#concretezza
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pensierodelgiornoblog · 1 month ago
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la-scigghiu · 1 year ago
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«Sai che non ho mai avuto dei sogni? E non perché non avessi ambizioni ma perché li ho sempre considerati dei progetti...ho sempre pensato a cosa dovevo fare affinché si realizzassero. Ho tanti desideri però sono desideri sempre legati a qualcosa di concreto che si può realizzare»
.🦋.
🔸Paola Cortellesi
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scogito · 2 years ago
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Pensa sempre alla pratica. Vai sempre nella concretezza.
Se ti rivolgi a insegnamenti interiori il tuo dovere è portarli sul piano pratico.
Se chiedi a insegnanti di spiritualità (bruttissima definizione, ma è per capirsi) il loro dovere è indicarti un accesso alla pratica.
L'obiettivo di qualsiasi conoscenza è la pratica. Il senso della pratica è la comprensione con la Fonte diretta. Nessuna evoluzione è reale se non attraverso questa Fonte.
Il resto è raccontarsela, trovare vie di fuga o cercare scorciatoie, oltre che fasulle spesso pericolose.
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frafree98 · 1 year ago
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MOOD OF THE DAY
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lospalatoredinuvole · 1 year ago
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Non c'è niente di più triste di una persona che deve ingannare gli altri per sentirsi importante.
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primepaginequotidiani · 1 day ago
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PRIMA PAGINA Giornale Di Brescia di Oggi domenica, 24 novembre 2024
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asolitaryperson · 1 month ago
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"Ho qualcosa che mi distorce all’interno delle mie viscere bizzarre. Devo analizzarmi più approfonditamente, trovando una soluzione che mi porti a un dunque concreto e certo."
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jollijeff · 5 months ago
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senza pensiero, idee, sogni, astrazione, teoria, non c'è azione
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yourealpurpose · 9 months ago
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- Se non la metti in pratica non è evoluzione.
Anna
▶︎ Il tuo Scopo ▶ T.me
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ilpianistasultetto · 5 months ago
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Dopo la morte del bracciante indiano, trasportato e lasciato crepare dal suo datore di lavoro dopo averlo scaricato davanti casa, tutta la politica ha detto le solite frasi di circostanza, quelle che tutti dicono da 50anni dopo eventi simili. Sgranano quei loro occhi da triglia, digrignano quei loro denti da faina e danno vita al coro: "sono cose inaccettabili per un Paese civile". L'Italia un Paese civile? Un Paese che premia i ladri, gli evasori, i furbetti e ogni forma di irregolarita' lo chiamiamo un Paese civile? E' insopportabile cosi' tanta ipocrisia, anche quella di tanti cittadini. Di giorno gridano contro gli immigrati, votano chi promette "tutti a casa loro" e di notte li fanno lavorare in nero e, non paghi, gli affittano anche le case, sempre in nero gonfiando cosi i loro conti bancari. Dove sono i contratti registrati? Ovvio che non ci sono, visto che parliamo di "invisibili". E che pene avranno? Naturalmente, zero di zero. Solo e sempre un chiacchiericcio di fondo senza concretezza, anche perche', prendendo misure serie, certa politica "strillata" perderebbe milioni di voti. Due provvedimenti semplici, se veramente la politica volesse tornare ad essere seria: sigilli per 1anno alle imprese che vengono trovate con lavoratori irregolari e acquisizione al bene pubblico delle case locate senza contratto di locazione, come si fa per i mafiosi. Cosi', quando un immigrato irregolare non ha da lavorare o dove dormire, vedremo quel che accadra'. Io comprerei subito qualche scatolo di pop-corn e mi godrei lo spettacolo. Sara' divertente. @ilpianistasultetto
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crazy-so-na-sega · 3 months ago
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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pensierodelgiornoblog · 2 months ago
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Meglio fare senza dire che dire senza fare.
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falcemartello · 7 months ago
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Era evidente che si sarebbe andati a parare qui.
La convergenza tra ecologismo e scientismo crea un mostro estinzionista.
L'ecologismo è molto cambiato rispetto alle sue origini,fatte di battaglie locali in difesa della biodiversità e dell'estensione boschiva.
Ora venera una divinità matematica globale composta di grafici, statistiche, modelli proiettivi.
Questa traiettoria andrebbe studiata meglio.
L'ecologismo storico predicava e difendeva sul campo la sacralità della vita, estesa a tutte le sue forme. L'ecologismo scientista difende il "Dio Pianeta", fatto di dati e proiezioni, dalla vita stessa, desacralizzata e, nella sua materiale concretezza, contrapposta all'astratto.
L'astratto matematico prende il posto dell'astratto spirituale e, come esso, genera un dio composto della propria materia. E tende quasi naturalmente a vedere la carnalità della vita come il suo principale nemico.
Secoli a frenare queste derive, ora la giostra riparte daccapo.
In conclusione...
Se provi ad analizzare criticamente qualcosa che sta avvenendo ti prendi del negazionista.
Se provi a farlo di qualcosa che si è già compiuto ti prendi dello sciacallo.
Certe persone non solo sono incapaci di pensiero autonomo, ma hanno persino dato valenza morale al conformismo.
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ninoelesirene · 6 months ago
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Ci sfugge troppo spesso che il cervello è parte del corpo, e che la memoria gli appartiene come appartiene anche a un braccio, ai polmoni, alle gambe, fino all’ultimo centimetro di pelle.
La mente reclama la sua concretezza: se potesse, vorrebbe essere abbracciata. È per questo che le carezze fanno bene e che non di rado, di chi non c’è, ci mancano le mani. Allo stesso tempo è proprio nelle mani, nelle articolazioni, negli angoli della bocca, nella fronte che il ricordo resta custodito (intrappolato, a volte), in una sinfonia della memoria corporea di cui il cervello è solo lo strumento che riusciamo a distinguere prima. Anche ciò che volgarmente definiamo corpo ci chiede di essere ascoltato.
Fine maggio.
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leggerezza-dell-essere · 11 months ago
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Lei non era una donna qualunque, una con un bel paio di gambe, un bel seno, un bel sedere o un viso particolare, non so dire neppure se fosse realmente bella esteticamente.
Aveva le rughe dei suoi anni, dei suoi vissuti, un carattere spigoloso, era complessa, quasi schiva, contorta ... eppure era così bella nel suo fare, nel suo amare, nel suo infinito essere. In ogni cosa che faceva trovavi celato tutto il suo fascino, aveva addosso il profumo selvaggio di libertà, di sogni, di concretezza, di passione. No, decisamente lei non era una donna qualunque, aveva il cuore esteso verso l'infinito, infinito come lo è il mare, come lo è l'universo e profonda come l'oceano.
Silvana Stremiz
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dinonfissatoaffetto · 13 days ago
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Le ragioni per cui oggi scrivere per i bambini è così difficile, sono infinite, ma una certo è che è nata in noi l'idea che ai bambini tutto può far male. La fantasia ci atterrisce perché è avventurosa, imprevedibile e forte. Noi ne abbiamo poca, e per giunta l'adoperiamo con mani parsimoniose e schifiltose. Quando si scrivono o si stampano libri per bambini, per prima cosa si sbarrano porte e finestre. No alle storie di dolore perché il dolore fa male. No alle storie di miseria perché sono patetiche. No alle lagrime. No alla commozione. No alla crudeltà. No ai cattivi, perché non bisogna che i bambini conoscano la cattiveria. No ai buoni perché la bontà è sentimentale. No al sangue perché fa impressione. No ai castelli lussuosissimi perché sono evasione. No alle fate perché non esistono. I bambini sono fragili e perciò li nutriremo con vivande lavate e disinfettate. Li educheremo alla concretezza, avendo però sterilizzato la concretezza, avendo isolato nella concretezza ciò che non manda né bagliori né lampi. Li nutriremo con sabbia, accuratamente filtrata e senza batteri. Li nutriremo col bicarbonato, col borotalco e con la carta assorbente. Mi si dirà che ai bambini piace il bicarbonato. Può anche darsi che gli piaccia quando non hanno altro. Il problema però non è che gli piaccia o gli dispiaccia il bicarbonato. Il problema è invece come crescono con questo tipo di alimentazione i bambini.
- Natalia Ginzburg
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