#come fare lo sformato
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Sformato di salsiccia e patate: la ricetta facile per un secondo piatto gustoso. Recensione di Alessandria today
Lo sformato di salsiccia e patate è un secondo piatto facile, saporito e perfetto per ogni occasione. Ideale per una cena in famiglia o un pranzo ricco e sostanzioso, questa ricetta combina la morbidezza delle patate con il gusto intenso della salsiccia, creando un piatto filante e irresistibile. Scopri come prepararlo in pochi passaggi!
Lo sformato di salsiccia e patate è un secondo piatto facile, saporito e perfetto per ogni occasione. Ideale per una cena in famiglia o un pranzo ricco e sostanzioso, questa ricetta combina la morbidezza delle patate con il gusto intenso della salsiccia, creando un piatto filante e irresistibile. Scopri come prepararlo in pochi passaggi! Ingredienti per 4 persone. 🥔 500 g di patate🌭 300 g di…
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sciatu · 3 years ago
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Melanzane ripiene, melanzane alla beccafico, involtini melanzane e ricotta, caponata, parmigiana, pasta ncaciata, sformato pasta e melanzane, melanzane ripiene, pasta alla norma, involtini di pasta
LA NONNA, FIPEDDU E A ‘NDUJA
N - Prontu o prontu Petru - Pronto nonna, sono io petru…. N - Prontu Petru, cori i to nonna chi, succidiu ti sentu chi pari hai u cori a punta ula (il cuore in gola) Petru - Nonna sono disperato. Devi aiutarmi nonna N - Oh cori mei, chi succidiu dillu a to nonna, non mi fari stari accussi scantata (spaventata) Petru - E’ tutta colpa di da rannissima testa di minchia di to niputi Filippeddu N - O Matri Santa chi fici? ti rigoi a maghina (ti ha rigato la macchina) comi l’otru ionnu? Petru - No Nonna peggio! Lo sai che devono venire i genitori di Samantha a mangiare da mia madre. Lei stava cucinando e le è finità la bombola. Dato che sono all’ aeroporto di Catania a prendere i genitori di Sammy N - E cu je Sammy Petru - Nonna è Samantha N - E figghiu mei parra mi ti scutu (fatti capire) chi ni sacciu jo di Sammi e colicaifraschi… Petru - Va bhe nonna, io sono a Catania, la mamma ha  chiamato du scunchiudutu (cretino) di Filippo e gli ha chiesto di cambiare la bombola. Lui l’ha cambiata e ha aperto al massimo la valvola. Appena mia mamma ha acceso il gas sono saltati tutti i fornelli, si è fusa la plastica della cappa e mia mamma si è bruciata le dita N - Oh Santilibbiranti (che i santi ci scansino questi problemi) e ora come sta Petru - Bene, niente di grave ma non può cucinare e io ho qua sti minchia di parenti di Sammi che oggi per il viaggio non hanno mangiato niente. N - Va bhe portali in qualche ristorante Petru - Ma quali nonna, lo sai che nei ristoranti di vegetariano c’è solo il pane e Samantha non ci vuole andare. N - Allura scuta a to nonna, ma capiscimi quannu ti parru (ascoltami bene)!!  Tu ora prendi i to soggiri (suoceri), e li porti a Taormina, gli fai fare un giro veloce, prendete na peritivu, parrati un po', quattru su i me dui su i toi (parlare del più e del meno) e poi venite qui da me. Anciulina mi ha portato delle mulanciane buonissime, quelle viola dolcissime. Sono grandi e piccole. Il tempo che tu arrivi e io ti cucinu a capunata, i mulanciani chini, a pasta alla Norma, la parmigiana. Tu alla pasticceria qui sotto prendi un Bianco e Nero di due chili, due chili di paste e siamo a posto. Petru - Grazie nonna, faccio così, ti do il tempo di cucinare e veniamo da te ma le melanzane non le friggere….. N - Eh San Gilommu, San Gilommu .. ( intercalare che finisce con “tanti cazzi nun ci vonnu” e ha il senso di “tanti vizi non ci vogliono) , jo i fazzu fritti! I mulanciani si ne frii su comi i fimmini senza sticchiu: nun sebbunu a nenti! Petru - Va bene nonna, fai come vuoi, saranno più buone. Quando arrivo però devo dare a Filippo tanti di quei calci in culo da farlo arrivare alla luna. N - Ma lassalu stari poviru figghiu! Iddu è già stammatu dell’ultima gita che ha fatto a Siracusa Petru - Perché che gli è successo N - Ah no sai? E’ andato con i suoi amici a Siracusa quando c’erano 48,8 gradi Petru - E allora N - Allora è andato a vedere il teatro greco e stu rannissimu cugghiuni u sai chi si è portato da mangiare? Petru - No Nonna N - Un paninu ca nduja Petru - Ca  nduja, ma pacciu jè N - Si , diceva che u focu combatti u focu…! Ma quali focu … fatto stà che già c’erano 50 gradi al teatro greco, lui si è mangiato anche mezzo chilo di pane con la nduia sotto il sole, ma non la nduja normale, ma quella della comare calabrese Petru - Ah quella che appena la vedi già ti bruciano le emorroidi N - Esattamente, pensa come sutta du suli è diventato russu foco! Ci vinni un coppu i caudu che lo hanno dovuto buttare nell’acqua che c’è sopra il teatro per farlo tornare in se!! E’ stato due giorni con le ghiaccette del ghiaccio attaccate in testa tanto è stato mali Petru - Moriri avia, tu dicu jo!! Ha ragione suo fratello Massimo a chiamarlo “Le-dieci-piaghe-dell’Egitto” N - I dieci piaghi? ma lui da solo vale per venti Petru - Nonna, bonu parrasti…..
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kon-igi · 5 years ago
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Buongiorno Dott mi scusi in anticipo se la mia domanda porta via tempo a chi le chiede consigli nel suo campo ma io non so a chi rivolgermi e leggendo le sue risposte mi ispira fiducia. Se potrà rispondermi le chiedo una pubblicazione in anonimo, vorrei un suo parere e evitare quello di lettori occasionali. Penso poi che con la mia storia molte persone si sentiranno subito sollevate sapendo che c'è chi sta peggio XD
Sono una ragazza di 30 anni. L'altro giorno ho avuto un cazziatone di quelli epici dai miei genitori per aver loro confessato che in questo periodo ho bevuto molto alcol (in realtà da un anno, ma da diverse settimane non più). Motivo principale della loro ira il fatto che abbia problemi di osteoporosi, e motivo del fatto che bevessi era la ricerca di un pò di tranquillità, tranquillità che poi ho scoperto mancasse proprio per l'alcol (consiglio a chi voglia smettere il libro di Allen Carr, a me ha aiutato).
ll problema è che questa accesissima discussione mi ha fatto capire che io mi sento completamente assorbita dal rapporto che ho con loro e non sento invece di avere una vita mia, anche se so che mi vogliono un bene infinito. Cercano di proteggermi sempre e comunque, anche se a volte limitando le mie scelte, ad esempio non permettendomi di scegliere una mia dieta.
Vivo con loro da sempre perchè ho problemi di autonomia, dipendo da loro per qualsiasi spostamento fuori di casa, e sarà per sempre così. Non riesco a concentrarmi su me stessa perchè in questo momento non ho nè lavoro vero (faccio pratica da un avvocato ma non ricevo compenso) nè vita affettita (mai avuto qualcuno, cerchia ristretta di amici e poche occasioni). Vivere da sola o con qualcuno è una ipotesi impossibile al momento.
E’ come se fossi in una bolla con all'interno solo ed esclusivamente i miei genitori entrambi non giovanissimi, questo mi spaventa soprattutto pensando al futuro. Mi sembra a volta che la bolla si rompa quando guardo un bel film, cucino un nuovo piatto, o le poche volte che vado in studio, magari con una borsetta nuova. Sono quindi le cose più insignificanti a svoltarmi la giornata, e non so se questo sia un buon segno.
Pensa che ci sia un modo per vedermi come la persona ‘A’ e non 'A nella bolla’? E domanda da un milione di dollari, come posso non avere paura di un futuro che vedo più difficile del presente sapendo che i miei problemi di autonomia potranno solo che peggiorare?
La ringrazio in anticipo già per aver letto il mio messaggio.
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Cose insignificanti... 
Ma, esattamente cosa vorresti fare? Salvare il mondo ogni giorno?
Ti dico io, invece, cosa puoi fare...
Salvare il tuo mondo ogni giorno, un pezzettino alla volta.
Quelle che tu chiami cose insignificanti sono dei richiami che la parte più nascosta di te ti rivolge per ricordarti che la felicità di un tempo - quella del gelato con la luce del sole che ti taglia in due, quella del tuo attore o del tuo cantante preferito che ti dedica una sguardo di passione o una canzone struggente, quella di un gattino che ti si struscia contro le gambe - quella felicità è a un solo passo dall’essere ricordata.
Rammenti quando il mondo sembrava fatto di colori vividi e tutte le cose risplendevano di luce nuova? Ecco, quelle cose sono ancora lì, immutate, e sono colpite dalla stessa identica luce che al mattino, da bambina, ti salutava all’alba.
E non dirmi che non sei mai stata felice.
Ho conosciuto persone deluse e incattivite dalla vita - così coriacee nei loro sentimenti che ti si seccavano gli occhi solo a starci vicino - e le ho viste poi rompersi e sciogliersi per il ricordo di un qualcosa che credevano di avere perso per sempre.
Come figlio prima e padre poi, posso dirti che essere giovani significa guidare contromano, a tutta velocità e a fari spenti, contro l’adulto che si diventerà e perciò perdona tuo padre e tuo madre per volerti bene nell’unico modo che evidentemente conoscono.
In fondo all’animo di ogni genitore c’è il desiderio atavico che i loro figli diventino come loro e che non muoiano malamente nel farlo; oppure che diventino l’esatto opposto di loro cosicché non muoiano dentro come sono morti loro.
E sono entrambe cose molto tristi, perché il figlio è una freccia, non un frutto.
Il frutto dipende dall’albero che lo produce, ne cade poco distante e conserva tutte le caratteristiche della pianta che lo ha creato ma il lancio di una freccia esige enorme calma e concentrazione per il tiro, grande amore per il bersaglio e infinita pazienza nell’accettare che la freccia sia dotata di vita propria e che quindi colpirà nei tempi e nei modi che il vento del mondo permetterà.
Gioisci della borsetta, del finale di stagione di una serie o di uno sformato ma smetti di considerarti quel frutto striminzito che sta germogliando a fatica sotto l’ombra dell’albero da cui è caduto; sii quella freccia che i tuoi genitori tentennano e temono a scagliare, usa quelle piccole gioie per individuare quello che desideri veramente e poi vai, VAI...lontano da loro ma sempre loro vicina, con un cuore che sarà sanguinante solo per quei pochi momenti dopo il distacco, i più terribili.
E non sottovalutare i ‘lettori occasionali’... ci sono un sacco di ragazze e di donne che sono o erano nelle tue stesse condizioni e che credo proprio potranno raccontarti la loro storia, ispirandoti molto più di un quasi cinquantenne con troppo sovrappeso e troppa poca voglia di tagliare la legna.
<3
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corallorosso · 4 years ago
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Salvini si imbuca persino sul Red Carpet di Venezia per fare propaganda Con indosso uno smoking sformato al posto della felpa e dando baci a favor di telecamera alla sua compagna Francesca Verdini neanche fosse una forma di parmigiano, Matteo Salvini è sbarcato - anche se questo verbo probabilmente non gli piace - al Lido di Venezia, per vedere il film 'Padrenostro' con Pierfrancesco Favino (che ci tiene a dire che non era stato invitato ma 'ognuno è libero di vedere il film che vuole'). Ma anziché andare in sala a guardare il film (o a mangiare pop-corn, dato che per sua stessa ammissione Salvini non è certo un cinefilo), il leghista ha fatto come i vip: arriva al Molo con barca privata, sfila sul red carpet e risponde alle domande dei giornalisti. Il Festival di Venezia era una di quelle oasi in cui la politica, se c'era, rimaneva in disparte e al centro c'era il cinema, lo star system, i grandi divi e i bellissimi di Hollywood e del mondo dello spettacolo internazionale. Un evento glamour, l'orgoglio della laguna, che nell'anno del Covid-19 è costretto a vedere Salvini sfilare sullo stesso Red Carpet dove poco prima hanno camminato Cate Blanchett, Tilda Swinton, Pedro Almodovar. "Non sono qui per fare politica, ma per vedere un bel film italiano" dice Salvini, salutando i giornalisti come se fosse un divo consumato. globalist
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ilfascinodelvago · 6 years ago
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Con mia grande sorpresa, ho scoperto che non tutti sono d’accordo con la semplice affermazione che dà il titolo a questo post, affermazione che ora riscriverò per chi non avesse voglia di andare su a rileggerla: gli uomini sono più violenti delle donne.In generale, dico. Poi è ovvio che esistano uomini mansueti come gattini e donne violente come uomini.Com'è possibile che tante persone non lo vedano? Per me è un dato sensoriale di prima mano, come dire che il cielo è blu, il fuoco scotta o i rapper milanesi sono alghe.È vero che le mie esperienze personali mi hanno avvantaggiato, visto che è da quando sono nato che sperimento la violenza maschile in tutte le sue forme: scortesie, prepotenze, insulti e a volte, quando ero più giovane, anche cazzotti. Ah, quanti ricordi! Mentre della violenza femminile non ho molta cognizione.Per questo motivo, per aiutare chi non è stato fortunato come me, ricorrerò alle statistiche. A differenza dei casi personali, che ognuno ha un po' i suoi, le statistiche hanno un valore generale.Iniziamo con gli omicidi. In base a uno studio delle Nazioni Unite (link),  il 95% dei condannati per omicidio sono uomini. Novantacinque, percento, uomini. È tantino. E questa percentuale è più o meno la stessa in tutti i paesi considerati e per tutti i tipi di arma utilizzata: pistola, coltello, cotoletta alla bolognese. Che sia giorno o che sia notte, con il sole o con la pioggia, se una persona ti sta ammazzando è quasi sicuramente un uomo. Uno potrebbe dire: va beh, ma la criminalità mondiale è gestita dagli uomini, come le banche. È ovvio che gli assassini siano perlopiù loro.Questa si chiama ipotesi ad hoc: invece di trarre la conclusione più semplice, si introduce un elemento che può spiegare i dati in un altro modo. Allora consideriamo esclusivamente gli omicidi di coppia, chiamiamoli così. Nello stesso studio si legge che, se consideriamo solo le persone uccise dal proprio partner, il 79% delle vittime sono donne. Un altro potrebbe dire: grazie, ma gli uomini hanno una maggiore forza fisica. È ovvio che in un combattimento all'ultimo sangue in tinello vincano loro.Altra ipotesi ad hoc. Consideriamo lo stalking. Per spiare una persona, assillarla col telefono, minacciarla e farsi trovare nudi nella sua vasca da bagno, non serve la forza fisica, basta avere costanza, dedizione e tanta voglia di realizzare i propri sogni, anche se questi sogni coincidono con l'incubo di quella persona. In una parola, basta essere violenti.In base a una survey condotta negli USA dai Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (link), le donne che nell'arco della loro vita hanno subito almeno un episodio di stalking sono circa il triplo degli uomini. Ipotesi ad hoc: sì, ma gli uomini non vanno a denunciare i loro stalker, mentre le donne basta che le sfiori con un grissino e corrono subito alla polizia. Secondo un rapporto speciale del Dipartimento di Giustizia USA basato su un'altra survey (link), gli uomini denunciano i loro stalker nel 37% dei casi, mentre le donne nel 41%, una differenza troppo piccola per essere considerata significativa. Questa non è una mia opinione personale, eh, non mi permetterei mai, è scritto nel rapporto (pag. 8).Sempre nello stesso rapporto si legge anche una cosa abbastanza curiosa: mentre gli stalker delle donne sono soprattutto uomini (67%), gli stalker degli uomini non sono soprattutto donne (43%). Non è bellissimo? Volevo dire "convincente". Non è convincente? Ipotesi ad hoc: no. La consapevolezza della propria superiorità fisica dà il coraggio di fare stalking con una persona più debole, anche se poi magari non si rende necessario picchiarla. Prendiamo allora un tipo di violenza in cui la forza fisica non conta assolutamente niente, la violenza contro se stessi. Che ci vuole a suicidarsi? Basta avare la forza di saltare giù da un ponte, non è faticoso. Una volta scavalcata la ringhiera, fa tutto la forza di gravità. Eppure, nonostante il suicidio sembri una cosa "da signorine", secondo l'OMS gli uomini si suicidano molto più spesso delle donne. Per ogni donna che si suicida, ci sono almeno tre uomini che fanno altrettanto (link). Ipotesi ad hoc: va beh, ma che vuol dire? Nel tipo di società in cui viviamo, gli uomini sono più esposti alle pressioni sociali, dunque è più facile che siano portati a uccidersi. Tante donne, invece, fanno ancora le casalinghe ed è improbabile che una si uccida perché ha fatto bruciare lo sformato. Gli incidenti stradali. Ad hoc: Gli incidenti stradali? Gli incidenti stradali possono essere causati da comportamenti aggressivi coi piloti avversari. Secondo uno studio basato sui dati del Dipartimento dei Trasporti USA (link), gli uomini fanno molti meno incidenti mortali delle donne. Ad hoc: Ah! Visto? Quindi non è vero che gli uomini sono più violenti. Del resto, si sa, donna al volante, pericolo costante. Stavo scherzano, in realtà è il contrario. Secondo lo studio appena citato, gli uomini fanno 2,3 incidenti mortali ogni 100 milioni di miglia percorse, mentre le donne ne fanno 1,5. Si noti che, siccome gli incidenti sono contati per miglia percorse, questi valori non dipendono dal fatto che ci sono più uomini che guidano. Ci fosse anche una sola donna che guida, questa morirebbe 1,5 volte appena ha percorso 100 milioni di miglia. Ci metterebbe solo molto tempo.Se poi consideriamo l'età degli amori (16-29 anni), la differenza diventa ancora più grande (6,2 incidenti mortali per gli uomini, 3,1 per le donne). Ad hoc: ma le cause di un incidente possono essere tantissime: la stanchezza, l'alcol, gli occhiali appannati, non c'è mica solo l'aggressività. A questo proposito ho fatto una statistica personale molto accurata: quelli che lampeggiano in autostrada. Ad hoc: eh? Quelli che lampeggiano in autostrada. Ad hoc: ok. Intendo quelli che vogliono che ti levi di mezzo solo perché si sentono i padroni del mondo. Comportamento abbastanza innocuo, ma decisamente aggressivo. È come se uno ti desse dei calci nelle caviglie mentre sei in coda al supermercato nella speranza che tu sparisca. Quando una di queste persone mi lampeggia, io adotto una procedura che mi permette di studiare attentamente la sua faccia nello specchietto retrovisore. Ne parlo in un vecchio post (link).Ora, in tanti anni di onorata carriera autostradale, ho avuto modo di osservare centinaia e centinaia di lampeggiatori. Gli uomini non li ho contati, sarebbe stato come contare la sabbia del mare, invece ho contato le donne, le ho contate e mentalmente annotate, e posso dire con una certa precisione che finora sono state in numero di: una. Centinaia di uomini, una donna. 1. 👩. Ad hoc: questa è colpa del tuo bias cognitivo che non ti fa vedere i miliardi di donne che guidano col coltello fra i denti, lampeggiando e clacsonando a tutto ciò che respira. Non posso dimostrare che non sia così. Dico però questo: un'ipotesi ad hoc non è necessariamente sbagliata, ma se per spiegare cento statistiche diverse servono cento ipotesi ad hoc diverse, allora bisogna arrendersi alla conclusione più semplice che le spiega tutte in una volta sola: gli uomini sono più violenti delle donne.E se non sei d’accordo, ti spacco la faccia.
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nomeoriginalequi · 6 years ago
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Ho tralasciato di dirti che soffro di un certo male. Si tratta di una malattia dell’anima, tutta interiore, tanto prepotente che non la si può semplicemente ingoiare, covarla in silenzio, non farne parola con nessuno. Ma in fondo, che ci si può fare. Tu, ingenua e accecata dal tuo affetto per me, non te ne sei accorta; ma è solo grazie a questo meraviglioso abbaglio che comunemente chiamano amore. Per tutti gli altri, è evidente. Mi conoscono tutti in città: sono quel signore strano che cammina lungamente con passi svelti che ricordano il movimento di un’altalena, tutto avvolto in quel cappottino nero leggero sia d’estate che d’inverno, obbligatoriamente con gli occhiali da sole e il giornale sotto braccio. Mi vesto così per mascherare la forma della mia colonna vertebrale: inesorabilmente storta, perennemente piegata verso il basso come stessi sorseggiando una zuppa infinita. Allo stesso modo copro anche le mie braccia fini, affusolate, che lasciano intravedere le ossa. La mia fronte è pallida, pervasa di flebili vene azzurrine, e le mie mani sono stracolme di efelidi. Gli occhi, introdotti da un contorno violaceo, sono enormi, ricordano quelli di un pesce che sia appena stato catturato e che li strabuzza per la paura. Ma in fondo, che ci si può fare. Questo, questo è niente in confronto al mio soffrire. Io sono il signore del male, passo le nottate in preda ad una smania furiosa di strapparmi la pelle, finché non mi raccapezzo e non medito una morte più dignitosa: nella vasca calda, ad esempio. Un po’ come il buon vecchio Seneca, a scucirmi e ricucirmi le vene. Non è tutto, i miei pensieri sono permeati di odio: non ho tolleranza. Al modo di un bambino esagitato mi altero se un cereale mi cade fuori dalla tazza, se il tappeto si increspa, se mi cade un capello nel bavero. Non tollero niente, come non tollero la mia esistenza: sono un fallito, un uomo che non ha perso niente perché non ha mai lottato per nulla. Sin da bambino, mentre tutti correvano per accaparrarsi il posto migliore nel pulmino scolastico, io mi accontentavo beatamente del posto davanti, da cui potevo peraltro scorgere il paesaggio: sempre lo stesso, identico, immutabile, rassicurante. Io trovo conforto solo nella monotonia. Ma in fondo, che ci si può fare. Non amo rischiare, ed è per questo che non nutro per te alcun sentimento se non un filo di simpatia per questa tua insensata benevolenza nei miei confronti. Ah, ma l’ho capito, sai. L’ho capito subito che io per te sono come uno di quegli animali del cazzo con cui parli stonata di un'ottava più in su, stridula e rattrappita nei gesti. Ma io non ci casco. Io sono sveglio. Altro che amarmi, tu vuoi solo derubarmi, estirpare la mia proprietà per i tuoi comodi. Sei una lurida sgualdrina. Ammiro i coltelli e mi gusto l’idea di usarne uno, per davvero. Annoto mentalmente cosa mi servirebbe: teli di plastica, sacchi della spazzatura, candeggina, ...
Ma subito mi calmo, ricordo le tue parole e di come per la prima volta io, da sempre tacciato di cattiveria e menefreghismo, mi sia sentito compreso. Sorridendo mi avevi portato una chiave, la chiave del tuo diario segreto. Qui dentro ci custodisco fiori essiccati e i peli del manto dei miei animali deceduti, avevi detto. Per poi esclamare soddisfatta che l’essere veterinari ha i suoi vantaggi. Come sempre, mi sei sembrata tenera, ma non posso non pensare alla tua vena opportunista. Comunque, che ci si può fare; e poi, niente in confronto alle mie eruzioni di collera. Tutta questa mia rabbia, repressa e manifestata solo di tanto in tanto in una piega più bassa e umile delle labbra, spesso finisce per annientarmi. Raggiungo la cima, e non appena sono stremato, al culmine della mia faticosa salita, tutta insidiosa, con violenza la rabbia mi butta giù dal dirupo. Mi sento precipitare così velocemente che tutto in me, persino il mio naso, si capovolge. Mi sento librare nell’aria gelida, che mi sferza le carni, che sembrano improvvisamente bollenti, almeno in confronto al manto arioso che mi circonda. Atterro in una melma nera, simile a sabbie mobili. All’inizio provo a dimenarmi, sembro ingabbiato, mi sento confuso dall’irritabilità e l’eccessiva energia; ma il confine è labile, e subito perdo ogni stimolo a reagire. In fondo, che ci si può fare. Mi rannicchio in quei giorni in casa, al sicuro nel mio cubicolo, lontano da occhi indiscreti. Mi muovo solo per andare in bagno, stando rigorosamente adiacente ai muri, così da non avere nessuno alle spalle. Del resto, chi mi coprirebbe? Inizio ad essere e non esisto più. Divento statico. L’unica attività che anima le mie giornate è fissare la carta da parati di cui i precedenti inquilini hanno tappezzato tutta la casa. Mi immergo totalmente nelle forme che essa disegna, di tanto in tanto le sfioro con un sospiro. Vedo le facce dei morti di questa casa. Ne vedo le bocche serrate, e penso mi spiino per attendere che io mi addormenti. Inutile dire che non dormo più. In fondo, che ci si può fare. Attendo vigile l’arrivo dell’angelo del sonno. Di tanto in tanto mi calano le palpebre, rivivo momenti d’infanzia sino ai ricordi recenti, in cui mia madre mi asciugava i capelli e mi pettinava solenne nonostante io avessi ormai quasi quarant'anni, ma poi mi risveglio subito di soprassalto. Non è che smetta di bramare la morte, ma non amo pensarmi costretto in quella casa. E poi, è una sfida personale. Adoro le sfide, sono l’uomo più competitivo dell’universo. Io tendo alla perfezione, coltivo ogni piccola mossa con l’attenzione di una madre verso il proprio neonato, ne ascolto i sospiri, preparo il terreno per i suoi passi, ne innaffio il manto e lo rendo duro e pronto a riceverne il peso. Pian piano, all’idea della perfezione, io risalgo da quelle sabbie mobili, mi faccio più uomo e meno larva, riprendo a nutrirmi per essere in forze. Riprendo a curarmi delle mie malattie, non fisso più le pareti che d’un tratto da inquietanti e vive mi sembrano solo opprimenti, cemento armato. Ho il bisogno impellente di distruggerle: puntualmente impugno il martello e mimo l’atto della distruzione, ma il ricordo delle Loro facce mi blocca; ho paura di liberarne i corpi e le menti e di sentirne le voci imperiose per tutta l’abitazione.
Il mio psicanalista si è ormai abituato alle mie assenze; in quelle occasioni mi manda sempre a chiamare, ma io non apro la porta a nessuno, mi limito a sospirare “Ah, ancora!” e a serrare meglio la porta. Dallo spioncino intravedo il signor Madaldi che bussa furiosamente contro il mio portone. Pare un funzionario venuto a riscuotere le tasse non pagate, o forse assomiglia più al mio proprietario di casa, il signor Mattei. Lui sì che ha una vita attiva! Sempre al lago, in collina, a sciare con la moglie. Sono due signori per bene, si sono amati sempre. Non come te, che hai occhi solo per i tuoi animali. Loro ci sono sempre l’uno per l’altra e sono stati capaci di perdonarsi quando il signor Mattei ha avuto un piccolo cedimento, una piccola infatuazione per una donna minuta, giovane e dolce. Sua moglie la signora Mattei era in piena menopausa, e il suo corpo sformato, le sue vampate di calore sempre più frequenti, tanto che allontanavano il marito per la potenza. Che potenza d’inazione, che nervi saldi, il signor Mattei, quando fu scoperto dalla moglie: per poco le urla non infestarono il palazzo, le sentii persino io, dal piano terra.
A tal proposito, sai come ho sempre odiato la mia infima posizione. Sembra uno specchio della mia esistenza: sempre rasente il terreno, sempre in basso, sempre umilmente paladino di una vita greve. E poi, da qui, è facile che entrino i ladri, è facile mi scappi Gatto. Ma in fondo, che ci si può fare. Gatto non mi assomiglia per niente, ma è forse proprio per questo che andiamo d’accordo. Lui è un tranquillo psicopatico, è un felino, e in quanto tale è tenero ma sadico fino all’osso. Adora catturare le prede e giocarci, proprio come io sono accusato di giocare con i sentimenti delle donne. Ne ho vissute tante, di donne, e sono giunto alla conclusione che a non mentire mai, a squarciare il velo di Maya, a permettermi di raggiungere la moksha, non sono stati i gesti, o gli atti, o le insopportabili effusioni d’affetto, e nemmeno il sesso e i caffè sorseggiati insieme, ma le mani. Le mani non mentono mai. I lineamenti del viso sono maschere manovrabili, specchio di un’interiorità volubile e in continuo mutamento, ma tale specchio può essere continuamente colpito da luci diverse, può essere inclinato in un modo o in un altro, può riflettere solo un piccolo ritaglio di tutta quell’immensa interiorità, di cui rappresenta la forma umbratile, plasmata a favore del sentimento che scegliamo di mostrare all’altro. Sforzandoci, scavando nei ricordi, possiamo decidere di mostrarci lieti per quello che ci hanno appena comunicato, e in realtà sorridere al solo pensiero di un piatto che ci piaceva tanto da piccoli. Le mani, no, non sanno mentire. Se le dita si accavallano ed il palmo destro va a coprire il sinistro, non sappiamo proprio che cosa dire, ci sentiamo colpiti, sentiamo il bisogno di proteggerci, di crearci uno scudo; se le dita si intrecciano, celano una certa speranza, o manifestano un certo spiraglio di gioia; se le mani sono nascoste tra le gambe, non vediamo l’ora di andarcene; se le braccia le coprono, siamo contrariati, e così via. Le mie mani sono enormi, ingombranti, e le dita allungate mi intralciano: non so mentire. Ma in fondo, che ci si può fare. Io ho sempre vissuto in questa dimora, l’ho sempre mantenuta come la vedi: semi-vuota. Ne ho bisogno, per far fronte al mio caos interiore. Il mio psicanalista, a tal proposito, dice che il mio ginepraio, i  miei dolori, non sono da dissipare, ma che costituiscono anzi il mio carburante, la mia miccia. Io invece continuo a tentare di liberarmene, convinto che siano come delle cianfrusaglie di cui si potrebbe benissimo fare a meno. Il mio tentativo è di rimuoverle completamente, farne carta straccia. Ho provato inizialmente cantando, poiché sentivo un peso a livello del torace, e credevo che se avessi svuotato i polmoni con il flusso egressivo d’aria polmonare se ne sarebbero andati anche i miei disagi esistenziali. Mi sono quasi bruciato le corde vocali, cantavo con un diaframma ribelle, sforzando molto la gola, finché il mio insegnante non mi suggerì di lasciar perdere la musica, una disciplina astratta, una materia dispersiva per uno come me. Mi consigliò uno sport, che mi stancasse per bene, che mi aiutasse a dormire la notte: qualunque sport di squadra accentuava la mia inettitudine a comportarmi, ad adempire alle convenzioni sociali, ad obbligarmi a rispettarle come se davvero ne capissi l’utilità; qualunque sport individuale mi poneva di fronte alla mia debolezza fisica e mentale, al mio essere poco tenace, svogliato, incapace. Insomma, non potevo andare a cavallo per via della mia altezza, non potevo nuotare perché il fumo mi ha annebbiato tanto i polmoni da logorarmeli. In fondo, che ci si può fare. Ogni vizio cela una debolezza. Ogni debolezza è foriera di umanità. Mi sento molto umano, sai. Mi sento di essere fragile. So di esserlo. So anche di essere un freddo calcolatore, uno metodico, pragmatico, clinico. In me il dualismo è potente: sono perennemente scisso tra Bene e Male, tra Giusto e Sbagliato, tra azioni caste e azioni violente. Quando ti intravedo, io non riesco più a tenere le redini del mio pensiero, inizio ad agitarmi, inizio a volerti ferire. Sfodererei la mia spada e ti trafiggerei senza alcuna pietà. Il problema, lo sai, è che tu non sei perfetta. Io anelo alla perfezione, in tutto ciò che faccio, per contrastare la mia natura imperfetta, formata da quella stessa gamma di inclinazioni interiori che mi rendono umano. Ho bisogno di te, ma non te lo dico. Mi limito a farti arrabbiare, a lanciarti occhiate furtive in chiesa, a storcermi le mani per non avvicinarti e farti del male. Io ti amo, ti ucciderei, se me lo chiedessi, farei di tutto per te. Sei così buffa, e così tenera, e così sbadata. Amo perdermi tra le pieghe dei tuoi occhi quando qualcosa va storto, quando indirettamente ti faccio arrabbiare, perché ti giunge voce che ho di nuovo preferito un’altra a te. “Ah, ancora!” ti immagino esclamare. Combino guai, lo so. Ma in fondo, che ci si può fare. Quando mi rendo conto che il mio processo di idealizzazione nei tuoi confronti rasenta la perfezione ma non la tocca mai, beh, distruggo tutte le statuine che ho costruito di te. Entro nella stanza e le violento con pittura rossa, le sgozzo, ne inchiodo i piedi - un po’ come nelle mie fantasie, dove inchiodo le gambe di chiunque si trovi seduto così che non mi abbandoni anche lui, fantasia di derivazione paterna - e infine ne distruggo il ventre. Quello stesso ventre che per voi donne è tanto importante, è il fulcro del vostro potere sugli uomini, il potere della procreazione. Spesso fantastico di accarezzartelo piano, di infondere con le mie dita un po’ della mia umanità al bimbo che avresti in grembo. Ho solo questo: l’essere terribilmente, brutalmente, francamente umano. Le mie dita invece sono fredde, ossute, poco estetiche. Non mi permetteresti mai di poggiarle sul tuo bambino - tuo, non nostro, perché mi ripudieresti immediatamente, mi imprigioneresti nella cella dei tuoi silenzi, dei tuoi bronci, dei tuoi rimorsi. Ti affideresti all’avuncolato, renderesti tuo fratello il padre. In fondo, che ci si può fare. Sei una lurida sgualdrina. Hai sempre avuto un’attrazione incomprensibile per Frederik, lo so, l’ho letto nel tuo diario. 
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wdonnait · 2 years ago
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Sformato di Bietola - FIT
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sformato-di-bietola-fit/113942?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=113942
Sformato di Bietola - FIT
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Lo Sformatino di Bietole  è un tortino salato con pochissime calorie.
Ingredienti per 3/4 persone:
1 mazzetto di bietole tenere, 300/400 gr circa, 3 uova medie ( 1 ti servirà alla fine), 1 bicchiere di latte ml 90, 4 cucchiai di formaggio grattugiato, 80 gr di Emmental a cubetti, 1 spicchio d’aglio,, sale qb, olio extra vergine qb, pangrattato qb.
Preparazione:Cuocete in acqua leggermente salata le bietole, per 5/8 minuti, poi scolatele e fatele raffreddare ,tagliatele a quadretti,non troppo piccoli.
Versa in una padella antiaderente un po’ di olio, aggiungi lo spicchio d’aglio fai rosolare, versa le bietole strizzate bene poi togli l’aglio., aggiusta di sale e fai rosolare per qualche minuto. In una terrina, sbatti le uova( temperatura ambiente)con il latte( temperatura ambiente)e il parmigiano, se occorre, un po’ di sale, , unite anche i cubetti di formaggio Emmental, aggiungi anche le bietole ormai tiepide, mescola accuratamente .
Versa un po’ di olio in una tortiera di diametro 22/24, aiutandoti con un pennellino passa tutta la superficie anche i lati, poi spolverizza con pan grattato, versa ora tutto l’impasto, livella , sbatti a parte anche l’altro uovo, poi versalo sul composto,aggiungi ancora una presa di pan grattato.
Cuoci in forno caldo a 180° per circa 30 minuti, modalità statico. Controlla la cottura qualche minuto prima deve colorarsi e fare la crosticina.Sforna , fai raffreddare e sistema in un piatto da portata.
Bietola Proprietà
E’ una verdura molto ricca di minerali: potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, rame, manganese, selenio e zinco.
Sono presenti anche vitamine quali la A, la C, quelle del gruppo B (B1, B2, B3, B5 e folati).
Per la presenza abbondante di minerali, zuccheri e vitamine, la barbabietola è un cibo con un ottimo potere nutritivo. Secondo alcuni studi, la barbabietola avrebbe azione antitumorale  per il  contenuto in betanina e betaina.
La betanina è un glicoside utilizzato come colorante naturale (E162), mentre la betaina è stata studiata per i suoi effetti salutistici sul fegato (steatosi epatica),
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sometimesambroswrites · 7 years ago
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@estefra ha notato che L’eternità è stata rilasciata come singolo il giorno del compleanno di Ermal e  me l’ha dato come prompt. Quindi io ho scritto una cosa con un pizzico di angst per non smentirmi.
Stringi le mie mani fino all’infinito
Gli sta sorgendo il sole negli occhi ma non ci fa caso.
Ha la schiena poggiata alla testiera del letto, i gomiti sulle ginocchia, una bottiglia vuota che regge a malapena tra le dita. Guarda Ermal. Guarda Ermal con un raggio di sole incastrato tra le ciglia.  
Ha gli occhi chiusi, i ricci sparsi sul piumone bianco, la pelle ancora più marmorea nella luce fredda dell'alba di Febbraio. Sorride come se non potesse farne a meno, ogni tanto si morde il labbro inferiore, sospira come se non si riempisse i polmoni da un'eternità.
È tutto angoli e spigoli, gli zigomi pronunciati dall'ansia dei giorni passati, gli occhi cerchiati di viola.
Gli sorge il sole addosso, lentamente.
Fabrizio chiude gli occhi solo per un attimo. Si traccia i contorni della pace che ha nel petto con la memoria, se li imprime a fuoco nei polmoni per ritrovarli quando ne avrà bisogno. Uno dei suoi attimi eterni, quelli dolce-amari che si dice non li perdere prima di lasciarli oltre il tempo, quelli perfetti che tra dieci anni forse gli faranno un male cane e va bene così.
La mano di Anita che gli stringe la punta dell'indice, Libero che lo chiama papà. Il frastuono del suo quartiere maledetto. Tutte le volte in cui ha avuto paura ma ha fatto un passo lo stesso. La prima volta che ha detto basta.
Ermal disteso accanto a lui col sole che gli sorge addosso.
Riapre gli occhi, lentamente. Ermal sbatte le palpebre con gli occhi girati per guardarlo anche se è ancora disteso: “Che stai pensando Fabrì?”
Gli è arrivato il sole fino alle labbra; Fabrizio sorride piano, stanco e ormai vuoto di adrenalina, con gli occhi socchiusi. Si lascia ondeggiare la bottiglia vuota tra le gambe finché non si urta un ginocchio. “Che adesso è perfetto e non me lo scorderò mai, e che non saremo mai più le persone che siamo adesso.”
Sorride con un angolo delle labbra, le sopracciglia inarcate, e lo guarda, aspetta. Aspetta che gli dica non pensarci troppo che comincio a sentire puzza di bruciato o sempre a fare il grande poeta. Aspetta che si allunghi a prendere il trofeo che hanno lasciato sul comodino e gli dica visto che tu non te lo scorderai mai questo lo prendo io che invece non si sa mai.
Aspetta.
Ermal lo sta studiando con quei suoi occhi scuri, come faceva all'inizio, con la piega seria sulle labbra. Non gli dice niente di quello che Fabrizio si aspetta – tipico.
Allunga un braccio verso di lui, dietro la sua nuca, gli tremano le dita quando gliele poggia sulla pelle e se lo avvicina senza bisogno di fare pressione, Fabrizio che deve poggiare l'avambraccio sul letto per non cadergli addosso e la bottiglia vuota che gli cade tra le gambe quando improvvisamente gli manca la forza di reggerla perché le labbra di Ermal premono contro le sue.
Sa di birra e di stanchezza, gli tremano ancora le dita sulla nuca di Fabrizio e ora può sentire che gli trema anche il respiro, le labbra quando non può premerle contro le sue, e il sole ora sta sorgendo addosso a lui, sulla sua schiena, se lo sente attraverso la maglia sottile, sulle gambe che ha dovuto mettere tra quelle di Ermal.
Lo bacia piano. Pensa che fra dieci anni questo, questo gli farà un male cane, ma comunque continua a ripetersi non lo perdere.
Le dita di Ermal affondano un po' di più nella sua pelle quando non si stanno baciando più, cercano solo di riprendere fiato con gli occhi chiusi.
Ermal chiude la bocca per un attimo, deglutisce col palmo ancora premuto contro il suo viso prima di dire: “Possiamo tornare a quel momento perfetto, se vuoi.”, la voce roca e le labbra che Fabrizio ha appena baciato.
Visto che l'hai memorizzato tanto bene, gli sta dicendo, possiamo tornarci e fingere che non sia mai successo.
Fabrizio gli affonda una mano tra i capelli. Si dice non lo perdere. Lo bacia in un altro attimo eterno e Ermal gli sorride contro, col sole che gli esplode tra le labbra.
*
Ancora non fa male se ci ripensa due mesi dopo.
Gli manda un messaggio e ci allega un link.
per te. buon compleanno
Chiude gli occhi e si chiede se sia già cambiato qualcosa, se sono già così diversi da quella notte. Riprende quell'attimo eterno e vede il sole che gli sorge sulle labbra.
Aspetta qui, per un minuto, E stringi le mie mani fino all'infinito.
*
Sta fumando alla finestra della camera da letto avvolto in un silenzio opprimente, con la notte che comincia a sparirgli davanti.
Sente il rumore inconfondibile di ruote contro la strada sterrata quando pensa che non ce la fa più ad ascoltare quel silenzio e aggrotta le sopracciglia; preme la sigaretta nel posacenere e lascia entrambi sul davanzale.
Il rumore di una portiera che si chiude quando Fabrizio è all'ingresso, scalzo, col pacchetto di sigarette ancora in mano.
Apre la porta, e ci spera ma non se lo aspetta.
I capelli di Ermal sono un disastro, lui è un disastro, con gli occhi cerchiati e un maglione sformato addosso, una sciarpa stretta attorno al collo, l'alba che sale dietro di lui mentre cammina a passo svelto, gli stivali che fanno rumore contro il ghiaino e sui due gradini di pietra, gli si lascia cadere addosso senza dire una parola, prima le braccia attorno al collo e poi le gambe che urtano contro le sue spingendolo all'indietro, oltre la porta, la sua voce arrochita dal sonno che vaffanculo Fabrì che cazzo di messaggi mi mandi, trema, come se ogni volta che si toccano fosse all'estremo di un'emozione, non ci credo manco per il cazzo che l'hai fatta uscire apposta, anche se ancora non lo lascia andare.
Fabrizio gli stringe le mani sulla schiena, i suoi ricci contro il suo viso, chiama Niccolò e chiediglielo e Ermal che lo stringe di più, gli affonda il viso nell'incavo tra il collo e la spalla coi tremori che gli scendono nella schiena.
Fabrizio lo bacia con l'alba contro le palpebre e addosso alla schiena di Ermal. Un altro attimo eterno.
(Ma poi pensa che forse fra dieci anni questo non farà male.
Pensa che se c'è qualcuno che è testardo abbastanza da rimanere in tutti i suoi attimi, eterni e non, è Ermal.)
In fondo, l'eternità per me sei tu.
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vitaafragola · 4 years ago
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trucchi per la manutenzione degli utensili per la cucina strumenti per la cucina elettrodomestici per la cucina per rimandare la vita più facile|Come avere la tua casa ogni ora nelle condizioni migliori con gli utensili per la casa strumenti per la casa elettrodomestici per la cucina giusti| 18 Indicazioni su come trattare bene i tuoi utensili per la casa in modo da farli resistere più a lungo
In corrente paragrafo ci concentreremo sui consigli per la mantenimento degli elettrodomestici per risparmiarvi per ora più problemi. La mantenimento preventiva, prima di tutto sugli elettrodomestici più costosi, non solo renderà l'attrezzo più produttivo, ma può anche estendere la sua vita prima di dover essere riparato o sostituito.
Suggerimenti per la conservazione di frigoriferi e congelatori
riposizionare il frigorifero. Il tuo frigorifero funziona in modo più efficiente in quale momento ha un perdita d'aria dietro di sé. allontanate il frigorifero di uno o due pollici dal muro per perfezionare il suo meccanica.sgrassare il frigorifero. pulisci le guarnizioni della porta e aspira la rullo del condensatore sul tuo frigorifero una volta ogni tanto per farlo essere in funzione in modo più fattivo.
Organizzare il frigorifero. Puoi usare contenitori di plastica schietto per progettare gli alimenti simili nel tuo frigorifero. Puoi anche unificare i ripiani con una membrana di scultura per rimandare il criterio di depurazione molto facile.
precedere l'caterva di ghiaccio nel congelatore. Puoi inserire un fresco strato di spray da gastronomia all'interno del tuo frigorifero e poi pulirlo. La piccola quantità di spray che rimane aiuterà a anticipare l'cumulo di ghiaccio.
Rimagnetizzare le porte del refrigerante. Se i magneti delle guarnizioni della porta del tuo refrigerante sembrano deboli, puoi rimagnetizzarli facendo leggere rapidamente un valoroso magnete lungo la abbellimento. È ineluttabile farlo defluire nella stessa dirigenza per circa 50 volte per acquisire i migliori risultati.
Svuota il tuo involucro del gelido. Il freddo che sta nel tuo frigorifero per molto tempo formerà un forte pezzo e comincerà a dar cattivo odore. svuota il scatola del freddo una volta al mese per avere gelido fresco e privo di odore.
Riempi il congelatore. Il tuo frigorifero funziona in modo più funzionale in quale momento è pieno di cose fredde alquanto che vuoto. Se non hai molto da mettere nel tuo congelatore, riempi un paio di brocche di latte con acqua e congelale fino a che non hai più cibo da riservare.
Consigli per la conservazione di microonde e forni
Pulisci la sozzura dura del microonde. Metti un po' di aceto bianco in una tazza o coppa adatta al microonde e scaldala per 3 minuti per slegare le macchie all'interiore. Dopo di che, puoi pulire più bene con un panno umido.
strofinare il forno. L'interno del forno può rendersi un sformato se non lo si pulisce regolarmente. Per sbrogliare la sudiciume, puoi cuocere una combinazione di bicarbonato di sodio, aceto e acqua in una coppa adatta al estintore-antincendio.com - cucina forno a fuoco basso per 45 minuti. Spegni il forno e sarà più realizzabile da detergere una volta bloccato.
Pulire la cappa del forno. Se la cappa è particolarmente sporca, puoi rimuoverla e immergerla in acqua calda saponata prima di pulirla. Puoi poi anticipare l'accumulo di polvere strofinando una piccola abbondanza di olio da cucina o elemento su di essa dopo la pulizia.
Suggerimenti per la cura di vari elettrodomestici da cucina
nettare la organizzazione del espresso. È plausibile realizzare una amalgama 50/50 di aceto immacolato e acqua attraverso la dispositivo del caffè per pulirlo e scostare l'caterva di minerali. verificare di ottemperare un paio di cicli di acqua attraverso la automobile prima di fare la prossima tegame di espresso per risciacquare fuori.Lucidare l'acciaio inossidabile. Gli elettrodomestici in acciaio inossidabile possono persona lucidati con WD-40, dando loro una bella brillantezza.
aguzzare il tritarifiuti. Puoi affilare le lame del tritarifiuti e diventare fresco l'congegno facendoci scorrere ghiaccio e bucce di limone.
Detergere la lavastoviglie. Come per il microonde, puoi usare l'aceto per sgrassare la lavastoviglie. Metti una tazza di aceto latteo sul pedana posto sopra ed esegui un ciclo comune per allontanare i residui duri prima di pulirla.
Prendi un lazy Susan. Un lazy Susan (piatto girevole) è un ottimo modo per progettare le erbe aromatiche o i condimenti, rendendo più realizzabile rinvenire esso che vuoi senza far precipitare le cose.
Consigli per la conservazione degli apparecchi di riscaldamento e raffreddamento
Bonificare lo scaldabagno. I minerali si accumulano nello scaldabagno con il tempo, il che riduce la sua potenza e causa problemi. Puoi collaborare a abbassare l'mucchio scaricandolo se non altro una volta all'anno.eclissare lo scaldabagno. È verosimile ottenere una tetto per lo scaldabagno per dividere l'aereo e impedirgli di calare tanta vigore a beneficio dell'aria circostante.aspergere il condizionatore d'aria. Puoi usare un tubo per purificare l'convergenza esterna del refrigeratore. assicurati che sia spenta quando lo fai.modificare il filtro del refrigeratore. Se il colino del refrigeratore d'aria si intasa, funziona in modo meno fattivo. Sostituisci il filtro come minimo una volta all'anno.
Consigli per la mantenimento di lavatrice e asciugatrice
rimuovere la lanugine dell'asciugatrice. È influente purgare il cartella di lanugine dell'asciugatrice dopo ogni sovraccarico di biancheria. È anche importante detergere il tubo a fisarmonica che si stacca dalla robot per sincerarsi che non si intasi, causando un azzardo di entusiasmo. Puoi farlo bene con un non necessario per l'aspirapolvere.
Pulire la lavatrice.
specialmente per le lavatrici a carica diretto, la muffa può alzarsi presto. pulisci sistematicamente l'profondo della organizzazione, comprese le guarnizioni della porta.
Suggerimenti per la cura della piscina
mietere i detriti del colatoio. Puoi arrotolare il paniere dello skimmer del colatoio della tua piscina con un collant per accogliere i detriti fini. modificare i collant inferiore logico.
accumulare gli oli in apparenza. potete avere una palla da tennis che galleggia nella vostra peschiera per http://www.bbc.co.uk/search?q=diy home project aiutare a mietere gli oli che provengono dalla crema solare e dai nuotatori sudati.
Non consentire l'uso di abiti normali. I costumi da bagno sono fatti di un drappo singolo fatto per le piscine. I vestiti normali possono avere fibre e coloranti che possono produrre danni alla piscina.
allontanare gli insetti. La citronella respinge genuinamente le zanzare, quindi averne qualcuna attiguo alla piscina può aiutare a renderla un luogo più attraente.
speriamo che questi suggerimenti vi aiutino a far essere attivo i vostri elettrodomestici in modo più solerte e a progredire la vostra casa.
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usqueadfinemuniverse · 7 years ago
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Giorno 2.
Giornata monotona, solitaria.. insomma, sempre io no? L'unica diversità forse le piccole discussioni ripercorrenti sia con lui che con lei..
Non reggo più questa situazione, certe volte mi vorrei rinchiudere; certe volte non li reggo proprio, sembrano divertirsi a prendermi in giro, a farmi credere di essere e fare ciò che non sono e non fanno.. ma altre volte, già, altre volte mi guardo dentro e purtroppo non faccio altro che vedere una cosa sola:
Me a pezzi senza di loro.
Ha senso? No.. in vista di un esame importante poi.. ma chi me lo fa fare ..
Mi piacerebbe volare, stare un po' tra le stelle, cullarmi lassù , lasciare tutto quaggiù e non dover più star male..
Il mio corpo è orribile, sformato, pieno di segni, il mio viso mai stato bello e io.. io codarda è falsa come nessun altro e tutto per cosa? Per paura.
Io ho paura. . .
Io credevo fosse finito il peggio ma no, è sempre qui dentro, sempre presente, sempre costante ..
Continuerò qui certo, ma non voglio più resistere.. finito questo esame deciderò cosa fare, sia con loro, che con la mia vita, non reggerò ancora a lungo.
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ouatitalia · 8 years ago
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Buongiorno e Buon Ultimo Ouat day dell'anno. Per augurarvi un buon risveglio, ecco il primo sneak peek tratto dal doppio season finale in onda questa sera. Purtroppo sono fuori città, quindi col cellulare sono riuscito a fare solo i transcript! Spero andranno bene. Buona Visione: Infermiera:Emma...hai visite...tuo figlio. H:Mamma! E:Henry! H:Grazie a Dio ti ricordi. E:Certo che mi ricordo di te. H: bene, perché ho perlustrato tutta la città e non ho trovato il resto della nostra famiglia...Neve,David, Uncino... E:No, fermati! H: Come? E: Non ci ricasco...ho lavorato troppo per mandare all'aria i miei progressi. H:Progressi? E: sai cosa voglio dire! .... E: Queste persone...Il Principe Azzurro, Bianca Neve, Capitan Uncino non sono reali nessuno di loro. I miei genitori non sono personaggi delle fiabe prigionieri a Storybrooke e non c'è alcuna maledizione... è una città normalissima. H: Mamma, che ti è successo? E: È successo che sono migliorata! Sono finita in questo manicomio perché ti ho creduto allora. Mi son bevuta tutto. H: No, è colpa della Fata Corvina. Ha detto che ti avrebbe tolto la tua famiglia e lo ha fatto così. Ti ha fatto un sortilegio. E: No, basta coi sortilegi. Voglio solo... stare meglio, così che forse... forse posso essere tua madre. H: Okay, da quanto tempo sei una paziente qui? E: sai da quanto tempo sono qui. H:Forse aiuterebbe se lo rivivessi! E: Sin da quando hai cercato di provare che le fiabe sono vere mangiando uno sformato di mele avvelenato e stando male per settimane, sei vivo per miracolo. H:No, non è quello che è successo! Non ti ricordi? Ho mangiato lo sformato, ma hai combattuto il drago e mi hai svegliato col bacio del vero amore... E:Henry...Henry, smettila! Questo non è salutare! Dovresti stare meglio... non tornare. H: Ma è vero! E: Henry non ti ha salvato un bacio. E ' ridicolo! Ti ha salvato la medicina, il dottor Whale e... l'ospedale. Infermiera: È l'ora. H:Fermati! Non puoi prenderle, non prendere nulla! Faranno si' che la Fata Corvina ti impedisca di ricordare. E: Henry, lascia che... H: Guarda! E:Okay... H: questa pagina che ho scritto... Significa che la Battaglia Finale sta per arrivare...la chiave per vincere è qui dentro, ma non possiamo farlo fino a quando non tornerai a Credere.
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weareallshootingstars · 8 years ago
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“ You’re my brother. “
One Shot: word count 1284. SHINee AU!  Piccola shot saltata in mente dopo aver visto le lacrime negli occhi di MinHo durante il ringraziamento ai GDA, che mi ha fatto capire quanto siano legati tra loro quei cinque “brillantini”, nonostante non ci sia davvero un legame di sangue. 
Il bordo del letto era ancora caldo sotto il suo tocco delicato, così si ritrovò ad aprire gli occhi e notare di essere rimasto solo nel letto. Dividere una stanza con il fratello era una piccola condanna, ma pur di rendere felice la madre aveva accettato di buon grado.   Sbadigliò nascondendo il viso sotto la mano paffutella, calda e leggermente sudata per via delle temperature tropicali che li circondavano, alzandosi poi lentamente e notando solo in un secondo momento le grandi finestre aperte. Le tende svolazzavano appena e così si avvicinò ad esse, legandole in modo che non impedissero la vista del paesaggio che, surrealistico, si stanziava davanti a lui.   Qualche giorno prima si era dovuto ricredere sulla meta scelta dai genitori, troppo abituato al freddo di Seoul, non immaginava lontanamente che il caldo, la sabbia e l'oceano cristallino di Bora Bora lo avrebbero conquistato all'istante. In quel momento la luna, grande e splendete, si rifletteva sulle acque immobili dell'oceano, regalandogli uno spettacolo più unico che raro. Rimase dinanzi alla finestra aperta, godendosi la tenue brezza del vento, notando solo in un secondo momento una figura seduta sulla spiaggia e riconobbe immediatamente il cappello del fratello. MinHo era così facile da riconoscere, persino in una notte buia se non per la luce della luna.  
" Che fai qui? " 
" Non riuscivo a dormire. Pensavo.. "  
" A cosa? " 
La voce di JinKi fu un sussurro delicato, mentre con poca grazia si sedeva accanto al fratello più piccolo, osservando il suo profilo in silenzio. Era stato strano per giorni, eppure JinKi non si era mai chiesto quali fossero i problemi che assillavano MinHo. Non erano più abituati ad essere partecipi l'uno della vita dell'altro, nonostante fossero ancora in grado di capire cosa provasse l'altro anche solo con uno sguardo.   " Non capisco perché sia dovuto venire anche io.. "  
" Come? "  
" Non sono veramente parte di questa famiglia. " Mormorò il più piccolo, abbassando lo sguardo sui propri piedi scalzi, affondati nella sabbia. JinKi inarcò leggermente le sopracciglia, sorpreso da quella affermazione.  
Mai avrebbe pensato che MinHo sentisse il peso della sua adozione così fortemente, quando riusciva ancora a ricordare la reazione che ebbe quando i loro genitori gli confessarono la verità. Solo in quel momento, lo sguardo sformato dall'angoscia e da un dolore che non poteva capire del fratello gli fecero sentire quanto, in realtà, si sentisse ferito.   Gli poggiò una mano sulla spalla, delicatamente, ed iniziò ad accarezzarla con leggerezza senza, però, riuscì a trovare le parole adeguate da potergli dire.   Gli tornò in mente il giorno in cui, molti anni prima, i suoi genitori gli dissero che presto avrebbe avuto un fratello. Aveva sette anni e la cosa più naturale per lui fu pensare che la madre era rimasta incinta. Si dovette ricredere però quando, qualche giorno dopo, tornarono a casa con un bambino di qualche mese tra le braccia. Un bambino che, sapeva, non gli sarebbe somigliato per niente.   Lo aveva odiato per i primi mesi, si sentiva isolato dai suoi stessi genitori e non più il centro della loro attenzione. Aveva anche pensato di chiamare la polizia, iniziando a pensare che i genitori lo avessero rapito. Tutto pur di farlo scomparire dalla propria vita.   Tutto cambiò quando fu costretto a tenerlo in braccio per qualche istante. Ricordò di averlo stretto forte, senza però esagerare, spaventato dall'idea di poterlo fare cadere o di fargli male. Il bambino lo aveva guardato e aveva smesso di piangere, ridendo e sventolandogli davanti le piccole manine paffutelle. Fu quello il momento in cui si sentì davvero suo fratello, per la prima volta in tanti mesi. Fu quello il momento in cui, capì, che avrebbe fatto di tutto pur di proteggerlo.   La sensazione di pace di quei momenti invase JinKi, che riaprì gli occhi dopo averli socchiusi senza nemmeno essersene reso conto. Sorrise a MinHo, andando a scompigliargli i capelli dietro la nuca, cosa che provocò nel più piccolo un lieve sbuffo di disapprovazione.   " Tu appartieni a questa famiglia tanto quanto me, MinHo. " Disse seriamente, tornando a poggiare la mano sulla sua spalla per poi lasciarla scivolare su quella opposta, dandogli un goffo ma altrettanto dolce abbraccio. Non era bravo ad abbracciare gli altri, ma con il fratello aveva sempre in qualche modo cercato di farlo al meglio. " Avevi pochi mesi quando sei arrivato e credimi all'inizio ti odiavo. Poi ho capito che eri la, perdonami la parola, cosa migliore che potesse arrivare nella nostra famiglia. Mamma e papà stavano attraversando un brutto periodo e se sono riusciti a superarlo è perché sei arrivato tu." Continuò cogliendolo di sorpresa e sorridendo con gentilezza allo sguardo spaesato che gli rivolse qualche istante dopo.  
" Di cosa stai parlando..? "
" Non ha importanza, MinHo. Voglio solo che ti rendi conto che essere stato adottato è stato l'inizio, non la parte fondamentale della tua vita. Sei cresciuto in questa famiglia e non è il sangue ad averti portato da noi, ma comunque sei mio fratello tanto quanto quel cretino di JongHyun che dorme beatamente nel letto a castello insieme ai nostri cani. Chiaro? "  
" Io.. " balbettò MinHo, profondamente colpito dalle parole del fratello, ricacciando indietro le lacrime che qualche istante prima avevano iniziato a pizzicargli, fastidiosamente, gli occhi. Odiava piangere davanti a qualcuno, soprattutto se era parte della sua famiglia. " Non.. "  
" Non devi dire niente scemo, solo smettila di pensare di non far parte di questa famiglia. Chi era con me quando mi sono rotto il braccio? "
" Io.. "
" Chi era con me quando ho deciso di imparare da solo ad andare sullo skateboard, quasi rompendomi l'altro braccio? "  
" Io.. "  
" Chi era sempre con me? "  
" Io. "  
" Sei mio fratello MinHo, smettila di pensare il contrario. "  
Lo zittì nuovamente, lanciandogli in tralice uno sguardo abbastanza esaustivo, sorridendo nel vederlo accennare un piccolo e timido sorriso. Vedere suo fratello con gli occhi lucidi gli fece particolarmente effetto, così lo strinse maggiormente a sé iniziando a chiedersi come sarebbe stata la sua vita senza di lui. Per quanto non fossero più abituati a passare tutto il loro tempo insieme, JinKi era profondamente legato a lui e sapeva, nel profondo, che niente avrebbe spezzato quel legame. Neppur una stupidata come un assente legame di sangue.  
" VOI DUE, CHE FATE QUI. PERCHÉ MI ABBANDONATE SEMPRE. "
L'urlo del minore dei tre li fece sobbalzare sulla sabbia, così si voltarono in perfetta sincronia e prendendo una manciata di sabbia entrambi gliela buttarono addosso, facendolo quasi urlare dall'orrore. JinKi scosse il capo mentre MinHo tratteneva come meglio poteva le risate, osservando il "piccolo" JongHyun alle prese con la sabbia nei vestiti e nei boxer con cui era solito dormire.  
" Vedi perché almeno sono stato fortunato? Pensa se mi fossi ritrovato solo JongHyun.. Lo avrei davvero ucciso dopo qualche istante nel sonno, te lo posso assicurare MinHo. " Mormorò facendo, definitivamente, scoppiare a ridere il dolce ragazzo dalla pelle olivastra, che cogliendolo di sorpresa gli fece scivolare della sabbia al di sotto della maglietta; dando il via ad una guerra che JinKi sapeva benissimo di non poter vincere.   A conti fatti quella vacanza era stata davvero un toccasana, per tutti. Il sapore della felicità era qualcosa che non provava più da un po' e quel momento fu l'inizio di un nuovo capitolo della sua vita. Quello dove MinHo non era più una figura di contorno, ma nuovamente parte integrante di ogni cosa.
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marinagalatioto · 6 years ago
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Nel guardaroba di ognuna di noi deve esserci tute sportive donne, meglio se fashion e trendy, per fare fitness, andare in palestra o anche solo per le giornate di relax.
Perché una tuta nel guardaroba
Devo ammettere che non ne vado pazza. Troppe volte la tuta viene associata alla sciatteria, alla donna che in casa, dopo anni di matrimonio, si trascina con addosso un tutone vecchio e sformato.
Al giorno d’oggi però la tuta ha assunto una valenza differente. Non è più solamente un capo da indossare per fare le pulizie domestiche o quando vuoi passare la giornata sdraiata sul divano in totale relax.
La tuta oggi viene utilizzata in palestra, dove vai non solo per tenerti in forma, ma anche per farti vedere, per intrattenere relazioni con le amiche, magari per trovare un uomo. Altro che tute sformate in questi casi! Completi trendy, tute fashion e non solo.
Se vai a fare fitness hai bisogno di una tuta, se fai jogging lo stesso. Se vai in bicicletta o in palestra, ma anche se vuoi passare una giornata all’aperto, andando a camminare.
La tuta viene utilizzata anche come outfit per l’ufficio, per una serata, per un fine settimana alla spa e non solo. Le tute oggi hanno cambiato “faccia”, ecco perché sono così versatili e gettonate. Con una tuta puoi anche essere sexy, non solo alla moda.
Noi amiamo sentirci fashion e trendy anche quando indossiamo abbigliamento sportivo donna, o ci prepariamo ad una giornata di relax. Per aiutarvi ho preparato questa guida su come scegliere tute sportive donne.
Come scegliere una tuta da ginnastica da donna
La scelta di una tuta avviene in base a moltissimi criteri e caratteristiche che ora valuteremo punto per punto.
Come prima cosa va tenuto presente che una tuta sportiva deve garantire comfort, sia che venga utilizzata per fare sport che sia indossata come un outfit comodo per le giornate di relax. Per garantire il massimo della praticità e della libertà di movimento in genere non deve mai essere troppo stretta. A meno che non serva solamente per bellezza e non la utilizzate per fare sport.
Una tuta è composta da un pantalone e da una felpa, che può essere con o senza zip per l’apertura e con o senza cappuccio. Di solito il pantalone tuta donna ha l’elastico in vita e spesso anche un cordoncino per regolare la vestibilità ed adattarla meglio alle proprie misure.
Le tute sportive oggi sono anche eleganti, alcuni dei brand e marchi più famosi ne realizzato di così belle da non sembrare nemmeno vestiti sportivi.
Tessuti tute sportive donne
L’abbigliamento sportivo donna è caratterizzato da forme e tessuti dei più differenti, vediamoli insieme.
La scelta migliore è quella di optare per fibre naturali, come ad esempio il 100% cotone o la viscosa che assorbe bene il sudore. Le tute vengono anche realizzate in fibre sintetiche come ad esempio l’acetato, il poliestere o il polipropilene, con aggiunta di elastan. Alcuni materiali sintetici hanno proprietà che è bene prendere in considerazione però: protezione dai raggi ultravioletti, tessuto antibatterico e traspirante.
Il tessuto va scelto in base all’uso che ne farete: indoor (per esempio in casa o in palestra) o outdoor (fitness o jogging, passeggiate all’aperto). Se non la utilizzate per fare sport, ma solo come outfit alla moda potete scegliere forme e tessuti eleganti.
Come scegliere tute sportive donne in base al fisico
Le tute di per sé vanno indossate morbide nel caso siano utilizzate per fare sport: devono consentire il movimento. Acquistala comoda, ma non troppo abbondante, risulterebbe per renderti goffa e anche un po’ sciatta.
Una tuta donna elegante è non solo scelta di un buon tessuto, ma anche di un modello che possa donarci un aspetto trendy. Non sceglierla troppo aderente se devi nascondere le forme tondeggianti, ma nemmeno troppo larga.
Se sei magra puoi permetterti praticamente qualsiasi modello, se sei un po’ più curvy no. In entrambi i casi evita le tute con i pantaloni dalle gambe eccessivamente larghe, meglio modelli un po’ più slim, decisamente più eleganti, come per esempio il modello Freddy che vedi nella foto del post (puoi abbinare anche le scarpe Freddy e il reggiseno Freddy) e qui sotto.
Freddy
Freddy
Rosegal
Rosegal
Tuta donna elegante
Non devi indossare una tuta da ginnastica per fare sport, ma per uscire? Ci sono alcuni modelli eleganti per una serata, una gita, un’uscita con il tuo lui. Anche i brand più famosi, come ad esempio Armani, Gucci e non solo propongono tute. Come puoi vedere la tuta può essere abbinata sia a sneakers che a sandali estivi aperti.
©guess
©armani
adidas
©harpersbazaar
©mimigstyle
©nike
©popsugar
©gucci.com
©voxcalantisindeserto
©antoniaewhitley
Quindi, ecco alcuni link per gli store online dove puoi trovare qualcuna delle tute che hai visto in questo articolo.
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Guida Come Scegliere Tute Sportive Donne
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1 note · View note
giancarlonicoli · 6 years ago
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15 dic 2018 08:56 1. LA STORIA DI NATALE GIUNTA, LO CHEF PALERMITANO CHE VIVE SOTTO SCORTA DA SEI ANNI 2. "NEL 2012 HO DENUNCIATO DIVERSE FAMIGLIE MAFIOSE CHE MI CHIEDEVANO IL PIZZO PER QUELLO CHE STAVO FACENDO NEL LAVORO. HO APERTO DIVERSE ATTIVITÀ MA NON AVEVO CHIESTO LE ‘AUTORIZZAZIONI’ AI CLAN. HO AVUTO IL CORAGGIO DI DENUNCIARE TUTTO E TUTTI” 3. “PRIMA FATTURAVO QUASI 5 MILIONI DI EURO. NEL 2013 HO FATTURATO 4 MILIONI IN MENO... TANTA GENTE NON TI CHIAMA PIÙ PERCHÉ TU SEI 'LO SBIRRO', ARRIVI CON I CARABINIERI E…” 
Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici
Lo chef Natale Giunta è stato ospite di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.
Lo chef parlermitano il 13 dicembre ha cucinato per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Santa Lucia a Palermo è la festa della tradizione e della arancina. Il Presidente ha mangiato l'arancina e lo sformato del Gattopardo. Abbiamo poi proposto altri piatti della cucina palermitana, il Presidente ha apprezzato. Ha mangiato più volte le arancine e la cuccìa con la ricotta, facendo diverse volte i complimenti per ciò che mangiava".
Lo chef sta partecipando alla Prova del Cuoco: "Il programma è partito in modo lento ma ora si è ripreso, si è assestato e sta andando alla grande. Il programma è bello, lei è brava, sta chiamando tanti bravi cuochi. Tutti ci auguriamo lunga vita".
Lo chef vive da sei anni sotto scorta per la sua lotta contro la mafia: "Da sei anni vivo sotto scorta perché nel 2012 ho denunciato diverse famiglie mafiose di Palermo che mi chiedevano il pizzo per quello che stavo facendo e avevo fatto come lavoro. Ho aperto diverse attività ma non avevo chiesto autorizzazioni a famiglie mafiose. Ho avuto il coraggio di denunciare tutto e tutti.
Dopo 11 mesi di indagine hanno arrestato tutti, sono state condannate cinque persone per tentativo di estorsione e danneggiamenti. Vivo sotto scorta ma continuo a fare il mio lavoro. L'imprenditore che denuncia non deve cambiare mestiere, non deve mettersi a fare il politico, io dico sempre che noi imprenditori dobbiamo denunciare certe situazioni, ma lo Stato deve consentirci di continuare a fare il nostro lavoro".
La vita sotto scorta ha creato qualche difficoltà: "Nel 2012 fatturavo quasi 5 milioni di euro. Nel 2013 ho fatturato 4 milioni in meno. Tanta gente non ti chiama più perché tu sei lo sbirro, vivi sotto scorta, arrivi con i carabinieri. Però se ci credi negli anni la mentalità cambia. Io sono stato il primo a crederci, tutto deve cambiare, c'è gente che c'è morta di mafia, noi che siamo vivi e siamo qui ci stiamo battendo contro qualcosa che in futuro non deve più esistere. Io poi ancora sono nella mia terra, vivo nella mia terra, lavoro nella mia terra. Abito nel centro storico, ho avuto mille offerte per andarmene, ma il mio deve essere un messaggio. A meno di 40 anni vivo da 6 sotto scorta, ma oggi i mafiosi, e le intercettazioni parlano, stanno iniziando a non chiedere più il pizzo, proprio perché gli imprenditori hanno iniziato a ribellarsi".
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renzanandsinghramananda · 8 years ago
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Sformato di verdure grigliate
Innanzitutto vanno grigliate le verdure, io ho grigliato melanzane, zucchine e cipolle. Le altre verdure invece le ho messe a crudo, i pomodori e i funghi a fette sottili e la rucola intera. Fatte queste azioni preliminari si unge con dell’olio una bella teglia e si inizia con gli strati, potete decidere di mettere tutto alla rinfusa o di fare degli strati ognuno di una verdura diversa come ho fatto io. Alternate le varie verdure con noci di formaggio, ricordandovi di salare e pepare uniformemente gli strati, fino ad esaurimento delle verdure. terminate con qualche ciliegino e del formaggio. A questo punto, sbattere bene l’uovo con la panna e versare il composto sopra le verdure. Questo ultimo passaggio vi aiuterà semplicemente a tenere insieme il tutto, senza appesantirlo troppo. A questo punto infornate à 180-200° finché lo sformato non è ben dorato e compatto. fonte clicca qui from Conosci Te Stesso http://ift.tt/2vu8gfx via IFTTT from CoscienzaSpirituale.net Associazione "Sole e Luna" via Clicca
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