#arte fiamminga
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campadailyblog · 4 months ago
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Pieter Bruegel il Vecchio: Vita Contadina e Allegorie
Pieter Bruegel il Vecchio è stato un artista molto importante del XVI secolo nei Paesi Bassi. Era famoso per i suoi paesaggi e scene di vita contadina, dettagliati come nella pittura fiamminga. Bruegel amava mostrare la vita del popolo, mettendo in evidenza la natura e l’umanità. Le sue opere spesso avevano un significato allegorico e satirico, riflettendo la situazione storica e politica del…
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deboramenozzi · 2 years ago
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pikasus-artenews · 4 months ago
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Il giardino incantato. Viaggio interattivo nell’arazzo millefiori
Installazione multimediale dedicata all’arazzo millefiori, capolavoro di arte tessile fiamminga del XVI secolo
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personal-reporter · 1 year ago
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Joshua Reynolds, raccontare la campagna inglese
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Uno dei pittori simbolo del Settecento europeo… Joshua Reynolds nacque il 16 luglio 1723 a Plympton, nel Devonshire, figlio di un pastore protestante ed di un insegnante di scuola. La sua famiglia, che aveva forti legami con la chiesa e l'aristocrazia locale, lo incoraggiò a disegnare e a dipingere fin dalla prima giovinezza, inoltre Joshua lesse gli autori classici, Plutarco, Seneca e Ovidio ma anche Shakespeare, Milton e Pope, poi studiò gli scritti sull'arte di Leonardo da Vinci, di Charles Alphonse Du Fresnoy e di André Félibien. Ma il testo che influì di più sulla sua formazione fu An Essay on the Theory of Painting, del pittore inglese Jonathan Richardson, pubblicato nel 1715. Reynolds nel 1740 fu mandato a bottega presso il pittore Thomas Hudson, anch'egli originario del Devonshire, che lavorava a Londra come ritrattista, dove affinò la sua tecnica. Nell'estate 1743 il pittore lasciò improvvisamente lo studio di Hudson, pare per un litigio di poco conto, ma alla fine tutto si sistemò e i due rimasero in buoni rapporti, tanto che Hudson invitò Reynolds a entrare nel club da lui fondato, con appassionati e collezionisti di disegni degli antichi maestri. Reynolds cominciò a lavorare come ritrattista, dividendosi tra Londra e il Devonshire e guadagnandosi da vivere con i ritratti della piccola nobiltà locale e degli ufficiali di marina di stanza al porto di Plymouth, poi partì per l’Italia passando per il Portogallo, la Spagna e Minorca; Nel gennaio del 1750 Minorca per proseguire verso l'Italia e a Pasqua giunse a Roma, nella primavera 1752 si recò prima a Napoli e poi a Firenze passando per Assisi, Perugia e Arezzo. Da Firenze il pittore passò a Bologna, poi si recò a Venezia, passando per Modena, Parma, Mantova e Ferrara ed iniziò il viaggio di ritorno in Inghilterra nell'estate del 1752, accompagnato da un giovane allievo italiano, Giuseppe Marchi, che aveva conosciuto a Roma. Rientrato in Inghilterra, Reynolds volle dimostrare l’impatto del suo soggiorno in Italia sulla sua arte, infatti dipinse il ritratto esotico di Marchi e quello eroico di Augustus Keppel, dove la posa si ispirava alla statuaria antica mentre il colore richiama la pittura del Tintoretto. Nel 1760 l'artista si trasferì in Leicester Square, dove visse per il resto della sua vita, installando nello stesso edificio l'abitazione, lo studio e la galleria di dipinti. Nei primi anni Sessanta, oltre a esporre presso la Society of Artists, Reynolds ne diresse gli affari; ma attorno alla metà del decennio la società fu turbata da un clima di rivalità scatenatosi tra i suoi membri e il comitato direttivo Alla fine i contrasti portarono all'abbandono dell'istituzione da parte dei principali artisti, che, nel 1768, fondarono la Royal Academy of Arts, con il patronato di re Giorgio III, poi Reynolds accettò la carica di presidente della nuova Academy e ricevette la nomina a cavaliere nel palazzo di St. James. Quando divenne presidente dell'Academy, Reynolds ebbe il compito di tenere in quella sede una conferenza annuale, poi biennale,  sulla teoria dell'arte. Negli anni Settanta il pittore espose circa cento dipinti alla Royal Academy, tra cui i ritratti di amici, attori, scienziati, uomini di chiesa, aristocratici e bambini. Quando nel 1780 la Royal Academy tenne la sua prima esposizione a Somerset House, edificio da poco costruito su progetto di sir William Chambers. Reynolds presentò sette quadri, tra cui uno ritratto a figura intera di Lady Worsley in abbigliamento militare da cavallerizza, un ritratto di Edward Gibbon e una figura allegorica della Giustizia che era una delle sue composizioni per una vetrata del New College di Oxford. Negli anni Ottanta Reynolds si ispirò all'arte fiamminga e olandese, soprattutto dopo avere visitato quelle regioni nella tarda estate del 1781. Il 1 ottobre 1784 Reynolds fu nominato primo pittore del re, in seguito alla morte di Allan Ramsay. Negli anni che seguirono, il pittore dovette affrontare un'opposizione sempre più aspra all'interno dell'Academy, dalla quale uscirono alcuni artisti importanti, tra cui Thomas Gainsborough e, per rilanciare l'immagine pubblica dell'Academy, espose novantasei quadri tra il 1784 e il 1790, anno in cui si ritirò a vita privata. Reynolds morì il 23 febbraio 1792 ed è sepolto nella cattedrale di St Paul. Nel 1813, la British Institution allestì a Londra la prima retrospettiva delle sue opere e, nello stesso anno, venne pubblicata la prima biografia del maestro, scritta dal suo allievo James Northcote. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, apre al pubblico “Occhio Animale”, la mostra personale di Saverio Polloni
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Milano, apre al pubblico “Occhio Animale”, la mostra personale di Saverio Polloni.   Alle soglie del Salone del Mobile, apre presso la galleria d’arte Maurizio Nobile Fine Art di Milano dal 13 al 29 aprile 2023 la mostra personale di Saverio Polloni “Occhio Animale”. Attraverso una selezione di circa 15 opere, l’esposizione presenta il più recente percorso di ricerca dell’artista milanese legato al noto progetto “Ritratti di Animali”, iniziato nel lontano 2002. Il mondo animale coniugato al concetto del ritratto, altrettanto evocativo di una tradizione altissima, che prende le mosse dall’arte fiamminga (Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling ecc.) sino ad approdare al Novecento. Da lì il ritratto non ha più significato come genere a sé stante, ma come parte della ricerca personale dell’autore. In questa direzione si pone l’arte di Polloni, come continuo approfondimento di un iter individuale, da sempre esclusivo e totalizzante, dall’artista portato avanti con grande vigore al punto da raccogliere da subito l’entusiasmo di una committenza affascinata dall’unicità del suo percorso. È l’artista stesso a illustrare i fondamenti del suo fare arte: “l’elemento primo che caratterizza i miei ritratti è la riproduzione sempre a grandezza naturale dei soggetti. Le variabilità cromatiche, di forme e dimensioni, gli elementi simbolici e allusivi di cui sono portatori gli animali mi permettono infinite combinazioni espressive e compositive”. Gli animali di Polloni, infatti, presuppongono uno sguardo che va al di là delle apparenze. Sono resi mediante pose teatrali debitrici della prospettiva barocca. Il boccascena diventa la ‘linea’ che introduce lo sguardo nella dimensione dell’infinito, attraverso atmosfere iridescenti: lo spazio che si crea è uno spazio altro. Entro questa nuova dimensione l’animale si atteggia regalmente, in un’ottica affine a quella delle raffigurazioni rinascimentali, guardandoci negli occhi, catturando qualcosa del nostro sguardo umano per conservarlo intatto. È evidente la consapevolezza di essere osservati. Ma loro non sono in posa, non sono umanizzati. Sembrano, piuttosto, placidamente soddisfatti di sé. I “Ritratti” di Polloni rivelano sin dal titolo la filosofia sottesa dell’artista, nella sua riconoscibilità del soggetto: non quell’animale, ma un animale. Si spiegano in tal modo i titoli delle opere; codici neutri, in un invito oltre l’evidente. Così l’immagine, l’animale, è depositario di differenti livelli di lettura. Il punto interrogativo da affiancare a questi “ritratti” è d’obbligo, e lascia a ognuno la possibilità di attribuire o meno l’essenza a immagini e animali. Si presuppone pertanto uno sguardo mai scontato, capace di andare oltre l’illusoria uniformità della superficie.   Profilo di Saverio Polloni Saverio Polloni nasce a Milano nel 1957. Frequenta e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1980. Due anni dopo fonda uno studio di illustrazione pubblicitaria, avendo come committenti le principali aziende italiane e estere. Numerosi sono i suoi soggiorni di studio a Londra e a Parigi. Artista eclettico matura esperienze nel campo della moda e dell’Industrial design. Nel 1998 dopo un anno passato a sperimentare nuove tecniche (i suoi dipinti sono una sovrapposizione di colori acrilici e olio) si dedica a tempo pieno al suo progetto “Ritratti di Animali”, nato come sfida all’allora imperante astrattismo visivo presente nelle arti visive. Dal 2002 al 2017 soggiorna e lavora regolarmente a Madrid. In questo periodo espone alla National Gallery di Victoria (Seichelles) e all’Italian Artist in Dubai, che decretano la sua fortuna internazionale. Dal 2022 vive e lavora a Toledo. ____________   Saverio Polloni OCCHIO ANIMALE 13 - 29 aprile 2023 Maurizio Nobile Fine Art via Santo Spirito 17, 20121 Milano (Sito Privato Bagatti Valsecchi - primo piano) Contatti: +39 (02) 50306384 Email: [email protected] maurizionobile Orari: dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 19 Ingresso: libero  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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neapolis-neapolis · 3 years ago
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Marinus Van Roymerswaele, Gli esattori delle imposte (1530-40), Palazzo Reale, Napoli.
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poppornart · 4 years ago
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Ritratto d'uomo
L'autore è Antonello da Messina.
Dipinto del 1473.
Tecnica olio su tavola.
Conservato al National Gallery di Londra.
Il ritratto è autobiografico, eseguito quando il pittore era ancora a Messina prima di partire per Venezia, è quasi certo che il soggetto sia proprio Antonello da Messina. Nella ritrattistica Antonello da Messina si è ispirato alla pittura fiamminga, come si può vedere nella posa a tre quarti e nell'uso della luce che illumina i lineamenti del volto. L'artista rende volumetrici i personaggi conferendo loro un senso di calma e sicurezza, sensazioni che vengono evidenziate dal profondo sfondo scuro. Gli occhi celesti e vivaci hanno lo sguardo rivolto verso lo spettatore.
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The author is Antonello da Messina.
Painting of 1473.
Oil on panel technique.
Preserved at the National Gallery in London
The portrait is autobiographical, executed when the painter was still in Messina before leaving for Venice, it is almost certain that the subject is Antonello da Messina. In portraiture Antonello da Messina was inspired by Flemish painting, as can be seen in the three-quarter pose and in the use of light that illuminates the features of the face. The artist makes the characters volumetric giving them a sense of calm and security, sensations that are highlighted by the deep dark background. The bright blue eyes look towards the viewer.
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silence-herault-of-joy · 5 years ago
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Détail
Portrait de Philippe de Croÿ, IIeme Comte de Chimay, par Rogier Van der Weyden_circa 1460
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stabrowski · 5 years ago
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Testa di Medusa
Anonimo
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sm-art-gallery · 7 years ago
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Robert Campin, Madonna del parafuoco, 1430, tecnica mista su tavola, National Gallery, Londra
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brusiocostante · 2 years ago
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Erasmus Quellinus il Giovane
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aitan · 3 years ago
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"Adorazione dei Magi", il quadro (dipinto a tempera e olio su una tavola di 71,1×56,5 intorno al 1474) è attribuito al grande Hieronymus Bosch (1450 circa-1516).
Ma resta ancora incerta la paternità dell'opera. C'è chi pensa addirittura che si tratti di un quadro dipinto alla sua maniera una trentina di anni dopo la sua morte.
Resta, comunque, un'opera di stradaordinaria bellezza e sapienza cromatica e compositiva
Ma la bellezza, come capita spesso, è anche nei dettagli: due pastori che si sporgono sulla sinistra, uno di loro si scalda le mani sul fuoco; in primo piano, davanti a Maria, un levriero bianco; sulla sinistra il bue e un dettaglio del deretano dell'asino; sullo sfondo una coppia che danza mentre un tale, seduto sotto un albero, suona lo zufolo...
Questo e tant'altro in una tavola di medie dimensioni, come nella più preziosa pittura fiamminga del XV (Jan van Eyck, Hans Memling e Hugo van der Goes), del XVI (Hieronymus Bosch e Pieter Brueghel il Vecchio) e pure del XVII secolo (Rembrandt, Vermeer, Rubens, Antoon van Dyck...), giù giù (o su su) fino a René Magritte (1898-1967), che, personalmente, considero l'ultimo grande pittore fiammingo, morto un anno e due giorni dopo la mia nascita.
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pattylabelleblog · 8 years ago
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In una domenica mattina nebbiosa, da sola, sul Venaria Express...
E poi improvvisamente Bosh e la sua visionaria follia.
Stare bene, è anche questo.
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti  
PRODIGIO NECESSARIO
Focalizzare è una scelta: la visione sconta i suoi limiti. Dunque, ogni scelta è imposta da una lacuna. E prende la forma della necessità. Quando Jan van Eyck, influenzato dai suoi esordi di miniaturista finissimo, s’intestò l’innovativa rappresentazione della scuola pittorica fiamminga, nel primo quarto del XV secolo, rivelò la potenza della pittura. Le sue “vedute” sfidano quella necessità, i limiti dello sguardo che mai potrebbe cesellare ogni impercettibile lontananza. La tela prende la forma del prodigio. Arte è confine attraversato. Dunque, un prodigio necessario.
Jan van Eyck (1390 -1441):  "Madonna del cancelliere Rolin" (1434/35), Louvre, Parigi
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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neapolis-neapolis · 5 years ago
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Pieter van Aelst, Deposizione dalla Croce (1500-10), Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.
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artsonmars · 2 years ago
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👨🏼‍🎨 GRANT WOOD - American Gothic ⏱️ Data: 1930 🖌️ Tecnica: olio su tela 🖼️ Dimensioni: 74.3×62.4 cm 🏛 Ubicazione: Chicago, Art Institute
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American Gothic di Grant Wood è uno dei dipinti più iconici dell'arte americana. Ispirato alla pittura tedesca e fiamminga, il quadro rappresenta un uomo e una donna (nella realtà si ispirò alla figura del suo dentista e di sua sorella) nei tipici abiti contadini e con il forcone a tre punte. Sul retro una tipica casa dell'Iowa. Il quadro dapprima fu accolto da qualche critica, ma ben presto divenne un simbolo di valori di rinascita e forza incrollabile dei pionieri americani, in risposta alla Grande Depressione.
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