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blogdsa-blog · 5 years
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dsa disturbi specifici dell apprendimento bambini 3-5 anni
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La dislessia o anche  indicata come DSA è un disturbo dell’apprendimento per il quale non vi è una grande biografia, ma oggi suscita un certo interesse tanto da portare la legge a dedicare una normativa che riconosce la dislessia come disturbo e indica strumenti adeguati per farvi fronte.
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Riconoscere questo disturbo prima dell’età scolare è possibile, anche se non semplice. Il primo campanello d’allarme è familiarità. Infatti, molto spesso un bimbo che presenta la DSA ha con molte probabilità un genitore a sua volta con un dsa o con pregressi disturbi del linguaggio
Già verso i 4 anni il genitore può accorgersi di un ritardo nella produzione di suoni, o della sostituzione di un suono con un altro. Ad esempio il piccolo che scambia la F con la P, o anche a distinguere la destra dalla sinistra, memorizzare una sequenza di numeri. Se a 4 -5 anni fa fatica a enumerare dall’1 al 10, il bimbo va sicuramente tenuto sotto controllo. Un altro elemento valido è il controllo dello spazio foglio.
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Oggi sui dsa disturbi specifici dell’apprendimento bambini 3-5 anni e oltre c’è molta più informazione rispetto al passato e una maggiore sensibilità sul tema. La cosa importante è ricosnoscerlo, accettarlo e una volta individuare intervenire il prima possibile.
La dislessia, deriva in ogni caso da una neurodiversità ed è presente nel bambino già dai primi mesi di vita, anche se non viene certificata ufficialmente fino al raggiungimento dei 7-8 anni di età.
Esistono comunque dei sintomi precoci che si manifestano dai 3 ai 5 anni di età e che possono far pensare alla dislessia in un bambino.
-       Ritardo o lentezza nello sviluppo del linguaggio (indicativamente oltre i 30 mesi);
-       Sostituzione di alcuni suoni all’interno delle parole
-       Produzione delle prime frasi oltre i 30 mesi
-       Utilizzo frequente di parole non adeguate al contesto
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Poi con l’inizio del percorso scolastico, la diagnosi diventa più semplice in quanto le difficoltà dei bambini e dei ragazzi dislessici si manifestano in maniera decisamente più accentuata soprattutto con la lettura, creando i primi problemi a scuola la cui risposta è l’attivazione di strumenti adeguati che possano aiutare il bambino ad imparare come tutti gli altri bambini con minori difficoltà.
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blogdsa-blog · 5 years
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test dislessia
La dislessia è una parola che deriva dal greco e significa “difficoltà con le parole”. Un disturbo   di apprendimento abbastanza comune e la diagnosi è spesso effettuata su bambini in età scolare che si trovano a scontrarsi con difficoltà scolastiche maggiori rispetto ai propri coetaneo soprattutto nello sviluppo di specifiche abilità di lettura e scrittura. Bambini intelligenti solitamente con spiccata curiosità, capacità di risoluzione di problemi, comprensione di nuovi concetti,  spiccata creatività, costruzione 3D, ecc
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Soggetti che pur avendo un quoziente intellettivo pari a quello degli altri presentano delle difficoltà nella lettura e nell’ortografia, questo non impedisce loro di imparare, semplicemente lo possono fare con un approccio differente.
Per la dislessia come per altri disturbi dell’apprendimento il modo migliore per affrontarla e limitare i danni è sicuramente riuscire ad effettuare una diagnosi tempestiva, in questo modo gli interventi educativi a sostegno del bambino saranno sicuramente più efficaci. Questa è una sfida abbastanza impegnativa sia per i genitori che per le altre figure educative come gli insegnanti, in quanto i sintomi non in tutti i bambini con dislessia sono subito molto chiari.  
Per prima cosa devono essere esclusi problemi organici, come per esempio la presenza di miopia o strabismo, problemi di udito o altri deficit di attenzione. Poi si può passare a richiedere gli interventi degli specialisti per poter sottoporre il bambino a specifici test.
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Esistono dei test utili agli insegnanti per consentire loro di individuare in maniera precoce i bambini che possono essere considerati a rischio. In modo da impostare e adottare strumenti e attività di potenziamento mirate per capire la gravità del disturbo. Dopo di chè, ci si rivolge  agli specialisti, quali neuropsichatria infantile, che attraverso dei test standardizzati può accertare la presenza del disturbo.
In particolare i test di dislessia si basano sulla memoria, l’ortografia, la visione e la capacità di lettura, tenuto conto dell’età ed eventualmente della storia personale e psicologica del bambino.
La diagnosi definitiva viene fatta solo intorni agli 8 anni, per la conferma di una prognosi migliore. Per  essere riconosciuta deve essere fatta esclusivamente da figure specializzate appartenenti all’ASL o un professionista privato convenzionato o accreditato dall’ASL. Quali neuropsichiatra e/o psicologo.
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Insegnanti e altre figure professionali quali logopedisti e psicomotricisti, sono di grande aiuto per individuare i bambini che presentano sintomi attribuibili alla dislessia. Figure che possiedono le competenze per la somministrazione di alcuni test per poter effettuare una prima diagnosi certa, possono tuttavia somministrare alcuni dei test necessari per una diagnosi certa, tappa che è spesso di fondamentale importanza per individuare i bambini/ragazzi da inviare allo specialista.
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blogdsa-blog · 5 years
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dislessia come curarla
La dislessia è soprattutto una caratteristica personale e non è possibile parlare di una vera e propria cura. Non si tratta certo di una malattia ma una disabilità, l’unica soluzione è intraprendere dei percorsi terapeutici identificati in relazione alle caratteristiche specifiche della persona e al livello di difficoltà e soprattutto prendersi cura del piccolo per garantirgli una vita assolutamente normale. Aiutandolo a scoprire passioni e talenti. Con le giuste strategie consentirgli di andare a scuola e imparare proprio come tutti gli altri nel modo migliore possibile.
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 Infatti, la dislessia e le mancanze che da essa derivano si possono compensare con strategie mirate, grazie all’aiuto degli specialisti  e un'adeguata terapia, con l’obbiettivo di rendere il bambino il più autonomo possibile, soprattutto nello studio.
 La figura del genitore è importantissima, perché ha il compito di sostenere il bambino soprattutto aumentandone l’autostima, senza farlo sentire inadeguato. Spronandolo a coltivare le proprie passioni anche attraverso attività extrascolastiche in modo che possano esprimere liberamente se stessi. Le difficoltà nell'apprendimento non vanno mai confuse con pigrizia o svogliatezza. II bambino va anzitutto supportato emotivamente, cercando di sottolineando il più possibile le sue aree di forza, evitando di focalizzare l'attenzione sulla prestazione o sui risultati scolastici.
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La dislessia riconosciuto come un disturbo specifico dell’apprendimento, che può essere gestito con strategie e interventi mirati, in modo che nel tempo le difficoltà si riducono grazie alla terapia e all’esposizione a lettura e scrittura che accompagna la crescita. Bisogna però tenere in mente che il problema rimane come quello della lettura, che costa sempre molta fatica  sia dal punto di vista mentali che cognitivo. Ma questo non è assolutamente un ostacolo per imparare, comprendere, andare bene a scuola, laurearsi, e avere successo nella vita.
 Aiutare i bambini dislessici oggi è possibile, infatti sono previste per legge l’adozione di strumenti e strategia che aiutano il bambino a superare le difficoltà senza così pregiudicare l’apprendimento.
 Con interventi riabilitativi mirati è possibile migliorare la lettura, tenendo conto delle difficoltà specifiche del bambino sia rafforzando i meccanismi cognitivi e neuropsicologici, lavorando sulla memoria e sulla capacità di attenzione.
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 La legge 170/2010 riconosce la dislessia e ne certifica la presenza, consentendo di attivare un per percorso didattico personalizzato. Le norme ministeriali, ad esempio prevedono che i bambini riconosciuti come dislessici abbiano più tempo per fare i compiti scritti, che possano usare il computer in classe con un correttore ortografico, che siano valutati sulla base di interrogazioni orali, che non debbano leggere a voce alta di fronte ai compagni, né copiare dalla lavagna perché per loro queste attività comportano una fatica immensa.
 Tra gli strumenti previsti per legge vi sono: mappe concettuali; registrazione delle lezioni; testi in digitale e sintesi vocale e l’utilizzo della calcolatrice
 L’obiettivo è evitare attività che risultano particolarmente difficili a causa del proprio DSA.
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blogdsa-blog · 5 years
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sintomi dislessia bambini
Spesso la dislessia viene erroneamente confusa con svogliatezza e pigrizia, in realtà bisognerebbe prestare maggiore attenzione ai propri bambini perché spesso si celano problemi più gravi ma risolvibili.
La dislessia viene classificata come un disturbo specifico dell’apprendimento che porta serie difficoltà nella lettura e nella scrittura con inevitabili ripercussioni sulle capacità di apprendimento del bambino nonché sul rendimento scolastico. Si tratta comunque di bambini intelligenti
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 Senza alcun tipo di problema neurologico e sensoriali. Semplicemente il loro cervello ha una modalità di funzionamento differente proprio per la sua ridotta capacità di percepire, distinguere e manipolare i suoni che compongono le parole, difficoltà nell’associare il suono alla lettera corrispondente. riconoscere le singole lettere, le sillabe o le parole, e associarle ai giusti suoni. 
I sintomi di dislessia si presentano soprattutto con evidenti difficoltà di lettura, nettamente al di sotto del livello normalmente associato all’età e al livello intellettivo generale.
Si possono notare omissioni di parole o parti di parola, inversioni di lettere o anche di numeri come per esempio il 21 con il 12, confusione tra una lettere ed un altra con tratti visivi simili  come e/a, b/d, e sostituzioni di parti o addirittura intere parole. Questo inevitabilmente porta ad una grossa difficoltà  di comprensione di un testo o di una lettura  che richiede continue riletture per poterne comprendere il contenuto, e di conseguenza porta il bambino ad affaticarsi molto e alle volte fino ad un vero e proprio rifiuto.
 La dislessia porta a difficoltà anche nella capacità di esprimersi, formulare frasi e organizzare idee, a lungo andare negli adulti dislessici persino disturbi della memoria immediata, verbale o visiva, con deficit dell'attenzione.
Le difficoltà sono molte, come utilizzare termini appropriati o memorizzare parole nuove e numeri, come per esempio nel calcolo e nella memorizzazione delle tabelline.
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 Le cause della dislessia presentano un componente genetica ed ereditaria, infatti alcuni segni di questo disturbo si possono osservare già nella prima infanzia, in particolare quando il piccolo comincia la scuola con il primo approccio alla lettura e alla scrittura. Prima ancora storpiando le parole e uno  scarso vocabolario.
 Non bisogna però generalizzare, se si hanno dei dubbi la cosa più importante è quella di parlare con le insegnanti per confrontarsi e consultare il pediatra. Eventualmente su sua richiesta rivolgersi alla Asl di appartenenza o a un centro specializzato. Solitamente la diagnosi viene effettuata da un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatria infantile, psicologo e logopedista. La prassi è quella di sottoporre il bambino ad una serie di esercizi mirati e solo se i meccanismi di potenziamento non risultano efficaci si può diagnosticare la dislessia. 
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