#bellezza del tramonto
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“Tramonto” di José Saramago: una meditazione poetica sul tempo e i ricordi. Recensione di Alessandria today
L’intensità del crepuscolo come simbolo di memoria e riflessione esistenziale
L’intensità del crepuscolo come simbolo di memoria e riflessione esistenziale La poesia “Tramonto” di José Saramago, uno degli autori più influenti del Novecento e Premio Nobel per la Letteratura, è un componimento che esplora i legami tra natura, memoria e interiorità. Attraverso immagini evocative e profonde, Saramago dipinge il tramonto non solo come fenomeno naturale, ma come metafora del…
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"Averte mai sentito l’espressione «la bellezza salverà il mondo?» Vi siete mai chiesti cosa significa?
Questa è una delle più celebri frasi di Dostoevskij. La potete leggere ne L’Idiota, ma pochissimi ne hanno compreso il vero significato. In tanti credono che queste parole siano un semplice omaggio alla bellezza. Ma non è così. Che cosa vi sta dicendo in realtà Dostoevskij?
Ecco, pensate a cosa provate quando guardate un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Quando osservate un tramonto. O un paesaggio talmente bello che vi toglie fiato. Sentite una sensazione di benessere, di piacere, ma anche qualcos’altro. Un sentimento più profondo ma anche più sottile. Guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Che emozioni vi trasmette? Una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. Vi sentite incantati, stupiti, commossi.
La grande bellezza ha sempre il potere di commuovere. «Dove c’è bellezza, c’è anche compassione, per la semplice ragione che la bellezza deve morire». Ogni momento può essere l'ultimo per noi, perché siamo mortali. Quando guardiamo un’alba che si specchia nelle acque del mare, quando vediamo nel viso di un uomo o di una donna una bellezza irresistibile, dentro di noi sappiamo che quel momento non tornerà. È questo che vi sta dicendo Dostoevskij. È la compassione che nasce in noi grazie alla contemplazione della bellezza che salverà il mondo. O meglio salverà l’uomo.
La bellezza che i media ci vendono invece è una bellezza plastificata, prodotta in serie, perché l’uomo per essere un buon consumatore deve innanzitutto credere di essere immortale. In una società che ha fatto dell’egoismo una moda e del consumismo un’arte, non c’è più spazio per la poesia, per pensare all’altro, per sentire. Non c’è più il tempo per vivere. Ma se voi invece di lasciarvi vivere, come fanno tanti, vi fate inebriare dalla bellezza della natura, dell’arte, della poesia, non troverete in queste cose soltanto una mera bellezza estetica ma la radice più profonda della vita stessa."
G. Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#letteratura #cultura #istruzione #dostoevskij
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IL MESTIERE DELL'EDITOR - di Gianpiero Menniti
CARILLON
Testo leggero e sognante scritto da due poeti - Angela Ada Mantella e Gaetano Interlandi - riuniti ciascuno con il proprio decalogo di liriche.
Ma non solo: la realizzazione, per ogni testo, di un'immagine realizzata con l'intelligenza artificiale.
Ne è scaturito un vero cammeo, un "Carillon" che ho avuto il piacere di curare nell'editing e nella redazione del "commento critico" affiancato all'ottima "prefazione" di Rossella Rafele.
Leggero e sognante ma non per questo meno intenso e profondo: una riflessione sulla limpidezza e la fragilità, l'amore materno e gli interrogativi incessanti sull'esistenza.
Ecco uno stralcio dal commento critico che ho intitolato "Melodia disarmata":
[...] Sullo sfondo, la sensazione di solitudine, freddo passaggio di una ricerca già sbiadita prima d’iniziare, destinata a stemperarsi come i sogni, i ricordi, il giorno che declina verso il tramonto. Passeggeri di una nave trascinata della corrente, ogni immagine scorre lontano. Imprigionati nei corpi sferzati dal declino e dal malanno imponderabile, memoria nostalgica di gioventù vigorosa o di gioventù interrotta e mai vissuta. Quanta pena nell’affanno di vivere come appendici di muscoli irrorati di misteriosa energia. Così, quando la fragilità ignorata e vilipesa si pone di fronte ai nostri occhi, è come il risveglio della coscienza sopita, ancestrale traccia, evidenza nascosta. “Carillon” è questa limpida, delicata, riscoperta: da leggere con muta partecipazione, a mo’ di preghiera, come riposta, antica carezza spezzata dalla hỳbris (ὕβρις), l’insolente tracotanza che già la cultura greca pose all’indice, pericolosa fonte del disastro, eccedenza smodata carica di egoismo. Carezza che scioglie il tormento, che rende onore al sorriso innocente di una fanciullezza perenne, alla delicatezza di un animo che mai sarà macchiato dalla prudenza della parola e del gesto. Tutto è terso, il nitore del cielo macchiato di leggere nuvole candide pennella il colore del mare increspato per rompere il silenzio con la cadenza di onde: anche loro sono un lieve tocco, tenera moina, lusinga amorevole. Dieci poesie di Angela Ada Mantella e dieci poesie di Gaetano Interlandi: da par loro, i due fecondi autori danno vita a recessi carichi di malinconico romanticismo: divengono parole per una voce mai udita. In questo, mi pare, si possa cogliere la semantica della piccola ma intensa raccolta di versi che dialogano a distanza per raccontarsi la nascosta bellezza della mancanza, della malinconia tramutata in sorriso da un’inspiegabile eppure percepita ricchezza interiore. Una percezione che può appartenere solo ai poeti. [...]
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Il fondo nella tazza del mio caffè dice:
Vai al mare.
Guarda un alba
Fai un aperitivo al tramonto.
Passeggia tra i vicoli di una città che ami.
Vai nel punto più alto di Roma a guardare tetti della città.
Leggi un libro sotto un albero.
Mangia una granita alla mandorla e una brioche col tuppo.
Compra una sfogliatella
Un supplì
Una pizza rossa
Un maritozzo
Un cannolo siciliano.
Siediti per terra a piazza del campo con una birretta.
Togliti le scarpe e stai scalza.
Entra in un museo.
Cerca la bellezza.
Non avere paura.
Vivi un po' di più.
Leggere anche voi queste cose?
Per il momento mi sono alzata, ho preso il caffè, e ho fatto un sogno ad occhi aperti.
Mi aspetta una mattinata un po' così.
Buongiorno,è sabato.
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🖤
Ho voglia di regalarmi un sogno.
Ho voglia di me. Del mio sorriso.
Ho voglia di una felicità che duri.
Ho voglia di buttarmi e chissenefrega se poi mi farò male.
Quest’armatura comincia a pesarmi.
Ho voglia di leggerezza. Di far tardi.
Di perdermi, di non tornare.
Ho voglia di persone come me, che quando ascoltano la musica, il silenzio o le parole dolci di un amico, chiudono gli occhi, perché non ce la fanno a trattenere l’anima.
Ho voglia di sdraiarmi davanti a un tramonto,
di ubriacarmi di bellezza, di vento e poesia
e di tutto ciò che non si può spiegare...♡
~ Andrew Faber ~
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C'è una scena che mi porto dentro. Io e te, su una panchina, mentre il sole scivolava all'orizzonte e ci dipingeva di quella luce dorata che rende tutto eterno. Tu parlavi di filosofia, di pensieri profondi e di teorie elaborate. Parole che di solito avrei amato, ma in quel momento… avrei voluto chiederti di fermarti. Di tacere.
Perché, in fondo, a che servivano tutte quelle regole, quei tentativi disperati di dare un senso al caos? Non mi importava. L'unico senso che trovavo era nei tuoi occhi blu, accesi dalla luce calda del tramonto. E mentre tu parlavi, io mi perdevo, smarrito, ipnotizzato dal riflesso del cielo in quello sguardo.Non stavo ascoltando le tue parole, no. Ascoltavo solo il silenzio che cadeva tra noi, la bellezza di quel momento sospeso.
Avrei voluto dirti tutto questo, ma restai in silenzio, prigioniero di quell'istante, di quella luce, di te.
No fair
You really know how to make me cry
When you gimme those ocean eyes
#amore#dolore#angoscia#pensieri#solitudine#sentimenti#sofferenza#poesia#solo#poetic#sad poetry#ricordi#ti penso#esperienze di vita#filosofia#spotify#musica#billie eilish
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“Signore degli orizzonti lontani, dacci gli occhi per vedere oltre l'orlo del tramonto la bellezza che deve essere.”
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Ma cè anche la bellezza.
E non lasciate che vi convincano del contrario.
Guarderò i fiori. Guarderò gli uccellini. Guarderò i bambini. Sentirò la brezza fresca.
Mangerò bene e l’apprezzerò.
E condividerò con voi tutte queste cose. Uno dei complimenti più grandi è dire a qualcuno: - Guarda quel tramonto.
Leo Buscaglia
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Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto. Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna. Tatanka Mani *********************** Oh Great Spirit, whose voice I hear in the wind, whose breath gives life to all things. Listen to me; I need your strength and your wisdom, let me walk in beauty, and let my eyes always look at the red and purple sunset. Let my hands respect nature in all its forms and let my ears quickly listen to your voice. Let me be wise and be able to understand the things you have thought for my people. Help me to remain calm and strong in the face of all those who will come against me. Let me learn the lessons you have hidden in every leaf and every rock. Help me to find pure actions and thoughts to be able to help others. Help me to find compassion without the oppressive contemplation of myself. I seek strength, not to be greater than my brother, but to fight my greatest enemy: Myself. Let me always be ready to come to you with clean hands and a high gaze. So when life fades, as the sunset fades, my spirit may come to you without shame. Tatanka Mani
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Ho voglia di regalarmi un sogno.
Ho voglia di me. Del mio sorriso.
Ho voglia di una felicità che duri.
Ho voglia di buttarmi e chissenefrega
se poi mi farò male.
Quest’armatura comincia a pesarmi.
Ho voglia di leggerezza. Di fare tardi.
Di perdermi, di non tornare.
Ho voglia di persone come me
che quando ascoltano la musica, il silenzio
o le parole dolci di un amico chiudono gli occhi perché non ce la fanno a trattenere l’anima. Ho voglia di sdraiarmi davanti a un tramonto di ubriacarmi di bellezza
di vento e poesia e di tutto ciò che non si può spiegare.... ♠️🔥
Andrew Faber
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TAORMINA - PASSEGGIANDO
Nessun poeta può scrivere una poesia su Taormina perché Taormina è già poesia nel suo essere cielo e mare nella luce che la veste nella sua infinita primavera nei mille colori che l’accendono nel suo solare abbraccio perché qui nessun cuore può essere straniero o triste o vestirsi di malinconia o non credere nei sogni mentre parla con il mare dai suoi balconi fioriti da quel gradino del paradiso che è la sua piazza luminosa. Nessuno a Taormina può negare la bellezza o ignorare la felicità o non amare la vita. Perché Taormina è la luce del giorno è i versi di una tragedia nel teatro sospeso sul mare è il fascino dei palazzi medievali arrossati dal sole al tramonto Taormina è il sorriso delle sue bellissime donne è le lingue del mondo che qui trovano casa. Taormina è i suoi vicoli il verde ed i fiori che la vestono è il profumo dei suoi ristoranti l’ironia, la gioia delle scalinate il suo essere nobile e casta sensuale e provocante, sorella e amante ricca e generosa silenzio e musica. Taormina è abbracciare il nord è il lungo sereno viale che vive da levante a ponente è il suo volto rivolto a sud è il centro di tre mari lo specchio di sette cieli il tempo che si ferma la vita che scivola felice su i suoi antichi palazzi. Taormina è il crocevia di ogni poesia d’amore è le stelle d’agosto con cui le sue luci si confondono felici è il sospiro di amanti e poeti è la luna che la veste d’argento le nubi che la sfiorano la serenità che la culla il vento che l’accarezza. Taormina è il bello racchiuso nella sua profumata, antica multicolore, immensa, elegante anima mediterranea
TAORMINA - WALKING: No poet can write a poem about Taormina, because Taormina is already poetry, in its being sky and sea, in the light that dresses it, in its infinite spring, in the thousand colors that light it up in its sunny embrace because here no heart can be foreign or sad, or dress in melancholy, or not believe in dreams, while it speaks with the sea, from its flowered balconies, from that step of paradise, which is its luminous square. No one in Taormina can deny beauty, or ignore happiness, or not love life. Because Taormina is the light of day, it is the verses of a tragedy, in the theater suspended over the sea, it is the charm of the medieval buildings, reddened by the setting sun, Taormina is the smile of its beautiful women it is the languages of the world, which find a home here. Taormina is its alleys, the greenery and flowers that dress it, it is the scent of its restaurants, the irony, the joy of the stairways, its being noble and chaste, sensual and provocative, sister and lover, rich and generous silence and music. Taormina is embracing the north, it is the long serene avenue, which runs from east to west, it is its face facing south, it is the center of three seas the mirror of seven heavens, time that stops, life that slides happily, on its ancient buildings. Taormina is the crossroads of every love poem and the stars of August with which its lights happily merge is the sigh of lovers and poets it is the moon that dresses her in silver, the clouds that touch her, the serenity that cradles her, the wind that caresses her. Taormina is the beauty contained in its fragrant, ancient, multicoloured, immense, elegant Mediterranean soul
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Dal finestrino scoprivo come non fosse necessario divenire un astronauta, non fosse necessario volare oltre la mesosfera, per incappare nella delicatezza incerta della natura, per intravedere ben chiara la precaria bellezza di cui eravamo testimoni. Già non c’era più nessuno in giro. La Basilicata, scoprivo, era terra rarefatta, di uomini e donne sparse. Case silenziose. Muri su cui batteva il sole per tutto il tempo fino a che non giungeva la notte. Senza che nulla, apparentemente, accadesse. E il giorno dopo di nuovo, ancora il sole sullo stesso muro. Sedie impagliate, voci dall’interno delle case. Odori di cibo che si perdevano per la via. Il fumo dei camini. La legna che bruciava. La brace, che restava. Mentre osservavo sorpreso lo spazio attorno, come un astronauta che non aveva avuto bisogno di servirsi dell’esplosione rabbiosa dei razzi nel bel mezzo di un deserto, per essere colpito dalla precaria meraviglia delle curve dei campi di grano, ogni elemento del paesaggio, liberato dalla affollata presenza dell’uomo, appariva come la somma di termini di una lingua che mi affascinava e seduceva e di cui ancora non comprendevo il significato.
La soglia di luce, tra notte e giorno, rendeva i luoghi ancor più nudi e inermi. Lo scrittore William Heat-Moon, quando intraprese il suo viaggio attraverso gli Stati Uniti lungo le strade provinciali, ammise che è “subito prima dell’alba e subito dopo il tramonto” il momento in cui le strade minori “hanno un fascino intenso, e sono aperte, invitanti, enigmatiche: uno spazio dove l’uomo può perdersi”. Per qualche ragione, mi convinsi che anche lui, se avesse dovuto scegliere su quale strada secondaria incamminarsi in Italia, sarebbe partito proprio da qui. Dalla statale 92. La strada più solitaria di tutte, lunga quasi centocinquanta chilometri, ma che per la sua misteriosa disposizione, per il suo andare e venire, per il meditabondo girare su se stessa, per l’insistere sugli angoli sassosi dell’Appennino, finiva per essere assai più lunga e assai più intricata e assai più ricca di sensazioni. Non è certo dalla lunghezza di una strada che si può dedurre la facilità con cui se ne uscirà fuori, o la forza con cui essa ci muterà.
Entravo e uscivo dal fitto della foresta di Rifreddo. Guardavo le forme dei faggi con i loro manti. Mentre guidavo, in quella dimensione solitaria, ero intento ad ascoltare il boscoso discorso che gli alberi dispiegavano tra loro, il ventoso movimento delle foglie. Prima fitto, denso, cupo, poi lieve, quasi silenzioso, impercettibile, come quando ci capita di ascoltare qualcuno che si avvicina mentre scambia delle parole con chi lo accompagna e poi, proprio mentre sta per pronunciare la frase chiave, il piccolo segreto, si allontana e non riusciamo più a sentire quel che di più importante stava per essere pronunciato.
Federico Pace - "Passaggi segreti"
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...che poi, chi mai potrebbe amare un ammasso di acqua cangiante.
Chi potrebbe godere di una vista dall'alto di un oro liquido al tramonto.
Chi mai potrebbe amare specchiarsi in un'acqua limpida e correre sul bagnasciuga lasciando l'impronta dei tuoi passi.
Forse chi non ama ammirare l'orizzonte e vedere quello che c'è oltre l'ondeggiare, l'odore e la bellezza, non merita la meraviglia del risveglio con vista mare.
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Una splendida foto di una madre e sua figlia.
Dina e sua figlia Alin furono legate insieme e bruciate vive nel loro kibbutz il 7 ottobre.
Per la loro memoria.
Bellezza e amore Di fronte alle grida di Allah Akbar. 💔
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Penso alla notte prima, prima che la tragedia si compia. Penso alla quotidianità fatta di piccole cose, gesti abitudinari, scontati, ai piccoli screzi di una sera di festa. Penso a nonni che giocano con i propri nipotini prima di metterli a letto leggendo loro una favola; immagino un giovane marito guardare con amore la propria sposa che accarezza il suo ventre pieno di una vita che sta per nascere; vedo dei ragazzi che bere e ballare al tramonto pieni di voglia di vivere e convinti che quel divertimento non avrà mai fine. Cala la notte e tutti vanno a letto, ragazzi, nonni bambini, con la mente che va alla giornata di riposo che li aspetta, fra giochi infantili, un giardino da sistemare, un libro letto in veranda e nessuno di loro sa che quella è la loro ultima notte su questa terra perché il mattino dopo degli esseri malvagi, cresciuti a odio e disprezzo di tutto ciò che c'è di buono in questo mondo piomberanno nelle loro vite e nelle loro case per rapinare, uccidere, violentare nella maniera più abominevole possa esservi.
Sto pensando alle centina di vittime del pogrom di un anno fa, del 7 ottobre 2023, a persone come Dina e la sua bambina Alina legate insieme e bruciate vive nel loro kibbutz per odio antisemita.
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🌟 La Magia delle Piccole Cose 🌟
Oggi voglio parlare della bellezza nascosta nelle piccole cose. Spesso siamo così presi dalla frenesia quotidiana che dimentichiamo di apprezzare i piccoli momenti che rendono la vita speciale.
✨ Il sorriso di un amico ✨ Il profumo del caffè al mattino ✨ Un tramonto mozzafiato ✨ Il suono della pioggia che batte sul tetto
Prendiamoci un momento per rallentare e godere di queste piccole gioie. La felicità si trova nei dettagli. 💖
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Poco meno di un anno fa entravo per la prima volta in Aula Biancalana, di quel giorno ricordo solamente lo scricchiolio del legno vecchio, sedendomi, ed il senso di smarrimento. Ora, l’odore delle pareti è lo stesso di quel giorno, ma su quelle panche mi pare di saper stare seduta più composta. E’ stato un anno così denso che fatico quasi nel cercare di metterlo a fuoco con poche e semplici parole. Ogni volta che mi trovo alla fine di qualcosa, non posso fare a meno di sentirmi profondamente grata e fortunata, e allora mi voglio impegnare a fissare questo bene incredibile che mi circonda. Sono sempre ferma nell’idea di non essere una persona facile. Mi è difficile far tacere la parte di me che vive dentro alla mia testa, focalizzare l’attenzione su una singola cosa. Penso, rimugino costantemente, immagino, desidero mille cose, le voglio subito; poi rimango ferma, immobile, impantanata nelle sabbie mobili dei condizionali. Mi sento una persona non semplice, ma nonostante ciò sempre avvolta dalle braccia calde dell’amore, sola per nessun istante. Credo che la fortuna più grande sia, in un mondo avvezzo al giudizio, circondarsi di persone capaci di essere genuinamente felici nei giorni dei nostri successi, per i nostri traguardi, senza che quel sentimento sia contaminato da nulla. Ed io mi sento circondata da luce, come quella del sole la mattina, che scalda e rende rosse le guance. E allora grazie ad ogni singola persona abbia lasciato anche solo una piccola pennellata sulla tela di questo percorso, per l’effetto che possono avere delle parole gentili su di un cuore.
Ho pianto, e questo non ci stupisce, a più riprese. Sull'otto, mentre portavo mamma in uno dei posti del mio cuore, vedendole l'amore negli occhi. E poi più tardi, dopo aver salutato Manuela in stazione. Ho mangiato, ingorda, di nuovo tutta la città con gli occhi, li ho riempiti di quei tetti e della magia. Ci sono posti che ti accolgono e ti stupiscono senza fare nulla di eclatante. Torino mi ha rapita dal primo istante, quando piena di paura sono scesa dal primo treno. Dolcemente mi ha svelato la sua bellezza, con il sole lieve del tramonto, mi ha presa per mano e rassicurata. Mi ha detto: 'c'è bellezza qui'. Non mentiva.
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