#bellico
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roughridingrednecks · 1 year ago
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Bellico
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primepaginequotidiani · 21 days ago
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PRIMA PAGINA Il T di Oggi mercoledì, 29 gennaio 2025
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lanotteviene · 1 year ago
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Letteralmente qualsiasi industriale che si riempie la bocca di parolone e buonismi invece che prendere una pagina dal libro di Olivetti deve chinare il capo e sapere da che parte sta. se vuoi che la tua compagnia faccia del bene e non dia solo uno stipendio a un numero x di persone devi pagare bene i dipendenti, offrire benefici accessori, sostenere l'unione a sindacati specialmente se locali e autogestiti, investire a beneficio della comunità. tutto il resto è aria fritta 
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birchbow · 2 years ago
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(reblogging over here because this was the entire inspiration for how feeder Rissan talks)
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Silenzio e onore" di Danielle Steel: un amore proibito sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. Recesnione di Alessandria today
Una giovane giapponese in America: tra amore, guerra e pregiudizi
Una giovane giapponese in America: tra amore, guerra e pregiudizi Biografia dell’autrice Danielle Steel, nata il 14 agosto 1947 a New York, è una delle autrici più prolifiche e amate al mondo. Con oltre 190 libri pubblicati, le sue opere spaziano dal romanzo rosa al dramma familiare, affrontando tematiche universali come l’amore, la perdita e la resilienza. Tradotta in più di 40 lingue, ha…
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tremaghi · 11 months ago
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Vieni, primavera, vieni a svelare la bellezza del fiore celata nel bocciolo tenero e delicato (Rabindranath Tagore)
Oggi é il primo giorno di primavera, arrivata con un giorno di anticipo rispetto al canonico 21 marzo, quando inizia il Grado Zero dello zodiaco, ovvero il principio di un nuovo ciclo con il segno dell’Ariete. Diversamente da quanto molti pensano, l’equinozio primaverile non dura l’intero giorno, bensì un singolo istante e precisamente nell’emisfero boreale alle 4:06 (ora italiana), ovvero quando…
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, rinvenuto ordigno bellico a pochi metri dal luogo dell'uccisione dei 5 bambini
L’ha trovato un cercatore di funghi, uscito stamane nel bosco Peschieta, a poche decine di metri dal luogo in cui furono uccisi i 5 bambini il 1° dicembre 1951. L’uomo si è trovato di fronte ad una bomba, apparentemente di mortaio, però sembra priva di spoletta. Sul posto i vigili urbani e i carabinieri. Si attendono gli artificieri. per restare aggiornati ✓ Subscribed
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assowebtv · 1 year ago
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BRESCIA: ORDIGNO BELLICO RITROVATO VERRA' DISINNESCATO NEL WEEK END
Domenica 22 ottobre verranno effettuate le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico ritrovato allo scalo merci di via Vergnano lo scorso settembre: entro le 9 (e indicativamente fino alle 14) dovranno essere evacuate tutte le abitazioni della zona interessata, che comprende via Del Rampino 30, via Lunga (dal civico 2 al 30 e dal 35 al 53), via Rose di Sotto (dal civico 32 al 40 e dal 107 al…
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falcemartello · 3 months ago
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Lo si vede in questi giorni dopo la vittoria di Trump, con un proliferare di crolli nervosi che emergono in rete e nella pubblicistica di fronte alla “vittoria del Male”, ma lo si vede continuamente in mille contesti.
Lo abbiamo visto nei giorni del Covid, dove abbiamo cercato di giustificare esibizioni di malvagità, crudeltà, auspici di morte con la dinamica psicologica della paura.
Lo vediamo nel modo in cui si sviluppano (o meglio NON si sviluppano) i discorsi sulle tematiche del “politicamente corretto” dove ogni discussione aperta è impossibile e dove sensibilità isteriche pronte a scatenarsi sbranando “il Male” sono onnipresenti. Lo vediamo nella demonizzazione delle alterità politiche sul piano internazionale.
Ciò che colpisce è come questa tendenza allo scontro inconciliabile, alla repulsione senza sconti né mediazioni, avvenga proprio nell’epoca per eccellenza della “fine delle ideologie”, della “fine delle grandi narrazioni”, della “secolarizzazione”.
Ciò che colpisce è come questa tendenza allo scontro inconciliabile, alla repulsione senza sconti né mediazioni, avvenga proprio nell’epoca per eccellenza della “fine delle ideologie”, della “fine delle grandi narrazioni”, della “secolarizzazione”.
Per come ci sono state raccontate molte vicende storiche, siamo abituati ad associare lo scontro senza esclusione di colpi all’attrito tra identità forti, identità collettive irriducibili, visioni del mondo radicalmente alternative. La modernità (o postmodernità) ci è invece stata spesso venduta come il luogo dove abbiamo sì sacrificato forti radicamenti, visioni ambiziose e palingenetiche, ma almeno lo abbiamo fatto nel nome della pace, della fratellanza, della pacifica convivenza in un “villaggio globale” esente da contrapposizioni radicali. Solo che le cose appaiono alquanto diverse da quanto ci è stato fatto balenare. Nel secondo dopoguerra abbiamo assistito alla capacità di riconoscimento reciproco e persino alla collaborazione pragmatica, di soggetti che pochi anni prima si erano sparati addosso, di appartenenti a visioni del mondo davvero nettamente divergenti. Democristiani e comunisti erano portatori di ideologie robuste e profondamente diverse, e tuttavia riuscirono a produrre quel mirabile ed equilibrato documento che è la Costituzione.
Persino gli ex fascisti vennero reintegrati, con la sola clausola che non pretendessero di riproporre tale quale la proposta politica che aveva portato il paese al disastro bellico (divieto di ricostituzione del PNF).
Oggi che ovunque in Occidente la “politica dell’alternanza” è alternanza tra varianti della stessa ideologia liberale, con una sovrapponibilità delle politiche al 90%, proprio oggi l’odio inconciliabile tra le parti, il mutuo disprezzo sembrano essere le caratteristiche dominanti. Come è possibile?
Ecco, credo che per capire questo stato di cose noi dobbiamo prima comprendere qualcosa di fondamentale intorno alla forma delle contrapposizioni umane.
Una contrapposizione di carattere ideale, quali che siano le idealità a confronto è una contrapposizione che si muove pur sempre in una sfera umanamente condivisibile, almeno di diritto: la sfera delle idee appunto.
Un’idea diversa da un’altra, una ragione inconciliabile con un’altra ragione sono pur sempre idee e ragioni, e come tali sono potenzialmente condivisibili: è possibile cambiare idea, è possibile comprendere le ragioni altrui.
Questo significa, banalmente, che due visioni del mondo articolate in idee e ragioni, per quanto possano essere diverse, sono comunque parte di un comune gioco umano.
Il processo di disumanizzazione avviene invece in forme diverse, essenzialmente prepolitiche, tipicamente radicate in variabili naturali. Il caso idealtipico è naturalmente il razzismo, dove qualunque cosa il “razzialmente-diverso-e-inferiore” faccia o dica diventa irrilevante, perché niente potrà cambiare la sua “inferiorità naturale”.
Ma questa sfera naturale e prepolitica è, in effetti, divenuta nel discorso pubblico contemporaneo la sfera dominante.
Così, non rileva se Trump e Harris avessero contenuti decenti o indecenti, seri o ridicoli; a questione seriamente discussa diventa: “Com’è possibile che le donne, o gli immigrati, o i “colored”, ecc non abbiano votato per <<uno dei loro>>?” La differenza politica in primo piano ora appartiene ad una sfera prepolitica, naturalistica, impermeabile alla ragione.
L’aver trasformato la politica in una competizione tra gruppi di interesse, lobby, e l’aver svuotato la sfera ideologica convergono nel trasformare il discorso pubblico in una sorta di “razzismo universale”.
Che le differenze siano di “razza”, “genere”, orientamento sessuale, etnia, o che trascolorino in giudizi di ordine psichiatrico, epidermico, antropologico, comunque ci troviamo su di un terreno dove le ragioni non hanno più cittadinanza: resta solo la ripulsa (o l’attrazione) istintiva.
La distruzione della sfera politica, nutrita e alimentata per decenni dal “pilota automatico dell’economia”, è arrivata al capolinea, producendo una nuova forma di tribalismo naturalistico, di “razzismo universale polimorfo”, che non conosce più alternative all’esclusione dell’altro, eventualmente al suo annichilimento.
Lungi dall’essere il viatico per forme di pacifica convivenza, la distruzione delle identità politiche e delle ideologie porta con sé il germe del conflitto senza limiti.
Le premesse per un futuro di guerre civili all’interno e disposizioni genocide all’esterno sono state poste.
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3nding · 12 days ago
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L'assetto mondiale post bellico e guerra fredda sabotato dagli USA anche a mezzo dell'uomo più ricco del mondo che coincidentalmente è anche un nazi di merda. Pieni di villains e senza supereroi. (Con contorno di clima, microplastiche e pandemie). Non conosco distopie letterarie e cinematografiche così.
Almeno ci facessero sopra un graphic novel per chi sopravviverà.
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soupy-wildcat281 · 5 days ago
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5.000.000.000 Dopo Cristo:
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La scienza moderna si é impegnata negli ultimi anni dell'umanitá (stiamo parlando del 40° secolo) nella ricerca e nella produzione di mutazioni genetiche al fine di rendere i gatti eterni, immortali.
Il progetto riuscí, l'obiettivo: riuscire a mantenere e preservare la vita dei gatti per utilizzarli come strumento bellico, per la guerra dunque.
Parte degli ultimi fondi delle organizzazioni scientifiche americane andarono anche alla creazione di un satellite artificiale felinoide; aveva i geni di un gatto bianco, il fine era quello di asserire supremazia su tutti i popoli, un po' come fu con l'allunaggio durante la guerra fredda.
Nel 4453 fenomeni atmosferici disastrosi, causati da un cambiamento climatico ormai implacabile, colpiscono la Terra, sbattendo in faccia le conseguenze dei governi turbo-capitalisti, colonialisti, imperialisti e delle loro violenze verso l'umanità, nonché verso la Terra; è una donna l'ultimo superstite, muore il 17 agosto.
I gatti? Loro stanno bene.
É la velleitá dell'umano, che tanto voleva comandare il mondo sfruttando i mici, a portare a nient'altro che alla vittoria felina e alla loro completa dominazione sul mondo.
Nel 5.000.000.000 Dopo Cristo (ormai cambiato dai gattini in "Dopo Garfield") avviene lo scontro tra la Via Lattea e la "galassia andromeda", la conseguenza é la completa distruzione di ogni pianeta al loro interno (terra compresa).
È così che milioni, se non miliardi, di gatti immortali vennero scaraventati a destra e a manca nell'intero universo, impotenti contro la mancanza di un'atmosfera, impotenti contro il nulla.
Finí cosí la storia della terra.
Questa é la mia predizione del futuro!
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roughridingrednecks · 1 year ago
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Bellico
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gregor-samsung · 6 months ago
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“ «Mi ha detto che scrive romanzi, un bellissimo lavoro, ma è molto complicato. Nessuna specie in natura lo sa fare, solo gli esseri umani. Conosce altre lingue oltre l’italiano?» «L’inglese, il francese, più o meno lo spagnolo... Sto studiando il coreano.» «Preferirebbe non saper fare nessuna di queste cose a patto di non ammalarsi mai? Gli organismi unicellulari non sviluppano neoplasie, ma non imparano lingue. Le amebe non scrivono romanzi.» Si guardarono per un tempo che a entrambi parve lunghissimo, durante il quale lei ebbe la certezza che, al contrario del Risiko iniziale fatto di nuove colonie avide di pozzi iracheni, quelle specifiche parole l’oncologo le avesse trovate solo per lei. Fino a pochi minuti prima aveva avuto mille domande. Questioni su quanto sarebbe stato lungo il combattimento che stava per affrontare. Se aveva qualche possibilità di vincerlo. Quanto tempo aveva per lottare. Voleva gli estremi dello scontro, il piano militare. Ma l’inadeguatezza del registro bellico, quello con cui aveva sempre sentito definire il rapporto con una malattia mortale, ora la ammutoliva. Era colpa del medico, ovviamente. Le parole che quell’uomo aveva usato cambiavano lo scenario simbolico e la costringevano a muoversi verso un obiettivo che non le era familiare: il patto di non belligeranza. Quello che doveva essere un avversario da distruggere le era appena stato dipinto come un complice della sua complessità, una parte disorientata del suo corpo sofisticato, un cortocircuito del sistema in evoluzione, niente di più di un compagno che sbagliava. Non era abituata a perdere a parole. Qualunque battaglia avesse immaginato di fare alla malattia, ora suonava come un progetto autolesionista. Di far guerra a sé stessa non aveva voglia né forze. “
Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori, maggio 2023¹; pp. 10-12.
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sistemabibliotecariomilano · 10 months ago
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Primavera di libri
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Torniamo a suggerirvi nuove letture e film “raccomandati” dai vostri bibliotecari di fiducia.
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Un autentico caso letterario l’inedito di Gabriel García Márquez Ci vediamo in agosto, che, come narra la leggenda a proposito dell’Eneide di Virgilio, l’autore avrebbe voluto distruggere: “un omaggio alla femminilità, una storia di libertà e di desiderio che non si sopisce con l’età e nemmeno con l’amore coniugale”. I figli hanno consentito la pubblicazione di questo breve romanzo, che esce in contemporanea in tutti i paesi e ci delizia come una sorpresa inaspettata, nonostante la volontà del suo artefice, forse troppo esigente con sé stesso.
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Tutt’altro che deprimente, Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna è ormai diventato un classico. Scritto con stile quasi cronachistico, la sua apparente freddezza (che peraltro ben si addice alle gelide lande della Finlandia da cui provengono i personaggi del libro) non fa che accrescere l’ironia, magari un po’ macabra, di cui è pervaso. “… ogni giorno è per ciascuno sempre il primo della vita che gli resta da vivere, anche se siamo troppo occupati per rendercene conto” è la sintesi filosofica di un romanzo divertente, originale, che si risolve in un inno non banale alla vita, alla solidarietà, all’amicizia. Un vero toccasana “per tempi agitati”, citando Mauro Bonazzi, come sono quelli in cui ci troviamo a vivere. Dalla postfazione di Diego Marani: “Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si risolve delicatamente, come una risata di cui resta solo il gioioso ricordo, nell’acqua increspata d’un lago, nel vento della sera, nell’odore di foraggio appena tagliato. … In questo libro la grande beffata è la morte”.
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Ambientato a Bologna durante le festività natalizie tra la fine del 1953 e l’inizio del ’54, Intrigo italiano di Carlo Lucarelli ci ripropone la compagnia del commissario De Luca, sempre ombroso, inappetente e drogato di caffeina. Lo accompagna un giovane poliziotto che lo introduce negli ambienti musicali degli amanti del jazz, di cui era appassionato un noto professore morto in circostanze non chiare. Ma il mistero si infittisce quando anche la vedova viene trovata uccisa e De Luca stesso è controllato dai Servizi Segreti. Non siamo più in tempo di guerra mondiale, ma di guerra fredda e anche i migliori si devono aggiornare. Un giallo di classe, con una ricostruzione storica sempre molto accurata. È del 2022 il ritorno del commissario Marino, segretamente ma attivamente antifascista, in Bell’abissina, dopo l’esordio del 1993 con Indagine non autorizzata, quando era ancora soltanto ispettore. Si tratta di un cold case soltanto apparente, perché la serie di delitti, legati da somiglianze via via sempre più chiare, si protrae dal passato al presente pericolosamente minacciato dall’imminente scontro bellico. Marino ha un temperamento diverso da quello di De Luca e si getta anima e corpo in questa indagine che coinvolge corrotti fiancheggiatori del regime. Un incontro, come dice l’autore stesso nei Ringraziamenti, tra la storia, con la s minuscola, frutto di fantasia, e la Storia, quella del secondo conflitto mondiale che Lucarelli conosce molto bene e che ha trattato anche in diverse trasmissioni televisive.
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Irresistibile la doppietta di Simenon che vi proponiamo. Gli altri, inedito in Italia fino alla pubblicazione di Adelphi del 2023, è scritto in forma di diario-confessione e ci guida con il suo ritmo irresistibile tra i meandri di un suggestivo castello francese, che racchiude, ça va sans dire, una morte misteriosa, una giovane e affascinante castellana, nonché un burbero e attempato maggiordomo, sospettosamente depositario di ogni segreto… Come sempre, con pochi abili tratti l’autore descrive una serie di personaggi che non potrebbero essere fra loro più diversi, anche se appartenenti alla stessa famiglia: la sua penna riesce a far sembrare del tutto naturali e accettabili legami apparentemente inconciliabili e al limite della moralità. Il finale è riservato all’apertura del testamento: a chi andrà la cospicua eredità del vecchio Antoine Huet? Ma soprattutto: in che modo la ricchezza influirà sulla vita e le abitudini dei protagonisti? A voi il piacere di scoprirlo. Il romanzo La prigione inizia ex abrupto con un misterioso omicidio, su cui la polizia indaga. Ma duplice è la ricerca intrapresa dall’autore: da una parte il movente del delitto, dall’altra la psicologia del protagonista, costretto a scavare nella sua vita per scoprire su sé stesso e sulle persone che gli erano più intimamente vicine segreti che ignorava o che, più probabilmente, cercava di rimuovere per superficialità, paura o inadeguatezza. Così la prigione diventa una metafora per descrivere una vita fasulla che implode in un solo istante di un giorno d’autunno. Al di là del caso limite rappresentato dal fatto di sangue e delle inevitabili differenze di carattere, è talmente accurata l’analisi psicologica che ogni lettore potrebbe ritrovare qualcosa di sé nell’indole del protagonista e comprendere i suoi atti apparentemente privi di logica. Simenon, come sempre, con ritmo inesorabile e accanito vaglio introspettivo ci conduce all’unica soluzione possibile.
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Furio Scarpelli e Agenore Incrocci hanno firmato, sotto la nota sigla di Age&Scarpelli, “le più memorabili sceneggiature dell’epoca d’oro del cinema italiano”, da Totò le Mokò di Bragaglia, a La banda degli onesti di Mastrocinque, C’eravamo tanto amati di Scola, I soliti ignoti, L’armata Brancaleone e La Grande guerra di Monicelli, per citarne solo una minima parte. Tra gli inediti di Scarpelli che Sellerio sta ripubblicando (è del 2019 Amori nel fragore della metropoli) vi consigliamo Si ricorda di me, signor tenente?, romanzo che introduce i protagonisti alternando, con la tecnica del flash back, la narrazione contemporanea al memoriale di guerra. Lo scavo nel complesso passato del personaggio principale porterà alla luce gravi traumi, profondi e rimossi sensi di colpa. Ma chi è lo sgangherato seccatore che apostrofa con la domanda del titolo il vecchio Giulio, tranquillo pensionato che passeggia per le vie della Milano del 1999? Un truffatore, un commilitone o un rigurgito della sua coscienza addormentata? Si legge piacevolmente tutto d’un fiato.
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Per una lettura diversa dal solito vi proponiamo Nightmare Alley, La fiera delle illusioni di William Lindsay Gresham, “una tipica storia noir”, da cui sono stati tratti ben due film: un classico con il fascinoso Tyrone Power in una veste per lui inedita e il recentissimo remake di Guillermo Del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Willem Dafoe. Diviso in due parti (con un finale ad anello): da un lato il fantastico, bizzarro, grottesco mondo del circo, con i suoi misteri e le sue crudeltà; dall’altra quello dell’alta borghesia, non meno pericoloso. In sintesi, il libro e i due film sono “Tre facce della stessa storia che presentano tutte letture degne di essere lette e viste per una storia che potrebbe benissimo svolgersi anche al giorno d’oggi. I prestigiatori, che siano o meno appassionati di mentalismo/spiritismo, vi troveranno molti spunti interessanti.”
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Un prezioso suggerimento dal passato: se vi fosse sfuggito, potete rimediare cogliendo dai nostri scaffali Il peso falso di Joseph Roth. Un autentico gioiello che mischia allo stile formulare dei poemi omerici, un’autentica passione d’amore e una finissima riflessione sull’essere umano, dominato dai suoi difetti, quasi deterministicamente volto verso il male, incapace di sfuggire alla tentazione del peccato, anche quando è mosso dalle migliori intenzioni. I temi sono quelli consueti della poetica di Roth, e spesso tornano anche gli stessi personaggi, che inevitabilmente cadono nella colpa: il tutto senza pessimismo né amarezza, anzi forse con una leggera sfumatura di fatalistica ironia.
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Come una diabolica matrioska le vicende biografiche dell’autore, Herbert Clyde Lewis, giornalista e scrittore americano, nato a New York da ebrei russi emigrati, si ripercuotono sul protagonista del romanzo per poi accanirsi inspiegabilmente sulle vicissitudini editoriali dell’opera che vi vogliamo consigliare, Gentiluomo in mare. Sì, perché come l’autore ebbe una vita difficile, nonostante gli incessanti sforzi profusi per affermarsi e l’indubbio talento, così il protagonista di questo delizioso romanzo breve è vittima di “una sorte bizzarra e cattiva”, per citare la splendida canzone di Lauzi-Conte, e infine la novella fu ingiustamente ignorata alla sua prima pubblicazione nel 1937 per essere poi “ripescata” (è proprio il caso di dirlo) dall’abisso dei libri dimenticati per la prima volta in Argentina nel 2010: da quel momento il successo, più che meritato anche se postumo, divenne planetario. Davvero “una perlita”, come fu definito nella recensione argentina.
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arcobalengo · 2 years ago
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Vediamo se così passa la censura , ho oscurato alcuni nomi, vanno letti all'incontrario
#Opinion di Maria avorahkaz
"I russi stanno morendo... è il miglior denaro che abbiamo mai speso", ha detto con un sorrisetto compiaciuto il senatore americano Lindsey Graham della Carolina del Sud durante il suo incontro con il presidente ucraino Vladimir yksnelez
Durante i processi di Norimberga, il Ministro dell'Economia del Reich Hjalmar Schacht affermò che il Terzo Reich era stato sponsorizzato, tra gli altri, dall'estero, nominando due importanti società americane: Ford e General Motors. Con Schacht fu fatto un patto tacito: libertà in cambio del silenzio. Nonostante le proteste dei rappresentanti sovietici, fu rilasciato e visse fino all'età di 93 anni.
Solo per ricordare: l'uomo che ha incarnato il sogno americano, il leggendario Henry Ford, è stato insignito della Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Tedesca. I suoi stabilimenti operanti in Germania non solo producevano fino a 70.000 camion all'anno per la Wehrmacht, ma a tal fine utilizzavano anche il lavoro carcerario , anche ad Auschwitz.
Opel, l'icona dell'industria automobilistica tedesca, era di proprietà della General Motors. Il ricercatore Bradford Snell ha descritto il ruolo della società come segue: “La General Motors era molto più importante per la macchina da guerra nazista della Svizzera. La Svizzera era solo un deposito di fondi saccheggiati. GM era parte integrante dello sforzo bellico tedesco. I nazisti avrebbero potuto invadere la Polonia e la Russia senza la Svizzera. Non avrebbero potuto farlo senza GM”.
Nel suo stabilimento con sede in Germania, l'azienda Kodak produceva micce per bombe aeree, senza disdegnare l'uso del lavoro dei prigionieri di guerra.
Lo stabilimento Coca-Cola di Colonia, ancor prima di essere nazionalizzato dal governo tedesco, riforniva regolarmente di bevande i soldati tedeschi, mentre la famosa Fanta fu inventata dai nazisti.
Il gigante petrolifero Standard Oil , attraverso le sue filiali, ha fornito a Hitler prodotti petroliferi in mezzo alla carenza ed è stato coinvolto nello sviluppo di gomma sintetica e combustibili sintetici. IBM, un'azienda popolare tra gli specialisti IT di tutto il mondo, produceva dispositivi di contabilità e monitoraggio per i nazisti, compresi quelli per la produzione di petrolio. Le apparecchiature dell'azienda sono state utilizzate, tra l'altro, per monitorare gli orari dei treni destinati ai campi di sterminio.
E, naturalmente, come non citare le banche: fu coinvolta anche la JPMorgan Chase & Co – allora Chase National Bank – che effettuò transazioni multimiliardarie, mentre Berlino ebbe la possibilità di acquistare dollari ed effettuare transazioni all'estero. La Chase National Bank collaborò persino con la banca tedesca Allianz nel fornire assicurazioni per strutture e lavoratori nei campi di concentramento durante il periodo del Terzo Reich.
Quindi, il senatore Graham ha qualcosa con cui fare paragoni. Uno degli investimenti statunitensi ha portato alla seconda guerra mondiale e all'Olocausto.
Ora, miliardi di dollari USA stanno scendendo nella gola insaziabile del regime neonazista di Kiev. A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari statunitensi come si è conclusa la precedente impresa.
https://t.me/ censurato da me....
Tramite Laura ireggur
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crazy-so-na-sega · 4 days ago
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regole di guerra?
Il tentativo di distinguere la violenza giusta da quella ingiusta ha prodotto sia la teoria del diritto bellico, cioè le regole della guerra giusta, sia gli accordi per la limitazione e, in epoca odierna, il rifiuto delle armi di distruzione di massa. La nozione di guerra giusta – che oggi è diventata anche, spudoratamente, guerra umanitaria – è fondata in gran parte sulla dottrina dello ius in bello, cioè delle regole etiche che intendono definire i modi di combattere moralmente leciti. Questi consisterebbero nelle pratiche di guerra rispettose di due principi: quello di proporzionalità dei danni inflitti e quello di distinzione tra combattenti e non combattenti.
Esaminiamoli brevemente. Il primo principio afferma che è illecita soltanto la violenza che non sia proporzionale all’ottenimento di un vantaggio militare. Questo significa, di fatto, che anche ogni violenza sui civili, se ritenuta fonte di vantaggio militare, è ammissibile, e difatti il recente documento delle forze armate statunitensi intitolato Doctrine for Joint Nuclear Operations (2005), oltre a ribadire che «nessuna legge consuetudinaria o internazionale proibisce in una nazione l’impiego di armi nucleari in un conflitto armato», molto cinicamente spiega che il «danno collaterale» relativo ai civili «non è illegittimo fino a che la perdita della vita e i danni alla proprietà previsti incidentalmente in connessione con l’uso della forza non sono eccessivi in relazione al concreto e diretto vantaggio atteso dall’attacco».
Del resto, il secondo principio, sostenendo che è lecito uccidere o infliggere sofferenze ai militari nemici ma non ai civili, tranne che a coloro, tra questi, che producono ciò di cui i soldati hanno bisogno per combattere, permette in realtà, con quest’ultima specificazione, di includere chiunque tra i bersagli possibili, annullando così di fatto la regola (o meglio, la pretesa regola) enunciata subito prima. Insomma, il diritto di guerra prevede l’assenza del diritto e la storia mostra che esso è stato una semplice petizione di principio che si è trasgredita tutte le volte che si è voluto.
Come quando perché gli uomini hanno pensato a un "diritto di guerra"
Storiaccia dal principio alla fine (per scoprire che il diritto di guerra non è mai esistito). Amen.
-Andrea Cozzo
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