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la probabilità che il social media manager della boldrini si sia dimenticato di essere loggato con l'account del suo capo e si sia messo a seguite il tweet provocante di una tizia seminuda è una roba che mi farà ridere da qua a dopodomani.
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twitter è tutto un coacervo di analisi politiche su come letta, o calenda, o conte, o renzi o eccetera, con i loro giochi e controgiochi politici, stiano consegnando il paese alle destre.
nessuno che dica che il paese alle destre sarà consegnato dalla più che consistente percentuale di elettori che le voteranno.
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tu pensa l'amarissima sorpresa che avrà la futura premier quando scoprirà di essere l'ennesimo presidente del consiglio non eletto dal popolo.
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gli elettori di sinistra a cercare forsennatamente quale partito dall'uno virgola sedici per cento votare, e che nessuno parli loro di voto utile, e quasi quasi non si va neanche a votare, certi che i responsabili di quanto accaduto saranno ricordati dagli italiani, e dai loro elettori, con disprezzo per il loro comportamento, dati modi e contesto.
gli elettori di destra a centottanta all'ora che suonano il clacson con il cazzo facendo POPOPOPOPOPOPO.
(no, non so ancora chi voterò. non escludo gli uno virgola, per dire che quella qui sopra è un'immagine da cui non è che io mi tiri fuori)
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youtube
(katy kirby - all the same)
qualche tempo fa scopro una cantautrice americana al primo disco, la giovane katy kirby. ne ascolto qualche brano grazie alla magia di youtube e mi piace molto, tanto che non ci penso neanche troppo su nell'ordinarne lieto il cd di debutto.
nei giorni in cui il cd fa la sua bella strada dal magazzino amazon alla porta di casa mia, però, mi imbatto in una canzone che mi fa innamorare totalmente della musica di questa autrice. è, ovviamente, il video all'inizio di questo post.
il video è un'esecuzione live, solo chitarra e voce. graficamente c'è una luce bellissima, e l'atmosfera data dai rumori di fondo (come il verso che fa l'uccello appena prima che katy cominci a parlare, o gli inevitabili suoni che accadono durante l'esecuzione) è intima e familiare. lei indossa una felpa col cappuccio grigia sopra un cappotto rosa. sembra qualcosa di registrato al volo uscendo di casa, senza pensarci troppo.
poi parte la canzone, e già dai primi versi sono completamente conquistato.
i've got a friend
and he's only at peace on the hills
and he loves a girl
from kansas
un po' è per la voce immacolata, che ben si sposa all'atmosfera, un po' per quell'arpeggio, un po' perché ho un debole per chi in pochi versi sa descrivere un mondo (dote che nella vita mi manca, orribile convoluto prolisso che non sono altro). e l'ironia cantata in modo così dolce -ma senza fronzoli o svisi- di un amico in pace con se stesso solo in mezzo alle colline che si ritrova innamorato di una ragazza del kansas (per capirci grandi pianure e campi) la puoi quasi toccare.
insomma, quel video ha ad oggi 6732 visualizzazioni, e credo che qualche centinaio siano mie.
salto in avanti di un paio di giorni. arriva il cd. all the same non c'è. il disco è bellissimo ugualmente, ma quella canzone non c'è.
torno al video e scopro che non è legato all'album, ma è stato pubblicato sette anni prima (banalmente non me n'ero accorto). quando peraltro katy ne aveva tipo 18. e già aveva scritto una roba così.
non ne esiste una versione da studio. non è stato pubblicato in nessun altro formato. soltanto in questo video, per un'iniziativa di beneficienza. dal vivo, con i rumori di sottofondo e il sole arancione sulla linea dell'orizzonte.
se un domani quel canale youtube sparisse, sparirebbe ogni traccia in rete della canzone.
e a me un po' girano le palle, perché sono vecchio stampo e delle canzoni che amo voglio sempre avere qualcosa di fisico e di originale.
e un po', invece, trovo tutto ciò bellissimo.
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recenti studi effettuati a casa mia hanno stabilito che il corso di laurea più difficile è quello all'interno del quale ti insegnano a ripiegare correttamente i bugiardini dei medicinali.
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primo giorno di influenza: febbre e vomito.
secondo giorno di influenza: febbre e dissenteria.
terzo giorno di influenza: febbre e mal di gola.
quarto giorno di influenza: febbre e congestionamento, con quattro pacchetti di fazzoletti finiti facile facile. orecchio sinistro completamente tappato.
quinto giorno di influenza: nella notte l'orecchio tappato si trasforma in acufene a volume altissimo, che nella giornata si stabilizza in orecchio tappato e dolorantino + acufene a volume basso + tutti i suoni mi sembrano arrivare, dall'orecchio sinistro, da un'altra stanza ma dieci volte più acuti, cosa che mi sta letteralmente facendo impazzire.
eccitante questa cosa dei sintomi che cambiano ogni giorno, per domani mi aspetto tipo il gomito che fa contatto col piede.
(NO MA TRANQUILLO, DURA 48 ORE POI TI SENTI MEGLIO)
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youtube
(luli lee - dive)
non c'è una singola cosa in questi quattro minuti scarsi di video che non mi piaccia alla follia.
meraviglia.
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i monopattini elettrici dovete tutti parcheggiarli nel culo di chi li ha inventati.
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IO HO VISTO UNA DONNOLA
Non sono le nostre vittorie a definirci ma le nostre sconfitte.
Cosa c’è di eroico nel bearsi di un qualcosa che si è riuscito a ottenere quando la vera forza non è quella della quercia che oggi resiste alla tempesta ma del giunco che si piega alla sua furia ogni giorno?
Nessuno si ricorderà di noi per la vetta che abbiamo scalato ma per tutte le volte che siamo rotolati a valle a un passo dall’averla raggiunta.
Tutte le volte è la nostra vittoria, perché ci siamo mossi attraverso 300.000 anni di storia spaccandoci denti e strappandoci unghie per riuscire a stringere un pezzo di pane che poi davamo ai nostri figli perché continuassero a trascinarsi avanti.
Nel 5° secolo avanti Cristo un attore Greco di nome Hegelocus sbagliò nel recitare una strofa dell’Oreste di Euripide e invece di dire ‘[Dopo la tempesta], finalmente vedo un mare calmo’ (γαλήν’ ὁρῶ, galén orò) pronunciò male l’accento di galén e venne fuori FINALMENTE VEDO UNA DONNOLA.
Tutti i critici del tempo presero istantaneamente a massacrarlo e a percularlo, con la complicità di commediografi del calibro di Aristofane e Strattis i quali inserirono l’errore in modo satirico nelle loro commedie, al punto che a distanza di secoli Hegelocus è ricordato solo per quello sbaglio (anche perché la sua carriera si concluse lì).
E quella volta che vi siete macchiate di sangue i pantaloni perché vi erano venute in anticipo e tutti in classe ridevano? E quando siete rotolati dalle scale davanti alla tipa che vi piaceva? Vostra madre che vi baciava di fronte alla vostra cumpa o vostra nonna che raccontava di come andavate in giro senza pannolone e col vasino in testa? Il tipo/la tipa che vi diceva ‘Ti devo dire una cosa’ e voi ‘Anch’io ti amo!’ e invece vi voleva chiedere il numero di qualcun’altro? L’audio di whatsapp imbarazzante mandato al contatto sbagliato? La scorreggia di qualcun’altro ma gli sguardi su di voi?
Avete conosciuto davvero poco l’inebriante sensazione della vittoria ma avete ancora in bocca l’amaro sapore persistente della sconfitta, eppure siete qua nella vostra frammentata interezza di persone che si sono rialzate perché invece di un mare calmo
avete visto una donnola
ma nonostante ciò siete riusciti a ritrovare la forza per continuare a recitare sul palco della vostra vita senza conservare memoria di tutti quelli che vi hanno additato e deriso.
Nel marasma caotico della vostra sopravvivenza quotidiana volevate solo un mare calmo dopo la tempesta e invece la donnola vi ha guardato negli occhi e voi gli avete restituito lo sguardo senza abbassarli.
Dov’è adesso il dio di tutti i primi della classe, di tutte le fighe frisé, i palestrati, le popolari, gli indispensabili, le brillanti e di tutti quelli che sembravano avere la strada spianata da quelle puttanate che un tempo sembravano così fondamentali?
Il vostro Dio è il più potente di tutti perché vi dona la forza che nasce dall’umiliazione dell’errore e dal riscatto da essa.
VOI AVETE VISTO UNA DONNOLA e siete andati avanti a testa alta.
Quindi non nascondete ciò che di umiliante la vita vi ha scagliato contro ma portatelo addosso come lo stendardo di una battaglia ora vinta…
E adesso ripetete insieme a me, in onore di tutti gli sconfitti, i reietti, i dimenticati e nel nome di chi è stato lasciato indietro e ci chiede di aspettarlo
IO
HO VISTO
UNA DONNOLA
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a due anni di distanza, dopo aver letto tutto man mano, gli sviluppi sull'affaire ryan adams sono complessi e interessanti, e parlerebbero di scelta del tono di un articolo, della differenza culturale tra usa e noi nella sensibilità, di un mondo professionale di squali, di turbe mentali, di persone tossiche in ogni senso, di come twitter provochi ottusità, di arte e artista, di avvocati, di metoo e delle sue giuste ragioni e dei suoi tristi deragliamenti, dell'incapacità dei siti italiani a tradurre, di scuse e redenzioni meritate o meno.
poi però mi ricordo che siamo tipo in ventotto a conoscerlo in italia, per cui, voglio dire, che vuoi scriverne a fare.
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@lightandconcrete (non datemi del lei, che mi vergogno) ecco, non ho onestamente idea come gli accordi con la croce bianca di ruggeri affrontino la questione pagamento, davvero, per cui non so a livello pratico su chi ricada il costo.
per quanto riguarda il costo sociale posso solo dire che ho preso il covid (con sintomi lievissimi e strascichi fastidiosi -fortunatamente pochi e leggeri- nel periodo successivo) a fine anno scorso, appena ho potuto mi sono vaccinato e sono estremamente a favore di qualunque misura possa limitare la circolazione del virus, perché ho genitori anziani, suoceri over 60, una bimba di quattro mesi e mezzo e una moglie che ha fatto il covid con me e, pur avendolo fatto in modo molto leggero, sette/otto mesi dopo ha ancora l'olfatto completamente sputtanato.
vorrei tutti si vaccinassero, lo vorrei davvero. da quelli intorno a me a quelli nel paese più sperduto al mondo, dove i vaccini non ci sono e, oltre a morir gente, il virus si diffonde, muta, crea nuove varianti con una velocità che in uno stato con buona percentuale di vaccinati non è pensabile.
credo ci sia un insieme piuttosto variegato di motivazioni nel non volersi vaccinare (con le quali non sono di norma d'accordo*, e che non condivido), e che non tutte siano necessariamente legate a un egoismo consapevole, o al menefreghismo più semplice, e che generalizzare sia pericoloso.
credo però che attaccare con evidenti sottotesti la grammatica di un tweet scritto male non sia il modo giusto per dialogare e convincere chi è semplicemente dubbioso.
sono ovviamente d'accordo di base che non prendere un misura che aiuta a contrastare, anche solo probabilisticamente, il diffondersi del virus, sia qualcosa che va a danno della salute della comunità.
*di norma nel senso che immagino esistano anche motivazioni come "ho una patologia per cui è stabilito che è rischioso vaccinarmi", e a quelli ovviamente non si può imputar nulla.
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ruggeri pubblica un tweet.
questo tweet è oggettivamente scritto male, ma si capisce perfettamente cosa intende (ossia "fan non vaccinàti, venite al concerto anche senza aver fatto in precedenza il green pass, me ne occupo io gratis").
centinaia di persone lo perculano non nel merito, ma perché dal tweet scritto male pare che ruggeri non sappia che a un tampone negativo consegue il green pass.
quindi centinaia di persone, per avere la soddisfazione di dire che gli altri sono ignoranti e loro invece no, non fanno che acuire il conflitto (che è già drammatico e abbastanza disperato, PORCA PUTTANA) con chi è contrario a vaccini e green pass, che continuerà di buon conto a guardare solo l'arroganza degli altri e non quello che dicono (mi direte che tanto comunque non ascolterebbero, ma capite che a un certo punto ci sono anche delle sfumature su quello che qualcuno può provare comunque a fare, se non altro per dire che le ha provate tutte, senza per forza affidarsi all'insulto e al perculo).
però oh, battutone su twitter, duemila like, soddisfazione grande!
ps capisco la frustrazione per la situazione generale, davvero. sono atterrito anch'io, e sostanzialmente terrorizzato (banalmente, più gira il virus più c'è il rischio di varianti più pericolose), ma a livello comunicativo credo che abbiamo il dovere di provarle tutte.
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ho letto con interesse le vostre repliche al mio post sulla percepita omologazione degli ascolti musicali, e sono giunto alla conclusione che è tutto un fatto di contesto.
sono un po' triste per il mio, ma contento che il mondo sia un posto più grande.
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greg gilbert è il cantante/chitarrista dei delays.
da cinque anni combatte contro il cancro.
ieri ha scritto che, a causa dell'andamento della malattia, ha dovuto smettere con la terapia ed è seguito da un hospice per le cure palliative. non sa quanto gli resta.
greg gilbert ha quarantaquattro anni, una moglie, due figlie piccole meravigliose.
i delays sono stati la mia prima prima fila. i loro primi due dischi hanno un posto gigantesco nel mio cuore.
la morte fa schifo.
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domanda sociologica, non ne so nulla quindi chiedo.
quand'ero ragazzino io, e non c'era tutta questa internet, a livello musicale c'era una varietà di gusti notevole.
già a quattordici anni, quando sono andato a fare le superiori in una città più grande, avevo a che fare con i metallari, con quelli che ascoltavano dance, quelli del rock più o meno alternativo, quelli del pop da boyband e addirittura quelli che ascoltavano il rap.
ora, sarà che sono vecchio e la vivo solo attraverso la internet e i miei nipoti, ma vedo una omologazione schiacciante che non capisco, a livello di macrofenomeni sensibilmente percettibili.
c'è la trap. ci sono i cantanti emersi da show televisivi. c'è il calderone del pop appiattito sui peggiori standard di sempre.
non capisco, nel senso, con internet c'è letteralmente tutta la musica del mondo a portata di mano, gratis.
è una questione di omologazione e basta, e all'epoca era una necessità meno sentita rispetto a ora (o più probabilmente si evidenziava in altri aspetti -tipo quei cazzo di zainetti eastpak- ma non nella musica)? è un paradosso di internet, per cui noi tra mtv e (soprattutto) videomusic eravamo "forzatamente" esposti a diversi generi musicali, mentre loro potendo scegliere di ascoltare qualsiasi cosa quando e come vogliono si affidano solo a quello che conoscono, senza la voglia di espandere i generi? è qualcos'altro che non capisco?
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ieri sera ho visto lo spettacolo di lundini a codroipo. non posso dire nulla perché anche dire solo certe robe che non succedono sarebbe spoiler.
però bello, andateci, vale i soldi.
quindi mi limito a un EBBRAVO VALE', HAI FATT' PROPRIO NU BELL' SHPETTACULE.
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