#cultura aliena
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Lumoris contro l’oscurità: la battaglia per la luce. La civiltà dei Lumoriani affronta l’invasione dei Nyxariani, cercando alleati per difendere la propria armonia
La pace della civiltà di Lumoris, dove la luce è linguaggio, cultura e spiritualità, viene infranta da una minaccia oscura e inaspettata.
La pace della civiltà di Lumoris, dove la luce è linguaggio, cultura e spiritualità, viene infranta da una minaccia oscura e inaspettata. I Nyxariani, una razza aliena proveniente dal pianeta Ombrax, emergono dalle profondità dell’universo, determinati a conquistare Lumoris. Questi invasori, incapaci di percepire la luce, si nutrono di energia luminosa per sopravvivere, prosciugando i cristalli…
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divulgatoriseriali · 1 month ago
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Teoria delle piramidi: 3 segreti incredibili che nessuno ti ha mai raccontato
Le grandi piramidi dell’Egitto, in particolare la celebre Piramide di Cheope a Giza, continuano a esercitare un fascino irresistibile su studiosi, appassionati e curiosi di tutto il mondo. Questi imponenti monumenti, considerati tra le più grandi meraviglie dell’antichità, sono da secoli al centro di dibattiti accesi e misteri irrisolti. Tra le teorie più controverse che ruotano attorno alla loro…
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infacundia · 4 days ago
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El afán del capitalismo por una vida sin muerte crea la necrópolis, un espacio antiséptico de muerte, limpio de sonidos y olores humanos. Los procesos vitales se transforman en procesos mecánicos. La adaptación total de la vida humana a la mera funcionalidad es ya una cultura de la muerte. Como consecuencia del principio de rendimiento, el ser humano se aproxima cada vez más a una máquina y se aliena de sí mismo. El dataísmo y la inteligencia artificial materializan el pensamiento. El pensamiento se vuelve calculador. Los recuerdos vivos son reemplazados por recuerdos de máquina. Sólo los muertos recuerdan todo. Las granjas de servidores son lugares de muerte. Nos enterramos vivos para sobrevivir. Con la esperanza de sobrevivir, acumulamos valor muerto, capital. El mundo vivo está siendo destruido por el capital muerto. Ésta es la pulsión de muerte del capital. El capitalismo está regido por una necrofilia que convierte a los seres vivos en cosas sin vida. Una dialéctica fatídica de supervivencia convierte a los vivos en muertos: no muertos.
Byung-Chul Han, Capitalismo y pulsión de muerte
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seoul-italybts · 7 months ago
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : RM Lo Rende Possibile | 03.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
RM Lo Rende Possibile
__ Uno sguardo ai diversi MV per Right Place, Wrong Person  __
__ di SEO SEONGDEOK | 03. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
RM ha scritto Right Place, Wrong Person prima di iniziare il servizio militare, e poi l'ha rilasciato in corso d'addestramento. Per questo motivo, ovviamente, non è stato possibile vedere sue apparizioni alla TV o a programmi in diretta, men che meno scoprire i suoi pensieri e processi mentali relativi all'album. Invece, nel corso di un mese, è stata pubblicata tutta una serie di video performance e video musicali—sei in totale— L'album tratteggia il tipo di persona che RM è diventato oggi. Vorace amante della musica, RM ha tratto ispirazione da diversi generi e si è fatto aiutare da molteplici collaboratori al fine di portare alla luce la sua più sincera visione del mondo. Affiancato – in particolare – da San Yawn dei Balming Tiger, la super star dei BTS si è affidata ai propri gusti personali – invece che volgersi a nomi noti della musica – per creare la sua squadra dei sogni, composta da artisti coreani ed internazionali. Il risultato è qualcosa di più unico che raro, anche per quella fetta di idol K-pop che già si occupa in prima persona della propria musica. RM muove un ulteriore passo al di fuori delle aspettative, distanziandosi dal seguire una mera diramazione dei lavori e dello stile dei BTS – per addentrarsi, piuttosto, in un territorio musicale lui poco noto. Quest'album non è un progettino personale qualsiasi, ma un lavoro dalla produzione e le risorse tipiche dei rilasci su scala internazionale. RM ha dunque attinto dalla sua identità coreana – e, più generalmente parlando, asiatica - per esprimere il suo status di outsider agli occhi del mondo occidentale. E tutto questo è stato possibile proprio perché è un artista K-pop, è un membro dei BTS e si tratta di lui, RM. Come sicuramente già menzionato, la libertà espressiva e linguistica di RM non è solo o tanto un punto di forza, quanto una sua caratteristica identitaria.
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Chiaramente i diversi MV preparati per accompagnare l'album non possono che riflettere la personalità del progetto stesso. “Come back to me”, rilasciato come singolo prima dell'uscita dell'album, vede la regia di Lee Sung Jin, già autore della serie Netflix Beef (Lo scontro). L'anno scorso, Lee ha preso parte ad una conferenza che si è tenuta in Corea e ha condiviso come in passato, “Scrivevo preoccupandomi di come poter creare qualcosa che potesse piacere al pubblico americano”. Mentre ora, ha detto “Cerco di esprimere la mia identità, nei miei progetti.” Il cast principale apparso nel MV di “Come back to me” sono tuttə attori/trici coreanə o parte della diaspora coreana. Nonostante l'atmosfera vagamente aliena, le riprese in interno—esperta opera della direttrice artistica Seong-Hie Ryu—sembrano rappresentare un qualche spazio residenziale in Corea. Come si è visto in pellicole quali Parasite e Everything Everywhere All at Once—e, più recentemente, nelle famosissime serie TV The Sympathizer (Il Simpatizzante / HBO) e Shōgun (FX), d'ambientazione rispettivamente vietnamita e giapponese—è ormai assolutamente normale ed accettato seguire e concentrarsi su tali storie senza dover metter mano e trasporre il contesto linguistico e culturale d'origine.
In un'era in cui la musica coreana non è più sconosciuta è dunque forse possibile puntare a qualcosa di più che la semplice ambiguità culturale o un'estetica esotica, quando si tratta di video musicali? Sembrerebbe un quesito ed una possibilità condivisi da moltə dato che, mentre in passato il K-pop non si è quasi mai distanziato dall'iconografia tipicamente coreana – fatta, ad esempio, di uniformi scolastiche -, negli anni più recenti la scena si è sviluppata ed espansa fino ad includere elementi di cultura ed abbigliamento tradizionali — come l'hanbok— ed il folklore coreano. L'approccio adottato da RM, però, non spicca tanto per la sua modernità, quanto per la qualità cinematografica. Il non-detto è sufficiente a suggerire un'ulteriore e più profonda proliferazione di possibilità ancora inesplorate, e la struttura circolare esprime al meglio le tematiche narrate in quest'album, ovvero la dicotomia giusto/sbagliato, la contraddizione in termini del voler essere se stesso nonostante i dubbi identitari, ed il contrasto tra il desiderio di esplorare cose nuove e l'attenersi a ciò che già si conosce.
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Il video musicale di “LOST!” è stato diretto dal regista Aube Perrie. Perrie si è aggiudicato i premi Best New Director e Best Hip Hop/Grime/Rap Video (International) agli UK Music Video Awards 2021 per i MV di “Chemical” di MK e “Thot Shit” di Megan Thee Stallion e, successivamente, è diventato ancor più famoso grazie al contributo dato ai brani “Music For a Sushi Restaurant” e “Satellite” di Harry Styles. I video musicali di Perrie sono noti per il modo in cui sanno spingersi oltre i limiti dell'immaginario in scenari e situazioni ben precisi. Vi troviamo un collage di stili – tra cui, anche la clay animation (plastilina animata) – e set che ricordano miniature o studi televisivi d'epoca, il tutto mixato insieme in un labirinto escheriano di ripetizioni e paradossi temporali.
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I video di “Groin”, “Nuts”, “Domodachi” (feat. Little Simz) e “ㅠㅠ (Credit Roll)” sono usciti in un secondo momento e sono tutti opera della regia di Pennacky. Questo regista è noto e celebrato nella scena indie giapponese come pioniere dello stile rètro anni ’80s/’90s ed è celeberrimo per le sue collaborazioni con vari artistə asiaticə, anche al di fuori della scena giapponese, come il collettivo musicale coreano dei Balming Tiger, la band singaporeana dei Sobs ed il gruppo indonesiano dei Gizpel. Ma dire che opera unicamente entro i limiti della scena indie non è del tutto corretto, vista la sua partecipazione a progetti di artistə giapponesi famosissimi come le ATARASHII GAKKO! ed altrə appartenenti alla scena mainstream occidentale, quali i Phoenix. Lo stile tipico di Pennacky pervade i video diretti per RM. È evidente la predilezione per una certa estetica ed iconografia—la pellicola 16 mm, un approccio semplice e diretto ad effetti particolari ed affascinanti, cui attinge senza nascondere l'evidente sprezzatura—e la tendenza ad enfatizzare il gusto propriamente giapponese che caratterizza i suoi video, qualsiasi sia la nazionalità dell'artista o la scala del progetto cui partecipa – ad esempio la presenza costante di figure quali il personaggio del lavoratore salariato giapponese ed effetti speciali più vicini alla cultura e tradizione nipponica.
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Tra tutte le sue collaborazioni con RM, però, il video che accompagna la penultima traccia dell'album, “ㅠㅠ (Credit Roll)”, è forse il più degno di nota. RM siede di fronte ad una telecamera mentre il filmato viene riprodotto su una vecchia TV squadrata e, nelle sue immediate vicinanze, gente di diversa età ed origini siede a terra, attorno ad un tavolo tradizionale - bapsang, condividendo un pasto a base di pietanze che potrebbero essere coreane, sebbene sia difficile a stabilirsi. Questi personaggi chiacchierano animatamente senza mai voltarsi verso la televisione. Un gruppo di individui non coreani riuniti per consumare un pasto coreano – o anche solo asiatico, mentre RM si esibisce in TV—quale migliore rappresentazione del rispetto che RM si merita, di quanto dovrebbe esser fiero di se stesso, e del mistero che ancora cela ciò che gli riserverà il futuro? “ㅠㅠ (Credit Roll)” non è solamente un'umile traccia conclusiva in cui l'artista ci ringrazia preventivamente per aver ascoltato fino ai titoli di coda. Alcuni artisti si considerano e/o sono consapevoli d'essere piattaforme e mezzi espressivi di per sé. Right Place, Wrong Person presanta tematiche quali il sentirsi un estraneo, l'essere una star globale, l'approccio a percorsi ancora inesplorati e le difficoltà di adattamento—o forse l'inadeguatezza in genere. La vasta gamma di collaboratori di cui si è circondato RM per questo progetto non fa che arricchire la trama di questi brani e video fondamentalmente appartenenti alla sfera idol, espandendone i concetti e contenuti contestuali. E, come già detto, tutto questo è possibile solo perché si tratta di K-pop, si tratta dei BTS e si tratta di RM.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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simonvictormoody · 2 years ago
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Avvertenze: scritto da ubriaco, mai riletto
9 Tra alcol e alieni
L’indecisione se scrivere o meno è forte. Mi ero promesso di restare lontano dal telefono, moderna carta e penna, però i pensi continuano a richiamarsi per via dell’alcol. Prima mi chiedevo come si chiamasse il barman, poi mi sono ricordato una citazione di Shakespeare che “una rosa avrebbe lo stesso profumo anche se si chiamasse con un nome diverso”, quindi l’effimeratezza del nome. A questo ho collegato anche l’accademia di Lagado de “I viaggi di Gulliver” dove le parole risultano talmente superflue che gli scienziati portano dietro dei carretti carichi di robe da mostrare. Ricordi del liceo di 10 anni fa. Quanto siano attendibili non so, ma concettualmente li capisco. Quando il nome diventa solo una convenzione sociale, non esiste… alla fine sono solo suoni, al limite della teoria delle stringhe: una vibrazione che in qualche modo dà significato alla realtà, forse anche esistenza. Non so, questioni fuori dal mio campo di studi ma che mi affascinano. Forse un giorno saprò fregarmene di tutto e studiare tutto quello che voglio, quando la malattia e la sonnolenza se ne andranno. Spero presto. Ho sempre vissuto per il sapere e già dalle elementari volevo essere uno scienziato, nel senso più largo del termine. Come un Leonardo. Volevo sapere di tutto un po’ per non aver problemi a destreggiarmi tra i problemi, a danzare tra la conoscenza collegando tutto a tutto. Già, come se fosse una teoria del tutto ma non solo della fisica, anche della biologia, medicina, matematica, informatica, arte ecc… Se avessi tale concezione molto probabilmente sarei indistinguibile da un Dio. Del resto una specie superiore alla nostra con tale conoscenza come potremmo pensarla come aliena e non come divinità? Alla nostra visione sarebbe tutti esseri soprannaturali. Alla fine questa è la visione delle civiltà cosmiche, mi fermo perché tra il paradosso di Fermi, le simulazioni, la teoria delle civiltà non mi ricordo molto e non vorrei commettere altri errori.
Piccolo stacco derivato da conversazioni sulle ragazze di oggi. Spesso è difficile trovare qualcuna che non sia solo carne, che abbia quell’elemento della passione mentale che quando la penetri non è solo con il cazzo ma le entri in mente. L’unione tra le menti, quando l’atto sessuale si compie ti estranei, derealizzi, depersonalizzi. Entri nella sua mente. Il corpo diventa solo come un tramite con data di scadenza. Io parlo del sesso, amore, riproduzione o qualsiasi altro termine associabile a due che scopano come una sintesi tra corpi. Un mito delle metà di Platone portato all’estremo. Ho sentito di alcune droghe che annullano il tuo io, qui sto parlando di un’azione naturale ma al tempo stesso innaturale data dal fatto che noi siamo esseri con coscienza e pensiero. Va bene, basta scopate che mi sembrano precluse. Posso andare ad escort, posso gustarmi la “carne” come un lupo gusta un agnello… ma dove sta il mio vero banchetto se non nella mente? Se non distruggere l’altra persona attraverso l’orgasmo, farla perdere da se stessa, di se stessa per far sì che sia parte di me e che diventi quasi maestro di vita? Mi chiedo spesso se questi pensieri siano comprensibili siccome sono flussi di coscienza, sgrammaticati, scorretti nella consecutio temporum… è inutile… mischio sesso ed erotismo alla grammatica e alla cultura. Non riesco a separarle.
Basta pensare, ma fa parte di me. Ho provato a scindermi tra animale ed umano ed ho fallito. Forse dovrei far imparare a convivere queste due nature e come Machiavelli usare sia leone che volpe. Ci proverò, magari è la soluzione.
Alieni noi? Io mi alieno da tutto questo. Che ho da perdere? Che ho da essere impopolare nel leggere un libro mentre bevo birra e whiskey come Bukowski in un pub? Nulla! Che ho da perdere nell’essere me stesso, la versione migliore o peggiore? Nulla! Sono già il nulla e non posso rischiare niente. Ho solo da guadagnare. Quindi domani, sabato, mi porto dietro un libro di Bukowski da leggere con il suo drink preferito. Va bene comunque. Magari sarai la scusa giusta che aspettavo da tempo per parlare con qualcuna. Ci sta. Sperimentiamo come ogni artista nei secoli. Mi ricordo quando non sapevamo che cazzo fosse la prospettiva nei quadri e l’abbiamo trovata.
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ilmiocentimetro · 3 months ago
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A volte mi sento come... aliena.
Aliena in un luogo che conosco, ma circondata da individui con cui non condivido cultura, credo, relazioni di causa.
A volte mi sento completamente grigia, annerita, annientata, incenerita quando sento alcune frasi, quando percepisco i ragionamenti dietro alle loro esternazioni.
E mi chiedo... ma io, qui, appartengo?
Appartengo a tutto questo?
O sono loro i primi a non appartenere a se stessi?
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enkeynetwork · 5 months ago
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juliatpinheiro · 9 months ago
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O Consumismo
O termo “consumismo” se remete ao ato de realizar compras compulsivamente e de modo excessivo. Ele é muito presente principalmente em sociedades capitalistas e globalizadas, onde o consumo é incentivado a todo o tempo. Ser um consumista é diferente de ser um consumidor, pois os consumidores são todas as pessoas comuns que possuem necessidades e, por isso, consomem produtos. Portanto os consumidores, ao contrário de consumistas, não possuem obsessão por compras.
A psicóloga Sara Bucher, 30, explica um pouco sobre a compulsão. “Quando falamos de uma compulsão, falamos em sofrimento. A pessoa não compra por que ela quer, ela compra porque não consegue conter o impulso de comprar. E isso trará prejuízos para a sua vida, prejuízos além do financeiro”, diz. Ela ainda faz um paralelo com o consumo considerado apenas exagerado. “No consumo exagerado teremos outro ponto, que é onde a compra traz prazer, a pessoa compra porque quer, e quando não quer, consegue deixar de comprar”.
Apesar desse problema não possuir uma causa específica, é possível identificar uma série de razões que contribuem para a criação de uma sociedade extremamente consumista. Um desses motivos é a chamada obsolescência programada: um termo que pode ser usado para definir em partes a indústria tecnológica atual e explica muito sobre o comportamento excessivamente consumidor da sociedade.
A obsolescência programada é uma espécie de “data de validade” que os fabricantes colocam em seus produtos. Com isso, em um tempo consideravelmente pequeno, os aparelhos eletrônicos começam a parecer retrógrados e antiquados, ou seja, obsoletos, mesmo que realmente não sejam. Isso pode ocorrer em detrimento de uma insatisfação do consumidor com seu produto (obsolescência psicológica) ou por problemas técnicos já pré-estabelecidos (obsolescência programada).
O mesmo pode ocorrer em produtos que não sejam tecnológicos, pois qualquer artefato pode ser produzido com o objetivo de não durar muito tempo ou pelo menos aparentar isso. O principal exemplo da obsolescência programada são os smartphones, já que todos os anos a sociedade é bombardeada por dezenas de versões atualizadas de diversas marcas de celulares, onde, na maioria das vezes, os novos modelos não possuem nenhuma diferença significante em relação a seus antecessores.
Outro fator que explica o consumo exagerado na sociedade é a Indústria Cultural, termo criado pelos filósofos e sociólogos alemães Max Horkheime e Theodor Adornono no livro “Dialética do Esclarecimento”. Segundo o termo, a produção da cultura é algo massificado e que gira ao redor do lucro, da ilusão e da alienação. Dentro dessa ideia, os produtos culturais possuiriam uma padronização e seriam “implementadas” falsas ideias na população de que eles precisam consumir esse tipo de mercadoria.
A publicidade e a propaganda são o coração para essa teoria, já que são eles que trabalham para convencer as pessoas de que elas precisam de certo produto. Ou seja, é através desses fatores que se consegue induzir a sociedade a acreditar que a consumação irá levar à felicidade e/ou preencher algum tipo de vazio.
O sociólogo Bruno Trancoso, 27, fala sobre como a indústria cultural atua na sociedade. “Ela tem o objetivo de espalhar os ideais da classe dominante atuando como se fosse uma ‘moldadora de personalidades’. Primeiro ela molda, depois aliena e depois vende”, explica.
O consumismo exacerbado pode ter várias consequência além das individuais. A sociedade como um todo também paga um preço muito grande, já que quanto maior é o consumo, maior é o uso incorreto e inconsciente dos recursos naturais da terra e também, consequentemente, maior é a quantidade de lixo produzido e descartado incorretamente no meio ambiente.
Segundo dados da Associação Brasileira de Empresas de Limpeza Pública e Resíduos Especiais (Abrelpe) de 2016 são gerados cerca de 78,3 milhões de toneladas de resíduos anualmente. Dessa quantidade, cerca de 7 milhões de toneladas obtiveram um destino inapropriado na natureza, números extremamente alarmantes. 
Portanto, o consumo afeta tanto a vida individual das pessoas como o planeta no geral. Ele gera dívidas, polui a natureza e pode, inclusive, desencadear outros transtornos mentais tão graves quanto. É possível e necessário buscar tratamentos através de psicólogos e psiquiatras, já que as obsessões também podem surgir de problemas emocionais e perturbações mentais.
*Texto produzido por mim para a faculdade*
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teoriapoliticabrasileira · 11 months ago
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Quatro sentidos da autonomia da política
Do que se está falar quando se fala de autonomia da política? Em que sentido e em relação a que a política é autônoma ou independente? E o que significa falar de uma autonomia relativa da política?
A ciência política enquanto disciplina acadêmica trabalha com a reivindicação epistemológica da autonomia das política. Isso significa que trata-se de um subsistema da vida social cuja dinâmica não depende da referência a outras dimensões, a economia, a cultura, a sociedade. A autonomia da política é aqui uma premissa analítica, que serve para justificar um dado recorte dos negócios humanos.
Há outro sentido da autonomia da política, que podemos identificar em Maquiavel e nas ressonâncias de seu pensamento na teoria política contemporânea. Aqui a política aparece como ontologicamente autônoma, isto é, ela é o espaço em que se cria e se institui a ordem da vida social. A política é, assim, não apenas analiticamente distinta da economia ou da sociologia, mas é antecedente e a esta. Ela se caracteriza com um domínio tensionado pelo conflito (entre os grandes e populo, o nós e o eles, os amigos e inimigos, o povo e a elie, etc), conflito, a rigor inelimínavel mas sujeito a distintos encaminhamentos, como a geurra civil, a tirania ou o governo das leis. A política (ou o político, como entendido por Claude Lefort), é o domínio que determina e institui o social, à medida em que cria e estabelece as normas válidas. Carl Schimitt pensa a autonomia do político nesses termos.
Um terceiro sentido da autonomia da política é normativo. Aqui, a autonomia da política aparece como um valor, um ideal a ser alcançado. Uma boa sociedade é aquela em que o âmbito da política não está dependente ou determinado pelas injunções dos interesses e cálculos egoístas de indivíduos ou grupos sociais. A política é autônoma quando institui um espaço de livre diálogo, em que os melhores argumentos são levados em consideração. Em uma situação patológica, a política encontra-se prisioneira de outras dimensões da vida social. Essa definição normativa da autonomia da política, isto é, de sua conversão em um valor com o qual se identifica a boa ordem ou a ordem justa, pode ser encontrada em Aristóteles, Hannah Arendt ou Habermas. A perda de autonomia da política (ou abolição do espaço dialógico que define essa dimensão) e sua conversão a lógica dos interesses brutos é considerada mal a ser evitado.
Podemos pensar ainda num quarto sentido da autonomia da política que podemos chamar de antinormativo. Aqui trata-se de uma percepção de que a autonomia da política (entendida como institucional ou partidária) consiste ela mesma em um mal político. Ao contrário da definição anterior, o problema consiste precisamente nos mecanismos pelos quais as instituições políticas se autonomizam dos interesses sociais, se afasta e se aliena da sociedade. Boa parte dos diagnósticos sobre a crise da representação, mobilizam essa semântica negativa da autonomia da política, que tem como contrapartida, a demanda por uma maior conexão entre sociedade e instituições políticas.
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Lumoris: la civiltà aliena che comunica attraverso la luce (Fantascienza)
Nel vasto universo delle possibilità immaginate dalla fantascienza, la civiltà aliena dei Lumoriani si distingue per la sua straordinaria particolarità: un linguaggio fatto di luce.
Nel vasto universo delle possibilità immaginate dalla fantascienza, la civiltà aliena dei Lumoriani si distingue per la sua straordinaria particolarità: un linguaggio fatto di luce. Originari di un pianeta ricoperto da cristalli bioluminescenti e avvolto da cieli in penombra, i Lumoriani comunicano tramite fasci di luce emessi dal loro corpo, una danza luminosa che trasmette emozioni, pensieri e…
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sub-ita-blue-beetle · 1 year ago
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Blue Beetle
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:: Trama Blue Beetle :: Il neolaureato Jaime Reyes torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro ma scoprirà da subito che non è proprio come l’ha lasciata. Mentre cerca il suo scopo nel mondo, il destino fa sì che Jaime si ritrovi inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Jamie viene improvvisamente scelto dallo Scarabeo come suo ospite simbiotico e dotato di un’incredibile armatura capace di poteri straordinari e imprevedibili. Il suo destino cambierà per sempre e Jamie si trasformerà nel Supereroe Blue Beetle.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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cb01-rodeo-streaming-ita · 2 years ago
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CB01~! Rodeo Streaming ITA [2023] in Alta Definizione | Senza Limiti
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:: Trama Rodeo ::
Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un'altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina. A colpi di 'funambulismo', Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da 'battere'.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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il-viaggiatore-senza-meta · 2 years ago
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PAESE CHE VAI, STORIE CHE TROVI ...
Come una piccola sosta in un paesino di montagna diventa un'occasione inaspettata per scoprire storie, persone e culture.
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Il Tibet è una meta molto impegnativa e difficile, anche per il viaggiatore di oggi, e sembra incredibile pensare che nel '700 dalle Marche partivano gruppi di frati e di religiosi che, con i mezzi di allora, affrontavano viaggi pericolosi e massacranti attraverso oceani, foreste e catene montuose, senza mappe, senza nessuna conoscenza delle lingue locali, viaggi che duravano mesi per raggiungere quelle sperdute vallate così cariche di spiritualità e di tradizioni antichissime, con l'intento di convertire le anime di quelle selvagge terre al Cristianesimo. Operazione che per fortuna non è andata a buon fine.
Un fraticello di nome Orazio parti anche da questo piccolo paesino della Val Marecchia, Pennabilli, e raggiunto il Tibet si stanziò, assieme ad altri Cappuccini marchigiani, dal 1703 al 1745 riuscendo a farsi ben volere dalle popolazioni locali. Fra Orazio da Pennabilli fu accolto nel monastero di Sera (Tiber), dove potè imparare la lingua e le tradizioni locali, riusci anche ad entrare in anicizia con Kelsang Gyatso, il settimo Dalai Lama, tanto da riuscire a farsi concedere il permesso di acquistare un terreno dove edificare una missione cattolica e dove poter praticare liberamente questa religione aliena. Padre Orazio studiò a fondo la cultura di questo paese, e a lui si deve il primo dizionario Tibetano in lingua occidentale composto da 33.000 vocaboli. Ma l'opera di proselitismo del frate, che nel frattempo si era procurato anche caratteri tibetani per stampare bibbie, cominciò ad insospettire i tibetani, sempre timorosi della loro indipendenza e delle loro tradizioni. Con il tempo il frati intuirono che la missione non poteva avere successo, quindi decisero di tornare in patria. Di li a qualche anno vennero a sapere che la loro missione era stata completamente smantellata, e tutto il lavoro di una vita reso vano, un duro colpo per il morale del fraticello di Pennabilli.
Di tutta questa storia rimane oggi solamente una campana, la campana originale della chiesetta che si trovava nella missione cattolica nei primi del '700 conservata in un magazzino del Jolhang, uno dei principali templi buddhisti a Lhasa. E rimane, ancora dopo quasi tre secoli, il ricordo di quell'avventura e di quell'amicizia tra popoli lontani, che è stato rievocato e rinsaldato recentemente con la costruzione, in questo piccolo paesino che ha dato i natali a Fra Orazio, di un piccolo monumento che unisce due simboli iconici di queste due religioni così distanti tra loro: una campana che è la riproduzione di quella origianle conservata a Lhasa affiancata da tre mulini di preghiera tibetani (manokorlo) con inciso sopra il mantra buddhista Om mani padme hum, ovvero 'Salve o Gioiello nel fiore di loto'. Secondo la tradizione tibetana, il gesto di girare la ruota della preghiera assume il significato di un'invocazione rivolta verso il cielo per attirare l'attenzione delle sfere più elevate, similmente al nostro suono della campana.
Oggi conosciamo anche il volto di Padre Orazio Olivieri della Penna grazie alla riscoperta di un suo ritratto rinvenuto da alcune monache nel 2022 nel monastero delle Agostiniane di Pennabilli, dove era rimasto dimenticato per oltre un secolo nel buio di un cassetto.
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Poco sotto lo sperone roccioso su cui si trova il monumento, è stato costruito un piccolo giardino con un Chorten al centro, ovvero uno Stupa, quelle che da noi potrebbero essere le piccole cappellette votive che contengono le madonnine. Solitamente queste piccole costruzioni vengono poste in luoghi considerati infausti, come passi di montagna, incroci o guadi di torrenti, in modo da scongiurare il pericolo. Spesso contengono reliquie e hanno lo scopo di accogliere offerte e preghiere. La loro forma rappresenta schematicamente le forze dell'universo, i suoi elementi, ed il percorso dello spirito verso l'illuminazione. In oriente se ne trovano di magnifici. Tutt'attorno poi è un gran sventolare di colorate bandierine di preghera, ormai sbiadite e logorate dal vento e dal sole, chissà se qualcuna di queste è riuscita ad assolvere al suo intento.
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Recentemente in due occasioni il Dalai Lama è stato in questo luogo per rinsaldare l'amicizia tra Italia e Tibet, grazie a progetti portati avanti da gruppi come l'Associazione Italia Tibet e l'Associazione Orazio della Penna.
Questo luogo mi ha subito donato una bella sensazione di pace e di tranquillità, e mi ha riempito di curiosità, mai mi sarei aspettato di trovare in Romagna un angolo di Himalaya. Tutto il paese è ben curato e ricco di spunti per riflettere e meditare. Qui ha vissuto negli anni '80 anche il poeta Tonino Guerra, che ha lasciato molte tracce della sua arte, c'è un piccolo giardino custodito e protetto da alcune antichissime mura, con sette strane sculture in pietra: "Il santuario dei pensieri. Sette pietre misteriose, sette specchi opachi per la mente, sette confessori muti che aspettano di ascoltare le tue parole belle o le tue parole brutte" (Tonino Guerra).
Ci sono poi tutta una serie di piccoli musei, come il "più sguarnito e poetico museo del mondo" che ospita un'opera sola", L'Angelo coi baffi del pittore Luigi Poiaghi: l'opera rappresenta un angelo capace di far niente che invece di volare in paradiso, scendeva nel Marecchia e perdeva tempo dando da mangiare a degli uccelli impagliati nella casa di un cacciatore, ma un bel giorno questi si animarono e presero il volo. Si trova poi il curioso museo del calcolo, il museo del mondo di Tonino Guerra ed i musei del Montefeltro e del Parco Naturalistico Sasso Simone e Simoncello. Le tortuose stradine del paese, ben curate, sono abbellite con meridiane storiche e ceramiche artistiche, nonche' frasi poetiche ed alcune fotografie molto suggestive che ricordano l'eccezionale nevicata del 2012, insomma una sorta di museo diffuso, un bel luogo per ristorare l'anima, lo spirito e la curiosità.
Due mondi così distanti tra loro, sia fisicamente che culturalmente, le montagne dell'Appennino Romagnolo e la catena Himalayana, uniti da un umile frate finito per secoli nel dimenticatoio, ed un poeta che elegge a sua dimora questo piccolo borgo riempendolo di magia, insomma è' una bella storia, che merita di essere raccontata.
"vincerà la bellezza" -Tonino Guerra-
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Per approfondire :
Chorten >>>
Associazione Italia Tibet >>>
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weirdesplinder · 2 years ago
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Se avete amato Avatar forse amerete anche questi libri
L’uscita di Avatar la via dell’acqua a così tanti di distanza dal primo film della serie con gli alieni blu di James Cameron ha senza dubbio scosso il mondo del cinema grazie alle sue incredibili visuali. Credo che tutti conoscano il film Avatar (sia il primo che il secondo) e credo anche che tutti sappiano che si tratta di un soggetto originale, non tratto da alcun romanzo (se mai al massimo un poco ispirato a Pochaontas e altre storie), ma anni fa del tutto per caso ho scoperto un romanzo scifi con altri alieni blu, una vera e propria saga che parla sempre di invasioni pianetarie, scontro tra due culture molto diverse, e di un umano che suo malgrado viene educato e cambiato da questi alieni pur non potendosi mai integrare del tutto nel loro popolo....e che si innmaora persino di un’aliena.  Vi ricorda qualcosa?
Questa saga scifi ha molti punti in comune con Avatar è vero, ma è anche molte diversità, è molto più violenta, cruenta e crudele. Siete avvertiti
La serie composta da tre libri si intitola IN HER NAME, è inedita in italiano, ed è stata scritta dall’autore Micheal R. Hicks:
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1. Empire (2009) 2. Confederation (2009) 3. Final Battle (2009)
In realtà i tre volumi sono stati anche poi raccolti in un unico volume di circa 600 pagine intitolato IN HER NAME. E io ho letto questo libro unico in effetti, che è un bel mattone, forse leggere i libri separati sarebbe stato meglio col senno di poi.
e nel caso non ne abbiate abbastanza di questo universo esistono anche tre prequel intitolati:
1. First Contact (2009) 2. Legend Of The Sword (2010) 3. Dead Soul (2011)
Come vi dicevo io ho letto solo la trilogia principale, non i prequel, e la trama di questi libri è questa, molto ma molto succintamente:
Trama: Un bambino umano assiste impotente all'arrivo di enormi astronavi sulla sua fattoria e al massacro di parenti, genitori e amici per mano degli alieni, delle donne alte e muscolose dalla pelle blu cobalto, lunghi capelli neri e occhi completamente neri. Senza pietà e con armi primitive queste sgozzano e fanno a pezzi ogni umano, tranne lui, che in un impeto di rabbia osa ferire una loro sacerdotessa. Essa in lui vede un imporante tassello del proprio futuro e lo rilascia. Quel bambino, Reza, cresce perciò orfano in un campo di lavoro mascherato da orfanotrofio, ma le privazioni e le torture, non riescono a spegnere il suo fuoco interiore. Lui stuidia di nascosto per un giorno diventare un soldato e potersi vendicare. Ma gli alieni, chiamati Kreelans, stanno conquistando pianeta dopo pianeta tutto il sistema e arrivano anche dove Reva sta vivendo. Stavolta viene catturato e rso schiavo. Anni di tortura e prove fisiche al limite del'umano lo cambiano, pur contro il suo stesso volere cresce sul pianeta nemico e assimila la loro brutalità per sopravvivere. Il suo odio per loro si attenua e abbraccia la loro cultura, perchè sopravvivere conta più di ogni altra cosa. Arriva a diventare un membro di quella socità ripettato dagli alieni stessi, l'unico umano sopravvissuto alla loro educazione. Reza si innamora ricambiato di un'aliena e per la prima volta è felice, almeno finchè, come guerriero non gli viene chiesto di guidare un attacco contro i soldati umani. Lui nonostante abbia accettato la cultura aliena, non può tradire i suoi fratelli umani, o sì? Il conflitto interiore lo attanagila e solo….
La mia opinione: questo libro enorme, più di 600 pagine, non è un vero e proprio sci fi romance, è più un romanzo di fantascenza che contiene anche una storia d'amore. Potrebbe essere visto come simile ad Avatar per alcuni versi, solo che qui le aliene blu belle snelle muscolose e dagli occhi allungati sono molto ma molto crudeli, come gli antichi Spartani per intenderci. La debolezza non è accettata nella loro società matriarcale militare. Bello il conflitto interiore del protagonista diviso tra la sua umanità, le sue origini, e la cultura aliena che ha in parte abbracciato.
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mermaidemilystuff · 3 years ago
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Allora, in uno dei pochissimi episodi da vita da universitaria che ho avuto mi ritrovo a casa di questa salernitana insieme ad A., ci conoscevamo tutte da davvero poco. Mangiamo qualcosa assieme e la salernitana se ne esce tutta fiera con un "adesso vi faccio provare una cosa!". Tira fuori un barattolino e io volevo commentare subito oooh confettura di pomodorini, buona! ma me ne sono stata zitta. Fatto sta che mentre prende cucchiaini tutta presa bene ci dice "vediamo se indovinate cos'è" con l'aria di chi ha scoperto quella cosa ieri e vuole farla provare alle amichette. Allora, assaggio e avendo conferma le dico confettura di pomodori! e lei stranita guarda il barattolino per vedere se c'era un'etichetta da cui avessi preso l'informazione. Le volevo dire "tesoro nonostante io non sia del sud ho una cultura culinaria di base e una confettura di pomodori ti assicuro che non è una cosa così aliena e non è la prima volta che la mangio, se lo è per te forse metterei in discussione la conoscenza che hai della tua terra" ma ho detto buonissima. Lo era.
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moonyvali · 2 years ago
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I ragazzi sono in generale degli esseri adorabili, pieni di speranza, di buona volontà: mentre gli adulti sono in generale degli imbecilli, resi vili e ipocriti (alienati) dalle istituzioni sociali, in cui, crescendo, sono venuti a poco a poco incastrandosi. [...] Voi giovani avete un unico dovere: quello di razionalizzare il senso di imbecillità che vi danni i grandi, con le loro solenni Ipocrisie, le loro decrepite e faziose Istituzioni. Purtroppo invece l’enorme maggioranza di voi finisce col capitolare, appena l’ingranaggio delle necessità economiche lo incastra, lo aliena. A tutto ciò si sfugge solo attraverso una esercitazione puntigliosa e implacabile dell’intelligenza, dello spirito critico. Altro non saprei consigliare ai giovani.
Pier Paolo Pasolini, Le belle bandiere. Dialoghi 1960-1965. Se vi piace ciò che pubblico, Potete seguirmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: bit.ly/ilprofessorx
#Pasolini #cultura
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