#se avessi riso
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Io anoressica a 16 anni se non avessi riso in faccia alla compagna di classe modella quando mi ha chiesto di sfilare con lei
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"Se potessi vivere di nuovo la mia vita, mi sarei messa a letto a riposare quando mi sentivo male, invece di fingere che il mondo si sarebbe fermato se non fossi andata a lavoro per un giorno... Avrei acceso la candela rosa scolpita a forma di rosa, invece di lasciarla sciogliere nella credenza... Avrei parlato di meno e ascoltato di più... Avrei invitato gli amici a casa anche se c'era una macchia sul tappeto o il divano da pulire. Avrei mangiato popcorn nel 'salotto buono' e non mi sarei preoccupata così tanto della polvere quando qualcuno voleva accendere il fuoco nel camino. Avrei trovato il tempo per ascoltare mio nonno raccontare le storie della sua giovinezza. Non avrei mai insistito per chiudere i finestrini della macchina in una splendida giornata d'estate solo perché i miei capelli erano appena stati messi in piega. Mi sarei sdraiata sul prato con la testa sull'erba. Avrei pianto e riso meno guardando la TV e di più guardando la vita.
Ma soprattutto, se avessi una seconda possibilità, apprezzerei ogni singolo momento, lo guarderei davvero... lo vivrei davvero... Non mi farei più prendere così tanto dalle cose futili e insignificanti... Non mi preoccuperei di chi non mi piace, o meglio, non mi importerebbe affatto di cosa fanno gli altri... Invece, apprezzerei gli amici che ho e le persone che mi amano... E ciò che facciamo ogni giorno per migliorare la nostra mente, il nostro corpo, la nostra anima, le nostre emozioni."
Scritto da Erma Bombeck 1979.
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Ieri sono andata a fare il barbecue con i colleghi del mio vecchio lavoro.
Il mio ex leader del Myanmar mesi fa aveva detto:"A Luglio vogliamo andare a pescare?". E così, eccoci qua. Non eravamo tutti, ma c'era anche un ex collega che se n'è andato dal progetto in cui ero anche io un mese dopo che ero arrivata. Se n'era andato solo dal progetto, quindi lavora ancora nella mia ex azienda, però nel dipartimento HR.
Quando mi ha chiesto:"Come va il lavoro nuovo?", ha anche detto:"Quando hai dato le dimissioni nel dipartimento erano tutti sotto shock! Hanno detto:"Nonostante il capo took so much care of her... (non lo so dire in italiano con queste precise parole - per far capire il concetto)"" Io:"EEEEEEH?!?!? E perché proprio per me?!?" (stavolta quella sotto shock ero io).
Praticamente chiedendo meglio dopo ho capito che il capo "tiene particolarmente" a quelli a cui ha fatto lui in persona il colloquio (e capita quasi esclusivamente con gli stranieri che vengono da lontano). In primis perché lui ha l'ultima parola su se assumere o meno la persona, in secundis perché siamo un investimento ingente per l'azienda (dato che pagano sia il viaggio aereo che le spese del trasloco).
Io già me l'ero immaginato che quelli pretendevano fedeltà assoluta dato tutti i soldi che avevano investito su di me, però io manco mi avevano assunta e già sapevo che avrei cambiato prima o poi. Figuriamoci poi quando mi sono resa conto che era al 100% un'azienda giapponese, quindi fatta di pazzi stakanovisti... ma col cazzo che rimango da voi! Anzi piuttosto, grazie mille per il pesce e a mai più rivederci!
Mentre ero in macchina con la mia ex collega le ho chiesto:"Da voi da quando a quando sono le vacanze estive?" Lei:"Non le abbiamo..." Io:"Eh?!? Però nell'azienda del progetto dove lavorate è festa no? Come fate?" Lei:"Eh andiamo lo stesso..." Io:"Pure se non ci sarà nessuno?!" Lei:"Eh sì, forse ci dividiamo e facciamo metà smart in quei giorni".
Giuro che in quel momento mi sono detta: GRAZIE A DIO CHE ME NE SONO ANDATA.
(Infatti nella mia azienda attuale è festa non solo lunedì- che è festa nazionale- ma anche Martedì e Mercoledì e in più spingono per far prendere le ferie anche per i due giorni restanti, dato che nella sede in Giappone si usano tipo la metà delle ferie disponibili. Purtroppo per me, dato che sono ancora nel periodo di prova, non posso prendere ferie e quindi dovrò andare per forza.
Non è che ero triste per questa cosa, però insomma, un po' "che sfiga" l'ho pensato. Ma dopo che ho visto com'è la situazione altrove, io ringrazio Dio, i santi e la Madonna per avermi fatto trovare questo posto. Il lavoro mi farà pure mezzo schifo, però penso che finché rimango in Giappone, io in questa azienda ci muoio. Letteralmente.)
La giornata è cominciata con me che ho preso il primo treno intorno alle 5 del mattino e mi accorgo che la linea che volevo prendere era non in ritardo, ma completamente ferma (alla faccia dei treni giapponesi sempre efficienti) e quindi ho dovuto fare tutt'altro percorso. Arriviamo al punto di incontro e poi con l'auto abbiamo fatto circa un'altra ora di viaggio. Ieri notte ho dormito tipo 4h e a metà mattina ero già morta.
Il tempo di costruire tutte le cose per il bbq e già eravamo a grigliare roba. La mia ex collega si è messa a preparare il riso con un metodo vecchissimo (foto 2). A quanto pare ha detto che il riso lo cuocevano così durante la guerra, così che potessero sopravvivere nei boschi.
Nonostante non avessi il costume, faceva talmente caldo che mi sono buttata nel fiumiciattolo dove tutti gli altri si stavamo facendo il bagno e penso di non aver mai preso decisione migliore perché l'acqua era freschissima; tanto faceva talmente caldo che in 20min i vestiti erano già asciutti. Dopo mangiato, ha cominciato a tuonare e pensavamo si avvicinasse un temporale... invece ha fatto 2 gocce e poi ha smesso. Nel frattempo abbiamo smontato tutto che erano le 17 e dopo esserci riposati un po', siamo di nuovo partiti con l'auto per tornare alla stazione di partenza. In macchina ovviamente io sono letteralmente crollata e penso di aver fatto tante di quelle figure di merda russando e mettendo la bocca aperta che non voglio nemmeno immaginare. Dopo quello mi aspettavano altre 2h di treno e alla fine alle 21 ero finalmente a casa. Il tempo di farmi una doccia veloce e alle 21:30 ero già a dormire con tutto l'arsenale per dormire il più a lungo possibile: condizionatore a 29°C sennò mi sveglio perché ho freddo, tappi alle orecchie e mascherina.
Stamattina mi sono svegliata alle 8:30, ho dormito 11h e non dormivo così tanto e decente da un mese, o forse anche di più.
È stata una bella giornata, ma non so se la ripeterò mai con un ritmo del genere... per me è troppo pesante, io c'ho quasi 30 anni e mi sto a fa vecchia, ste cose da giovani pazzi non sono più per me, io voglio dormì.
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"Se potessi vivere di nuovo la mia vita, mi sarei messa a letto a riposare quando mi sentivo male, invece di fingere che il mondo si sarebbe fermato se non fossi andata a lavoro per un giorno... Avrei acceso la candela rosa scolpita a forma di rosa, invece di lasciarla sciogliere nella credenza... Avrei parlato di meno e ascoltato di più... Avrei invitato gli amici a casa anche se c'era una macchia sul tappeto o il divano da pulire. Avrei mangiato popcorn nel 'salotto buono' e non mi sarei preoccupata così tanto della polvere quando qualcuno voleva accendere il fuoco nel camino. Avrei trovato il tempo per ascoltare mio nonno raccontare le storie della sua giovinezza. Non avrei mai insistito per chiudere i finestrini della macchina in una splendida giornata d'estate solo perché i miei capelli erano appena stati messi in piega. Mi sarei sdraiata sul prato con la testa sull'erba. Avrei pianto e riso meno guardando la TV e di più guardando la vita.
Ma soprattutto, se avessi una seconda possibilità, apprezzerei ogni singolo momento, lo guarderei davvero... lo vivrei davvero... Non mi farei più prendere così tanto dalle cose futili e insignificanti... Non mi preoccuperei di chi non mi piace, o meglio, non mi importerebbe affatto di cosa fanno gli altri... Invece, apprezzerei gli amici che ho e le persone che mi amano... E ciò che facciamo ogni giorno per migliorare la nostra mente, il nostro corpo, la nostra anima, le nostre emozioni."
Scritto da Erma Bombeck 1979.
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Cattivo maestro
Ieri un ragazzo mi ha chiesto, sbuffando indolente su un libro di cavalieri: "Ma poi perché devo leggere?". La mia risposta istintiva è stata: "Devi farlo e basta, perché è fra i compiti che ti hanno assegnato". Ripensandoci, mi pento molto della mia non-risposta. È triste dover cedere al pragmatismo del profitto scolastico, per cui si fa solo ciò che può portare al buon voto e soltanto per ottenere il buon voto. È l'unica realtà che conta per molti ragazzi e genitori, ed io in tutto questo so bene di non esser altro che un piccolo trafficante di sapere, un infimo contrabbandiere di parole e conoscenze, pagato per vendere solo ciò che gli si chiede (il buon voto si diceva), ma non dovrebbe essere questo il mio mestiere, non dovrebbe. Giù un anno a ripetergli quanto sia importante leggere, cercando di convincerli ad aprire un libro, invitandoli ad assaporarne il piacere, e alla fine l'unico deterrente possibile resta la nota e il brutto voto. Sarebbe stato bello, mi sarei amato di più, se lo avessi avvinto al libro ammaliandolo a parole, dicendogli che leggere non è mai un dovere, perché non si legge con gli occhi ma con il cuore, eppure so che non avrebbe funzionato.
Alla fine di leggere abbiamo letto, ha anche riso in alcuni punti ed è sembrato sinceramente interessato. Ma già so che lontano dalla mia vista, quel povero libro non lo riaprirà più, se non comandato. E allora a cosa è servito?
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A me piace lui così come Angelina Mango, Dargen e Il Volo e altri ancora. Non voglio smettere di leggere il tuo blog perché a parte i punti di vista diversi su Sanremo, mi piace ciò che pubblichi. Solamente mi infastidisce questo accanimento assurdo contro un ragazzo di 23 anni che canta una bellissima canzone con un gran bel significato, dire addirittura che fa cagare è esagerato, non avrei detto niente se educatamente avessi scritto “non mi piace”, perché alla fine sono questioni di gusti. Noi napoletani siamo stufi di leggere commenti razzisti (non mi riferisco direttamente a te ma in generale), così come di sentire i fischi in TV che gli hanno fatto ieri e oggi all'inizio del festival. I fischi sono da incivili maleducati e sono stati davvero umilianti per questo povero ragazzo, si vedeva che ci era rimasto davvero male. Prima di tutto ci dovrebbe essere rispetto. Dopo i fischi dell’inizio festival, Amadeus ha fatto bene a riprendere il pubblico e dire “abbiate rispetto per tutti e 30 i cantanti”, ha dato una lezione di civiltà 🐺
Ragazzi però se siete permalosi la colpa non è la mia, se alla gente una canzone non piace non piace fine.
Ripeto, vi voglio vedere così incazzati se avessero fischiato Renga e Nek CI AVRESTE RISO TU E NON CI PRENDIAMO PER IL CULO SU
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-E in questi sei mesi cosa hai fatto?
-Non ho dormito, ho combattuto, ho imparato, mi sono forgiato e riformato, credo. Ho sofferto, e penso di aver riso poco.
-Per quello hai un aspetto orribile...
-Dici?
-Beh, non eri un granchè nemmeno prima.
-Grazie.
-In effetti eri sparito, sembra ti sia passato addosso un carro armato.
-Ma ero sempre qui, non mi sono mosso.
-No. Eri sparito, ti sei annullato. E' come se avessi fatto l'addestramento di base per la Legione Straniera.
-E ora?
-Ora niente. Ora chi sei?
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Mi capitò una volta, a un crocevia, in mezzo alla folla, all'andirivieni. Mi fermai, battei le palpebre: non capivo niente. Niente, niente del tutto: non capivo le ragioni delle cose, degli uomini, era tutto senza senso, assurdo. E mi misi a ridere.
Lo strano era per me allora che non me ne fossi mai accorto prima. E avessi fin'allora accettato tutto: semafori, veicoli, manifesti, divise, monumenti, quelle cose così staccate dal senso del mondo, come se ci fosse una necessità, una conseguenza che le legasse l'una all'altra. Allora il riso mi morì in gola, arrossii di vergogna. Gesticolai, per richiamare l'attenzione dei passanti e - Fermatevi un momento! - gridai - c'è qualcosa che non va! Tutto è sbagliato! Facciamo cose assurde! Questa non può essere la strada giusta! Dove si va a finire?
~Il lampo, Calvino
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due sere fa sono rimasta sveglia a studiare fino alle 3 e ieri alle 8 ero già in macchina verso l'università. per fortuna non ero fra i primi dell'appello perché la prof procedeva per verbali e ho aspettato 5 ore prima che toccasse a me. ripassare prima dell'esame è una cosa che ho smesso di fare qualche anno fa e di solito se i prof danno la possibilità di scegliere sono la prima a propormi ma ieri non dovevo ripassare, dovevo studiare. ho studiato fino all'ultimo secondo, con l'acqua alla gola, quando la prof mi ha chiamata alle 14:52 e io ero lì fuori che cercavo di finire le 50 pagine centrali di wide sargasso sea dopo aver provato in tutti i modi a memorizzare opere e date di autori degli ultimi due secoli, mentre leggevo su wikipedia le teorie di godwin e rousseau che hanno influenzato shelley e la storia coloniale dell'impero della regina vittoria e cosa questo avesse a che fare con dracula, associando i punti principali della poetica di lawrence forster e ford a immagini improbabili nella mia mente con giochi di parole che difficilmente dimenticherò. quando mi sono seduta lei si è ricordata di me perché l'altro giorno per letteratura1 aveva notato il mio dilatatore. stava mangiando dei biscotti e mi ha detto dopo gliene offro uno, ora facciamo l'esame. mi ha chiesto di nuovo un solo autore del manuale, blake, l'ultimo preromantico, uno di quelli che ricordavo meglio. poi in italiano mi ha fatto una domanda sugli studi postcoloniali. quando ho preparato letteratura1 sono andata così a fondo in quest'argomento per cercare di capire cose che non capivo (tipo il discorso di foucault e il pensiero della spivak), che a questa domanda ho risposto così bene che mi ha interrotta dicendomi che non c'era bisogno di continuare. poi mi ha chiesto di prendere la mia copia di jane eyre e quando l'ho posata sulla scrivania ha riso e ha detto oh finalmente un libro vissuto, le è piaciuto? mi sono rilassata immediatamente e ho detto di sì, soprattutto perché era la prima volta che lo leggevo, e mentre lo sfogliava per decidere quale parte farmi analizzare pensavo glielo dico o non glielo dico e alla fine ho detto che in realtà però mi ha turbata perché mi dispiace non aver odiato mr rochester e berta è così silenziata in jane eyre che quasi mi dimenticavo di lei e sapevo che era sbagliato e quindi sono stata combattuta e lei ha riso e mi ha chiesto di analizzare un paragrafo e fare un confronto con quello che succede su wide sargasso sea e mi ha chiesto di approfondire quel pensiero e se leggere la riscrittura della rhys mi aveva fatto cambiare idea. poi mi ha fatto un'ultima domanda sulla warner che non ho capito bene ma alla quale ho risposto con tutto quello che mi veniva in mente e poi mi ha fermata e mi ha detto va bene così, le metto 30. ho rifiutato il biscotto che mi aveva offerto perché tanto comunque stavo andando a casa, ho salutato e sono scappata via. non ho preso neanche l'ascensore, ho fatto sette piani piangendo al telefono con mia mamma e quando sono uscita mi sono accorta a contatto con l'aria gelida di non aver messo neanche il cappotto e di avere in mano ancora il raccoglitore le fotocopie jane eyre e sono andata di corsa verso la macchina di mio padre e da lontano gli ho gridato indovina chi ha preso 30 all'ultimo esame? e per tutto il viaggio verso casa ho solo sorriso, sorriso e pensato che non solo ce l'avevo fatta, ma che è stato anche un successo quando io pensavo a come in caso avrei dovuto chiedere un'altra domanda per arrivare al 18. negli ultimi 10 giorni sono stata veramente soffocata dall'ansia di non farcela e dover rimandare la laurea, di sentirmi chiedere cose di cui non avevo la minima idea o, peggio, di cui avrei saputo parlare se avessi studiato meglio. ora devo iniziare la prova finale ma mi sembra incredibile essere arrivata a questo traguardo e in questo modo. ho pensato che in fin dei conti mi piace studiare (assurdo, lo so) e che sono stata veramente brava e sono contenta perché non sono stata davvero sola. quest'ultima in particolare è la mia gioia più grande in questo momento
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Uscendo dal nuovo lavoro sono caduta per terra clamorosamente e vi dirò: ho riso fortissimo
Mentre la gente mi chiedeva se avessi bisogno di una mano...
Nono, tutto bene! Mi rialzo da sola, prima però lasciatemi ridere della situazione!
#insomma com'è cambiato il mio atteggiamento di fronte alle cosidette difficoltà della vita#sto forse maturando?
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Dettaglio 6
Dopo la cena andiamo in un locale a ballare. Ad un certo punto il mio (ex) capo ubriaco mi ha abbracciata da dietro chiedendomi come stessi. "Alla grandissima" ho risposto, ha riso. Poi è diventato serio di colpo, si è guardato intorno e, come se stesse controllando non ci fosse nessuno, ha chiesto "no, come stai davvero?". Mi ha guardato come nessuno ha mai fatto finora, giuro. Aveva un sorriso strano, come se si sentisse in colpa per qualcosa. Mi sono sentita scrutata nell'anima e ho potuto rispondere solo "eh un pochino di amarezza". Mi ha messo una mano sulla spalla e ha detto "io ti giuro che ho fatto il possibile, te lo giuro". Da fuori la scena dev'essere stata strana da vedere: noi in un angolo, lui che appoggia il braccio su di me come se stessimo quasi insieme, ma con gli occhi lucidi che mi chiede scusa: sembrava mi stesse lasciando, o che lo avessi beccato con un'altra. "Scusami" ha ribadito "non ti avrei mai lasciata così". Mi è saltato un battito. Perché ha usato la parola LASCIATA? In quel momento ho fatto caso a un particolare: aveva la camicia mezza sbottonata, che mostrava un fisico praticamente perfetto. Non avevo mai notato quanto fosse definito sul petto e sulle spalle, perché finora non me ne era fregato niente. Ha pochi anni più di me ma non li ha mai dimostrati, specialmente stasera che aveva gli occhi lucidi di un bambino. Ho temuto di star sognando. Mi ha dato in mano un drink, dicendo "Tieni, bevi". Ho sperato mi stesse avvelenando, invece appena ho distolto lo sguardo sembrava si stesse avvicinando al mio volto. Ho fatto un balzo indietro e ho cercato M., che nel frattempo mi aveva raggiunto vedendo l'imbarazzo.
"Nooo ma potevi ficcargli la lingua in bocca dai" ha detto. No, M. non potevo. Non volevo. "ma perché scusami? Era la tua occasione"
"Non sono quel tipo di persona"
"Minchia ma ti vuole assolutamente, lo avevamo capito tutti. Vi stavamo guardando e onestamente sei scema a dire di no a uno così: scusa è bello, non è manco più il tuo capo, che cazzo te ne frega?"
"Ho in testa altro"
"Chi hai in testa? Dai forza, dimmelo"
"Non ho detto di avere in testa qualcuno, ma altro"
"Secondo me sei scema. Tra l'altro c'è (nome di un suo amico) che stasera ti sta facendo un filo spietato e tu manco lo calcoli, cazzo! Stasera ti stanno facendo il filo in tanti, sei vestita da dio, stai benissimo, sei una bella ragazza, sei single"
"Ma chissenefrega, non voglio pensarci"
"Ma perché? Che ti costa? Goditi sta vita"
Te lo dico?Okay, è perché mi piaci tu.
"No scusa, non ho testa"
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Sto provando a fare quel che mi hai insegnato tu: andare sempre avanti <3 Anche se fa un male assurdo... Mi sono ritrovata quasi tutto il tempo a pensare ah quanto avremmo riso insieme se gli avessi potuto raccontare ogni cosa 💔
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#Christmas world#natale#natalizio#ci sto provando#andare avanti#andare sempre avanti#fa male#dolore#decorazioni natalizie#addobbi natalizi#Christmas#natale nel mondo
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ieri sera mi sono sentita dire
"io non mi sveglierei mai una mattina, così, dal nulla, e deciderei di prendere un treno per andare così lontano, da sola"
come se io fossi pazza
e la maggior parte delle volte, ad affermazioni del genere, mi limito a rispondere un
"siamo persone diverse, probabilmente ci sarà anche qualcosa che tu faresti e io invece no"
il che è vero, siamo tutti diversi e con un proprio modo di fare o non fare le cose
ma ad essere vero, è anche il fatto che io amo questo mio modo d'essere
ma quale modo d'essere? mi dirai
il cercare continuamente di vivermi la vita
ma che vuol dire lu? tutti ci viviamo la vita
e no, la verità è che tutti viviamo, ma non tutti ci viviamo la vita
qualcuno la lascia semplicemente passare
qualcun altro la subisce
io voglio sentirla la vita, voglio sentirla dentro
mi piace arrivare a fine giornata e pensare
"non ho sprecato nemmeno un secondo del tempo che mi è stato concesso"
e no, non per forza dev'essere stata una bella giornata, non per forza dev'essere stata piena di impegni
posso passare anche mezza giornata a letto perché quel giorno non sono in vena, l'importante è che io mi viva anche quel momento, che io senta anche quel momento
il dolore, la tristezza, la nostalgia, la frustrazione
per me l'importante è che me le viva (allo stesso modo delle emozioni positive), che mi prenda il mio tempo per interiorizzarle senza piangermi addosso
e lì, a fine giornata, sono soddisfatta uguale, sono soddisfatta del semplice fatto di aver provato emozioni (positive o negative che siano) e non averle lasciate passare così, ma avendogli dato un senso, avendole vissute
ecco, mi piace la mia continua ricerca di emozioni
ed è per questo che io la mattina mi sveglio e quel treno decido di prenderlo eccome
perché se non sono io ad andare a prendermi le cose, se non sono io a lavorarci su, la vita non me le porrà davanti come se nulla fosse
ed è vero, mi dirai, non tutti hanno la possibilità di fare quello che vogliono quando vogliono
possibilità di tempo, economiche, qualcuno deve dar conto alla propria famiglia, ci sono mille cose, è giustissimo
ma se non ci provi nemmeno a lavorarci per ovviare a queste cose e raggiungere i tuoi sogni e i tuoi obiettivi, che senso ha?
sono la prima che non naviga nell'oro, che non ha genitori chissà quanto permissivi, che è sommersa da molti impegni
eppure se anni fa avessi chiesto ai miei genitori se avessero mai pensato di dirmi di si a quel treno o a cose come l'andare a studiare in un'altra città, ti avrebbero riso in faccia perché per loro sarebbe stato impensabile
e anche la me di anni fa avrebbe riso se le avessi detto che ad oggi lavoro, studio, coltivo le mie passioni, mi sto costruendo un futuro che mi piace, lavoro ogni giorno su me stessa per diventare una persona che amo essere
perché anch'io ero una di quelle che la vita semplicemente la lasciava passare
e sono così contenta di aver imparato a viverla e sentirla
di aver imparato che la monotonia della quotidianità esiste, è vero
che gli schemi esistono, è vero
ma a volte esistono per essere rotti
#con questi pensieri non vorrei risultare una persona arrogante e piena di sè#sono solamente fiera del modo in cui ho imparato a vivermi le cose#solo un flusso di pensieri
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È un po' che non ti vediamo qui nel blog, so che non lo usi più, ma grazie perché ancora rispondi alle domande 😘Come hai passato quest'anno? Sei felice della persona che sei diventata?
Ti auguro il meglio Alice😘
Ciao, sì, rispondo ancora perché mi arrivano le notifiche via mail ahah
Ora che è finito, posso ufficialmente dire che il 2022 è stato il migliore anno di sempre in cui ho riscoperto persone fantastiche e ne ho conosciuto di altre bellissime, ho viaggiato lontano da casa e sono cresciuta, mi sono adattata, ho pianto tanto e riso forte, ho incontrato una persona meravigliosa che mi cammina a fianco e non sono mai stata così felice.
Adoro ciò che sono diventata, adoro il fatto di essere cresciuta, di essermi migliorata, e non vedo l'ora di continuare a farlo.
Grazie mille per questi messaggi, mi scaldano il cuore pensare che c'è qualcuno là fuori che ogni tanto pensa a me. Se mai avessi voglia di far vedere chi sei, mi trovi su instagram come @alice_abbruzzino .
Ti auguro il meglio per questo 2023.
Un abbraccio forte
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Ossigeno - 9
9. Non era destino
Organizzare una vacanza insieme ai suoi amici si stava rivelando più difficile del previsto. Zlatan aveva invitato alcuni amici a casa sua in Svezia per due o tre giorni, in attesa di partire per le Maldive, ma era stato appena avvisato del fatto che Pippo non sarebbe andato con loro e c'era chi aveva proposto di andare in Grecia. A lui la meta non importava, quel che voleva era solo un po' di relax con gli amici e compagni di squadra che con molta probabilità sarebbero diventati ex... in quei giorni aveva parlato molto con il suo procuratore Mino del suo trasferimento a Parigi, lui non voleva andare ma a quanto pareva la società era decisa a venderlo.
Questa situazione lo faceva stare in continua tensione ed era sicuro che gli avrebbe rovinato le vacanze. Intanto i ragazzi sarebbero arrivati presto a Malmö e lui aveva tutta l'intenzione di far trascorrere loro tre giorni all'insegna della spensieratezza. Era al supermercato a fare rifornimento di cibo on suo fratello quando di nuovo il cellulare. Era Megan. «Pronto?» «Ehi ciao Zlatan.» «Ciao Megan, come stai?» «Bene grazie, sono a Milano, tu dove sei?» «Io sono in Svezia, a casa... come mai sei a Milano?» «Bè dovevo prendere alcune cose a casa... speravo di vederti.» «Mi dispiace, Megan. Magari se me lo avessi detto prima...» «Dai non fa niente. Prendo la mia roba e vado via. Lascio le chiavi al portiere.» «Okay, va bene. Ti chiamo in questi giorni.» «Ciao Zlatan, salutami i tuoi.» «Ciao Megan.» Zlatan ripose il telefono in tasca e avvertì una certa nostalgia. In fondo erano solo pochi giorni che lui e Megan non stavano più insieme e lei gli mancava. Adesso, quando sarebbe tornato a Milano avrebbe trovato la casa vuota. Ma era giusto così. Loro non erano fatti per stare insieme, lei non era la sua anima gemella. Una immagine di Sveva fasciata da quel vestito di raso rosso si formò nella sua mente ma la scacciò in fretta, sorpreso dalla piega che avevano preso i suoi pensieri. Nemmeno lei era la donna giusta per lui.
Sveva si stava vestendo per andare a cena da Christian. Il giorno dopo sarebbe partita per la Svezia con il fratello, sarebbero andati tre giorni a casa di Zlatan Ibrahimovic e poi sarebbero partiti per la Grecia. In realtà lei non era stata invitata a casa di Zlatan, non inizialmente. Poi Ignazio aveva insistito affinché partisse con loro ed aveva accettato. Quella mattina si era svegliata con una telefonata di Logan che aveva fatto il turno di notte e si apprestava a tornare a casa. La sera prima erano rimasti a lungo a parlare, Logan le aveva detto che aveva intenzione di acquistare una casa più grande per loro due e per i loro figli. Sveva aveva riso e gli aveva detto di non correre troppo ma in fondo il pensiero di avere dei bambini la rendeva felice. Li voleva, e con Logan. Proprio come aveva immaginato quando stavano ancora insieme. Sveva aveva raccontato a suo fratello della visita di Logan e lui non si era mostrato molto felice della cosa. Le aveva detto la cosa più scontata del mondo e cioè che se lei era felice lui sarebbe passato sopra al fatto che Logan le aveva già spezzato il cuore una volta, ma le aveva anche detto che non era sicuro che tornare con lui fosse la scelta giusta. Ad ogni modo, non voleva angustiarsi con questi pensieri. Voleva godersi queste vacanze e solo una volta tornata a New York avrebbe pensato alla sua relazione con Logan, analizzando i pro e i contro e tenendo conto delle sue sensazioni al riguardo. Sensazioni che per il momento erano molto positive. Finì di sistemare il trucco e i capelli e chiamò Logan. A New York era primo pomeriggio e Logan sicuramente si era svegliato. Aveva tanta voglia di sentirlo prima di andare da Christian... Il cellulare squillò per un po' ma lui non rispose. Forse non si era ancora svegliato. Forse era sotto la doccia o semplicemente aveva dimenticato di togliere il silenzioso una volta tornato dall'ospedale. Così chiamò a casa. Ma a risponderle non fu la voce calda e profonda di Logan, bensì quella di una donna. Una voce giovane e delicata e non assomigliava per niente a quella della domestica di Logan. E poi di solito passava la mattina presto. Cercò di mantenere la calma. «Salve, c'è Logan?» «Oh no, mi spiace, è appena uscito. Sa com'è, con la gravidanza ho sempre delle voglie... l'ho mandato a comprare delle fragole.» Gravidanza? Voglie? Ma chi diavolo era questa? No, no. Non poteva essere quella ragazza. Non poteva essere incinta di Logan. Non poteva. Si sentì crollare il mondo addosso. Logan le aveva detto che si erano lasciati da un po'... le aveva mentito? Stava ancora con lei? E perché allora era venuto in Italia a chiederle perdono? "C'è una cosa che ti devo dire e voglio farlo il prima possibile, ma ho bisogno che tu sia con me a New York" Era forse questo che voleva dirle? Che aspettava un figlio da un'altra? Dio, era shoccata. Stava per scoppiare in lacrime. Dall'altro capo del telefono la ragazza la riscosse dai suoi pensieri. «Comunque dovrebbe rientrare tra poco, se vuole la faccio richiamare.» «No, non ce n'è bisogno. Mi tolga una curiosità, ma lei è la compagna di Logan?» Dovette schiarirsi la voce per non tradire nessuna emozione. Il cuore le martellava in petto e pregò con tutta sé stessa che quella ragazza le dicesse che era solo un'amica, una parente, una trovatella che Logan stava aiutando... qualsiasi cosa, tranne quello che temeva di più. «Sì. Ehm... no, non più. Ci siamo lasciati ma visto che aspettiamo un bambino per il momento vivo qui con lui. Lei invece signorina chi è? la nuova fidanzata di Logan? So che ha cominciato ad uscire con altre ragazze dopo la nostra rottura ma non mi dice mai niente...» Okay, basta. Aveva già sentito abbastanza. «No, sono solo una collega.» «Dirò a Logan che ha chiamato. Il suo nome?» «Sveva.» La ragazza all'altro capo rimase in silenzio per qualche secondo. Probabilmente aveva capito di chi si trattava. «Sveva. Glielo riferirò.» «E gli dica anche che non si disturbasse a richiamare.» «Okay.» Sveva chiuse la comunicazione e si lasciò andare sul divano. Lacrime calde le rigarono le guance, le asciugò in fretta ma ben presto non riuscì più a controllarle. Pianse, pensando a Logan che quella mattina si era messo a fare progetti con lei sui loro figli quando avrebbe avuto un figlio da un'altra. Era ormai in preda ad un pianto disperato quando il telefono squillò. Non voleva rispondere, non voleva parlare con Logan ma era meglio chiarire una volta per tutte. Premette il tastino verde e rimase in attesa. «Sveva? Sveva amore, io volevo dirtelo, ma...» Sveva non riusciva a parlare, le lacrime le scendevano copiose sul volto e sentire lui che lo ammetteva era una pugnalata al cuore. «Sveva io ti amo, voglio stare con te! Vedrai, sistemeremo tutto.» ‹‹Tu non capisci, Logan! Stai aspettando un figlio da un'altra! Un figlio, Logan. Diventerai padre.›› ‹‹Lo so e intendo prendermi cura di lui, ma è con te che voglio stare. Io e lei non stavamo più insieme quando ha scoperto di essere incinta. Ho sempre amato solo te Sveva.›› ‹‹Oh ti prego, smettila Logan. Se mi avessi amato veramente non te ne saresti mai andato. Non mi avresti lasciato per un'altra.›› ‹‹Ho sbagliato, ho fatto una cazzata... amore ti prego, perdonami!›› ‹‹Non posso, non posso più...›› ‹‹Amore, adesso sei scossa e lo capisco, non prendere decisioni affrettate.›› ‹‹Ma non capisci? Già per me è difficile dimenticare un tradimento, ora anche un figlio... lui è una creatura innocente e non è giusto che io debba odiarlo per quello che rappresenta. Ogni volta che vedrò lui, vedrò il tuo tradimento, non lo supererò mai. Mai. Non c'è più una possibilità per noi, Logan.›› ‹‹Sveva ti prego! Se è necessario prendo il primo volo e vengo a Milano. Parliamone, possiamo risolvere tutto.›› ‹‹Mi dispiace che sia andata a finire così. Potevamo essere veramente felici.›› ‹‹E possiamo esserlo ancora!›› ‹‹Addio.›› Chiuse la comunicazione e spense il telefono.
Rimase ferma sul divano a fissare il vuoto mentre le lacrime continuavano a scorrerle lungo le guance, portando con sé tutto il trucco che aveva messo, fino a quando non suonarono al campanello. Solo in quel momento si ricordò del suo appuntamento con Christian. Guardò l'orologio e si rese conto che erano le otto passate. Si passò entrambe le mani sul volto e asciugò le lacrime, fece un respiro profondo ed andò ad aprire la porta. Sulla soglia c'era Christian tutto sorridente, ma appena vide il suo volto rigato dalle lacrime si fece serio. ‹‹Che ti è successo?›› disse entrando e sfiorandole la guancia con la mano. ‹‹Scusami Chri, ma non posso più venire da te stasera.›› ‹‹Che hai? Sveva mi stai facendo preoccupare.›› Lei sospirò. ‹‹Logan.›› ‹‹Oh, tesoro... fa ancora tanto male, non è così?›› Sveva scosse la testa. ‹‹È tornato. Lui... è stato qui.›› ‹‹Quando?›› ‹‹Ieri.›› Christian l'abbracciò e le diede un bacio sulla testa. ‹‹Lo stronzo si è pentito›› disse a denti stretti. ‹‹Abbiamo fatto l'amore›› disse lei, cominciando di nuovo a piangere. ‹‹Sveva...›› ‹‹Lo so Chri, lo so che non avrei dovuto perdonarlo ma l'ho fatto.›› ‹‹E allora adesso perché piangi?›› ‹‹Perché›› si allontanò da lui e si asciugò le lacrime. ‹‹Ho appena scoperto che sta per avere un figlio da un'altra.›› ‹‹Che? Non può essere così idiota da venire da te a chiederti perdono mentre aspetta un figlio da un'altra.›› ‹‹E invece lo è. Non voglio più vederlo, né sentirlo, voglio solo che mi lasci in pace!›› ‹‹Adesso calmati, ci sono io qui. Chiamo mia moglie e le dico che resto con te.›› ‹‹No. Tu vai. Voglio stare da sola.›› ‹‹Non posso lasciarti da sola...›› ‹‹Ho detto di no!›› Christian la strinse a sé. ‹‹Sveva non posso tornare a casa e fare finta di niente sapendo che tu sei qui da sola... non ce la faccio a vederti così. Mi si stringe il cuore, lo capisci?›› Sveva, stretta nel calore dell'abbraccio di Christian, scoppiò in un pianto disperato. Lui rimase in silenzio per tutto il tempo. Le accarezzò i capelli e la schiena, la lasciò sfogare anche se non sopportava di vederla piangere. I suoi sentimenti per Sveva erano rimasti immutati e anche se adesso aveva una moglie che amava tantissimo, Sveva rimaneva il suo primo grande amore. Vederla ridotta in quello stato per un uomo che non la meritava lo faceva ribollire di rabbia. Se solo avesse avuto la possibilità di affrontare questo Logan... ‹‹Chri?›› ‹‹Che c'è?›› ‹‹Pensi che se io non fossi andata in America io e te adesso staremmo ancora insieme?›› Christian chiuse gli occhi. ‹‹Ti prego, Sveva...›› ‹‹È colpa mia. È stata tutta colpa mia...›› Lui la prese per le braccia e la costrinse a guardarla negli occhi. ‹‹Ascolta, non è colpa tua, non è colpa di nessuno, doveva andare così. Non era destino che io e te stessimo insieme.›› ‹‹Non era destino›› ripeté lei, pensando anche a Logan. ‹‹Lo troverai, l'uomo che ti amerà come meriti. Lo so che lo troverai. Lo capirai da come gli si illumineranno gli occhi ogni volta che ti guarderà, dalla venerazione con cui le sue mani accarezzeranno i tuoi capelli e la tua pelle, dall'amore che ti dimostrerà tutti i giorni. E saprai che è l'uomo giusto perché tu proverai lo stesso per lui.››
Christian rimase lì con lei tutta la notte. Parlarono poco e si addormentarono sul divano, abbracciati.
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s1e28 Pesce d'acquolina dolce
BLUB BLUB BLUB NON MI STO SENTENDOOOO
anch'io farei il bagno nel lago se avessi un lago
"Splash" - Radio Gufo
TONIO CARTONNO
vabbè il cartone lo salto
MELE MELEVISIONE TE LE TE LE CHIEDIAMO CE LE CE LE RACCONTI
non il pesce nella caraffa ridoooo
"ma i pesci non parlano!" "parlano meglio di lei signor Cartonio" they're so married
ma Ronfo HAHAHAHAHAHAHA
"chi è che tira fuori pesci dall'acqua?!" Ronfo pregando per la sua vita
"chissà di cosa è capace se si arrabbia, magari, Ronfo, ti trasforma in un pigiama" ho riso più del dovuto
damn ci sono così tante pause cartoni
RIDO ERA RE QUERCIA
I will now go full 'tism*
*translation: I started my full Melevisione rewatch
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