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Giornata Mondiale dell'Alimentazione: Un Impegno Globale per un Futuro Sostenibile. Recensione di Alessandria today
Come la Giornata Mondiale dell'Alimentazione sensibilizza su fame, malnutrizione e agricoltura sostenibile.
Come la Giornata Mondiale dell’Alimentazione sensibilizza su fame, malnutrizione e agricoltura sostenibile. Ogni anno, il 16 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) nel 1979. Questa ricorrenza ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla necessità di garantire il…
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Circe, ammettiamolo una volta buona: tu sei una che ha capito tutto. Sì, certo, hai una brutta fama, figlia mia. «E’ una Circe, è una Circe!» dicono quelli che ti vogliono criticare, e si fermano per farlo a qualche dettaglio di contorno, tipo il fatto che trasformavi gli uomini in maiali. Che poi, anche senza essere maga, ci volesse un granché.
Circe, la grande ammaliatrice, il prototipo della donna fatale e pericolosa, quella ti rovina l’esistenza e la famiglia, un disastro e una jattura.
Ma quando mai? No, davvero, ditemelo, spiegatemelo bene, perché se una si va a leggere l’Odissea, ma tutta tutta, da principio alla fine, sta cosa non si trova, e Circe, al contrario, ne viene fuori come una donna molto ammodo e riservata, anzi persino schiva, che se ne sta tranquilla sulle sue, non seduce, non gattamorteggia. Pure con gli uomini, si fa gli affari suoi quando capita e il tizio vale, ma poi non frigna, non lagna, lo lascia andare via senza drammi e senza patemi, battendo di molte misure le sue discendenti donne in carriera tutte Sex and The City, che però dopo lacrimano come scolarette non appena quello con cui hanno deciso di fidanzarsi parte per un convegno di due giorni a Canicattì e le lascia sole a rimirare l’armadio di Manolo Blahnik.
Certo, la famiglia di provenienza aiuta. Ti chiamano maga, ma in realtà eri la figlia del Sole, e quindi fin da piccola di cose ne devi aver viste di ogni. Dea di prima grandezza, quindi, per ascendenza quasi più antica di Zeus, quel parvenu che s’era preso l’Olimpo con un colpo di mano.
Tu, di antica razza e di antico potere. t’eri ritirata nell’isola tua, ed è difficile darti torto. Ai confini del mondo e soprattutto lontano dalle rotte frequentate, perché gli umani dilagavano ovunque e tu di mischiarti con loro non avevi gana. Snob? Certo, ma non più di qualsiasi vip odierno, e poi la privacy nella nostra società è ipertutelata, perché Circe non ne dovrebbe aver diritto?
Lì, nella tua isola, non dai fastidio a nessuno. Capita invece che molti diano fastidio a te. Ogni tanto qualcuno arriva e da bravo mortale si crede autorizzato a sbarcare e fare come se fosse a casa propria. Tanto tu sei donna, no? Quindi si piazza sulla spiaggia, poi sale al tuo palazzo, e pretende accoglienza, e tavola pronta, e magari anche qualche conforto che va più in là. Tanto tu sei single, no? Quindi, nella testa di questi idioti, sei a disposizione, anzi dovresti pure essere grata se t’invadono e si piazzano lì a farsi servire, che almeno riempiono la tua noiosa vita con la loro imprescindibile presenza.
Tu, che sei una gran signora, mica strepiti o lagni. No, che diamine. Possono scocciarti, ma umiliarti mai. Così li accogli con il più sarcastico dei sorrisi, che loro, scemi, scambiano per ancillare benevolenza. Sei l’ospite perfetta: li curi, li coccoli, servi loro cibo prelibato. Ci mancherebbe altro che ti abbassi a lottare o a perdere la calma. E poi, zacchete, quando meno se lo aspettano, un goccetto di pozione qua e là mischiata ai cibi, li trasformi in ciò che poi è loro vera natura: sono porci invasori, che porci diventino davvero.
Hai torto? No, eccheccazzo. Un giudice equo archivierebbe nell’ambito della legittima difesa, anche se esercitata con somma e perfida intelligenza. Che nessuno riesce mai a battere davvero, poi. Perché persino Ulisse, che con te la sfanga, mica si salva per acume suo: è Ermes a dagli una dritta e fornirgli l’antidoto al tuo veleno. Sennò anche lui, da solo, sarebbe finito a grufolare nel tuo recinto e poi a trasformarsi in porchetta.
Certo, poi tra voi nascono le scintille. E vorrei ben vedere. Lui è Ulisse, uno che ha tanto fascino da riempire l’intero Mediterraneo e oltre. Lo vuoi tra i tuoi trofei. Ma tu sei Circe, però. E infatti, gli stai a fianco ma da pari a pari, e comunque gli fai capire che la distanza c’è. Se Calipso si era umiliata ad offrirgli il matrimonio e l’immortalità, a te manco passa per la testa. E’ uomo, caspita, e tu sei dea. Può essere divertente e intelligente, ma alla lunga è solo un mortale, e viene a noia. Così lo ospiti, finché diverte te, e lo aiuti pure, perché ritrovi la strada di casa, regalandogli anche un’ultima notte di favoloso sesso d’addio. Vuole tornare dalla moglie? E che torni. La dimensione sua è quella là: la casa, la sposa, l’isoletta su cui comandare indiscusso, perché alla fin fine anche il più intelligente dei maschi quello vuole, un posto dove nessuno lo contesti e possa sentirsi re.
Per cui lo metti sulla nave, dopo aver controllato che si porti via ben tutti quegli zotici dei suoi compagni, e gli fai ciao ciao con la manina quando sparisce all’orizzonte.
Poi te ne torni a casa tua, che hai un sacco di cose da fare, non ultimo magari accogliere qualche altro bel marinaio sperduto e più giovane, naufragato qua e là. C’è un mondo, attorno, e tu sei libera ed immortale. E guardando all’orizzonte la barca che si allontana, sorridi.
Perché loro, poveretti, pensano che tu sia una povera donnetta sola senza un uomo. E tu, invece, Circe, sei una dea.
Galatea Vaglio
Illustrazione Circe di Franz von Stuck (dettaglio)
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Circe, ammettiamolo una volta buona: tu sei una che ha capito tutto. Sì, certo, hai una brutta fama, figlia mia. «E’ una Circe, è una Circe!» dicono quelli che ti vogliono criticare, e si fermano per farlo a qualche dettaglio di contorno, tipo il fatto che trasformavi gli uomini in maiali. Che poi, anche senza essere maga, ci volesse un granché.
Circe, la grande ammaliatrice, il prototipo della donna fatale e pericolosa, quella ti rovina l’esistenza e la famiglia, un disastro e una jattura.
Ma quando mai? No, davvero, ditemelo, spiegatemelo bene, perché se una si va a leggere l’Odissea, ma tutta tutta, da principio alla fine, sta cosa non si trova, e Circe, al contrario, ne viene fuori come una donna molto ammodo e riservata, anzi persino schiva, che se ne sta tranquilla sulle sue, non seduce, non gattamorteggia. Pure con gli uomini, si fa gli affari suoi quando capita e il tizio vale, ma poi non frigna, non lagna, lo lascia andare via senza drammi e senza patemi, battendo di molte misure le sue discendenti donne in carriera tutte Sex and The City, che però dopo lacrimano come scolarette non appena quello con cui hanno deciso di fidanzarsi parte per un convegno di due giorni a Canicattì e le lascia sole a rimirare l’armadio di Manolo Blahnik.
Certo, la famiglia di provenienza aiuta. Ti chiamano maga, ma in realtà eri la figlia del Sole, e quindi fin da piccola di cose ne devi aver viste di ogni. Dea di prima grandezza, quindi, per ascendenza quasi più antica di Zeus, quel parvenu che s’era preso l’Olimpo con un colpo di mano.
Tu, di antica razza e di antico potere. t’eri ritirata nell’isola tua, ed è difficile darti torto. Ai confini del mondo e soprattutto lontano dalle rotte frequentate, perché gli umani dilagavano ovunque e tu di mischiarti con loro non avevi gana. Snob? Certo, ma non più di qualsiasi vip odierno, e poi la privacy nella nostra società è ipertutelata, perché Circe non ne dovrebbe aver diritto?
Lì, nella tua isola, non dai fastidio a nessuno. Capita invece che molti diano fastidio a te. Ogni tanto qualcuno arriva e da bravo mortale si crede autorizzato a sbarcare e fare come se fosse a casa propria. Tanto tu sei donna, no? Quindi si piazza sulla spiaggia, poi sale al tuo palazzo, e pretende accoglienza, e tavola pronta, e magari anche qualche conforto che va più in là. Tanto tu sei single, no? Quindi, nella testa di questi idioti, sei a disposizione, anzi dovresti pure essere grata se t’invadono e si piazzano lì a farsi servire, che almeno riempiono la tua noiosa vita con la loro imprescindibile presenza.
Tu, che sei una gran signora, mica strepiti o lagni. No, che diamine. Possono scocciarti, ma umiliarti mai. Così li accogli con il più sarcastico dei sorrisi, che loro, scemi, scambiano per ancillare benevolenza. Sei l’ospite perfetta: li curi, li coccoli, servi loro cibo prelibato. Ci mancherebbe altro che ti abbassi a lottare o a perdere la calma. E poi, zacchete, quando meno se lo aspettano, un goccetto di pozione qua e là mischiata ai cibi, li trasformi in ciò che poi è loro vera natura: sono porci invasori, che porci diventino davvero.
Hai torto? No, eccheccazzo. Un giudice equo archivierebbe nell’ambito della legittima difesa, anche se esercitata con somma e perfida intelligenza. Che nessuno riesce mai a battere davvero, poi. Perché persino Ulisse, che con te la sfanga, mica si salva per acume suo: è Ermes a dagli una dritta e fornirgli l’antidoto al tuo veleno. Sennò anche lui, da solo, sarebbe finito a grufolare nel tuo recinto e poi a trasformarsi in porchetta.
Certo, poi tra voi nascono le scintille. E vorrei ben vedere. Lui è Ulisse, uno che ha tanto fascino da riempire l’intero Mediterraneo e oltre. Lo vuoi tra i tuoi trofei. Ma tu sei Circe, però. E infatti, gli stai a fianco ma da pari a pari, e comunque gli fai capire che la distanza c’è. Se Calipso si era umiliata ad offrirgli il matrimonio e l’immortalità, a te manco passa per la testa. E’ uomo, caspita, e tu sei dea. Può essere divertente e intelligente, ma alla lunga è solo un mortale, e viene a noia. Così lo ospiti, finché diverte te, e lo aiuti pure, perché ritrovi la strada di casa, regalandogli anche un’ultima notte di favoloso sesso d’addio. Vuole tornare dalla moglie? E che torni. La dimensione sua è quella là: la casa, la sposa, l’isoletta su cui comandare indiscusso, perché alla fin fine anche il più intelligente dei maschi quello vuole, un posto dove nessuno lo contesti e possa sentirsi re.
Per cui lo metti sulla nave, dopo aver controllato che si porti via ben tutti quegli zotici dei suoi compagni, e gli fai ciao ciao con la manina quando sparisce all’orizzonte.
Poi te ne torni a casa tua, che hai un sacco di cose da fare, non ultimo magari accogliere qualche altro bel marinaio sperduto e più giovane, naufragato qua e là. C’è un mondo, attorno, e tu sei libera ed immortale. E guardando all’orizzonte la barca che si allontana, sorridi.
Perché loro, poveretti, pensano che tu sia una povera donnetta sola senza un uomo. E tu, invece, Circe, sei una dea.
Galatea Vaglio
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Hygge
Hygge è un sostantivo danese e norvegese impiegato per definire un sentimento, un'atmosfera sociale, un'azione correlata al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità. Esprime un concetto analogo a quello della parola svedese mys e della parola tedesca Gemütlichkeit.
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Il concetto di hygge non ha come fine la ricerca di una felicità momentanea, bensì di una felicità quotidiana, che contribuisce a generare un senso di appagamento di lungo periodo equiparabile al nostro concetto di "benessere, essere in armonia con il proprio tempo e il proprio ambiente. Ricerca di una pace e di un equilibrio da condividere socialmente"
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Secondo un sondaggio dell'Unione europea, i cittadini danesi sono i più felici del mondo, visto che passano più tempo con la famiglia e con gli amici e si sentono più rilassati degli altri.
Per essere hyggelig (aggettivo derivato da hygge) bisogna concentrarsi sulle cose semplici che fanno stare bene, ricreando un ambiente accogliente dove godere a pieno dei piaceri quotidiani che la vita offre.
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Attività tipicamente hyggelige (plurale di hyggelig) sono per esempio: esprimersi liberamente, allontanarsi dagli impegni della vita quotidiana, condividere il cibo preparando torte, biscotti, pane per ospiti e vicini. Ma anche accendere candele, cucinare, chiacchierare tranquillamente davanti ad un camino acceso.
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Tre condizioni hanno favorito la nascita e la diffusione dell'hygge.
Il clima particolarmente ostile dei Paesi nordici, con estati di breve durata e ricche di luce che contrastano con gli inverni lunghi e bui, ha fatto crescere nei danesi la necessità di ricercare calore e comodità per lo più nelle proprie abitazioni, concedendosi del tempo da trascorrere con la famiglia, gli amici e per sé stessi.
Dopo la dichiarazione di indipendenza, la Danimarca si ritrova ad essere una distesa pianeggiante, ed il popolo, una piccola comunità. Una comunità coesa e determinata "Ciò che è perso all’esterno, verrà conquistato all’interno", in questo modo è cresciuto il senso di aggregazione e di comunità che sono i principi fondamentali dell’hygge e del popolo danese.
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Una società basata sull'uguaglianza, tra le più egualitarie, con un servizio sanitario, scolastico e fiscale.
In Danimarca le tasse sono molto alte proprio perchè è diffusa la consapevolezza che in tal modo sarà possibile prendersi cura degli individui più fragili, come i bambini, gli anziani, i malati. Le tasse sono lo strumento concreto di una comunità per dar riparo e conforto ad ogni tipo di fragilità che può incontrare un individuo nel corso della propria vita.
Le imposte e un sistema fiscale equo e unanimamente accettato e condiviso, divengono così il mezzo per creare una "rete di supporto, di sostegno e d'accoglienza". Un modo per far sentire alla comunità e al singolo che anche lo Stato si prende cura del "tuo benessere personale".
Nasce così uno dei sistemi statuali tra i migliori al mondo. In una società del genere, in cui i bisogni primari vengono soddisfatti, c'è più tempo e propensione a dedicarsi all'esplorazione sociale, creativa e personale.
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Gli elementi di hygge.
1) Luce
La luce è un elemento fondamentale per chi vive nei paesi scandinavi, per via del clima che in inverno costringe a godere della luce artificiale anche in pieno giorno.
La luce è un elemento essenziale per creare un'atmosfera hyggelig, come fondamentale è anche la scelta del tipo di illuminazione, che deve essere calda, nelle sfumature del giallo e dell'arancio, è preferibile tenere accese delle lampade a pavimento, rispetto ai lampadari a soffitto, poiché aiutano a creare un'atmosfera più intima e raccolta. Anche la luce soffusa ricreata dalle candele e dalle fiamme del camino sono in pieno stile hygge.
Osservare la fiamma della candela equivale a un vero e proprio esercizio di meditazione, che arresta il flusso dei pensieri e conduce a uno stato di calma.
L'85% dei danesi afferma che per creare un'atmosfera hyggelig bisogna usare le candele; il 28 % dei danesi le accende ogni giorno, il 23% 4-6 volte alla settimana, il 23% 1-3 volte alla settimana, mentre solo il 4% non accende mai candele. Inoltre, il 31% dei danesi accende più di cinque candele in contemporanea.
Il 4 maggio, giornata in cui ricorre l'anniversario della resa della Danimarca in seguito all'occupazione delle forze tedesche, viene celebrata la festa della luce, durante la quale vengono accese 30.000 candele in tutto il paese.
2) Stare insieme
Passare il tempo con gli amici e con la famiglia in un'atmosfera simpatica e rilassante, in cui tutti sono uguali e nessuno ha bisogno di essere al centro dell'attenzione, descrive un altro punto fondamentale di una situazione di hygge: lo stare insieme.
Quando ci si riunisce è fondamentale creare un'atmosfera informale: gli ospiti devono sentirsi a proprio agio, accolti in un'atmosfera conviviale in cui tutti si sentono liberi di esprimersi e di essere sé stessi. In questo modo è possibile instaurare rapporti autentici che generano senso di appartenenza.
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3) Cibo e bevande
Lo stare insieme si associa al mangiare e al bere e alla convivialità. Secondo le regole di hygge, non si deve rinunciare alle cose buone da mangiare, anche se sono poco sane. Allora, tra i prodotti più consumati ci sono: carne, caffè, dolci, cioccolato. Molto hygge è anche il cucinare insieme tra amici e l'odore delle torte fatta in casa. Tra le bevande adatte a tale atmosfera ci sono il tè, la cioccolata, o il vin brulé (gløgg), ma quella considerata più hygge è il caffè.
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Esistono anche dieci cose che fanno la casa più hyggeligt:
- Hyggekrog - è un posto della casa, di solito nel salotto, dove si può sedere tra i cuscini con una coperta;
- caminetto;
- candele;
- oggetti in legno;
- piante;
- libri;
- oggetti in ceramica;
- rivestimenti di diversa fattura;
- arredamento vintage;
- cuscini e coperte
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Le dieci parole chiave:
Atmosfera - abbassare le luci, accendere una candela, luce calda
Presenza - essere qui e ora, spegnere i telefoni.
Piacere - concedersi caffè, cioccolato, biscotti, torta.
Eguaglianza - il "noi" deve vincere sul "me".
Gratitudine - accogliere quel che c'è.
Armonia - non c'è competizione.
Tregua - non drammatizzare; si parlerà di politica un altro giorno.
Spirito di solidarietà - condividere racconti e ricordi.
Comfort - mettiti a tuo agio, prendi una pausa, rilassarsi è tutto.
Rifugio - un posto di pace e sicurezza.
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"Diritto al cibo per una vita migliore e un futuro migliore” è il tema trattato alla 45esima Giornata Mondiale dell’Alimentazione che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle sfide più urgenti del nostro tempo: garantire un accesso equo e sostenibile di cibo per tutti. In Italia la povertà alimentare riguarda 5,7 milioni di cittadini e l’obbiettivo 2 dell’agenda 2030 rischia di sfumare.
#alimentazione#cambiamenti climatici#cibo sano#Cristina Montagni#disoccupazione#disuguaglianze#Fame zero#famiglie povere#insicurezza alimentare#lavoro povero#obiettivo 2 agenda 2030#povertà#women for women Italy#World Food Day 2024
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L'approfondimento di RaiNews24 per la Giornata mondiale dell'alimentazione mette in luce la grave problematica dello spreco alimentare. Ogni anno, si stima che vengano sprecati quasi un miliardo di tonnellate di cibo, mentre un miliardo di persone è affetta da fame. Questa disparità tra l'eccesso di cibo e la mancanza rappresenta una "sfida fallita" nel garantire un accesso equo al cibo per tutti. Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici e comprendono perdite durante le fasi di raccolta e trasporto, ma soprattutto il comportamento dei consumatori, che spesso acquistano cibo in eccesso, finendo per gettarlo. Un rapporto di Waste Watcher International evidenzia che in paesi come Germania, Canada e Cina, ogni individuo spreca oltre un chilo di cibo alla settimana. Negli Stati Uniti, la situazione è ancora più allarmante, con uno spreco che supera il chilo e mezzo a persona ogni settimana. In Italia, i dati sullo spreco alimentare sono relativamente migliori, con circa mezzo chilo di cibo sprecato a settimana per persona. Tuttavia, anche nel nostro paese ci sono significativi margini di miglioramento. È evidente che la questione dello spreco alimentare richiede un'attenzione urgente e azioni concrete per invertire questa tendenza. La Giornata mondiale dell'alimentazione rappresenta una occasione importante per riflettere su queste problematiche e promuovere la sensibilizzazione rispetto all'importanza di un consumo alimentare responsabile. L’obiettivo è quello di ridurre gli sprechi, migliorare la distribuzione delle risorse alimentari e garantire che un numero sempre crescente di persone possa avere accesso a cibo nutriente e di qualità. In conclusione, il contrasto tra lo spreco alimentare e la fame globale è una problematica che richiede un impegno collettivo. È fondamentale che i singoli, le istituzioni e le organizzazioni lavorino insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in atto politiche efficaci per ridurre il divario tra chi ha troppo e chi non ha nulla. Solo così si potrà costruire un futuro in cui l'alimentazione sia un diritto garantito per tutti.
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Giornata Mondiale dell’Alimentazione: un appello alla consapevolezza
Oggi, 16 ottobre 2024, si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, un evento internazionale dedicato alla sicurezza alimentare e alla lotta contro la fame. Istituita dalla FAO nel 1979, questa giornata ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico riguardo a una delle sfide più pressanti del nostro tempo: garantire a tutti un accesso equo e sostenibile al cibo. Il tema di quest’anno,…
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Una nuova tradizione con The Jackal e Actionaid
La famiglia The Jackal ha deciso di inaugurare una nuova tradizione di Natale, perché le tradizioni, si sa, hanno il potere di rinsaldare ancor di più i legami famigliari. Al centro del video di campagna, infatti, fra sketch ironici di zii invadenti e scene di stress per la preparazione della cena della vigilia, non può mancare il momento in cui la bambina legge la poesia davanti ai numerosi parenti in religioso ascolto. Solo che questa volta a essere letta non è una poesia ma una lettera che arriva direttamente dal continente africano. The Jackal, ActionAid e la "nipotina a distanza" Gli auguri speciali scritti di propria mano da Mariam, la bambina che nel video realizzato da The Jackal ed ActionAid, diventa la "nipotina a distanza" della famiglia protagonista del video. Ed ecco quindi che l'emozione che il sostegno a distanza può dare riesce a creare legami indissolubili fra persone distanti migliaia di chilometri ma anche all’interno della stessa famiglia. https://youtu.be/P6b9uWAcnfk La nuova campagna è online dal 1° dicembre. The Jackal sono al fianco di ActionAid dal 2016: utilizzando un linguaggio ironico e innovativo hanno realizzato campagne online dedicate al sostegno a distanza, video creativi in cui si parla al grande pubblico di diritti umani in maniera originale, strappando sorrisi e abbattendo stereotipi e luoghi comuni legati alla solidarietà. In questi anni il gruppo ha sperimentato da vicino l’impatto positivo e il cambiamento concreto che ActionAid porta nelle vite di migliaia di bambine e bambini, decidendo di sostenere 10 bambini. Regalare un sostegno a distanza significa donare a una persona speciale la possibilità di veder crescere sano e sereno un bambino nel Sud del mondo e garantire a lui e, alla comunità in cui vive, un futuro migliore. Un'occasione per mostrare il proprio impegno nei confronti di qualcun altro e nella costruzione di un mondo più equo e giusto. Sostenere a distanza un bambino “Da molti anni The Jackal testimoniano e sensibilizzano sull’importanza dell’adozione a distanza come strumento per combattere povertà e ingiustizie sociali anche con la scelta personale di sostenere diversi bambini, fra cui Mariam e la sua comunità in Ghana. È fondamentale che ai bambini di qualunque Paese venga garantita la possibilità di andare a scuola e costruire il proprio futuro. Questo è il desiderio che, come ActionAid, ci auguriamo di poter realizzare per un numero sempre maggiore di loro e grazie ai sostenitori sappiamo di poterci riuscire” afferma Lorenzo Eusepi, Vice Segretario Generale ActionAid Italia. Sono oltre 120.000 i donatori che hanno scelto ActionAid per sostenere a distanza un bambino, migliorando la sua vita e le condizioni della comunità in cui vive. Le attività dell’organizzazione sono sostenute da donazioni provenienti da famiglie, privati cittadini e aziende che vogliono migliorare il mondo attraverso l’adozione a distanza in Africa, Asia e America Latina. A beneficiare dell’intervento non sono solo i bambini, ma anche le loro famiglie e le comunità in cui vivono. Complessivamente, con il contributo dei suoi sostenitori, ActionAid aiuta oltre 5 milioni di persone. L’80% della donazione che si effettua per il sostegno a distanza viene destinato alla comunità dove vive il bambino con la sua famiglia per avviare o portare avanti programmi di sviluppo e progetti nei settori di competenza (istruzione, acqua, cibo, diritti dei bambini, delle donne, ecc.), mentre il restante 20% è utilizzato per le campagne di sensibilizzazione e per sostenere i costi, sia operativi sia di gestione, dell’organizzazione. PAGINA DEDICATA ALLA CAMPAGNA: actionaid.it/thejackal23 Read the full article
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McDonald's è causa della rovina del pianeta a Teramo non la vogliamo
Il cambiamento climatico di cui si parla da anni è sotto gli occhi di tutti. L’egemonia culturale americana nel nostro paese, dalla guerra fredda in poi, è innegabile. Oltre a essere innegabile, è insostenibile. Gli allevamenti intensivi necessari a farci rimpinzare causano disboscamenti e immettono nell’atmosfera enorme quantità di CO². Siamo sicuri che è quello che vogliamo per il futuro? Il cibo da fast food fa male. Diremo solo che ok, ogni tanto uno sgarro, mangiarsi na schifezza dà gusto a tutti. Ma non tutti hanno i mezzi culturali ed economici per limitarsi, e magari possono permettersi solo i pochi euro per mangiare al fast food.C’è una diretta correlazione tra indigenza e obesità da malnutrizione. Siamo sicuri che è quello che vogliamo per il futuro? La retorica dei posti di lavoro la lasciamo ai fan della buonanima di Berlusconi, il lavoro sottopadrone in Italia sappiamo com’è. Chi lavora lo sa, e non c’è niente per cui dire grazie. Il lavoro dovrebbe essere un diritto, non una concessione, e dovrebbe essere equo, non sfruttamento.Siamo sicuri che è quello che vogliamo? Non siamo ingenui idealisti, capiamo la logica del profitto dietro alle scelte di una catena. Semplicemente le rifiutiamo e le combattiamo quando l’impostazione politica della catena stessa cozza contro la nostra etica: McDonald's è causa della rovina del pianeta, a Teramo non la vogliamo e lo diremo con forza. Ciò che ci disgusta maggiormente è la piaggeria delle consorterie politiche locali, che accecate dal loro innato provincialismo tentano di spacciare l’apertura di un ristorante di panini scadenti come il futuro o, addirittura, il progresso, che finalmente arrivano nella nostra bella città. Read the full article
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"Investi nel nostro pianeta", il tema della Giornata della Terra 2023
"Investi nel nostro pianeta", il tema della Giornata della Terra 2023 “Investi nel nostro pianeta". E' il tema della Giornata della Terra 2023, evento mondiale che ricorre un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera ormai da 53 anni. Dopo aver assistito ai danni causati da una fuoriuscita di petrolio a Santa Barbara, in California, nel 1969, il senatore statunitense Gaylord Nelson organizzò il 22 aprile 1970 la prima manifestazione ambientale per sottolineare la necessità di conservare le risorse naturali e promuovere la salvaguardia del pianeta. Quest'anno l'obiettivo è coinvolgere governi, istituzioni, imprese e oltre un miliardo di cittadini che partecipano ogni anno all'Earth day in 192 Paesi del mondo affinché ciascuno faccia la propria parte: tutti sono responsabili, spiega l'organizzatore mondiale Earthday.org, contro la crisi climatica. L'organizzazione spiega che "investire in un'economia verde è l'unica via per un futuro sano, prospero ed equo". L'Ispra ricorda che "come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate". Numerose le iniziative in tutto il mondo. In Italia, dal 21 al 25 aprile alla Terrazza del Pincio e al Galoppatoio di Villa Borghese a Roma c'è il "Villaggio per la Terra", un format ideato da Earth Day Italia e realizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari di Roma, con un programma fitto di eventi tra ambiente, sport, spettacolo e cultura e uno spazio dedicato ai più piccoli con laboratori ludici e didattici. Google vuole salvare la barriera corallina con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. In vista della giornata della Terra, il 22 aprile, lancia il progetto 'Calling In Our Corals' in collaborazione con i biologi marini per monitorare e proteggere gli ecosistemi negli oceani. Gli scienziati hanno posizionato microfoni subacquei in 10 barriere coralline in Australia, Indonesia, Filippine, Stati Uniti, Panama e Svezia, che hanno registrato suoni per 24 ore al giorno. Agli utenti viene chiesto di collegarsi ad una piattaforma ad hoc, ascoltare le registrazioni e identificare i suoni prodotti da pesci, gamberi e altre creature marine al fine di addestrare l'Intelligenza artificiale come sono composti gli ecosistemi e monitorarli. "I set di dati audio che ascolterai non sono stati ancora revisionati dagli scienziati - si legge sul sito del progetto - mentre ascolti, i tuoi preziosi clic sull'audio verranno tracciati e inviati ai ricercatori in modo che possano capire se ci sono segni di vita nelle loro registrazioni. Questo sarà utilizzato per monitorare la salute dell'ecosistema, tracciare la pesca illegale e misurare il successo nei siti di ripristino". In Italia gli ettari in cui si producono alimenti che finiscono nell'immondizia dei consumatori, cioè quelli su cui si producono quei 524,1 grammi di alimenti sprecati pro capite, sono circa 1,5 milioni, che corrispondono alla superficie agricola utilizzata di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme. A calcolarlo è Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability in vista della Giornata mondiale della Terra 2023, precisando che è come se le intere zone di produzione delle due regioni producessero cibo destinato a non essere mai consumato. La superficie agricola utilizzata, rileva l'indagine su dati 2021 della Coldiretti, in Italia è diminuita del 28% che si traduce in 400 milioni di kg in meno di produzione. Se si vuole investire nel Pianeta, senza sfruttare e rendere piano piano improduttivi i terreni, si deve porre un'attenzione particolare alla prevenzione dello spreco alimentare domestico, che ha impatti negativi su moltissimi fronti, come anche sullo spreco, e conseguentemente alla perdita, di terreni coltivabili. Con la popolazione mondiale che dovrebbe arrivare a quasi 10 miliardi nel 2050, come stima l'Onu, la perdita di terreni coltivabili è ancor più preoccupante. Importante quindi, per Waste Watcher International, raggiungere il target 12.3 dell'Agenda 2030 che pone l'obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentari. Da qui la necessità di investire sull'educazione alimentare in tutto il mondo, perché significa un "investimento sul nostro Pianeta". Nasce il bosco che mangia smog e salva il clima anche dalle ondate di calore nella Capitale, dove sono stati piantati 3 mila alberi dando avvio al progetto di forestazione nel Parco Regionale Urbano di Aguzzano, 52 ettari a fianco della Riserva Naturale della Valle dell'Aniene. L'iniziativa pilota è stata realizzata nell'ambito della Campagna "Foresta Italia", da Rete Clima con Coldiretti e partner privati in occasione della Giornata Mondiale della Terra del 22 aprile. Un'occasione per lanciare un appello alle città italiane per mettere a disposizioni aree dove creare nuove foreste urbane; questo per aumentare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, ridurre le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell'aria, favorire la biodiversità, ridurre le temperature e proteggere dalle ondate di calore rilevate da Copernicus nel Sud dell'Europa, che nel 2022 ha avuto il numero più alto mai registrato di giorni con stress termico molto forte. Si tratta di alberi da filiera 100% italiana, scelti tra le specie tipiche e autoctone, tra cui la farnia, il leccio, il carpino bianco, l'acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l'alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino. La messa a dimora permette di affrontare la ridotta disponibilità di spazi verdi nelle città di appena 33,8 metri quadrati, puntando su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini, dando una spinta ad economia e occupazione. La situazione è peggiore nelle metropoli dove i valori vanno dai 17,1 di Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat. La Coldiretti ricorda che il verde è importante perché una pianta adulta è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre 1 ettaro di piante riesce ad aspirare 20 mila chili di anidride carbonica (CO2) all'anno. Anche Papa Francesco ha affidato ai suoi profili social un messaggio per ricordare l'importanza della sostenibilità ambientale e la salvaguardia del pianeta. "Il libro della Genesi - si legge nel tweet - ci dice che il Signore affidò agli esseri umani la responsabilità di essere custodi del creato. Perciò, la cura della Terra è un obbligo morale per tutti gli uomini e le donne in quanto figli di Dio".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Agrifood Forum 2023, terza edizione dell’evento digitale dedicato alla sostenibilità del sistema agroalimentare 28 marzo 2023, ore 9.30
Organizzato da Rinnovabili.it con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la collaborazione di Santa Chiara Lab - Università di Siena, Earth Day Italia, Fondazione Symbola, Consorzio Italiano Biogas, ANIGhp e Utilitalia.
“Sostenibilità in agricoltura, costo o valore?” è il tema su cui quest’anno si confronteranno istituzioni, associazioni, aziende e innovatori per individuare progetti e strategie che rispondano alle due grandi sfide del nostro tempo: il cambiamento climatico e la necessità di fornire cibo sano a una popolazione che cresce senza esaurire le risorse del Pianeta
ROMA, MARZO 2023 – Agrifood Forum, l’evento digitale dedicato all’agricoltura e all’alimentazione sostenibili, torna per il terzo anno dopo il successo delle edizioni precedenti.
L’evento, che si svolgerà il 28 marzo, è organizzato da Rinnovabili.it, il quotidiano sulla sostenibilità ambientale diretto da Mauro Spagnolo, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la collaborazione di Santa Chiara Lab - Università di Siena, Earth Day Italia, Fondazione Symbola, Consorzio Italiano Biogas, ANIGhp e Utilitalia.
Apriranno i lavori gli interventi di Maurizio Martina (vicedirettore generale FAO), Francesco Lollobrigida (ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura), Ettore Prandini (presidente Coldiretti).
Il tema di Agrifood Forum 2023 è “Sostenibilità in agricoltura, costo o valore?”. I panel previsti – acqua, energia, profitto, innovazione – sono dedicati a quattro settori strategici per l’agricoltura.
La sostenibilità è un concetto dinamico che si sviluppa lungo tre direttrici: ambientale, economica e sociale. Gli obiettivi della sostenibilità coinvolgono ormai tutti i settori della produzione e in particolare quello dell’agricoltura, con le sue implicazioni sulla qualità del cibo e le sue ricadute sulla salute delle persone.
La filiera agroalimentare è un settore chiave dell’economia italiana che rappresenta circa il 15% del Pil nazionale: occupa 1 milione 408mila addetti, genera un valore aggiunto di circa 65 miliardi, l’export ha superato i 60 miliardi nel 2022.
Tuttavia, il susseguirsi esponenziale di eventi estremi, come alluvioni, siccità, nuove fitopatologie e insetti alieni, sta mettendo a dura prova il settore agricolo, quello zootecnico e la filiera del cibo. È più che mai urgente adottare soluzioni rapide ed efficaci per rispondere alle grandi sfide a cui è chiamato il mondo dell’agrifood: la trasformazione dei cicli produttivi, lo sviluppo di tecnologie innovative, l’autoproduzione e l’efficienza energetica, il risparmio idrico, la garanzia del profitto equo e il sostegno al suo valore sociale.
L’agricoltura e la zootecnia sono messe sotto accusa perché ritenute responsabili di una parte rilevante delle emissioni climalteranti. Nel corso dell’evento vedremo che invece l’agricoltura può essere un’alleata preziosa della sostenibilità ambientale, e proprio da questo comparto produttivo possono venire soluzioni interessanti.
L’Europa pone limiti sempre più stringenti per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per i prossimi decenni. È realistico pensare di vincere questa sfida ambientale e produttiva? Posto che dobbiamo vincerla, bisogna uscire dalla logica del conflitto per adottare una visione comune improntata alla concretezza: saranno necessari il gioco di squadra, la capacità di agire con lungimiranza, l’adozione di strategie realizzabili, la spinta all’innovazione e l’attenzione alle persone. Abitiamo tutti lo stesso Pianeta e abbiamo un obiettivo comune: garantire la sopravvivenza della Terra, che è anche la nostra.
Anche in questa edizione, l’obiettivo di Agrifood Forum è stimolare un dibattito sui temi chiave che sfidano il settore agroalimentare: «Abbiamo scomposto Agrifood Forum 2023 nei principali asset che supportano la profonda e straordinaria transizione che sta vivendo l’intera filiera del cibo: l’energia, l’acqua, il profitto, l’innovazione tecnologica. L’evento rappresenta ormai una scadenza irrinunciabile per la politica, gli stakeholder e per tutti gli operatori della filiera agrifood. Un’occasione unica in cui confrontarsi, condividere gli obiettivi, capire gli indirizzi dei decisori. Mentre da una parte crescono sempre di più le emergenze ambientali – come la drammatica siccità di quest’anno – registriamo un importante sviluppo delle tecnologie dei sistemi di lavorazione agricola e un sempre maggiore interesse da parte di operatori e finanziatori stranieri ad affacciarsi al nostro mercato. Sono sicuro che, come nelle scorse edizioni, parteciperanno all’evento migliaia di persone», dichiara Mauro Spagnolo, direttore responsabile di Rinnovabili.it
L’evento è gratuito e aperto a tutti. Per consultare il programma completo e iscriversi all’evento cliccare qui
Rinnovabili.it è la testata on-line sulla sostenibilità, l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili, diretta da Mauro Spagnolo. Nata nel 2007, da oltre 15 anni fornisce ogni giorno un servizio informativo completo e puntuale nell’ambito di undici sezioni tematiche (Ambiente, Energia, Green Building, Economia circolare, Mobilità, Agrifood, Formazione, Innovazione, Cultura, Green Economy, Turismo sostenibile), oltre a 16 Blog monografici, una newsletter settimanale e un periodico mensile. Attraverso la sua rete tecnica si occupa da anni di formazione, progettazione e innovazione tecnologica.
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Agenda 2030: Punto 2 - Sconfiggere la Fame
La fame è un problema globale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, circa 690 milioni di persone nel mondo soffrono di fame cronica, il che significa che non hanno accesso sufficiente a cibo nutriente per condurre una vita attiva e sana. La maggior parte di queste persone vive in Paesi in via di sviluppo, dove le risorse sono scarse e le infrastrutture sono deboli. Per sconfiggere la fame, è necessario adottare un approccio globale e sostenibile che tenga conto delle cause profonde della crisi alimentare. L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'ONU è un programma globale che si propone di risolvere i problemi di povertà, fame, disuguaglianza e degrado ambientale entro il 2030. L'obiettivo dell'Agenda 2030 è quello di creare un mondo più giusto e sostenibile per tutti, attraverso una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). L'obiettivo numero due dell'Agenda 2030 è quello di "porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile". Questo obiettivo mira a garantire che tutti abbiano accesso a cibo nutriente, sicuro e sufficiente, e che gli agricoltori siano in grado di produrre cibo in modo sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario affrontare una serie di questioni chiave. La prima questione da affrontare è la povertà. La maggior parte delle persone che soffrono di fame vive in povertà estrema, e spesso non hanno accesso a risorse sufficienti per acquistare cibo. Per combattere la povertà, è necessario investire in programmi di sviluppo economico che creino posti di lavoro e aumentino i redditi delle persone. Inoltre, è importante fornire assistenza alimentare ai più bisognosi, come le persone colpite da conflitti o disastri naturali. La seconda questione da affrontare è la produzione alimentare. Gli agricoltori devono essere in grado di produrre cibo in modo sostenibile, utilizzando tecniche agricole che proteggono il suolo, l'acqua e la biodiversità. Inoltre, è importante investire in tecnologie agricole avanzate che aumentino la produttività delle colture e migliorino la qualità del cibo. Ciò può essere fatto attraverso il sostegno alla ricerca e all'innovazione, nonché alla formazione degli agricoltori. La terza questione da affrontare è l'accesso ai mercati alimentari. Molti agricoltori non sono in grado di vendere il loro prodotto a prezzi equi a causa della mancanza di infrastrutture, della concorrenza sleale e della mancanza di informazioni sui mercati. Per affrontare questa questione, è necessario investire in infrastrutture di trasporto, migliorare l'accesso alle informazioni di mercato e promuovere il commercio equo e solidale. Inoltre, è importante incoraggiare la diversificazione dei mercati, in modo che gli agricoltori non dipendano da un unico acquirente. La quarta questione da affrontare è la riduzione degli sprechi alimentari. Ogni anno, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato o perso, il che equivale a 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Questo spreco avviene a tutti i livelli della catena alimentare, dal momento della produzione fino alla distribuzione e al consumo. Per ridurre gli sprechi alimentari, è necessario migliorare la gestione della catena di approvvigionamento, promuovere il consumo responsabile e ridurre la quantità di cibo che viene gettata via. Infine, è importante affrontare la questione della malnutrizione. Anche se molte persone soffrono di fame, molte altre soffrono di malnutrizione a causa della mancanza di accesso a cibo nutriente e alla mancanza di conoscenze nutrizionali. La malnutrizione può causare gravi problemi di salute, tra cui la crescita e lo sviluppo ritardati nei bambini, la compromissione del sistema immunitario e la mortalità materna e infantile. Per affrontare la malnutrizione, è necessario promuovere la diversificazione delle diete e la produzione di alimenti nutritivi, nonché la diffusione di informazioni sulla nutrizione. In sintesi, per sconfiggere la fame è necessario adottare un approccio globale e sostenibile che affronti le cause profonde della crisi alimentare. L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'ONU fornisce un quadro completo per affrontare la fame e la malnutrizione, attraverso una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, è necessario un impegno concreto da parte di governi, organizzazioni internazionali, imprese e individui in tutto il mondo. Solo attraverso un'azione coordinata e sostenuta possiamo sconfiggere la fame e garantire un futuro sostenibile per tutti. Read the full article
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L'Italia è colpita da una crisi sociale a seguito della rimozione del Reddito di Cittadinanza da parte del nuovo governo di destra. Questa misura è stata introdotta solo due anni fa come mezzo per aiutare le famiglie a sostenere i loro bisogni basici e combattere la povertà. Tuttavia, il nuovo governo ha deciso di rimuovere questa misura a causa delle preoccupazioni per il deficit del bilancio pubblico.
La rimozione del Reddito di Cittadinanza ha avuto un impatto negativo su migliaia di famiglie che avevano fatto affidamento su questa misura per sostenere i loro bisogni di base. Molti di loro sono ora costretti a fare i conti con la difficoltà di pagare le bollette, acquistare cibo e medicina, e mantenere un tetto sopra la testa.
La crisi sociale è stata acuita dalla mancanza di alternative a questa misura di supporto. Il nuovo governo ha promesso di investire in programmi di formazione e lavoro per aiutare le persone a trovare lavoro, ma questi programmi sono ancora in fase di sviluppo e non sono ancora disponibili per la maggior parte delle persone.
La situazione è stata ulteriormente complicata dall'impatto della pandemia di COVID-19 sull'economia italiana. Molti lavoratori sono stati licenziati o hanno perso il loro lavoro a causa della chiusura delle attività economiche e della riduzione della domanda. Questo ha portato a un aumento del numero di persone che cercano supporto dal governo, proprio nel momento in cui il Reddito di Cittadinanza è stato rimosso.
La comunità internazionale sta monitorando la situazione con preoccupazione e molti esperti temono che l'Italia stia affrontando una crisi sociale a lungo termine. La mancanza di supporto finanziario per le famiglie più bisognose potrebbe avere conseguenze negative sulla salute e sul benessere delle persone, nonché sulla stabilità sociale del paese.
In questo contesto, molti cittadini italiani stanno facendo appello al governo perché ripristini il Reddito di Cittadinanza o fornisca alternative adeguate per sostenere le famiglie in difficoltà. La comunità internazionale sta anche invitando il governo a considerare le conseguenze sociali della sua politica economica e a prendere in considerazione la possibilità di introdurre misure di supporto per le famiglie bisognose.
In questa situazione, diventa sempre più evidente che il capitalismo, che pone il profitto al di sopra di tutto, sta fallendo nell'assicurare un futuro stabile e prospero per tutti i cittadini. La rimozione del Reddito di Cittadinanza e la mancanza di alternative adeguate mostrano come i governi siano pronti a prendere decisioni che danneggiano la vita delle persone per proteggere i loro interessi economici.
È ora che la comunità internazionale consideri seriamente alternative economiche che pongano le esigenze della popolazione al centro, come il socialismo o il comunismo. Questi sistemi economici sono progettati per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso ai beni di base e a uno stile di vita dignitoso, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.
È tempo di mettere fine a un sistema che permette a pochi di accumulare enormi quantità di ricchezza mentre molte persone lottano per sopravvivere. È tempo di costruire un futuro più equo e solidale per tutti.
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Circe, ammettiamolo una volta buona: tu sei una che ha capito tutto. Sì, certo, hai una brutta fama, figlia mia. «E’ una Circe, è una Circe!» dicono quelli che ti vogliono criticare, e si fermano per farlo a qualche dettaglio di contorno, tipo il fatto che trasformavi gli uomini in maiali. Che poi, anche senza essere maga, ci volesse un granché.
Circe, la grande ammaliatrice, il prototipo della donna fatale e pericolosa, quella ti rovina l’esistenza e la famiglia, un disastro e una jattura.
Ma quando mai? No, davvero, ditemelo, spiegatemelo bene, perché se una si va a leggere l’Odissea, ma tutta tutta, da principio alla fine, sta cosa non si trova, e Circe, al contrario, ne viene fuori come una donna molto ammodo e riservata, anzi persino schiva, che se ne sta tranquilla sulle sue, non seduce, non gattamorteggia. Pure con gli uomini, si fa gli affari suoi quando capita e il tizio vale, ma poi non frigna, non lagna, lo lascia andare via senza drammi e senza patemi, battendo di molte misure le sue discendenti donne in carriera tutte Sex and The City, che però dopo lacrimano come scolarette non appena quello con cui hanno deciso di fidanzarsi parte per un convegno di due giorni a Canicattì e le lascia sole a rimirare l’armadio di Manolo Blahnik.
Certo, la famiglia di provenienza aiuta. Ti chiamano maga, ma in realtà eri la figlia del Sole, e quindi fin da piccola di cose ne devi aver viste di ogni. Dea di prima grandezza, quindi, per ascendenza quasi più antica di Zeus, quel parvenu che s’era preso l’Olimpo con un colpo di mano.
Tu, di antica razza e di antico potere. t’eri ritirata nell’isola tua, ed è difficile darti torto. Ai confini del mondo e soprattutto lontano dalle rotte frequentate, perché gli umani dilagavano ovunque e tu di mischiarti con loro non avevi gana. Snob? Certo, ma non più di qualsiasi vip odierno, e poi la privacy nella nostra società è ipertutelata, perché Circe non ne dovrebbe aver diritto?
Lì, nella tua isola, non dai fastidio a nessuno. Capita invece che molti diano fastidio a te. Ogni tanto qualcuno arriva e da bravo mortale si crede autorizzato a sbarcare e fare come se fosse a casa propria. Tanto tu sei donna, no? Quindi si piazza sulla spiaggia, poi sale al tuo palazzo, e pretende accoglienza, e tavola pronta, e magari anche qualche conforto che va più in là. Tanto tu sei single, no? Quindi, nella testa di questi idioti, sei a disposizione, anzi dovresti pure essere grata se t’invadono e si piazzano lì a farsi servire, che almeno riempiono la tua noiosa vita con la loro imprescindibile presenza.
Tu, che sei una gran signora, mica strepiti o lagni. No, che diamine. Possono scocciarti, ma umiliarti mai. Così li accogli con il più sarcastico dei sorrisi, che loro, scemi, scambiano per ancillare benevolenza. Sei l’ospite perfetta: li curi, li coccoli, servi loro cibo prelibato. Ci mancherebbe altro che ti abbassi a lottare o a perdere la calma. E poi, zacchete, quando meno se lo aspettano, un goccetto di pozione qua e là mischiata ai cibi, li trasformi in ciò che poi è loro vera natura: sono porci invasori, che porci diventino davvero.
Hai torto? No, eccheccazzo. Un giudice equo archivierebbe nell’ambito della legittima difesa, anche se esercitata con somma e perfida intelligenza. Che nessuno riesce mai a battere davvero, poi. Perché persino Ulisse, che con te la sfanga, mica si salva per acume suo: è Ermes a dagli una dritta e fornirgli l’antidoto al tuo veleno. Sennò anche lui, da solo, sarebbe finito a grufolare nel tuo recinto e poi a trasformarsi in porchetta.
Certo, poi tra voi nascono le scintille. E vorrei ben vedere. Lui è Ulisse, uno che ha tanto fascino da riempire l’intero Mediterraneo e oltre. Lo vuoi tra i tuoi trofei. Ma tu sei Circe, però. E infatti, gli stai a fianco ma da pari a pari, e comunque gli fai capire che la distanza c’è. Se Calipso si era umiliata ad offrirgli il matrimonio e l’immortalità, a te manco passa per la testa. E’ uomo, caspita, e tu sei dea. Può essere divertente e intelligente, ma alla lunga è solo un mortale, e viene a noia. Così lo ospiti, finché diverte te, e lo aiuti pure, perché ritrovi la strada di casa, regalandogli anche un’ultima notte di favoloso sesso d’addio. Vuole tornare dalla moglie? E che torni. La dimensione sua è quella là: la casa, la sposa, l’isoletta su cui comandare indiscusso, perché alla fin fine anche il più intelligente dei maschi quello vuole, un posto dove nessuno lo contesti e possa sentirsi re.
Per cui lo metti sulla nave, dopo aver controllato che si porti via ben tutti quegli zotici dei suoi compagni, e gli fai ciao ciao con la manina quando sparisce all’orizzonte.
Poi te ne torni a casa tua, che hai un sacco di cose da fare, non ultimo magari accogliere qualche altro bel marinaio sperduto e più giovane, naufragato qua e là. C’è un mondo, attorno, e tu sei libera ed immortale. E guardando all’orizzonte la barca che si allontana, sorridi.
Perché loro, poveretti, pensano che tu sia una povera donnetta sola senza un uomo. E tu, invece, Circe, sei una dea.
Galatea Vaglio
Illustrazione Circe di Franz von Stuck (dettaglio)
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Sovranità alimentare
Il concetto di sovranità alimentare è stato lanciato per la prima volta dal movimento internazionale Via Campesina, un movimento internazionale di agricoltori fondato nel 1993, che coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell’Asia, dell’Africa, dell’America e dell’Europa. Una realtà che si pone in antitesi al modello neo-liberale di globalizzazione delle imprese.
L’attuale modello produttivo agroindustriale ha svelato i suoi limiti e è il primo a dover esser messo in discussione se vogliamo immaginare una prospettiva che consegni al futuro prosperità ed equità. La tutela del suolo, della biodiversità e delle risorse è una questione vitale, legata alle economie, ai territori e alle comunità, è questione di diritti umani e riguarda, in definitiva, il diritto delle comunità stesse ad esistere.
Allora precisiamo due fattori determinanti: il primo è che non dobbiamo produrre di più ma meglio, costruire un sistema equo di produzione e distribuzione, ma anche economico e sociale. Il secondo: si muore di fame per povertà non per scarsità. Si muore di fame perché si è poveri. La fame è il diritto negato alla sopravvivenza e a determinare le proprie politiche alimentari al fine di garantire accessibilità, adeguatezza di un cibo dal punto di vista ambientale, nutrizionale e culturale.
Photo by Sunira Moses on unsplash
#sovranità alimentare#sostenibilità#decrescita#ambiente#equità#via campesina#biodiversità#risorse#fame nel mondo#nutrizione
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Nel silenzio del mondo Mustafa ed Helen sono morti di fame per lo sciopero contro il regime di Erdogan Eppure, il Dio della Giustizia aveva voluto che Mustafa finisse la sua agonia proprio il 25 aprile, data che ormai nel mondo, con "Bella ciao", è il giorno universale della Liberazione. Per Mustafa, dopo 297 giorni di digiuno, la liberazione è stata quella da un'agonia che è stata la sua arma contro il potere liberticida di Erdogan. Bello sarebbe stato se il suo nome, la sua foto, il nome della sua compagna di lotta Helin Bolek fossero stati condivisi nel giorno della nostra Liberazione. La storia, la protesta civile e la fine dei due attivisti turchi avrebbe meritato maggiore attenzione, un po' più di indignazione nel mondo e anche da noi, alle prese con una memoria che qualcuno ha provato a sporcare. Chi sono stati Mustafa ed Helin, uccisi da Erdogan uno dopo l'altra? Mustafa Kocak, era un ragazzo, 28 anni. La sua città Istanbul, fino all’arresto. Famiglia povera, quattro figli, Mustafa non ha avuto il tempo del gioco, a lavorare anche da bambino. In casa o si faceva quel che si trovava, o non si mangiava. Infanzia e giovinezza lavorando qua e là. A cambiargli la vita, e poi a spezzargliela, ci ha pensato il regime di Erdogan, arrestandolo quel 23 settembre del 2017. Mustafa è morto 20 giorni dopo Helin Bolek, e quando è morto pesava solo 29 chili. I due membri della band musicale di ispirazione marxista turca Grup Yorum, in sciopero della fame da mesi contro la durissima repressione scagliata dal governo contro il loro progetto artistico e politico, se ne sono andati uno dopo l’altra, ridotti pelle e ossa da una protesta estrema. Mustafa Kocak si è spento ieri dopo 297 giorni a rifiutare il cibo. E quando, una settimana prima di morire seppe della morte della compagna Helin, disse: "È morta lei, ora morirò io". "Mustafa chiedeva un processo equo, e denunciava le torture subite. Tutto quello che chiedeva era un processo giusto, non gliene hanno dato la possibilità – ha commentato Omer Faruk Gergerlioglu, parlamentare del partito di sinistra pro-curdo Hdp – Mustafa è l’ultima vittima di un sistema ingiusto". (...) Ricostruendo la lunga agonia di Mustafa, uno dei suoi legali, Aysul Catagay, ha detto: "Lo hanno guardato morire giorno dopo giorno". E nelle carceri turche i digiuni continuano: gli avvocati Abru Timtik e Aytac Unsal non mangiano da 114 e 83 giorni, un altro componente del Grup Yorum, Ibrahim Gokcek, è arrivato al 313esimo giorno. Digiuni che porteranno alla morte, come è stato per Mustafa ed Helin. In Turchia il digiuno è l'estrema protesta rimasta. A Istanbul non c'è un giudice, è il caso di dire. Dal tentato golpe del 2016 le cose sono precipitate: epurazioni, repressione, detenzioni di massa. Trentamila prigionieri politici. Pure Helin Bolek aveva 28 anni, lei è morta dopo 288 giorni di uno sciopero della fame che l'aveva ridotta pelle ed ossa, fragilissima. Il mese scorso le autorità l'avevano portata in ospedale con la forza, ma lei aveva continuato a rifiutare il cibo perché la sua richiesta di giustizia veniva calpestata. Sui social, i Grup Yorum hanno condiviso le immagini del funerale di Helen: lacrime e slogan di protesta mentre la bara in legno della giovane viene portata a spalla da un corteo di sole donne. globalist
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