#da qualche parte dovevo scriverlo....
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Mi sento sola. Sono sola. Trovarsi alla soglia dei 30 anni e sentirsi così, non mi piace. Ogni giorno provo ad escogitare qualcosa per mantenermi occupata, ma finisco sempre per stare intere giornate a casa. È sfiancante, è difficile, è triste. Mi chiedo spesso cosa posso fare per far si che la gente che ho attorno si accorga che esisto anche io.. provo ad esserci, a farmi sentire, a chiedere di uscire un po' o fare qualcosa insieme... Ma nessuno sembra afferrare il mio disagio, che ultimamente è davvero forte.
Penso, che se morissi oggi, a nessuno cambierebbe davvero la vita. Non dico che non ci sarebbe nessuno a piangere per me, ma chi sentirebbe davvero la mia mancanza?
Sono giorni tristi, sono giorni difficili.
E queste feste non fanno altro che ricordarmi quanto poco ho fatto nella mia vita per farmi volere bene veramente.. (sogno tavolinate piene di amici, cena confusionarie, giochi da tavola ovunque, pizza infinita e viaggi last minute giusto per vederci un bel tramonto e tornare indietro...)
18.12.22
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frammenti--di--cuore · 1 year ago
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oggi sono davvero orgogliosa di me stessa ✓
niente, dovevo scriverlo da qualche parte, zoe
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giulia-liddell · 5 years ago
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Io ed una mia amica stiamo avendo una mezza crisi perché ci siamo rese conto che in certi comportamenti Fiorello ci ricorda il regista del nostro ex gruppo di teatro e adesso non riesco a togliermi il paragone dalla testa
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emmasuon · 4 years ago
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per la seconda volta in vita mia mi sto intrippando con una coppia di persone reali (metamoro always in my heart), solo che questi due stanno davvero insieme, e quando si lasceranno (perchè prima o poi accadrà), ci starò malissimo perchè sembrano davvero felici e innamorati. 
Poi ok, da 15 secondi di storia instagram o da un’intervista su un giornale o a una radio puoi far sembrare anche la storia più infelice, o finta, del mondo la più grande storia d’amore del secolo, ma io boh, ci credo. Ed ecco perchè il palo farà ancora più male, quando arriverà.
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bluemindgiorgia · 4 years ago
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Sky sport F1 Italia, subito dopo la gara avete Paddock live post gara che dura 30 minuti, possibile che dopo ogni singola gara si debba parlare sempre e solo della Ferrari e solo accennare le altre cose succese nelle 2 ore di gara appena finita? Capisco il disastro successo ad inizio gara con i due piloti Ferrari ma ne avete parlato anche durante la gara, ok che è il team di casa ma non esiste solo quello 🙈
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spettriedemoni · 6 years ago
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Cambi societari e start-up
C'è questo tipo, un po' vulcanico, diciamo, che mi riceve insieme alla segretaria. Mi parla del suo nuovo progetto, una start-up (o starup come la chiama lui) che vuole chiamare "Qualcosa channel". Mi spiega per un tempo indefinito (che non saprei quantificare causa improvvisa distorsione dello spazio-tempo) che questa cosa è fantastica, bellissimissima e nuova. Inserisce nella sua spiegazione diverse volte l'intercalare "Capito che ti voglio dire?" e chiude con un "È tanta robba" (con due "b", suppongo per rafforzare il concetto).
Provo a dire che non è proprio "nuova" come idea, ma il termine channel potrebbe funzionare.
Al che lui mi fa: «È bello, vero? Quanto cazzo è fregno il francese!»
No, aspetta, ma come "il francese"? Quale francese? È inglese. Non è "Chanel".
Vorrei dirglielo, giuro. Sto per farlo ma non ho questa confidenza e non vorrei umiliarlo. Così mi giro verso la segretaria, la imploro con lo sguardo e la bocca semi aperta. Lei mi guarda con quegli occhi cerulei da dietro gli occhiali (perché hanno tutti gli occhiali le segretarie? Mi fanno sempre un certo effetto vagamente erotico le segretarie con gli occhiali, mannaggia) e poi scuote leggermente la testa dopo aver alzato lo sguardo che pare dire: "Povera me! Ma come gli viene in mente che è francese?" e allora capisco che non lo corregge perché sarebbe inutile. Dopotutto lo conosce da molto più tempo di me.
Poi prosegue dicendo che vuole costituire una società che raggruppi tutte le sue società, una "holding".
La segretaria, che per tutto il tempo ha avuto le braccia conserte, mi sembra abbia sbuffato. Lo noto appena con la vista periferica.
Il tipo ha appena preso un foglio e una penna per scrivere qualcosa. Suppongo voglia scrivere "holding", ma appena poggia la punta della penna sul foglio si ferma. Alza lo sguardo sulla segretaria e chiede: «Come si scrive?» sono un attimo spiazzato ma trattengo un sorriso. «Con l'hacca». Bene, adesso può scrivere, ma esita ancora.
«Dove va la hacca?»
Per la prima volta vedo la segretaria spazientirsi nel prendere il foglio e la penna al suo titolare. No, anzi: glieli strappa di mano, quasi.
«Dammi qua!»
Non rido, giuro. Ma non è stato facile. Neanche un po'.
E siamo solo all'inizio con questo tipo.
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cosipegioco · 5 years ago
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Da qualche parte dovevo pur scriverlo
Era qualche giorno che avevo giramenti di testa. Mamma diceva che non avrei dovuto crederci, perché altrimenti in caso non fosse stato vero ci sarei rimasta male. Il 3 novembre ho fatto il test, due lineette, una fioca fioca, ma sul foglietto illustrativo c'è scritto che non importa quanto è forte il colore, l'importante è che ci sia. Così ho chiamato Alessandro "guarda, sono due le linee". "Vuol dire che aspettiamo un fagiolino?" "Vuol dire proprio quello, sì". La prima chiamata a mio fratello che piangeva così tanto che ho dovuto riattaccare e richiamarlo dopo qualche ora per poterci parlare. La telefonata a Silvia. Il convincere mia madre a passare "per caso" a trovarmi, vedere la sua commozione. Ringraziare, mentalmente, qualcuno che non c'è più e che però c'è ancora, sempre. Dirlo ad Arianna, spiegarle che quello non è un termometro ma un test di gravidanza, farne un secondo perché lei doveva vedere come funzionava. La sua gioia nello scoprire che avrebbe avuto un fratellino o una sorellina. "Ma io vorrei una sorellina" "staremo a vedere, ma va bene pure un fratellino, vero?" "Certo".
Poi i primi test, le beta. Dopo una settimana dal primo prelievo avrebbero dovuto quasi quadruplicarsi. E invece no, sono cresciute poco. "Mi dispiace signora, probabilmente è un aborto, rifaccia le analisi tra qualche giorno, probabilmente le beta scenderanno ancora". Piccolo pianto, perché un po' ci avevo creduto, ma faccio un respiro profondo e penso che può succedere, soprattutto in una prima gravidanza. Ripeto le analisi e invece stavolta le beta sono cresciute come avrebbero dovuto crescere sin dall'inizio. Probabilmente il fatto che siano stati due laboratori a fare analisi del sangue ha portato a questa discordanza. Ma quindi il bimbo c'è? C'è, lo vediamo dalla prima ecografia, è più piccolo di un fagiolo, più una lenticchia. Ma il cuore batte. Velocissimo. Lì gli occhi si gonfiano di lacrime. Posso iniziare a crederci davvero. Finalmente una bella notizia e sia io, ma soprattutto Alessandro ne abbiamo tanto bisogno.
Passa novembre e passa dicembre. Nausee e mal di stomaco, ma niente di insopportabile. La cronologia del mio cellulare è piena di "xxx si può mangiare in gravidanza?". Perché il pensiero del cibo è sempre con me. Il 27 dicembre facciamo l'ecografia trimestrale, va tutto bene. Ci dicono che probabilmente è una femminuccia. Alessandro voleva un maschietto (tipo il padre di lady oscar), ma è così carina che va bene anche lei. Il 22 dicembre avevo anche fatto il prelievo per il Prenatal safe (analisi che ti dice se ci sono aberrazioni cromosomiche). Per le risposte ci vuole un po' di tempo. Con la tranquillità che mi contraddistingue non dormo praticamente mai in attesa dei risultati. Che arrivano il 3 gennaio.
Eravamo appena usciti dall'albergo (in Veneto dove eravamo andati a trovare la sorella di Alessandro). Mi chiama il ginecologo "buongiorno signora, mi hanno telefonato dal laboratorio, sospettano ci sia una trisomia 13. Mi dispiace dirglielo così ma purtroppo non c'è un modo meno brutto per dire una cosa del genere". "No, ci mancherebbe, grazie per avermelo detto".
Il mondo ci casca addosso. Piango per un'ora ininterrottamente. Devo fare al più presto una villocentesi per confermare la trisomia, entro la quattordicesima settimana di gravidanza. Riesco a prendere un appuntamento per l'otto Gennaio. Ma poi cos'è questa trisomia? Chi l'ha mai sentita? Ci informiamo, la definiscono incompatibile con la vita. Passiamo la giornata a telefonare a centri specialistici e farmacie per avere tutto pronto per la villocentesi dell'otto. Alle 8 di sera, siamo entrambi devastati. Ci guardiamo pensando che le nostre due sfortune insieme potessero produrre una fortuna e invece no. C'ha detto male anche questa volta. Glielo dico una volta solamente "se confermassero la cosa, io non ce la farei a portarla a termine". "Sì, lo sai. La penso come te." Avevo, avevamo deciso.
Mi inizio ad informare per l'aborto terapeutico volontario. Tutti mi dicono "beh prima di informarti aspetta di vedere se ti confermano la diagnosi". Dico che qualcosa devo fare. Devo prepararmi al peggio, che al meglio faccio sempre in tempo. Sono terrorizzata. La notte non dormo. La situazione obiettori di coscienza a Roma mi preoccupa tantissimo. Le modalità con cui si sarebbe svolto l'aborto ancora di più. Contatto una dottoressa, presidente dell'associazione vita da donna. Una persona incredibile, mi ha detto che avrebbe contattato lei l'ospedale in caso ne avessi avuto bisogno. Mi ha trasmesso serenità in due messaggi e per questo non la ringrazierò mai abbastanza.
L'otto gennaio vado a fare la villocentesi. L'ansia non mi fa dormire ma ormai sono abituata. Ci fanno entrare nello studio per fare una ecografia di controllo. "Mi dispiace signora, probabilmente il Prenatal safe aveva ragione, non c'è più battito. Mi dispiace molto." Piango. La vedo li sullo schermo eppure non c'è più. Sembrava così carina. Alessandro mi stringe la mano, anche lui che non piange mai ha gli occhi lucidi. Usciamo dal centro Tiro un sospiro di sollievo. Cosa? Un sospiro di sollievo. E perché? Perchè la natura aveva fatto il suo corso. Non dovevo più decidere io. Che lo sapevo che cosa avrei deciso, dentro di me l'avevo già fatto, ma non è la stessa cosa. Mi si prospettava l'inferno, invece è "solo" un purgatorio. Torno a casa e dormo, per la prima volta dopo tante notti insonni.
Martedì scorso faccio il raschiamento. È tutto finito. Posso chiudere questo capitolo. Tutti mi chiedono come sto. Sto bene, davvero. Sarà che sono stata tanto tanto male dopo aver saputo il risultato del Prenatal safe che ora mi sembra che tutto sia comunque più affrontabile.
Oggi mi chiama una delle persone a cui voglio più bene al mondo. Mi dice che lui e la sua compagna (un'altra persona che adoro, ho celebrato io il loro matrimonio) aspettano il secondo bambino e che aveva timore di dirmelo vista la situazione. Gli dico che sono davvero felice per loro, perché si meritano tutta la felicità del mondo. Ed è vero, sono felice davvero. Lei è alla 15esima settimana, io sarei stata alla 16sima. Riattacco e piango. Piango tanto. Da martedì scorso non l'avevo ancora fatto. Ecco ora davvero posso chiudere questo capitolo.
Andrà tutto bene.
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hereiam-aloneagain · 4 years ago
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Sono un po’ triste, in realtà avrei voluto scrivere a penna, ma quando lo faccio ho sempre paura di rileggere quello che ho scritto. Non capisco cosa cambi di così importante tra qui e un foglio. Lo capirò, forse. 
Stavo dicendo che sono un po’ triste, probabilmente è normale vista l’ora e il fatto che non ho nessuna notifica, aggiungo anche il fatto che non ho sonno quando in realtà vorrei dormire. Vorrei dormire solo perché non ho voglia di fare altro, probabilmente neanche di pensare.
Ho i  pensieri incasinati, non seguono un filo logico, ma di una cosa sono  quasi sicura, forse trasformare in parole il ricordo che ho di qualche giorno fa al supermercato, almeno ci provo.
Un po’ di giorni fa ho accompagnato mia mamma e mia nonna a fare la spesa, è stato tutto abbastanza carino tranne un momento. Mi sembra una cosa stupida ovviamente e probabilmente lo ��. Stavo girando per i fatti miei nel supermercato e ad un certo punto mi è venuta la fissa che dovevo assolutamente comprare delle caramelle da tenere in camera. Vado nel reparto delle caramelle e come mio solito ci metto anni per scegliere i vari tipi di caramelle. Mentre continuo a guardare lo scaffale per cercare di decidere, dalla fine della corsia arriva una signora con il carrello, anche lei probabilmente doveva cercare qualcosa. Dopo poco, dall’inizio della corsia arriva una coppia, un ragazzo e una ragazza, anche loro guardano le caramelle. Tutti guardiamo le caramelle. La coppia parla e ride. Avevo tutte e due le vie d’uscita bloccate, da una parte la coppia, dall’altra la signora con il carrello. Non sapevo cosa fare, probabilmente ho iniziato a guardarmi intorno come una scema cercando di capire come uscire da lì in mezzo. Mi mancava quasi il fiato, poi la signora col carrello ha fatto un po’ di spazio e sono scappata il più velocemente possibile. Spero che le persone lì presenti non abbiano notato questa cosa. E se lo hanno notato chissà che stupida sono sembrata...
Soltanto pensare a questo, a quello che ho provato in quel momento, mi fa girare la testa e mi viene in mente anche la sensazione di quegli attimi, come se fossi in trappola, sembra davvero stupido da dire, molto stupido, però è successo e me lo ricordo bene. 
Anche se tutto questo mi rende un po’ triste sono contenta che dopo giorni che mi passava per la testa sono riuscita a scriverlo, probabilmente non con le parole giuste, ma un po’ l’ho tirato fuori.
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thetasteofthesoul · 5 years ago
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Come ci si salva da quei giorni dove ti vedi brutta e pieni di difetti? E queste sensazioni sono date dal mio essere umana, dal mio essere donna, dal mio avere due ovaie, o dalla tristezza generale da una vita vissuta chiaramente per metà? Ho la pelle di una 15enne impazzita, piena di brufoli e segni. Anzi, ho la pelle esattamente di come quando avevo 15 anni. Ho i denti di sotto chiaramente storti. E pure quelli di sopra non è che siano drittissimi. I capelli fini e che si spezzano. La scoliosi. La scoliosi. La scoliosi. Cazzo mi manca un fianco. E la curva mi esce fuori. Fa male. Ho un dolore fisso alla parte bassa della schiena ma questo mese ho avuto troppe spese e una lunga malattia quindi il mio stipendio praticamente non c’era, ergo niente osteopata. Ho i piedi piatti e un probabile alluce valgo che arriva.Piedi piatti e scoliosi hanno un matrimonio molto felice.  Sono fuori forma e sono 4 mesi che non vado in palestra perché prima troppi viaggi per lavoro, poi ferie di natale in sardegna, poi malattia, poi debilitata dalla malattia, poi pochi soldi e quindi tocca aspettare il nuovo stipendio.
Oggi ho firmato il mio terzo contratto a tempo indeterminato in 4 anni. Dovrei essere felice ma non lo sono per motivazioni troppo lunghe da spiegare. Non ti sentirò fino a domani mattina, ieri ho lavorato fino a tardi e non ci siamo sentiti, praticamente siamo 3 giorni senza sentirci per bene. Non lavorerai per una settimana ma non ce la fai a salire perché hai troppe spese e i voli costano troppo (bello vivere in Sardegna, ah?)
E niente, scusatemi ma l’intolleranza e tristezza che ho ultimamente verso il genere umano mi si sta ritorcendo contro. Da qualche parte dovevo pur scriverlo. Scrollate pure.
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sciatu · 5 years ago
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SICILIA ESOTERICA - GIUSEPPE BALSAMO, CONTE DI CAGLIOSTRO : l’immagine di Cagliostro nel suo quartiere natale a Palermo,la strada dove si trova la sua casa, le sue opere, l’atto di morte, la Rocca dove fu imprigionato, il suo simbolo e il ritratto della moglie
 Passato il mercato girai sulla destra dove una strada in salita portava all’ingresso secondario del cimitero di Messina, il più grande d’Europa. Entrai salutando il guardiano seduto davanti la casupola in cui si proteggeva dal caldo. Di fronte la casupola c’era, al di la di una stradina, la zona riservata alle tombe degli inglesi morti a Messina prima della seconda guerra mondiale. Entrai nel campo degli inglesi e mi diressi verso un enorme eucalipto in cui dalla parte opposta al mio arrivo e nascosta alla gente che passava nella strada interna, c’era una panchina. Ebbi subito la sensazione che lei fosse già li, malgrado che, cercando di sorprenderla, ero arrivato molto prima del previsto. Era li infatti, nel suo abito di taffetà scuro con quei riflessi multicolori che hanno le scaglie delle serpi nere ed un leggero cappuccio che copriva il capo nascosto dietro ad un enorme paio di occhiali da sole. “Buonasera Madam Effie” Mi sorrise “ah ecco il mio amico scrittore” fece lei sorridendo senza muovere il capo, con lo sguardo fisso davanti a se a guardare qualcosa che io non avrei mai visto. Era infatti il giorno prima della luna nuova, la notte in cui il buio assoluto le permetteva di percepire meglio le anime morte. Ogni sera che precedeva la luna nuova lei si sedeva su quella panchina per ascoltare chi apparentemente non c’era più e che solo a lei appariva in quel campetto ben curato con la terra appena smossa per non far crescere erbacce, nell’ombra degli eucalipti con le tombe bianche e appena offese dall’umidita dei notabili inglesi. Io l’avevo incontrata anni prima. Mi era venuto in mente un racconto mentre ero al mercato e al solito avevo incominciato a scriverlo sul telefonino. La confusione tra i banchi del mercato, era tale che mi ero allontanato dagli urlanti imbonitori cercando un posto dove stare tranquillo e il cimitero mi sembrò ideale. Entrato mi trovai davanti una processione di persone che evitai passando nel campo degli inglesi e nascondendomi sedendomi sulla panchina. Dopo mezzora apparve lei, d’improvviso come faceva sempre. A vederla improvvisamente di fronte a me sussultai. Lei mi guardò come a studiarmi e mi chiese educatamente. “Posso sedermi? lei sta occupando il mio posto” Mi spostai immediatamente facendola accomodare. Continuai a scrivere facendo finta di niente e pensai che doveva essere una delle tante eccentriche persone di cui Messina era ricca. Mi dissi che forse era una vedova, o una signora inglese venuta a trovare un lontano parente. “Nessuna delle due” mi disse improvvisamente tenendo lo sguardo sempre fisso davanti a se. “Come scusi?” “Non sono nessuna delle cose che ha pensato” Mi dissi che dovevo essere su scherzi a parte o qualche programma televisivo in cui prendevano in giro le persone. “Ah ma io…” “Non si preoccupi, anzi mi scusi, sono una veggente e spesso rispondo prima che mi facciano la domanda. Lei è uno scrittore, vero?” “Si, scrivo per un mio Blog su Tumbrl. Vi metto racconti, poesie e descrivo angoli della Sicilia” Restò in silenzio per pochi secondi “Non lo fa per soldi vedo, lo fa per … altro. Forse per amore. Allora può restare” E da quel momento non mi parlò più se non dopo un ora di assoluto silenzio in cui io finii il racconto e lei era concentrata sul nulla davanti a lei. Poi mi chiese del racconto e mi descrisse di una storia simile che era capitata ad un suo cliente, restando a parlare per un po’. Infine mi ricordai dell’appuntamento dato alla Moglie ed io la lasciai. Curioso di lei tornavo ogni giorno prima della luna nuova per ascoltare le storie sui suoi strani clienti
“Buonasera Madam – ripetei – sono contento di vederla” “Devi chiedermi qualcosa non è vero?” Come sempre sapeva tutto prima che potessi parlare “Si, questa volta non voglio ascoltare una sua storia. Ecco, una mia amica del blog (@malefica67) mi ha chiesto di parlare della Sicilia esoterica. Io non ne so molto.” “C’è un bel libro che ne parla l’ha scritto Marinella Fiume” “Si, ho visto su Google, ma vorrei parlarne diversamente ad iniziare da Cagliostro, il grande mago” “Non era un mago” Fece lei improvvisamente seria. “Ecco è questo che non capisco: chi era? Lei forse può farmelo capire: ne parla sempre” Restò in silenzio qualche secondo poi, fece un grande sorriso “Tu sei un tipo curioso Ferribotti, sono sicura che hai letto molto su di lui” “Infatti, ma non ho mai capito chi era, forse perché io a queste cose non ci credo veramente…” il suo sorriso si allargò ancor di più “Credi all’amore e non credi alla magia? Non è un controsenso? Comunque cos’è che hai capito” “Ho letto che aveva iniziato a Palermo dove era nato una attività di falsario e che aveva studiato in diversi collegi, l’ultimo a Caltagirone dove  perfezionò i suoi studi di erboristeria , in seguito di alcuni problemi era fuggito a Messina. Li conobbe un greco ….” “Altotas….” disse improvvisamente e con enfasi Madam “Si … penso che si chiamasse così  …  Cagliostro lo definisce il suo primo maestro, non è chiaro di cosa. Con lui visita l’Egitto, forse la Turchia ed è lui che lo fa entrare nell’ordine dei Cavalieri di Malta. Poi, improvvisamente lo si trova a Roma dove, ben introdotto negli ambienti importanti, sposa una popolana, Lorenza Feliciani, una donna molto furba e priva di ogni scrupolo. Presto inizia la sua vita errabonda, muovendosi da una città all’altra appena si scopre una sua truffa o la sua attività di falsario. Grazie agli amanti della moglie riescono a sopravvivere e ad organizzare truffe sempre più ardite da Londra a Parigi, in Belgio, in Germania, scappando sempre da un paese all’altro inseguiti da truffati e dalla polizia. Come lavoro predice numeri al Lotto, ruba gioielli, vende elisir di lunga vita, rimedi per i mali curando i ricchi dietro lauti compensi mentre ai poveri non chiede nulla. Diventa infine il Alessandro Conte Cagliostro, non so perchè cambiò il suo nome in Alessandro. Comunque entra nella Massoneria e questo gli permette di puntare in alto nelle sue truffe promettendo di cambiare ogni metallo in oro, fa sedute spiritiche e seduce ragazze ingenue. La sua continua fuga lo porta in Russia, in Polonia e finalmente di nuovo a Parigi. E’ il suo momento di maggior fortuna quello in cui si presenta come alchimista e taumaturgo e arriva a fondare una nuova loggia massonica che chiama di Rito Egizio. A Parigi però viene coinvolto in uno scandalo o meglio una truffa ai danni del Cardinale Rohen suo grande protettore. Lo scandalo coinvolge anche la regina e presto la sua stella incomincia a spegnersi. In particolare anche la moglie incomincia a non condividere le sue bricconate e presto i due non hanno più quella complice sintonia che precedentemente li univa. Tornato a Roma per sfuggire ai tanti nemici che si era creato, continua a far vivere la sua loggia massonica ma presto, essendo questa attività proibita nello Stato Pontificio finisce in carcere e la sua condanna a morte viene trasformata in ergastolo. Muore in una cella che non aveva neanche la porta per evitare che grazie alle sue doti potesse fuggire.” Seguì un lungo silenzio. Madam Effie aveva lo sguardo fisso di fronte a sé. “Non era un mago – ripeté seria poi sorrise – e gli piaceva apparire un fannullone come lo descrisse Casanova. Lui, … era curioso e amava usare la natura e la sua abilità per stupire. Da ragazzo, essendo nato povero, il suo falsificare diplomi di nobiltà e sculture in oro, era un modo per averne prestigio e ricchezza. Ma all’inizio, quando incontrò Alessandro Costante, Altotas come lo ha chiamato lui nelle sue memorie, Giuseppe non sapeva nulla di alchimia e di conoscenza esoterica, fu Altotas ad iniziarlo, a mostrargli le tenebre che circondano la luce, a indirizzarlo verso la punta della piramide o l’origine di tutti i cerchi. Costantino, credeva fortemente che la conoscenza potesse dare a chi la raggiungeva poteri che agli altri umani erano negati. Portò con se il signor Balsamo nei suoi viaggi in medio oriente, in Turchia e in Egitto. Qui conobbero il segreto delle “Macchine Virtuose” di cui ti ho parlato, gli oggetti in cui sono rinchiusi entità, forse diavoli o parte di essi, che possono servire ad un preciso scopo non demoniaco, o maligno” Madam Effie si fermò un istante come se quello che doveva dire diventasse sempre più difficile a raccontarsi “Poi Costante perse la strada verso la Verità. Non fu colpa sua. Costantino aveva uno scopo per cercare le strade che non bisogna percorrere. Non avrebbe varcato la Porta Innominabile se non per amore. Sua moglie era malata, lui sapeva che sarebbe morta, per cui cercò di renderla immortale con un rito in cui la Porta dei Morti doveva essere aperta. Giuseppe lo aiutò. Forse era anche lui innamorato della moglie di Costante tanto che pensarla morta lo sconvolgeva. Osarono ripetete un rito proibito che da millenni non era stato mai stato eseguito completamente; chi ci aveva provato era morto tra atroci sofferenze divorato dai demoni custodi della Porta. Durante il rito qualcosa non andò per come doveva andare, nel momento più terribile vi fù un esitazione da parte di uno dei due e del rito divenne padrone il Caos. Costante rimase prigioniero al di la della Porta, Giuseppe scappò cercando di sfuggire ai demoni che erano fuoriusciti dalla Porta violata. Per questo andò a Roma, lo pensava un luogo santo e sicuro, ma i demoni lo seguirono, così come lo seguivano ovunque lui cercasse di fuggire, dall’Estonia al Portogallo. Furono i demoni a far scoprire ai suoi discepoli i suoi trucchi, a ridicolizzarlo, a creare astio tra lui e la moglie. La Loggia di Rito Egizio che aveva creato e il suo tentativo di renderla un ordine religioso, fu solo un tentativo di scacciare le Ombre Maledette e difendersi dai demoni. Quando lo imprigionarono nella Rocca, i demoni lo raggiunsero e gli divorarono l’anima e la ragione, facendolo morire tra atroci sofferenze. Questo fu Giuseppe Balsamo, detto Alessandro Conte di Cagliostro” Rimase in silenzio immobile come una statua, quasi ripensando a quanto mi aveva detto. Suonò il mio cellulare, e risposi automaticamente allontanandomi di qualche passo. Come sempre era La Moglie che voleva sapere dove fossi finito. Le dissi che ero per la strada di casa e salutatala, tornai da Madam Effie. “Posso fare un ultima domanda?” Chiesi esitando “So già cosa vuoi chiedere – fece lei seria – vuoi sapere come si chiamava la moglie di Altotas … – senza far caso al mio stupore continuò – … Si chiama Effigenia, come me … ma ora vai, tua moglie ti aspetta “ Disse con una voce stanca come se quel lungo racconto lo avesse sfinita. Arretrai lentamente, come sempre stupito che lei rispondesse prima che io facessi la domanda. Uscì dal cimitero con una strana ansia che mi era cresciuta nell’anima. Non so perché, ma per strada mi continuavo a girare come se qualcuno…. o qualcosa, mi seguisse.
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letuepupille · 4 years ago
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fermi ho sognato una ragazza che non era la mia ex dovevo scriverlo da qualche parte
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daniinreallife · 4 years ago
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Prendere le cose con filosofia
Gli aggiornamenti che porto quest’oggi sono veri. Venerdì non ho visto Mauro, e questo mi ha portato a diventare nevrotica nei confronti della situazione generale. Avevo il bisogno fisico e mentale di avere questo incontro e questa fatidica conversazione per muovermi dal punto di stallo che era diventata la mia vita. Quest’ultima settimana ho bevuto meno acqua e più alcol, mi sono allenata in orari strani anzichè rispettare gli orari che mi ero prestabilita, non ho guidato quanto avrei voluto... insomma è saltato un po’ tutto, ovviamente a causa del pensiero fisso che non riuscivo a togliermi: parlare con Mauro.
Non ci siamo visti venerdì, ma ci siamo visti sabato, cioè ieri. Dopo averlo contattato per la terza volta in una settimana, calpestando il mio orgoglio e buttandolo dalla finestra, ci siamo incontrati per una birra al tramonto. Abbiamo chiacchierato tanto perché avevamo bisogno di aggiornarci, come fanno due vecchi amici. E anche perché avevo bisogno di raccogliere tutto il coraggio che avevo in corpo per introdurre il discorso. Ci ho provato un paio di volte, fallendo e tornando a parlare di cose poco serie. Poi però ho realizzato che era “ora o mai più.” Gli ho detto tutto ciò che mi passava per la testa in quel momento, senza filtrarlo o organizzarlo in discorsi poetici o quantomeno sensati. Non sono riuscita a dirgli tutto ciò che ho pensato negli ultimi mesi, tutti i film che mi sono fatta o le frasi ad effetto con cui volevo colpirlo. Gli ho detto che la quarantena mi aveva portato a pensare a lui, a quello che c’era stato, e a come mi ero comportata. Mi aveva provocato un change of heart, grazie al quale vedevo la situazione con occhi diversi. Gli ho confessato che ho realizzato di aver sbagliato e che ora vivrei le cose in maniera molto diversa. Gli ho anche detto che l’estate scorsa lui mi ha fatto tanto bene. Poi ho smesso di mettermi in ridicolo e ho chiesto una sua opinione.
Anche lui in quarantena aveva avuto tanto a cui pensare. Mi ha avvisato che sarebbe stata una storia lunga, quindi ci siamo messi comodi su una panchina in riva al mare e l’ho  lasciato parlare. Per tipo quaranta minuti. Non scriverò tutto ciò che mi ha detto perché, nonostante non stia usando il suo vero nome, mi sentirei di star tradendo la sua fiducia. Mi ha raccontato che dopo l’estate che avevamo condiviso, erano successe parecchie cose. Quest’inverno lui è stato con un’altra ragazza, storia finita a gennaio perchè il Natale precedente ha rivisto la sua ex ad un anno e mezzo dalla loro rottura. Loro non si erano mai più visti nè parlati da allora, quindi è stata una botta non irrilevante. Quel Natale si sono parlati, si sono confrontati e, in preda all’alcol, si sono anche baciati. E questo è stato ciò che lo ha fatto pen(s)are per tutta la quarantena. Abbiamo entrambi avuto la mente piena, insomma. Lui ha realizzato che nonostante avesse superato la rottura e i sentimenti che provava, è tutto immediatamente riaffiorato a causa delle circostanze. Per concludere, lui sta aspettando di incontrare suddetta ex e avere un confronto, un dialogo, un chiarimento sulla questione: ci può essere di nuovo qualcosa o è tempo di chiudere questo capitolo — questo libro — aperto ormai da troppo tempo? 
Per concludere, ho avuto l’ennesima prova che io e Mauro siamo inquietantemente simili. Non è una novità; parte del motivo per cui mi piace così tanto è che mi sembra di guardare in uno specchio quando sono con lui. Anche lui aveva e ha bisogno di confrontarsi con un’altra persona per smuoversi da una situazione di stallo. Fondamentalmente, dopo il suo lungo discorso, mi ha detto che siamo in ritardo di un anno — pugnalata al petto — e che ora come ora non riuscirebbe a “vivere” nessuno come si deve, perché la sua mente e il suo cuore sono altrove. In tutta risposta, dopo averlo lasciato parlare ancora un po’ con qualche domanda, gli ho mostrato empatia. Ho detto che nella mia vita queste sono quelle che mi piace chiamare questioni irrisolte. Ho una vera e propria fissa per queste situazioni, perché non riesco a vivere bene fino a quando non le ho, appunto, risolte. Ne ho vissute tante in passato, con ragazzi, amiche, conoscenti. Ho sempre avuto il bisogno di confrontarmi con l’altra parte interessata e chiarire tutto ciò che c’era da chiarire. Per questo ho detto a Mauro che lo capivo benissimo, ed è la verità. Mentre mi parlava, dalla mia mente iniziava a defluire il pensiero che io e lui fossimo destinati a stare insieme, e ad introdursi l’ipotesi che magari lui aveva già la persona a cui era destinato, solo che non ero io. Questo pensiero non è entrato nella mia mente come qualcosa di negativo o doloroso, ma semplicemente come qualcosa di possibile. 
Gli ha fatto strano raccontarmi di questa storia, un po’ perché la sanno in pochissimi, un po’ per via dei trascorsi tra noi. L’ho rassicurato, dicendogli che ero felicissima di aver avuto questa conversazione e che lui fosse stato così aperto con me. Gli ho detto che mi piace, non posso negarlo, ma che questa era la conversazione che dovevo avere perché altrimenti me ne sarei pentita per sempre. Gli ho anche fatto presente che se mai avesse bisogno di parlare con qualcuno, io ci sarei sempre stata. Non ricordo cos’altro è stato detto, e ciò che ricordo non voglio scriverlo, voglio tenermi qualche segreto solo nel mio cervello. Ci siamo alzati e ci siamo incamminati verso le rispettive case.
E’ difficile spiegare come mi sento. In una sola parola, direi che mi sento dolceamara. Non voglio fare la gradassa, ammetto che mi dispiace che non sia andata come speravo. Per questo mi sento il cuore un po’ pesante, e lo stomaco un po’ chiuso. D’altra parte però, ho finalmente avuto il confronto che aspettavo da mesi, ho fatto sapere alla persona interessata ciò che ritenevo lei dovesse sapere, e ho ottenuto la versione dei fatti esterna a quella nella mia testa. Non sento più il bisogno impellente di controllare se lui mi abbia guardato le storie su Instagram, o se ne abbia pubblicate di sue. Non sento più di doverlo cercare con lo sguardo in ogni luogo in cui mi trovi. Non sento più il macigno di parole non dette, confessioni non fatte e sentimenti non espressi sulle spalle. Ora sono libera. Posso tornare ad essere la me che mi piace, quella che si concentra su se stessa e che fa di tutto per migliorarsi ogni giorno. Quella me il cui scopo principale è essere felice. Quella la cui estate può finalmente svilupparsi intorno a ciò che voglio fare, alle persone con cui voglio stare e ai posti in cui voglio andare, e non intorno ad una possibile storia con un ragazzo. Non sono mai stata il tipo di ragazza che cerca il fidanzato, o che si sente scoraggiata se non trova nessuno con cui avere una storia. Sono cose irrilevanti per me, so di avere successo con l’altro sesso ma so anche di avere standard e aspettative estremamente alti per colui che un giorno vorrò come fidanzato. 
Non aspetterò Mauro. Se tutto va bene, lui dovrebbe avere questo fatidico confronto quest’estate, e in entrambi i casi (che finisca bene o male) lui sarà contento. Come lo sono stata io con il nostro incontro. Ma non sarò nei dintorni ad attendere qualcosa che potrebbe non arrivare mai. Se il loro confronto dovesse andare a buon fine, torneranno insieme; se dovesse terminarsi brutalmente, lui non avrebbe testa, cuore e voglia di dedicarsi a qualcun altro, per un bel po’ di tempo. E io ho tanti di quei programmi, di quei piani, idee e desideri che non posso permettermi di aspettare qualcuno. Tuttavia, come una volta Rachel ha detto a Ross, “with you it’s never off the table.” Ed è così. Con Mauro non sarà mai una storia completamente chiusa, o almeno questo è ciò che penso al momento. Certo, ora nella mia testa scorrono i titoli di coda di tutti i film che mi sono fatta durante questi mesi, ed è questo l’importante. Finalmente ho tempo per mettere su il film della mia estate e chissà, magari mi divertirò anche di più di ciò che ho immaginato.
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llavitachevolevo · 4 years ago
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Oggi è il giorno che detesto di più, quello che si definisce ''compleanno''.
Per fortuna pochissima gente lo ricorda e ho ricevuto pochi auguri (che detesto).
Auguri per cosa? Non c'è nulla di bello, nulla da festeggiare.
Ho preparato un dolce solo per quei 4 o 5 membri della mia famiglia con cui ho un minimo di rapporto, perché per loro è importante.
Quello che ho scritto ci stava, dovevo scriverlo da qualche parte.
Questo giorno mi ricorda di più che sono natA e che sono NATO.
Per questo non c'è nulla da festeggiare.
(Piccolo sfogo che volevo condividere)
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chouncazzodicasino · 5 years ago
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Spesso sogno interni di case. Trasciando l’interpretazione psicologica perché vengo da famiglia di psicoterapeuti e mia madre interpreta i sogni quindi questo so molto bene cosa vuole dire. DETTO CIO’: Spesso sogno interni di case. Molto dettagliati, mi sveglio e sono convinta di averli già visti o studiati, bellissimi molto spesso. Passo ore dopo a cercare di capire dove posso averlo visto e soprattutto a pensare a quanto mi piacerebbe visitare quella casa. A pensare che forse devo cercarla per vederla dal vivo.
Nell’ultimo una camera da bagno bellissima con alle pareti una boiserie curva in legno scuro. Mi ricordava una lavorazione a casa di mia nonna a Benevento. Sono sicura di aver gia visto quel dettaglio da qualche parte.
E niente, dovevo scriverlo perché poi me lo dimentico. Cià.
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conlealibruciate · 5 years ago
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Partiamo dal presupposto che mi manchi. Intanto ciao, come stai? Spero bene. Ti starai divertendo stasera con i tuoi amici senza preoccupazioni, che è la cosa migliore da fare in queste sere d'estate. Anch'io ho passato una serata simile alla tua ma ti ho pensato tanto, t'ho pensato talmente tanto che ad un certo punto ho sentito la tua voce e lì il mio cuore ha retto per poco. Mi sono voltata velocemente per cercare di seguire quel piccolo respiro che si rivelò invano. Ho cercato i tuoi occhi in quelli degli altri. Ho sperato fino all'ultimo di vederti arrivare. Tu non eri lì. Tu stasera sei a 230 km da me. Tutto normale mi diresti tu, è il weekend e tu vai ai concerti dei tuoi amici. Ma per me comincia ad essere stretta questa situazione, insomma vorrei farti vedere la vita che faccio qui nel mio paesino di provincia senza andare tanto lontano, vorrei farti conoscere le persone che abitano la mia vita quando tu non ci sei. Sono belle, sai? Ti troveresti bene e poi non è che io e te abitiamo così tanto lontano, ma sono due realtà completamente diverse. Stasera ho immaginato che eri vicino a me a tenermi la mano oppure ad accarezzarmi la schiena mentre parlavi con i miei amici cercando di trovare qualcosa in comune. Ti ci troveresti proprio bene nel mio posto. Sai una cosa? In questo ultimo periodo, praticamente da quando ho cominciato ad interessarmi davvero a te, sto ascoltando molto quello che mi dice il cuore che non è una cosa da poco, per me, visto che sono vent'anni che ascolto il cervello, ma il cuore ha cominciato ad urlare sempre più forte la frase "hai bisogno di qualcuno che ti trascini fuori dalla tua maledetta comfort zone" ed ora è più assorsante che mai. Mentre il cervello delle volte cerca di zittire il cuore con qualche premio (di consolazione) e altre che sottolinea vivamente il fatto che il cuore ha tremendamente ragione. Alla fine la testa ha concluso che quel qualcuno che può aiutarmi sia tu. Ma per te io sono solo una ragazza che ti supporta nel tuo progetto di vita. Ovvero la musica.
(Scusate ma dovevo scriverlo da qualche parte)
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fullycollapse · 5 years ago
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Sono triste.
Dovevo scriverlo da qualche parte. Anche se dovrei dirlo a qualcuno.
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