#cosa si mangia in portogallo
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lillyslifestyle · 2 years ago
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5 prodotti gastronomici portoghesi meno conosciuti (1. carne di maiale)
"Portogallo a tavola" la rubrica che vi farà scorpire i piatti meno conosciuti del Portogallo.
Nelle ultime settimana, nella mia pagina Facebook, sto condividendo alcune curiosità su dei prodotti gastronomici portoghesi poco conosciuti ma che vale la pena conoscere durante un viaggio tra i sapori di questo Paese. Per questo primo appuntamento di #portogalloatavola, consiglio cinque prelibatezze tipiche a base di carne di maiale. Per le ricette portoghesi invece vi invito a seguire la mia…
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ma-pi-ma · 4 years ago
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LA GRANDE SCHIFEZZA. LETTERA APERTA A VIRGINIA RAGGI.
In questi quattro anni di guida grillina il vento è veramente cambiato, come è cambiata Roma. Oggi è una città devastata, è desolazione ovunque. La Capitale d’Italia è irrimediabilmente degradata. Egregia Sindaca la sua incapacità, come quella della classe dirigente grillina che siede in Campidoglio, è ormai conclamata, come sono sotto gli occhi di tutti i mille problemi che affliggono una esangue città paralizzata. Da la Grande Bellezza la ha trasformata nella Grande Schifezza.
ROMA È UNA CITTÀ CHE MUORE ogni giorno un po’ di più. Muore di abbandono ed è una morte orrenda. Eppure lei sembra non accorgersene, così si lancia in una intemerata condanna dell’articolo del Corriere della Sera "Bus a fuoco. Le peripezie di Virginia che elogia i monopattini", che molto lucidamente descrive l’agonia della città e le peripezie dei romani.
TANTA FUFFA. La sua propaganda incessante, pagata con soldi presi dalle tasche dei romani con le tasse, non attacca più. La catastrofe è sotto gli occhi di tutti e non saranno certo quattro tagli di nastro, per iniziative futili rispetto alle emergenze, a farle ritrovare la stima dei cittadini che ormai la contestano apertamente sempre più spesso.
LEI IGNORA LE PRIORITÀ per dedicarsi a cose che in confronto appaiono universalmente delle scemenze. Dalla trionfante presentazione della macchinetta mangia plastica, presente già da oltre 10 anni nei supermercati del nord Italia, alla deprimente Raggi Beach. Una sorta di spiaggia fantozziana, che nei suoi sogni quest’anno dovrebbe addirittura moltiplicarsi ed aprire ad agosto, mentre persino nell’Europa del Nord simili iniziative, molto meno pulciare, sono attive dai primi di giugno.
FISSAZIONI. Non si è nemmeno resa conto che ormai a parlare ai cittadini di monopattini e di piste ciclabili si rischia la revolverata. Sono inferociti e ne hanno tutte le ragioni. Roma non è una città adatta alle biciclette, figurarsi ai monopattini. Le città non sono tutte uguali e non esiste una ricetta buona per tutti, così forzare la mano per imporre una fissazione vetero ecologista è solo propedeutico a produrre disastri e rabbia nei cittadini. Indimenticabile, a proposito degli spostamenti a pedali, è la rivolta dei ciclisti del Giro d’Italia che si rifiutarono di correre sulle disastrate strade romane, giudicate troppo pericolose. Un’infamia per la città che rimarrà scolpita nelle cronache sportive dei secoli a venire.
AVANSPETTACOLO. Lei adora gli spettacolini e cerca continuamente un palcoscenico, senza curarsi di  esporsi al ridicolo,  come quando mise insieme una compagnia di giro per presentare gli stessi autobus in molte parti di Roma dicendo: proprio questi sono gli autobus dedicati alla vostra zona. Peccato che a tradirla furono i numeri di serie impressi sulle vetture. Un altro caso è l’inaudito teatrino che ha messo in piedi per lanciare i monopattini in affitto, addirittura prodromico alla miriade di incidenti che si sono succeduti a raffica. Ha ignorato che molte nazioni stanno adottando iniziative per limitare o vietare la circolazione dei monopattini elettrici in ambito urbano.
STOP. In Austria, Francia, Germania, Portogallo e Spagna è vietato l’uso dei monopattini elettrici sui marciapiedi e nelle zone pedonali. In Svizzera ci sono stati gravi incidenti ed è stata fortemente limitata la circolazione dei monopattini. A New York sono stati proibiti, in quanto incompatibili con la vita cittadina. Non pensa che sia il caso di seguire questa strada anche a Roma?
SOLDI BUTTATI. Con troppe iniziative adolescenziali ha prodotto solo danni. Ha sprecato soldi a raffica,  come nel caso dei defunti ciclamini ornamentali sulla Colombo. Un altro esempio plastico sono le folli piste ciclabili temporanee realizzate male, storpiando le strade, che finiranno peggio. Perché dovranno essere cancellate per ripristinare una circolazione sicura. Stessa sorte dovrà seguire la squinternata pista sulla Tuscolana, che addirittura impedisce le attività delle autoambulanze.
LONTANA DALLA REALTÀ. Chissà se si è mai chiesta perché i romani quando descrivono i suoi racconti parlano sogghignando del “Favoloso mondo di Virgi”? Glielo diciamo noi. Persino quando viene rimosso un materasso assistiamo a dei resoconti che ricordano per stile lo sbarco dell’uomo sulla luna.
OGNI OCCASIONE È BUONA. Tanto per fare un esempio emblematico, lei ha trionfalmente inaugurato tre volte (addirittura due giorni di seguito) lo skatepark di Ostia. Che per inciso non è ancora terminato. Con lei è sempre tutta una festa, è tutto bello bellissimo. Una visione delle cose che sarebbe accettabile da una entusiasta quindicenne che festeggia il compleanno, non certo dal sindaco della Capitale d’Italia. I problemi che attanagliano la città sono terrificanti, uno per tutti la mondezza e non c’è niente da ridere.
INCUBO RIFIUTI. Non si contano più le emergenze ed i romani sono costretti a vivere sull’orlo del burrone, perchè la città non si è dotata di un termovalorizzatore per una sua precisa scelta ideologica. Fare affogare però una città tra i rifiuti per la solita vetero demagogia pseudo ambientalista è una cosa inaccettabile nel terzo millennio. Per carità di patria non affondiamo il coltello sull’incredibile storia del blocco dei diesel Euro 6, anche se ci corre l’obbligo di ricordare che durante il lockdown con la città immobilizzata ed il totale blocco del traffico, l’inquinamento è aumentato anziché diminuire. I dati certificati dall’Arpa (l’Agenzia per l’Ambiente) sono la prova provata che il blocco delle auto a Roma è una castroneria di chi immagina che l’unico sviluppo possa essere a pedali.
GALLERIA DEGLI ORRORI. La situazione del trasporto pubblico, della viabilità e del verde pubblico fa tremare i polsi. Non approfondiamo perché ci sarebbe da scrivere migliaia di pagine sul record dei bus flambè per mancanza di manutenzione, sulla ridicola storia dell’acquisto dei mezzi inquinanti, sulle stazioni chiuse per mesi e sulla pioggia di alberi in testa ai cittadini. Faccia la prova del nove: fermi il primo che incontra per strada e provi a chiedere a lui, vedrà quanti complimenti riceverà sul suo operato.
ALTRO CHE “IO NON CI STO”. Appare evidente che lei non provi vergogna per il catastrofico declino di Roma, la cui colpa lei la attribuisce sempre e soltanto a “quelli di prima”. Di conseguenza si è risentita per l’articolo del Corriere che secondo lei la ha descritta come una svampita, una moderna Maria Antonietta e ha omesso di raccontare cosa stia facendo per la città. Si tranquillizzi, i cittadini constatano sulla propria pelle tutti i giorni cosa sta facendo e, soprattutto, cosa non sta facendo. Se ne accorgono in prima persona quando cadono per una buca sul marciapiede, quando rompono una gomma per una voragine, quando fanno il bagno in una stazione della metro allagata, quando devono scavalcare cumuli di mondezza o scivolano sulle foglie secche persino a luglio.
NON VA TUTTO BENE. Per lei è arrivato il momento di chiedere scusa e di riconoscere onestamente i suoi errori e la sua inadeguatezza al ruolo. Non sarebbe una dimostrazione di debolezza, ma di maturità ed amore per Roma. Ci ragioni e tragga le dovute conseguenze, presentando le immediate dimissioni. Sarebbero un atto salvifico per lei e per la città. Un modo elegante per uscire di scena, evitando l’infamia della prossima cacciata alle elezioni con numeri da prefisso telefonico.
HONESTÀ, uno dei suoi primi atti fu bloccare le Olimpiadi a Roma, perché inutili e perché sarebbero potute essere una occasione di ruberie. Per la legge del contrappasso, ora stiamo assistendo alle vicende giudiziarie del nuovo stadio della Roma.  Visti i processi in corso le suggeriamo a sua tutela, per opportuna prudenza e sino alla conclusione dei giudizi in tribunale, di sospendere il consunto ritornello delle mangiatoie del passato e della lotta alla corruzione per il ritorno della legalità. Nessuno può prevedere cosa decideranno i giudici. Se mai vi dovessero essere delle condanne, si troverebbe a dover dare imbarazzanti spiegazioni. E stavolta non se la caverebbe come con Marra, che marginalizzò definendolo: uno dei diecimila dipendenti comunali.
LEI SI VUOLE RICANDIDARE ed è comprensibile, chi vorrebbe mai rinunciare ad un lauto stipendio, all’autista e alla luce dei riflettori? Sinceramente speriamo che si confronti nelle urne, anche se sarà per lei un doloroso ritorno alla realtà. Ma vuole mettere che incredibile vantaggio darà alla nostra lista civica? Per favore prosegua indefessa con gli spettacolini e la caterva di annunci civetta e poi si ripresenti, noi “gente di fogna” le saremo molto grati.
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uds · 7 years ago
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l’ennesimo post che pubblico senza rileggere, che poi mi ricapita sotto gli occhi e mi ammazzo di refusi e ripetizioni perché già non sono in grado di scrivere decentemente, figuriamoci al primo colpo.
-in realtà, come è ovvio, lisbona è una grande città abbastanza omologata a tutte le altre grandi città al mondo, per cui in centro la gran parte dei negozi presenti è di catene internazionali, da h&m a zara a tezenis a tutto quello che volete. per dire, gli spiedini in mutande di intimissimi ci sono anche qua, state tranquilli. -a tal proposito, in una delle piazze principali della città (rossio, per la precisione), ci sono più o meno agli angoli opposti un mcdonalds e un burger king. esattamente di fronte al mcdonalds c'è una fermata del bus. sulla pensilina burger king ha fatto mettere una pubblicità con scritto più o meno “vi siete persi per soli cinquanta metri il miglior fast food della piazza”, e una freccia che indica il lato opposto di rossio. l'ho trovata una roba di una scaltrezza meravigliosa. -in portogallo l'acqua in bottiglia è amara. ne ho provate quattro marche diverse, non ce n'è una che non lasci un chiaro retrogusto lievemente sgradevole. poi te credo che quando prendono gli strumenti musicali in mano quello che esce è il fado. -ringrazio l'abolizione dei costi aggiuntivi dovuti al roaming. questo mi ha concesso di utilizzare la mia offerta internet sul cellulare per aprire tumblr in luoghi pubblici e affollati, imbarazzandomi tantissimo per il profluvio di genitali in posizioni acrobatiche che apparivano sullo schermo. il che è normale, ma vuoi mettere farlo a costo zero di fronte a folle internazionali? -lisbona città ha comunque un sacco di robe fighissime da vedere, che la rendono un gioiellino. se ne posso consigliare tre, tra le tante: belèm, con particolare plauso al museo berardo di arte contemporanea (non sono un esperto di arte moderna, non ne so niente, ma mi piace molto vedere opere con un'idea forte che riesco a capire, o di cui mi vengono forniti gli strumenti di decodifica -per dire, quando un mio amico mi ha spiegato rotkho ne sono rimasto fulminato- e lì è pieno di pezzi del genere), il convento do carmo (una chiesa il cui tetto è caduto nel 1755 a seguito di un terremoto, e che è rimasta una sorta di museo a cielo aperto, con colonne e volte che terminano direttamente nel cielo; l'impatto è notevole, e richiama a qualcosa di più alto in modo molto forte, per quanto casuale) e il lungo fiume da piazza commercio a fin dove volete in direzione belém. -uno dei motivi del viaggio era partecipare a una delle giornate del festival nos alive, che a una line up interessante sommava la presenza del mio artista preferito in assoluto, che non avevo mai visto dal vivo in quanto ha la simpaticissima abitudine di fare tour europei in cui la data più vicina all'italia di norma è dalle parti del circolo polare artico. ecco, non ho mai visto un festival con una organizzazione così perfetta. sicurezza ovunque, un posto enorme, quattro palchi diversi (due di musica dal vivo, uno per i dj set, uno per i comici) più una venue apposta per gli artisti di fado, stand mangerecci a prezzi più che onesti, addetti che giravano tra il pubblico a distrbuire gadget del festival o degli sponsor, spazi adeguati, negozi di ogni tipo. l'unica cosa che mi aveva fatto storcere il naso (i concerti delle band che volevo vedere che si sovrapponevano) in realtà si è rivelato un plus non da poco, per chi come me era interessato soprattutto a un artista in particolare ma non si crucciava troppo di perdere qualche canzone dei set degli altri gruppi presenti. i set con inizio sovrapposto alla fine di altri consentivano di non avere mai le 55.000 persone presenti tutte concentrate davanti allo stesso palco, e non essendoci praticamente mai stato un momento di pausa totale la coda per i bagni non è quasi mai stata improponibile. poi uno legge come è andata con i radiohead in italia e si fa due domande (però mettere uno dei gruppi che mi sarebbero interessati alle 02.55 di mattina è una roba fuori dal mondo, e infatti il vecchietto presente in me ha trionfato tipo due ore e mezzo prima; sarà per la prossima, ragazzi). -che poi, c'è stato un momento in cui ero sotto il palco, accanto a me la ragazza che amo, davanti a noi la persona a cui voglio più bene tra tutte quelle che non conosco -e che ho aspettato letteralmente lustri per vedere dal vivo- che cantava la nostra canzone. vivere a volte è una roba veramente parecchio più grande di quanto sarebbe lecito aspettarsi.
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inciampando · 6 years ago
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Ho scritto la bozza di questo racconto di ciò che è stato il viaggio a Barcellona direttamente dall’aereo di ritorno verso casa, dopo due settimane in giro per Spagna e Portogallo, tra surf nell’oceano, più di 50 persone conosciute, lavoro e studio con il team Marketers e tantissime risate in una casa bellissima vicino il centro di Barcellona. 
Ho alloggiato da un’amica e per questo motivo non posso consigliarti hotel o bnb ma posso parlarti di posti da non perdere se vuoi vivere un po’ più da local e meno da turista, ristoranti e birrerie scovate camminando e colazioni buonissime. Cominciamo il nostro viaggio a Barcellona insieme?
COSA VEDERE A BARCELLONA?
Cosa non vedere, si farebbe prima ad elencare quello! Barcellona è continuo stupore ad ogni passo; anche i semplici palazzi residenziali o gli uffici diventano opere d’arte cittadine.
Iniziamo con la classica passeggiata sulla Rambla, arteria principale della città ricca di artisti di strada, fiorai e negozi. Ovviamente trovandoti qui non potrai mancare la visita al mercato della Boqueria: colori, sapori, profumi e voci. Se tutto va bene ti troverai con sei cose da mangiare diverse tra le mani e non sapere da dove iniziare!
Il mio consiglio è di entrare per consumare un pranzo o una merenda salutare a base di succo fresco o frutta appena sbucciata. 
Continuiamo il giro ma prima una precisazione importante: per alcune attrazioni sarà necessario prenotare la visita altrimenti non riuscirai ad entrare, soprattutto per quanto riguarda la Sagrada Familia (che io ho rimandato alla prossima volta, visto che non ci sono arrivata) e il Park Güell.
I costi di ingresso sono diversi a seconda del pacchetto che sceglierai di visite guidate, tour ecc. Ti consiglio comunque di acquistare sui siti principali dei monumenti per risparmiare qualcosina e non dai vari aggregatori.
A Park Güell sarà necessario dedicare almeno 3/4 ore. Prendi il bus che ti porta fin sopra il parco altrimenti ti aspettano delle salite incredibili (alcune fornite di scale mobili ma altre no.) Il biglietto che acquisterai è per la parte monumentale mentre il resto del parco è free. Cerca di essere puntuale alla visita della zona monumentale poiché si entra a scaglioni d’orario. Poi la durata della tua visita non sarà importante, potresti anche rimanere lì dentro ore. Ultima postilla: potrai entrare soltanto una volta, non è consentito entrare ed uscire dalla zona monumentale.
Una passeggiata che non dovrai farti scappare è quella nel quartiere gotico. A me sembrava di essere dentro un libro di storia. Gioiello del Barrio è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria del Mar. Uno spettacolo di arte gotica, maestosa e ricca di dettagli.
Tornando sulla Gran Via arriverai a Casa Batllò, una delle creazioni del grande Gaudì, che è stata riportata a nuova vita e che ancora oggi ha lavori di ristrutturazione all’interno per offrire all’utente un’esperienza sempre migliore. Il biglietto costa abbastanza caro rispetto gli altri monumenti, e io sinceramente mi aspettavo molto di più visto appunto il costo, ma è un monumento che non gode di fondi pubblici dunque gli unici introiti sono proprio i biglietti d’ingresso e le donazioni dei privati. Vi daranno un’audio guida interattiva a tratti divertente, con animazioni e ricostruzioni 3D.
Barceloneta, fusti e relax
Playa de Barceloneta
  Se tra un momento e l’altro vuoi fare un po’ di relax ignorante (esattamente come ho fatto io) a venti minuti di bus o di metro ti aspetta Barceloneta. Ogni volta che passeggio in questa spiaggia mi sento un po’ a Miami. Surfisti, skater, biker, famiglie e gente da ogni parte del mondo. Strutture per allenarsi, chioschi sulla spiaggia, campi da beach volley. (Potrei continuare per ore, dici che si nota che andrei a vivere a Barceloneta subito?)
Nel pomeriggio invece dedicati Montjuic, Plaza de Espana e la fontana magica. Potrai passeggiare nel parco di Montjuic nel tardo pomeriggio, ammirare il tramonto dalle terrazze del belvedere e poi bere una birra in uno dei locali vicini aspettando le 21.30 per poi tornare bambini davanti la Fontana Magica. Noi ci siamo sedute al bordo, con conseguente doccia.
Non era la mia prima volta a Barcellona quindi probabilmente mancano ancora tantissime cose da vedere che io ho un po’ trascurato perché visto altre volte in passato e che potrei segnalarvi ma ho preferito il relax, il buon cibo e il tempo di qualità.
E quindi secondo me, possiamo anche parlare di cibo adesso!
DOVE MANGIARE A BARCELLONA – DA LOCAL
La parte turistica è divertente ma io amo vivere i posti come se fossi una persona del luogo e stavolta mi è anche andata benissimo visto che ero con una mia amica che vive proprio lì.
Iniziamo col dire che Barcellona fa rima con TAPAS! Meglio tradotto da me come LA GIOIA.
Tanti piattini di cose buonissime tutte da condividere per assaggiare di tutto o da mangiucchiare al posto della cena. Quintali di patatas bravas (era una delle mie missioni, che si sappia), melanzane fritte con pangrattato e miele, prosciutto crudo iberico, uova, letti di patate, e toast di avocado sono alcune delle cose che ho divorato!
Ecco qualche nome:
Per la colazione vi consiglio EL ARBOL, vicino la fermata della metro Tetuan: un posticino super hipster con altalene, carte da parati stile giungla e un menu ricco e delizioso. Ogni portata era ottima, gli smoothies eccezionali e grandissima scelta tra dolce e salato.
Per un pranzo veloce vi ho consigliato il mercato della Boqueria ma se vi trovate a Barceloneta allora ZUMOS è il posto da non perdere: succhi freschi, toast e bagel ottimi e grandissima scelta anche per i vegetariani.
Postilla: la mia amica è vegetariana, per questo motivo tutti i posti che vi sto consigliando sono perfetti sia per chi mangia qualunque cosa, anche i tavolini (tipo me), e chi invece preferisce un’alimentazione veg.
Pulled Pork Burger
Corner
Travel Spirit
  Altro posto delizioso dove abbiamo mangiato benissimo e il locale è davvero bello, tutto a tema travel è Mr.Robinson. Io ho mangiato hambuger con pulled pork e patatine fritte e poi un tortino al cioccolato che era commovente per quanto era buono. La mia amica ha preso un burger veg a quanto pare molto buono, insieme abbiamo mangiato anche l’hummus come starter. Eccezionale. Non perdetevi una cena in questo locale!
Vicino Plaza de Espana inoltre avevamo scovato un piccolo ristorante, gestito da un ragazzo italiano, dove abbiamo mangiato benissimo, anche se le porzioni erano davvero mini e i prezzi no. Però il locale è un amore, lui gentilissimo e i piatti sono davvero eccellenti. Sarebbe anche bello ricordarsi il nome, ma no.
QUANDO ANDARE A BARCELLONA?
La mia risposta potrebbe essere SEMPRE perché la amo e andrei a vivere lì domani, senza pensarci. Barcellona però da il suo meglio da Aprile/Maggio fino ad Ottobre, un po’ come il nostro Sud Italia. C’è chi sceglie di fare soltanto un week end a Barcellona, io sono del parere invece che la Spagna vada vissuta per più tempo, per essere capita ed apprezzata in tutte le sue sfumature. La gente è accogliente, sorride, le sensazioni che provo ogni volta sono di leggerezza e concretezza allo stesso tempo. Mi ispira, mi carica, mi coccola. Barcellona è uno di quei posti dove torno sempre, anche se questa è almeno la sesta volta. E sto già pensando ad un break primaverile.
Se vuoi vedere le stories in evidenza del mio viaggio a Barcellona clicca qui!
Inciampando a…Barcellona – da local e da turista Ho scritto la bozza di questo racconto di ciò che è stato il viaggio a Barcellona direttamente dall’aereo di ritorno verso casa, dopo due settimane in giro per Spagna e Portogallo, tra surf nell'oceano, più di 50 persone conosciute, lavoro e studio con il team Marketers e tantissime risate in una casa bellissima vicino il centro di Barcellona. 
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petitefraisejewelry · 7 years ago
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Modi pratici e abbordabili per aderire alla Fashion Revolution tutto l’anno
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{Read the English version here}
La settimana della Fashion Revolution sembra ormai lontana, e come per tutte le ricorrenze si rischia che, una volta passate, ci si dimentichi del loro senso. Vorrei che per me non fosse così, cerco di farmi guidare dai suoi valori tutto l’anno. Per questo motivo sto scrivendo questo post, in cui ti racconto cosa la Fashion Revolution significhi per me e come, anche con un budget piccolino, si possa aderire a questa filosofia etica della moda.
Ma prima di fare un piccolo elenco di modi pratici e abbordabili per partecipare nel nostro piccolo, vorrei presentarti in breve questa Fashion Revolution, se ancora non la conosci, con alcuni estratti dal loro sito. Se sai già di cosa si tratta, salta pure il testo che segue e vai direttamente ai miei suggerimenti :)
Dalla pagina italiana del sito della Fashion Revolution:
La moda è una forza importante, di cui tenere conto nella nostra società. Può suscitare emozioni, provocare, guidare, affascinare.
Il 24 Aprile 2013, 1133 persone sono morte e molte altre sono state ferite quando il complesso produttivo di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangldesh, è crollato.
Fashion Revolution dice: basta!
Crediamo in un’industria della moda che rispetti le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in eguale misura. Insieme, useremo il potere dell’industria della moda per catalizzare il cambiamento e ridare dignità alla catena di produzione.
“Fashion Revolution  vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. –Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.
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immagine presa dal blog di Fashion Revolution
Carry Somers, co-fondatrice di Fashion Revolution: “Non sappiamo più chi sono le persone che fanno i nostri vestiti, quindi è facile far finta di non vedere e come risultato milioni di persone stanno soffrendo, perfino morendo.”
Orsola de Castro, co-fondatrice: ” Fashion Revolution verte sul costruire un futuro nel quale incidenti del genere non succedano mai più. Noi crediamo che conoscere chi fa i nostri vestiti sia il primo passo per trasformare l’industria della moda. Sapere chi fa i nostri vestiti richiede trasparenza, e questo implica apertura, onestà, comunicazione e responsabilità. Riconnettere i legami rotti e celebrare la relazione tra clienti e le persone che producono i nostri vestiti, scarpe, accessori e gioielli – tutto quello che chiamiamo fashion.”
Testo preso dalla pagina italiana del sito della Fashion Revolution.
E ora, alcuni suggerimenti su come aderire alla Fashion Revolution in un modo pratico e per tutte le tasche, tutto l’anno. Alcuni di questi potranno sembrarti banali e scontati, ma credimi, per molte persone purtroppo non lo sono.
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MODI PRATICI E ABBORDABILI PER ADERIRE ALLA FASHION REVOLUTION TUTTO L’ANNO
 Per prima cosa: se uno o più capi d’abbigliamento del tuo armadio non ti piacciono più, NON BUTTARLI VIA!
Se sono ancora in buone condizioni puoi rimetterli in circolo in diversi modi:
-Lo scambio: regalali alle tue amiche/i tuoi amici in cambio di qualcos’altro dello stesso valore. I cosiddetti “swap parties” negli ultimi anni hanno preso piede: puoi organizzarne uno o cercare eventi simili nelle vicinanze;
-Donali a una o più organizzazioni ONLUS che raccolgono vestiti per le persone meno fortunate, o che li rivendono per donare il ricavato a chi ha bisogno;
-Vendili come vestiti di seconda mano: per farlo, puoi servirti per esempio di un’app chiamata Depop, famosa proprio per questo scopo.
Se non sono più in buone condizioni, puoi:
-Servirti del “riciclo e recupero creativo”: cerca su Google o YouTube dei tutorial e progetti su come riciclare o migliorare vestiti che non metti più o che vuoi rendere più “personali”, puoi trovare idee fantastiche! Posso suggerirti di seguire persone come Gaia Segattini e il suo progetto Vendetta Uncinetta (che tra le altre cose ha anche pubblicato il libro “Rinnova il tuo guardaroba: tante idee semplici, facili ed economiche”; inoltre Gaia parla spesso di moda sostenibile, fair trade, artigianato, lavoro al femminile...), Elsie Larson di A Beautiful Mess (tanti progetti bellissimi di cucito, bigiotteria, stampa su tessuto, “paper crafts” e décor) ed Elisa di Sunvibes (che a Mallorca crea la sua linea stupenda di abiti stile boho e gypsy, e organizza spesso workshop di recupero creativo e moda sostenibile) per idee e ispirazioni.
-Se sono proprio messi male, e non c’è modo di recuperarli, puoi sempre tagliarli in pezzi e usarli come pezze per le pulizie: le nostre mamme e nonne l’hanno sempre fatto, e in questo modo non dobbiamo spendere soldi per comprare pezze industriali, che sono sempre fin troppo costose! Sappiamo tutti che la cosiddetta “fast fashion”, essendo spesso molto economica, ci tenta sempre, in particolare se abbiamo bisogno urgente di qualcosa e il nostro portafogli è “leggero”. Lo so molto bene, soprattutto da quando mi sono trasferita a Londra e le spese sono decisamente troppe! In questo caso, cosa possiamo fare? Quando la scelta della fast fashion appare inevitabile, io faccio così:
-Cerco di scegliere qualcosa di cui ho davvero bisogno e so che userò molto;
-Tra tutti i brand di fast fashion, cerco di scegliere quelli di cui mi fido di più, ovvero i “meno peggio”, quelli che mostrano di fare qualche sforzo per avere un minore impatto sull’ambiente e per buone condizioni per i loro lavoratori;
-Dopo aver acquistato un capo fast fashion, davvero lo indosso molto, cercando di non sprecare il lavoro delle persone che lo hanno realizzato e le risorse usate per produrlo.
Ma se puoi, cerca di fare quanto segue:
-Compra vintage, seconda mano e dai negozi (o outlet) che vendono fondi di magazzino e vecchie collezioni, dove puoi trovare molte occasioni a un prezzo piccolo. Devi solo portare pazienza e cercare diverse volte, l’occasione è dietro l’angolo! Puoi trovare negozi vintage nelle città più grandi, oppure puoi cercare su internet. Per esempio, su Etsy.com trovi, oltre alla più famosa sezione di handmade, anche una sempre più grande sezione dedicata al vintage.
-Compra da brand indipendenti e dagli artigiani/makers/designers indipendenti! Ovviamente questa scelta è di solito un po’ più costosa rispetto ai capi di seconda mano o ad alcuni pezzi vintage (ma non è sempre vero: puoi trovare anche qualcosa di abbordabile e allo stesso tempo di buona qualità, ma fai attenzione! Non fidarti di chi -anche tra i makers e i brand indipendenti- propone prodotti troppo a buon mercato!), ma puoi fare come me: se davvero amo un capo, cerco di mettere da parte a poco a poco la cifra necessaria. Oppure creo una “wishlist” -lista dei desideri- che poi passo con nonchalance per le occasioni speciali (compleanno, ricorrenze, Natale) alle persone che mi vogliono bene ;)
Comprare dagli artigiani e dai brand indipendenti può fare la differenza: aiuterai una persona che si è creata il suo lavoro a partire dalle proprie creatività e abilità, e che mangia, paga le bollette e le spese, va in vacanza grazie alle vendite delle sue creazioni; inoltre compri da una persona che puoi vedere, con cui puoi parlare e con cui ti puoi confrontare, da cui potrai farti raccontare come nascono le sue creazioni.
E’ una scelta etica: aiuti l’ambiente e le persone coinvolte nella realizzazione vengono pagate (di solito) il giusto per il loro lavoro.
Cominciamo con il selezionare uno o due punti in questa lista e a lavorarci su, pian pianino ci verrà più facile applicare anche gli altri. Ricordiamoci che gli oceani sono fatti di tante piccole gocce. Ogni goccia fa la differenza. Una di quelle gocce possiamo essere noi :)
Qui sotto puoi vedere delle foto di me che indosso alcuni dei miei pezzi handmade preferiti :) ne ho altri nell’armadio, che prima o poi fotograferò ;)
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Qui indosso un vestito + basco Carolina Emme; Londra 2018
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 Qui indosso un vestito Fils de Rêves; Algarve, Portogallo, 2015 
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Qui indosso maxigonna Fils de Rêves; Mallorca, 2018. La gonna è un acquisto del 2014 
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Qui indosso una maxi gonna realizzata da mia mamma. Milano, 2016.  L’ha creata per me nel 2013. Mia mamma ha sempre cucito vestiti per me e le mie sorelle da quando eravamo piccolissime; ho imparato ad amare il fatto a mano soprattutto grazie a lei :)
Il mio sito internet: www.petitefraisejewelry.com Il mio shop Etsy: www.petitefraise.etsy.com Il mio Instagram: instagram.com/petitefraisejewelry/
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viaggiatori · 7 years ago
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La capitale del Portogallo è senz’altro una città che aspetta di farsi scoprire. Lisbona è rimasta sempre fedele a sé stessa come si evince dalle sue pittoresche strade, meravigliosi scorci, i suoi Azulejos e la sua coloratissima architettura ma anche e soprattutto, dall’evidente contrasto tra palazzi nuovi e in buone condizioni letteralmente confinanti con strutture abbandonate a sé stesse, bruciate e lacerate dall’inesorabile passare del tempo. La sua storia e il suo patrimonio suggeriscono più di una visita.
Essendo una città molto visitata e neanche troppo lontana, si sa tutto o quasi del posto ma viverla è certamente ben altra cosa. Una settimana potrebbe non bastare per esplorarla a dovere.
I quartieri dell’Alfama e di Baixa sono incantevoli proprio come lo sono zone più moderne come il Quartiere Marco Polo o il Parque das Nacoes dove si trova il più bell’acquario d’Europa. Naturalmente l’imponente ponte del 25 aprile – che tanto ricorda il Golden Gate Bridge di San Francisco – rappresenta una tappa obbligata. I punti da dove osservarlo sono sicuramente molti tenendo conto della vastità di spazio a disposizione.
Pertanto, ogni posto merita una sosta e un’osservazione magari da seduti godendosi la brezza dell’atlantico. Consiglio di farlo di fronte alla moderna struttura del Maat – museo intrigante -. La placa do comercio, punto nevralgico della città.
Di cose da fare ce non sono veramente tante. Diciamo pure che pure un soggiorno di 3-4 giorni dovete recarvi alla stazione di Rossio da dove potete collegarvi in tutti punti della città davvero efficientemente collegata. Tram 28 e visita del Barrio Alto ovviamente sono sottointese.
Se avete tempo non posso che consigliarvi di lasciarvi travolgere dalla città passeggiando di quartiere in quartiere. Il quartiere di Belem (dove trovate l’omonima torre) vi permetterà di godere del panorama migliore che potete trovare in città insieme a quello dell’elevator de Santa Justa.
Muoversi è agevole e facile la metro costa 1.40€ a tratta ma dovete necessariamente munirvi di un ticket della durata di un anno presso gli appositi distributori automatici e ricaricarla a piacimento. Il ticket giornaliero è di 6€ per 24H. La città offre alloggi di ogni tipo e di ogni prezzo per i viaggiatori senza particolari pretese si trovano ottimi bnb da 40/50 euro a notte.
Parlando di cibo si mangia davvero bene. Il baccalà viene servito in molti modi e con varie pietanze – è buonissimo – ma l’esplosione di gusti la trovate al Mercado da Ribera di fronte alla stazione di Caios do Sodré in cui ci sono tanti ristoranti che cucinano cibo locale ed etnico.
Lisbona però offre anche nelle sue zone limitrofe autentiche perle come Sintra. L’incredibile varietà dei suoi edifici, i suoi lussureggianti giardini e il suo inconfondibile scenario non possono non essere apprezzati.  Questo comune – a 30 mn di treno dalla città – si trova nel distretto di Lisbona. È un importante centro della regione storica dell’Estremadura all’estremo nord della Serra.
I punti da visitare sono molti, io nella fattispecie ho visitato con piacere Sintra centro storico,  Palácio e Quinta da Regaleira, Castelo dos Mouros – Sintra Palácio Nacional da Pena. Camminando per le sue strade si ha la sensazione di essere in un posto sospeso nel tempo ai limiti con la fantasia. I suoi toni fiabeschi gli conferiscono un’atmosfera rilassante che vi farà sentire bene.
Cosa vedere in Portogallo: l’incantevole Lisbona e la perla Sintra La capitale del Portogallo è senz’altro una città che aspetta di farsi scoprire. Lisbona è rimasta sempre fedele a sé stessa come si evince dalle sue…
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ludilabel-it · 7 years ago
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RICETTA: Pão de Ló du Portugal
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Un dolce molto soffice e leggero tipico del Portogallo che si mangia a Pasqua o a Natale. Conosciuto anche come Sponge Cake (dolce spugna), ed era molto apprezzato dalla regina Vittoria. 
Ricetta per uno stampo a ciambella medio
5 uova 
5 cucchiai di farina 
5 cucchiai di zucchero 
un cucchiaio di lievito chimico 
Per prima cosa preriscaldare il forno a 180°C Separare i tuorli dagli albumi, montare gli albumi a neve con un pizzico di sale. In un altro recipiente unire lo zucchero e i tuorli. Setacciare la farina e unirla all’impasto insieme al lievito. Incorporare il tutto con gli albumi. Versare tutto delicatamente in un ruoto (possibilmente ricoperto con carta da forno) e mettere in forno per una ventina di minuti controllando la cottura di tanto in tanto.
 Potrete personalizzare questa ricetta secondo i vostro gusti aggiungendo sciroppo alla frutta o al cioccolato, al caffè, al limone, etc. 
 Ricetta proposta da Kevin, Traffic Manager di Ludilabel
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lillyslifestyle · 1 year ago
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Portogallo a tavola: 5 piatti di pesce (ricette)
Portogallo a tavola: 5 piatti di pesce senza baccalà
Ancora una volta mi sento in dovere di sfatare il mito che in Portogallo si mangia solo baccalà. Ho già consigliato numerosi piatti di carne e pesce che non contemplano il “fedele amico” (non è il cane non temete ma il nomignolo che i portoghesi hanno affibiato al baccalà). Cosa propongo? Cinque piatti di mare dove il baccalà non ha diritto di entrata. Pronti a prender nota e a cimentarvi in…
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lillyslifestyle · 4 years ago
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Portogallo in cucina: cosa si mangia a carnevale?
Portogallo in cucina: cosa si mangia a carnevale? #carnevale #portogallo
Buon Carnevale a tutt*! Dopo avervi raccontato cosa si mangia a Natale e Capodanno in Portogallo non potevo non consigliarvi dei piatti portoghesi “caserecci” da preparare a Carenvale. Pronti a prender nota per la vostra spesa? COSA PREPARARE PER IL CARNEVALE? Il piatto tipico del Carnevale (come la nostra lasagna per intenderci) è la Feijoadas de Carnaval (fagiolata), la più famosa sicuramente…
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Pasqua in Portogallo, le tradizioni
Pasqua in Portogallo, le tradizioni #pasqua #pillolediportogallo
Dopo avervi parlato delle tradizioni natalizie in Portogallo non potevo cavarmela senza un articolo dedicato alla Pasqua, le sue tradizioni in Portogallo e, naturalmente, cosa mettere a tavola. Volete sapere cosa si mangia durante il periodo pasquale qui? Non vi resta che continuare a leggere.
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Prima di cominciare ad elencarvi le tradizioni ed i piatti pasquali voglio informarvi che quiin…
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lillyslifestyle · 4 years ago
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10 Salgadinhos da mangiare in Portogallo
10 #Salgadinhos da mangiare in #Portogallo
Partiamo dal principio. Cosa sono i salgadinhos (si pronuncia salgadignush)? Sono dei rustici portoghesi che si mangiano a qualsiasi ora del giorno e della notte qui in Portogallo. Dopo avervi consigliati i “5 cibi imperdibili” ed i “dolci portoghesi” da mangiare a Lisbona, oggi vi farò salivare sul vostro pc con 5 opzioni salate, economiche e deliziose. Dimenticate le diete, ora si mangia! 1-…
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Dolci di Natale portoghesi e i dubbi amletici di un'italiana in Portogallo
Dolci di Natale portoghesi e i dubbi amletici di un’italiana in Portogallo
Quando si espatria all’estero spesso si fa a lotta tra le tradizioni della terra natale e quella della terra che ci accoglie. Io amo la gastronomia portoghese e non sono una di quelle italiane che deve assolutamente mangiare prodotti italici per sopravvivere, anzi. A Natale però….
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Panettone o Bolo Rei? questo è il problema….
Che non me ne voglia William Shakespeare ma uno dei momenti, uno dei…
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Siamo giunti al racconto della nostra seconda tappa costiera alla scoperta del Mozambico, la perla dell’Africa come molti la definiscono. Oggi voglio parlarvi di Tofo, delle sue spiagge e del nostro indimenticabile incontro con lo squalo balena. Siete comodamente seduti?
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Facilmente raggiungibile da Maputo in auto (qualsiasi), circa 500km, Tofo fa parte della provincia di Inhambane. Lungo il litorale che passa da Quissico fino ad arrivare alla provincia di Sofala è una lunga lingua di sabbia fina, palme da cocco e un mare azzurrissimo. Non per nulla è su questo litorale che è stata aperta la Scuola Superiore di Hotelleria e Turismo.
Forse in Italia non è una meta molto conosciuta ma in Portogallo ad esempio è rimasta nella memoria comune grazie ad una telenovela che si chiamava «A Jóia de África».
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Durante il colonialismo questa piccola baia era frequentatissima dai coloni che vivevano a Inhambane, il capoluogo. Oggi, Tofo non ha perso la sua fama sopratutto per la vicinanza da Maputo (calcolate che lì le distanze sono diverse e per i mozambicani farsi 1000km di auto per un fine settimana è normale).
A differenza di Xai-Xai, le spiagge di Tofo sono molto ambite dai locali e dai sudafricani. Numerose sono le scuole di immersione, safari oceanici e attività varie proposte anche in periodi di bassa stagione.
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Noi siamo stati fortunati perché abbiamo scelto la seconda settimana di ottobre, proprio pochi giorni dopo la riapertura delle scuole e quindi di bagnanti sulle spiagge, solitamente affollatine, li potevamo contare sulle dita.
Vale sempre la nostra strategia, quella di trovare un alloggio lontano dagli hotel e dai bar notturni anche se non troppo per approfittare degli aperitivi. Durante le mie ricerche online mi sono subito innamorata delle cabine sulla spiaggia della Liquid Dive Adventures.
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Arriviamo verso ora di pranzo e dopo la registrazione e la presa di possesso del nostro alloggio da sogno, decidiamo di mangiare al ristorante interno l’Happi, un ristorante vegetariano da far invidia a molti chef stellati.
Alla Liquid il rispetto del corpo e della natura è la legge suprema e non lo si nota appena dal ricco menù vegetariano ma anche dal rispetto che hanno per la fauna e la flora marina. Fanno anche parte del PADI Green Star centre. Non sapete cosa sono?
I PADI Five Star Dive Center sono centri sub all’avanguardia che incoraggiano la responsabilità ambientale e forniscono una gamma completa di programmi educativi PADI. Questi centri promuovono attivamente i benefici della subacquea ricreativa dello snorkeling, dei viaggi subacquei e della protezione ambientale. Maggiori informazioni.
  Rifocillati andiamo alla scoperta della famosa spiaggia dal mare molto più calmo di quello di Xai-Xai. Dopo pochi minuti a piedi arriviamo dove c’è la più alta concentrazione di hotel e quindi incontriamo un gruppo di bagnanti, venditori di acqua di cocco ed altra merce e numerosi bambini in acqua che giocavano e noi li seguiamo subito.
Purtroppo verso le 16:30 comincia a far frescolino e decidiamo di tornare al nostro alloggio per una doccia rapida ed un cambio d’abito in vista di un aperitivo in spiaggia prima di cena. È l’orario giusto per incontrare i pescatori che tornano a casa dopo una proficua pesca.
Per il nostro primo aperitivo non potevamo che approfittare della vista della Liquid, un tavolo direttamente sulla spiaggia per sorseggiare un vino bianco sudafricano e la mia amata mandioca fritta.
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L’indomani sveglia presto per la colazione, dopo una bella nuotata nell’oceano, che diventa il nostro rituale mattutino e pomeridiano, decidiamo di andare ad Inhambane, il capoluogo della regione. Strada facendo facciamo una sosta al supermercato, al benzinaio e ad un negozio di sartoria locale dove vendono anche la mia amata capulana a prezzi accessibili. Non sono meravigliose? Ovviamente, non ho resistito e ne ho comprata una che adesso fa da copriletto in stanza.
INHAMBANE dove arrivò vasco da gama
Alloggiando a Tofo non potevano non organizzare una visita a Inhambane. Anche se è il nucleo urbano coloniale meglio conservato del Mozambico non è una città da visitare aspettandosi chiese, palazzi o luoghi d’interesse ma è una cittadina interessante per capire come queste zone lontane dalla capitale si sono evolute nel tempo. Questo però non toglie nulla al fascino della città se si pensa anche che fu qui che, secondo alcuni documenti storici. Vasco da Gama arrivò il 10 gennaio del 1498.
Lasciamo l’auto non distante dal molto dove partono i traghetti e le piccole barche stracolme di persone, Quello che notiamo subito sono i rosa fenicotteri che cercano cibo sul bagnasciuga.
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Un acquazzone ci sorprende mentre curiosiamo sul molo e parlottiamo con i pescatori che stanno abbassando la vela della loro dhow, la barca di legno tradizionale.
I goccioloni d’acqua si fanno più intensi ed abbiamo appena il tempo di entrare al volo nel bar ristorante del molo, proprio di fronte la biglietteria, prima della tempesta. Il bar ha un bel terrazzo coperto sulla laguna e noi ci accomodiamo per goderci la pioggia. Bisogna attendere e quindi chiediamo qualche stuzzichino per farci compagnia. Direi che la vista non era niente male.
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Intanto la pioggia cessa e noi possiamo continuare a curiosare senza meta tra le stradine ed i negozi della cittadina. Ad un certo punto sentiamo un gruppo di persone che cantano allegramente nella piazzetta vicino il molo
Curiosi come siamo ci avviciniamo e scopriamo essere un matrimonio. Abituati in Europa a lasciar spazio alla privacy di momenti familiari così intimi ci stupiamo quando la madrina della sposa ci invita a fotografarli e a star con loro in questo momento di gioia. Se fossimo rimasti ancora un po’ son sicura che ci avrebbero invitato alla festa, ma siam pur sempre europei, salutiamo, rinnoviamo gli auguri e ci allontaniamo discretamente.
Prima di lasciare Inhambane approfittiamo per prelevare altri contanti, esistono vari bancomat in città ed anche benzinai nel caso ne abbiate bisogno. Ritorniamo all’auto e torniamo tranquillamente a Tofo.
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COSA FARE A TOFO
Oramai avete capito che non siamo tipi da perder tempo stesi in spiaggia e quindi le nostre giornate a Tofo sono sempre state pienissime. Cosa abbiamo fatto?
OCEAN SAFARI
Una delle attività imperdibili a Tofo, anche se non farete immersioni, è un Ocean Safari. Il nome mi fa sempre un po’ sorridere perché penso ai safari (fotografici ovviamente) in gip nella savana, qui invece si fanno su un gommone a tutta velocità.
Prenotiamo un safari oceanico alla Liquid Dive Adventures. Appuntamento alle 10:30: rapido cambio d’abito, breve spiegazione sulla sicurezza e il rispetto della fauna marina e poi dritti in spiaggia.
Non aspettatevi il classico giro in barca da turista apatico ma una vera e propria avventura. Dovrete esser voi ad aiutare a portare l’imbarcazione nell’acqua, vi sederete sui laterali (non ci sono le sediole) e vi reggerete con corde e fasce per i piedi così da non esser catapultati fuori in mare.
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Il viaggio comincia tra spruzzi d’acqua ed onde ma siamo tranquilli visto che il nostro capitano naviga da quando aveva 12 anni ed ora i 30 li ha superati. È un mago a destreggiarsi tra le onde. Avvistiamo le nostre prime balene che riposano in superficie, c’era anche il cucciolo.
Il momento più emozionante? Vedere lo squalo balena che passa sotto la nostra imbarcazione. Si notavano perfettamente le sue macchie scure. È il momento di tuffarci e nuotare un po’ con lui senza disturbarlo e assolutamente senza toccarlo.
CURIOSARE NEL MERCATO
Tutti i giorni a Tofo esiste un piccolo mercato dove potrete trovare di tutti, dalla frutta al pesce, dalla capulana ai souvenir vari. I prezzi li ho trovati più cari di Maputo ma è stato bello trascorrere un’oretta a parlare con i venditori che sono sempre disponibili e pronti per una bella chiacchierata anche se non comprerete nulla.
Il mercato si trova a due passi dalla spiaggia e a pochi minuti a piedi da qualsiasi alloggio abbiate sulla Praia do Tofo.
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Prima di lasciarvi a sognare di organizzare anche voi questo viaggio, che vi consiglio vivamente, voglio scrivervi alcune informazione utili su un possibile pernottamento sulla spiaggia di Tofo.
DOVE DORMIRE
Non è da tutti poter dormire cullati dal suono dell’oceano. Svegliarsi la mattina, aprire le tende e trovarsi l’oceano Indiano che ci da il buongiorno e nemmeno è da tutti poter far colazione praticamente in spiaggia mentre osserviamo balene e delfini giocare tra le acque. Tutto questo e di più è possibile presso la Liquid Dive Family. 
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Il progetto della Liquid è nato dopo un viaggio per il mondo di una coppia di finlandesi simpaticissimi che arrivano alla Praia do Tofo. Si innamorano subito del luogo dopo aver visto le balene e decidono di trasferirsi ed aprire la Liquid Dive Adventures. Era il 2014.
La Liquid, oltre ad essere un paradiso per rilassarsi è il luogo ideale per chi, come noi, non ama vegetare sulla spiaggia ma ha sempre bisogno di fare attività. La Liquid è anche 5* PADI Dive Centre e quindi ideale per gli amanti delle immersioni o per chi volesse imparare, esistono corsi per prendere il brevetto.
Non dimentichiamoci che non è possibile in tutte le spiagge del mondo poter aver la fortuna di incontrare i “Big Stuff”: le megattere, le mante, gli squali balena, gli squali martello, le tartarughe ed i delfini. Cosa volete di più?
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DOVE MANGIARE A TOFO
Per chi mi legge già da un po’ sa benissimo che quando viaggio amo mangiare solo ed esclusivamente cibi e piatti locali, se la mia dieta in assenza di carne lo permette. Qui in Mozambico è il paradiso per il mio stomaco e le mie papille gustative per la quantità di verdure, frutta, frutti di mare, pesce e crostacei a prezzi economicissimi.
Detto questo, ecco la lista dei ristoranti dove abbiamo mangiato a Tofo.
HAPPI RESTAURANT presso la Liquid Dive Adventures. Ideale per chi, come me, non mangia carne e vuole fare una pausa dalle deliziose aragoste e crostacei che si possono gustare a pochi passi dalla spiaggia.
Praticamente sulla spiaggia dove servono la colazione, pranzi vegetariani appetitosi e gli aperitivi è un’idea che nasce da Kalle ed Emma. Il ristorante propone menù vegetariani utilizzando prodotti freschi locali. Maggiori informazioni. [Le foto in basso sono di proprietà del ristorante Happi].
A Tofo esistono numerosi ristoranti capanne dove si mangia benissimo e si spende pochissimo. Noi durante i nostri quattro giorni a Tofo abbiamo mangiato quasi sempre al Sombras Bar e al Branko’s. Unici ristoranti che non proponevano pizza, fushion e affini ma cucina locale.
SOMBRAS BAR credo sia dove abbiamo mangiato più spesso. Ottima l’aragosta ed il misto di mare. Il servizio è semplice, un po’ lento ma chi ha fretta in vacanza? La cuoca è sempre molto attenta anche al servizio in sala. Lo consiglio vivamente, sopratutto per le aragoste e il misto di mare. È stato simpatico anche vedere la partita di calcio Mozambico- Namibia con i locali. Purtroppo però perse (1-2) all’ultimo minuto di recupero.
BRANKO’S altro ristorante capanna che consiglio per l’offerta di cucina locale. Simpatico mangiare a tavola cucinando il cibo direttamente su una pietra rovente che arriva dalla cucina. Consiglio il curry di gamberi e le vongole giganti.
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APERITIVI A TOFO
Per l’aperitivo troviamo un bar con musica in terrazza appena l’ultimo giorno, solitamente approfittavamo dell’Happi vista oceano. Entriamo al GUJUS SUNSET BAR che ci avevano consigliato per avere una vista al tramonto molto romantica sulle palme.
Scopriamo poi esser anche un ristorante indiano ma noi abbiamo approfittato del terrazzo appena per l’aperitivo anche perché a differenza dei ristoranti vicino la spiaggia qui saremmo stati divorati dalle zanzare.
Abbiamo anche provato il DATHONGA ma dopo aver chiesto tre ordinazioni ed ogni volta ci veniva detto che non ne avevano (nemmeno un bicchiere di vino qualsiasi e la birra locale, mica abbiamo chiesto uno spritz), ce ne siamo andati. Consiglio però di visitare la loro galleria d’arte africana, molto interessante.
Il mio resoconto della seconda tappa di questo viaggio sulla costa mozambicana di conclude qui. Presto vi racconterò della terza tappa, Bilene e il suo lago. Restate sintonizzati.
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[Prossimamente]
BILENE
COSA MANGIARE IN MOZAMBICO
IL VIDEO DEL VIAGGIO
  Mozambico, TOFO il regno dello squalo balena Siamo giunti al racconto della nostra seconda tappa costiera alla scoperta del Mozambico, la perla dell'Africa come molti la definiscono.
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Chi sta organizzando un viaggio per visitare il Mozambico dovrà inevitabilmente passare per Maputo, la capitale. Durante le mie ricerche online, per la preparazione al viaggio, in quasi tutti gli articoli letti si diceva che “non vale la pena visitare la capitale”. Non posso che non approvare questa affermazione. Volete saperne di più? Continuate a leggere.
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Come vi dicevo non concordo sui commenti negativi rivolti a questa città. Credo sia abbastanza ovvio sostenere che non è una città monumentale, non è mica una città europea, ma questo non significa che non sia interessante visitarla. Basta avere l’animo curioso ed uscire un po’ dai classici percorsi.
Forse siamo stati avvantaggiati dalla lingua ma vi assicuro che Maputo è una città da vivere più che visitare. Detto questo credo sia d’obbligo da parte mia stilare una lista di luoghi d’interesse da visitare se arriverete a Maputo non solo per un transito aereo.
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COSA VISITARE
I luoghi d’interesse non sono molto distanti tra di loro. Qui di seguito potete visionare un possibile itinerario, quello che abbiamo seguito noi, per la visita della città.
Se non siete buoni camminatori potete avvalervi di taxi (questo il contatto di uno di fiducia, Signor Salvador +258 844751660) oppure di Tuk Tuk (questo il contatto del nostro autista, Ivan +258 845929283). Io però consiglio di camminare per poter ammirare e curiosare tra una meta e l’altra.
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MERCATO MUNICIPALE
Non potevo non cominciare la lista dei luoghi imperdibili di Maputo se non con il mercato. Si legge sulla facciata che è stato inaugurato nel 1901 (ma questa data rappresenta in realtà l’inizio della costruzione e non di apertura) e all’epoca si chiamava Mercado Vasco da Gama de Lourenço Marques. Resta comunque il più antico della capitale.
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I mercati per me sono fonti inesauribili di informazioni su un popolo. Il cibo racconta molto, basta saperlo ascoltare.
Siamo andati al mercato con un mio amico angolano che vive a Maputo da diversi anni. Abbiamo allegramente chiacchierato con le venditrici ed ovviamente fatto scorta di frutta secca per gli aperitivi e souvenir di viaggio, preferisco quelli appetitosi.
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Non perdete quest’occasione di scoprire il cibo locale, i venditori saranno lieti di farvi assaggiare di tutto. I prezzi sono bassissimi ma dovete saper contrattare visto che non sono esposti.
Quando uscirete non dimenticate di assaggiare le badja, frittelle di fagioli che friggono in pentole per strada. Sono deliziosi, ne avrei mangiate a quintali ed ovviamente accompagnate dai golosissimi caju.
DOVE: Avenida 25 de Setembro.
STAZIONE FERROVIARIA
La primitiva stazione era una costruzione in legno e zinco che fu inaugurata l’8 luglio del 1895. La stazione collegava Lourenço Marques (antico nome di Maputo) e Transvaal.
L’attuale stazione invece fu costruita tra il 1904 e 1910. L’inaugurazione fu celebrata il 19 marzo del 1910 ed oggi collega lo Swaziland (linea Goba), il Sudafrica (linea Ressano Garcia) e lo Zimbabué (linea Limpopo).
A differenza di quello che si dice in giro, Gustave Eiffel non c’entra nulla con questa stazione, la magnifica cupola che la sovrasta non è di sua opera (fonte ufficiale). Esistono documenti che comprovano la sua fabbricazione in Sudafrica e non in Inghilterra a causa della Prima Guerra Mondiale. Questo però non vuol dire che non valga la pena una visita anche se rapida.
Per conoscere meglio la storia di questa stazione vi consiglio, quando sarete lì, una visita al piccolo ma ricco museo dedicato alle ferrovie. Un museo giovanissimo inaugurato appena l’11 giugno del 2015.
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Eletta la 3ª stazione di bella del mondo dal Times, è sicuramente una perla architettonica nel caos dell’edilizia della capitale mozambicana.
DOVE: Praça dos Trabalhadores.
CASA DI FERRO
Una delle strutture più insolite che troverete a Maputo, la casa di ferro è un prefabbricato commissionato al Belgio dallo studio di Gustav Eiffel che doveva essere la casa del governatore mozambicano in Sudafrica.
La prima ubicazione della casa fu Avenida 5 de Outubro (attuale Josina) nel 1892. A causa del materiale usato e delle alte temperature, come potete immaginare, non fu mai utilizzata come dimora prevista. Fu poi smantellata nel 1972 e rimontata come edificio storico nei pressi del giardino botanico.
Nel 1974 è trasformata trasforma in museo dei servizi geografici e nel 2014 è ulteriormente restaurata ed oggi è la sede della Direzione Nazionale del Patrimonio Culturale. Visitabile gratuitamente con aria condizionata, non temete.
DOVE: Avenida Samora Machel.
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FIERA ARTIGIANATO, Fiori e GASTRONOMIA
La FEIMA, Feira de Artesanato, Flores e Gastronomia, è stata una delle nostre prime tappe. Arrivati alle 6:30 del mattino (con quasi 11 ore di volo senza dormire sulle spalle) dopo un check-in e una doccia rapida in hotel ci catapultiamo in strada. Per sgranchirci le gambe decidiamo di andare alla fiera a piedi dal nostro alloggio.
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Lo spazio, inaugurato nel 2010, è molto gradevole, un polmone verde e colorato nella grigia e caotica Maputo. Subito una spruzzata di colori con le magnifiche capuane ed i dipinti su stoffa che ondeggiano con la brezza marina.
  Dopo aver curiosato tra le varie bancarelle, così ci siam fatti anche un’idea dei prezzi che ci saranno utili per futuri acquisti, lo stomaco comincia a reclamare. Decidiamo di restare a pranzo in questo gradevole giardino e mangiamo da Mamma Mia.
Vi assicuro che non avevo letto il nome ma mi son fondata per i piatti tipicamente mozambicani che proponevano nel menù esposto. Lo sapete che mangio solo locale quando posso, tranne se si mangia solo carne che non fa parte della mia alimentazione.
DOVE: Avenida Martires da Machava.
NUCLEO DI ARTE
Il Núcleo de Arte è un’organizzazione culturale che ha lo scopo di promuovere e valorizzare le arti plastiche in Mozambico. Operativo sin dal 1921 è istallato in un’antica casa coloniale. Uno degli artisti più famosi che frequentava lo spazio era lo scultore Chissano, niente male non credete?
Oltre la galleria, che merita una visita, vi consiglio di uscire e circondare l’edificio per curiosare nel garage/giardino trasformato in uno spazio atelier comunitario per gli artisti locali.
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La domenica pomeriggio organizzano solitamente concerti di musica dal vivo nel patio. Noi ovviamente non ce lo siamo fatti scappare ed era anche la nostra ultima notte mozambicana.
DOVE: Rua de Argélia, 194.
  FONDAZIONE FERNANDO LEITE COUTO
L’ho scoperta per caso camminando, visto che era a due passi dalla nostra guesthouse. Siamo entrati per un aperitivo riposante dopo chilometri di marcia a piedi per la città.
Purtroppo non è molto pubblicizzata ed è per questo che non l’avevo trovata durante le mie ricerche online di preparazione al viaggio. Il bello dei viaggi comunque è anche questo, lasciarsi sorprendere dal luogo che visitiamo.
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La Fundação Fernando Leite Couto fu fondata dal mio scrittore mozambicano preferito Mia Couto, ovvero António Emílio Leite Couto, familiare di Fernando Leite Couto poeta, giornalista ed editore che contribuì notevolmente alla diffusione della letteratura mozambicana.
 Gostaria Que a minha vida fosse como uma casa: Janelas abertas aos sonhos Portas abertas aos outros.” FLC
Fernando Leite Couto si spense il 10 gennaio del 2013 presso Maputo, la famiglia decide di proseguire la sua opera di promozione di giovani talenti letterari e non solo ed è per questo che crea la fondazione.
Siamo stati veramente fortunati perché durante i nostri giorni a Maputo hanno inaugurato un’interessantissima mostra di maschere africane, create con rifiuti, dell’artista Mudungaze Dinguiraye. Quella sera ho anche avuto la piacevolissima sorpresa di incontrare Mia Couto.
DOVE: Avenida Kim Il Sung, 961.
MAFALALA
Premetto che di questo quartiere ve ne parlerò in maniera più approfondita con un articolo esclusivo, in quanto il progetto è troppo importante per riassumerlo in poche righe.
Mafalala è un centro di cultura e storia del Mozambico, fu in questo quartiere popolare che nacquero grandi nomi come alcuni presidenti Samora Machel e Joaquim Chissano, il calciatore Eusebio, musicisti ed altri artisti del calibro di Wazimbo e Tabasile. Per non parlare della rivoluzione per l’indipendenza nata proprio tra le quattro pareti di una casa di Mafalala.
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Durante il nostro tour guidato da Ivan (in italiano), presidente dell’IVERCA l’associazione che si sta battendo per cambiare le condizioni sociali di questo quartiere, abbiamo visitato una Maputo completamente diversa. Una passeggiata fuori dalle rotte turistiche per inoltrarci, anche se per poche ore, nella realtà quotidiana dei mozambicani.
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Con Ivan abbiamo scoperto molto del fermento culturale e politico del periodo pre e post indipendenza a seguito della rivoluzione dei garofani in Portogallo nel 1974.
Abbiamo visitato una scuola comunitaria nella quale l’associazione ha creato una biblioteca, corsi per imparare l’uso del computer ed ha anche istituito delle borse di studio per le bambine con la speranza di allontanarle dal mondo della prostituzione.
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Per concludere il tour, dopo una breve sosta alla sede centrale dell’associazione e un sopralluogo al futuro museo dedicato a Mafalala, quasi pronto, abbiamo assistito a sorpresa ad uno spettacolo di danza tradizionale Tufo.
Presto pubblicherò il video ma intanto vi lascio un piccolo frammento video e una foto con la Mama, cuore del gruppo femminile di danza di Mafalala.
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MERCATO DEL PESCE
Per mancanza di tempo non siamo riusciti a farci un salto ma non mancherà quando torneremo a Maputo in un futuro prossimo. Situato sulla panoramica Avenida da Marginal a pochi passi dal Clube Marítimo è ideale per una pausa pranzo.
Potrete comprare pesce e crostacei freschi e poi farveli cucinare nelle baracche al lato che vi grilleranno tutto per pochi euro, potrete poi stesso da loro comprare contorni e bibite per un pranzo di mare freschissimo.
DOVE: Avenida Marginal.
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Foto: jorgecoelhoferreira.com
DOVE E COSA MANGIARE
Dite la verità, con una lista così ricca intanto vi è venuta una gran fame? Eccoci arrivati al momento goloso dell’articolo, dove e cosa mangiare a Maputo.
PIATTI IMPERDIBILI
Sui piatti e le prelibatezze mozambicane dedicherò un articolo esclusivo, con tanto di ricette, ma intanto voglio consigliarvi alcuni piatti che abbiamo provato proprio nella capitale e che lungo la costa non abbiamo più trovato.
La MATAPA DI CARANGUEJO una salsa di foglie di mandioca con cocco e anacardi nella quale si cucina il granchio. Primo piatto mozambicano che ho provato ed amato al primo boccone. La MUCAPATA un piatto di riso, fagioli soroco e coco, la TIMBAWENE una fagiolata di gamberi con pomodori, Non vi so dire quale sia stato il più buono, sono tutti da provare.
I RISTORANTI
MAMMA MIA Uno dei ristoranti che troverete nel cuore centrale della FEIMA la fiera dell’artigianato, fiori e gastronomia di Maputo. È un ristorante dal nome e proprietario italiano ma oltre ai piatti italiani (non posso consigliarveli perché non li ho provati) propone un menù 100% locale.
FUNDAÇÃO FERNANDO LEITE COUTO Un ristorante dai sapori mozambicani fusi con i piatti portoghesi, è ideale per una cena speciale e romantica. Noi ci siam tornati più volte per l’aperitivo. Ha una lista interessante di vini sudafricani.
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NÚCLEO DE ARTE Non è un ristorante ma la domenica quando organizzano i concerti di musica dal vivo preparano un barbecue con ottimi ed economicissimi panini di carne alla brace. Io ho optato per dei rissois di camarão (panatine di gamberi) molto piccanti.
STREET FOOD Per strada troverete numerosi venditori di cibo. Vale sempre la legge dell’ “attenti allo stomaco debole”. L’igiene è sul limite. Io ho provato i Badja le polpettine di fagioli fritte fuori al mercato municipale. Ho notato molti venditori di chamuças (quei triangolini indiani farciti di carne, pesce o verdure molto speziati), rissois, uova sode e frutta secca che potranno esservi utili per dei pranzi fugaci mentre visitate la città.
DOVE DORMIRE
Sicuramente consiglio la Guesthouse Orquidea Spa & Restaurant. No, non è stato uno dei miei sponsor di viaggio ma quando trovo delle realtà locali che, pur presentandosi in forma modesta, riescono ad essere eccellenti ed offrire un servizio di ottima qualità non posso che consigliarle.
DOVE: Rua Kibiriti Diwane, 229. Se volete approfittare del 10% di sconto che offro ai miei lettori, prenotate cliccando qui.
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Siamo giunti alla conclusione di questo lungo articolo. Spero che tutte le informazioni vi siano utili, sono comunque a vostra disposizione nel caso vogliate chiarimenti o ulteriori informazioni. Potrete scrivermi nei commenti in basso.
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Come organizzare un viaggio in Mozambico, la mia guida
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(prossimamente)
XAI XAI
TOFO – INHAMBANE
BILENE
GASTRONOMIA MOZAMBICANA, COSA MANGIARE
MAPUTO, come visitare la capitale del Mozambico Chi sta organizzando un viaggio per visitare il Mozambico dovrà inevitabilmente passare per Maputo, la capitale…
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