bce prevede una recessione lieve, ora ci aspettiamo aumenti dei tassi di 50 punti base a febbraio e marzo, prima di una lunga pausa che porterà il tasso sui depositi al 3%”, ha stimato Simon Wells, Chief European Economist di Hsbc. “Tuttavia, la nostra visione sulle pressioni dell'inflazione di fondo a medio termine ci porta a non prevedere tagli dei tassi da parte della Bce nel 2023 o nel 2024. Ci aspettiamo anche che il ritmo di 15 miliardi di euro del Quantitative Tightening rimanga per tutto il 2023”. Con i paesi che devono affrontare ampi deficit a causa della crisi energetica e della recessione, non crediamo che la Bce rischierà di mettere sotto pressione gli spread delle obbligazioni della periferia. “Pensiamo, quindi, che manterrà il ritmo di 15 miliardi di euro nella seconda metà del 2023 e potenzialmente lo aumenterà nel 2024. Anche in questo caso, con la combinazione di rialzi dei tassi e QT più aggressivi, alcuni Paesi potrebbero trovarsi ad affrontare una pressione significativa in termini di costi di finanziamento l'anno prossimo”, ha avvertito Wells. Banche centrali come il Grinch, gelano il rally di fine anno Con gli investitori alla ricerca di rassicurazioni che tutto andasse bene, “le banche centrali hanno, invece, interpretato la figura del Grinch, rovinandone il Natale. Va anche riportato come gli investitori abbiano mostrato forse eccessivo ottimismo sul fatto che le pressioni inflazionistiche siano ormai alle nostre spalle e che le banche centrali debbano cambiare orientamento, da lotta all’inflazione a lotta alla recessione”, ha sottolineato Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Con un’inflazione in Europa a doppia cifra, con solamente la lettura di novembre che ha restituito una flessione (la prima dal giugno 2021) e per lo più, come evidenziato dalla stessa Bce, generata dal calo dei prezzi energetici, risulta difficile pensare che la pressione sui prezzi sia acqua passata”. Per Ipek Ozkardeskaya, senior analyst di Swissquote, Lagarde ha mandato i mercati all'inferno e ha infranto ogni speranza rimasta per un rally azionario di fine anno. Nuova impennata dei rendimenti dei titoli di Stato Con una lotta all’inflazione ancora lontana dall’essere estirpata i mercati hanno rivisto al rialzo le aspettative future dei tassi. L’Euribor a tre mesi, con scadenza a giugno, torna ad essere scambiato sopra al 3,2% e probabilmente continuerà a salire, spread Btp/Bund a 219 punti base nel giorno delle quattro streghe (il rendimento del Bund decennale tedesco sale al 2,20% e quello del Btp a 10 anni al 4,386% e del 2 anni al 3,17%) e focus sui debiti pubblici, quello dell’Italia in primis, con il rendimento greco, in questo momento, perfino inferiore a quello italiano. “Il piano della banca centrale di tagliare il suo sostegno ai mercati dei titoli sovrani arriva mentre i governi della zona euro sono pronti a emettere più debito il prossimo anno per coprire il costo della protezione delle famiglie e delle imprese dall'impatto dei prezzi elevati dell'energia quest'anno”, ha detto Debach. S&P Global: se la Bce ha ragione, la curva dei rendimenti in Europa si accentuerà Se la Bce ha ragione, secondo Sylvain Broyer, Chief Economist Emea, S&P Global Ratings, è possibile che i rendimenti a lungo termine aumentino ulteriormente e che la curva dei rendimenti in Europa si accentui. "Se il punto di vista dei mercati è corretto, è meglio che la Bce sia molto cauta nelle sue prossime decisioni sui tassi e sul prelievo di liquidità, per non far ricadere l'economia europea in una recessione più lunga e più profonda di quanto le sue previsioni suggeriscano”, ha avvertito Broyer per il quale il segnale inviato dai mercati con una curva dei rendimenti da piatta a invertita dovrebbe costituire un campanello d'allarme per il Consiglio Direttivo. Ad aggiungere benzina alle preoccupazioni degli investitori, ha concluso Debach, “le letture americane sulle vendite al dettaglio e sulla produzione manifatturiera di novembre, entrambe scese più del previsto. Letture che fanno aumentare i timori di recessione, soprattutto con una Fed ancora con il piede pigiato sull’acceleratore”. Read the full article
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L’ARTE DI VIVERE DA ESSERI UMANI,
l’articolo del prof. VitoMancuso
su #LaStampa del 2 agosto 2022
-
Di ritorno da una settimana di esercizi spirituali in un convento trentino, l’impatto con il mondo reale non poteva essere più aspro. In quel convento, guidati da un padre cappuccino svizzero e dalle mie meditazioni filosofico-teologiche, erano convenute una quarantina di persone dalla Svizzera e da tutta Italia, da Catania a Bolzano, da Torino a Trieste. Immaginate persone che non si conoscono tra loro e che però, avendo una finalità comune, iniziano a guardarsi con fiducia e giorno dopo giorno, nel raccoglimento e negli scambi di esperienze, sentono di condividere qualcosa, di essere sulla medesima strada, di soffrire per le stesse paure, di coltivare le stesse speranze, e vedono sorgere sentimenti di reciproca simpatia e persino di unione. Si pranza e si cena in silenzio, sempre in silenzio si cammina attorno al chiostro e nei corridoi e nel giardino del convento, si sta seduti nella sala di meditazione, alcuni sulla sedia, i più sui cuscini nella classica forma orientale detta “posizione del loto”, si pregano i salmi, si cantano le antifone mariane della tradizione come Salve Regina e Regina coeli, si riceve la benedizione serale di padre Andrea. Soprattutto si coltiva l’arte del respiro e il controllo della mente. Ci si rilassa. Ma mano che si impara a respirare consapevolmente, si impara a riconoscere i trucchi della mente, le sue ansie e le sue menzogne (perché la mente “mente”) e si comprende che vivere è un’arte che va appresa, che bisogna imparare a vivere, che non è per nulla scontato saper vivere da esseri umani.
Gli esseri umani. Che cosa sono? Dopo una settimana di esercizi spirituali l’impatto con il mondo reale (o forse meglio, scusate: con il mondo irreale della follia quotidiana dentro cui siamo immersi) non poteva essere più crudo. Un uomo a Civitanova Marche uccide un ambulante con la pelle di un altro colore di nome Alika perché “chiedeva con insistenza e disturbava la mia fidanzata” facendolo agonizzare per quattro minuti: in che stato era la sua mente? I presenti e i passanti non intervengono, non gridano, ma filmano con i cellulari la scena: in che stato era la loro mente? Due sorelle di 15 e 17 anni, Giulia e Alessia, sono travolte alla stazione di Riccione da un treno dell’alta velocità mentre in condizioni anomale cercano di attraversare il binario: in che stato era la loro mente? Una madre a Ponte Lambro lascia morire di stenti la figlia di 18 mesi dopo averla abbandonata sola a casa per diversi giorni per stare con un uomo: in tutti quei giorni, in che stato era la sua mente?
La mente vaga e fugge chissà dove, e qui non c’è più, perché non vede più quello che tutti vedono e non sente più quello che tutti sentono. Genitori che dimenticano i figli piccoli in auto, un figlio che uccide a coltellate la madre. La mente impazzita. Direi anche la mente malata, preda di quella violenza incontrollata che attraversa le nostre città rendendole ancora più roventi di quanto non siano già a causa del clima. Abbiamo già perso del tutto la cognizione dell’arte di vivere da esseri umani? L’abbiamo mai avuta? Che cos’è l’essere umano?
Parlo con insegnanti che mi raccontano della progressiva decadenza culturale che genera deficit di attenzione dei ragazzi che non arrivano a due o tre muniti di concentrazione, oppure che hanno un bagaglio lessicale di qualche centinaio di parole per una capacità di lettura e di interpretazione della realtà sempre più impoverite, così che il mondo, dalla vastità della sua gamma cromatica, si riduce a un bianco e nero tipo Far West: io e i miei amici buoni, gli altri cattivi. È la logica della banda, del clan, della tribù.
I nostri ragazzi hanno bisogno di imparare l’arte di vivere ma nessuno gliela insegna più. Le loro menti vengono riempite di nozioni di cui non hanno bisogno e lasciate senza gli strumenti esistenziali di cui hanno necessità vitale. Hanno bisogno di educazione, gli viene data (quando va bene) solo istruzione. Come se a un assetato che chiede acqua si dessero sabbia e cemento.
Ma che cos’è l’essere umano? Se andiamo a indagare la storia del pensiero troviamo le più contrastanti definizioni. Mortali e caduchi come le foglie (Omero), anime immortali (Platone), animali politici (Aristotele), incomunicabile solitudine (Duns Scoto), dotati di libero arbitrio (Cartesio), privi di libero arbitrio (Spinoza), legno storto ma anche coscienza morale (Kant), fenomenologia dello spirito (Hegel), volontà di vita (Schopenhauer), grumo di egoismo (Stirner), malinconia e sofferenza (Leopardi), qualcosa da oltrepassare (Nietzsche), un ego schiacciato tra inconscio e superego (Freud), personaggi in cerca d’autore (Pirandello), passione inutile (Sartre), essere-per-la-morte ma anche pastore dell’essere (Heidegger). Ai nostri giorni vanno di moda definizioni basiche di impronta scientifica: gene egoista (Dawkins), scimmia nuda (Morris), schiuma chimica (Hawking). Sul nostro comportamento etico David Hume ha scritto: “C’è un po’ di benevolenza, per quanto poca, infusa nel nostro cuore, qualche scintilla di amicizia per la specie umana, qualche particella della colomba impastata nella nostra struttura, insieme con gli elementi del lupo e del serpente”. A proposito di lupo, Plauto affermava che noi verso gli altri uomini siamo proprio così: Homo homini lupus. Cecilio Stazio due decenni dopo però gli rispose: Homo homini deus. Chi ha ragione? Siamo lupi o esseri divini? Chi meglio rispecchia la nostra essenza: chi pratica gli esercizi spirituali coltivando e vincendo se stesso, o i protagonisti dei casi di cronaca richiamati?
Ben lungi dal voler fare la morale, io solo constato la grande crisi della morale e di conseguenza dell’umanità. Le due cose infatti sono strettamente correlate, perché l’essenza specifica dell’essere umano che lo distingue da tutti gli altri viventi è proprio il suo essere un agente morale. Vale a dire: quello che fa un cane lo decide la sua natura, quello che fa un essere umano lo decide la sua cultura. La cultura non è erudizione, dati memorizzati, libri letti: la cultura è quello che resta una volta dimenticati tutti i libri e tutti i dati, e che fa agire in modo retto, giusto, gentile. Cioè in modo educato, laddove educazione non è galateo ma è formazione integrale e rettitudine della mente, come nel concetto greco di paideia, nel tedesco Bildung, nell’inglese education. Chi agisce in modo moralmente responsabile è un uomo colto, cioè coltivato, e la sua interiorità produce frutti buoni. Chi agisce irresponsabilmente è un incolto, lo è anche se ha letto migliaia di libri e sa parlare bene, perché la sua interiorità produce spine e funghi velenosi.
Io non so se dietro la quasi totale assenza di educazione morale nella nostra società vi sia un disegno. Talora però lo sospetto. Per “assenza dell’educazione morale” intendo l’assenza dell’etica nella scuola, nella produzione televisiva e cinematografica, nella letteratura, nell’arte, nella filosofia. Guai, oggi, a passare per “moralisti”! Molto più efficace essere immorali e immoralisti: vende molto di più. Quando mi prende il sospetto che questa assenza dell’etica sia voluta, ripenso a queste parole di Hannah Arendt: “Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso, non esiste più” (Le origini del totalitarismo, p. 649). Il suddito ideale del totalitarismo sono le persone che hanno perso cognizione del reale e la cui mente è in balìa di finzioni e virtualità di ogni sorta. Persone il cui io virtuale, cioè quello che vorrebbero essere in base a quanto viene loro inculcato dalla pubblicità e dalla fiction costruite a tavolino, è molto più forte del loro io reale, cioè di quello che di fatto sono: il che le porta a essere del tutto sconnesse dalla realtà e in balìa dei ciarlatani e soprattutto dei loro fantasmi interiori.
Una cosa, comunque, alla fine mi è chiara: noi non abbiamo un’essenza definita dalla natura, ma siamo ciò che esprime la nostra cultura. Il che ci rende al contempo peggiori e migliori delle bestie, lupi feroci e insieme simili agli dèi. Tutto in noi dipende dalla cultura, in quanto capacità di azione morale. E questa cultura dipende dall’educazione della mente. Ne viene che o mettiamo al centro dei programmi sociali e politici l’educazione della mente (a partire dalla sua capacità di attenzione e di concentrazione) o il baratro verso cui sprofondiamo si allargherà sempre più. Non dico di rendere obbligatoria per tutti una settimana di esercizi spirituali in quel convento trentino, ma qualcosa di simile nelle nostre scuole e nella programmazione culturale della società bisognerebbe escogitare.
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Il dottor Lucas Jones, MD, è un personaggio immaginario della popolare soap opera della ABC General Hospital. È il figlio biologico del boss della mafia, Julian Jerome e il defunto, Cheryl Stansbury e il figlio adottivo del defunto, il dottor Tony Jones e l'infermiera Bobbie Spencer.
Il ruolo di Lucas è stato interpretato da numerosi attori, tra cui CJ Thomason, che ha lasciato il ruolo nel 2003, Ryan Carnes, che ha lasciato il ruolo nel 2005, ma è tornato nel 2014 e da allora ha interpretato Lucas e Ben Hogestyn, che ha lasciato il ruolo nel 2006.
Informazioni utili su Lucas Jones
Figlio biologico del mafioso Julian Jerome e Cheryl Stansbury.
Comprato da una disperata Bobbie Spencer quando la sua adozione è fallita.
In origine si pensava fosse il figlio biologico di Robert Scorpio.
Fu restituito alla madre Cheryl, ma quando lei morì in un incidente d'auto, fu accolto dalla sorella Tiffany Hill e dal marito Sean Donnelly.
Fu adottato da Bobbie e Tony Jones dopo la lettura del testamento di Cheryl.
Gli fu diagnosticato il diabete giovanile.
Drogata da Helena Cassadine per ricattare Tony Jones.
Aveva un deficit di apprendimento.
Aveva una cotta per il cugino adottivo Maxie Jones, mentre allo stesso tempo sua sorella Georgie Jones aveva una cotta per lui.
Si è dichiarato gay nel 2006.
Si è trasferito a Seattle dopo la morte di Tony.
Ha saputo che il suo padre biologico Julian era davvero vivo quando è tornato a Port Charles nel 2014.
Era sessualmente coinvolto con Brad Cooper.
Chi ha interpretato Lucas Jones nel corso degli anni?
Matt Trudeau (2020-in corso)
Ryan Carnes (8 luglio 2004 - 21 settembre 2005; 17 gennaio 2014 -2020)
Ben Hogestyn (22 settembre 2005 - 19 giugno 2006)
C.J. Thomason (2002 - 2003)
J. Evan Bonifant (2002)
Logan O'Brien (1998 - 2002)
Justin Cooper (1996 - 1998)
Jay Sacane (1994 - 1996)
Kevin e Christopher Graves (1990)
Kevin e Chuckie Gravino (1989 - 1994)
Storia passata
Lucas è nato da Cheryl Stansbury. Le è stato detto che era nato morto quando è stato realmente venduto a Bobbie Spencer dopo un'adozione che lei stava progettando è crollata ed era alla disperata ricerca di un bambino.
Cheryl cominciò a vedere se stessa nel piccolo Lucas, così come Robert Scorpio, l'uomo che pensava fosse il padre del suo bambino morto. Bobbie iniziò a indagare sul passato di Lucas dopo che gli fu diagnosticato il diabete giovanile, e scoprì che era davvero il figlio di Cheryl. Allo stesso tempo, Cheryl cominciò a dubitare che suo figlio fosse davvero morto alla nascita e assunse Robert per scoprire la verità. Cheryl portò Robert a credere che il mafioso Julian Jerome fosse il padre del bambino. Naturalmente, pensava che fosse una bugia quando in realtà era la verità.
Robert scoprì che Lucas era il figlio di Cheryl e riuscì a impedire a Bobbie di lasciare la città con Lucas. Robert ha restituito Lucas a Cheryl. Lei ha detto a Robert che era il padre del bambino, ma un test del DNA ha detto il contrario.
Dopo che Cheryl morì in un incidente d'auto, sua sorella Tiffany Hill e suo marito Sean Donnelly tornarono a Port Charles per prendersi cura di Lucas, ma Cheryl lasciò il bambino a Bobbie e Tony, scioccati ma euforici, nel suo testamento. Tiffany ha fatto di tutto per ottenere la custodia di Lucas, anche rivelando il passato di prostituta di Bobbie durante un'udienza per la custodia. Sean si rifiutò di testimoniare a causa del suo disgusto per le tattiche di Tiffany. Bobbie e Tony sono stati lasciati per crescere Lucas, ma alla fine hanno divorziato nel 1996.
Nel 2001, Lucas fu avvelenato da Lucky Spencer all'offerta di Helena Cassadine per controllare Tony. Tony accettò di fare qualsiasi cosa Helena chiedesse in cambio di una cura per Lucas. Tony scoprì che Helena teneva suo figlio Stavros criogenicamente congelato in un laboratorio segreto sotto l'ospedale. Tony si rivolse a Luke Spencer per chiedere aiuto e riuscì a ottenere la cura di Lucas.
Dopo qualche disavventura con i suoi cugini adottivi Maxie e Georgie Jones, Lucas è uscito nel 2006. Tony accettò prontamente Lucas, ma morì qualche mese dopo, il che devastò Lucas. Poco dopo si trasferì a Seattle e Bobbie lo seguì.
Bobbie tornò a Port Charles quando sua figlia Carly Jacks scomparve. Tornata in città, scoprì che il padre mafioso di Lucas, il bio-papa mafioso Julian, era ancora vivo. Cercò di nasconderlo a Lucas, ma Julian aveva saputo di Lucas e aveva intenzione di incontrare suo figlio. Lucas tornò a Port Charles per dare sostegno a Bobbie e rimase scioccata nell'apprendere di Julian. Andò a The Floating Rib per un drink dove incontrò Brad Cooper. I due commissari sono stati adottati da famiglie di mafiosi. I due hanno avuto un'avventura di una notte. Lucas voleva di più, ma Brad gli disse che era interessato a un altro uomo, Felix DuBois.
Quando Felix ruppe un appuntamento con Brad, Brad andò a bere qualcosa con Lucas e finirono di nuovo a letto.
Lucas è andato a visitare la tomba di Tony Jones nell'anniversario della sua morte e si è imbattuto in Julian. La loro relazione era già tesa e quando Lucas ha detto a Julian che era gay, non ha reagito bene. Julian pensò che se fosse stato nella vita di Lucas, Lucas avrebbe potuto essere etero.
Flirt e relazioni
Brad Cooper (amante)
Guy Tucker (datato)
Brook Lynn Ashton (baciato)
Georgianna "Georgie" Jones (baciata)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (baciata)
Parenti
Cheryl Stansbury (madre biologica, deceduta)
Julian Jerome (padre biologico)
Tony Jones (padre adottivo, deceduto)
Barbara Jean "Bobbie" Spencer (madre adottiva)
Barbara Jean "B.J." B.J. Jones (sorella adottiva, defunta)
Samantha McCall Morgan (sorella biologica)
Carly Corinthos Jacks (sorella biologica)
Victor Jerome (nonno biologico, deceduto)
Lena Spencer (nonna adottiva)
Tim Spencer (nonno adottivo)
Tiffany Hill (zia biologica)
Ava Jerome (zia biologica)
Evan Jerome Jr. (cugino biologico)
Katherine "Kiki" Jerome Corinthos (cugino biologico)
Frisco Jones (zio adottivo)
Luke Spencer (zio adottivo)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (cugina adottiva)
Georgianna "Georgie" Jones (cugina adottiva, defunta)
Lucky Spencer (cugino adottivo)
Lesley Lu "Lulu" Spencer (cugino adottivo)
Morgan Stone Cornithos (nipote adottivo)
Michael Cornithos III (nipote adottivo)
Daniel Edward Morgan (nipote biologico)
Il ritorno dell'Origine del male GDR:
Nell'altro mondo parallelo, il dottor Lucas Jones è fidanzato ufficialmente con Abraham Dahan lasciando così New York e a vivere con lui in Israele a Nazareth lavorando come medico lì e non più a New York.
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L’Italia che sembrava come la Grecia, diventa la nuova Svizzera. Ora che l’uomo nero (Salvini) non c’è più, si può arrivare al 3% di rapporto Pil/deficit e magari anche oltre, come ha detto Von der Leyen, nel caso si facciano investimenti verdi». Morale della favola? « (...) L’Europa è come un club, un minimo di regole devi rispettarle. Altrimenti puoi solo uscire, come ha fatto la Gran Bretagna. Non puoi stare un po’ con la Russia, un po’ con l’America, un po’ con la Cina e fare la Via della seta. Le superpotenze non perdonano. Quando Putin ha incontrato a Roma Conte, Di Maio e Salvini chiedendo impegno contro le sanzioni gli è stato risposto di alleggerire la posizione sulla Crimea. Due giorni dopo è uscita la storia dell’hotel Metropol di Mosca e dei finanziamenti russi alla Lega». Non sarà una lettura troppo complottarda? «Ma no, i complotti arrivano dopo, soprattutto se cominci a fare i giochini tra Putin e Trump. Com’è possibile che il presidente americano sponsorizzi il governo più a sinistra della storia italiana? Sovranista grande mangia sovranista piccolo. La storia del Metropol era lì da cinque mesi prima di spuntare da un sito americano. Possibile che i servizi segreti, quelli su cui aveva le deleghe Conte non avvisino Salvini? Vuol dire che li aveva contro, era uno zombie che camminava. Siamo sempre lì, il Deep State è decisivo. Citofonare a Berlusconi: anche lui era anomalo, nemico dell’establishment e gliel’hanno fatta pagare. Lo hanno chiamato e gli hanno detto: con lo spread a 500 le tue aziende vanno al macero. E lui è andato a casa». (...) Il Pd torna in campo, ma perde la faccia andando al governo ancora senza passare dalle elezioni. «E chissà quando ci si ripasserà. Adesso devono tagliare 345 parlamentari, poi fare il referendum e la nuova legge elettorale. Si voterà nel 2022, con un nuovo Capo dello Stato». Che sarà Romano Prodi? «Non credo, troppo filocinese».
La versione di Dago aka Roberto d’Agostino su Panorama via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-panorama-rdquo-intervista-dago-ndash-ldquo-non-solo-conte-212903.htm
Nota: l’Europa non è come un club da cui si può uscire, è come l’Hotel California da cui si può fare check out quando vuoi ma che non si può mai lasciare. Brexit docet. Agghiaggiande.
A parte questo, è una lettura romanocentrica degli eventi, ma il deepstate burosauro statico potere marcio c’è, eccome. Non se ne esce.
Da Roma il romano cmq. ha ben colto la vera cappella che più temevo, notata da pochi, altro che “autogol”: non schierarsi chiaramente, barcamenandosi tra Putin Cina Usa e anche UE (via Conte). Trump è un “YOU’RE FIRED”, o sei con lui o contro di lui, niente giochini con le Vie della Seta (qualcuno si domanda ancora come mai DiMaio non è più vicepremier?).
Quanto al Salvini polentone poco sgamato che sbaglia mosse e amicizie nella capitale e Oltralpe: ci sta eccome. Non è come Conte, il classico furbetto peninsulare letteralmente senza arte né parte, candidato barone a furia di risucchi.
Magari il leghista s’era sinceramente convinto di farcela a cambiare finalmente l’andazzo, come del resto Berlusca. E’ dal crollo del Muro del 1989 che lo sostengo: i sognatori rivoluzionari oggi stanno a destra, mentre a sinistra abitano i conformisti reazionari, quelli che “de Franza o de Spagna basta che se magna”. Realisti sorry, volevo dire i realisti (nel senso monarchico ancien).
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Che cos’è la resilienza
Come dicevo, il concetto di resilienza è più collegato alla flessibilità.
Il termine “resilienza” in origine proveniva dalla metallurgia. Questa parola indicava la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate. Per un metallo, la resilienza rappresenta il contrario della fragilità. Se sei un cavaliere medioevale, è nel tuo interesse che la tua spada abbia una grande resilienza, altrimenti rischi che si spezzi tra le tue mani mentre ingaggi il primo duello. La cosa interessante è che una spada può andare in frantumi non solo perché è troppo fragile, ma anche perché è troppo rigida. Non resiliente, appunto.
A livello etimologico, la parola “resilienza” viene attribuita alla parola latina “resilĭens”, cioé il participio passato di rimbalzare, come quando lanci un oggetto contro un muro e questo ti ritorna indietro.
Nella Psicologia il concetto è simile: la persona resiliente è l’opposto di quella vulnerabile. Qual è quell’elemento che ti rende forte contro le avversità? Come si chiama quell’elemento psicologico che ti permette di affrontare le situazioni sfavorevoli, che ti permette di attingere alle tue risorse emotive e andare oltre i momenti bui della nostra tua esistenza? Tutto questo risponde al nome di resilienza psicologica.
«La Resilienza è la volontà determinata di rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà contingenti per andare avanti con ottimismo consapevole. Resiliente è chi sa sopportare i dolori senza lamentarsi, chi sa reggere le difficoltà senza disperarsi, chi ha il coraggio di intraprendere una via che sa essere tortuosa e sa portare a termine quanto intrapreso. Resiliente è chi ama la vita e coltiva una virtù che modera e limita i timori di morte, di fallimento e di distruzione. Resilienza è anche fare i conti con la propria impotenza sia vincere la paura del domani.»
Cosa mette a rischio la tua Resilienza e cosa la promuove
Ci sono diversi fattori che ci espongono a una maggior vulnerabilità agli eventi stressanti (e quindi diminuiscono la nostra resilienza). Già nel 1982 la psicologa Emmy E. Werner individuò gli elementi che pregiudicano la resilienza:
Fattori emozionali (come ad esempio l’abuso, avere una bassa autostima e uno scarso controllo emozionale). Fattori interpersonali (essere rifiuto degli amici, vivere in isolamento, chiudersi in se stessi). Fattori familiari (vivere in una famiglia poco abbiente, vivere molti conflitti familiari, avere uno scarso legame con i genitori, essere incapace di comunicare con i famigliari). Fattori di sviluppo (avere un ritardo mentale, una disabilità nella lettura, un deficit dell’attenzione, e non essere particolarmente bravi nel relazionarsi con gli altri).
Negli ultimi decenni, in particolare alla fine degli anni ’70, gli psicologi hanno incominciato a parlare non soltanto di fattori di rischio ma anche di fattori protettivi, cioé quelli che promuovono la nostra resilienza. Alcuni esempi sono: avere un buon temperamento, una buona autonomia, essere competenti nelle relazioni e bravi a comunicare, sapersi controllare ed essere consapevoli che il proprio successo dipende dai propri sforzi (in questo caso si dice che il soggetto ha un locus of control interno).
Un ruolo importante lo gioca la famiglia. E’ dimostrato infatti che un’elevata attenzione riservata al bambino nel primo anno di vita favorisce la sua resilienza. Anche la qualità delle relazioni tra genitori è importante, così come il supporto di parenti e vicini di casa, o comunque di tutte quelle figure che possono essere un punto di riferimento affettivo.
Resilienza: il kit di sopravvivenza
Essere resilienti non vuol dire non provare dolore e smarrimento di fronte a traumi, tragedie, minacce o perdite. Essere resilienti non vuol dire nemmeno essere invincibili.
Immaginati la resilienza come un kit di sopravvivenza nella tua mente. Quando sei oggettivamente in pericolo o in una situazione sfavorevole, puoi aprire il kit e usare uno dei tanti strumenti per fronteggiare i problemi.
La verità è che non siamo mai pronti agli imprevisti di questo mondo, quindi, ad essere precisi, siamo in un continuo stato di sopravvivenza e attingiamo sempre da questa risorsa. Il problema è che ci sono momenti della vita in cui la soglia di pericolo si alza, e devi attingere ancora di più al tuo serbatoio di resilienza.
Nessun trauma è positivo, non c’è niente di intrinsecamente “buono” nei disastri, nelle violenze, nella malattia. I mass-media esaltano all’estremo quelle persone che, in situazioni del genere, ne escono indenne, quasi rafforzate. Questa è però un’illusioneno, non è possibile. Coloro che sopravvivono alle tragedie non sono supereroi indistruttibili, ma lottano proprio come tutti gli altri. Di una cosa siamo certi: è possibile riemergere cambiati da un’esperienza traumatica.
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sintomi dislessia bambini
Spesso la dislessia viene erroneamente confusa con svogliatezza e pigrizia, in realtà bisognerebbe prestare maggiore attenzione ai propri bambini perché spesso si celano problemi più gravi ma risolvibili.
La dislessia viene classificata come un disturbo specifico dell’apprendimento che porta serie difficoltà nella lettura e nella scrittura con inevitabili ripercussioni sulle capacità di apprendimento del bambino nonché sul rendimento scolastico. Si tratta comunque di bambini intelligenti
Senza alcun tipo di problema neurologico e sensoriali. Semplicemente il loro cervello ha una modalità di funzionamento differente proprio per la sua ridotta capacità di percepire, distinguere e manipolare i suoni che compongono le parole, difficoltà nell’associare il suono alla lettera corrispondente. riconoscere le singole lettere, le sillabe o le parole, e associarle ai giusti suoni.
I sintomi di dislessia si presentano soprattutto con evidenti difficoltà di lettura, nettamente al di sotto del livello normalmente associato all’età e al livello intellettivo generale.
Si possono notare omissioni di parole o parti di parola, inversioni di lettere o anche di numeri come per esempio il 21 con il 12, confusione tra una lettere ed un altra con tratti visivi simili come e/a, b/d, e sostituzioni di parti o addirittura intere parole. Questo inevitabilmente porta ad una grossa difficoltà di comprensione di un testo o di una lettura che richiede continue riletture per poterne comprendere il contenuto, e di conseguenza porta il bambino ad affaticarsi molto e alle volte fino ad un vero e proprio rifiuto.
La dislessia porta a difficoltà anche nella capacità di esprimersi, formulare frasi e organizzare idee, a lungo andare negli adulti dislessici persino disturbi della memoria immediata, verbale o visiva, con deficit dell'attenzione.
Le difficoltà sono molte, come utilizzare termini appropriati o memorizzare parole nuove e numeri, come per esempio nel calcolo e nella memorizzazione delle tabelline.
Le cause della dislessia presentano un componente genetica ed ereditaria, infatti alcuni segni di questo disturbo si possono osservare già nella prima infanzia, in particolare quando il piccolo comincia la scuola con il primo approccio alla lettura e alla scrittura. Prima ancora storpiando le parole e uno scarso vocabolario.
Non bisogna però generalizzare, se si hanno dei dubbi la cosa più importante è quella di parlare con le insegnanti per confrontarsi e consultare il pediatra. Eventualmente su sua richiesta rivolgersi alla Asl di appartenenza o a un centro specializzato. Solitamente la diagnosi viene effettuata da un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatria infantile, psicologo e logopedista. La prassi è quella di sottoporre il bambino ad una serie di esercizi mirati e solo se i meccanismi di potenziamento non risultano efficaci si può diagnosticare la dislessia.
#DSA#DISLESSIA#BAMBINI#NEUROPSICHIATRAINFANTILE#CAUSEDISLESSIA#SINTOMIDISLESSIA#disturbo specifico dell’apprendimento
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test disturbi dell’apprendimento
I disturbi dell'apprendimento sono classificati come disturbi del neurosviluppo, si tratta di condizioni neurologiche che si manifestano già nella prima infanzia, compromettendo lo sviluppo sia personale, sociale, accademico che professionale proprio per la difficoltà di acquisizione, mantenimento, o applicazione di competenze e informazioni.
I disturbi possono comportare alterazioni dell'attenzione, della memoria, della percezione, del linguaggio oppure delle relazioni sociali. Altri disturbi dello sviluppo neurologico comuni comprendono deficit di attenzione e iperattività, disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva. Incidendo dunque sulla capacità di utilizzare e comprendere la lingua scritta e parlata, con problemi nella lettura e nella grafia; calcoli, coordinare i movimenti e mantenere l’attenzione per periodi di tempo prolungati.
Alcuni bambini con problemi di apprendimento infatti, hanno solitamente difficoltà di interazione sociale, come rispettare i turni, stare molto vicino all'ascoltatore, non capire i giochi. Segni precoci della presenza di un disturbo dell’apprendimento possono essere anche agitazione motoria, problemi di motricità compresi la scrittura e copiatura, brevi periodi di attenzione, variabilità nelle prestazioni e nel comportamento. Difficoltà nel controllo degli impulsi, iperattività, problemi del rispetto delle regole, aggressività, comportamento di astinenza e sfuggente, timidezza eccessiva ed eccessiva paura.
Il disturbo dell’apprendimento si può individuare precocemente già durante la scuola materna con difficoltà da parte del bambino nell’acquisizione di specifiche competenze, come difficoltà nella denominazione di parole; scorretta identificazione dei suoni iniziali e finali delle parole; segmentazione cioè dividere in sillaba la parola e fusione, unire le sillabe per formare una parola, di linguaggio. Motricità come impugnatura della penna, difficoltà nella manipolazione di piccoli oggetti, nell’utilizzo di altri utensili quali forbici dei pennelli ecc.. Sono considerati come indici di rischio.
L’ingresso nella classe prima elementare è davvero cruciale per l’individuazione dei bambini che potrebbero sviluppare questo tipo di disturbo. In questo senso un ruolo fondamentale è quello di insegnanti e genitori che possono individuare e segnalare.
La diagnosi di disturbi di apprendimento deve essere fatta in maniera precoce e solitamente basandosi su alcuni criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione (DSM-5),
I test utilizzati possono variare in base all’età del bambino e alle preferenze dello specialista. Anche le abilità valutate non saranno uguali per tutti, ma dipenderanno dal profilo del bambino. Le aree indagate con i relativi test sono:
Abilità di lettura con una prova di lettura di brano, lettura di parole e lettura di non parole. Gli strumenti maggiormente usati sono le Prove MT (Cornoldi), BVN 5-11(Batteria di Valutazione Neuropsicologica per l’età evolutiva, Bisiacchi et al.), DDE2 (Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva, Sartori).
Abilità ortografica della scrittura: anche in questo caso si valuta la scrittura di brano, di una lista di parole e di una lista di non parole, sia copiate sia sotto dettatura. Gli strumenti usati principalmente sono DDE2 (Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva, Sartori), BVSCO (Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica, Cornoldi, Re e Tressoldi).
Componente prassica della scrittura: solitamente al bambino è chiesto di scrivere alcune semplici parole (es. “le” o “uno”) più volte e velocemente, per valutare la comprensibilità della scrittura. Lo strumento più usato è la scala BHK.
Abilità di comprensione del testo: si tratta per lo più di brani letti in autonomia o ascoltati su cui il ragazzo deve rispondere a delle domande di comprensione. I test più utilizzati per valutare questa abilità sono Prove MT(Cornoldi), la Nuova guida alla comprensione del testo (DeBeni et al.) e il test CO-TT (Carretti et al.).
Abilità aritmetiche e di calcolo: si valuta l’acquisizione del concetto di numero e quantità e le abilità aritmetiche in base all’età. I test più utilizzati sono AC-MT (Batteria per la valutazione delle abilità di calcolo, Cornoldi et al.), Discalculia Test (Lucangeli et al.), ABCA (Test delle abilità di calcolo aritmetico, Lucangeli et al.), BDE (Batteria per la discalculia evolutiva, Biancardi e Nicoletti).
Abilità non verbali: vengono indagate tutte quelle abilità più prettamente visuospaziali, come la memoria visiva. I test più usati sono VMI (Developmental Test of Visual-Motor Integration), BVS-Corsi (Batteria per la valutazione della memoria visiva e spaziale, Mammarella et al.) e la Figura Complessa di Rey.
Funzionamento intellettivo globale: indaga le abilità cognitive generali del bambino o del ragazzo, per fare diagnosi viene usata la scala WISC-4 o le Matrici di Raven
Lo specialista potrà prevedere ulteriori prove o questionari per indagare altri aspetti che considera rilevanti come, la motivazione scolastica, l’ansia e l’autostima.
Fondamentale per una buona riuscita della valutazione è la collaborazione di tutti dallo bambino, l’equipe specialista, e soprattutto genitori e insegnanti.
#BHK#testdisturbiapprendimento disturbiapprendimento disturbibambini#disturbidelneurosviluppo#diagnosidisturbiapprendimento#dislessia#disortografia iperattivitàbambini agitazionebambini
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Bambini, vacanze e scuola: come il lungo relax influisce sulle loro capacità
I mesi estivi rappresentano il periodo ideale per consentire ai più piccoli di divertirsi e liberarsi dallo stress scolastico, ma una lunga pausa lontano dai libri può diventare al tempo stesso sinonimo di deficit accademico. A segnalare questo problema è una recente ricerca della University of Southern California pubblicata dall’American Educational Research Journale rilanciata pochi giorni fa dalla CNN secondo cui più della metà degli studenti possono arrivare a perdere nel corso dei mesi estivi fino al 39% delle capacità di lettura e scrittura acquisite sui banchi di scuola. Un fenomeno negativo che prende il nome di “summer slide”, accentuato quest’anno dall’emergenza sanitaria che ha costretto milioni di bambini a fare i conti con la didattica a distanza. Bambini, studenti e vacanze Basti pensare che un’indagine americana della CBS ha segnalato come il 62% degli studenti, soprattutto delle elementari, abbia accusato problemi di stress, stanchezza e deficit di attenzione. Ma quali sono i consigli degli esperti per contrastare il “summer slide”? Aipiù piccoli possono essere di aiuto le attività all’aria aperta, tipiche del modello didattico della “outdoor education”, che permettono di stimolare fantasia e creatività grazie al tempo trascorso immersi nella natura. Per i più grandi, invece, è consigliabile individuare dei temi appassionanti attorno ai quali sviluppare ricerche, progetti e letture. Read the full article
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Discalculia come riconoscerla?
Come riconoscere la Discalculia? Che test bisogna fare? A quali specialisti rivolgersi per la diagnosi in età evolutiva? Ecco un po' di informazioni utili e qualche indirizzo sicuro.
La discalculia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) geneticamente determinato, in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali, che riguarda la capacità di automatizzare i calcoli e le procedure ad essi legati.
Essa è una espressione di disfunzione cerebrale e non deve essere confusa con i profili di difficoltà procedurali nel calcolo scritto. Per questo motivo è importante sottolineare che la discalculia si manifesta nonostante un’istruzione normale, un’intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole.
La discalculia è spesso difficile da diagnosticare, perché gli scarsi risultati del bambino/ragazzo vengono attribuiti a poco impegno, poca voglia di studiare. Perciò lo studente viene spesso ingiustamente colpevolizzato dagli insegnanti, perde autostima e fiducia nelle proprie capacità; può trascinarsi questo peso durante tutta la sua carriera scolastica, senza che la vera causa del problema sia mai capita.
Chi è affetto da discalculia avrà i seguenti sintomi:
difficoltà nell’identificare i numeri e nello scriverli, in particolare quelli composti da molte cifre
difficoltà nel riconoscere le unità che compongono un numero
difficoltà nell’identificare i rapporti fra le cifre all’interno di un numero
difficoltà nel saper scrivere numeri sotto dettatura
difficoltà nel numerare in senso progressivo ascendente e discendente
difficoltà nello svolgimento delle quattro operazioni matematiche
difficoltà nel cogliere nessi e relazioni matematiche
difficoltà nell’associare ad una certa quantità il numero corrispondente
difficoltà ad analizzare e riconoscere i dati che permettono la soluzione di un problema
difficoltà nell’apprendere le regole dei calcoli (prestito, riporto, incolonnamento, ecc.)
difficoltà nell’apprendere semplici operazioni come ad esempio le tabellone, i cui risultati vengono ottenuti in modo automatico senza ricorrere a difficili procedure di calcolo
Riguardo i diversi tipi di discalculia esistenti, La “Consensus Conference” ha individuato due profili diversi di discalculia:
'Il primo tipo riguarda la debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti numeriche (cioè negli aspetti basilari, meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale, ecc.).
'Il secondo tipo riguarda invece le compromissioni a livello procedurale e di calcolo (lettura, scrittura e incolonnamento dei numeri, recupero dei fatti numerici e degli algoritmi del calcolo scritto).
In questi ultimi anni, però, si è sviluppata una maggiore conoscenza e sensibilità verso i disturbi dell’apprendimento, e perciò gli educatori e i familiari sono più preparati a cogliere i sintomi di questo specifico disagio. La diagnosi precoce di questo disturbo è molto importante per attuare quanto prima dei metodi di insegnamento adeguati. Se ciò non si verifica, il rischio di insuccesso e di abbandono scolastico è molto alto, con conseguenze sociali, psicologiche e lavorative anche molto pesanti.
Per la diagnosi di discalculia bisogna recarsi presso una Neuropsichiatria infantile oppure presso un centro che possa fare una valutazione sui Disturbi Specifici di Apprendimento (un esempio ne è il Centro Amamente) e sottoporre il bambino a specifici test standardizzati, che valutino le diverse abilità matematiche.
Nel momento in cui viene redatta la certificazione DSA e condivisa con la scuola, toccherà agli insegnanti creare un piano di potenziamento, anche in collaborazione con gli specialisti che hanno svolto i test, nel quale saranno contenuti gli strumenti che il ragazzo potrà utilizzare a scuola e a casa. Questi strumenti, compensativi e dispensativi, variano con gli obiettivi proposti nel percorso scolastico.
In termini tecnici, per “potenziamento” si intende un intervento educativo in grado di favorire il normale sviluppo di una funzione che sta emergendo. In altre parole, significa fare utilizzare la funzione al meglio delle potenzialità individuali, offrendo situazioni di apprendimento con elementi di novità e complessità maggiore rispetto a quanto il bambino potrebbe imparare se agisse da solo e per proprio conto.
In passato le maestre e i professori avrebbero potuto non accorgersi del disturbo di discalculia presente in uno dei loro studenti. Oggi la scuola sta formando gli insegnanti per dar loro delle competenze di base sui Disturbi Specifici di Apprendimento, tenendo presente che questo disturbo è evolutivo per definizione, dunque cambia nel tempo;n inoltre il soggetto affetto da DSA ha per definizione un’intelligenza nella media e a volte superiore e potrebbe dunque trovare delle strategie per compensare le proprie difficoltà.
Nonostante gli insegnanti possano dare un consiglio, la valutazione e l’iter conseguente devono partire da una certificazione redatta da un professionista.
Dislessia dei bambini che fare?
Iperattività: intervista all’esperta
Articolo scritto da: Cinzia Rampino
Psicologia infantile: dalla dislessia ai disturbi dell'apprendimento, intervista alla Dott.ssa La Guzza
La Dott.ssa La Guzza risponde alle nostre domande su: dislessia, disortografia, discalculia, aiuto alla genitorialità e tanto altro.
Quando è assolutamente necessario che i genitori si rivolgano allo psicologo dei bambini?
Lo psicologo dell’infanzia è il professionista che si occupa di prevenzione del disagio psicologico e promozione del benessere nel bambino e nelle figure a lui vicine. É utile che un genitore si riferisca ad un professionista non solo nei casi in cui non riesce a comprendere o gestire una difficoltá o un disagio conclamato del figlio (risposte emotive e comportamentali problematiche quali aggressivitá, oppositivitá, iperattivitá, inibizione, scarsa autostima, oppure difficoltá di apprendimento) ma soprattutto in quei casi che destano preoccupazione e verso i quali si può ancora lavorare a livello preventivo.
E’ la scuola che provvede a una sorta di “invio” presso di Lei o dovrebbero essere i genitori che autonomamente decidono di contattarla?
Un genitore, ma meglio entrambi, possono rivolgersi allo psicologo di propria iniziativa oppure spinti dal pediatra o gli insegnanti. La normativa sulla privacy non permette l’invio ai servizi da parte degli insegnanti senza il consenso dei genitori. Ottenuto il consenso scritto al trattamento dei dati personali sará possibile consultare anche gli insegnanti o le altre figure coinvolte.
Quali sono i sintomi della dislessia, della disgrafia e della disortografia?
La dislessia fa parte della famiglia dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico, assieme alla disgrafia, la disortografia e la Discalculia. Sono disturbi cognitivi di origine neuro-biologica quindi geneticamente determinati e ad alta familiaritá. Si manifestano con difficoltá precoci e specifiche nell’apprendimento (rispettivamente delle abilitá di lettura, scrittura e ortografia, calcolo) che non dipendono da deficit intellettivi, scarsa motivazione, problematiche di natura emotiva o svantaggio culturale. Il 10% della popolazione scolastica presenta difficoltá di apprendimento, ma solo il 5% presenta difficoltá specifiche di apprendimento. Esiste quindi una specifica differenza tra queste due condizioni.
A che età si può parlare di discalculia?
La diagnosi di Discalculia (come quella di disgrafia) puó essere fatta non prima della fine della classe terza primaria. L’errore comune peró é quello di attendere il compimento della diagnosi. Io credo che sia fondamentale cominciare a lavorare da subito, sin da quando un insegnante, un genitore o un professionista nota una disarmonia nell’apprendimento, che si tratti di disturbo o di “semplice” difficoltá scolastica.
I disturbi dell’apprendimento si possono curare e guarire?
I disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) non sono una malattia, né un handicap, quindi non é appropriato parlare di “cura”, ma piuttosto di abilitazione, percorso di crescita e compensazione che si svolge avvalendosi dell’aiuto dello psicogo clinico specializzato. Grazie alla legge 170/2010 e ai nuovi ritrovati scientifici e tecnologici oggi é possibile fare molto per questi bambini, le loro famiglie e gli insegnanti.
C’è tabù secondo lei nel parlare delle problematiche legate ai disturbi dell’apprendimento? I genitori si vergognano?
I genitori non si vergognano, oggi c’é piú informazione su questo tema. Piuttosto c’é la difficoltá di riconoscere e accettare non tanto il disturbo, quanto le difficoltá scolastiche del figlio.
Che differenza c’è tra lo psicologo dei bambini e il Neuropsichiatra infantile? Quando è necessario l’uno e quando l’altro?
Il neuropsichiatra infantile é un medico specializzato nella valutazione, nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi neurologici e psichiatrici. In quanto tale spesso consiglia il trattamento farmacologico per la risoluzione di alcuni disturbi mentali (in associazione a interventi quali psicoterapia, logopedia, psicomotricitá dei quali si occupa di solito il team nel quale lavora). Lo psicologo si occupa anch’egli in prima persona di valutazione, diagnosi, trattamento ma non prescrive farmaci, crede che il trattamento farmacologico non sia la via adeguata alla risoluzione di un disturbo. Il disturbo mentale infatti non é comparabile a quello fisico, ma piuttosto generato e alimentato da dinamiche emotive, relazionali, situazionali e contestuali. Il sintomo mentale emerge nel comportamento, e il comportamento é adeguato o meno a seconda del punto di vista di chi lo osserva.
Cos’è l’iperattività? E’ vero che, come si dice, è una malattia inventata dai media?
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattivitá (adhd) é anch’esso un disturbo di origine neurobiologica. L’equivoco di scambiare la normale vivacitá o anche l’eccessiva vivacitá (é mai eccessiva la vivacitá? Speriamo di no) per adhd. L’adhd é invece un disturbo invalidante, si manifesta come agitazione psicomotoria continua, forte impulsivitá, impossibilitá di stare fermi per pochi secondi, spesso associato a difficoltá o disturbi di apprendimento. Un disturbo che non rende la vita vivace a genitori e insegnanti, né tantomeno al bambino. Quindi invito chi ci legge a fare le dovute distinzioni e nel dubbio consultare uno specialista.
Che metodologie usa Lei per approcciare e risolvere i vari problemi dell’infanzia?
Il nostro é un approccio Positivo alla psicologia, olistico e artistico, mi piace definirlo cosí. Un approccio nuovo, che vuole valorizzare il bambino nella sua unitá di corpo e mente, nella sua unicitá di spirito e condurlo nell’espressione delle sue qualitá positive. Esprimere il proprio potenziale creativo permette al bambino di entrare in contatto con il proprio vero sé, canalizzare ed esprimere le proprie emozioni, gestire autonomamente conflitti interiori, relazionarsi con dei modelli positivi. Psicologia positiva vuol dire coltivare doni e talenti, perché crediamo che lavorare sugli aspetti positivi di sé possa favorire il benessere fisico e mentale del bimbo (in termini di autostima e motivazione), ma anche il superamento automatico dei propri limiti. Ogni intervento é personalizzato sulla base di questo modello, con metodi che coinvolgono il bambino nel gioco, nel movimento, nell’arte e nel racconto. Nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento integriamo l’uso del pc e dell’Ipad con programmi e applicazioni apposite. Gli incontri individuali sono integrati con consulenze scolastiche e percorsi di genitorialitá.
Che cos’è il sostegno alla genitorialità? Quando iniziare questo percorso?
Un percorso di sostegno alla genitorialitá é uno spazio strutturato di incontro e riflessione sul ruolo del genitore, che risponde alle necessitá specifiche della coppia e del bambino. I temi maggiormente trattati sono ad esempio: come gestire i capricci? Punire o premiare? Come favorire l’autonomia e non la dipendenza? Come relazionarsi con un figlio adolescente? Gli incontri puntano ad offrire informazioni, orientamento e sostegno e per acquisire una nuova modalità di stare nella relazione con i propri figli, con spontaneità, consapevolezza, favorendo processi di cambiamento attivatori di strategie per la soluzione di problemi quotidiani.
Intervista realizzata da Cinzia Rampino
Dott.ssa Anna La Guzza
LA DISLESSIA – La Dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Tale disturbo è determinato da un’alterazione neurobiologica, in particolare da una disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato. I bambini dislessici faticano a leggere un testo scritto, ci impiegano più tempo ed energie e a volte questo può andare a discapito della comprensione totale di quanto hanno letto. Con il risultato che spesso arrivano a rifiutarsi di leggere, specialmente in presenza di qualcuno e a voce alta. Ma con l’aiuto di educatori e terapeuti, i bambini con dislessia possono approcciarsi alle attività di lettura e scrittura con ottimi risultati, e accrescere la propria autostima.
Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinica-dinamica e scolastica. Formata in diagnosi e trattamento dei disturbi dell’apprendimento, del comportamento ed emotivi.
Rosa Guarino
Centro Amamente Milano, è uno spazio Psicologico per la Famiglia, l'Infanzia e l'Adolescenza. La nostra èquipe multidisciplinare, altamente specializzata nella presa in carico del bambino, dell'adolescente e della famiglia, offre un’ampia varietà di servizi psicologici,Neuropsichiatrici, logopedici ed educativi tra cui diagnosi e trattamento dei disturbi dell'apprendimento, neuropsichiatria infantile,psicoterapia individuale e familiare, sostegno alla genitorialità, attività di riabilitazione e tutoring dell'apprendimento, laboratori e progetti scolastici.
Dott.ssa Anna La Guzza, specializzata in disturbi dell'apprendimento.
Valutazione, Diagnosi e trattamento Dislessia. Trattamento Dislessia negli adulti. Riceve presso Centro Psicologico Amamente Mi
AMAMENTE è Centro Psicologico per l'Infanzia e l'Adolescenza, situato a Milano, in zona centrale. Amamente è un luogo accogliente dove trovare la fiducia, l'empatia e il sorriso.
Centro Amamente offre alle famiglie percorsi differenziati per obiettivi e competenze professionali, ma accomunati dall’obiettivo di sostenere, con competenza e serietà, il sistema familiare nelle diverse fasi della vita, dalla nascita del bambino fino all'età adolescenziale. Il Team: tutto al Femminile Qui, affiancati da una équipe di operatrici specializzate nel campo, sarà possibile seguire specifici percorsi crescita nell'Apprendimento e nelle
Emozioni. L’équipe del Centro Amamente è formata da: psicologhe , psicoterapeute, logopediste, teatroterapiste, educatrici. L’équipe opera in maniera integrata per offrire alle famiglie e ai singoli la possibilità di beneficiare, in un unico contesto, di interventi di consulenza, valutazione, diagnosi, trattamento, potenziamento mirati e articolati nella maniera più efficace sulla base dei bisogni specifici.
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– VISIONI – Interview with Simone Monsi by Mauro Zanchi on ATPdiary
☞ This is the transcript of – VISIONI – Conversazione con Simone Monsi, an interview by Mauro Zanchi published on ATPdiary on May 30th, 2020 (in Italian and English). Translated in English with the help of Andrea Williamson.
Mauro Zanchi: Quali rischi corriamo mentre il mondo si sta sempre più trasformando in un ambiente dominato dalle ITC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione)? Simone Monsi: Il rischio principale che avverto è di essere perennemente distratti dal sovraffollamento di informazioni. Tuttavia, penso anche che i processi di trasformazione siano ciclici e inevitabili, e li interpreto positivamente. Oltre all’analisi dei rischi, cerco di avanzare proposte per migliorare il presente. Uno dei temi che sto approfondendo è la trasformazione degli stati nazionali in fattorie fiscali, sostituendo alla loro funzione primaria di fornire servizi quella di riscossione dei tributi. In Italia il livello di tassazione dei redditi è molto alto e allo stesso tempo lo stato fornisce solo una rendicontazione sommaria per macro-settori della spesa pubblica. Mi interessa l’idea di sostituire l’agenzia delle entrate con l’agenzia delle uscite, che si occuperà di rendicontare attraverso l’obbligo di fatturazione elettronica come vengono spesi gli oltre 800 miliardi di euro che lo stato incassa ogni anno dalle tasse dei contribuenti.
MZ: Quali conseguenze agiranno sugli individui avvolti nell'iconosfera? Quale direzione deve seguire una nuova filosofia dell'informazione in un mondo sempre più tecnologizzato? SM: La conseguenza di essere distratti dall’ascolto continuo di narrazioni esterne è di trovarsi a vivere in una dimensione immaginaria sfasata dalla realtà. La direzione da seguire è fare nostra la grammatica della sfasatura e utilizzarla per verificare la prospettiva di interpretazione degli avvenimenti. Creare narrazioni personali originali attraverso la riconfigurazione dei collegamenti tra i fatti che si osservano può riportare alla dimensione reale, percorrendo a ritroso il processo di sfasatura. Bisogna guardare meglio e sentire attraverso la luce, cioè focalizzare l’attenzione su ciò che si vede e interpretare le immagini attraverso la carica positiva o negativa delle emozioni che suscitano dentro di noi.
MZ: Le ITC ci costringeranno a vivere in spazi più limitanti o ci aiuteranno a risolvere problemi sociali e ambientali o innescheranno ulteriori problematiche ? SM: Dipende dalle intenzioni. Supponiamo che i padroni del mondo abbiano immaginato un futuro dove le persone debbano essere sempre controllabili; questi potrebbero sostenere l’esistenza di falsi problemi di carattere globale per poi proporne la soluzione attraverso l’implementazione di tecnologie invasive della privacy dell’individuo ma necessarie per il supposto bene comune. Allo stesso tempo però, la presenza capillare delle ITC apre a potenzialità di diffusione delle informazioni di strabilianti proporzioni.
MZ: Che ruolo ha l'indagine artistica della metafotografia nell'attuale realtà iper-storica, pervasa dalla cyber cultura, dal postumanesimo e dall'iconosfera? SM: Penso che dovrebbe astenersi dal semplice commento del momento presente per proiettarsi invece nella lettura trasversale dell’iperstoria, facendo riemergere archetipi universali ora sommersi, i quali potrebbero facilitare una comprensione più piena di una realtà che soffre dell’occultamento della sfera spirituale dell’individuo e della collettività.
MZ: Le ITC registrano e trasmettono attraverso l'evoluta capacità di processare. Hanno però anche prodotto un notevole deficit concettuale rispetto ai risvolti etici che le nuove tecnologie hanno prodotto su di noi e sull'ambiente. Come può la ricerca artistica aiutare l'antropologia filosofica che analizza l'informazione, l'iperstoria e l'infosfera? SM: Dovrebbe avere il ruolo di proporre prospettive alternative di interpretazione del reale. Comportarsi come il prisma fa con la luce. Approcciare il fascio di informazioni che viene proposto come narrazione della realtà e dividerlo nelle sue parti costituenti, verificando l’autenticità di queste e svelandone altre occulte.
MZ: Dopo le rivoluzioni messe in azione da Copernico, Darwin e Freud, la quarta rivoluzione che nuove sfide globali sta innescando? SM: La sfida della verità, verso la decodificazione delle spinte propulsive che hanno determinato questa e le precedenti rivoluzioni, nella ricerca di comprenderne gli scopi attraverso i risultati a cui hanno portato. Dopodiché, immagino di sfruttare il fatto di essere connessi globalmente attraverso una rete di comunicazione digitale per traslare la stessa struttura di trasmissione di informazioni su di un piano non materiale, per considerare la fattibilità di un’internet spirituale che possa supportare la partecipazione a una memoria universale condivisa.
MZ: Che azione si instaura tra il medium oltrefotografico e gli ambienti artificiale, digitale, sintetico e della naturcultura? SM: Immagino il medium oltrefotografico come un corpo in ascesa che attraversa questi ambienti di cui ne fa la sua pelle esterna, mentre i sistemi di funzionamento degli stessi si configurano come il suo sistema nervoso.
MZ: Come possiamo rinnovare e ridisegnare il nostro vocabolario concettuale e immaginale attraverso un oltremedium per ottenere una rappresentazione più chiare ed evoluta del nostro tempo e delle proiezioni sul tempo che verrà? SM: Penso a due modi: il primo è di svelare tramite la carica iconica delle immagini gli equilibri di potere che restano solitamente nell’ombra ma le cui intenzioni producono effetti che possono essere documentati visualmente. In secondo luogo, attraverso questo processo di svelamento, si potrà idealmente accedere a un registro alt(r)o, verso una comprensione dell’esistente evoluta, espansa, approfondita.
MZ: In passato il passaggio da un linguaggio a un metalinguaggio ha innescato nuove possibilità di senso e inedite letture della realtà. Nel panorama attuale della fotografia contemporanea, lo spostamento concettuale dalla scrittura di luce alla metascrittura di luce verso quali interrogazioni metalinguistiche si dirige? Siamo veramente indotti a svolgere un metadiscorso sul senso? SM: Sì, l’intento è quello di rendere visibili significati che di solito si intuiscono solo vagamente e spostare il discorso su un piano che possiamo chiamare “metavisivo”: rappresentare la realtà come evidenza materialmente visibile di forze e intenzioni che si muovono su livelli altri, spirituali.
MZ: Ammettiamo che il parlare metalinguistico dell'uomo sia soltanto una serie di menzogne e che la comunicazione sia soltanto una successione di malintesi. Anche la scrittura e la scrittura di luce sono, o sono stati, tradimenti rispetto al vero senso presente nel reale? SM: Più di un tradimento lo definirei se non altro un appiattimento. Forse la traduzione in scrittura e le rappresentazioni visuali del reale sono forme limitate per interpretarlo pienamente. Immagino che per comprendere appieno l’esistente, inclusa la sua parte spirituale, ci si debba rivolgere a metodi di lettura oltrelinguistici. Il silenzio è uno di questi.
MZ: Un modo fondamentale per descrivere un sistema complesso è quello di misurare la sua "rete": il modo in cui le singole parti si collegano e comunicano tra loro. I biologi studiano le reti geniche, gli scienziati sociali studiano i social network e anche i motori di ricerca si basano, in parte, sull'analisi del modo in cui le pagine web formano una rete. Nelle neuroscienze, un'ipotesi di lunga data è che la connettività tra le cellule cerebrali giochi un ruolo importante nella funzione del cervello. Nell'ambito dell'arte contemporanea, e nel nostro caso nella metafotografia (che porta dentro di sé altre discipline e tecnologie), come possiamo far evolvere il medium fotografico attraverso un sistema più complesso, ovvero non più solo individuale ma più espanso? SM: Una possibile evoluzione del medium potrebbe seguire la direzione che, parafrasando la teorica dei media McKenzie Wark, porterebbe verso uno spostamento dell’attenzione dell’artista dall’esperienza estetica della quotidianità a una ricostruzione della quotidianità, cioè passare da una rappresentazione mimetica della realtà a una descrizione figurata di una relazione tra cose che già esiste ma non è visibile. Inoltre, mi piace immaginare di poter espandere questo tipo di approccio anche alla nostra sfera interiore e allo spazio della coscienza in generale. Questa direzione di indagine potrebbe essere la forma-pensiero che accomuna gli elementi costitutivi (gli artisti e le loro ricerche) della rete di collegamenti alla base di un possibile sistema metafotografico.
MZ: Alla luce di certe notizie apparse sui giornali in queste settimane, mentre stanno cercando di capire se il covid-19 sta in sospensione nell'aria e per quanto tempo - soprattutto nella pianura padana, che è la zona più inquinata in Italia - tu che hai studiato le questioni del particolato metallico e realizzato lavori su questo argomento hai trovato informazioni relative a un probabile collegamento tra inquinamento e trasmissione dei virus? SM: Anch’io ho letto dell’ipotesi che il virus SARS-coV-2 possa essere trasportato nell’aria dal particolato inquinante ma finora non ho trovato risposte che mi abbiano convinto. Mi pare strano però che tale informazione non fosse già nota alla scienza. Infatti, ci viene detto che il SARS-CoV-2 è una nuova mutazione di coronavirus, famiglia di virus conosciuta e presente sui libri di testo da diversi decenni. Se tale evenienza fosse realistica, non capisco come non si sia riusciti a dimostrarla già in passato. Quel che il buon senso mi spinge a pensare è invece che se l’inquinamento da particolato colpisce principalmente l’apparato respiratorio si può dunque immaginare come la popolazione che abita la pianura padana possa essere più vulnerabile a patologie che attaccano quello stesso apparato. Nondimeno, mi è parso di capire dai dati sulla mortalità diffusi dall’ISS che l’età media dei deceduti avesse un’età media superiore ai 70 anni e che più del 90% di questi soffrisse di una o più patologie pregresse. Quindi, indipendentemente dal fatto che il virus possa viaggiare nell’aria trasportato dal particolato inquinante, possiamo dedurre che questo si possa diffondere maggiormente fra una popolazione anziana, già malata di altre patologie e con un sistema respiratorio affaticato da una cattiva qualità dell’aria.
MZ: Cosa cambierà nel campo dell’arte contemporanea, dopo le conseguenze causate dalla pandemia da covid-19? SM: Il mio augurio è che l’operato degli artisti possa contribuire ad arginare la pandemia della perdita di senso critico da parte delle persone, le quali potrebbero ingenuamente credere che dietro le varie narrazioni provenienti da uno schieramento piuttosto che un altro non si celino interessi di parte. Per far questo, penso che l’arte non possa essere limitata a mero intrattenimento visivo, bensì debba essere stimolo di dibattiti intellettuali e contribuire a prese di coscienza, confermandosi presidio stabile di libertà di pensiero. Inoltre, sento necessario ribadire che, a mio avviso, l’artista debba trovare il coraggio di esprimere un’opinione sul presente! – che comprendo essere attività più faticosa di esprimersi su dibattiti del passato già archiviati nei libri di storia, ma che ritengo essere imprescindibile. L’arte contemporanea deve riconfermarsi avanguardia, di forma e soprattutto di pensiero, al fine di delineare i contorni del futuro attraverso un’oltre-lettura del presente.
__ English version
Mauro Zanchi: What risks do we face as the world is increasingly transforming into an environment dominated by ICT (Information and Communications Technology)? Simone Monsi: The main risk that I see is that we are perpetually distracted by the overcrowding of information. However, I also think that the transformation processes are cyclical and inevitable, and I interpret them positively. In addition to performing risk analysis, I try to make proposals to improve the present. One of the topics that I am investigating is the transformation of national states into tax farms, where the nation state’s primary function of providing services is replaced with that of collecting taxes. In Italy, the level of income taxation is very high and at the same time the state provides only a summary reporting of public expenditure by macro-sectors. I'm interested in the idea of replacing the revenue agency with the “agency of the outputs”, which will take care of reporting, through an electronic invoicing system, how more than 800 billion euros of taxes collected each year are spent.
MZ: What consequences will individuals wrapped up in the iconosphere face? What direction should a new philosophy of information follow, in an increasingly technologized world? SM: The consequence of being distracted by continually listening to external narratives is to find oneself living in an imaginary dimension out of phase with reality. The direction to follow is to make the out-of-phase grammar our own and use it to verify perspectives and interpretations of events. Creating original personal narratives through the reconfiguration of connections between facts that can be observed can bring us back to the real dimension, going backwards through the out-of-phase shifting process. We need to look better and feel through the light, meaning to focus our attention on what we see and to interpret images through the positive or negative charge of the emotions they arouse within us.
MZ: Will ICT force us to live in more limiting spaces and trigger further problems or will they help us solve social and environmental problems? SM: It depends on the intentions. Let’s suppose that the masters of the world imagined a future where people should always be controllable – they could claim the existence of false global problems in order to propose their solution through the implementation of technologies that invade individual privacy but supposedly help the common good. At the same time, however, the widespread presence of ICT opens up the potential for disseminating information with amazing proportions.
MZ: As we project ourselves towards the future, we negotiate a balance and try to adapt to the unprecedented conditions of life, where new technologies are always put on the market, each time redesigning our relationships with machines before the last ones have settled and matured. What role does the artistic investigation of metaphotography play in today's hyper-historical reality, a reality pervaded by cyber-culture, post-humanism and the iconosphere? SM: I think artistic investigation should avoid simply becoming a comment on the present moment. Instead it could project itself into a transversal reading of hyper-history, recovering forgotten universal archetypes, which could facilitate a fuller understanding of our reality. At the moment I believe our reality suffers from the concealment of the individual’s spiritual sphere as well as a communal one.
MZ: ICT records and transmits through the advanced ability of processing. However, they also produce a significant conceptual deficit with respect to ethical implications for us and the environment. How can artistic research help philosophical anthropology that analyzes information, hyper-history and the infosphere? SM: Artistic research should have the role of proposing alternative perspectives for interpreting reality, behaving like a prism does with light. It would approach the stream of information that is proposed as the official narrative of reality and divide it into its constituent parts, verifying the authenticity of those and revealing other hidden ones.
MZ: After the revolutions put into action by Copernicus, Darwin and Freud, what new global challenges is the fourth revolution triggering? SM: The challenge is one of obtaining truth, by which I mean working towards an understanding of the driving forces that led to the present and previous revolutions, decoding their actual aims from within their outcomes. After that, I imagine the next challenge would be to exploit the fact of being globally connected through a digital communication network in order to transmit information on a non-material level; to consider the feasibility of a spiritual internet that can support the participation in a shared universal memory.
MZ: What action takes place between the beyond-photographic medium and the artificial, digital, synthetic and naturcultural environments? SM: I imagine the beyond-photographic medium as an ascending body that passes through these environments of which it makes its external skin, while the functioning systems of the same environments are configured as its nervous system.
MZ: The new metaphotographic research should master the difficult art of swimming and thinking against the current to identify additional intellectual possibilities and to tackle other issues beyond the ebb and flow of more deeply rooted ideas. How can we renew and redesign our conceptual and imaginal vocabulary through a beyond-medium to obtain a clearer and more advanced representation of our time and projections of the time to come? SM: I think of two ways: the first is to reveal, through the iconic charge of images, the balances of power that usually remain in the shadows but whose intentions produce effects that can be documented visually. Secondly, through this unveiling process, it will be possible to access a different (upper) register, towards an evolved, expanded, in-depth understanding of the existing.
MZ: In the current panorama of contemporary photography, in which both the producers of works and the public live in a meaningful world (at least if we follow Algirdas Julien Greimas’ definition of meaning1), every question becomes metalinguistic. We are induced to carry out a metadiscussion about meaning, and, in the case of the medium in question, meaning becomes a transposition of one language level onto another (which in this specific case can be "metaphotographic"). SM: Yes, the intent is to make visible meanings that are usually only vaguely perceivable and move the discussion to a level that we could call “metavisual" – to represent reality as materially visible evidence of forces and intentions that operate on other levels, spiritual levels.
MZ: Let’s suppose that humans’ metalinguistic speaking is only a series of lies and that communication is only a succession of misunderstandings. Are writing and the writing of light also lies- or have they been, betrayals with respect to the true sense of reality? SM: More than a betrayal I would call it a flattening. Perhaps, the translation into writing and the visual representations of reality are limited forms to fully interpret it. I imagine that to fully understand the existing, including its spiritual part, one must turn to beyond-linguistic reading methods. Silence is one of them.
MZ: A fundamental way to describe a complex system is to measure its network: the way in which the individual parts connect and communicate with each other. Biologists study gene networks, social scientists study social networks, and search engines also rely, in part, on analyzing how webpages form a network. In neuroscience, a longstanding hypothesis is that connectivity between brain cells plays an important role in brain functioning. In the context of contemporary art, and in our case in metaphotography (which carries within it other disciplines and technologies), how can we make the photographic medium evolve through a more complex system – not just individual but more expanded? SM: A possible evolution of the medium could follow the direction that, paraphrasing the media theorist McKenzie Wark, would lead to a shift in the artist's attention from the aesthetic experience of everyday life to a reconstruction of everyday life. This entails at shift from a mimetic representation of reality to a figurative description of a relationship between things that already exists but are not visible. Furthermore, I like to imagine being able to expand this type of approach to our inner selves and to the space of consciousness in general. This direction of investigation could be the thought-form that unites the constituent elements (artists and their practices) within the network of connections forming the basis of a possible metaphotographic system.
1 Greimas, A.J. On Meaning: Selected Writings in Semiotic Theory. Minneapolis: University of Minnesota Press, 1987.
#simo monsi#interview#atpdiary#mauro zanchi#metafotografia#english#english version#translation#spirituality#contemporary art#visioni#2020
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Il dottor Lucas Jones, MD, è un personaggio immaginario della popolare soap opera della ABC General Hospital. È il figlio biologico del boss della mafia, Julian Jerome e il defunto, Cheryl Stansbury e il figlio adottivo del defunto, il dottor Tony Jones e l'infermiera Bobbie Spencer.
Il ruolo di Lucas è stato interpretato da numerosi attori, tra cui CJ Thomason, che ha lasciato il ruolo nel 2003, Ryan Carnes, che ha lasciato il ruolo nel 2005, ma è tornato nel 2014 e da allora ha interpretato Lucas e Ben Hogestyn, che ha lasciato il ruolo nel 2006.
Informazioni utili su Lucas Jones
* Figlio biologico del mafioso Julian Jerome e Cheryl Stansbury.
* Comprato da una disperata Bobbie Spencer quando la sua adozione è fallita.
* In origine si pensava fosse il figlio biologico di Robert Scorpio.
* Fu restituito alla madre Cheryl, ma quando lei morì in un incidente d'auto, fu accolto dalla sorella Tiffany Hill e dal marito Sean Donnelly.
* Fu adottato da Bobbie e Tony Jones dopo la lettura del testamento di Cheryl.
* Gli fu diagnosticato il diabete giovanile.
* Drogata da Helena Cassadine per ricattare Tony Jones.
* Aveva un deficit di apprendimento.
* Aveva una cotta per il cugino adottivo Maxie Jones, mentre allo stesso tempo sua sorella Georgie Jones aveva una cotta per lui.
* Si è dichiarato gay nel 2006.
* Si è trasferito a Seattle dopo la morte di Tony.
* Ha saputo che il suo padre biologico Julian era davvero vivo quando è tornato a Port Charles nel 2014.
* Era sessualmente coinvolto con Brad Cooper.
Chi ha interpretato Lucas Jones nel corso degli anni?
Matt Trudeau (2020-in corso)
Ryan Carnes (8 luglio 2004 - 21 settembre 2005; 17 gennaio 2014 -2020)
Ben Hogestyn (22 settembre 2005 - 19 giugno 2006)
C.J. Thomason (2002 - 2003)
J. Evan Bonifant (2002)
Logan O'Brien (1998 - 2002)
Justin Cooper (1996 - 1998)
Jay Sacane (1994 - 1996)
Kevin e Christopher Graves (1990)
Kevin e Chuckie Gravino (1989 - 1994)
Storia passata
Lucas è nato da Cheryl Stansbury. Le è stato detto che era nato morto quando è stato realmente venduto a Bobbie Spencer dopo un'adozione che lei stava progettando è crollata ed era alla disperata ricerca di un bambino.
Cheryl cominciò a vedere se stessa nel piccolo Lucas, così come Robert Scorpio, l'uomo che pensava fosse il padre del suo bambino morto. Bobbie iniziò a indagare sul passato di Lucas dopo che gli fu diagnosticato il diabete giovanile, e scoprì che era davvero il figlio di Cheryl. Allo stesso tempo, Cheryl cominciò a dubitare che suo figlio fosse davvero morto alla nascita e assunse Robert per scoprire la verità. Cheryl portò Robert a credere che il mafioso Julian Jerome fosse il padre del bambino. Naturalmente, pensava che fosse una bugia quando in realtà era la verità.
Robert scoprì che Lucas era il figlio di Cheryl e riuscì a impedire a Bobbie di lasciare la città con Lucas. Robert ha restituito Lucas a Cheryl. Lei ha detto a Robert che era il padre del bambino, ma un test del DNA ha detto il contrario.
Dopo che Cheryl morì in un incidente d'auto, sua sorella Tiffany Hill e suo marito Sean Donnelly tornarono a Port Charles per prendersi cura di Lucas, ma Cheryl lasciò il bambino a Bobbie e Tony, scioccati ma euforici, nel suo testamento. Tiffany ha fatto di tutto per ottenere la custodia di Lucas, anche rivelando il passato di prostituta di Bobbie durante un'udienza per la custodia. Sean si rifiutò di testimoniare a causa del suo disgusto per le tattiche di Tiffany. Bobbie e Tony sono stati lasciati per crescere Lucas, ma alla fine hanno divorziato nel 1996.
Nel 2001, Lucas fu avvelenato da Lucky Spencer all'offerta di Helena Cassadine per controllare Tony. Tony accettò di fare qualsiasi cosa Helena chiedesse in cambio di una cura per Lucas. Tony scoprì che Helena teneva suo figlio Stavros criogenicamente congelato in un laboratorio segreto sotto l'ospedale. Tony si rivolse a Luke Spencer per chiedere aiuto e riuscì a ottenere la cura di Lucas.
Dopo qualche disavventura con i suoi cugini adottivi Maxie e Georgie Jones, Lucas è uscito nel 2006. Tony accettò prontamente Lucas, ma morì qualche mese dopo, il che devastò Lucas. Poco dopo si trasferì a Seattle e Bobbie lo seguì.
Bobbie tornò a Port Charles quando sua figlia Carly Jacks scomparve. Tornata in città, scoprì che il padre mafioso di Lucas, il bio-papa mafioso Julian, era ancora vivo. Cercò di nasconderlo a Lucas, ma Julian aveva saputo di Lucas e aveva intenzione di incontrare suo figlio. Lucas tornò a Port Charles per dare sostegno a Bobbie e rimase scioccata nell'apprendere di Julian. Andò a The Floating Rib per un drink dove incontrò Brad Cooper. I due commissari sono stati adottati da famiglie di mafiosi. I due hanno avuto un'avventura di una notte. Lucas voleva di più, ma Brad gli disse che era interessato a un altro uomo, Felix DuBois.
Quando Felix ruppe un appuntamento con Brad, Brad andò a bere qualcosa con Lucas e finirono di nuovo a letto.
Lucas è andato a visitare la tomba di Tony Jones nell'anniversario della sua morte e si è imbattuto in Julian. La loro relazione era già tesa e quando Lucas ha detto a Julian che era gay, non ha reagito bene. Julian pensò che se fosse stato nella vita di Lucas, Lucas avrebbe potuto essere etero.
Flirt e relazioni
Brad Cooper (amante)
Guy Tucker (datato)
Brook Lynn Ashton (baciato)
Georgianna "Georgie" Jones (baciata)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (baciata)
Parenti
Cheryl Stansbury (madre biologica, deceduta)
Julian Jerome (padre biologico)
Tony Jones (padre adottivo, deceduto)
Barbara Jean "Bobbie" Spencer (madre adottiva)
Barbara Jean "B.J." B.J. Jones (sorella adottiva, defunta)
Samantha McCall Morgan (sorella biologica)
Carly Corinthos Jacks (sorella biologica)
Victor Jerome (nonno biologico, deceduto)
Lena Spencer (nonna adottiva)
Tim Spencer (nonno adottivo)
Tiffany Hill (zia biologica)
Ava Jerome (zia biologica)
Evan Jerome Jr. (cugino biologico)
Katherine "Kiki" Jerome Corinthos (cugino biologico)
Frisco Jones (zio adottivo)
Luke Spencer (zio adottivo)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (cugina adottiva)
Georgianna "Georgie" Jones (cugina adottiva, defunta)
Lucky Spencer (cugino adottivo)
Lesley Lu "Lulu" Spencer (cugino adottivo)
Morgan Stone Cornithos (nipote adottivo)
Michael Cornithos III (nipote adottivo)
Daniel Edward Morgan (nipote biologico)
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Disturbi mentali nei bambini, quali quelli più diffusi
Sono molti i disturbi di salute mentale che si presentano in bambini e adolescenti, alcuni con esordio precoce nella prima infanzia come l’autismo altri che invece si possono presentare durante l’adolescenza, come per esempio depressione, disturbi d’ansia, distrubi del comportamento alimentare, disturbi dell’apprendimento, deficit d’attenzione e iperattività. Schizzofrenia, e disturbi di salute mentale classificabili come psicosi sono molto più rari, insorgono durante l’adolescenza fino alla prima età adulta
L’autismo è considerato un disturbo tipico dell’infanzia oggi riconosciuto e diagnosticato in tempi abbastanza rapidi ed è tipico della prima infanzia. Può includere una serie di condizioni, una combinazione di interazioni sociali ridotte, di interessi ristretta, alterazioni dello sviluppo e dell’uso del linguaggio e, in alcuni casi, deficit intellettivo.
I sintomi dei disturbi di salute mentale tendono a essere simili agli stati d’animo comunemente avvertiti dai bambini, tristezza, collera, preoccupazione, eccitazione, introversione e solitudine. La differenza rispetto ad uno stato d’animo normale è l’intensità della percezione fino al punto da compromettere le normali attività quotidiane, causando particolare sofferenza nel bambino. Per questo la diagnosi richiede una certa attenzione da parte degli specialisti, che devono valutare attentamente in base al bambino per accertarsi fino a che punto le emozioni del piccolo cessano di essere normali componenti dell’esperienza infantile e si trasformano in una condizione patologica.
In aumento oggi tra di disturbi dell’infanzia sono soprattutto legati al linguaggio che spesso si traducono in disturbi dell’apprendimento. Si tratta di bambini hanno difficoltà nel parlare, usano pochi termini, confondono le lettere che formano le parole o non riescono a formulare delle frasi. Come dislessia, disgrafia e discalculia , che impediscono una corretta attività di lettura, scrittura e calcolo matematico.
Poi ci sono anche disturbi della coordinazione motoria o di tic, dovuto ad un difetto dello sviluppo da lesioni cerebrali durante la gravidanza. Si caratterizza per la presenza di tic, movimenti rapidi, improvvisi, involontari, non ritmici, stereotipati, che possono durare per minuti o anche per ore. semplici o complessi e generalmente riguardano occhi, faccia, spalle, produzioni vocali di parole o frasi.
Disturbo raro è disturbi dell’identità di genere, cioè Il sentimento di essere maschi o femmine. Il genere sessuale, è abbastanza definito nei primi 2-3 anni di vita, determinato da fattori biologici e socio-familiari. In Questo caso verso i 4 anni possono evidenziarsi le prime espressioni patologiche, come per esempio, scontentezza e sentimento di disagio per il proprio sesso e la tendenza ad assumere i comportamenti dell’altro sesso
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