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Portogallo a tavola: 5 piatti di pesce (ricette)
Portogallo a tavola: 5 piatti di pesce senza baccalà
Ancora una volta mi sento in dovere di sfatare il mito che in Portogallo si mangia solo baccalà. Ho già consigliato numerosi piatti di carne e pesce che non contemplano il “fedele amico” (non è il cane non temete ma il nomignolo che i portoghesi hanno affibiato al baccalà). Cosa propongo? Cinque piatti di mare dove il baccalà non ha diritto di entrata. Pronti a prender nota e a cimentarvi in…
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LA GRANDE SCHIFEZZA. LETTERA APERTA A VIRGINIA RAGGI.
In questi quattro anni di guida grillina il vento è veramente cambiato, come è cambiata Roma. Oggi è una città devastata, è desolazione ovunque. La Capitale d’Italia è irrimediabilmente degradata. Egregia Sindaca la sua incapacità, come quella della classe dirigente grillina che siede in Campidoglio, è ormai conclamata, come sono sotto gli occhi di tutti i mille problemi che affliggono una esangue città paralizzata. Da la Grande Bellezza la ha trasformata nella Grande Schifezza.
ROMA È UNA CITTÀ CHE MUORE ogni giorno un po’ di più. Muore di abbandono ed è una morte orrenda. Eppure lei sembra non accorgersene, così si lancia in una intemerata condanna dell’articolo del Corriere della Sera "Bus a fuoco. Le peripezie di Virginia che elogia i monopattini", che molto lucidamente descrive l’agonia della città e le peripezie dei romani.
TANTA FUFFA. La sua propaganda incessante, pagata con soldi presi dalle tasche dei romani con le tasse, non attacca più. La catastrofe è sotto gli occhi di tutti e non saranno certo quattro tagli di nastro, per iniziative futili rispetto alle emergenze, a farle ritrovare la stima dei cittadini che ormai la contestano apertamente sempre più spesso.
LEI IGNORA LE PRIORITÀ per dedicarsi a cose che in confronto appaiono universalmente delle scemenze. Dalla trionfante presentazione della macchinetta mangia plastica, presente già da oltre 10 anni nei supermercati del nord Italia, alla deprimente Raggi Beach. Una sorta di spiaggia fantozziana, che nei suoi sogni quest’anno dovrebbe addirittura moltiplicarsi ed aprire ad agosto, mentre persino nell’Europa del Nord simili iniziative, molto meno pulciare, sono attive dai primi di giugno.
FISSAZIONI. Non si è nemmeno resa conto che ormai a parlare ai cittadini di monopattini e di piste ciclabili si rischia la revolverata. Sono inferociti e ne hanno tutte le ragioni. Roma non è una città adatta alle biciclette, figurarsi ai monopattini. Le città non sono tutte uguali e non esiste una ricetta buona per tutti, così forzare la mano per imporre una fissazione vetero ecologista è solo propedeutico a produrre disastri e rabbia nei cittadini. Indimenticabile, a proposito degli spostamenti a pedali, è la rivolta dei ciclisti del Giro d’Italia che si rifiutarono di correre sulle disastrate strade romane, giudicate troppo pericolose. Un’infamia per la città che rimarrà scolpita nelle cronache sportive dei secoli a venire.
AVANSPETTACOLO. Lei adora gli spettacolini e cerca continuamente un palcoscenico, senza curarsi di esporsi al ridicolo, come quando mise insieme una compagnia di giro per presentare gli stessi autobus in molte parti di Roma dicendo: proprio questi sono gli autobus dedicati alla vostra zona. Peccato che a tradirla furono i numeri di serie impressi sulle vetture. Un altro caso è l’inaudito teatrino che ha messo in piedi per lanciare i monopattini in affitto, addirittura prodromico alla miriade di incidenti che si sono succeduti a raffica. Ha ignorato che molte nazioni stanno adottando iniziative per limitare o vietare la circolazione dei monopattini elettrici in ambito urbano.
STOP. In Austria, Francia, Germania, Portogallo e Spagna è vietato l’uso dei monopattini elettrici sui marciapiedi e nelle zone pedonali. In Svizzera ci sono stati gravi incidenti ed è stata fortemente limitata la circolazione dei monopattini. A New York sono stati proibiti, in quanto incompatibili con la vita cittadina. Non pensa che sia il caso di seguire questa strada anche a Roma?
SOLDI BUTTATI. Con troppe iniziative adolescenziali ha prodotto solo danni. Ha sprecato soldi a raffica, come nel caso dei defunti ciclamini ornamentali sulla Colombo. Un altro esempio plastico sono le folli piste ciclabili temporanee realizzate male, storpiando le strade, che finiranno peggio. Perché dovranno essere cancellate per ripristinare una circolazione sicura. Stessa sorte dovrà seguire la squinternata pista sulla Tuscolana, che addirittura impedisce le attività delle autoambulanze.
LONTANA DALLA REALTÀ. Chissà se si è mai chiesta perché i romani quando descrivono i suoi racconti parlano sogghignando del “Favoloso mondo di Virgi”? Glielo diciamo noi. Persino quando viene rimosso un materasso assistiamo a dei resoconti che ricordano per stile lo sbarco dell’uomo sulla luna.
OGNI OCCASIONE È BUONA. Tanto per fare un esempio emblematico, lei ha trionfalmente inaugurato tre volte (addirittura due giorni di seguito) lo skatepark di Ostia. Che per inciso non è ancora terminato. Con lei è sempre tutta una festa, è tutto bello bellissimo. Una visione delle cose che sarebbe accettabile da una entusiasta quindicenne che festeggia il compleanno, non certo dal sindaco della Capitale d’Italia. I problemi che attanagliano la città sono terrificanti, uno per tutti la mondezza e non c’è niente da ridere.
INCUBO RIFIUTI. Non si contano più le emergenze ed i romani sono costretti a vivere sull’orlo del burrone, perchè la città non si è dotata di un termovalorizzatore per una sua precisa scelta ideologica. Fare affogare però una città tra i rifiuti per la solita vetero demagogia pseudo ambientalista è una cosa inaccettabile nel terzo millennio. Per carità di patria non affondiamo il coltello sull’incredibile storia del blocco dei diesel Euro 6, anche se ci corre l’obbligo di ricordare che durante il lockdown con la città immobilizzata ed il totale blocco del traffico, l’inquinamento è aumentato anziché diminuire. I dati certificati dall’Arpa (l’Agenzia per l’Ambiente) sono la prova provata che il blocco delle auto a Roma è una castroneria di chi immagina che l’unico sviluppo possa essere a pedali.
GALLERIA DEGLI ORRORI. La situazione del trasporto pubblico, della viabilità e del verde pubblico fa tremare i polsi. Non approfondiamo perché ci sarebbe da scrivere migliaia di pagine sul record dei bus flambè per mancanza di manutenzione, sulla ridicola storia dell’acquisto dei mezzi inquinanti, sulle stazioni chiuse per mesi e sulla pioggia di alberi in testa ai cittadini. Faccia la prova del nove: fermi il primo che incontra per strada e provi a chiedere a lui, vedrà quanti complimenti riceverà sul suo operato.
ALTRO CHE “IO NON CI STO”. Appare evidente che lei non provi vergogna per il catastrofico declino di Roma, la cui colpa lei la attribuisce sempre e soltanto a “quelli di prima”. Di conseguenza si è risentita per l’articolo del Corriere che secondo lei la ha descritta come una svampita, una moderna Maria Antonietta e ha omesso di raccontare cosa stia facendo per la città. Si tranquillizzi, i cittadini constatano sulla propria pelle tutti i giorni cosa sta facendo e, soprattutto, cosa non sta facendo. Se ne accorgono in prima persona quando cadono per una buca sul marciapiede, quando rompono una gomma per una voragine, quando fanno il bagno in una stazione della metro allagata, quando devono scavalcare cumuli di mondezza o scivolano sulle foglie secche persino a luglio.
NON VA TUTTO BENE. Per lei è arrivato il momento di chiedere scusa e di riconoscere onestamente i suoi errori e la sua inadeguatezza al ruolo. Non sarebbe una dimostrazione di debolezza, ma di maturità ed amore per Roma. Ci ragioni e tragga le dovute conseguenze, presentando le immediate dimissioni. Sarebbero un atto salvifico per lei e per la città. Un modo elegante per uscire di scena, evitando l’infamia della prossima cacciata alle elezioni con numeri da prefisso telefonico.
HONESTÀ, uno dei suoi primi atti fu bloccare le Olimpiadi a Roma, perché inutili e perché sarebbero potute essere una occasione di ruberie. Per la legge del contrappasso, ora stiamo assistendo alle vicende giudiziarie del nuovo stadio della Roma. Visti i processi in corso le suggeriamo a sua tutela, per opportuna prudenza e sino alla conclusione dei giudizi in tribunale, di sospendere il consunto ritornello delle mangiatoie del passato e della lotta alla corruzione per il ritorno della legalità. Nessuno può prevedere cosa decideranno i giudici. Se mai vi dovessero essere delle condanne, si troverebbe a dover dare imbarazzanti spiegazioni. E stavolta non se la caverebbe come con Marra, che marginalizzò definendolo: uno dei diecimila dipendenti comunali.
LEI SI VUOLE RICANDIDARE ed è comprensibile, chi vorrebbe mai rinunciare ad un lauto stipendio, all’autista e alla luce dei riflettori? Sinceramente speriamo che si confronti nelle urne, anche se sarà per lei un doloroso ritorno alla realtà. Ma vuole mettere che incredibile vantaggio darà alla nostra lista civica? Per favore prosegua indefessa con gli spettacolini e la caterva di annunci civetta e poi si ripresenti, noi “gente di fogna” le saremo molto grati.
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l’ennesimo post che pubblico senza rileggere, che poi mi ricapita sotto gli occhi e mi ammazzo di refusi e ripetizioni perché già non sono in grado di scrivere decentemente, figuriamoci al primo colpo.
-in realtà, come è ovvio, lisbona è una grande città abbastanza omologata a tutte le altre grandi città al mondo, per cui in centro la gran parte dei negozi presenti è di catene internazionali, da h&m a zara a tezenis a tutto quello che volete. per dire, gli spiedini in mutande di intimissimi ci sono anche qua, state tranquilli. -a tal proposito, in una delle piazze principali della città (rossio, per la precisione), ci sono più o meno agli angoli opposti un mcdonalds e un burger king. esattamente di fronte al mcdonalds c'è una fermata del bus. sulla pensilina burger king ha fatto mettere una pubblicità con scritto più o meno “vi siete persi per soli cinquanta metri il miglior fast food della piazza”, e una freccia che indica il lato opposto di rossio. l'ho trovata una roba di una scaltrezza meravigliosa. -in portogallo l'acqua in bottiglia è amara. ne ho provate quattro marche diverse, non ce n'è una che non lasci un chiaro retrogusto lievemente sgradevole. poi te credo che quando prendono gli strumenti musicali in mano quello che esce è il fado. -ringrazio l'abolizione dei costi aggiuntivi dovuti al roaming. questo mi ha concesso di utilizzare la mia offerta internet sul cellulare per aprire tumblr in luoghi pubblici e affollati, imbarazzandomi tantissimo per il profluvio di genitali in posizioni acrobatiche che apparivano sullo schermo. il che è normale, ma vuoi mettere farlo a costo zero di fronte a folle internazionali? -lisbona città ha comunque un sacco di robe fighissime da vedere, che la rendono un gioiellino. se ne posso consigliare tre, tra le tante: belèm, con particolare plauso al museo berardo di arte contemporanea (non sono un esperto di arte moderna, non ne so niente, ma mi piace molto vedere opere con un'idea forte che riesco a capire, o di cui mi vengono forniti gli strumenti di decodifica -per dire, quando un mio amico mi ha spiegato rotkho ne sono rimasto fulminato- e lì è pieno di pezzi del genere), il convento do carmo (una chiesa il cui tetto è caduto nel 1755 a seguito di un terremoto, e che è rimasta una sorta di museo a cielo aperto, con colonne e volte che terminano direttamente nel cielo; l'impatto è notevole, e richiama a qualcosa di più alto in modo molto forte, per quanto casuale) e il lungo fiume da piazza commercio a fin dove volete in direzione belém. -uno dei motivi del viaggio era partecipare a una delle giornate del festival nos alive, che a una line up interessante sommava la presenza del mio artista preferito in assoluto, che non avevo mai visto dal vivo in quanto ha la simpaticissima abitudine di fare tour europei in cui la data più vicina all'italia di norma è dalle parti del circolo polare artico. ecco, non ho mai visto un festival con una organizzazione così perfetta. sicurezza ovunque, un posto enorme, quattro palchi diversi (due di musica dal vivo, uno per i dj set, uno per i comici) più una venue apposta per gli artisti di fado, stand mangerecci a prezzi più che onesti, addetti che giravano tra il pubblico a distrbuire gadget del festival o degli sponsor, spazi adeguati, negozi di ogni tipo. l'unica cosa che mi aveva fatto storcere il naso (i concerti delle band che volevo vedere che si sovrapponevano) in realtà si è rivelato un plus non da poco, per chi come me era interessato soprattutto a un artista in particolare ma non si crucciava troppo di perdere qualche canzone dei set degli altri gruppi presenti. i set con inizio sovrapposto alla fine di altri consentivano di non avere mai le 55.000 persone presenti tutte concentrate davanti allo stesso palco, e non essendoci praticamente mai stato un momento di pausa totale la coda per i bagni non è quasi mai stata improponibile. poi uno legge come è andata con i radiohead in italia e si fa due domande (però mettere uno dei gruppi che mi sarebbero interessati alle 02.55 di mattina è una roba fuori dal mondo, e infatti il vecchietto presente in me ha trionfato tipo due ore e mezzo prima; sarà per la prossima, ragazzi). -che poi, c'è stato un momento in cui ero sotto il palco, accanto a me la ragazza che amo, davanti a noi la persona a cui voglio più bene tra tutte quelle che non conosco -e che ho aspettato letteralmente lustri per vedere dal vivo- che cantava la nostra canzone. vivere a volte è una roba veramente parecchio più grande di quanto sarebbe lecito aspettarsi.
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Ho scritto la bozza di questo racconto di ciò che è stato il viaggio a Barcellona direttamente dall’aereo di ritorno verso casa, dopo due settimane in giro per Spagna e Portogallo, tra surf nell’oceano, più di 50 persone conosciute, lavoro e studio con il team Marketers e tantissime risate in una casa bellissima vicino il centro di Barcellona.
Ho alloggiato da un’amica e per questo motivo non posso consigliarti hotel o bnb ma posso parlarti di posti da non perdere se vuoi vivere un po’ più da local e meno da turista, ristoranti e birrerie scovate camminando e colazioni buonissime. Cominciamo il nostro viaggio a Barcellona insieme?
COSA VEDERE A BARCELLONA?
Cosa non vedere, si farebbe prima ad elencare quello! Barcellona è continuo stupore ad ogni passo; anche i semplici palazzi residenziali o gli uffici diventano opere d’arte cittadine.
Iniziamo con la classica passeggiata sulla Rambla, arteria principale della città ricca di artisti di strada, fiorai e negozi. Ovviamente trovandoti qui non potrai mancare la visita al mercato della Boqueria: colori, sapori, profumi e voci. Se tutto va bene ti troverai con sei cose da mangiare diverse tra le mani e non sapere da dove iniziare!
Il mio consiglio è di entrare per consumare un pranzo o una merenda salutare a base di succo fresco o frutta appena sbucciata.
Continuiamo il giro ma prima una precisazione importante: per alcune attrazioni sarà necessario prenotare la visita altrimenti non riuscirai ad entrare, soprattutto per quanto riguarda la Sagrada Familia (che io ho rimandato alla prossima volta, visto che non ci sono arrivata) e il Park Güell.
I costi di ingresso sono diversi a seconda del pacchetto che sceglierai di visite guidate, tour ecc. Ti consiglio comunque di acquistare sui siti principali dei monumenti per risparmiare qualcosina e non dai vari aggregatori.
A Park Güell sarà necessario dedicare almeno 3/4 ore. Prendi il bus che ti porta fin sopra il parco altrimenti ti aspettano delle salite incredibili (alcune fornite di scale mobili ma altre no.) Il biglietto che acquisterai è per la parte monumentale mentre il resto del parco è free. Cerca di essere puntuale alla visita della zona monumentale poiché si entra a scaglioni d’orario. Poi la durata della tua visita non sarà importante, potresti anche rimanere lì dentro ore. Ultima postilla: potrai entrare soltanto una volta, non è consentito entrare ed uscire dalla zona monumentale.
Una passeggiata che non dovrai farti scappare è quella nel quartiere gotico. A me sembrava di essere dentro un libro di storia. Gioiello del Barrio è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria del Mar. Uno spettacolo di arte gotica, maestosa e ricca di dettagli.
Tornando sulla Gran Via arriverai a Casa Batllò, una delle creazioni del grande Gaudì, che è stata riportata a nuova vita e che ancora oggi ha lavori di ristrutturazione all’interno per offrire all’utente un’esperienza sempre migliore. Il biglietto costa abbastanza caro rispetto gli altri monumenti, e io sinceramente mi aspettavo molto di più visto appunto il costo, ma è un monumento che non gode di fondi pubblici dunque gli unici introiti sono proprio i biglietti d’ingresso e le donazioni dei privati. Vi daranno un’audio guida interattiva a tratti divertente, con animazioni e ricostruzioni 3D.
Barceloneta, fusti e relax
Playa de Barceloneta
Se tra un momento e l’altro vuoi fare un po’ di relax ignorante (esattamente come ho fatto io) a venti minuti di bus o di metro ti aspetta Barceloneta. Ogni volta che passeggio in questa spiaggia mi sento un po’ a Miami. Surfisti, skater, biker, famiglie e gente da ogni parte del mondo. Strutture per allenarsi, chioschi sulla spiaggia, campi da beach volley. (Potrei continuare per ore, dici che si nota che andrei a vivere a Barceloneta subito?)
Nel pomeriggio invece dedicati Montjuic, Plaza de Espana e la fontana magica. Potrai passeggiare nel parco di Montjuic nel tardo pomeriggio, ammirare il tramonto dalle terrazze del belvedere e poi bere una birra in uno dei locali vicini aspettando le 21.30 per poi tornare bambini davanti la Fontana Magica. Noi ci siamo sedute al bordo, con conseguente doccia.
Non era la mia prima volta a Barcellona quindi probabilmente mancano ancora tantissime cose da vedere che io ho un po’ trascurato perché visto altre volte in passato e che potrei segnalarvi ma ho preferito il relax, il buon cibo e il tempo di qualità.
E quindi secondo me, possiamo anche parlare di cibo adesso!
DOVE MANGIARE A BARCELLONA – DA LOCAL
La parte turistica è divertente ma io amo vivere i posti come se fossi una persona del luogo e stavolta mi è anche andata benissimo visto che ero con una mia amica che vive proprio lì.
Iniziamo col dire che Barcellona fa rima con TAPAS! Meglio tradotto da me come LA GIOIA.
Tanti piattini di cose buonissime tutte da condividere per assaggiare di tutto o da mangiucchiare al posto della cena. Quintali di patatas bravas (era una delle mie missioni, che si sappia), melanzane fritte con pangrattato e miele, prosciutto crudo iberico, uova, letti di patate, e toast di avocado sono alcune delle cose che ho divorato!
Ecco qualche nome:
Per la colazione vi consiglio EL ARBOL, vicino la fermata della metro Tetuan: un posticino super hipster con altalene, carte da parati stile giungla e un menu ricco e delizioso. Ogni portata era ottima, gli smoothies eccezionali e grandissima scelta tra dolce e salato.
Per un pranzo veloce vi ho consigliato il mercato della Boqueria ma se vi trovate a Barceloneta allora ZUMOS è il posto da non perdere: succhi freschi, toast e bagel ottimi e grandissima scelta anche per i vegetariani.
Postilla: la mia amica è vegetariana, per questo motivo tutti i posti che vi sto consigliando sono perfetti sia per chi mangia qualunque cosa, anche i tavolini (tipo me), e chi invece preferisce un’alimentazione veg.
Pulled Pork Burger
Corner
Travel Spirit
Altro posto delizioso dove abbiamo mangiato benissimo e il locale è davvero bello, tutto a tema travel è Mr.Robinson. Io ho mangiato hambuger con pulled pork e patatine fritte e poi un tortino al cioccolato che era commovente per quanto era buono. La mia amica ha preso un burger veg a quanto pare molto buono, insieme abbiamo mangiato anche l’hummus come starter. Eccezionale. Non perdetevi una cena in questo locale!
Vicino Plaza de Espana inoltre avevamo scovato un piccolo ristorante, gestito da un ragazzo italiano, dove abbiamo mangiato benissimo, anche se le porzioni erano davvero mini e i prezzi no. Però il locale è un amore, lui gentilissimo e i piatti sono davvero eccellenti. Sarebbe anche bello ricordarsi il nome, ma no.
QUANDO ANDARE A BARCELLONA?
La mia risposta potrebbe essere SEMPRE perché la amo e andrei a vivere lì domani, senza pensarci. Barcellona però da il suo meglio da Aprile/Maggio fino ad Ottobre, un po’ come il nostro Sud Italia. C’è chi sceglie di fare soltanto un week end a Barcellona, io sono del parere invece che la Spagna vada vissuta per più tempo, per essere capita ed apprezzata in tutte le sue sfumature. La gente è accogliente, sorride, le sensazioni che provo ogni volta sono di leggerezza e concretezza allo stesso tempo. Mi ispira, mi carica, mi coccola. Barcellona è uno di quei posti dove torno sempre, anche se questa è almeno la sesta volta. E sto già pensando ad un break primaverile.
Se vuoi vedere le stories in evidenza del mio viaggio a Barcellona clicca qui!
Inciampando a…Barcellona – da local e da turista Ho scritto la bozza di questo racconto di ciò che è stato il viaggio a Barcellona direttamente dall’aereo di ritorno verso casa, dopo due settimane in giro per Spagna e Portogallo, tra surf nell'oceano, più di 50 persone conosciute, lavoro e studio con il team Marketers e tantissime risate in una casa bellissima vicino il centro di Barcellona.
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Modi pratici e abbordabili per aderire alla Fashion Revolution tutto l’anno
{Read the English version here}
La settimana della Fashion Revolution sembra ormai lontana, e come per tutte le ricorrenze si rischia che, una volta passate, ci si dimentichi del loro senso. Vorrei che per me non fosse così, cerco di farmi guidare dai suoi valori tutto l’anno. Per questo motivo sto scrivendo questo post, in cui ti racconto cosa la Fashion Revolution significhi per me e come, anche con un budget piccolino, si possa aderire a questa filosofia etica della moda.
Ma prima di fare un piccolo elenco di modi pratici e abbordabili per partecipare nel nostro piccolo, vorrei presentarti in breve questa Fashion Revolution, se ancora non la conosci, con alcuni estratti dal loro sito. Se sai già di cosa si tratta, salta pure il testo che segue e vai direttamente ai miei suggerimenti :)
Dalla pagina italiana del sito della Fashion Revolution:
La moda è una forza importante, di cui tenere conto nella nostra società. Può suscitare emozioni, provocare, guidare, affascinare.
Il 24 Aprile 2013, 1133 persone sono morte e molte altre sono state ferite quando il complesso produttivo di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangldesh, è crollato.
Fashion Revolution dice: basta!
Crediamo in un’industria della moda che rispetti le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in eguale misura. Insieme, useremo il potere dell’industria della moda per catalizzare il cambiamento e ridare dignità alla catena di produzione.
“Fashion Revolution vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. –Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.
immagine presa dal blog di Fashion Revolution
Carry Somers, co-fondatrice di Fashion Revolution: “Non sappiamo più chi sono le persone che fanno i nostri vestiti, quindi è facile far finta di non vedere e come risultato milioni di persone stanno soffrendo, perfino morendo.”
Orsola de Castro, co-fondatrice: ” Fashion Revolution verte sul costruire un futuro nel quale incidenti del genere non succedano mai più. Noi crediamo che conoscere chi fa i nostri vestiti sia il primo passo per trasformare l’industria della moda. Sapere chi fa i nostri vestiti richiede trasparenza, e questo implica apertura, onestà, comunicazione e responsabilità. Riconnettere i legami rotti e celebrare la relazione tra clienti e le persone che producono i nostri vestiti, scarpe, accessori e gioielli – tutto quello che chiamiamo fashion.”
Testo preso dalla pagina italiana del sito della Fashion Revolution.
E ora, alcuni suggerimenti su come aderire alla Fashion Revolution in un modo pratico e per tutte le tasche, tutto l’anno. Alcuni di questi potranno sembrarti banali e scontati, ma credimi, per molte persone purtroppo non lo sono.
MODI PRATICI E ABBORDABILI PER ADERIRE ALLA FASHION REVOLUTION TUTTO L’ANNO
Per prima cosa: se uno o più capi d’abbigliamento del tuo armadio non ti piacciono più, NON BUTTARLI VIA!
Se sono ancora in buone condizioni puoi rimetterli in circolo in diversi modi:
-Lo scambio: regalali alle tue amiche/i tuoi amici in cambio di qualcos’altro dello stesso valore. I cosiddetti “swap parties” negli ultimi anni hanno preso piede: puoi organizzarne uno o cercare eventi simili nelle vicinanze;
-Donali a una o più organizzazioni ONLUS che raccolgono vestiti per le persone meno fortunate, o che li rivendono per donare il ricavato a chi ha bisogno;
-Vendili come vestiti di seconda mano: per farlo, puoi servirti per esempio di un’app chiamata Depop, famosa proprio per questo scopo.
Se non sono più in buone condizioni, puoi:
-Servirti del “riciclo e recupero creativo”: cerca su Google o YouTube dei tutorial e progetti su come riciclare o migliorare vestiti che non metti più o che vuoi rendere più “personali”, puoi trovare idee fantastiche! Posso suggerirti di seguire persone come Gaia Segattini e il suo progetto Vendetta Uncinetta (che tra le altre cose ha anche pubblicato il libro “Rinnova il tuo guardaroba: tante idee semplici, facili ed economiche”; inoltre Gaia parla spesso di moda sostenibile, fair trade, artigianato, lavoro al femminile...), Elsie Larson di A Beautiful Mess (tanti progetti bellissimi di cucito, bigiotteria, stampa su tessuto, “paper crafts” e décor) ed Elisa di Sunvibes (che a Mallorca crea la sua linea stupenda di abiti stile boho e gypsy, e organizza spesso workshop di recupero creativo e moda sostenibile) per idee e ispirazioni.
-Se sono proprio messi male, e non c’è modo di recuperarli, puoi sempre tagliarli in pezzi e usarli come pezze per le pulizie: le nostre mamme e nonne l’hanno sempre fatto, e in questo modo non dobbiamo spendere soldi per comprare pezze industriali, che sono sempre fin troppo costose! Sappiamo tutti che la cosiddetta “fast fashion”, essendo spesso molto economica, ci tenta sempre, in particolare se abbiamo bisogno urgente di qualcosa e il nostro portafogli è “leggero”. Lo so molto bene, soprattutto da quando mi sono trasferita a Londra e le spese sono decisamente troppe! In questo caso, cosa possiamo fare? Quando la scelta della fast fashion appare inevitabile, io faccio così:
-Cerco di scegliere qualcosa di cui ho davvero bisogno e so che userò molto;
-Tra tutti i brand di fast fashion, cerco di scegliere quelli di cui mi fido di più, ovvero i “meno peggio”, quelli che mostrano di fare qualche sforzo per avere un minore impatto sull’ambiente e per buone condizioni per i loro lavoratori;
-Dopo aver acquistato un capo fast fashion, davvero lo indosso molto, cercando di non sprecare il lavoro delle persone che lo hanno realizzato e le risorse usate per produrlo.
Ma se puoi, cerca di fare quanto segue:
-Compra vintage, seconda mano e dai negozi (o outlet) che vendono fondi di magazzino e vecchie collezioni, dove puoi trovare molte occasioni a un prezzo piccolo. Devi solo portare pazienza e cercare diverse volte, l’occasione è dietro l’angolo! Puoi trovare negozi vintage nelle città più grandi, oppure puoi cercare su internet. Per esempio, su Etsy.com trovi, oltre alla più famosa sezione di handmade, anche una sempre più grande sezione dedicata al vintage.
-Compra da brand indipendenti e dagli artigiani/makers/designers indipendenti! Ovviamente questa scelta è di solito un po’ più costosa rispetto ai capi di seconda mano o ad alcuni pezzi vintage (ma non è sempre vero: puoi trovare anche qualcosa di abbordabile e allo stesso tempo di buona qualità, ma fai attenzione! Non fidarti di chi -anche tra i makers e i brand indipendenti- propone prodotti troppo a buon mercato!), ma puoi fare come me: se davvero amo un capo, cerco di mettere da parte a poco a poco la cifra necessaria. Oppure creo una “wishlist” -lista dei desideri- che poi passo con nonchalance per le occasioni speciali (compleanno, ricorrenze, Natale) alle persone che mi vogliono bene ;)
Comprare dagli artigiani e dai brand indipendenti può fare la differenza: aiuterai una persona che si è creata il suo lavoro a partire dalle proprie creatività e abilità, e che mangia, paga le bollette e le spese, va in vacanza grazie alle vendite delle sue creazioni; inoltre compri da una persona che puoi vedere, con cui puoi parlare e con cui ti puoi confrontare, da cui potrai farti raccontare come nascono le sue creazioni.
E’ una scelta etica: aiuti l’ambiente e le persone coinvolte nella realizzazione vengono pagate (di solito) il giusto per il loro lavoro.
Cominciamo con il selezionare uno o due punti in questa lista e a lavorarci su, pian pianino ci verrà più facile applicare anche gli altri. Ricordiamoci che gli oceani sono fatti di tante piccole gocce. Ogni goccia fa la differenza. Una di quelle gocce possiamo essere noi :)
Qui sotto puoi vedere delle foto di me che indosso alcuni dei miei pezzi handmade preferiti :) ne ho altri nell’armadio, che prima o poi fotograferò ;)
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/c10e684c07ced7575ecc263ad5db26cb/tumblr_inline_p8pvloEiSY1vb1d8e_540.jpg)
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/96c74c10fb3c7d4138785f83457e4bf2/tumblr_inline_p8pvmeXsS81vb1d8e_540.jpg)
Qui indosso un vestito + basco Carolina Emme; Londra 2018
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Qui indosso un vestito Fils de Rêves; Algarve, Portogallo, 2015
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Qui indosso maxigonna Fils de Rêves; Mallorca, 2018. La gonna è un acquisto del 2014
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/2911a9c03c6ed2ad3a0ed19729862713/tumblr_inline_p8pvwalE6G1vb1d8e_540.jpg)
Qui indosso una maxi gonna realizzata da mia mamma. Milano, 2016. L’ha creata per me nel 2013. Mia mamma ha sempre cucito vestiti per me e le mie sorelle da quando eravamo piccolissime; ho imparato ad amare il fatto a mano soprattutto grazie a lei :)
Il mio sito internet: www.petitefraisejewelry.com Il mio shop Etsy: www.petitefraise.etsy.com Il mio Instagram: instagram.com/petitefraisejewelry/
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La capitale del Portogallo è senz’altro una città che aspetta di farsi scoprire. Lisbona è rimasta sempre fedele a sé stessa come si evince dalle sue pittoresche strade, meravigliosi scorci, i suoi Azulejos e la sua coloratissima architettura ma anche e soprattutto, dall’evidente contrasto tra palazzi nuovi e in buone condizioni letteralmente confinanti con strutture abbandonate a sé stesse, bruciate e lacerate dall’inesorabile passare del tempo. La sua storia e il suo patrimonio suggeriscono più di una visita.
Essendo una città molto visitata e neanche troppo lontana, si sa tutto o quasi del posto ma viverla è certamente ben altra cosa. Una settimana potrebbe non bastare per esplorarla a dovere.
I quartieri dell’Alfama e di Baixa sono incantevoli proprio come lo sono zone più moderne come il Quartiere Marco Polo o il Parque das Nacoes dove si trova il più bell’acquario d’Europa. Naturalmente l’imponente ponte del 25 aprile – che tanto ricorda il Golden Gate Bridge di San Francisco – rappresenta una tappa obbligata. I punti da dove osservarlo sono sicuramente molti tenendo conto della vastità di spazio a disposizione.
Pertanto, ogni posto merita una sosta e un’osservazione magari da seduti godendosi la brezza dell’atlantico. Consiglio di farlo di fronte alla moderna struttura del Maat – museo intrigante -. La placa do comercio, punto nevralgico della città.
Di cose da fare ce non sono veramente tante. Diciamo pure che pure un soggiorno di 3-4 giorni dovete recarvi alla stazione di Rossio da dove potete collegarvi in tutti punti della città davvero efficientemente collegata. Tram 28 e visita del Barrio Alto ovviamente sono sottointese.
Se avete tempo non posso che consigliarvi di lasciarvi travolgere dalla città passeggiando di quartiere in quartiere. Il quartiere di Belem (dove trovate l’omonima torre) vi permetterà di godere del panorama migliore che potete trovare in città insieme a quello dell’elevator de Santa Justa.
Muoversi è agevole e facile la metro costa 1.40€ a tratta ma dovete necessariamente munirvi di un ticket della durata di un anno presso gli appositi distributori automatici e ricaricarla a piacimento. Il ticket giornaliero è di 6€ per 24H. La città offre alloggi di ogni tipo e di ogni prezzo per i viaggiatori senza particolari pretese si trovano ottimi bnb da 40/50 euro a notte.
Parlando di cibo si mangia davvero bene. Il baccalà viene servito in molti modi e con varie pietanze – è buonissimo – ma l’esplosione di gusti la trovate al Mercado da Ribera di fronte alla stazione di Caios do Sodré in cui ci sono tanti ristoranti che cucinano cibo locale ed etnico.
Lisbona però offre anche nelle sue zone limitrofe autentiche perle come Sintra. L’incredibile varietà dei suoi edifici, i suoi lussureggianti giardini e il suo inconfondibile scenario non possono non essere apprezzati. Questo comune – a 30 mn di treno dalla città – si trova nel distretto di Lisbona. È un importante centro della regione storica dell’Estremadura all’estremo nord della Serra.
I punti da visitare sono molti, io nella fattispecie ho visitato con piacere Sintra centro storico, Palácio e Quinta da Regaleira, Castelo dos Mouros – Sintra Palácio Nacional da Pena. Camminando per le sue strade si ha la sensazione di essere in un posto sospeso nel tempo ai limiti con la fantasia. I suoi toni fiabeschi gli conferiscono un’atmosfera rilassante che vi farà sentire bene.
Cosa vedere in Portogallo: l’incantevole Lisbona e la perla Sintra La capitale del Portogallo è senz’altro una città che aspetta di farsi scoprire. Lisbona è rimasta sempre fedele a sé stessa come si evince dalle sue…
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RICETTA: Pão de Ló du Portugal
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Un dolce molto soffice e leggero tipico del Portogallo che si mangia a Pasqua o a Natale. Conosciuto anche come Sponge Cake (dolce spugna), ed era molto apprezzato dalla regina Vittoria.
Ricetta per uno stampo a ciambella medio
5 uova
5 cucchiai di farina
5 cucchiai di zucchero
un cucchiaio di lievito chimico
Per prima cosa preriscaldare il forno a 180°C Separare i tuorli dagli albumi, montare gli albumi a neve con un pizzico di sale. In un altro recipiente unire lo zucchero e i tuorli. Setacciare la farina e unirla all’impasto insieme al lievito. Incorporare il tutto con gli albumi. Versare tutto delicatamente in un ruoto (possibilmente ricoperto con carta da forno) e mettere in forno per una ventina di minuti controllando la cottura di tanto in tanto.
Potrete personalizzare questa ricetta secondo i vostro gusti aggiungendo sciroppo alla frutta o al cioccolato, al caffè, al limone, etc.
Ricetta proposta da Kevin, Traffic Manager di Ludilabel
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5 prodotti gastronomici portoghesi meno conosciuti (1. carne di maiale)
"Portogallo a tavola" la rubrica che vi farà scorpire i piatti meno conosciuti del Portogallo.
Nelle ultime settimana, nella mia pagina Facebook, sto condividendo alcune curiosità su dei prodotti gastronomici portoghesi poco conosciuti ma che vale la pena conoscere durante un viaggio tra i sapori di questo Paese. Per questo primo appuntamento di #portogalloatavola, consiglio cinque prelibatezze tipiche a base di carne di maiale. Per le ricette portoghesi invece vi invito a seguire la mia…
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Portogallo in cucina: cosa si mangia a carnevale?
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Buon Carnevale a tutt*! Dopo avervi raccontato cosa si mangia a Natale e Capodanno in Portogallo non potevo non consigliarvi dei piatti portoghesi “caserecci” da preparare a Carenvale. Pronti a prender nota per la vostra spesa? COSA PREPARARE PER IL CARNEVALE? Il piatto tipico del Carnevale (come la nostra lasagna per intenderci) è la Feijoadas de Carnaval (fagiolata), la più famosa sicuramente…
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Pasqua in Portogallo, le tradizioni
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Dopo avervi parlato delle tradizioni natalizie in Portogallo non potevo cavarmela senza un articolo dedicato alla Pasqua, le sue tradizioni in Portogallo e, naturalmente, cosa mettere a tavola. Volete sapere cosa si mangia durante il periodo pasquale qui? Non vi resta che continuare a leggere.
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Prima di cominciare ad elencarvi le tradizioni ed i piatti pasquali voglio informarvi che quiin…
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