#che ne va del futuro di tutti
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non capisco questo ask sull'abrogazione. l'autonomia non significa che una regione x non vuole più dipendere dallo stato, tipo san marino, e gestire il tutto in totale autonomia? e si deve votare a favore di cosa? a parte il fatto che non si apre il link
Non so neanche da dove iniziare io con quest'ask invece 😰 Vediamo un po': il link non si apre perchè probabilmente in tanti ci abbiamo cliccato sopra, perchè prima si apriva. E' una raccolta firme (serve lo SPID) per proposta di abrogazione (quindi cancellazione) della legge (che è stata approvata) sull'autonomia differenziata. San Marino non è una regione autonoma, ma uno Stato indipendente. E no, autonomia non vuol dire quello che hai scritto tu, altrimenti vorrebbe dire secessione; ci sono già alcune Regioni italiane a statuto speciale che hanno una certa autonomia. Con questa legge si dice che TUTTE le Regioni possono fare un po' come gli pare: decidere di privatizzare la sanità ad esempio (come sta già accadendo in Lombardia), riforme sulla scuola, o "tenersi" tutti gli introiti delle tasse e decidere di spenderli come gli pare piuttosto che far decidere allo Stato in base alle Regioni che hanno più bisogno di fondi/investimenti/opere di infrastruttura. Ne deriverà solo una disastrosa frammentazione del Paese, Presidenti di Regione che si crederanno sceriffi del far west, ricchi che si arricchiscono di più e ulteriore impoverimento del Sud.
#ask#Anonymous#io non sarò la persona più informata in merito#ma per cortesia#leggetevi due articoli di politica ogni tanto#che ne va del futuro di tutti
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SPUNTANO I MURALES ALL’UNCINETTO: LA STREET ART DELLE NONNE
A Montegalda, comune di 3000 abitanti in provincia di Vicenza, è stato inaugurato il Vialetto della Gentilezza, una strada a colori realizzata con l’aiuto di tutti, dai bambini della scuola materna agli anziani del centro “Nonnochiamanonno”, a pittori di professione a tanti aspiranti artisti autodidatti che hanno voluto dare il loro contributo per colorare uno spazio poco valorizzato. Tutto è nato dalla creatività di Sonia, un’infermiera che abita in una delle case confinanti con il vialetto, stanca di vedere solo muri grigi e spogli ha bussato alle porte dei suoi vicini per chiedere se poteva decorare i muri che danno sul retro delle case, circa 50 metri che portano alla posta, alla scuola e al parco. Il posto giusto per fare due passi tra arte, colori e fantasia.
Il progetto di Sonia ora è diventato realtà e in tanti hanno contribuito a realizzarlo: chi ha dipinto il Murales dell’amicizia mondiale, chi il murales dell’amicizia tra Montegalda e Eichstatt, in Germania, con cui il paese è gemellato. E da marzo 2024 si è aggiunto un nuovo tipo di murales: quello fatto all’uncinetto e a maglia, realizzato dalle “ragazze” del centro Nonnochiamanonno che ogni mercoledì e giovedì mattina si sono riunite per questa e molte altre attività. «Il mio grazie va Sonia – dice l’assessore alla Gentilezza Loreta Tonello Bortoli – per averci coinvolto e in modo particolare a Agnese, Marta, Giovanna, Miranda, Rita e a tutte le persone che hanno cucito! La dimostrazione che tanti piccoli momenti passati assieme possono dare grandi risultati. Penso che Nonnochiamanonno abbia raggiunto lo scopo, che è quello di combattere la solitudine». I murales di lana sono stati trattati con una vernice che li protegge dalla pioggia e li mantiene a lungo. «Lana e fili sono stati donati da persone che li avevano a casa e che hanno messo a disposizione borse piene di materiali – continua l’assessore Tonello Bortoli – quindi non si è speso quasi niente per realizzarli». Il murales di lana ha unito il paese ed è stata una grande occasione di socialità, sia per le signore del centro anziani sia per tanti abitanti di Montegalda e dei paesi vicini. Il Vialetto della Gentilezza, nato tre anni fa, continua ora ad arricchirsi di idee e nuove iniziative, nel suo futuro c’è ad esempio una collaborazione con i bambini del dopo-scuola e una forte caratterizzazione sui temi della gentilezza e dell’inclusione. Nel frattempo, spuntano di tanto in tanto nuovi sassi colorati e le piante aromatiche che crescono troppo vengono tagliate e lasciate a disposizione di chi ne ha bisogno.
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Fonte: Assessorato alla gentilezza del Comune di Montegalda (il progetto)
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Visto che molti giornali stanno riprendendo la campagna contro l'istruzione pubblica e per una scuola "meritocratica", bombardandoci quotidianamente con improbabili storie di fantomatici geni laureatisi a 15 anni solo grazie alla forza di volontà, vorrei riportare un breve aneddoto personale. Alcuni mesi fa sono stato accettato per un dottorato (PhD) in Relazioni Internazionali dall'Università di Cambridge. Il processo di selezione, più che meritocratico, mostra come le università più conosciute ("d'eccellenza", direbbero quei giornali) siano sempre più luoghi inaccessibili per chi non ha un privilegio di classe. Per potersi candidare sono necessari una serie di pre-requisiti ufficiali, come le certificazione linguistiche, e ufficiosi, (per esempio, è quasi impossibile essere presi senza aver fatto esperienze di studio all'estero). Tutte cose estremamente dispendiose a cui solo una minoranza può avere accesso. Uno studente che va in Erasmus, per esempio, riceve circa 300€ mensili come borsa di studio, una cifra con la quale in una grande città europea si può a malapena coprire il vitto. Tutto il resto è a spese proprie. Per non parlare di esperienze lavorative utili al curriculum ma sottopagate o non pagate affatto (l'ONU, per nominarne uno, offre tirocinii di 6 mesi a New York senza prevedere alcuna remunerazione). Chi viene da una condizione abbastanza agiata e si può permettere alcune di queste cose, con un po' di fortuna e un po' di bravura, può riuscire a venire accettato in un'università conosciuta e rinomata. Le disuguaglianze più rilevanti e i maggiori privilegi, però, non si mostrano durante il processo di selezione dei candidati, ma dentro l'università stessa. Molte delle "università d'eccellenza", infatti, non forniscono stipendio ai loro dottorandi/ricercatori e anzi chiedono loro un'ingentissima retta. Di fatto, i dottorandi (che nella pratica sono lavoratori dell'università) devono pagare per poter lavorare gratis in cambio della nomea dell'università. È vero che esistono alcune borse di studio, ma queste sono generalmente poche, spesso esterne all'università, e non di rado portano a una commisitione moralmente discutibile coi più variegati gruppi privati. Il loro criterio di assegnazione è infine generalmente opaco e spesso finiscono paradossalmente per essere vinte dagli studenti più benestanti e altolocati che meno ne necessiterebbero. Per ritornare alla mia esperienza personale, io non ho vinto borse di studio. L'Università di Cambridge ha stimato che per affrontare il dottorato, tra retta e costi di vita, avrei dovuto pagare di tasca mia 52 000€ l'anno, ossia più di 200 000€ per i quattro anni di studio/lavoro. Poiché non dispongo di tale cifra (e anche avendola, non la regalerei a un'università con un patrimonio di 20 miliardi di € che semplicemente non vuole pagare i suoi dottorandi) ho rifiutato l'offerta di dottorato. In futuro forse farò altre domande di dottorato, anche se in università con una maggiore attenzione alle condizioni dei suoi studenti/lavoratori. Tuttavia, questa esperienza pratica mi ha confermato alcune cose: che l'unico modello universitario veramente di eccellenza è quello pubblico, gratuito e accessibile a tutti, anche e soprattutto ai più svantaggiati. Che nel modello della fantomatica "università del merito", sempre più privatizzata e a pagamento, la norma non sarebbero gli scintillanti adolescenti geniali rallentati dalla burocrazia dell'istruzione pubblica (una minoranza statisticamente inesistente), bensì i ricchi ereditieri ed emiri che si possono permettere un diploma dal costo di una Maserati per fare bella figura in alta società. E che, in quel modello, cultura e istruzione non sarebbero degli straordinari fattori di emancipazione sociale e collettiva, quali dovrebbero essere, bensì puri e semplici strumenti di disuguaglianza, esclusione e oppressione. Alessandro Maffei, Facebook
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Ho sempre creduto al karma, sempre. Forse era un po' la mia ancora, quando succedevano le cazzate mi dicevo "ma sì, ci penserà il karma", "ciò che semini raccogli", "1 volta a me 3 volte a te". Ma alla fine chi cazzo ha pagato per le coltellate che mi hanno inflitto? Alla fine a chi cazzo è fregato del mio dolore, della mia sensibilità, della mia vita? Non so se ce la faccio più, non so se ce la faccio ancora a credere che qualcosa possa andare meglio, non so perché continuo, non so perché vivo. Non so perché continuo a non dormire di notte, a piangere in silenzio di notte, a piangere in macchina, ad urlare a squarciagola aspettando che qualcuno mi senta. Io i miei urli di aiuto li ho fatti, innumerevoli volte, ma non sono serviti, non cambierà niente ormai, c'è qualcosa che non va in me, e a questo punto, dopo tutti questi anni, direi che non sia "solo una fase", non è "solo l'adolescenza", non devo "farmi le ossa", le ossa me le stanno solo martoriando. Non è bello vivere così, non è bello pensare ogni giorno ad uccidersi, non è bello provarci, non è bello non riuscirci, non è belli piangere, soffrire, sentire il cuore lacerarsi, le mani che tremano, il cuore che scoppia. Non è bello non sentirsi all'altezza, non è bello sapere che non sarai mai niente e nessuno, non è bello pensare che sia passato e poi essere ringhiottiti dal buio. Non è bello toccare il fondo, riuscire a risalire a fatica e poi essere ributtato giù, se prima avevo un sacco attaccato alle gambe, ora ne ho due, da due passano a tre, da tre a quattro. Sarà sempre così? E alla fine chi me lo fa fare di vivere così? Lo chiami vivere questo? È vero, tutti affrontano problemi nella loro vita, tutti portano pesi, ma ci sono alcuni che ne portano più di altri. E magari si, dimmi che non ho la forza di rialzarmi, la forza di vivere, hai ragione sai, non ce l'ho più, me l'hanno portata via, ogni singola persona nella mia vita me l'ha portata via. A volte sei talmente fragile che anche una parola di troppo ti uccide, una frase mancata, un abbraccio non dato, un rimprovero, qualsiasi cosa ti disintegra. Il dolore fortifica? È vero, ma ti anestetizza, sai che tanto niente sarà peggio, e ti capita qualcosa di peggiore. Si sono presi tutto, il mio corpo, la mia mente, la mia anima, il mio cuore, come fosse loro, come se io non valessi. Mi sento solo una flebile farfalla tenuta forzatamente per le ali, solo per dare piacere agli altri. La colpa non è di qualcuno in particolare, forse non è di nessuno, forse è solo la mia, che non riesco ad essere normale, a sopportare la vita. So solo che alcune cose che mi sono successe non sono normali, non è normale la violenza, non è normale lo stupro, non è normale essere giudicati, ma viviamo in un mondo a cui tutto ciò sembra più normale di quanto non lo sia. Non sono fiera di niente nella mia vita, non riesco più a fare qualcosa di utile per me e gli altri. Non ne vado fiera, non vado fiera di essere diversa dagli altri. Vedo così tante persone dare 10 esami in una volta, e a me ne spaventa solo uno, tutto ciò mi sta logorando, mi logora dover rispondere alle continue domande sul mio futuro, io non ho un futuro, e mai lo avrò se resterò qui. Tutti avranno meno pensieri senza di me, meno problemi di cui preoccuparsi, l'ultima cosa che dovrete pagare per me sarà il funerale. Ricordatemi come un'onda del mare, che si schianta sulla riva violentemente, riflette il sole, fa divertire, ma a volte fa anche paura.
(A)nima(P)asseggera
Aurorasword
#tristezza#compagnia#mi manchi#notte#ti amo#domande#ask#poesia#frasi tumblr#frasi#autolesionismo#autolesionista#suicidio#tagli#lettera#vita#morte#depressione
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Mesi fa mi sono resa conto di non riuscire a immaginare un futuro in cui io fossi felice.
Da settimane invece mi sono resa conto di non riuscire ad immaginare proprio un futuro. Oggi pomeriggio ero nel letto, sentivo l'odore del ragù che ho messo su ore fa, sentivo il rumore dei vicini che litigavano e sentivo squillare il cellulare perché lui ha provato a chiamarmi, ma non riuscivo mentalmente ad affrontare l'ennesima discussione. Non è solo stanchezza, è proprio consapevolezza che non ne valga la pena, perché tanto non si risolverà niente. Ho accettato l'ennesimo lavoro in cui non mi sento valorizzata, perchè non se ne esce e purtroppo funziona così per tutti. La sola cosa che lui riesce a fare è ribadirmi costantemente quanto io ai suoi occhi sia una persona da compatire: nel giro di sei mesi ha ottenuto un lavoro in cui viene pagato il doppio e riconosciuto il triplo, il tutto ammettendo di avercela fatta grazie al mio aiuto, all'aiuto della sua famiglia che è migliore della mia, all'aiuto della sua laurea che ha potuto prendere proprio perché i suoi gli hanno pagato l'università privata senza battere ciglio. Io invece sto sprofondando sempre di più perché sento di provare estrema invidia nei suoi confronti e per il fatto che a lui la vita stia solo riservando sorprese positive. "Da quando ti conosco la mia vita va sempre meglio" mi dice "vorrei poter fare qualcosa per te".
Vaffanculo.
Lascio squillare il telefono perché sarà l'ennesima buona notizia che non voglio sentire; sono stanca di dire "sono felice per te". Vorrei essere felice per me.
Alzo lo sguardo e vedo la mia camicia sulla sedia: la mettevo così quando studiavo e avevo ancora speranza di trovare una soluzione a tutto questo fastidio costante nella mia testa. Da quando lavoro getto le cose direttamente in lavatrice.
All'estremità sinistra della mia visuale, una mia foto da neonata.
Non se ne esce.
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Ecco.. adesso la tua risposta mi fa venire subito un'altra domanda.. dici che il pensiero che molti si sentano compresi in ciò che scrivi ti rende felice... Ma scrivi per descrivere quello che senti tu oppure come potrebbero sentirsi altre persone?
Concordo sul fatto che molte persone possano meritarsi tutto quello che scrivi, ma... è davvero tanto.. stai descrivendo una persona bellissima che .. davvero dovremmo meritarci? Siamo davvero così belli dentro da meritare una persona così?
E' bello avere qualcuno che ti aiuti, che ti sostenga, che ti protegga, ma poi.. riusciamo anche a stare in piedi da soli senza aspettarci che poi qualcuno ci salvi sempre?
Perché sei sempre stata spettatrice e non protagonista? Timidezza? Debolezza? Sfortuna? Vuoi cambiare questa situazione o ti va bene cosi?
Meriti qualcuno che accetti le tue pazzie, i tuoi momenti folli... ma saresti disposta ad accettare anche le pazzie e i momenti out della persona che ti meriti?
Sei davvero la ragazza d'oro che dici? Da apprezzare, aiutare, capire, sorreggere? Perché di persone così... altrettanto d'oro, ce ne sono pochissime e dovremmo meritarcele davvero.
Non voglio dire che tu non lo sia, magari sei davvero la persona migliore del mondo, però... dobbiamo anche guardarci in faccia, senza ipocrisie ... a volte abbiamo accanto persone terribili, che ci usano, ci sfruttano, senza nemmeno un grazie... ma a volte... siamo anche noi che ci comportiamo male... e a volte abbiamo accanto qualcuno che non meritiamo....
Scusami... sono solo riflessioni... non so nulla di te... mi fai solo riflettere...
S.
caro S,
non sono una persona perfetta, sono così piena di difetti che ad elencarli tutti perderei soltanto tempo.
mi hai chiesto se ciò che scrivo è ciò che sento davvero o è solo un modo per fare sentire gli altri compresi. ebbene entrambe le motivazioni.
sono una persona che per certi contesti è dovuta crescere in fretta nonostante la giovine età, tutto ciò che c'è dietro alle mie parole sono frutto di ricordi, belli e brutti che siano.
dopo tutto ciò, nel corso degli anni sono stata in grado di conoscere a fondo me stessa e a comprendermi per capire ciò che posso dare a una persona e ciò che altrettanto merito.
ovviamente non sapremmo mai chi siamo davvero, abbiamo migliaia e migliaia di caratteristiche che scopriamo ogni giorno che passa, così come le persone che incontriamo e conosciamo, ed è questo il bello delle persone nonostante quest'ultime possano ferire noi, così come noi possiamo ferire loro.
prima di meritarci una persona, dobbiamo comprendere noi stessi ed essere in grado di stare davvero da soli, perché è lì che impariamo cose su noi stessi che prima non conoscevamo.
sono arrivata a un punto della mia vita in cui ero letteralmente da sola, e questa è stata una delle mie scelte per capire se sarei stata in grado in futuro di cavarmela senza alcun bisogno di aiuto.
sono “affondata” molte volte, ma altrettanto sono stata in grado di “riemergere” e ritornare sui miei passi.
dopo questa scelta, me la sono sempre sbrigata da sola senza chiedere aiuto, un po' per orgoglio e un po' per amor proprio.
ma si arriva ad un punto in cui si è pronti a dare tutto ciò che abbiamo dentro a una persona che ci meriti davvero.
se sono stata in grado di tenermi testa sarò in grado di tenere testa alla persona che avrò accanto in futuro, se ho avuto momenti di pura follia, sarò in grado di accettare i momenti di follia della mia persona.
è un po' come una torta, noi siamo gli strati e ciò che ci collega a ogni strato, la persona che ci merita e per cui doniamo noi stessi invece, deve essere la ciliegina sulla torta, nemmeno le decorazioni, ma la ciliegina.
non sono mai stata perfetta e mai la sarò e mi piaccio così come sono ad essere sincera, un po' rotta è vero, ma non voglio essere aggiustata, voglio soltanto costruire un qualcosa di vero con chi in futuro sarà la mia persona.
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Sono abbattuta, triste, piena di solitudine, frustrata. È un periodo strano, ma strano da essere brutto. L'ansia è tornata ed io cerco di nasconderlo a tutti, fallendo miseramente quando dal nulla scoppio in delle crisi di pianto incontrollabili. Non so più cosa voglia dire pensare a me, mi preoccupo e occupo solamente degli altri, nonostante tutto questo non venga mai apprezzato o, anzi, porta gli altri ad approfittarsi di me. Giusto oggi mi è stato detto che sono troppo gentile e buona, quindi sono arrivata alla conclusione che sono solo fessa e inguenua. Mi sento un essere miserabile, le persone vicine a me si stanno realizzando nella vita, hanno degli obiettivi con un'altra persona o comunque organizzano un futuro mentre io mi trovo ad avere solo esperienze da dimenticare, con persone le quali arrivano a mettermi paura con il loro comportamento, ma la cosa peggiore è che in fin dei conti il problema è mio se attiro nella mia vita solo persone del genere. Mi rende ancora più miserabile il provare sentimenti per una persona che ha già una sua famiglia e per la quale io sono solo una mera distrazione per farsi due risate in ambito lavorativo, perché poi alla fine sempre questo sono: una distrazione. Sono temporanea, di poco conto, una nullità da dimenticare in un angolo finche non ne hai bisogno la volta successiva. Mi aggrappo alle attenzioni prive di genuinità, sperando in cuor mio che possano essere veritiere ma sono solo un'illusione. A lavoro ormai vengo trattata come una scema praticamente da tutti ma devo mandare giù e va bene così, perché Jessica sopporta sempre tutto. Mi guardo allo specchio e vedo solo un ammasso di difetti, un fallimento, brutta e non meritevole di qualsiasi tipo di amore. Vado avanti per inerzia, e se penso al fatto che la psicologa vuole vedermi molto meno perché pensa io stia bene, mi fa sorridere, ma va bene così, deve andare bene così. Ma io vorrei solo sparire.
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Lighter & Princess
"You don't love someone because they're perfect, you love them in spite of the fact that they're not."
Mi sono mangiata letteralmente le mani.
Oh...se avessi ascoltato @lisia81 che mi consigliava di vedermi questa serie l'anno scorso, mi sarei evitata l'imbarazzo di cosa dover scrivere nel quiz di fine anno alla domanda "miglior storia d'amore", "miglior bacio" o anche "miglior drama". ma sono quasi convinta che avrei potuto infilare questa serie anche in altre categorie.
Esattamente come per Moving, trovare un difetto in Lighter and Princess (L&P per brevità) è tosta: regia, montaggio, sceneggiatura, ambientazione, dialoghi, ritmo della narrazione, recitazione... ho trovato tutto fantastico.
PS: Ci saranno spoiler.
Partiamo dalla storia: la trama è semplice e non è niente di trascendentale o epico.
Li Xun è un freddo e calcolatore asso della programmazione informatica che è entrato al college come primo agli esami di ammissione all'università nazionale, guadagnandosi l'ammirazione di tutti i suoi compagni di classe. Tuttavia, non è interessato a partecipare alle normali attività universitarie con i suoi compagni e ha i suoi progetti per il futuro. Questa mentalità lo porta in conflitto con molti dei suoi compagni di gruppo poiché spesso rifiuta di collaborare con loro. #asociale Zhu Yun, nel frattempo, è una giovane donna amichevole e innocente che ha appena iniziato la sua vita universitaria dopo aver fatto tutto ciò che i suoi genitori e la società si aspettavano da lei. Quando incontra Li Xun, si sente in conflitto. Si preoccupa che lui sia un possibile piantagrane, ma si sente comunque in qualche modo attratta da lui. Anche se all'inizio sembrano scontrarsi, iniziano ad apprezzare il tempo trascorso insieme. Ma quando un incidente cambia le loro vite e minaccia di separarli – proprio mentre la storia d’amore stava iniziando ad evolversi – la loro relazione è alla prova finale! [mydramalist]
Come si evince la trama non è nulla di rivoluzionario o lontanamente leggendario. Sono ragazzi dell'università che affrontano i drammi di tutti i giorni mentre crescono piano piano ed imparano sempre di più dalla vita.
Dal punto di vista narrativo ho adorato come L&P avesse un impostazione alla The Untamed, ossia farci vedere una situazione del presente per poi tornare indietro nel tempo e mostrarci come si sia arrivati a quella circostanza. E' una modalità molto furba perché mette lo spettatore in condizioni di sapere già che andrà "tutto a skifio" più va avanti la storia ambientata nel passato...di soffrire più la storia prosegue. E allo stesso tempo da speranza allo spettatore che si torni presto nel presente cosicché l'agonia finisca.
Andando invece alle tematiche del drama esse sono tante e raccontate magnificamente. Come detto sopra la serie è una storia di crescita. I personaggi di L&P ci vengono presentati sin dall'inizio con le loro personalità, convinzioni e desideri per il futuro. Mano a mano che la storia avanza, ognuno di loro dovrà fare i conti con le difficoltà della vita di tutti i giorni, amicizie, decisioni per il futuro... ci saranno scontri, riappacificazioni e tanti sbagli, errori. Come è la vita.
Si perdono amici e se ne trovano altri, si cerca di capire "cosa vogliamo diventare da grandi" e ci sta stretto che qualcuno decida per noi. E quello che pensavamo di volere nel nostro futuro, risulta non del tutto veritiero. Tutti i personaggi di L&P crescono ed imparano dai loro errori: per fare un esempio superficiale, Zhu Yun che sul finire della serie si schiera dalla parte di Li Xun andando contro alla madre e decidendo lei stessa per il suo futuro e con chi vuole passarlo.
A fare da paio al concetto di crescita, c'è quello dell'essere "il migliore" che riguarda prettamente Gao e Li Xun. Per il marito di Lina essere il migliore vuol dire sconfiggere Li Xun. Che sia al computer o a chi piscia più lontano, l'importante è vincere contro il lead. Un ossessione così forte che lo porta a preferire la morte - letteralmente - piuttosto che lasciar prevalere Li Xun. Anche il lead relega l'essere il migliore alla vittoria su Gao - anche per motivi personali - mostrando all 'ex migliore amico che non riuscirà mai a batterlo, guidato dall'odio e dal risentimento.
Alla fine però entrambi capiscono che il miglioramento non è in relazione verso gli altri, nella competizione. Ma verso se stessi. L'essere una persona migliore rispetto al passato, perdonando vecchi rancori ed imparando ad andare avanti amando le cose e le persone che gli stanno più vicine. Capendo dove si è sbagliato, cercando di fare ammenda e comprendendo che ci sarà sempre qualcuno migliore di te in qualcosa.
Ma se ho adorato come la serie mostri e sviluppi questi due concetti, la cosa che ho amato ancora di più è stata la scrittura dei personaggi: umani, sfaccettati, fallaci. Pieni di insicurezze, rabbia, egoismo, arroganza ed inclini all'emotività.
Zhu Yun, interpretata da una fantastica Zhang Jing Yi, è uno di quei personaggi protagonisti femminili che io adoro. Perché è tosta e determinata senza essere badass o violenta. E' intelligente e coraggiosa, a tratti delicata ed elegante. Non fa scenate, non urla. Lei silenziosamente fa la sue cose ed una volta che ha preso una decisione è molto risoluta nel perseguirla. sposarsi il lead come missione di vita
Ma allo stesso tempo è insicura, cerca continuamente conferme e si lascia prendere dalle emozioni. Ad esempio nella sua relazione con Li Xun e Lina. Non c'è storia: ogni volta che il lead passa dieci secondi con questa ragazza, Zhu Yun va in paranoia totale. Sia nel passato che nel presente della storia. Come dice giustamente @lisia81 sarà poi questa insicurezza a non permettergli di "vedere" il piano di Li Xun nel passato e di stargli davvero vicino nel momento di bisogno. Ed anche se fa male, adoro questa imperfezione della lead che la rende molto umana.
Interessantissima poi la sua relazione con la madre. Io mi lamentavo di quell'altra mamma famosa dei drama cinesi - non dirò il nome perché solo nominarla mi fa salire il crimine e perché @lisia81 deve ancora vederlo e non voglio spoilierargli nulla- ma a ben pensarci, la madre di Zhu Yun è peggio. Almeno quella era malata e depressa e cercava di ammazzarsi a giorni alterni. RIP
Questa invece, ha instaurato con Zhu Yun un rapporto ossessivo e controllante. Lei sa cosa è meglio per sua figlia. Lei decide cosa deve studiare, fare, andare e "provare per il lead". E se da una parte posso comprendere il fatto che voglia le cose migliori per la figlia - tutti i genitori vogliono le cose più belle per i figli - dall'altra inorridisco quando impedisce a Zhu Yun di fare la sua vita, le sue scelte.
Senza parlare poi di come tratta quel povero lead. Nel finale quando gli dice che il marito di sua figlia deve avere una buona famiglia ecc ecc... sapendo benissimo che Li Xun una famiglia non ce l'ha, non è stata cattiva. E' stata meschina. Crudele.
Ma è stata utile. Perché "grazie a lei" Zhu Yun prende in mano la sua vita ed il suo futuro, dimostrando che non gli importa di cosa pensi o provi sua madre e concludendo così il suo percorso di crescita.
Poi c'è Li Xun che ha il volto di Chen Fei Yu e a cui devo letteralmente inchinarmi. Perché l'avevo già visto in Ever Night e non mi era piaciuto. Avevo trovato la sua recitazione rigida e non mi sembrava che fosse entrato nel personaggio.
Ma in L&P fa il salto di qualità: lui è Li Xun. La naturalezza con cui porta in scena il bel tenebroso mezzo tsundere è encomiabile, così come l'espressività. Li Xun è un uomo di poche parole - una è poca e due sono troppe XD - e spesso mostra i suoi pensieri tramite espressioni: l'alzamento del ciglio, il sorrisetto, il socchiudere gli occhi. Li Xun non parla ma grazie all'ottimo lavoro di Chen Fei Yu tu spettatore puoi supporre cosa sta provando e pensando.
La poca loquacità non è ovviamente un caso: il giovine ha avuto una vita di merda - e soffre di preoccupante artrosi a trent'anni XD @ili91-efp - così come è perfettamente normale che non gli importi nulla degli altri e persegue i suoi piani a prescindere da tutto e tutti. All'inizio di questa storia Li Xun è un blocco di ghiaccio che risponde male a tutti e se ne frega di qualsiasi cosa. Vive per se stesso ed è unicamente interessato a raggiungere i suoi obiettivi. Il resto è nulla.
Poi arriva Zhu Yun. Il suo amore per lei, la loro relazione, gli permette di sciogliersi diventando piano piano più aperto e disponibile tanto che anche la sorella nota il suo cambiamento. Zhu Yun d'altronde è l'unica persona al mondo disposta a combattere al suo fianco, che si fida ciecamente di lui, che si preoccupa per lui...
Ma ahimè tutti i progressi s'infrangono alla morte della sorella e relativa prigione. Li Xun cade nel vortice della vendetta, mandando a puttane la sua relazione con Zhu Yun ed il suo futuro.
Ci sarà modo di parlare della relazione tra i due. Quello che mi preme è mettere in risalto come il protagonista di questa storia non sia minimamente perfetto e che va benissimo così.
Li Xun, anche per via del suo vissuto, può essere cattivo e spietato. Ha ignorato le richieste e le preghiere di Gao per più di metà serie. Ha lasciato la sua ragazza facendo espressamente leva sulle sue insicurezze e paure e facendole volontariamente del male. Li Xun è un genio che può creare piani diabolici senza preoccuparsi di chi ha intorno e come essi reagiranno alla cosa. Una volta che si pone un obiettivo va avanti come uno schiaccia sassi.
Ma allo stesso tempo è capace di grandi gesti d'amore, di gentilezza e rispetto. Intelligentissimo, è sempre un passo avanti a tutti ed è un piacere vederlo spiegare i suoi piani o ammirarlo mentre lavora al pc.
Quando esce di galera pare tornato ai vecchi tempi dell'università. Chiuso, introverso, a tratti scortese. E di nuovo impelagato con vecchi rancori. E' straziante vederlo guardare la lead con gli occhi a cuore e sapere che fosse per lei sareste già sposati con 10 figli non pensa di meritarla e che secondo lui non torneranno più assieme.
Nel finale poi, fa il salto di qualità riuscendo a lasciarsi alle spalle l'odio e la vendetta per vivere felicemente la sua vita. Riconosce i suoi errori con Zhu Yun, accetta che i genitori della ragazza difficilmente daranno la loro benedizione alla coppia ce ne faremo una ragione e comprende finalmente che la sua ex fidanzata è ancora la donna che ama e che vorrà sempre.
Il personaggio di Li Xun è quello con cui ho avuto più difficoltà ad interpretare i pensieri: avendo il POV bloccato e dovendomi spesso basare sulle espressioni o su poche parole, ho dovuto qualche volta decodificarlo.
Infatti la mia scena preferita è quella dove Li Xun, geloso del pittore, sbrocca malamente con Zhu Yun. In quella scena il lead non riesce a trattenere la gelosia che diviene rabbia quando la ragazza sembra sminuire la loro passata relazione " chi non è mai stato innamorato a 18 anni?" - una cosa cosi. Adoro questo momento perché Li Xun pare un fiume a cui hanno rotto gli argini e dove si mostra la vulnerabilità ed il dolore di questo personaggio.
Ed infine c'è Gao. A livello di scrittura credo che sia il migliore tra tutti i personaggi. Dovrebbe essere il villain di questa serie ma la narrazione fa in modo che non lo sia fino in fondo.
Gao che voleva battere il lead e dimostrarsi il migliore. Gao che era sempre primo al liceo e non poteva accettare che qualcun altro, senza troppi sforzi, lo superasse. Gao innamoratissimo di Lina anche se lei amava il lead. Gao che consapevole dei propri limiti e desideroso di allontanarsi dall'ingombrante bravura di Li Xun, fa un passo indietro per andarsene all'estero...
Gao, come tutti i personaggi di questa storia, compie azioni non sempre condivisibili ma che sono comprensibili. Tu come spettatore capisci da dove proviene l'odio e la disperata voglia di sconfiggere Li Xun che Gao mostra così sfacciatamente.
Nella prima parte della serie, Gao è un bravo ragazzo. Studia, si impegna ma non riesce a superare Li Xun. Nonostante lavorino assieme c'è un baratro tra loro, spesso perché Li Xun attua scelte che riguardano il lavoro di tutti senza tenere conto di chi ci ha lavorato oltre a lui. Non posso dare torto a Gao quando si arrabbia con il lead per questi motivi.
Finché Gao perde la specializzazione. Nonostante avesse pregato Li Xun di non fare casino per non creargli problemi, Li Xun lo ignora e Gao non raggiunge l'agognato risultato.
Qui c'è forse uno dei pochi appunti che posso fare alla serie, per quanto riguarda la trasformazione di questo personaggio in uno così crudele e che sorride nel vedere Li Xun essere arrestato dopo che gli è morta la sorella. Secondo me, questa trasformazione così lapidaria è stata un po' frettolosa per uno che fino a 3 episodi prima, era impensabile facesse una cosa così cattiva.
Comunque sia, poiché non riesce a sconfiggere il lead per vie normali, Gao usa quelle "traverse", sforando nell'illegalità. Ma finché può battere Li Xun, vale tutto.
Quando lo ritroviamo nel presente, Gao è il Presidente della L&P, copia i giochi degli altri ed è sposato niente popò di meno che con Lina, la donna che ha sempre amato ma che non lo ricambia.
L'uscita di galera del protagonista metterà sotto pressione Gao in tutti i modi possibili ben sapendo che Li Xun rivuole la L&P. E Gao piano piano cadrà nell'ossessione.
E se da una parte godo nel vederlo in difficoltà visto tutti i danni che ha fatto, dall'altra mi dispiace anche un po': alla fine ha raggiunto tutti i risultati che voleva...ma a che prezzo? E davvero questo, era quello che voleva?
Dal finale di serie s'intuisce di no. Una volta venuta fuori la malattia, l'ossessione si acuisce e diventa quasi follia: Gao si rifiuta di operarsi finché Li Xun non si arrende. Che è illogico. E' stupido. Ma è perfettamente comprensibile per il personaggio di Gao.
Ed il finale... da una parte temevo che la malattia di Gao fosse un motivo per darci il buonismo finale con tutti i personaggi che s'abbracciavano felici perché oh...Gao sta male e bisogna fare pace. Lighter and Princess invece, mi stupisce ancora non dando alla malattia il ruolo risolutore dei conflitti ma rendendola un modo per i due di riflettere sulle loro azioni e su cosa sia davvero importante.
Nota a margine sulla espressione felice ed un po' stupida di Gao quando Lina si presenta all'ospedale dicendogli che rimarrà con lui. Non l'ho mai visto così felice come in quella scena. Adorabile. Mi si è stretto il cuore per lui.
Ma se ho amato come siano stati scritti i personaggi, quello che mi ha davvero preso il cuore è stata la storia d'amore. Spesso i drama romantici scadono nello smielato e nei cliché: perdita di memoria, second lead che fanno gli stronzi, lei che inciampa e casualmente cade tra le braccia del fusto di turno...insomma le solite cose.
L&P non solo non presenta niente di tutto questo ma riesce ad essere adorabile e romantico con una coppia giocosa e divertente, amorevole e davvero piacevole da guardare. Sorridevo involontariamente ogni volta che Li Xun faceva il solletico a Zhu Yun, ad esempio!
I due lead infatti, hanno una chimica spaventosa ed ogni volta che si guardavano negli occhi pare veramente che non esistesse nient'altro che l'altro. Il modo in cui di guardano, toccano, si abbracciano, invadono lo spazio uno dell'altro, è così naturale che sembra che siano sposati da anni.
Inoltre, l'altro motivo per cui ho amato questa coppia è perché sono tutto tranne che perfetti. Sono imperfetti presi singolarmente e sono imperfetti come coppia. Nonostante si amino molto e si sostengano sempre, ognuno di loro porta nella relazione i proprio difetti: Zhu Yun diventando insicura e ansiosa e Li Xun volendo fare tutto da solo. Ricordo ad esempio che sia nel passato che nel futuro, Zhu Yun si lamentava di come il lead non la includesse nei suoi piani e la tenesse sempre all'oscuro di tutto. Gli chiedeva se era inclusa nei suoi piani, del loro futuro ecc ecc....
Questo succede anche nel presente con dei notevoli miglioramenti ma ancora siamo lontani dalla perfezione...e va benissimo così. E' perfetto così!
Le relazioni impeccabili non esistono. E non mi piacciono le storie dove i due protagonisti perfetti si giurano amore eterno e dove sono così bravi uno con l'altro che sai che l'unico motivo per cui si potrebbero lasciare sono per interventi esterni.
Sicuramente Li Xun e Zhu Yun sono una delle mie coppie preferite di quest'anno. Così come lo è questo drama.
Poi oh...ci sarebbe tantissimo altro da dire: dal second lead pittore che non è mai stato veramente un second ma anzi un buon amico. Da Lina che da brava egoista pensa solo ai fatti suoi salvo poi rinsavire nel finale, dai ragazzi della compagnia dei due lead, da Ren Di e la sua storia con il cantante del suo gruppo... ma per adesso basta così.
Consiglio comunque a tutti la visione di questa serie!
Voto: 9
#lighter and princess#cdrama#chinese drama#Li Xun#zhe yu#Zhu Yun#Chen fei Yu#chen feiyu#zhang jingyi#Zhao zhi wei#gao jian hong
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House Of The Dragon S2 Episodio 8 (The Queen Who Ever Was): Fuoco e Sangue is Coming
Siamo arrivati alla resa dei conti nel finale della seconda stagione di House of the Dragon (2x08)… o forse no? Un epilogo aperto per una stagione avvincente e che ci prepara per quel che verrà.
I draghi di Valyria solcano il cielo dei Sette Regni tutte le pedine si muovono sulla scacchiera ed il tempo del fuoco e sangue si avvicina. Almeno è questo che ci viene mostrato nell'ottavo ed ultimo episodio della seconda stagione di House of the Dragon. Episodio che ci costringe a salutare i Targaryen e la storia della loro dinastia fino al 2026, per un terzo ciclo già ordinato da HBO dopo il successo della serie prequel. Una seconda stagione forse altalenante, che non ha raccolto i consensi praticamente unanimi del ciclo inaugurale, probabilmente per alcune scelte narrative volte ad allungare ed espandere il racconto rispetto a quel compendio storico che è il romanzo originario di George R.R. Martin.
Un finale di stagione atipico
Rhaenyra passa finalmente all'azione
È un epilogo che apparirebbe pieno di tensione, perché è tempo per tutti i personaggi di arrivare alla resa dei conti. I due schieramenti dei Neri e Dei Verdi, che avevano aperto la Danza dei Draghi ad inizio stagione, fanno sfilare i propri eserciti. Rhaenyra (Emma D'Arcy) ha avuto successo coi Dragonseeds, ovvero coloro che pur se bastardi e di basso lignaggio, contengono sangue Targaryen nelle proprie vene, essendo quindi capaci di cavalcare i draghi. Nonostante questo, c'è grande scontento a corte da parte di Jacaerys (Harry Collett) e tracotanza da parte dei nuovi arrivati, in particolare Ulf (Tom Bennett), tecnicamente suo prozio (ma sappiamo quanto non sia un narratore affidabile). Dall'altra parte Aemond (Ewan Mitchell) sta perdendo lucidità e va su tutte le furie, al punto da gettare a ferro e fuoco un'intera cittadina e i suoi abitanti.
Aemond perde il controllo
Segno che il suo machiavellico controllo sta vacillando, al punto da voler coinvolgere l'unico altro possibile cavaliere in famiglia: la sorella Helaena (Phia Saban), che gli rinfaccia di sapere che cosa ha fatto ad Aegon (Tom Glynn-Carney) sul campo di battaglia e di aver visto il futuro nelle sue visioni: non è destinato a regnare sul Trono di Spade, qualunque cosa faccia, e non sarà certo lei ad aiutarlo nell'impresa. Si impone tra loro anche la madre Alicent( Olivia Cooke), cercando di proteggere la figlia e tentando il tutto per tutto. Aegon del resto sembra confermare la regola della resilienza degli storpi nel mondo di Martin: dopo Bran Stark ne Il Trono di Spade e in questo frangente Piededuro, col quale guarda caso decide di fare squadra, anche il Re Usurpatore potrebbe sopravvivere nonostante le ferite.
Visione dal futuro
Proprio le predizioni accompagnano il finale di stagione di House of the Dragon 2. L'altro squarcio di futuro più importante avvolge Daemon (Matt Smith), insieme ad Alys Rivers (Gayle Rankin) sull'albero cuore di Harrenhal, patria degli Strong. Questa visione rappresenta le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, e in parte rappresenta ciò che Viserys disse a Rhaenyra che poi l'ha tramandato a propria volta al suo primogenito. Si osserva il futuro dei Sette Regni, al grido di "L'inverno sta arrivando" pronunciato in valyriano antico, con Daenerys circondata dalle fiamme e dai suoi piccoli draghi e il Re della Notte pronto ad invadere oltre la Barriera insieme ai suoi Estranei: il Principe Consorte finalmente comprende il proprio posto nel grande disegno delle cose e giura fedeltà davanti a tutti alla moglie e legittima erede al Trono.
Un confronto necessario e aspettato da quando lui si era nascosto tra le mura di quel castello infestato e lei rimaneva bloccata a Roccia del Drago per volere del proprio Concilio. Ora l'esercito è con loro, così come i draghi e i loro cavalieri e la flotta di Corlys Velaryon (Steve Touissant) capitanata dalla Serpente di Mare, rinominata Regina Che Non Fu Mai in onore di Rhaenys. Anche quest'ultimo ha un duro confronto rimandato da troppo tempo: proprio adesso che ha perso praticamente tutta la sua famiglia, si riavvicina a Alyn di Hull (Abubakar Salim), fratello maggiore di Addam (Clinton Liberty), tra i nuovi cavalieri di draghi scovati dalla Regina: abbiamo la conferma, entrambi sono figli illegittimi e potrebbero avere un ruolo anche nella successione del Trono di Legno.
il (secondo) confronto tra Rhaenyra e Alicent
Dato che si tratta di una puntata dedicata alle discussioni troppo a lungo rimandate, quella più importante e decisiva (e che farà gioire i fan) è quello tra Rhaenyra e Alicent: questa volta è la seconda a voler parlare con la prima, intrufolandosi di nascosto a Roccia del Drago. Le due amiche/nemiche che un tempo provavano/provano ammettono tutte le invidie e le gelosie che hanno avuto negli anni: Alicent (Olivia Cooke) è pronta ad aprire le porte di King’s Landing, alla regina dei neri, senza spargimenti di sangue, addirittura compiendo una scelta dolorosa sacrificare Aegon, pur di mettere fine a questa guerra civile insensata.
Ed è proprio qui che l'ending non delude: durante questo faccia a faccia si nota quanto le due ancora tengano l’una all’altra anche se il tempo, le dispute e gli uomini delle loro vite hanno cercato di danneggiare il sentimento che le unisce. Alicent è pronta a lasciarsi tutto alle spalle e quel “Come with Me” è stato in aspettato sia per chi vi scrive sia per entrambe le protagoniste. Alicent incredula di averlo detto ad alta voce e Rhaenyra che finalmente sembra riconoscere la sua vecchia amica,( io ho un idea ben precisa sul loro rapporto, del resto ognuno è libero di vederci ciò che vuole, ma il sottotesto è là e sta ognuno interpretarlo). Sta di fatto che questa stagione conferma come Rhaenyra e Alicent siano il centro di HOTD. E questa seconda stagione parla proprio di questo. Di loro alle prese con la possibilità di portare la pace prima di un inevitabile guerra, mentre affrontano la propria autorità messa in discussione in un mondo dominato dagli uomini. Piaccia o no, questa stagione è stata coerente per tutta la sua durata, ecco perchè è finita dove è finita.
Manca il colpo di scena che ha sempre caratterizzato la scrittura di Martin e di Game of Thrones: è assente quell'evento culminante che faccia esplodere il climax narrativo, che invece rimane sospeso ma del resto questo non è Game of Thrones ma il suo prequel e non c'è bisogno che sia uguale in tutto e per tutto. L’episodio si conclude con un montaggio che vede susseguirsi i vari protagonisti, con una musica enfatizzata in sottofondo, le pedine sono pronte e la guerra è oramai alle porte. L’unica nota veramente dolente della conclusione di questa stagione è che dovremmo aspettare due anni per il prosieguo della storia.
Conclusioni
In conclusione il finale della seconda stagione di House of the Dragon è fatto da reunion a lungo rimandate e che apre al futuro per ciò che accadrà. Un futuro che intravediamo attraverso la preveggenza di alcuni personaggi, che omaggiano la serie originale, ma sopratutto il destino che attende i personaggi di questo prequel non c’è che attendere la prossima stagione e di sicuro sarà Fuoco e Sangue.
👍🏻
I confronti tra Rhaenyra e Daemon e Alicent, tra Aemond e Helaena, tra Corlys e Alyn.
l’intera sequenza tra la Rhaenyra di Emma D’arcy e l’Alicent di Olivia Cooke è davvero struggente.
Il ripescare la legittimità della dinastia di sangue Targaryen.
Le visioni e le citazioni a Game of Thrones.
👎🏻
Dovremo aspettare due anni per la continuazione.
#house of the dragon#house of the dragon season 2#rhaenyra targaryen#house targaryen#alicent hightower#hbomax#hbo#hotd 2#hotd#house of dragons#dance of the dragons#hotd season 2#hotd s2#house of the dragon spoilers#hotd3#hotd2#house of the dragon s2#daemon targeryan#aemond targaryen#haelena targaryen#corlys velaryon#jacerys targaryen#baela and rhaena#rhaena targaryen#baela targaryen#emma d'arcy#olivia cooke#matt smith#criston cole#aegon ii targaryen
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Forse, e dico forse, vedere tutti questi film romantici, pieni d'amore, e leggere romanzi strappalacrime hanno scosso e fatto crescere in me un'ideale di persona che, molto probabilmente, non esiste. O forse sì? Che gli sceneggiatori e scrittori si basino sulla realtà o che vogliano farci sognare? Il punto non è nemmeno questo, ad essere onesti, è più un pensiero mio personale che ho bisogno di esternare a qualcuno, magari alla me del futuro che, mi auguro, rileggendo queste parole possa pensare quando io sia sciocca, del passato. Ci sono dei giorni in cui avverto un forte bisogno di scoprire come ci si senta ad essere amata. Sembra stupido, me ne rendo conto, ma vorrei capire e conoscere quel tipo di felicità per vedere e sentire ciò che si prova. Dovessi immaginarlo, penserei a un tocco delicato, dita che sfiorano la pelle, permessi che si chiedono, scuse quando si va troppo oltre; maneggiare anima e corpo come se fossero di cristallo, prendersene cura come se essi fossero la cosa più preziosa e cara che ci sia in questo mondo. Baci lenti, sorrisi, battiti talmente martellanti che il cuore rischia di esplodere fuori dal petto, di uscire e fare salti, capriole; sorrisi timidi, gote arrossate, sguardi fugaci. Mi immagino attenzioni, ricerca nei piccoli dettagli, mancanze, cercarsi ripetutamente tra la folla, fare l'amore con gli occhi, la bocca, i sorrisi, la mente, prima di farlo con il corpo. Qualcuno che ti sproni ogni giorno ad essere migliore, che non si vergogni di te, che sia orgoglioso e fiero della persona che sei; che riesca a baciarti il cuore, l'anima, e che i suoi baci rimangano incastrati sulla pelle. Io lo immagino così l'amore e forse, forse, è questo che vorrei provare.
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Decalogo del 13 agosto
1.
Stai attento quando è il caso e poi distraiti profondamente.
2.
Non dispiacerti delle paure che hai avuto, pensa che avevano una loro necessità.
3.
Sei ancora qui e questo è un miracolo.
C'è sempre qualcuno, qualcosa che ti può rovinare la festa, ma tu gioca d'anticipo, immagina che la festa è adesso e adesso va tutto bene, almeno per qualche attimo sei al sicuro.
4.
Saluta ogni tanto chi non c'è più. Fantastica che sei morto pure tu molti anni fa, forse sei risorto, forse tutti quelli che vedi sono risorti.
5.
I nemici a un certo punto si stancano. L'unico nemico che non si stanca mai è dentro di noi.
6.
Fidati degli sconosciuti, parla coi morti, ricordati l'odore di tua nonna, la sua naturale nobiltà. Ricordati che ogni vita ha poco da salvare ed è quel poco che non ti può togliere nessuno.
7.
Sali le scale come se stessi salendo al cielo.
8.
Spingi forte il carro delle macerie che ti porti dietro e non lamentarti. Immaginati come una grande casa, puoi accogliere tutta la luce del giorno e tutta la notte, ti può essere caro ogni tanto tutto quello che accade.
9.
Scrivi lettere d'amore e ama come si amano i grandi amanti nei romanzi più belli. Immagina che ora sei pronto a farlo, ora hai le forze per fare cose coraggiose, immagina che il tempo passato sia servito a darti coraggio, a predisporti ai miracoli.
10.
Ad ogni piccolo errore che fai rispondi con un gesto d'affetto per te stesso e per gli altri. Considera che se non hai fatto finora errori gravi, difficilmente ne farai in futuro. Tutti a un certo punto veniamo raggiunti da un fondo di saggezza, la saggezza del tempo che si fa scarso. Baciati gli occhi
come un giorno ha fatto tua madre, bacia il cane, il gatto, bacia anche un muro nei momenti più vasti.
Franco Arminio
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Prospettiva strategica, #1
Ieri ho fatto quella telefonata ed è stata una buona giocata. Sono stata bravissima* ad impacchettare questa opportunità che mi sono ritrovata come un successo del team da cui provengo, è stato estremamente facile. Quando formi bene una persona: queste sono parole sue, io non ho avuto cuore di spingermi a tanto, ma chiaramente non ce n’è stato bisogno. Così adesso va tutto bene tra di noi, mentre io ho la mia nuova vita. La conversazione si è spostata immediatamente sui suoi problemi - chiaramente - su quello che c’è da fare. L’ho lasciata prendere le strade che le piacciono, come sempre in questi casi. Ho già in mente un modo per ottenere ancora di più, nel prossimo futuro - come direbbe Linda, si tratterebbe di prendermi ciò che è già mio, che dovrei avere da tempo. Non so se Linda abbia convinto le mille voci di inadeguatezza che affollano il mio cuore, ma a me adesso importa davvero poco, ed inizio a sperare concretamente che anche le voci trovino la morte, magari come un risarcimento per la perdita di Valerio - ma quanto ancora posso migliorare? La persona che si fregia di avermi formata ha detto che questa mia temporanea permanenza aggiuntiva a Berlino è l’occasione perfetta per venirmi a trovare, per provare ad insediarsi anche lei qui: Io mi sono accorta che negli anni ho trascurato questa cosa dell’estero, ma so che mi ricarica ed allora adesso voglio farlo assolutamente, che importa se non so parlare! Se le volessi bene, le darei ragione. Io però la conosco, e per questo non posso amarla: non c’è autenticità nei suoi intenti, non può essere rassicurata perché non si confronta coi suoi veri punti d’ombra. Ho detto alla tedesca che lei vuole venire, ne abbiamo riso insieme e mi ha abbracciata. Letteralmente. Mi ha abbracciata più lei da quando la conosco di mia madre nell’ultimo anno, o di tutti i miei amici. Quando lo fa di solito non so bene cosa fare col mio corpo, ma è evidente che migliori: questa volta le ho addirittura poggiato una mano sulla schiena.
Adesso dovrei decidere lucidamente cosa fare. Il contratto tedesco, con tutta probabilità, inizierà il primo dicembre. Il contratto di casa (per cui ho già ricevuto disponibilità al rinnovo) scade questo lunedì. In più io ho un biglietto aereo per volare a Napoli quello stesso lunedì sera, e non so se prenderlo. Da un lato mi sembra il momento giusto per fermare un secondo solo la giostra (ora che ho la certezza che non solo ripartirà, ma lo farà anche a delle condizioni che ho già imparato ad amare) e ritornare a fare i conti con l’altra casa, quella che pago regolarmente ed in cui fin ora hanno vissuto solo i gatti, che mi mancano tipo ossigeno e verso i quali mi sento colpevole di abbandono. Se tutto va male, poi, ho una ulteriore scialuppa di salvataggio, perché c’è mio fratello che mi aspetta per ospitarmi a Siviglia, e penso che potrebbe essere cosa buona andarci, quantomeno ad annusare la sua vita e mettere ancora un po’ di carne casuale a cuocere nella mia. Altra cosa che succederà (probabilmente) lunedì, però, è l’arrivo della persona con cui volente o nolente dovrò condividere l’appartamento a Berlino. È una professoressa universitaria, viene dal Brasile e mi hanno detto di lei che è una tipa molto alla mano. Se me ne vado, anche se temporaneamente, credo sia il caso di lasciarle la stanza grande, per ritornare poi in quella piccola - ma soprattutto la cosa che mi farebbe strano è che a quel punto non sarebbe più lei ad insediarmi nel “mio” spazio, ma io nel suo. Se me ne vado lunedì per poi tornare ad inizio dicembre ho però anche il non trascurabile vantaggio di poter far partire il nuovo contratto di affitto tedesco direttamente da quel mese, risparmiando un po’ di soldi che potrebbero iniziare a diventare un po’ un problema a breve, considerato il fatto che per il mese di novembre non percepirò alcuno stipendio (chiederò ovviamente la disoccupazione, che sarà però misera e calcolata solo sugli ultimi 20 giorni di lavoro).
Detto questo chissà come continua questa storia. Chissà come mi sveglierò domattina, o stanotte, chissà la parte funzionale di me che cosa mi riserva. Oramai ho capito che non ha senso non fidarmi di me stessa, anche se a volte penso ancora che sarebbe bello avere qualcuno pronto ad ascoltarmi ed a suggerirmi la via. Servirebbe quantomeno a farmi dedurre dalla mia reazione interiore al consiglio cosa ho già inconsapevolmente deciso di fare.
*N.B. Al 02/11/24, da tempo immemore, questa è ancora la prima parola suggerita dal mio cellulare per continuare a comporre la frase quando scrivo il mio nome. Nessuna idea sul funzionamento del relativo algoritmo. Nessuno sforzo compiuto per scoprirlo, come gesto di resistenza ad un certo tipo di bravura.
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In nome dei followers Manuel avrà 5 anni per sempre.
Non ho mai espresso giudizi su fatti e persone, ma stavolta no.
Non se ne può più.
Questa tragedia ha come colpevoli tante persone, in realtà tutti.
La famiglia in primis.
I Genitori classe 1970.
Quaranta e cinquantenni che non han saputo nemmeno inculcare nella testa di questi giovani scollati dalla realtà il senso del pericolo, l’etica, la morale.
Genitori giunti sul posto della tragedia hanno esclamato “tutto si aggiusta basta che non vi siate fatti nulla”.
Poi c’è la società, quella finta democratica perbenista.
Quelli che han permesso che vivere la vita e vivere nel meta verso fosse la
stessa cosa.
D’altronde cosa vuoi che sia tenere incollati bambini a schermi per 5/8 ore al giorno, altrimenti “non posso far niente” no?.
Altrimenti al ristorante non puoi mangiare in pace no?
Una società che a furia di inutili lassismi ideologici ha abdicato figure e ruoli come educatore - genitore, insegnante, prete al nulla di influencer, YouTuber, tiktoker…
L’unico Dio, soldi e potere.
Uno degli assassini ha dichiarato “gli daremo un pacco di soldi ai genitori e tutto torna a posto”.
Il merito della mia generazione è quello di ritrovarsi figli che vivono in una bolla di dissociazione cognitiva dove tutto è possibile.
Dove guidare un mostro da 650 cavalli per 50 ore drogati fa parte delle sfide della vita.
Com era la storia “legalizziamola?”..ecco qui la prova, si muore anche con le canne.
Avete mai guidato un auto che raggiunge i 100 orari in 3 secondi?
Mocciosi che passano dalle auto 50 a mostri solo per il gusto di poterlo fare, di poterselo permettere, diventano roulette russe solo perché possono.
Tutto è concesso in nome di followers, questo è il nostro fallimento, questo abbiamo permesso.
Tutto è acquistabile, tutto, vita inclusa è parametrabile ai soldi.
Hai la Smart? Sei un poveraccio…
Lavori? Studi? Sei uno sfigato…
Ammazziamo un bambino? Si continua a filmare, vuoi perderti la disperazione di una vittima?
“Tutto si aggiusta”.
Beh certo, in questo paese che corre ai ripari solo quando ci sono i morti, che tutela carnefici, che promuove l’ignoranza sacrificando la meritocrazia, in questo paese videogame, tutto si aggiusta.
Basta mettere il gettone giusto come in una sala giochi e tutto ritorna come prima.
Spero con tutto il cuore che non vedano più la luce del sole questi miserabili e tutti quelli che han permesso che questa tragedia accadesse, compreso i followers.
Svegliatevi e recuperate l’educazione dei vostri figli, ne va del vostro e del loro futuro.
Se questi elementi per i bambini diventano esempi da seguire il problema è molto molto serio.
Svegliatevi prima che sia troppo tardi.
Pensate non vi riguardi?
Facciamo un esperimento:
Prendete il telefono dei vostri figli, andate in IMPOSTAZIONI E POI TEMPO DI UTILIZZO e li vi renderete conto di quanto vostro figlio sia lontano dalla vita reale.
Luigi Leonardi
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Domanda seria come diavolo si scrive una lettera di motivazione? E poi perché (ma questo è secondario)
belle domande! non penso esistano risposte sensate: il "come" è frutto di un affinamento di tecniche nonché di crescente disperazione, lettera dopo lettera. il "perché" credo sia per placare qualche demone infernale che si nutre dell'ansia di giovani ansiosi di procacciarsi un futuro in un mondo di spietatissima competizione popolato da persone una più pretenziosa dell'altra, non per sana ambizione ma proprio per rispetto della nobile arte del vincere il campionato clandestino di rottura di coglioni ai danni del prossimo. se provo a mettermi nei panni di chi le deve leggere, queste lettere, posso al massimo spiegarmele nell'ottica di "vediamo chi si sa presentare bene, senza sembrare scazzat* [ma anche senza peccare di eccessiva presunzione, aggiungerei io]"
tornando alle dritte per una lettera di motivazione che ti può aprire almeno la porta di casa tua - ma senti, io non ci sputerei sopra - direi:
parte con le intestazioni (Gent.mo Prof., All'attenzione di, To Whom it may concern...)
Mi chiamo XY e sono ..../faccio .../frequento... (varie ed eventuali per contestualizzare, ad es.: nell'ambito del corso di, in vista della tesi, essendomi laureat* e volendo proseguire con... ) intendo candidarmi per
ah una cosa importante: riciclo suggerimento che mi fu dato e che mi pare spendibile: via i condizionali, i "credo" etc. e usare "ritengo di avere le capacità per", "so di essere la candidata giusta per questa posizione", "sono sicur* di...". inoltre un minimo fisiologico di pretenziosità ci va per forza e quindi abbondiamo (ma con sapienza) con i nostri successi e i nostri punti di forza: se hai la media del 35 lo dici, se hai preso 130/110 lo menzioni, se sospetti di essere brillante dici che sei più brillante dell'argenteria appena lucidata etc. ci siamo capit*
tornando alla trama: qui comincia una serie abbastanza schematica che ovviamente va adattata in base all'obiettivo per cui si scrive ma che più o meno deve trattare i seguenti punti (dando più o meno enfasi alla sezione che pesa di più per ottenere il posto - anche qui dipende): istruzione e risultati ottenuti; eventuali attività extra attigue all'istruzione; attività lavorative se ce ne sono (NB attività attinenti alla posizione desiderata? ottimo. non c'entrano una mazza? allora paragrafino dove tessi le tue lodi dicendo che hai saputo applicare le tali e tal altre skills nei contesti x e y e che ti tornerebbero utilissime per fare un ottimo lavoro nel contesto anelato); interessi di ricerca se è qualcosa di accademico (anche per dire che stai scrivendo la tesi in ambito x o che ti piacerebbe proseguire nel campo y con lo stage...); soft skills varie (qui è letteralmente scrittura creativa). senza esagerare, un piccolo paragrafino per argomento
fa parte della lista ma lo isolo per dargli visibilità: l'imprescindibile paragrafo in cui spieghi che per tutti i motivi di cui sopra che ti rendono la persona che sei oggi non puoi che voler ricoprire la posizione/fare l'esperienza per cui ti stai candidando, che è proprio il risultato di un magico allineamento di pianeti e che riuscire nell'impresa sarebbe determinante per il resto del tuo futuro (una saggia dose di pathos è preferibile). lasciando (elegantemente, però) intendere che non sei solo tu a volere loro, ma anche loro, sotto sotto, stavano aspettando proprio te
una parte in cui dici che questa esperienza ti arricchirebbe tantissimo e che sai con assoluta certezza che è la cosa giusta per te e tu la persona giusta per il lavoro, che sai rispondere alle sfide e che sei fortissim* etc etc
grazie per l'attenzione e per l'opportunità, cordialmente, firma
e per il resto vai con dio. chiaro che ogni volta si debba ridimensionare il tutto in base a spazi ristretti, richieste spcifiche etc etc. ma questo è un po' lo stampino di partenza
spero di averti dato consigli utili, un abbraccione e in bocca al lupo <3
#poi io so fare le lettere per il macro ambito in cui opero#se vi serve sapere come ci si candidi per il corpo di ballo della scala no idea
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George Orwell avvertiva che saremmo stati sopraffatti da un'oppressione proveniente dall'esterno, Huxley invece affermava che non ci sarebbe stato nessun "grande fratello" a privare le persone della propria libertà, ma sarebbero state le persone stesse ad iniziare ad amare la propria oppressione. Orwell temeva quelli che vietavano i libri, Huxley temeva la possibilità che in futuro si potesse arrivare a un punto in cui le persone stesse non avessero più alcun desiderio di leggerne uno.
Orwell era preoccupato da coloro che ci avrebbero privato di informazioni, Huxley da coloro che ce ne avrebbero date così tanto che saremmo stati ridotti alla passività e all'egoismo. Orwell temeva che la verità venisse tenuta nascosta, Huxley che sarebbe annegata in un mare di informazioni tali da divenire irriconoscibile. Orwell profetizzava che saremmo diventati una cultura prigioniera, Huxley che saremmo diventati una cultura insignificante. Ebbene, la nostra fase storica ci sta progressivamente regalando un ibrido mostruoso tra queste due visioni. Il biennio attuale ha segnato una forte accelerata in questa folle discesa agli inferi, ma anche un'accelerata verso il passaggio che lo seguirà, l'inizio cioè di una nuova fase, di un periodo di totale e assoluto rinnovamento.
Riporto a tal proposito un pensiero di un fine intellettuale, oltre che il più grande dei cantautori italiani, Fabrizio De André che disse :
"Mi fa paura questo sistema che considera gli uomini meno importanti dei capitali : tant'è vero che i primi sono molto meno liberi di circolare dei secondi. È una cosa ignobile e pericolosa il fatto che gli uomini valgono meno delle monete. Infatti il mercato delle monete è libero: schiacci un pulsante e trasporti patacas da Macao a Madrid, ne schiacci un altro e le obbligazioni della Repubblica Ceca finiscono a New York. Gli uomini no: prima di presentarsi ai punti di imbarco e sbarco devono attraversare oceani di folla e di carte bollate. Va già bene che non abbiano istituito il marchio a fuoco. Ma chi la produce questa ricchezza? Gli uomini..che purtroppo si dividono ancora in due categorie: quelli che del denaro approfittano e quelli che devono rimanere fermi e controllati. "
Parole pesanti come macigni e terribilmente attuali.
Sfruttatori e sfruttati, poveri e ricchi, ma tutti facenti parte di questa umanità la cui coscienza si è persa nei meandri della società moderna. Annegata in mare con l'ultimo naufragio, l'ennesimo disastro umanitario annunciato.
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FREEZE CORLEONE,
IL PROTOTIPO DEL NUOVO RAGAZZO EUROPEO: GENITORI DIVORZIATI CHE NON SI PARLANO, MULTIETNICO, MULTICULTURALE E CANTANTE TRAP.
Mentre in Italia si discute della pesca di Esselunga e se non sia un desiderio legittimo vedere i propri genitori tornare insieme c'è chi sta AVANTI e per trovarlo basta valicare le alpi
Ma per conoscerlo dobbiamo fare un bel passo INDIETRO, diciamo ai primissimi anni 90.
Siamo in Sicilia, esattamente a Palermo e la protagonista di questa storia è una ventenne centrosocialara. Erano i primi tempi della globalizzazione e tra le altre cose un po' tutti conoscono nuovi costumi e nuove culture che a sinistra vengono assunte come salvifiche e come necessarie per cambiare la società italiana in meglio: "immigrati non lasciateci soli con gli italiani" insomma, quella roba lì.
La ragazza palermitana, coerentemente col suo pensiero, ospita a casa un immigrato del Senegal con cui ovviamente fa subito un figlio che nei suoi pensieri è femminista, meticcio, di sinistra e laico.
Diciamo che non va proprio così ma questo lo vedremo dopo.
Quello che lei vede subito è il suo amato scappare dalla camera da letto per tornare nel suo paese, dove lo aspettano le sue otto mogli. D altronde è quella la sua cultura e forse la ventenne siciliana non lo sapeva cosi trovandosi da sola emigra a Parigi dove nasce il piccolo Lorenzo con la promessa che un giorno il padre sarebbe tornato mettendogli quindi il suo cognome, Dhakate.
Il padre effettivamente torna ma 11 anni dopo. Nella versione senegalese dell' islam la madre deve crescere il bambino fino a quando non c è il primo segno di pubertà. Arrivato quel momento la responsabilità dell' educazione è del padre che lo prenderà sotto la sua ala protettrice e gli insegnerà la parola del Profeta.
Lorenzo viene iscritto in un college in Canada, dove vive il ramo maschile della sua famiglia, ma sembra poco interessato allo studio dato che inizia subito la carriera che più gli interessa: lo spacciatore, in particolare di Lean ( una droga sintetica sciroppata a metà strada tra popper e cocaina inventata dai chimici inglesi per Churchill di cui era ghiotto).
A 20 anni però l'imprevisto: gli salta il carico della vita perché arrivano centinaia di litri di prodotto falso dall' Alaska.
Dopo la crepa presa non si perde d animo e si trasferisce in Francia, dato che è cittadino transalpino grazie allo ius soli, e li inizia a fare musica trap in versione "Cloud drill" , la nuova tendenza molto più ambiente filosofica proveniente da Londra. Diventa subito discretamente famoso grazie alla sua crew, i 667 ( "un numero in più di SoroSSatana con cui non scendiamo a patti") nel suo sobborgo, LES Liles, dove approfondisce la sua cultura politica e religiosa e diviene simpatizzante dell' ideologia nazionalsocialista e praticante dell' islam radicale, la versione wahabita.
E li diventa FREEZE CORLEONE, il nuovo astro nascente della trap francese e tutti scommettono sul suo futuro.
Ed a ragione perché il suo momento col destino lo vive l'undici settembre, data scelta diciamo non a caso, nel 2020, all uscita del suo primo disco, "La Menache fantome" con etichetta la major Universal.
" Determinato ed ambizioso come un giovane Adolf negli anni 30"
" La musica dei bianchi fa schifo ma noi ne@ri arriviamo sui carrarmati tedeschi e conquistiamo Parigi"
" Fratello Bin L. guidaci a New York in modalità avion"
" Vado in campo e smarco gli ebrei sulla Maserati come fa Marco Verratti"
" Israele come Babilonia, nel nome del Profeta"
Le sue canzoni diventano subito inni nelle banlieue, in particolare la sua dove detta legge ( qui vigono solo tre valori: l'Islam, il verbo di Adolf. H. e la Lean dichiarerà nella sua prima Intervista), la Universal si rende conto di aver fatto un autogol e rescinde il contratto per giusta causa. "Ma ormai è tardi" direbbe qualcuno.
Difatti Lorenzo sta già a due dischi di platino dopo solo un mese e questo fa arrabbiare non poco il ministro degli interni, il falco macroniano Gerardo Dermanin.
Quest' ultimo quindi posta su Twitter una canzone di Corleone affermando che "questa immondizia antisemita non ha diritto di cittadinanza in Francia" ricevendo svariate critiche dai giovani di seconda generazione che gli fanno presente che se Charlie Hebdo può fare certe vignette allora anche Corleone può cantare le sue canzoni in cui inneggia ai campi di concentramento, all invasione tedesca dell' Europa e all undici settembre.
Non fa una piega se non fosse che proprio Lorenzo risponde al twit affermando "che se ne frega tutti i giorni della Shoah".
Così scatta immediatamente il mandato di arresto per lui che però riesce a fuggire in Senegal dove compra proprio un carrarmato con cui giura di invadere la Francia dove torna dopo otto mesi, decaduta la pratica di arresto, e realizza insieme al suo amico Julienne Schwarzer il singolo più venduto e famoso della storia della Trap francese "Mannschaft".
Arriva a 5 dischi di platino nel frattempo e con la sua crew detta legge nei locali di mezza Europa vestiti con le tute del Psg e del City( le squadre più forti in Europa a proprietà ovviamente araba wahabita) anche se Lorenzo in particolare esibisce sempre quella della Roma di cui è tifoso, in primis nella sua foto più famosa dove usa 1kg di hashish come guancialino a destra e a sinistra.
Chissà che ne pensa la madre che voleva un bimbo aperto, di sinistra e multiculturale e si ritrova come figlio il trapper più famoso in Francia di simpatie nazionalsocialiste, islamista, misogino e maschilista.
Una pesca dell' Esselunga sciroppata alla Lean per tutti, barista.
[Dario Berardi]
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