#come mangiare senza ingrassare
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GRASSO E IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
🔴🇮🇹 INGRASSI SENZA SAPERE IL PERCHÉ?si mangia senza pensarci e senza capire il perché! Non si mangia più per necessità o sopravvivenza! Si mangia a causa di: stress paura rabbia nervoso tristezza emozioni Dietro ogni kg esiste una causa inconscia! Dimagrire senza convincere il tuo subcosciente, il tuo pilota automatico, e’ praticamente impossibile! Solo a te la scelta! se le hai…
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Non so come sentirmi. Ultimamente ho iniziato a mangiare senza farmi paranoie sulle calorie ( a meno che io non mangi più del previsto) anche se ancora le conto, a non pesarmi, mi misuro e basta la circonferenza di gambe, braccia, fianchi e vita.
Ho la vita più sottile e la cassa toracica si vede bene anche se non tiro in dentro la pancia. Forse ho risvegliato il mio metabolismo almeno un briciolo, però ho una paura (irrazionale, in parte) di ingrassare di nuovo.
Mi guardo allo specchio e la percezione che ho di me cambia ogni volta in base a se e quanto ho mangiato, nonostante io sia sempre la stessa.
Vorrei tornare a mangiare 400kcal al giorno e pesarmi tutte le sante mattine, vedermi dimezzare a vista d'occhio.
Non so più cosa sia giusto fare, se ascoltare il mio cervello razionale o il cuore che vuole farmi raggiungere una magrezza che non vedrò mai.
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MUOIO PER NIENTE
Mi è capitato fosse l'ultimo giorno Di tenere stretto il mondo Che cercava di lasciarsi andare E l'ho salvato al volo Come si fa col pallone Ecco, io non sono un giocatore Ma forse un po' so giocare Mi è capitato di sentire la spalla di mia madre Come un cordone ombelicale Attaccata alla mia spalla Ed era la cosa che più mi spaventava Così mi allontanavo Per non sentirne il bisogno Prima di dover tagliare
Ora credo Che sia tempo Di sbagliare Non c'è tempo Non c'è tempo Per pensare
E ho pensato al futuro nello stesso modo In cui ho pensato a cosa mangiare senza ingrassare Se Dio m'ha messo le ali vuole che voli Ma preferisco ballare
Mio fratello Io lo sento Già suonare
Mi manca la mia casa Ma non so dove cercarla La mattina sono stanca Ma la sera non mi calma Mamma dimmi che succede Sento il cuore che si stacca Riesco a vivere di sete Ma poi Muoio per niente (muoio per niente) (tutto per niente) (tutto per niente) (tutto per niente)
Riuscire a respirare E' un po' come ricordarsi Che c'è chi ti vuole bene E così vi voglio dedicare Tutta la mia vita Tutta la folle passione Con cui vinco l'illusione Che sia Tutto per niente
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ho digiunato nonostante stasera fossi ad un 30esimo con cibo ovunque, la tentazione era fortissima ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era "poi domani non vedrò più un 49 sulla bilancia".
quindi ho resistito, dicendomi che questa non sarà l'ultima occasione per mangiare un trancio di pizza, o un casatiello, o dei bocconcini di bufala o un tagliere di salumi e formaggi.
potrò sicuramente mangiarli di nuovo, un giorno.
anche se la paura mi fotte, e non voglio buttare di nuovo i miei progressi all'aria.
è stato anche un po' soddisfacente vedere tutti con le mani sulla propria pancia gonfia, a lamentarsi di quanto stiano ingrassando, mentre io ero lì con lo stomaco che brontolava e un autocontrollo eccezionale.
ero l'unica lì in mezzo che stesse facendo attivamente qualcosa per non ingrassare, ovvero non mangiare.
ero l'unica ad avere il controllo.
ed ero l'unica a non poter usare la mia pancia come poggia mani, perché pian piano sta diventando sempre più piatta, e la zona superiore è addirittura un po' rientrata tra le costole.
senza dover trattenere il respiro o tirarmi la piancia in dentro, capite?!
capite quanto possa essere soddisfacente vedere gli altri sudare per il "caldo" mentre tu tremi di freddo?
capite che quel grasso che mi scaldava adesso sta andando via, ed è fantastico?
è tutto ciò che desidero al momento.
non ho controllo sulla mia vita, sono completamente allo sbaraglio, non ho obbiettivi e non so che futuro voglio, ma so che su questo posso avere controllo.
so che in quel futuro sarò felice col mio corpo, sarò a mio agio in bikini davanti ai miei amici, sarò a mio agio indossando pantaloncini striminziti e top cortissimi, sarò a mio agio stando seduta e piegata in avanti perché le mie cosce non si espanderanno nel farlo e la mia pancia non avrà grasso da cui ripiegare rotoli che mi lasciano segni.
in quel futuro mi ci vedo magra, felice, in pace col mio corpo e con la mia mente perché, dio, me lo merito.
merito un corpo che mi faccia sentire bene.
quindi devo avere controllo, proprio come ne ho avuto soprattutto stasera.
purtroppo per raggiungere quel risultato e farlo abbastanza in fretta, questo è l'unico modo.
è vero, mi fa del male psicologicamente perché so che non è normale sentirsi spaventati dal cibo, dal numero sulla bilancia, dal riflesso nello specchio che cambia ogni volta che lo guardo; so che mi lascerà lo stomaco sottosopra e mi sballerà i valori, che sicuramente saranno più bassi nonostante le vitamine che assumo, e so che potrei svenire o farmi male in altri modi simili.
però mi rende felice, sarò felice quando sarò come dico io.
e questo mi basta.
la felicità è sempre difficile da raggiungere, si deve sempre lottare un po' prima di poter dire di essere felice.
e io lo sto facendo, sto lottando, mi sto controllando, e ci sto anche riuscendo benissimo.
non voglio mai più superare i 49 kg.
non voglio mai più vedere il mio peso iniziare con un "5...".
e se anche a 45 kg non avrò il corpo che immaginavo avrei avuto, allora dovrò proseguire, magari fino ai 43, o anche ai 40, se non ai 38.
mi fermerò quando sarò soddisfatta del mio riflesso.
però, fino ad all'ora, andrò per piccoli step.
stamattina pesavo 49,9 kg.
domani mi aspetto almeno cento grammi mancanti.
anche solo cento grammi mi bastano.
ho perso 2,6 kg in 10 giorni, penso che sia normale rallentare a partire da adesso, non mi meraviglierei, anche se ammetto che mi deluderebbe un po' vedere progressi troppo piccoli se non nessun progresso affatto (che puó succedere se si blocca il metabolismo).
immaginate se continuassi a perdere 2,6 kg ogni 10 giorni... arriverei a 45,2 kg tra esattamente 20 giorni.
impossibile, lo so, eppure l'idea è eccitante, mi motiva e mi sprona a fare anche meglio.
oggi sono andata alla prima lezione di pilates, carino e stancante ma nulla che si possa paragonare all'MMA, boxe, nuoto o altri sport simili dove ti sforzi almeno dieci volte di più.
sono convinta di aver bruciato poco, forse 200 kcal massimo.
ma a noi non interessa, tanto non ho mangiato quindi qualcosa in questi giorni lo perdo per forza.
andrà bene.
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Malnutrizione: nel Regno Unito le prime conseguenze tra i bambini
La malnutrizione fa vedere le sue conseguenze tra i bambini del Regno Unito. Negli ultimi dieci anni, infatti, i bambini britannici sono cresciuti sempre meno divenendo i bambini più bassi. La causa di questo processo starebbe in uno scarso apporto di nutrienti dato, a sua volta, dalla povertà sempre più dilagante tra le famiglie. Come si evidenzia, la malnutrizione non è più un fenomeno riferito solo ai Paesi in via di sviluppo ma dilaga anche nei Paesi ricchi dove aumentano velocemente le sacche di povertà. Le conseguenze della malnutrizione nel Regno Unito I bambini britannici sono più bassi rispetto a quelli degli altri Paesi. A essere precisi sono i più bassi. Mentre l'altezza media aumenta a livello globale, nel Regno Unito diminuisce. Per dare un'idea, l'altezza media in Gran Bretagna nel 2010 era 110,2 centimetri per i maschi di 5 anni e 109,3 per le femmine; nel 2022 si è passati a 110,9 centimetri per i maschi e a 109,9. Un incremento inferiore rispetto a quello registrato in altri Paesi. In questo lasso di tempo, i bambini britannici maschi hanno perso 33 posizioni nelle classifiche internazionali, le femmine 27. Intervistata sulla notizia, la professoressa di salute globale all’Imperial College di Londra, Majid Ezzati, ha evidenziato come questo dato sia riconducibile alla malnutrizione. Un problema, ha detto la professoressa, che affligge milioni di giovani sotto i 18 anni in Gran Bretagna. Sono sempre meno, infatti, le famiglie che possono permettersi di acquistare cibi, come legumi, verdure, carne e pesce, capaci di nutrire senza far ingrassare. Un'emergenza annunciata La notizia, diventata subito un caso politico, non è arrivata inaspettata. Nel luglio 2023, infatti, il Times svelò la dirompente crisi alimentare in Gran Bretagna. Una situazione talmente grave che il sindaco di Londra, Sadiq Khan, aveva attuato un programma di pasti gratuiti per i bambini delle scuole elementari. La direttrice della Food Foundation, Anna Taylor, esperta di nutrizione con una lunga esperienza in Africa e Asia, aveva lanciato l'allarme sulla crisi alimentare nel Regno Unito parlando di livelli di denutrizione molto alti, assimilabili a quelli di alcuni dei Paesi più poveri del mondo, e di un arresto nella crescita infantile. Nel 2022, più di 11.000 britannici erano stati ricoverati per malnutrizione. Molti anche i casi di scorbuto e di rachitismo. La prima è dovuta a un'importante carenza di vitamina C, la seconda a una prolungata carenza di vitamina D. Parliamo di malattie tipiche dell'era vittoriana legate, appunto, alla malnutrizione. Denutrizione e malnutrizione Vediamo, dunque, come denutrizione e malnutrizione sono fenomeni molto diffusi non solo nei Paesi a scarso sviluppo economico ma che, negli ultimi anni, devono farci i conti anche i Paesi cosiddetti industrializzati. Per denutrizione si intende un apporto di calorie giornaliero minore di quello necessario per poter svolgere le pratiche quotidiane. Erroneamente associamo la denutrizione alla scarsa quantità di cibo che ingeriamo. Il nesso non è vero sempre considerato che, se conduciamo un'alimentazione priva di nutrienti (carboidrati, proteine e grassi) possiamo anche mangiare in grandi quantità cibo ma non introiteremo il giusto apporto energetico. La malnutrizione, invece, si manifesta come mancanza di uno o più nutrienti ed è provocata da un'alimentazione squilibrata che privilegia alcuni nutrienti a danno di altri. Anche in questo caso le quantità di cibo non sono dirimenti, perché conta la qualità dei cibi che ingeriamo. Anche regimi alimentari molto sbilanciati volti alla perdita di peso possono portare alla malnutrizione o alla denutrizione. La causa principale della malnutrizione, oggi, sta nella povertà, che non consente alle persone di nutrirsi in modo adeguato, dilagante anche nei Paesi più ricchi. In copertina foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay Read the full article
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Aforismi e citazioni sul cibo
Aforismi e citazioni sul cibo Aforismi e citazioni sul cibo, idee, pensieri, battute e consigli vari di autori saggi e famosi sul nutrimento, il mangiare, l'alimentazione, gli alimenti e i cuochi. Un anonimo del '500 soleva sempre dire: "Ci sono tante cose importanti nella vita, la prima è mangiare, le altre non le conosco." Evidentemente l'isotopia alimentare e sessuale mi sembra chiaramente scontata, ma forse poi nemmeno tanto. Carl William Brown Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, di tutti i paesi e di tutti i giorni; può associarsi a tutti gli altri piaceri, e resta l'ultimo a consolarci della loro perdita. Brullat-Savarin La speranza è una buona prima colazione, ma è una pessima cena. Francis Bacon L'uomo mangiando cibi succolenti, si scava la fossa con i propri denti. Proverbio Senza nutrimento gli uomini non possono vivere. Soltanto dopo aver dato loro di che vestirsi e nutrirsi è possibile insegnare le regole della convenienza e del dovere, o intimidirli con pene. Cui Shi Cavolo: ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo. Ambrose Bierce Siamo alla frutta. Per fortuna poi arriva il dolce. Andros Non solo moda e cibo. Anche fucili, pistole, bombe, velivoli, mezzi blindati e corazzati. E’ la nuova frontiera del made in Italy, il record dell’export nazionale: l’Italia ha superato la Russia ed è ora il secondo produttore mondiale di armi, dopo gli Usa. Carl William Brown Anche per desinare bisogna saper far uso dei principi della scienza. Petronio A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame. Totò Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene. Virginia Woolf Esse oportet ut vivas, non vivere ut edas. Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare. Antico proverbio Occuparsi del pane e del lavoro è ancora occuparsi dell’anima. Elio Vittorini Prima tu prendi un drink, poi il drink ne prende un altro, e infine il drink prende te. Francis Scott Fitzgerald
Aforismi sul cibo Un quarto del cibo che assumiamo ci serve per vivere, il resto serve per far ingrassare industriali, pubblicitari, medici e imprese di pompe funebri. (ovviamente per chi muore di fame il discorso cambia.) Carl William Brown Non c'è amore più sincero di quello per il cibo. George Bernard Shaw La solitudine è per lo spirito, ciò che il cibo è per il corpo. Seneca Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo. Confucio Dei palati uguaglianza non può stare, perciò non s'ha dei gusti a disputare. Proverbio Popolare Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare. George Bernard Shaw Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi. James Joyce Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo! Arthur Schopenhauer Il periodo critico del matrimonio è l'ora di colazione. George Herbert Tra il desiderio del cibo e la brama di potere c'è una strana isotopia; è vero che l'appetito vien mangiando, ma poi almeno ci si sazia, invece chi comincia a masticare il potere non si sazia mai e alla fine fa inevitabilmente indigestione, vomitando quindi un mucchio di fesserie e di crudeltà. Carl William Brown E' bene, nella vita come ad un banchetto, non alzarsi né assetati né ubriachi. Aristotele A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare? Totò Nasciamo nudi, umidicci e affamati. Poi le cose peggiorano. Anonimo La miglior salsa del mondo è la fame. Miguel de Cervantes La televisione, o meglio la "stupid box" come l'ha definita qualcuno sa benissimo che chi la dura la vince ed è perciò che insiste nel suo lavoro di proselitismo; praticamente vuole convertire tutti al suo verbo, al verbo dell'imbecillità. La televisione sa benissimo di avere un potere enorme, al quale l'uomo ordinario deve soccombere. Lo spettatore viene per tali ragioni continuamente bombardato, e quindi condizionato da (Pavlov insegna) una marea di ammiccanti consigli, da fantastiche o atroci notizie, da enormi inganni politici e teatrali, nonché da splendide e ammalianti immagini. La televisione adempie perfettamente la sua missione, che è poi quella di preparare il cibo per il potere. Carl William Brown
Aforismi e idee sul cibo Non si dovrebbe ritornare al cibo altro che quando lo stomaco chiama con insistenza soccorso. Pellegrino Artusi Che il tuo cibo sia la tua unica medicina. Ippocrate Chi ha bravo cuoco, e amici sempre invita, se non ha buona entrata, ha buona uscita. Cristoforo Poggiali Colui che non si preoccupa di quello che mangia non saprà preoccuparsi di nient'altro. Samuel Johnson Gli animali si nutrono; l'uomo mangia: solo l'uomo di spirito sa mangiare. Anthelme Brillat-Savarin Se più persone dessero valore al cibo, all'allegria, alle canzoni che all'oro, sarebbe certo un mondo più felice. John Ronald Reuel Tolkien Se oggi l'uomo non mangia più l'uomo, è unicamente perché la cucina ha fatto dei progressi! Daniel Pennac Il cibo è la forma più primitiva di conforto. Sheila Graham Troppo cibo rovina lo stomaco, troppa saggezza l'esistenza. Alessandro Morandotti Mangiate merda, milioni di mosche non possono sbagliare. Anonimo Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono. Anthelme Brillat-Savarin Per chi non ha alcuna prospettiva di vita intellettuale, l'amore rimane, oltre al cibo e all'attività sessuale, l'unico forte legame istintivo con la vita, ormai diventata inconsapevolmente schizofrenica. Carl William Brown Viviamo nel benessere e spesso di benessere moriamo. Mangiamo ogni giorno della settimana come re e regine al banchetto, e finiamo per lasciarci la vita. T. Colin Campbell Pancetta. La mummia di un maiale imbalsamato. Ambrose Bierce È preferibile un cibo anche un po’ nocivo ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano ma sgradevole. Ippocrate Non c'è amore più sincero di quello per il cibo. George Bernard Shaw Il cibo è simbolo della sicurezza, assieme al tetto che ci ripara. Sofia Loren Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei. Anthelme Brillat-Savarin Tutto quel che non si mangia, fa bene alla salute. Guido Ceronetti C'è molta verità nel detto che l'uomo diventa ciò che mangia. Più grossolano è il cibo, più grossolano sarà il corpo. Mohandas Gandhi
L'arte di mangiare La scuola è fatta per avere il diploma. E il diploma? Il diploma è fatto per avere il posto. E il posto? Il posto è fatto per guadagnare. E guadagnare? È fatto per mangiare. Non c'è che il mangiare che abbia fine a se stesso, sia cioè un ideale. Salvo in coloro, in cui ha per fine il bere. Giuseppe Prezzolini Molti eccellenti cuochi si rovinano nel tentativo di diventare artisti. Paul Gaugain Una mucca o una pecora morte che giacciono in un pascolo sono considerate carogne. La stessa carcassa, trattata e appesa a un chiodo in macelleria, passa per cibo! John Harvey Kellogg Tutta la storia umana attesta che la felicità dell’uomo, peccatore affamato, da quando Eva mangiò il pomo, dipende molto dal pranzo. George Gordon Byron Colui che dà da mangiare agli affamati ristora la propria anima; così parla la saggezza. Friedrich Nietzsche Colui che dà da mangiare agli affamati ristora la propria anima; così parla la saggezza. Friedrich Nietzsche Chi mangia troppo in fretta si morde le dita. Proverbio africano La cucina è diventata un'arte, una scienza nobile; i cuochi sono dei gentiluomini. Robert Burton Qual è il momento migliore per la cena? "Se uno è ricco, quando vuole, se uno è povero, quando può". Diogene di Sinope Se non hanno più pane, che mangino brioche. Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena Godere di mangiare accanto a una persona amata può essere segno di amore insufficiente, soffrire di mangiare accanto a una persona amata può essere segno di troppo amore. Mario Soldati Spesso la donna italiana è cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto. Ennio Flaiano Nella sua modesta proposta, allo scopo di eliminare i problemi dei poveri irlandesi, Swift suggeriva di cucinare i loro bambini, che in questo modo oltre a sollevarli dal costoso mantenimento avrebbero fornito allo stesso tempo un prelibato cibo per i ricchi. E' ovvio che a distanza di tempo ed in caso di forti carestie, si potrebbe estendere la ricetta anche agli adolescenti e non solo a quelli irlandesi. Carl William Brown Se nessuno ti vede mentre lo mangi, quel dolce non ha calorie. Anonimo L'educazione è il pane dell'anima. Giuseppe Mazzini L’ospitalità è la virtù che ci induce a nutrire e ospitare alcune persone che non hanno bisogno né di essere nutrite né di essere ospitate. Ambrose Bierce Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte. Otto von Bismarck Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece starnazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina. Henry Ford Gli obesi vivono di meno: però mangiano di più! Stanislaw Jerzy Lec Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi. Victor Hugo
La piramide alimentare vegetale Non bisogna avere che relazioni superficiali con chi respinge agli e cipolle, perché si tratta di caratteri incapaci di profondità. Guido Ceronetti Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo. Alessandro Morandotti Commestibile. Buono da mangiare, sano e digeribile come un verme per un rospo, un rospo per un serpente, un serpente per un maiale, un maiale per un uomo e un uomo per un verme. Ambrose Bierce Lo stomaco sano è squisitamente conservatore. Pochi radicali hanno una buona digestione. Samuel Butler La società è composta di due grandi classi: quelli che han più roba da mangiare che appetito, e quelli che han più appetito che roba da mangiare. Nicolas de Chamfort L'uomo è ciò che mangia. Ludwig Feuerbach Detesto l'uomo che manda giù il suo cibo affettando di non sapere che cosa mangia. Dubito del suo gusto in cose più importanti. Charles Lamb Se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino non credo sia necessario per riuscire, di nascere con una cazzaruola in capo, basta la passione, molta attenzione e l'avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine, che questa vi farà figurare. Pellegrino Artusi Dio non ha fatto che l'acqua, ma l'uomo ha fatto il vino. Victor Hugo Il ricco mangia, il povero si nutre. Francisco de Quevedo L'appetito rende saporite tutte le vivande. Paolo Mantegazza Fu veramente un audace colui che per primo mangiò un'ostrica. Jonathan Swift Troppo cibo rovina lo stomaco, troppa saggezza l'esistenza. Alessandro Morandotti Dio dà il cappone al ricco e al povero l'appetito. Proverbio Popolare L'amicizia è il vino della vita. Edward Young Un gourmet che pensa alle calorie è come una puttana che guardi l'orologio. James Beard Gastronomo. Un cuoco che ha fatto il liceo. Pitigrilli (Dino Segre) La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane. Pablo Neruda Ogni morto di fame è un uomo pericoloso. Elio Vittorini Il male non è ciò che entra nella bocca di un uomo, il male è ciò che ne esce. Sacre Scritture
Aforismi gastronomici Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro. Lucrezio In un sistema man mano che sale il livello di organizzazione della struttura, gli elementi che la compongono perdono la capacità di progetti individuali, proprio perché si trovano inseriti in un sistema integrato che si muove con altre logiche. Questo comporta che la struttura diventa qualcosa di diverso rispetto alla somma dei suoi singoli componenti. E così noi tutti poveri uomini non siamo altro che cibo per i vermi. Carl William Brown Maionese. Una di quelle salse che per i francesi fanno le veci di una religione di Stato. Ambrose Bierce Un cetriolo dovrebbe essere affettato con cura, condito con pepe e aceto e poi buttato via, come buono a niente. Samuel Johnson Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia. Manuel Vázquez Montalbán Il mondo ipocrita non vuoi dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio. Pellegrino Artusi Mangiare, abitudine obbligatoria ma stupida. Gesualdo Bufalino In un mondo dove persino la vita non vale alcunché è patetico vedere che c'è gente che per il profitto crede e spera ancora nel potere sempre più detergente di un sapone o nella lucentezza che può donare uno shampoo. Accade così che al cospetto dei benefici promessi dalle creme anticellulite o dell'inesistente gusto di uno schifoso cibo surgelato anche il peggior crimine diventi un atto di sana e genuina giustizia vendicativa. Carl William Brown Mangia poco a pranzo e meno ancora a cena, che la salute di tutto il corpo si costruisce nel laboratorio dello stomaco. Miguel de Cervantes Che si mangi troppo o non abbastanza, in entrambi i casi si finisce per ammalarsi. Nella nostra vita quotidiana dobbiamo evitare tutti gli estremi. Tenzin Gyatso (Dalai Lama) Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi; non masticare con voracità per non renderti odioso. Sii il primo a smettere per educazione, non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo. Siracide Cuoco si diventa, rosticciere si nasce. Anthelme Brillat-Savarin Avvezzatevi a mangiare d'ogni cosa se non volete divenire incresciosi alla famiglia. Chi fa delle esclusioni parecchie offende gli altri e il capo di casa, costretti a seguirlo per non raddoppiar le pietanze. Pellegrino Artusi Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle ghiottonerie della mensa, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi. Marco Tullio Cicerone Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi. James Joyce È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita. William Shakespeare L’isotopia sessuale e alimentare non è poi così strana, infatti il cibo e il sesso sono gli ingredienti fondamentali per la riproduzione e la continuazione della nostra esistenza. Ecco perché in fondo anche il cannibalismo ha una sua logica di fondo! Carl William Brown L'uomo è l'unica creatura che consuma senza produrre. George Orwell Ci sono tre cose che una donna è capace di fare con niente: un cappello, un'insalata e una scenata. Mark Twain Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi. Marguerite Yourcenar
Pensieri e citazioni sul cibo Se per vedere il peso sulla bilancia ti serve un gioco di specchi, è il momento di cominciare una dieta. Anonimo Su queste tematiche potete anche leggere: Enogastronomia in Italia Famose Ricette Italiane Migliori ristoranti Italiani Cooking traditions in Brescia Tourism Resources Page Job Opportunities in Tourism Aforismi per autore Aforismi per argomento Pensieri e riflessioni Read the full article
#aforismi#alimentazione#alimenti#amore#appetito#banchetto#cibo#citazioni#Commestibile#cucina#cucine#cuochi#cuoco#fame#mangiare#medicina#orti#pane#piacere#pizza#stomaco#tavola#vita
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La svolta della Bolognina e il trionfo del Frittobollito
Il "Frittobollito" è la specialità di mia sorella. Io sono, di carattere, un po' drastico, radicale. Quando ho le giornate "produttive", durante le quali mi dedico alle mie passioni: scrivere, dipingere, scolpire e altro ancora, allora non mi concedo distrazioni. Mi isolo, per quello che posso, e non mi lascio distrarre da altro. Posso tranquillamente andare avanti anche per più giorni con panini, latte, frutta, tramezzini e tutto quello che non richiede tempo per prepararlo. Il massimo di perdita di tempo che mi concedo è la preparazione di un piatto di pastasciutta. Naturalmente questo posso farlo per uno, due, anche tre giorni. Poi, inevitabilmente, mi viene voglia di mangiare più decentemente. Allora vado giù di lasagne, ragù, costate con relativo contorno e via di questo passo. In definitiva, una cosa o la faccio e cerco di farla al meglio, o non la faccio e vado avanti alla meno peggio. Prendendo a prestito il linguaggio politico, su questo tema, come in tutto, mia sorella è una cerchiobottista. Cosicchè, per tentare disperatamente di seguire una dieta che non la faccia ingrassare e nel contempo lasciarsi andare alle tentazioni gastronomiche, vive di frittobollito. Le polpette, per dire, ben confezionate, ricche di uova e formaggio, non le frigge e non le fa al sugo. Le cuoce in una padella antiaderente senza aggiungere altro. Risultato: sono comunque gustose. Ma non sono fritte e non sono al sugo. Sono polpette frittobollite.
Il video che allego a questo post riepiloga sufficientemente bene le tappe di questo processo, durante il quale il più grande partito della sinistra è diventato il partito del frittobollito. E' da allora che, a parte "il nome della cosa": La Quercia, L'ulivo, i Democratici di Sinistra. La Margherita e tutti gli altri nomi che hanno definito negli ultimi trent'anni i vari nomi del partito e delle coalizioni, ancora non si riesce a capire cos'è la cosa (scusate il giorco di parole). Negli ultimi trent'anni si è messo insieme tutto e il contrario di tutto. Che un governo, per necessità, debba includere in sè partiti contrapposti (leggi Governo Renzi) del quale facciano parte politici di sinistra, con politici di destra e politici di centro, può anche essere accettabile. Per il bene del Paese si può fare, se non c'è altra possibilità. Ma se lo fa un partito allora il discorso cambia. Come lo tieni insieme un partito nel quale sono contemporanemente presenti divorzisti e antidivorzisti, adoratori del Mercato e sindacalisti, abortisti e antiabortisti? La legge 194 sull'aborto è un esempio lampante di questa confusione, di questo minestrone, spesso insapore e spesso nausebondo. Quelli di sinistra possono rivendicare il succeso dell'affermazione del diritto all'aborto. Quelli di destra possono rivendicare il successo del boicottaggio di questa stessa legge. Risultato? La legge 194 è sostanzialmente inapplicata.
Qualche anno fa mi capitò di vedere in televisione l'intervista ad un medico (mi pare nelle Marche) il quale, tranquillamente, spiegava che in Italia, se pratichi l'aborto, non diventerai mai primario. E che, poichè a lui non interessava diventare primario, lui praticava gli aborti così come la legge prevede.
Per restare sul tema, alla pacchia degli "obiettori di coscienza" qualcuno, prima o poi, dovrebbe mettere fine. Che pensereste se, ricoverato in ospedale perchè necessitate di un intervento chirurgico e durante l'intervento avreste bisogno assoluto di una trasfusione di sangue, il medico che vi opera non la fa, perchè lui è Testimone di Geova? O se arrivati al pronto soccorso con una frattura scomposta trovaste un medico che vi dice che lui non la mette a posto, perchè è un'operazione semplice ma dolorosa e lui non fa il medico per far soffrire la gente? In teoria, ma è pura teoria, il problema si potrebbe risolvere in un lampo. Se un ospedale cerca un ostetrico o un ginecologo o comunque un medico che possa praticare aborti, e indice un concorso, il medico che partecipa al concorso dovrebbe dichiarare "prima" di essere un obiettore di coscienza e in quel caso l'Ospedale dovrebbe avere tutto il diritto di non assumerlo e dirgli: "Ci dispiace, ma noi cerchiamo un medico che sia disposto anche a praticare aborti, così come prescrive la legge.". Invece nel nostro paese la scandalosa pacchia dei medici che "prima" si fanno assumere e "dopo" che sono stati assunti si dichiarano "obiettori di coscienza" continua da trent'anni, con la soddisfazione di quelli che possono sventolare la loro bandierina di difensori delle donne e del diritto di abortire, e di quelli che possono sventolare la loro bandierina di fieri oppositori dell'aborto. Con buona pace dei diritti delle donne e della legge 194.
Sono personalmente convinto che la lenta agonia del maggiore partito della sinistra, anzi, del centrosinistra, durerà ancora per molti anni. Perchè, come giustamente diceva Occhetto, non è importante il nome che dai alla cosa, ma che cos'è la cosa.
E questo, dopo trent'anni, ancora non si è capito.
twitter @maledettalogica
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la #bulimia un pensiero ossessivo compulsivo: La Bulimia è una malattia diabolica
la bulimia un pensiero ossessivo compulsivo: Cos’è la bulimia?
La bulimia è una malattia, da qualche anno riconosciuta come tale.
Ma la bulimia, oltre ad essere una malattia, è un inferno interiore che esiste da decine e decine di anni.
Io mi ci sono imbattuta nella bulimia vent’anni fa, in un momento della mia vita in cui non sapevo più chi fossi.
È arrivata senza presentarsi per nome e io l’ho accolta come un’amica alleata, capace di portare la soluzione al mio problema vitale ed ossessivo di allora:
“Come faccio a rimanere magra continuando a mangiare?”.
Tutto è iniziato quasi per gioco, io ero euforica ma la mia ‘amica bulimia’, da li a breve, si sarebbe manifestata in tutta la sua vera natura.
Era novembre del 1996, ero stata tradita da mio marito, in modo plateale, irrispettoso e superficiale, davanti agli occhi di tutto il paese, avevo deciso di separarmi da lui e la sua uscita di casa ha scoperchiato il vaso di Pandora.
Ero ossessionata da una sola cosa: non ingrassare!.........CONTINUA CLICCA DI SEGUITO:
http://www.chiarasole.com/la-bulimia-un-pensiero-ossessivo-compulsivo/
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Racconto i disordini alimentari di mia madre (ed i miei)
Mia madre ha da sempre sofferto di disordini alimentari. Parlo di disordini e non di problemi, perché nulla le è mai stato diagnosticato, perché mai ha provato a farsi aiutare da qualcuno e mai è riuscita ad ammetterlo.
Non si può dire con certezza cosa abbia indotto in lei questi meccanismi autodistruttivi, ma lo si può facilmente immaginare.
Mia madre appartiene ad una di quelle generazioni passate in cui dei problemi individuali o dei problemi psicologici non si parla. Aimè, sono sfortune oppure non sono veri problemi, ma capricci di persone poco “concrete”.
Così, si finisce a trascorrere un’intera esistenza nella negazione e nell’odio verso il proprio corpo e verso le proprie inutili paranoie.
Col tempo, arrivano gli anni in cui si è troppo grandi ormai per accettare consigli o prediche, ormai ci si è come abituati alla propria malattia e si crede perfino di non poter più viverne senza. Ma nessuno si salva da solo.
Mia madre, da ragazza, non era grassa. Non era neppure giunonica. Era piuttosto bassa, con cosce rotonde e polpacci sodi. Un seno grosso, che nessuna di noi sorelle ha poi ripreso.
In casa le dicevano che lei era “grossotta”, che prendeva facilmente peso rispetto alla sorella. I vecchi, come mia nonna, non davano peso alle parole, si pensava che quelli non fossero problemi.
Nella sua testa si era istaurato uno strano meccanismo per cui mangiare voleva dire ingrassare, il cibo era soltanto grasso, mai piacere e lei era nata sfortunata, con un fisico che tratteneva tutto.
Col tempo ha iniziato a togliere sempre più alimenti dalla sua vita: la carne, il pane, la pasta, il cioccolato, l’olio. Questi, nella sua mente disordinata, sono gli alimenti “cattivi”.
Lei appartiene anche a quella generazione che per prima ha schedato gli alimenti come “buoni” o “cattivi”, come “magri” o come “grassi”.
Quando io e mia sorella eravamo piccole ci portava con lei alle conferenze sulla dieta “Dukan” e tante altre di cui neanche ricordo il nome. Ci diceva di mangiare lentamente per non ingrassare, nell’età in cui non si pensa ancora a queste cose.
Qualche anno fa trovai un suo diario in cui appuntava cose durante la giornata, e fu lì che iniziai a capire realmente i suoi problemi col cibo. Paure, sensi di colpa, rabbia, rigetto. Giornate intere passate a pensare al cibo, come fosse un nemico instancabile.
Delle tre figlie, io sono quella che ha sofferto di più della sua malattia. Su di me, ha trovato da subito una valvola di sfogo, una via di fuga o forse una persona con cui dividere il dolore.
Mi diceva che ero come lei, che non potevo mangiare come le altre, che certi alimenti non potevo proprio mangiarli io, perché ero grassa. Che se non fossi dimagrita non avrei mai trovato qualcuno nella mia vita o un lavoro. Ero solo una bambina.
Un 25 dicembre, avevo circa nove anni, ero seduta sulle gambe di qualcuno a cui era toccata la sventura di travestirsi da Babbo Natale. Mentre prendevo i miei regali, lei si scusò con lui perché ero troppo pesante. Mi chiusi in camera a piangere per ore.
Da piccola, le credevo, come si crede a un genitore: ciecamente. Poi, col tempo, ho iniziato ad odiarla, a maledirla.
Mi vergognavo di farmi vedere nuda da lei, che mi guardava cogli occhi folli di chi non riesce a controllare i pensieri malati nemmeno contro i figli.
Mi stavo ammalando, esattamente come lei alla mia età. Allo specchio mi vedevo grassa e brutta. Mi abbuffavo di nascosto, mentre davanti a lei fingevo di non mangiare per non sentire il peso dei rimproveri.
Odiavo quando nei giorni “più lucidi” mi diceva che stavo meglio, ero dimagrita e mi baciava la guancia soddisfatta. Mi venina il vomito e volevo solo urlare o svenire o sparire.
Non sopportavo quell’odio che provavo verso mia madre. Volevo solo che lei guarisse. Per me, l’unica guarigione era la sua guarigione. Quel legame con la me bambina mi diceva “se lei ce la fa, ce la farai anche tu”.
Delle tre, io sono quella che ha sofferto di più perché, se una parte di me la odiava, un'altra continuava a vederla come la cosa più simile a me.
Adesso ho quasi 23 anni, non sono ancora guarita, ma so lucidamente di avere un problema col cibo. Non amo il mio corpo e non mi voglio bene, ma ci sto lavorando e sto ricostruendo non uno, ma due passati, per guarire.
Mia madre non guarirà mai. Dentro di me temo che, se non morirà con la sua malattia, morirà della sua malattia.
Io non voglio diventare così.
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Eccomi dopo aver mangiato un fottio e aver persino bevuto la coca cola e sto cercando di non sentirmi maledettamente in colpa. "Mangiare una qualsiasi cosa non vuol dire ingrassare immediatamente, Silvia. E poi non mangi mai, per una volta che succede mica prendi 20kg." E via discorrendo. Inoltre ieri sera sono uscita con Pietro, Marti e Federico. Pietro mi sta simpaticissimo, è proprio quel tipo di persona che riesce a stare al centro dell'attenzione ma senza mai esagerare, ha un carisma allucinante, per di più ci siamo messi a parlare delle vecchie relazioni avute con i 30enni e ci siamo scassati dal ridere perché abbiamo avuto praticamente la stessa esperienza. Comunque, noto che la mia amicizia con Marti è proprio strana sotto certi punti di vista. È come se lei si sentisse sempre in competizione con me, deve piacere di più di me, deve stringere rapporti più intimi con le persone che conosciamo di quanto li abbia stretti io. Non capisco questa cosa e francamente poco importa, ultimamente mi sembra di aver perso interesse nell'avere a che fare con chiunque. Sento le cose che mi vengono dette e reagisco di conseguenza, ci sto, poi non ci sto. Poi sto bene ma mi sento estremamente apatica, niente mi entusiasma, niente mi sorprende. Ma io ho bisogno della sorpresa, ho bisogno di meravigliarmi, ho bisogno di amare il prossimo come ho sempre fatto, con quella curiosità e quella voglia di conoscere, comprendere. Eppure non sento più niente. Lo stesso discorso vale con Nino, ormai provo un'apatia nei suoi confronti, una disillusione così forte. So che appena ci rincontreremo probabilmente sperimenterò il solito effetto che mi fa, forse andrò un po' in panico, ma al tempo stesso è come se ormai niente di ciò che fa, dice, pensa, potrebbe farmi cambiare idea.
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mia madre, a differenza di me, non ha mai dovuto vedermi stesa sull'asfalto circondata da paramedici né in chemio né caduta da una scala con lo sguardo fisso che sembravo morta and it shows, perché forse, forse, avrebbe cambiato musica da tempo nei miei confronti. invece sto ancora qui a piangere perché sono una delusione come figlia in ogni cosa, pure nel non aver saputo gestire le sue vessazioni sul mio corpo che fin da bambina mi portavano a pensare di essere un mostro così grasso che non passava dalle porte, un essere immeritevole di mangiare senza sentirsi in colpa di ingrassare, un essere che non poteva essere normale come le altre bambine. ma io però la giustifico. mi arrendo al suo carattere. lavoro emotivamente anche per lei. e reprimo così tanti sentimenti che se ora li guardo non ne ho più il controllo.
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QUESTO DOVEVA ESSERE UNO SFOGO CHE AVREI DOVUTO MANDARE A LUI, MA MAI FATTO PER LA PAURA DEL SUO GIUDIZIO. QUINDI HO DECISO DI POSTARLO QUI, PERCHÉ SOTTO SOTTO UN PO' MI FIDO DI QUESTA PIATTAFORMA
Ti devo parlare seriamente di una cosa che mi divora e distrugge dentro da giorni per la quale mi son fatta un pianto liberatorio stanotte.
Che difficile scrivere questo a parole senza avere il classico magone che ti si insedia in gola e che non ti lascia respirare, ma ho deciso di dar voce a questo pensiero che mi divora dentro perché voglio che tu capisca come in realtà io mi senta.
Ad essere sincera neanche io so come mi sento... sarà depressione?!... sarà il mio cervello paranoico che non mi dà pace un attimo e che mi fa pensare che tutto va nella merda oppure sarà quella dannata voce interiore che cerco sempre di non darle ascolto ma che è più forte di me non farlo?!... non saprei. Ma è da quando son nata che tutta la mia vita va di male in peggio ed io non so come gestirla perché sono un essere insicuro che si rifugia in quella stanza buia del suo cervello e che da lì non ne vuole più uscire perché il mondo le fa terrore e a volte anche schifo anche se poi così schifo non fa.
Stare accanto a me è difficilissimo, e credimi lo è!
Posso essere presente fisicamente e mentalmente essere da un'altra parte, e non per 5 minuti ma addirittura per ore o giorni.
Sono una che di notte non dorme, o che dorme 4 ore a notte, e che si sveglia fresca come una rosa e mostra sempre al mondo il suo sorriso più falso che ha per non mostrare agli altri quanto io stia male.
Io sono quell'essere che viene buttato e accantonato subito dopo che la gente ha ottenuto da me ciò che volevano per poi svanire dalla mia vita come se nulla fosse successo per poi passare dalla parte del torto come sempre perché sono io la colpevole che se ne sia andata quando la verità è un'altra.
Da lì, ho deciso di chiudermi in me stessa, e di non avere contatto umano con nessuno se non a lavoro o perché devo vederle per questioni simili.
Quella vocina interiore mi ha praticamente rovinato e distrutto la vita!
So che non devo darle ascolto ma è più forte di me non farlo... questo parassita mi uccide ma al tempo stesso mi consola, praticamente mi fa dare di matto giorno dopo giorno ma di notte mi uccide dentro (credo che un proiettile sparato e che mi trafigga mi provocherebbe meno male o quasi mi procurerebbe un lieve solletichio rispetto a quella dannata parassita).
Sono una che non dice mai ciò che pensa o come si sente per paura del giudizio altrui e quindi rispondo sempre con un “bene„ buttato lì alla rinfusa tra una marea di parole quando devo rispondere alla domanda “come stai?„ tanto per non destare sospetti negli altri sulla mia salute emotiva.
Sono un'esperta nel nascondere le mie emozioni perché mi sono autoconvinta che non servono averle, fanno solo far dei danni ad altre persone.
Sono una che soffre non solo di ansia, depressione o voglia di farsi fuori h 24... ma soffro anche di disturbi alimentari (ovvero che se mi offri qualcosa da mangiare io te l'ho rifiuto dicendoti che non mi va, tu capisci che è così per poi ritornare a casa e mangiarmi ogni cosa che mi capita a tiro per punizione perché ti ho rifiutato l'invito a mangiare qualcosa con te).
Per colpa di quella vocina maledetta non tocco cibo per ore o giorni perché ho paura di ingrassare (ti parlo da ex bulimica da piccola ed ex sovrappeso in adolescenza) perché i miei occhi vedono le altre ragazze sui social tutte belle e con un corpo che sogno da anni e che mai avrò visto l'ansia che la società mi provoca.
Soffro anche di bipolarismo, un secondo posso essere tutta felice e voglia di affrontare la vita con determinazione e un secondo dopo posso incazzarmi per ogni minima cosa e mettermi a piangere senza un motivo alcuno.
Sono una che soffre anche di pensiero distorto della realtà, ovvero che mi immagino dentro a una palla di vetro in mezzo alle persone e che osserva la vita intrigante e “senza problemi„ degli altri e pensando che solo io ho i problemi più gravi che possano mai esistere.
Durante l'adolescenza mi son sempre detta che ci sarà qualcuno anche per me non so se per lottare ad avermi accanto o per esserci nei momenti del bisogno, ma l'ho fatto perché avevo bisogno di autoconvincermi che anche io valgo a qualcosa oppure no.
Nel 2018 ho incrociato il tuo sguardo e da lì mi sono immaginata una vita assieme a te, come se quella sagoma nera che mi ha accompagnato durante tutta la mia adolescenza abbia preso finalmente forma.
Non mi sono mai fatta avanti per dichiararti i sentimenti che provo per te, ho preferito amarti in silenzio ed ammirarti dall'ombra.
Ti confesso che non mi sono mai attaccata a qualcuno così tanto come mi sono attaccata a te, non solo a livello emotivo ma anche a te come persona (e credimi che mi ci vorranno altri anni ancora per attaccarmi così tanto a una persona).
Ho sempre ammirato in silenzio con quanta eleganza e raffinatezza affronti la tua vita... e ogni volta che l'ho facevo senza neanche rendermene conto mi spuntata un stupito sorriso stampato sul volto.
Poi sono andata a rileggere il tuo messaggio in cui dicevi che: “ora come ora vuoi solo sesso e niente impegni„ a me lì è crollato il mondo addosso perché avevo paura che anche tu come il resto dei ragazzi (e credimi sulla parola quando ti dico che anche adulti dai 40 in su mi scrivono in chat solo per chiedermi di far sesso con loro) vuoi solo scoparmi e poi accantonarmi in un angolo come lo hanno fatto tutti quelli ai quali non ho potuto esaudire i loro pensieri per poi essere insultata pesantemente per tutte quelle cose che erano fuori dalla mia portata ecco. E da lì ho capito che se assecondavo loro ogni cosa e gli cercavo sempre io andava tutto bene, quando ho smesso di farlo tutti sono magicamente spariti (pensavo si facesse così con le persone anche se in realtà era il contrario).
Mi sono letteralmente stancata di esserci e di dare tanto alle persone quando in realtà a loro quel tanto non frega nulla, ci si puliscono il culo come se nulla fosse... per questo che ho deciso di esserci, di far star bene e di ascoltare per chi decido io.
So che tu non sei quel tipo di ragazzo (almeno voglio continuare a convincermi che non sia così anche se sto aspettando la fregatura che andrà dritta in quel posto tanto per farmi un po' male), ma sai... sono una che non si fa più false aspettative per piacere agli altri, ti dico le cose in faccia senza pensare alle conseguenze.
Sai... anche io ora come ora voglio solo questo: “Avere la mia quotidianità e una persona che mi faccia sentire libera e senza pensieri anche solo per un po' (almeno è questo che mi fai provare, praticamente mi fai staccare la spina da tutto) e poi se succederà che ci innamoriamo, voglio che succeda senza essere noi a spingere questa delicata emozione„.
P.S. È stato liberatorio scrivere tutto questo... ma ora vedrò quanto durerà questa liberazione che ho esternato in queste poche righe. Poche sì... c'è ne una marea da scrivere ma sono troppo stancante emotivamente per farlo.
P.S. (2) A volte mi capita di guardare dall'altra parte del letto come se qualcuno fosse lì.
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Oggi il titolare stava parlando con un cliente/amico, non stavo ascoltando bene la conversazione ma ad un certo punto ha detto "magari ad essere come Stefania che può mangiare di tutto e non ingrassa", io ho sorriso e ho continuato a tagliare la focaccia perché sono pavida e remissiva e poi sono sul posto di lavoro e non voglio avere rogne ma quello che ho pensato è: chi cazzo te l'ha detto mai a te che io mangio di tutto senza ingrassare? non abbiamo neanche mai sfiorato l'argomento, bho, chi ti dice che puoi andare a parlare di me a uno sconosciuto. e poi, bonjour bonjour, è una minchiata: facile rimanere magri quando si vive in preda ai nervi e all'ansia e si consumano cronicamente molte meno delle calorie necessarie perché non si ha la voglia o le energie necessarie per mangiare
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VIETATO VIVERE
Un mattino ti svegli e scopri che è vietato vivere, perché è così, è vero: «L’uomo moderno, in cambio di un po’ di sicurezza, ha rinunciato alla possibilità di essere felice» (Sigmund Freud) perché ormai ogni divieto sembra sacrosanto, ma poi diventa un insieme che diventa una galera, la nostra galera. Lo sembra questa nostra vita in cui, appunto, un mattino ti svegli e scopri che a Roma e a Torino, siccome eravamo a corto di divieti, hanno deciso di bloccare le auto per via dello smog (sacrosanto, certo) e pazienza se salire su tram e metro diventerà una follia, fa niente se in pratica già non possiamo più uscire di casa e dobbiamo stare attenti pure a come ci stiamo, in casa, e a che cosa mangiamo, beviamo, fumiamo, diciamo, ascoltiamo, clicchiamo; fa niente se la capacità di imporre divieti è diventata la misura dell’amministrazione pubblica, fa niente. Tanto ormai è tardi, viviamo come se vivere corrispondesse solo al rischio di morire, non ci siamo accorti che il bisogno di sicurezza genera sempre – sempre - anche delle forme di un autoritarismo e la tendenza a regolamentare ogni cosa. Mentre un professorino di Foggia, ieri, spiegava che un Natale in solitudine è più spirituale (ma lo colpisse un fulmine, a Giuseppe Conte) abbiamo smesso di accettare che la prima causa di morte è la vita, che basta nascere per avere una probabilità su tre di avere un tumore (purtroppo è vero) mentre c’è una parte del mondo che non riesce a mangiare e c’è un’altra che non riesce a non farlo: e, in mezzo a tutto questo, non c’è nessuno che ammette che la prima causa di morte, nel Pianeta, sono l’alimentazione e la respirazione. Si muore perché si vive. Così leggiamo libri e guardiamo programmi che parlano di cucina (che servono a ingrassare) e poi passiamo dal dietologo (perché dobbiamo dimagrire) e non passa giorno senza che un’alterata percezione del rischio venga trasformata in causa di morte da una politica medicalizzata (o sanità politicizzata, fate vobis) che ormai spadroneggia, e che tende a inglobare anche le dimensioni comportamentali dell'esistenza. Ormai il libero arbitrio viene visto come una minaccia da ridurre a malattia: ecco perché l'Organizzazione mondiale della sanità e cento altri organismi fanno campagne mediatiche e «scientifiche» su tutto, e decidono i prossimi nemici della nostra salute. Ora c’è il coronavirus, certo. Ma sappiamo tutti che presto o tardi, per dire, negheranno la mutua agli obesi, metteranno etichette terrorizzanti per cibi e vini come per le sigarette, il peso dei bambini diverrà un voto sulla pagella (accade negli Usa) e ci saranno le chiese senza incenso passivo (accade in Canada) e saremo sempre più invasi da continue «valutazioni dei rischi» mentre pubblicheremo, sui nostri giornali, qualsiasi studio: anche se il giorno prima ce n'era un altro che diceva il contrario. Ascolteremo qualsiasi medico o virologo o camice bianco come se l’idiozia non fosse equamente distribuita in tutte le categorie, e il nozionismo rendesse davvero più intelligenti. Il terrore di ammalarsi impera in una civiltà che tende a interpretare la natura umana solo in chiave biologica, e che ti spiega, persino, che i grandi uomini erano soprattutto dei grandi malati: depressi erano Ippocrate e Churchill e Montanelli, Leopardi aveva un problema di neurotrasmettitori, la sensibilità di Tchaikovskij era una somma di fobie omosessuali, Van Gogh del resto era epilettico, Paganini aveva la sindrome di Ehiers-Danlos, Rachmaninov quella di Marfan, e, peggio, la vicina di casa ha il coronavirus. E allora bisogna vietare. Giustamente. Ma, a poco a poco, vietano tutto. La vera minaccia alla nostra proviene da una declinazione distorta della libertà stessa: non abbiamo più margine individuale a fronte della proliferazione proprio dei diritti individuali: il diritto alla salute su tutto, ma questo dopo che un insieme di minoranze ha oppresso sempre nuove maggioranze per via dei diritti del cittadino, del consumatore, del bambino, dell’alunno, dell’anziano, del pedone, dell’automobilista, del ciclista, del turista, dello sportivo, del disabile, del militare, del teleutente, dell’ascoltatore, del lettore, dell’ambientalista, del cacciatore, di chi vuole essere armato e di chi esige che la gente sia disarmata, di chi vuole fumare e di chi non vuole il fumo altrui: sinché a un certo punto tutti i diritti hanno finito per elidersi a vicenda e il lockdown (mondiale?) da Coronavirus ci ha dato la mazzata finale. Così resteremo a casa. Distanziati, se possibile. Senza troppi abbracci e smancerie contagiose. Anaffettivi. Naturalmente senza fumare (perché il fumo passivo ammazza il figlio dell’inquilina del palazzo di fronte, e di recente hanno scritto che fa male anche ai cani) e bevendo acqua senza sodio (ma occhio all’arsenico e al cloro e ai solfati, oltre al celebre stronzio) ma senza prosciutto, salame, mortadella e bacon che sono pieni di grassi malsani e nitrati e nitriti (di cavallo?) e niente birra perché il luppolo fa male alla prostata, lo zucchero bianco è veleno al pari di burro, strutto, olio di palma e olio di colza, i sostituti dello zucchero fanno peggio, i biscotti contengono mediamente più grassi dei salumi, sul caffè e sui carboidrati si è letta ogni cosa, nel 2015 l'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso che «la carne è cancerogena» (le salsicce sono accanto all'amianto nel gruppo 1, dove sono racchiusi gli agenti più pericolosi) come la Coca Cola e le bibite di ogni tipo, e i succhi, anche in versione dietetica, mentre la frutta alla fine contiene sempre tracce di pesticidi anche se hai lavato e sbucciato, e comunque fa ingrassare come quella secca, il gelato contiene additivi e coloranti e conservanti, in generale tutti i grassi causano malattie cardiache, il generale tutto il grano (non solo il glutine) contiene bromato di potassio, le merendine per bambini fanno ingrassare e danno squilibri ormonali, dei fritti neanche parliamo, il pesce assorbe le sostanze tossiche dei nostri mari, la pizza ha la farina 00 che ha troppo amido e amido e zuccheri e i bordi bruciati o carbonizzati che fanno venire i tumori, niente è peggio del sale che alza la pressione, forse solo il vino, almeno secondo il Chief Medical officer (2016) che ha stabilito che faccia male sempre, anche poco, e che ti abbassa l’aspettativa di vita. Ma chi la vuole, questa vita. Chi la vuole, questa sanità che ingloba anche le dimensioni sociali e comportamentali, e dove qualsiasi coglione ti spiega che se ti ammali pesi economicamente sulla società. Ridateci il compianto (davvero) e libertario Antonio Martino, ex ministro ed economista: «L’impiego di argomentazioni scientifiche volte a distogliere la percezione del rischio, terrorizzare l’opinione pubblica e indurre le autorità politiche all’adozione di misure restrittive delle libertà individuali... rappresenta nient’altro, nella quasi totalità dei casi, che uno strumento nella lotta che gli statalisti di ultima generazione conducono ai danni delle nostre libertà». Ridateci il Michele Ainis del 2004 col suo libro «Le libertà negate. Come gli italiani stanno perdendo i loro diritti», dove raccontava di uno Stato che, in fondo, ti chiede solo di rispettare delle regole: e fa niente se queste regole, lentamente, nel loro insieme, finiscono per imbrigliarci come le cordicelle che bloccavano Gulliver. Ormai è vietato tutto. Fioccano le commissioni culturali e giornalistiche per edulcorare i testi che rischiano di offendere qualche sensibilità, fioccano le purghe del linguaggio, già vent’anni fa scrittori come Michel Houellebecq e Oriana Fallaci furono denunciati per aver istigato all’odio razziale, libri e film sono stati accusati a vario titolo di razzismo o pedofilia, parlare è diventata un’impresa (ne abbiamo scritto più volte) e attendiamo chiusi in casa, sfiduciosi, le prossime novità sul lockdown, sui nuovi divieti: non abbiamo mai avuto (mai, mai, neppure lontanamente) una classe politica così scandalosamente imbecille, proprio tarata mentale: ma c’è qualcosa che va oltre e, come si dice, ha piovuto sul bagnato. Un diluvio. E ci sono tante persone normali, perbene, che sono diventate inconsapevoli fiancheggiatrici di un neosalutismo che ha i toni isterici e salvifici di chi non si limita a lottare contro un virus, come tanti che ce ne sono stati nella Storia: è anche piccolo traffico, piccolo commercio, sondaggino di opinione, esondazione ideologica, pubblicità progresso, fanatismo di chi stabilisce dall’alto il benessere di un popolo e rivitalizza il primato del collettivo sull’individuo, glorifica l’intervento statale, annuncia nuove ondate e nuovi lockdown, e intanto ci chiude in casa. Ma ne usciremo. Ne usciremo comunque.
Filippo Facci
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QUANTO DARESTI per MANGIARE UN DOLCE SENZA SENSI DI COLPA? ....e quanti vorrebbero farlo ora? Tutti i giorni, ovunque ti giri, senti che i dolci: -fanno male alla salute -fanno ingrassare -fanno venire i brufoli -per farli veramente buoni occorre un sacco di tempo e un mucchio di roba ...... Ma nessuno ti dice che è VERO SOLO A META'. Quando: - impari a conoscere gli ingredienti -scopri come lavorarli al meglio -sai come sostituirli in base alla necessità del momento -impieghi la metà del tempo per prepare i tuoi dolci -non butti nulla -puoi avere ciò che vuoi a casa tua -tutti ti fanno i complimenti allora SCOPRI CHE I DOLCI FANNO BENE: -alla salute -alle amicizie -all'amore
www.dolcivegani.com/corsi
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7/02/2021
La cosa che più mi spaventa sono gli imprevisti.
Ora è da un po’ che sto seguendo l’alimentazione e l’allenamento. Qualche settimana fa ho cambiato dietologa (perché quella di prima, non so d’impatto non mi è piaciuta molto), mi sento molto meglio con questo piano alimentare.
Ieri ho mangiato la pizza, me la sono gustata c’è ho proprio assaporato quella pizza, stava andando tutto bene, fino a che non mi è arrivato quel impulso, continuavo a pensare “ora che vanno via tutti, vado di là e mangio quello che trovo in dispensa”, mi sono sentita così persa, così male che i pensieri mi stavano soffocando.
La mia paura era proprio questa, molte volte non facevo il così detto “pasto sgarro” per pura di ampliare questi impulsi. Ho cambiato umore da un momento all’altro. Mi sono sentita così piccola, così insignificante, mi guardavo e vedevo solo difetti in me. Stavo così male che volevo urlare, ma allo stesso tempo stare in silenzio.
Oltre a questa cosa che è successa , volevo parlare di ciò che ho scritto all’inizio “gli imprevisti”
Mi fanno così paura, quando mi chiedono “dai Sara stasera andiamo a mangiare fuori?” Io lì mi paralizzo, non mi sento libera di dire un semplice SI.
Ho paura proprio di questo di non essere libera di andare a mangiare un pasto fuori in tranquilla libertà, senza che i pensieri iniziano a frullarmi nella testa.
O pensare se dovessi andare da qualche parte, come si fa? Ormai è da anni che seguo diete su diete.
Molte volte immagino tipo di andare da qualche parte e godermi l’attimo, mangiando la brioche al mattino, un piatto più elaborato, un gelato, una torta, un dolce qualsiasi, senza pensare di ingrassare.
Penso che ne abbia già parlato di questo, ma mi spaventano proprio questi imprevisti, cose non pianificate nella mia testa.
{Sara}
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