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Firmato il Nuovo Contratto Nazionale CCNL Funzioni Centrali: Incrementi e Novità per i Lavoratori Pubblici
La FLP annuncia un traguardo importante per i dipendenti del settore pubblico, con nuove tutele, miglioramenti professionali e conciliazione vita-lavoro.
La FLP annuncia un traguardo importante per i dipendenti del settore pubblico, con nuove tutele, miglioramenti professionali e conciliazione vita-lavoro.. La Federazione Lavoratori Pubblici (FLP) ha recentemente comunicato la firma del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per le Funzioni Centrali, un risultato significativo che include miglioramenti in termini di diritti,…
#Alessandria today#Amministrazioni pubbliche#aumento stipendi#autonomia lavorativa#benessere lavorativo#Buoni pasto#buono pasto#CCNL 2022-2024#CCNL Funzioni Centrali#CCNL pubblico impiego#conciliazione vita-lavoro#contrattazione integrativa#contratto pubblico#defiscalizzazione produttività#diritti lavoratori#diritti professionali#diritti sindacali#FLP#FLP Italia#FLP sindacato#fondi decentrati#Google News#incrementi salariali#Innovazione tecnologica#italianewsmedia.com#Lavoro Agile#Lavoro Remoto#miglioramenti contrattuali#miglioramento condizioni#norme contrattuali
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L’Asl Avellino distribuisce le premialità ai dipendenti e avvia la contrattazione integrativa | www.orticalab.it
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💼 Assunzioni e contratti negli enti locali: nuove indicazioni da ANCI
📒 Pubblicati due interessanti nuovi quaderni operativi
🔎 Vediamo di cosa si tratta
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Al Governo stanno discutendo del nostro futuro e i sindacati firmatari di contratto stanno zitti e buoni.
Nell'agenda di Draghi gli argomenti da trattare sono a tutti noti: dal blocco dei licenziamenti al recupero delle vaccinazioni in grave ritardo, dai fondi europei al fisco e alla Pubblica amministrazione.
Il punto della situazione non lo fanno i lavoratori ma i padroni, come si legge su “Il Sole 24 ore”, con una intervista al presidente di Confindustria che detta le linee al nuovo Esecutivo.
Sul blocco dei licenziamenti la posizione è chiara, andava bene un anno fa ma oggi rappresenterebbe un grave ostacolo per le imprese e per questo va se non rimosso profondamente rivisitato.
È possibile un ripristino parziale della libertà di licenziamento ma allo stesso tempo si chiedono le politiche attive in materia di lavoro che determineranno nuovi ammortizzatori sociali e il rafforzamento della scuola azienda.
Non siamo convinti che la richiesta padronale sia quella di ripristinare la facoltà aziendale di reperire personale qualificato, se così fosse partirebbero della istruzione, dal rimuovere il numero chiuso nell'università ripristinando al contempo tutti quei corsi di formazione professionale un tempo esistenti ed entrati invece in crisi con la Riforma delle province operata dalla Del Rio.
Citiamo testualmente la proposta di Bonomi:
«una norma transitoria e consentire alle imprese di andare verso la normalizzazione, per consentire loro di fare investimenti e creare lavoro, altrimenti il blocco dei licenziamenti diventa blocco assunzioni»
Come è possibile pensare al rilancio dell'occupazione quando al contempo si chiede il parziale ripristino dei licenziamenti collettivi? E perché tanto silenzio sul codice degli appalti la cui revisione potrebbe sancire minori tutele e clausole sociali per la forza lavoro?
Cosa intendiamo per norma transitoria se non tradurre le normative nel libero arbitrio padronale? Ricorderete quando invocavano la fine dell'art 18 per consentire alle imprese piena facoltà di licenziare ed assumere, se guardiamo i dati statistici capiamo che l'abbattimento delle tutele non ha determinato aumento dell'occupazione, il privato ha investito poco o nulla in materia di formazione, gli investimenti pubblici sono stati del tutto insufficienti perché dovevano abbattere il debito e contenere le spese.
Bonomi batte in realtà cassa, chiede nuovi ammortizzatori sociali per le imprese e un ripristino pur parziale dei licenziamenti collettivi, lo fa ricordando che le imprese contribuiscono al finanziamento degli ammortizzatori e oggi pretendono che questi soldi siano utilizzati secondo i loro dettami.
Al contempo Confindustria è consapevole che senza una vaccinazione di massa l'economia non possa ripartire, i contagi nei luoghi di lavoro e nelle scuole sono superiori a quelli della prima fase pandemica, gli errori commessi dalla Ue nell'acquisto dei vaccini scontentano e danneggiano i padroni che per questa ragione non lesinano critiche. Intanto si va parlando di produrre vaccini attraverso un polo pubblico-privato non è dato sapere se sarà lo Stato a finanziare la produzione e la ricerca lasciando alle imprese il profitto.
È singolare come la posizione di Confindustria sia assai vicina a quella di Landini e della Cgil, entrambi chiedono un tavolo immediato al Governo per discutere di licenziamenti ed ammortizzatori sociali arrivando a proporre, i padroni, l'utilizzo delle fabbriche come grandi hub per le vaccinazioni. Ma allo stesso tempo i padroni chiedono tempi rapidi per decidere come e dove investire i soldi europei e non solo quelli del Recovery Fund
Avevamo ragione a dire che dietro alla caduta del Conte 2, non saremo certo noi a rimpiangerlo, si nascondessero le attenzioni sull'utilizzo dei soldi europei, saranno a disposizione tra i 400 e i 450 miliardi di euro nei prossimi anni. Soldi che fanno gola al sistema imprenditoriale e non solo a loro.
Che cosa significa poi recuperare una visione di futuro? Se la ricetta è quella di perseverare nella precarizzazione del lavoro non faremmo che ripetere gli stessi errori neoliberisti che sono la causa del problema, di quella uberizzazione del lavoro (per dirla con le parole Antunes) fonte della precarietà lavorativa ed esistenziale
E non è casuale l'ennesimo attacco al servizio pubblico, colpevole, a detta dei padroni, di drenare troppe risorse che dovrebbero essere invece destinate al privato. Ancora una volta ci ritroviamo davanti alla ricetta del mercato come risolutore dei problemi economici e sociali quando invece le privatizzazioni e il ridimensionamento dei settori pubblici con le politiche di austerità sono proprio le cause della crisi.
Il 31 marzo scadrà il divieto dei licenziamenti collettivi, il neoministro del Lavoro chiede all'Agenzia Nazionale delle politiche attive di adoperarsi attivamente per la ricollocazione della forza lavoro nelle aziende in crisi. L'attuale sistema produttivo vedrà contrapposti gli interessi di aziende decotte, anche in virtu' dell'assenza di investimenti per ammodernarne le tecnologie e le produzioni, e il capitale emergente ma da qui a ipotizzare una ricollocazione lavorativa corre grande differenza. E in prospettiva il ripristino dei licenziamenti collettivi significherebbe licenziamenti di massa.
Si parla di una Agenzia che fino ad oggi ha prodotto ben poco, ora vorrebbero finanziare l’assegno di ricollocazione attraverso un voucher da utilizzare o nei centri per l'impiego o nelle agenzie del lavoro, ecco profilarsi il solito business della formazione senza certezze occupazionali dacché sono proprio i servizi di accompagnamento all’inserimento lavorativo ad avere fallito in un mercato del lavoro chiuso e senza investimenti effettivi per ammodernare e tecnologizzare le produzioni. Quando poi parlano della riforma scolastica pensano a depotenziare alcuni istituti come i licei per rafforzare gli istituti tecnici nell'ottica non di formare le giovani generazioni ma renderle subito utilizzabili, con i salari da fame dell'apprendistato e prima ancora con gli stages gratuiti, nelle aziende.
I soldi pubblici per accompagnare la ricollocazione lavorativa potrebbero finire nelle stesse mani di chi ha fatto in modo e maniera che certe aziende arrivassero al collasso, un corto circuito rispetto al quale il mondo sindacale dovrebbe intervenire senza subire l'egemonia padronale in materia di lavoro, istruzione, welfare, ammortizzatori sociali e pensioni
Che su questi argomenti i sindacati abbiano poco o nulla da dire è non solo vergognoso ma il frutto della lunga degenerazione consociativa del sindacato italiano. Del resto una merce di scambio per la vergognosa subalternità è già servita: il rafforzamento del welfare aziendale con la cogestione, padroni, e sindacato, di sanità e previdenza integrative con agevolazioni fiscali crescenti per favorire il secondo livello di contrattazione e il ripristino della ideologia del lavoro - benessere nel nome del quale baratteranno aumenti salariali con i bonus sui quali poi i padroni pagheranno tasse irrisorie.
In un colpo solo i padroni portano a casa più risultati, ad esempio il welfare community che poi significa depotenziare sanità e previdenza pubblica a favore di quella integrativa proprio attraverso gli Enti bilaterali che nel corso degli anni hanno anche depotenziato il ruolo delle Rsu a discapito della democrazia nei luoghi di lavoro. Per questo aspettiamoci anche un nuovo sistema di relazioni sindacali e una legge sulla rappresentanza che completerà il percorso avviato con il Testo unico del 2014 da estendere magari ai settori pubblici. Forse corriamo troppo ma il Governo Draghi è nato per accelerare determinati percorsi con il sostegno attivo di parte sindacale e non potrà deludere i suoi fautori e sostenitori. Un Governo di classe non c'è che dire.
Redazione pisana di Lotta Continua (Da: http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)
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Contrattazione integrativa, partecipa solo chi ha firmato il CCNL
Contrattazione integrativa, partecipa solo chi ha firmato il CCNL
Respinto il ricorso dello Snals
Con il Decreto n. 70407 del 17.7.2018, depositato in data odierna presso il Tribunale di Roma, il Giudice del Lavoro ha rigettato il ricorso ex art. 700 c.p.c. proposto dallo SNALS al fine di ottenere il riconoscimento del proprio diritto a partecipare alla contrattazione integrativa a livello nazionale, regionale e nelle istituzioni scolastiche.
Il Tribunale ha…
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Più soldi ai dipendenti se le amministrazioni risparmiano sulle bollette: il bonus nella circolare di Brunetta
Il regalo nella contrattazione integrativa tramite la misura del «dividendo di efficienza» Una circolare del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, invita a inserire il risparmio energetico tra gli obiettivi delle amministrazioni nella sezione «Valore pubblico, performance, anticorruzione» del Piano organizzativo degli uffici pubblici (Piao). Quest’ultimo viene approvato ogni…
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MASTRULLI : Sindacato CO.S.P. Comparto Funzioni Centrali, Fnzioni Locali,Dirigenza ed Enti: MIUR - SCUOLA,UNIVERSITA' E RICERCA, riteniamo che il F.U.A.
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LA TUTELA DEI “RIDERS”
I c.d. Riders sono quella categoria di lavoratori che con propri mezzi di locomozione (biciclette, motorini, automobili) essenzialmente svolgono compiti di consegna di merci (soprattutto cibo e bevande, ma non solo) per conto di uno o più committente, servendosi di piattaforme digitali quali Glovo, Deliveroo, Foodora, Uber eats ecc.
Tale categoria di lavoratori, sin dal momento in cui ha avuto origine, con la nascita delle prime startup specializzate nei servizi di consegna (fra le sopracitate, la più risalente è Deliveroo, fondata nel 2013; seguono Foodora e Uber Eats, fondate nel 2014 e Glovo, fondata solamente nel 2015), sono stati impiegati dalle aziende citate in qualità di lavoratori autonomi, con contratti di collaborazione occasionale del tutto privi delle tutele di trattamento normativo-retributivo assicurate dall'ordinamento al lavoratore subordinato.
Basti pensare ai criteri di pagamento dei riders utilizzati da queste imprese: un minimo garantito orario in caso di mancate offerte di lavoro dalla piattaforma (7,50 euro con Deliveroo nel 2019) e due metodi retributivi per consegne effettuate: un compenso fisso a consegna, oppure un compenso variabile in virtù di 2 parametri, individuati nelle consegne e nei chilometri percorsi (sempre al 2019, Deliveroo erogava 2 euro alla consegna più 1 euro al ritiro, più il differenziale chilometrico calcolato di volta in volta dalla società; Glovo, invece, i cui compensi venivano erogati ai lavoratori bisettimanalmente, aveva un si sistema di pagamento alternativo di 2 euro a consegna più 63 centesimi a chilometro in linea d’aria, oltre a 5 centesimi per ogni minuti di ritardo da parte del ristorante; da ultimo, Uber Eats, proponeva 2 euro a consegna più 1 a chilometro in linea d'aria. Dati tratti dal seguente articolo: https://www.osservatoriodiritti.it/2019/01/09/riders-lavoro-chi-sono-come-lavorano/)
Fortunatamente, grazie alle proteste ed alle manifestazione portate avanti dai riders, ad oggi col D.L. n. 101/2019, convertito in L. n. 128/2019 è stato introdotto nel D.lgs. n. 81/2015 il Capo V-bis che concerne proprio la tutela del lavoro tramite piattaforme digitali, il quale ha apportato rilevanti innovazioni nel settore, garantendo livelli minimi di tutela per la categoria lavorativa dei riders.
Tra le più interessanti, con l'art. 47ter si è garantito il diritto all'informazione ed alla stipula per iscritto del contratto individuale di lavoro, con previsione di un indennizzo risarcitorio in caso di violazione di tali diritti; con l'art. 47quinquies è stato esteso ai riders il divieto di discriminazione previsto per i lavoratori subordinati, ma, ancor più rilevante, al secondo comma è stato espressamente prescritto il divieto di esclusione dalla piattaforma e di riduzioni delle occasioni di lavoro in caso di mancata disponibilità ad effettuare le consegne; con l'art. 47septies si è introdotta per i riders la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; infine, con l'art. 47quater, entrato in vigore solo il 3 novembre 2020, si è stabilito il divieto di retribuire il lavoratore in base alle consegne effettuate, si è garantito un compenso minimo orario ed un'indennità integrativa non inferiore al 10% per il lavoro svolto di notte, durante le festività o in condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Inoltre, con tale disposizione si è data facoltà alle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale di definire i criteri di determinazione del compenso complessivo tenendo conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell'organizzazione del committente.
Ciò è avvenuto con la stipula del contratto collettivo nazionale di lavoro fra AssoDelivery e l'Organizzazione Sindacale UGL del 15 settembre 2020. Tuttavia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Siciali, con nota del 17 settembre 2020 n. 9430, elaborava una valutazione di detto CCNL parametrata alla summenzionata innovazione legislativa, in particolare con riguardo all'art. 47quater D.lgs. n. 81/2015, tale da porre in rilievo alcune criticità del testo contrattuale che ne inficerebbero la validità.
In conclusione, in attesa di una soluzione delle problematiche evidenziate dal Ministero, ad oggi i riders possono comunque finalmente beneficiare della tutela approntata dalla legge, nonché dalla contrattazione collettiva nazionale, che, seppur non inquadra l'attività di consegna di beni per conto altrui attraverso piattaforme digitali nell'ambito del lavoro subordinato, senz'altro consiste in un notevole passo in avanti verso la tutela di questa categoria di lavoratori.
Avv. Salustri Daniele
Fonti e normativa:
– https://www.osservatoriodiritti.it/2019/01/09/riders-lavoro-chi-sono-come-lavorano/
– D.L. n. 101/2019, convertito in L. n. 128/2019
– D.lgs. n. 81/2015
– CCNL del 15 settembre 2020
– Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Nota del 17 settembre 2020, n. 9430
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Firmato il Nuovo CCNL Funzioni Centrali: Più Diritti, Tutele e Lavoro Agile per i Dipendenti Pubblici
La FLP ottiene miglioramenti sul fronte della conciliazione vita-lavoro, della sicurezza e degli incrementi salariali per il triennio 2022-2024
La FLP ottiene miglioramenti sul fronte della conciliazione vita-lavoro, della sicurezza e degli incrementi salariali per il triennio 2022-2024. È stato ufficialmente firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per le Funzioni Centrali, che introduce significativi cambiamenti per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici. L’accordo, raggiunto grazie…
#accordo contrattuale#Alessandria today#ambiente di lavoro#aumento stipendi#benessere lavorativo#buono pasto#CCNL Funzioni Centrali#conciliazione vita-lavoro#contrattazione integrativa#contratto collettivo#dignità lavorativa#diritti lavoratori#Diritto alla Salute#diritto sindacale.#Federazione Lavoratori Pubblici#FLP#futuro contrattuale#Google News#impegno FLP#incremento salariale#italianewsmedia.com#Lavoro Agile#lavoro pubblico#meritocrazia#miglioramento condizioni#negoziazioni#normativa lavoro#ordinamento professionale#Pier Carlo Lava#progressioni economiche
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Pensioni, Le nuove regole per il versamento dei contributi aggiuntivi
Pensioni, Le nuove regole per il versamento dei contributi aggiuntivi
Il versamento di tali contributi andrà fatto al fondo pensione individuato dalla contrattazione collettiva ovvero, per i lavoratori già aderenti alla previdenza integrativa, ai fondo presso i quali risultano iscritti i lavoratori. Ne da' informazione la Covip nella nota prot. n. 1598/2017, illustrando le novità … by Livio Acerbo #greengroundit
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(via PRIMO MAGGIO DI FESTA O DI LOTTA?)
Di ragioni per cui festeggiare ne abbiamo ben poche, numerosi invece sono i motivi per indignarsi e lottare. Ma di lotte in giro ne vediamo ben poche, istanze frammentate e scollegate tra di loro, vertenze aziendali legate alla chiusura della produzione, presidi e picchetti contro i licenziamenti. Mentre scriviamo apprendiamo del licenziamento di due delegati nella Sda appartenenti al Sindacato Generale di Base. Anche quest' anno non mancheranno manifestazioni del 1° Maggio, a Bologna, a Roma, a Milano, a Taranto dove all'Ilva è stata sospesa la trattativa per la volontà della nuova società di ridurre salari e organici aziendali. Ma tutte queste manifestazioni sono frutto di singole organizzazioni sindacali, i rapporti anche tra le sigle conflittuali non sono idilliaci e così vengono meno appuntamenti unitari, parole d'ordine comuni e per portare in piazza numeri maggiori di lavoratori e lavoratrici.
Il 1° Maggio per troppi anni è stata una giornata di festa all'insegna del pic nic all'aria libera, partiti di sinistra e sindacati hanno fatto di tutto perché si rientrasse nella normalità, quella normalità che scambia ormai la parola liberazione con libertà o il primo maggio come rimembranza del passato.
Di motivi per lottare nel 2018 ce ne sono fin troppi, basta solo ricordare le pensioni ormai alla soglia di 70 anni di età, le troppo numerose malattie contratte sui luoghi di lavoro, la lista troppo corta delle malattie professionali riconosciute dall'Inail, i quasi 4 morti sul lavoro al giorno, la precarietà del lavoro trasformatasi ormai in precarietà esistenziale.
I licenziamenti politici sono in continua crescita, magari travestiti da provvedimenti disciplinari, in questi anni hanno alimentato codici disciplinari, codici etici, le imprese impiegano loro consulenti e uomini per spiare i dipendenti, per passare in rassegna le pagine dei social network e colpire ogni commento giudicato lesivo per la immagine aziendale.
Basta un semplice like per essere licenziati, nel pubblico impiego poi il danno di immagine costa doppio per l'inchiesta della Corte dei Conti.
Mai come oggi le agibilità sindacali e politiche nei luoghi di lavoro sono state così ridotte, hanno alimentato un clima di paura e di rassegnazione, la paura di perdere il posto determina atteggiamenti di passività e spesso di collaborazione con i vertici aziendali.
Dove esisterebbero maggiori spazi di iniziativa non si intravedono segnali di cambiamento, parliamo del pubblico impiego dove alle ultime elezioni Rsu i consensi di Cgil Cisl Uil e sindacati autonomi sono rimasti invariati nonostante abbiano taciuto davanti a 9 anni di blocco dei salari e della contrattazione.
Memoria corta o subalternità? Non siamo di fronte a un accordo tacito tra sindacati complici del governo e lavoratori? Un accordo tacito costruito in anni di clientelismo, di quieto vivere, di luoghi comuni, per esempio pur in presenza di scarsa produttività il nostro lavoro sarebbe al riparo da licenziamenti, un compromesso rafforzato dal welfare aziendale, da sanità e previdenza integrativa che trasformano il sindacalista in una sorta di piazzista.
I lavoratori non sono più capaci di indignarsi, non lo fanno che sporadicamente e individualmente ma quasi più come forza collettiva. E senza l'agire collettivo non potranno esserci forze sufficienti in grado di cambiare lo stato delle cose presenti.
Il 1° Maggio 2018 costituisce motivo di riflessione oltre che di partecipazione alle poche iniziative conflittuali previste. In Toscana noi saremo davanti alla base Usa di Camp Darby, nel Nord alle manifestazioni di Torino e di Milano, appuntamenti importanti che vedranno protagonisti e partecipi i lavoratori subordinati, i rider, i pensionati e gli studenti, i collaboratori con partita iva, i precari. È il variegato mondo del lavoro all'insegna della precarietà il terreno dove operare per ricomporre un soggetto conflittuale, non dimentichiamoci delle fabbriche, del terziario e del facchinaggio, non siamo certo noi a stabilire acriticamente una figura lavorativa per eccellenza elevandola a emblema del conflitto.
Potremmo parlare dei facchini, dei rider, dei raccoglitori di pomodoro o degli operai in Fiat, lavoratori così diversi tra di loro ma uniti dallo sfruttamento che ogni giorno subiscono da differenti datori di lavoro.
Non ci siamo mai innamorati delle formule astratte, siamo invece convinti che la ricomposizione di un percorso conflittuale possa avvenire nel rispetto di tutte le vertenze in corso senza primogeniture o schematismi. se vogliamo cambiare lo stato delle cose presenti bisogna avere l'umiltà di ascoltare, capire, interagire con tutte le vertenze in corso, farlo per arricchire la conoscenza del mondo del lavoro e rilanciare una iniziativa di lotta all'altezza della situazione, per ricomporre e non dividere, per andare avanti e non guardarci indietro.
Il primo maggio 2018 per noi è anche l'occasione per denunciare le crescenti disparità economiche e sociali, crescono le disuguaglianze e se ne rende conto anche il Documento economico finanziario del Governo. Poi abbiamo le gabbie salariali, le gabbie sociali con la fidelizzazione della cittadinanza che ha preso piede in Inghilterra ma che poi ritroviamo in Cina con una sorta di punteggio assegnato ai cittadini e vincolante per accedere al sistema di credito sociale in via di sperimentazione. I comportamenti dei singoli saranno dirimenti per accedere ai servizi, una grande gabbia dentro la quale saranno ammessi solo comportamenti compatibili con la salvaguardia di un sistema da cui dipenderà anche la condizione di vita, il tipo di lavoro e l'accesso alla istruzione e ai servizi statali. La società della performance è ormai dilagante, si manifesta ovunque con le sue imposizioni sociali a difesa dello status quo.
E nella gabbia delle compatibilità capitalistiche non c'è futuro per il protagonismo delle classi sociali meno abbienti ma perfino per i diritti di cittadinanza con la crescente disuguaglianza, la povertà assoluta, il limitato accesso alla istruzione, la speranza di vita che sta diminuendo, etc.
La desertificazione della scuola e dell'università, la crisi che colpisce gli under 40 figli della precarietà lavorativa e sociale, la crisi delle famiglie e dei loro consumi dimostrano che la società odierna è sempre più caratterizzata da disuguaglianze e da meccanismi totalitari contro i quali dovremo costruire un conflitto a tutto campo, dalla cultura al mondo del lavoro, dalla società alle scuole. Sta qui il significato del 1° Maggio conflittuale di cui ci facciamo carico.
I COMPAGNI E LE COMPAGNE DELLA REDAZIONE DI LOTTA CONTINUA.
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Contratto scuola: sulla mobilità aggirata la Legge 107?
Contratto scuola: sulla mobilità aggirata la Legge 107?
Una formulazione oscura a proposito della mobilità degli insegnanti
L’articolo 22, del contratto 2016-2018, dove si parla del divieto di chiedere trasferimento per tre anni nel caso in cui si sia ottenuto a domanda la sede richiesta in modo da assicurare un po’ di continuità didattica, non fa riferimento alla mobilità di ambito, bensì da scuola a scuola.
Più precisamente l’art. 22, comma 4,…
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Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/reggio-calabria-la-vertenza-lavoratori-asp-non-trova-soluzione-la-cisl-preannuncia-lo-sciopero/
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero Lente Locale
R&P
Oggetto: Tentativo conciliazione proclamazione sciopero ASP Reggio Calabria.
Alle ore 16,30 della data odierna ha avuto luogo l’incontro per il tentativo di conciliazione in oggetto. Per l’ASP di Reggio Calabria era presente il Dr Filippo Carrozza, Direttore dell’Ufficio Risorse Umane e due suoi Collaboratori, la Dr.ssa Antonella Roso e il Sig. Mario Perrone. Per La CISL Funzione Pubblica era Presente Il Segretario Generale Aggiunto Giuseppe Rubino; Per la CISL Medici Il Segretario Generale Aggiunto Giovanni Calogero e Il Segretario Aziendale Francesco Loschiavo. Si è preso atto che la Commissione Straordinaria non era presente e il Direttore dell’Ufficio Risorse Umane non era delegato a prendere alcuna decisione al di fuori del proprio settore, considerando che molti punti della vertenza ricadevano proprio nell’Ambito diretto dal Dr Carrozza, si è avviata un’attenta disamina dalla quale sono emerse tutte le criticità che hanno causato ritardi e mancato avvio delle procedure. Il Dr Carrozza ha dato la propria disponibilità a procedere con i lavori e a stabilire un incontro per la verifica dello stato di avanzamento degli stessi entro il 31 gennaio c.a. I punti oggetto della Vertenza erano i seguenti:
Mancato rispetto Accordo sottoscritto nel 2016 della Dirigenza e Comparto,, regolarmente deliberato con relativa compatibilità economico finanziaria da parte del Collegio dei Revisori;
Mancata erogazione dei buoni mensa da aprile 2016;
la mancata tutela del riposo per il recupero psico-fisico, pretesa dal raddoppio dei turni, è conseguenziale inosservanza della legge 161/2014, tutte cose non tollerabili, tutti sintomi di illegalità e mancanza di trasparenza;
Mancata organizzazione servizi e processi lavorativi con conseguente esposizione dei lavoratori alle intemperanze di un ‘utenza sempre più insoddisfatta del servizio sanitario erogato;
Esposizione a seri rischi per la salute dei Dipendenti;
Mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato per i Medici ed Operatori Socio Sanitari, che peggiorano la già critica carenza di organico, disparità di trattamento rispetto altre realtà della stessa Regione, dove per altre Provincie, si è provveduto con senso di responsabilità ad una proroga dei contratti in scadenza al 31 dicembre 2019;
Mancata costituzione e certificazione dei fondi contrattuali del Comparto, della Dirigenza Medica e Veterinaria, SPTA dal 2016 ad oggi;
Mancato avvio della Contrattazione integrativa nonostante sia stata presentata a Giugno 2018 apposita piattaforma contrattuale;
provocato danno economico ai Lavoratori della Dirigenza e del Comparto;
Mancata applicazione dell’Atto Aziendale e affidamento di incarichi di Struttura Complessa, Struttura Semplice e di Alta Specializzazione;
Mancato affidamento degli incarichi di Coordinamento del Comparto;
Ritardo nell’espletamento dei concorsi attivati che sono stati portati a termine in tutte le altre Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Calabria;
Mantenimento di illegalità diffuse con rischio sull’incolumità fisica dei Dipendenti, vessati e minacciati da elementi non compatibili con lo stato in servizio;
Mancata discontinuità con il discutibile passato dell’ASP di Reggio Calabria;
Mantenimento di trattamenti economici non dovuti nonostante segnalazioni e denunce;
Rischio elevato di ricadute negative sulla salute dell’Utenza di riferimento, con conseguente sfiducia nei confronti delle Istituzioni, disperazione e autotassazione per cure da espletare fuori dal Territorio Provinciale;
Fallimento della mission aziendale;
Sul punto n° 6 le parti hanno preso atto della proroga sino a fine febbraio e del rientro in servizio dei Medici ed OSS per effetto dell’emendamento sulla Legge 75/2017. Sui punti 4, 10, 13, 14, 16 e 17, non avendo potere decisionale la rappresentanza dell’ASP, non essendo presente nessun Componente della Commissione Straordinaria o della Direzione Strategica, non si è proceduto. CISL FP e CISL Medici considerano tale assenza come la conferma della volontà a sottrarsi ad ogni confronto, atto che lede la Trasparenza e impedisce l’esecuzione delle procedure previste per Legge, quindi la Legalità. Non si può non riconoscere la disponibilità e la competenza dimostrata dal Dr Filippo Carrozza ed a tutela degli interessi dei Lavoratori, si è deciso di affidargli 15 giorni per adempiere a tutti gli atti propedeutici alla risoluzione dei restanti punti della Vertenza, il tutto nella consapevolezza delle difficoltà incontrate in un ufficio abbandonato da anni e solamente di recente affidatogli, molto positivo è stato il ritrovato senso di appartenenza e la capacità propositiva dei suoi Collaboratori presenti e del resto dello Staff, il cui lavoro di recupero è stato evidenziato durante l’incontro. CISL FP e CISL Medici hanno deciso di proseguire, per i punti non soddisfatti, con lo stato d’agitazione e ‘offrire la possibilità alla Commissione Straordinaria di convocare le Scriventi per un confronto anche in sede Aziendale entro il 31 gennaio 2010. Se alla data prefissata non dovessero esserci condizioni favorevoli per i Lavoratori dell’ASP di Reggio Calabria, non rimane che proseguire con la responsabile protesta e la proclamazione di una o più giornate di sciopero. CISL FP CISL Medici Il Segretario Generale Il Segretario Generale Aggiunto Vincenzo Sera* Giovanni Calogero* Il Segretario Generale Aggiunto Il Segretario Aziendale Giuseppe Rubino* Francesco Loschiavo* *Firma autografa sostituta da indicazione a mezzo posta, ai sensi dell’art. 3, comma 2, D.Lgs n. 39/93.
Lettera indirizzata A S.E. Prefetto di Reggio Calabria Alla Commissione di Garanzia Alla Commissione Straordinaria ASP di Reggio Calabria Al Commissario ad Acta Piano di rientro Sanità Calabria
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero Lente Locale
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero Lente Locale
R&P Oggetto: Tentativo conciliazione proclamazione sciopero ASP Reggio Calabria. Alle ore 16,30 della data odierna ha avuto luogo l’incontro per il tentativo di conciliazione in oggetto. Per l’ASP di Reggio Calabria era presente il Dr Filippo Carrozza, Direttore dell’Ufficio Risorse Umane e due suoi Collaboratori, la Dr.ssa Antonella Roso e il Sig. Mario Perrone. Per […]
Reggio Calabria, la vertenza lavoratori ASP non trova soluzione. La Cisl preannuncia lo sciopero Lente Locale
Antonella Scabellone
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MASTRULLI : Sindacato CO.S.P. Comparto Funzioni Centrali, Fnzioni Locali,Dirigenza ed Enti: MIUR - SCUOLA,UNIVERSITA' E RICERCA, riteniamo che il F.U.A.
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L’ARAN nella Camera di Commercio di Cosenza per spiegare la contrattazione integrativa alle Amministrazioni Pubbliche locali
http://www.cosenzapage.it/media/2017/06/ccia_aran_2017.jpg - #CosenzaPage COSENZA – Lunedì 19 giugno, nella Camera di Commercio di Cosenza, si è tenuto il seminario sulla contrattazione integrativa nel comparto “Regioni e Autonomie Locali” organizzato dalla Camera di Commercio di Cosenza per consentire ai funzionari delle amministrazioni pubbliche locali di...
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Acireale - Determina 448 e ricaduta sui costi della Tari
Caro Francesco Fichera, confidando nella tua gentilezza, ti chiedo di spiegarmi il senso della determina dirigenziale 448 del 29/12/2016 e chiarire la ricaduta sul costo del servizio di raccolta dei rifiuti che noi cittadini paghiamo interamente attraverso la TARI.
Il già carissimo servizio di spazzamento dei rifiuti viene ulteriormente gravato di un costo fisso del 2% dell’importo a base d’asta, destinato agli incentivi per le funzioni tecniche (Art. 113. del Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50). Il tutto per la significativa cifra di 142.441,44 € all’anno.
La determina recita, anche, che a copertura di tale costo non sono necessari ulteriori impegni poichè si possono utilizzare i risparmi legati al ribasso d’asta del 6,10%.
Vorrei capire come mai è stata scelta l’aliquota massima del 2%, in relazione all’importo estremamente considerevole della gara in oggetto. La Legge infatti stabilisce solo il valore massimo: “le amministrazioni pubbliche destinano a un apposito fondo risorse finanziarie in misura non superiore al 2 per cento modulate sull’importo dei lavori posti a base di gara”. Non superiore al 2% e modulate sull’importo dei lavori.
Vorrei anche capire se come sembra dalla determina il costo sia ricorrente, è così?
L’80% di questa cifra, circa 114.000 €, andrà a finanziarie un fondo che è ripartito con le modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata integrativa del personale tra il responsabile unico del procedimento e i soggetti che svolgono le funzioni tecniche nonché tra i loro collaboratori. Non ti sembra una cifra eccessiva legata all’opera? Questo fondo si aggiunge alla regolare retribuzione, non si sostituisce.
Del restante 20% cosa intendete farne l’amministrazione?
Qual’è la logica per la riduzione di 83.862,35 per il 2016? Non è i 3/12 come mi sarei aspettato, con quale formula è calcolato?
In tempi di ristrettezze economiche, di lotta agli sprechi, anche di quelli legati ai gettoni di presenza dei consiglieri, a me francamente sembra una cifra spropositata.
(Ing. Stefano Alì)
Acireale – Determina 448 e ricaduta sui costi della Tari was originally published on Fancity Acireale
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