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#armi per teatro
arcobalengo · 9 months
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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
Libera stampa. L’offensiva ucraina è fallita, ma guai a chi lo dice (in Italia)
Nessuno in Italia scriverebbe mai che la controffensiva ucraina è stata un fallimento, nonostante la stampa americana lo dica da mesi. Una frase così chiara certificherebbe il fallimento di un’intera classe politica e mediatica. Pensate a tutti quei direttori di reti televisive, speaker radiofonici, leader di partito, direttori di istituti di ricerca sulla politica internazionale, schierati contro la diplomazia all’inizio della guerra per la sconfitta della Russia. Potreste mai immaginare che la classe mediatica riconosca di essere moralmente e politicamente corresponsabile della tragica situazione in cui l’Ucraina si contorce con Mario Draghi che viene riproposto come una pietanza che si ripropone al Quirinale verso il giorno più stomachevole della Repubblica Italiana? I signori dei media ricorrono a due strategie per non dire che la controffensiva è un fallimento: la strategia della “lente d’ingrandimento” e quella del “domani è un altro giorno”. La strategia della “lente di ingrandimento” ingigantisce conquiste ucraine talmente limitate che, cartograficamente parlando, non sono nemmeno visibili sulla mappa. È il caso di Andriivka, a sud di Bakhmut, che equivale grosso modo alla conquista di Villa Lazzaroni a Roma sulla Tuscolana. Con la differenza che Villa Lazzaroni ospita qualche piccolo ripostiglio per gli utensili, mentre Andriivka non ha nemmeno quelli essendo stata rasa al suolo al costo di decine di migliaia di ucraini uccisi e una quantità impressionante di mezzi Nato distrutti. Conquistare Villa Lazzaroni in una settimana è un fallimento reale; conquistarla dopo oltre tre mesi di devastazioni e sofferenze umane indicibili è un fallimento fantasy. La ragione per cui i media ingigantiscono la conquista di Andriivka si spiega con l’intreccio nefasto tra potere politico, giornalismo mainstream e dipartimenti di scienza politica all’italiana. Crosetto sarà presto chiamato a inviare nuove armi per la distruzione definitiva dell’Ucraina e, quindi, i soliti (s)giornalisti e i soliti (s)direttori di dipartimento dovranno spiegare che la strategia di Biden funziona. Conquistare Villa Lazzaroni in tre mesi di super-massacri e centinaia di bambini ucraini sotto terra dimostra che Ursula von der Leyen ha capito tutto della guerra in Ucraina. Se poi il teatro dell’assurdo vacilla, ecco intervenire la strategia del “domani è un altro giorno”. Agli italiani bisogna sempre spiegare che la vittoria arriverà domani perché la Nato aveva dimenticato di inviare l’arma magica. Gli ucraini vinceranno grazie agli Himars. Anzi no, grazie ai Samp/T di Crosetto. Anzi no, grazie agli Abrams. Anzi no, grazie alle bombe a grappolo. Anzi no, grazie ai 40 caccia di quarta generazione in primavera però la Russia ne ha 1000 subito. La strategia del “domani è un altro giorno” consente di rimandare all’infinito il giorno in cui le televisioni dovranno dichiarare che l’Unione europea è guidata da una classe politica fallita sorretta da una classe mediatica e accademica iper-corrotta. Mi raccomando: si tenga nascosto agli italiani che la Russia ha ammassato circa 100.000 soldati, 900 carri armati e 555 sistemi di artiglieria per lo sfondamento dell’oblast di Kharkiv. Con il dissanguamento per Villa Lazzaroni, vorrò vedere come Kiev respingerà un assalto frontale di quel tipo. Ecco il paradosso: quando una classe politico-mediatica è perfettamente fallita, si rappresenta come perfettamente vittoriosa. Crosetto aiuta il Corriere della Sera e il Corriere della Sera aiuta Crosetto. In tal modo, un po’ con lo scotch, un po’ con collanti odorosi meno nobili, gli zombie si compattano.
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aki1975 · 6 months
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John Everett Millais - Londra - Tate Gallery - Ophelia - 1852
Le opere di Shakespeare, in un tempo di consolidamento della dinastia Tudor iniziato dopo la guerra delle Due Rose fra i due rami, Lancaster e York, della casa dei Plantageneti con Enrico VII e proseguito con Enrico VIII ed Elisabetta, interprete dello spirito riformista rinascimentale, e di nuove incertezze per l’umanità con la rivoluzione copernicana, sono celebri per i personaggi che affrontano i drammi dell’uomo. E’ con una messinscena teatrale che Amleto disvela l’assassinio del padre: il teatro è ricerca della verità come nel teatro classico e al contempo “Tutto il mondo è un palcoscenico” (Come vi piace). Fra i personaggi principali vi sono:
- il tiranno Riccardo III di York che conquista il potere (“Ormai l'inverno del nostro scontento s'è fatto estate radiosa ai raggi di questo sole di York e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell’Oceano”) per essere poi sconfitto a Bosworth Field da Enrico VII Tudor (“Il mio regno per un cavallo”);
- l’intrigante Cassio, l’incerto Bruto che antepone la libertà alle necessità della storia, l’opportunista Antonio (“E tuttavia Bruto è un uomo d’onore”), il fantasma di Cesare (“Mi rivedrai a Filippi”) in una tragedia, il Giulio Cesare, che affrontò il problema del potere in un momento in cui la regina Elisabetta poteva morire senza eredi;
- l’ebreo Shylock;
- sobillata dalla tre streghe, l’ambiziosa coppia, nella conquista del trono di Scozia, rappresentata da Lady Macbeth (“Vieni, densa notte, e ammantati del più perso fumo d’inferno, perché il mio affilato pugnale non veda la ferita che fa, e il cielo non possa affacciarsi di sotto la coltre delle tenebre per gridare “Ferma!”) e dal marito (“La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla");
- il dubbioso Amleto, principe di Danimarca, che non sa se credere al fantasma del padre (“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”) per vendicarsi dello zio che ha sposato la madre (“Fragilità, il tuo nome è donna) in un dramma poetico (“il mattino dalla sciarpa scarlatta si bagna alla rugiada dell’alta collina ad oriente”) ed esistenziale che prelude al Barocco (“Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire colpi di fionda e dardi d'oltraggiosa fortuna
o prender armi contro un mare d'affanni e, opponendosi, por loro fine?);
- la sfortunata Ofelia, innamorata di Amleto, figlia di Polonio e sorella di Laerte;
- il dispettoso folletto Puck che instilla l’amore (“Se l’ombre nostre offeso v’hanno pensate, per rimediare al danno, che qui vi abbia colto il sonno
durante la visione del racconto e questa vana e sciocca trama non sia nulla più di un sogno Signori, non ci rimproverate, rimedieremo, se ci perdonate. E, come è vero che son sincero, se solo avremo la fortuna di sfuggire ai vostri insulti, a fare ammenda riusciremo. O chiamatemi bugiardo se vi va! Quindi buonanotte a tutti voi regalatemi un applauso, amici miei E Puck a tutti i danni rimedierà”);
- gli innamorati Romeo (“Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù? È l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, vivido sole, e uccidi l'invidiosa luna”) e Giulietta (“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti” e “ Che cos’è un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo”).
- il condottiero moresco, veneziano e geloso Otello che si fa convincere dalle insinuazioni del suo alfiere Iago in merito all’adulterio di Desdemona con Cassio;
- Re Lear che diede il proprio regno a delle figlie ingrate;
- Prospero ne La Tempesta (“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”).
Le opere di Shakespeare furono rappresentate al Globe Theatre di Londra e vanno inquadrati nella ripresa del teatro dopo le rappresentazioni sacre e i buffoni di corti medioevali: fino alla chiusura dei teatri da parte dei Puritani nel 1642, si trattò in Inghilterra di un fenomeno di massa.
L’italiano Giovanni Florio, la commedia dell’arte, i drammi dell’Ariosto e del Boiardo, la conoscenza inglese di Venezia sono fra le fonti italiane che entrano nel teatro elisabettiano e, soprattutto negli Anni Perduti (1585 - 1592), in Shakespeare.
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lupo64sblog · 1 year
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Prepariamoci.
A San Remo, verremo accompagnati alla verità da quel burattino, miliardario, cocainomane di nome Zelensky, come fosse uno spot pubblicitario (questo favorevole alla guerra).
P.s. ormai ci beviamo tutto quello che ci raccontano, (lo ha detto il telegiornale allora è vero).
Chiederà all'Italia di fare la sua parte per riportare la pace nel mondo. E alla fine del discorso, tutta la platea del teatro, con Amadeus in testa si alzerà ad applaudire ed osannare il nuovo martire che combatte per annientare il maligno e ristabilire la libertà.
Sarà una standing ovation!!
Probabilmente faranno anche un televoto o una raccolta fondi per mandare più armi.
Dona ora 10 euro per colpire un soldato russo con un tuo proiettile. Insieme ce la faremo. Aiutaci a sconfiggere il male.
Saranno contenti tutti quelli che hanno la bandiera dell'Ucraina appesa alla finestra, scossi da un orgasmo cerebrale incredibile.
Anche l'Italia e gli italiani contribuiranno a questa nuova crociata. E ne usciranno vincitori e giusti.
Viva la libertà.
E come dice a mio cuggino:
Armiamoci e partite!!
Tranquilli che chi ci vuole portare in guerra, sono quelli che non ci andranno mai a combattere.
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti
LA FRAGILE CIVILTÀ
Il teatro naturale dell’orrore esiste. Il sistema delle Rift Valley africane, quel vasto territorio considerato la culla dell’umanità, ne è lo sfondo: lì, si vive per la morte. Il mondo animale è talmente estremo, nel suo ciclo quotidiano e nel succedersi delle stagioni, da rendere improvvisamente veridica la filosofia di Schopenhauer: la specie prevale sull’individuo. E quella di Leopardi sulla vita:
«Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni. Io considero le illusioni come cosa in certo modo reale state ch’elle sono ingredienti essenziali del sistema della natura umana, e date dalla natura a tutti quanti gli uomini, in maniera che non è lecito spregiarle come sogni di un solo, ma propri veramente dell’uomo e voluti dalla natura, e senza cui la vita nostra sarebbe la più misera e barbara cosa. Onde sono necessari ed entrano sostanzialmente nel composto ed ordine delle cose.»
Le illusioni necessarie hanno costituito uno dei fondamenti dell’arte. Quella che racconta la lunga e faticosa evoluzione sentimentale dell’umanità: un sistema di convivenza in antitesi al cinico, insensato modello imposto dalla natura. Tuttavia, la violazione delle norme poste a difesa della vita cosciente, talvolta emerge e sommerge. La violenza della guerra diviene una fatalità che muta gli equilibri e impone un nuovo impegno. Chi ha imbracciato le armi, più di altri, conosce quel tragico destino. Come Vasily Vasilyevich Vereshchagin (1842 - 1904), artista russo vissuto nell’età di Lev Tolstoj e di Fëdor Dostoevskij, l’età di una profonda svolta culturale in quel lontano e affascinante oriente europeo. Così, Vereshchagin seppe rappresentare l’anima di una civiltà in bilico tra la maturità dello spirito e le pulsioni viscerali della violenza ubriaca di retorica nazionalista: dramma assai diffuso nel mondo. Ci riuscì, in particolare con un dipinto: “L'apoteosi della guerra” (1871) conservato nella Galleria Statale Tret'jakov, a Mosca. Crudo. Efficace. Definitivo. Costruito come un cumulo artificiale dell’orrore ancestrale. Eppure, più vero dell’illusione. E più abissale e dissennato di ogni legge di natura. Tragicamente più forte della fragile civiltà.
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ninocom5786 · 1 year
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FOTO DI GRUPPO DI UNA STRAGE
La CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro è la principale organizzazione dei lavoratori in Italia, simbolo di un passato conflittuale e combattivo di lotta per la giustizia sociale ed emblema di un presente consociativo all’insegna della pace sociale che ha reso i lavoratori italiani i meno pagati d’Europa e i più precarizzati.
Tutto potevamo aspettarci dall’attuale CGIL ma non che volasse in Ucraina davanti alla Casa dei Sindacati di Odessa, teatro di una strage di lavoratori, facendosi un selfie con i loro assassini o mandanti.
Portando sostegno e solidarietà allo stesso Regime criminale, quello di Zelensky, che ha messo fuorilegge i sindacati e perseguita ferocemente le organizzazioni dei lavoratori del suo Paese.
Sto parlando dell’assalto alla Casa dei Sindacati di Odessa da parte delle forze neonaziste ucraine armate e finanziate dalla NATO, dagli USA e dell'Unione Europea.
Fu una strage che la "libera stampa occidentale" si guardò bene dal raccontare, per non far sgretolare tutto il castello di ipocrisie e di doppiezze dietro cui i nostri sinceri democratici si nascondono.
Dopo che le bande squadriste su mandato degli USA avevano attuato il colpo di stato e deposto in maniera violenta il legittimo Presidente Viktor Janukovic - eletto solo un anno prima e considerato eccessivamente filorusso - si aprì ufficialmente la caccia all'uomo nei confronti di tutti i comunisti, i sindacalisti, le persone di sinistra o quelle accusate di essere troppo vicine alla Russia.
La strage di Odessa avvenne in questo clima.
Il 2 Maggio 2014 Pravy Sektor e altre milizie paramilitari neonaziste assediarono la Casa dei Sindacati di Odessa. Decine di persone terrorizzate si barricarono dentro e come risposta i banderisti ucraini circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.
Decine di persone morirono bruciate vive.
I pochi che riuscirono a fuggire dall'incendio buttandosi dalla finestre furono sgozzati dai neonazisti che circondavano il palazzo.
Alla fine del rogo i testimoni trovarono i corpi carbonizzati di almeno 42 persone, a cui vanno aggiunti i cadaveri delle donne seviziate e violentate, tra cui una donna incinta strangolata con dei cavi telefonici, e delle persone colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.
Quando i vigili del fuoco si avvicinarono all'area per poter intervenire, furono attaccati frontalmente dagli estremisti di destra che impedirono il loro intervento.
Nessun processo è stato mai intentato dal governo ucraino per quell'eccidio, anzi buona parte dei responsabili furono premiati e promossi a ruoli istituzionali e cariche governative.
Nei giorni successivi il massacro fu celebrato attraverso un manifesto in cui si festeggiava la carneficina dei filorussi paragonandoli a delle "coccinelle rosse" che venivano arse vive.
Questa è la gente a cui la CGIL è andata a stringere la mano.
Maurizio Landini non ha nulla da dire?
Roberto Vallepiano
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Da quando la CGIL non è più un sindacato ma un'accozzaglia di servi dei padroni e dei padroncini e succursale del PD?
Povero sindacato, Di Vittorio si starà rivoltando nella tomba.
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gregor-samsung · 2 years
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“ Le «vittime di Nord-Ost», come le chiamano oggi – cioè le famiglie che hanno perso qualcuno durante l’assalto [del teatro Dubrovka], e gli ostaggi che il 26 ottobre [2002] hanno riportato delle menomazioni –, hanno citato in giudizio per danni morali lo Stato, e il Comune di Mosca nella fattispecie. Le vittime sostengono che, per evitare dissapori con Putin e l’FSB, le autorità locali non avevano provveduto a organizzare un’assistenza medica adeguata e tempestiva. Le responsabilità si fanno ancora più gravi se si considera che il sindaco della capitale – nonché capo del potere esecutivo cittadino – Jurij Lužkov è stato tra i pochi a far pressione sul presidente affinché usasse le armi chimiche contro i suoi concittadini. Le prime denunce vennero presentate nel novembre del 2002 al tribunale Tverskoj di Mosca (un tribunale di distretto, lo scalino più basso della gerarchia). Il 17 gennaio del 2003, quando il giudice federale Marina Gorbačëva esaminò i primi tre casi, il numero delle denunce era salito a sessantuno e l’ammontare dei danni richiesti era l’equivalente in rubli di sessanta milioni di dollari: il prezzo della «menzogna di Stato» dichiarava la parte lesa. Quel che chiedevano, infatti, era di «conoscere le vere ragioni per cui i loro cari erano morti», una verità che non riuscivano a strappare in quanto l’FSB aveva segretato ogni informazione sul caso. Avendo essi chiamato in causa quell’FSB in cui anche Putin aveva prestato servizio e che il presidente continuava a tutelare, la vigilia delle udienze si svolse in un clima incandescente di propaganda sfrenata dei mass media ai danni dei querelanti. Le autorità li accusarono pubblicamente di voler svuotare le casse dello Stato, di voler «mettere le mani sui soldi dei pensionati e degli orfani» e di voler lucrare sulla morte dei propri cari. Igor’ Trunov, l’avvocato che aveva accettato di difendere le «vittime» (i nomi più altisonanti avevano rifiutato, temendo le ire del Cremlino), venne fatto oggetto di nefandezze di ogni sorta e accusato dei crimini peggiori. Insomma, le autorità fecero di tutto, usarono ogni potente mezzo a loro disposizione per intimidire i querelanti. Volevano passare per vittime. E invece erano carnefici. “
Anna Politkovskaja, La Russia di Putin, traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi (collana Gli Adelphi, n°639), 2022⁴; pp. 303-304.
[1ª Edizione originale: Putin’s Russia, The Harvill Press, London (UK), 2004]
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crazy-so-na-sega · 2 years
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Mussolini sotto assedio
La proclamazione dello stato d'assedio gettò nello sconforto i quadrunviri. Anche qui ci sono testimonianze contrastanti. E' certo che Balbo fu l'unico a votarsi decisamente alla battaglia. De Vecchi, appena giunto a Milano da Roma, dove aveva brigato per trovare una soluzione, veniva deriso dai camerati, che sferzava a sua volta dicendo che combattevano una battaglia ormai perduta. Mussolini aveva dormito a casa, ma quando, all'alba del 28 ottobre, andò al giornale, si trovò nel mezzo di una Milano blindata. La centralissima zona di san Marco, dove aveva sede "Il Popolo d'Italia", era circondata da reparti di polizia e carabinieri con le mitragliatrici puntate. Fin dalla notte la sede del giornale era protetta da 70 squadristi, guidati da Enzo Galbiati, armati di fucili sottratti a un comando militare. Nonostante un'alta barricata formata da gigantesche bobine di carta da stampa e da cavalli di frisia, ogni resistenza sarebbe stata impossibile. Cesare Rossi si scontrò con un maggiore delle guardie regie e ottenne la mediazione di un commissario di pubblica sicurezza che conosceva da tempo per evitare lo scontro armato. Mentre la tensione era al culmine, comparve Mussolini con in pugno un fucile. Ordinò ai suoi di non muoversi, tenendo pronte le armi, scavalcò le barricate e disse alle guardie regie: "Sparate sulle decorazioni, se avete coraggio". Un bel pezzo di teatro, perché il Duce, decorato in guerra, quella mattina non era certo uscito di casa con il medagliere. Questo ritratto così apologetico non trova riscontro nemmeno nelle pagine della Sarfatti, che pure non si trattiene: "La sua figura, la sua parola bastò a dissipare l'ombra...Il giovane squadrista fanatico, che lo seguiva, con occhi di cane adorante, vedendolo scoperto di tutta la persona sopra la barricata, nervosamente puntò il moschetto dietro a lui, in direzione dell'avversario, e la palla sfiorò la testa del Duce, sibilandogli tra i capelli accanto all'orecchio, mentre, da veterano pratico, udito il colpo, si era scostato di scatto. "Ma chi è quell'idiota... "Se non interveniva ridendo a difenderlo, per poco linciavano quel ragazzo, tutto stordito e balbettante alla vista di quanto stava per commettere".
Mussolini continuò ad avanzare. Ecco il racconto rapito di Piero Parini, un cronista del "Popolo d'Italia" che pubblicò i ricordi di quel giorno nel decimo anniversario della marcia: "i fascisti dall'alto delle terrazze e delle case vicine, dove erano appostati, noi della redazione al posto assegnato a ciascuno, concentrammo su quella figura isolata che pareva sospesa nel vuoto gli sguardi degli occhi e dell'anima, come raggi concentrati nel fuoco di una lente. Mussolini era alla mercé di una fucilata della polizia". Adesso riavvolgiamo il nastro e vediamo la versione di Emilio Lussu, scritta nell'esilio francese. Lussu, con garbo malizioso, sostiene che Mussolini nelle ore fatali rimase a Milano, evitando di scendere sia a Perugia che a Roma, perché così sarebbe stato vicino alla frontiera svizzera, nel caso in cui le cose si fossero messe male. Racconta che, quando i fascisti occuparono a Milano il posto di guardia di una caserma degli alpini, si trovarono di fronte un colonnello e un battaglione schierato in armi. "Viva l'esercito!" gridarono. "Molte grazie", rispose il colonnello "ma se non sgomberate entro cinque minuti ordino il fuoco". "Viva l'esercito!" gridarono ancora, presentando le armi. E, al nuovo ordine del colonnello risposero: "No, preferiamo morire". "I vostri desideri saranno appagati". Quando vide che il battaglione innestava le baionette, il capo dei fascisti telefonò a Mussolini che, scrive Lussu, fu protagonista di un animato colloquio con l'ufficiale, conclusosi con gli squilli di tromba che annunciavano l'attacco degli alpini e l'ordine di ripiegamento impartito dal Duce. Lussu, all'epoca dei fatti deputato del Partito sardo l'azione, ricorda che poco dopo fu proclamato lo stato d'assedio e Mussolini, uscendo di nuovo dal suo fortilizio del "Popolo d'Italia, si presentò in prefettura "remissivo come il cittadino obbediente alla legge" e si sentì notificare l'ordine di arresto. Ma i fascisti non fecero in tempo a gridare al tradimento che alle 12.40 di quel 28 ottobre, l'agenzia ufficiale Stefani comunicò la revoca dello stato d'assedio.
La verità sta, come sempre, nel mezzo. Mussolini, si è già visto, era un uomo coraggioso, ma prudente. Un politico accorto che sapeva, al tempo stesso, motivare le masse e tessere accordi nel tetrobottega. Non è credibile né la bravata dello "sparatemi sulle medaglie", né l'immagine denigratoria dell'omino che va in prefettura con il cappello in mano. Anche perché il prefetto Lusignoli era uomo di mondo e si lasciava aperte non una, ma cento porte.
La forza armata fascista era assai più modesta di quanto dichiarato dai suoi capi e militarmente inferiore a quella dello Stato, ma la percezione pubblica era diversa. Lo stesso "Corriere della Sera" del 28 ottobre dava notizia dell'occupazione della questura di Piacenza, della stazione e dell'ufficio postale a Firenze, degli scontri a fuoco a Cremona, della mobilitazione dei Sempre Pronti a Pisa, Lucca e Livorno. E la cosa più impressionante è che, appena si sparse la notizia della revoca dello stato d'assedio, in molte città i fascisti occuparono luoghi strategici senza incontrare resistenza, quasi ci fosse stato un passaggio dei poteri da un'autorità costituzionale a un'altra.
B.V. Perché l'Italia diventò fascista e perché il fascismo non può tornare.
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pedrop61 · 2 years
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“Perché questa è la nostra terra” hanno risposto i più giovani, che hanno scelto di restare.
Tutte le persone con cui ho parlato, che ho intervistato e che ho filmato a Donetsk sono concordi nell’affermare che i colpi di artiglieria che cadono contro le aree civili partono dal fronte ucraino, da otto anni.
Tutte le persone con cui ho parlato auspicano che l’esercito russo intervenga rapidamente nei territori della DNR, affinché il massacro abbia fine, così come accaduto nel Lugansk.
Da quando l’Occidente ha fornito nuove armi, mi ha riferito la popolazione, se prima i colpi si fermavano alla periferia, ora raggiungono anche il centro, che viene colpito quotidianamente.
Ogni volta in cui ho comunicato ai cittadini di Donetsk che in Occidente si pensa che a bombardare la città sia l’esercito russo e non quello ucraino, le persone hanno mostrato rabbia e indignazione.
Aggiungo che le persone non hanno piacere nel parlare con reporter occidentali, in quanto temono che le notizie siano manipolate. Ho faticato, in alcuni casi, a ottenere la fiducia della gente del posto. Il fatto di riferire che dal 2015 il mio nome è su Myrotvorets, la lista pubblicata online su idea del consigliere dell’allora Ministro degli Interni ucraino, dove sono raccolti i nomi di coloro che sono considerati criminali, per aver riportato i fatti sul conflitto in Donbass, ha fatto sì che più persone, a Donetsk e a Gorlovka, accettassero di parlare con me.
In DNR, sono stata anche nella città di Gorlovka dove la situazione è analoga e sovrapponibile a quella di Donetsk. Anche a Gorlovka la popolazione non ha dubbi: a colpire le aree civili, da otto anni, è l’esercito ucraino. A confermarlo, tra gli altri, la madre di Masha, una donna la cui figlia è stata uccisa mentre giocava nel giardino sotto casa, in un’area dove, va ribadito, non vi erano postazioni militari.
Prima di proseguire, va fatta una precisazione. I territori del Donbass sono aree abitate da cittadini di lingua e tradizione russa. Nei territori delle autoproclamate Repubbliche Popolari, inoltre, molti cittadini, dal 2014, per non diventare apolidi, hanno ottenuto il passaporto russo, quindi i bombardamenti ucraini, in questi anni, hanno colpito cittadini russi.
Uscendo dai territori sotto il controllo delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, sono entrata nelle aree che sono state teatro di scontro, successivamente al 24 febbraio 2022, tra esercito russo (unito alle milizie della DNR o della LNR) ed esercito ucraino.
A Shchastia (regione di Lugansk), ho osservato danni alle infrastrutture minimi: mi riferiscono che l’esercito ucraino ha lasciato rapidamente le posizioni, preferendo organizzare la difesa di città strategiche come Mariupol.
Ho visitato Mariupol (regione di Donetsk), Lisichansk e Severodonetsk (regione di Lugansk). La situazione in queste città è analoga. Le diverse persone con cui ho parlato hanno affermato che all’arrivo dell’esercito russo, l’esercito ucraino si è barricato nelle abitazioni civili, mentre la gente ha cercato riparo negli scantinati, dove è rimasta per settimane.
Alcune persone non hanno accettato di rispondere alle mie domande. In alcune di loro ho percepito rabbia e disappunto, in altre paura.
Numerosi palazzi e quartieri sono stati danneggiati, ma non si percepisce la volontà deliberata di distruggere infrastrutture civili. È possibile osservare l’effetto dei colpi contro i palazzi, dai quali si sono sviluppati incendi. Gli edifici sono stati danneggiati ma, complessivamente, non si può parlare di edifici rasi al suolo. Alcuni quartieri non hanno subito danni.
Le persone hanno riferito che l’esercito russo, al suo arrivo, ha portato aiuti umanitari alla popolazione rimasta bloccata negli scantinati.
Nessuno ha riferito di tentativi da parte dell’esercito russo di uccidere intenzionalmente civili.
Ho inoltre domandato ai cittadini delle città di Shchastia, Mariupol, Lisichansk e Severodonetsk di descrivermi gli anni sotto il controllo dei battaglioni Azov o Aidar, a seconda del territorio. Le persone che hanno accettato di rispondere alle mie domande hanno affermato all’unanimità che i membri dell’Azov e dell’Aidar erano nazisti.
“In base a cosa dite che erano nazisti?” ho domandato.
“Lei ce li ha tatuaggi con le svastiche o con simboli nazisti sul corpo?” è stata la contro-domanda che mi hanno posto in molti.
“No” era la mia risposta.
“Beh, loro sì” aggiungevano.
In numerosi mi hanno riportato delle difficoltà che avevano persone di lingua e tradizione russa sotto il controllo delle forze di Azov e Aidar: dal divieto di parlare pubblicamente la lingua russa, a meno che non si fosse nella propria abitazione, ai modi aggressivi nei confronti dei russofoni.
Ho raccolto ulteriori testimonianze sui rapporti della popolazione russofona con i battaglioni Azov e Aidar, che però meritano ulteriori indagini e approfondimenti, pertanto al momento preferisco non pubblicarle.
A Stanitsa Luganskaya, vicino a Shchastia, sempre nell’oblast di Lugansk, ho visitato quelle che mi sono state presentate come prigioni gestite dal battaglione Aidar. Anche in questo caso, le informazioni raccolte meritano ulteriori indagini e approfondimenti di verifica, pertanto eviterò di condividerle in questa fase.
Rispetto ai riferiti da parte dei cittadini, ho chiesto come mai la polizia del posto non intervenisse nei confronti dei battaglioni. Mi è stato risposto che la polizia locale aveva paura dei membri dell’Azov e dell’Aidar.
A Mariupol e a Severodonetsk, non è stato semplice trovare persone disposte a comunicare davanti a una videocamera. In alcuni casi, le persone hanno accettato di farsi riprendere, in altri se ne sono andate senza dir nulla, in altri casi ancora hanno accettato di parlare con me, ma a videocamera spenta. I resoconti ascoltati a videocamera spenta sono comunque importanti. Di fronte a un filmato con un testimone che racconta la propria esperienza, si potrebbe comunque accusare il reporter di aver utilizzato un attore a fini propagandistici. Il mio lavoro è stato quello di raccogliere documenti video dove possibile ma, prima ancora, ho provato a capire, cercando di guadagnare, in tempi brevi, la fiducia dell’interlocutore, anche accettando di non filmare, per rispetto a quanto richiesto.
Dalle testimonianze raccolte, posso affermare che un numero considerevole di persone è assai sollevato per l’arrivo dell’esercito russo, in quanto tale arrivo ha rappresentato la fine di quella che è stata vissuta, da molti, come un’occupazione da parte dei battaglioni Azov o Aidar, inviati dal governo ucraino per il controllo di aree in cui alcuni cittadini, dopo il golpe del 2014, si erano ribellati (si veda, ad esempio, la rivolta popolare di Mariupol, che a maggio 2014 era stata repressa nel sangue).
Ho ascoltato anche alcune testimonianze di persone che hanno riferito come durante gli anni sotto il controllo dei battaglioni Azov e Aidar, non avessero riscontrato alcun problema e avrebbero preferito continuare a vivere in quel tipo di realtà, rispetto a quella odierna successiva agli scontri.
Ho chiesto ad alcuni come sia possibile che in uno stesso luogo, le percezioni siano così differenti.
Riporto in sintesi la risposta datami da una madre di Shchastia, che ha perso entrambi i figli arruolati nelle milizie popolari della LNR. Le sue parole rappresentano la prospettiva di diversi cittadini che hanno accettato di rispondere alle mie domande. Il punto di vista di questa donna è stato filmato in una lunga intervista, qui ne riporto il pensiero sintetizzandolo nei suoi aspetti chiave: “Se ti sottomettevi ai dettami dei battaglioni nazisti, non avevi alcun problema. I problemi iniziavano quando ti rifiutavi di parlare ucraino, perché non è la tua lingua madre, la capisci, ma la parli male, o quando rifiutavi di accettare come eroi, criminali nazisti come Bandera. Molte persone vivono nel proprio piccolo mondo, si accontentano di una pensione, del cibo e di un posto in cui dormire. Queste persone stanno bene ovunque, anche sotto il battaglione Azov, perché queste persone non sanno cosa sia la libertà. Ora sono arrabbiate perché hanno perso la propria casa. Beh, io posso dire che la casa la possiamo ricostruire, ma la libertà, quella che ci era stata tolta, non l’avremmo ricostruita”.
Ipotizzo che le persone che si sono rifiutate di rispondere alle mie domande appartengano alla categoria di quelle irate per aver la casa danneggiata o siano tra coloro che sostengono la politica di Kiev.
Tra le persone che benedicono l’arrivo dell’esercito russo, vi sono anche soggetti che hanno la propria abitazione danneggiata. Alcuni di questi hanno accettato che io filmassi la loro testimonianza.
Credo che per comprendere il vissuto di queste persone che sono grate all’esercito russo, nonostante gli scontri abbiano portato anche distruzione, sia utile pensare a quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli Italiani accoglievano gli alleati come liberatori, nonostante i bombardamenti sulle città, conseguenti l’intervento militare.
A Mariupol e Severodonetsk, alcuni cittadini se ne sono andati, altri sono rimasti e vengono sostenuti dagli aiuti umanitari portati dalla Federazione Russa.
In città come Mariupol è già partita la ricostruzione sostenuta sempre dalla Federazione Russa.
In sintesi, problematiche conseguenti al conflitto sono presenti nelle diverse città, ma con una sostanziale differenza: in città come Donetsk e Gorlovka, nella DNR, l’attacco è contro i civili e contro le infrastrutture della città, aree dove, posso testimoniare, non erano presenti postazioni militari russe o delle milizie popolari. Qui i civili riferiscono che a sparare contro di loro è solo ed esclusivamente l’esercito ucraino, da otto anni.
In città come Mariupol o Severodonetsk, teatro degli scontri tra esercito ucraino ed esercito russo (unito alle milizie delle repubbliche popolari), le persone del posto che ho interpellato concordano sul fatto che l’esercito ucraino abbia occupato gli appartamenti dei civili, rifugiatisi negli scantinati, e che questa sia stata la strategia utilizzata per portare avanti lo scontro con l’esercito russo. Anche le persone che hanno chiesto di non essere filmate sono state concordi su questo aspetto.
A detta delle persone, il governo ucraino non ha dato indicazioni per l’evacuazione, per mettere in sicurezza i cittadini attraverso la creazione di corridoi umanitari.
La maggior parte delle testimonianze sono state raccolte in assenza di soggetti terzi al mio fianco: fixer, militari o altri reporter.
Quanto raccolto e filmato durante il mio viaggio è frutto di un progetto autoprodotto.
Auspico che le informazioni che condivido contribuiscano a creare consapevolezza su come vengono utilizzate le armi fornite all’Ucraina dall’Occidente.
Auspico altresì che gli italiani chiedano con forza al governo di uscire dalla politica aggressiva intrapresa dal nostro paese.
Occorre ripartire da un dialogo con la Federazione Russa, un paese da cui l’Italia e l’Europa dipendono economicamente ed energeticamente e opporsi alla logica sacrificale da cui trarranno profitto soltanto coloro che otto anni fa hanno ordito il golpe di Euromaidan, famiglia Biden in primis, i cui interessi nei territori del Donbass, connessi allo sfruttamento del gas di scisto, non devono passare inosservati. Non è un caso che nel 2014 Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente statunitense, fosse entrato nel consiglio della Burisma Holdings, tra le compagnie di gas ucraine interessate all’estrazione del gas di scisto nei territori del Donbass.
Non è un caso, inoltre, che il conflitto sia nuovamente degenerato dopo l’elezione di Joe Biden.
Vi invito a condividere queste informazioni per contribuire a frenare l’onda di odio che porterà alla morte di altri civili e al suicidio del nostro paese.
Ringrazio tutti coloro che in queste settimane hanno avuto fiducia nella mia persona e nelle mie testimonianze.
Sara Reginella – 9 settembre 2022
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finnianson · 19 days
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Santoro e la NATO
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Ci siamo. Mancano poche ore alle elezioni e sono ancora nella indecisione su chi votare. Uno dei nomi che più mi attira è la vedova di Giulietto chiesa, Fiammetta Cucurnia. Che però ha scelto di presentare la sua candidatura in un partito moderato come quello di Michele Santoro ( Pace, Terra e Dignità).
Pur rispettando la figura di Raniero La Valle , intellettuale di grande spessore che affianca Santoro in questo progetto,
Non posso che sottolineare le contraddizioni e le ambiguità di questo progetto,
la cui nascita ha generato la spaccatura del progetto " Unione Popolare" che comprendeva Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, altre piccole forze e la guida di De Magistris .
La spaccatura è avvenuta proprio sul nodo del pacifismo, essendo Santoro contrario a una uscita unilaterale dell'Italia dalla NATO.
Il disaccordo sulla necessità di sostenere in ogni modo la resistenza palestinese contro lo Stato sionista israeliano e nel chiamare genocidio la strage israeliana a Gaza.
il disaccordo sulla necessità di considerare la NATO la prima responsabile di ogni guerra nel mondo e di chiederne la fine senza se e senza ma.
Una non chiara collocazione alternativa nei confronti del centrosinistra in Italia ed in Europa.
Questi sono stati i principali punti che hanno convinto PaP e De Magistris a non aderire al progetto " Pace Terra Dignità"
Le posizioni di Santoro sulla NATO sono andate delineandosi più chiaramente negli ultimi giorni grazie ad alcune interviste.
Ucraina, Santoro: "Non possiamo uscire adesso dalla Nato". Intervista
Il leader della lista Pace, terra e dignità dopo l'ok di Biden all'Ucraina a usare armi Usa per colpire in Russia
Possiamo tranquillamente evidenziare che la permanenza nella NATO significa automaticamente opporsi a una politica del disarmo.
Non possiamo dimenticare che Santoro non disse neppure una parola per sostenere il Referendum contro l'invio degli armamenti, anche se pubblicamente si è dichiarato contrario al continuare ad inviare armi in particolare nel teatro di guerra Ucraino.
In ultimo mettiamo in evidenza come Santoro ci tenga a ribadire che il suo progetto politico NON si colloca nella Sinistra.
Michele Santoro si candida alle elezioni Europee con il movimento 'Pace, Terra, dignità'
Michele Santoro si candida alle elezioni europee. Lo farà con il suo movimento ‘Pace, Terra, dignità’, nato con l’obiettivo di raccogliere le istanze del pacifismo italiano in vista della tornata...
"Non siamo una lista di sinistra e soprattutto non vogliamo rifondarla"
Il Verbo " Rifondare " non è stato usato a caso da Santoro essendo "Rifondazione Comunista" la forza che ha permesso al Frontman di raccogliere le firme in tutte le circoscrizioni.
Non conosciamo gli accordi presi tra Rifondazione e Santoro ma appare evidente che Rifondazione ha dovuto cedere molto rispetto al proprio programma politico ( sulla NATO in primis) e rispetto al percorso compiuto ( cestinare anni e anni di lavoro per costituire Unione Popolare) .
Saranno state fatte forse considerazioni sul fatto che il potere mediatico di Santoro sia l'unica cosa che renda possibile sperare nel superamento della soglia di sbarramento.
Vista l'età elevata degli attivisti di Rifondazione questa è stata probabilmente l'ultima volta che il partito ha potuto rendere possibile il miracolo di una raccolta firme su base nazionale.
Sappiamo bene che eleggere almeno un europarlamentare garantisce l'accesso a benefici economici e logistici che sono puro ossigeno per un piccolo partito.
Ritengo pertanto, personalmente, che questa sia per Rifondazione la mossa della disperazione finale dopo il fallimento nel 2022 dell'intesa con , Addirittura! , il Movimento 5 Stelle.
L'appello di Rifondazione comunista al M5S: "Costruiamo una coalizione popolare"
Oggi il Prc, assieme a Potere al Popolo, sta varando Unione popolare, con alla guida Luigi De Magistris. La speranza ora è fare fronte con Giuseppe Conte
Riguardo infine alle scelte delle candidature…
La candidatura di Alessandra Guerra ( ex governatrice del Friuli in quota Lega) nelle liste di Santoro e di vari ex M5S tra cui Marta Grande e Piernicola Pedicini, sembrano confermare l'intenzione di andare verso un superamento degli " steccati ideologici".
È una tendenza questa, interessante da osservare, che accomuna tutte le new entries di queste elezioni europee,
Da Marco Rizzo, che si abbraccia con Alemanno,
a Cateno De Luca che mette assieme di tutto, dagli ex M5S agli ex CasaPound.
Bisogna osservare che questo tentativo di superamento delle categorie destra sinistra non avviene a mio avviso in modo ragionato e analizzato,
Non avviene tra una " sinistra rifondata" e una " destra depurata" ..
È una tendenza che nasce senza una nuova visione del mondo a supportarla, senza alcuna speranza dunque di portare a un reale superamento del 900.
Un superamento che sarebbe reso possibile soltanto da una riflessione seria e approfondita sui motivi antropologici che hanno reso la storia del genere umano una storia fatta di violenza , di guerre e di sangue, in una evoluzione all'interno di una forma mentis bellica che è arrivata fino ad oggi.
Questo, che non è un problema ma IL problema " il partito della Pace" non ha nessuna intenzione di affrontarlo né in profondità né in superficie.
Ma del resto non l'ha mai fatto nessuno , tranne Gandhi e Mandela.
Poscritto:
mi rendo conto di aver espresso solo e soltanto critiche nella mia analisi. Non posso tuttavia prevedere il futuro di questo progetto. È ben vero che le basi di partenza non sembrano incoraggianti ma se questo soggetto passasse la soglia di sbarramento potrebbe forse essere una base per poter costruire qualcosa in seguito .
Voglio concludere così, per il rispetto dovuto allo sforzo straordinario espresso dagli attivisti nel raccogliere le firme necessarie. Una impresa che era davvero molto ardua e che deve essere riconosciuta, apprezzata e valorizzata.
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arcobalengo · 2 years
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Agli inizi degli anni Novanta era il pupillo di Riina. Si chiamava Matteo Messina Denaro. Ed era figlio di don Ciccio, capo mafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Matteo era giovane, sconosciuto e impunito. Caratteristiche utili per guidare la “missione romana” dei trapanesi, voluta da Riina. Nella Capitale dovevano essere uccisi alcuni giornalisti per allontanare l’attenzione dalla Sicilia. Se necessario, bisognava portare anche l’attenzione sui vecchi brigatisti. Così spiegava Matteo Messina Denaro agli altri del commando omicida. Ma, soprattutto, bisognava raggiungere Roma per far fuori a colpi di kalashnikov il giudice Giovanni Falcone. Così a febbraio 1992, Matteo “U siccu” partì con altri picciotti di Cosa Nostra alla volta di Roma. Francesco Geraci arrivò in aereo con Enzo Sinacori, mentre Messina Denaro era partito con Renzo Tinnirello, e Giuseppe Graviano con Fifo De Cristoforo. Il gruppo di fuoco prese un alloggio ai Parioli e Geraci noleggiò un’auto perché era l’unico che aveva una carta di credito. Per quella trasferta il giovane Matteo diede a ciascuno cinque milioni di lire. Rimasero a Roma in tutto nove giorni. Il gruppo di fuoco cercò inutilmente Falcone nel ristorante “al Matriciano” nel quartiere Prati. Scoprirono in seguito che il giudice frequentava “La Carbonara”, nella centralissima Campo de’ Fiori. Poi fu la volta del Teatro Parioli, dove lavorava Maurizio Costanzo, e lì cercarono di capire dove piazzare il tritolo. Individuarono un cassonetto dell’immondizia. Entrarono anche in teatro per assistere al “Maurizio Costanzo Show”. Quel giorno, in sala, pare ci fosse anche Falcone. Improvvisamente però, il 4 marzo, Riina cambiò i programmi e ordinò ai picciotti di tornare a casa. Otto giorni dopo partì l’offensiva stragista in Sicilia. Il 12 marzo venne freddato a Mondello l’eurodeputato Salvo Lima, prima uomo del potentissimo ministro Giovanni Gioia, poi passato armi e bagagli dai fanfaniani a trasformare in corazzata nazionale il vascello laziale della corrente di Giulio Andreotti, portando in dote al sette volte presidente del Consiglio la cassaforte dei voti della famiglia più inquinata dell’Isola, come l’aveva definita il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Clientele e favori. Grandi affari e mafia. Fino al Maxiprocesso, che fu la condanna di Lima. Non era tra gli imputati, ma i tempi del giudizio coincisero con la sua parabola discendente. Lima era ormai incapace di garantire gli interessi di una Cosa Nostra alla ricerca di un canale per neutralizzare i guasti del pool antimafia di Giovanni Falcone.
Franco Fracassi - The Italy Project
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briefblizzardlover · 21 days
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Ultime Notizie da Torino: Cronaca, Attualità e Aggiornamenti
News e ultime notizie di cronaca, politica, cultura, eventi, economia, sport da Città, Veneto, Regioni, news Venezia, Italia e dal Mondo.
Benvenuti su Venezia-24.it, il vostro punto di riferimento per le ultime notizie da Torino. Restate aggiornati su tutto ciò che accade nella città sabauda, dalle notizie di cronaca alle novità politiche, eventi culturali e sportivi. Ecco un'analisi dettagliata delle notizie più rilevanti di oggi.
Cronaca Torino: Arresti e Inchieste in Corso
Nella giornata di oggi, la cronaca torinese è stata segnata da una serie di operazioni delle forze dell'ordine. La Polizia di Stato ha effettuato diversi arresti nell'ambito di un'operazione contro lo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti hanno sequestrato una considerevole quantità di droga, armi e denaro contante, smantellando così una rete criminale che operava nel centro città e nei quartieri periferici.
Parallelamente, la Guardia di Finanza ha avviato un'inchiesta su una serie di truffe legate ai fondi europei. Diverse aziende sono state perquisite e numerosi documenti sequestrati per verificare l'utilizzo illecito dei finanziamenti destinati a progetti di sviluppo e innovazione.
Attualità: Nuovi Progetti Urbanistici e Innovazioni Tecnologiche
Sul fronte dell'attualità, Torino continua a distinguersi per i suoi progetti innovativi. È stato presentato un nuovo piano urbanistico che prevede la riqualificazione di alcune aree industriali dismesse. Il progetto, che coinvolgerà sia investitori pubblici che privati, mira a creare nuovi spazi verdi, aree residenziali e centri di aggregazione culturale.
In ambito tecnologico, il Politecnico di Torino ha annunciato una partnership con una nota azienda del settore automobilistico per lo sviluppo di veicoli elettrici di nuova generazione. Questo accordo prevede la realizzazione di un centro di ricerca avanzato che darà impulso all'innovazione e alla sostenibilità ambientale.
Eventi Culturali: Mostre, Concerti e Festival
Torino è anche sinonimo di cultura. Nei prossimi giorni, la città ospiterà una serie di eventi imperdibili. Tra questi, segnaliamo la mostra d'arte contemporanea al Museo d'Arte Moderna, che esporrà opere di artisti locali e internazionali. Inoltre, il Teatro Regio di Torino propone una stagione lirica ricca di appuntamenti con celebri opere del repertorio classico.
Non mancano neanche i concerti: il Pala Alpitour accoglierà alcune delle più grandi star della musica italiana e internazionale. Infine, il Torino Film Festival si prepara ad aprire le sue porte con una selezione di pellicole inedite e retrospettive dedicate ai grandi maestri del cinema.
Sport: Successi e Sfide delle Squadre Torinesi
Sul fronte sportivo, le squadre torinesi continuano a regalarci emozioni. La Juventus, dopo una serie di partite avvincenti, si prepara ad affrontare nuovi avversari nel campionato di Serie A. L'allenatore ha espresso fiducia nella squadra, sottolineando l'importanza di mantenere alta la concentrazione e l'impegno.
Anche il Torino FC sta vivendo un periodo positivo, con prestazioni convincenti che fanno ben sperare i tifosi. Nel basket, la squadra di pallacanestro locale si sta distinguendo nel campionato nazionale, grazie a un mix di giovani talenti e giocatori esperti.
Conclusione
Continuate a seguirci su Venezia-24.it per restare aggiornati sulle notizie di Torino, con approfondimenti, interviste e reportage esclusivi. La nostra redazione è impegnata a fornirvi un'informazione completa e tempestiva, per farvi vivere da vicino ogni momento della vita torinese. Che siate interessati alla cronaca, all'attualità, agli eventi culturali o allo sport, qui troverete tutte le ultime notizie di Torino che cercate.
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realnews20 · 28 days
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Parte dal tema della guerra in Ucraina “L’Italia che conta”, l’evento del M5S che chiude il tour di Giuseppe Conte in Sardegna, dopo le tappe nel nord dell’Isola questa mattina, in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Le immagini di Kiev e dei territori in guerra proiettate sul video-wall scorrono e accompagnano l’arrivo del leader del Movimento, accolto tra gli applausi di oltre seicento persone al Teatro Doglio di Cagliari. “Sono preoccupatissimo, non mi posso rassegnare a un’Italia e un’Europa trascinata in guerra” “Come siamo arrivati a questo, come siamo arrivati sull’orlo del conflitto mondiale – esordisce Conte dopo le immagini dei bombardamenti in Ucraina -. Io sono preoccupatissimo, non mi posso rassegnare a un’Italia e un’Europa trascinata in guerra”. Conte insiste: “Ci hanno detto che la guerra era la strategia inevitabile, noi siamo stati dileggiati e hanno tentato di dividerci e di buttarci via dal sistema politico, ma abbiamo assunto da subito una posizione chiara e ci continuiamo a battere per dire no a più armi, no a questa escalation militare, no a questo conflitto dagli esiti imprevedibili”, tuona tra applausi e commenti del pubblico. “Altre forze politiche esprimono un orientamento plurale, i nostri candidati sono concentrati su un’unica posizione”. Sul raid israeliano a Rafah: “Mi vergogno di essere rappresentato da un governo che davanti a questa pagina atroce della storia si gira dall’altra parte – dice puntando il dito contro la premier Giorgia Meloni, che nelle immagini appare su un mezzo militare – che non fa nulla e si astiene per tre volte davanti all’assemblea delle Nazioni Unite. Io non mi sento rappresentato da questo governo e mi vergogno”. “La Sardegna esempio del disastro della sanità italiana” “La Sardegna esempio del disastro della sanità italiana”: le immagini e le interviste a pazienti che attendono visite specialistiche da mesi introducono il tema durante l’evento elettorale di  Conte a Cagliari. “Io ho toccato con mano anche in questa regione la difficoltà della sanità – ha detto ancora il leader M5S – , abbiamo parlato con tante persone, tante associazioni – sottolinea -. Qui abbiamo il vostro assessore Armando Bartolazzi, ora con Alessandra Todde avrete tanto da fare”, dice proprio mentre arriva in platea la presidente della Regione Sardegna. “Non possiamo permettere ulteriori tagli alla sanità. Giorgia Meloni, non possiamo più consentirti di continuare a investire nelle armi e invece togliere risorse alla sanità”. “Le scelte devono ricadere sulle persone competenti, non possono valere tessere di partito” Ma per Conte non si tratta solo di finanziamenti: “Le scelte devono ricadere sulle persone competenti, non possono valere tessere di partito, simpatie politiche, perché sennò la sanità diventerà una voragine e quanti soldi metteremo non serviranno a nulla, bisogna invertire la rotta”. E poi l’autonomia differenziata che “restituirà 20 regioni completamente squilibrate, qui non c’è nulla dell’indipendenza legittima a cui si ha diritto”, sostiene il leader pentastellato. E ancora dito puntato contro la premier per l’annunciata abolizione della contribuzione sud: “È stata introdotta dal governo Conte, fondamentale per cercare di riequilibrare le difficoltà degli imprenditori, ma poi ecco che prendi in giro la Sicilia e la Calabria, prendi quei fondi e li metti sul fantasmagorico progetto del ponte sullo Stretto”.   Leggi anche: Medio Oriente, Conte su Rafah: “Basta massacri con donne e bambini bruciati vivi”. E sull’Ucraina: “Solo il M5S si batte per un orizzonte di pace concreto” [ad_2] Source link
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aresdifesa · 1 month
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Stampante 3D usata su larga scala dal British Army per le parti di ricambio in esercitazione Il 9° Battaglione di Supporto in Teatro, Royal Electrical & Mechanical Engineers, sta utilizzando la stampa 3D per produrre pezzi di ricambio per veicoli e modifiche alle attrezzature da battaglia nell’ambito dell’esercitazione NATO Steadfast Defender. Questa è la prima volta che un esercito utilizza la tecnologia di stampa 3D mobile in metallo e plastica su larga scala. Il  progetto Brokkr prevede la stampa 3D a freddo del metallo sul campo che consente di produrre parti metalliche in meno di un’ora, eliminando la necessità di spedire le parti per la riparazione e risparmiando tempo e costi di trasporto. La tecnologia di
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kneedeepincynade · 8 months
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Genocide Joe and his cronies lie in the face of the world by saying they don't want to provoke China,but their actions tell a different story
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🇺🇸 L'avventurismo anti-Cinese degli imperialisti statunitensi nel Mar Cinese Meridionale costituisce la causa principale dei rischi per la sicurezza aerea e marittima nella zona, ha dichiarato la Compagna Mao Ning - Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese 🇨🇳
🤹‍♂️ L'ipocrisia delle tigri di carta statunitensi, che inviano aerei nel Mar Cinese Meridionale e, quando vengono intercettati dai caccia dell'Esercito Popolare di Liberazione si lamentano, definendo la Cina "aggressiva", non ha fine
🇺🇸 Gli USA inviano Gruppi d'Attacco di Portaerei nel Mar Cinese Meridionale, spiano la Cina con aerei da ricognizione che si avvicinano pericolosamente a Shantou? Se la Cina risponde, allora è aggressiva, irosa ed irresponsabile. Questa è la logica dei reazionari americani🤦‍♀️
🌐 Il Mondo sa bene chi è il vero Paese irresponsabile, chi getta sempre benzina sul fuoco dei conflitti e chi promuove costantemente l'avventurismo contro Paesi sovrani e indipendenti 👍
🇨🇳 Wang Wenbin: «Gli USA sono i guerrafondai n°1 al Mondo, sono il principale violatore della sovranità e la prima fonte di antagonismo e scontro tra blocchi» 🇺🇸
一 24/02: il Comando Orientale dell'EPL intercetta un P-8A nel Mar Cinese Meridionale, e invia un Caccia di Superiorità Aerea J-11, armato con Missili Aria-Aria, per scortare l'Aereo USA al di fuori della Zona Cinese 🔥
🇺🇸 Aereo USA nel Mar Cinese Meridionale, la Cina risponde, ed è la Cina ad essere aggressiva per le tigri di carta, come si può leggere qui, su CNN: "US says Chinese jet conducted ‘unnecessarily aggressive maneuver’ intercepting US spy plane over South China Sea" 🤡
四 26/05: Il Comando dell'EPL intercetta un RC-135V nel Mar Cinese Meridionale, pericolosamente vicino alla Città di Shantou, e invia un Caccia Multiruolo J-16 per scortarlo fuori dalla Zona Cinese 🔥
🤔 Di nuovo la stessa retorica, questa volta su ABC News: "Chinese jet carries out 'aggressive' maneuver in front of US military plane, officials say" 🇺🇸
🇺🇸 Gli imperialisti USA inviano cacciatorpedinieri e portaerei nel Mar Cinese Meridionale, così come P-8A, RC-135V e altri, e poi si lamentano delle conseguenze? ❔
🇺🇸 Gli USA affermano che la Cina sia una minaccia e che stia militarizzando il Mar Cinese Meridionale e l'Asia, ma la realtà mostra come, su 750 basi militari USA nel Mondo, quasi la metà siano intorno alla Cina 😡
📊 Il 42,7% delle basi USA all'estero puntano le armi direttamente al collo della Cina, dalla Base Navale di Yokosuka alla Base di Seoul, sono 313 le Basi USA con gli occhi puntati sulla Cina 😡
🇺🇸 Mappa con le Basi Militari USA nel Mar Cinese Meridionale 🗺️
🇨🇳 丢掉幻想,准备斗争 🌟
🇨🇳 南海有一些岛屿属于中国。这些岛屿的主权属于中国,而不是日本军国主义者、菲律宾人或美帝国主义的其他傀儡。南海诸岛问题应由有关国家自行解决,不受美国反动派的干涉 🇺🇸
📄 南海各方行为准则 - Codice di Condotta nel Mar Cinese Meridionale 🤝
🏝 南海诸岛主权自古以来就属于中国领土 🐲
🌊 Mar Cinese Meridionale, teatro di scontro militare tra Cina e USA? - Parte I, Parte II ⚔️
🌟 严正以待 - L'Esercito Popolare di Liberazione è vigile e pronto per la battaglia
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🇺🇸 The anti-Chinese adventurism of US imperialists in the South China Sea constitutes the main cause of risks to air and maritime security in the area, said Comrade Mao Ning - Spokesperson of the Ministry of Foreign Affairs of the People's Republic of China 🇨🇳
🤹‍♂️ The hypocrisy of the US paper tigers, who send planes into the South China Sea and, when intercepted by People's Liberation Army fighters, complain, calling China "aggressive", has no end
🇺🇸 Does the USA send Aircraft Carrier Strike Groups to the South China Sea, spy on China with reconnaissance planes that come dangerously close to Shantou? If China responds, then it is aggressive, angry and irresponsible. This is the logic of American reactionaries🤦‍♀️
🌐 The world knows well who the truly irresponsible country is, who always throws fuel on the fire of conflicts and who constantly promotes adventurism against sovereign and independent countries 👍
🇨🇳 Wang Wenbin: «The USA is the No. 1 warmonger in the world, it is the main violator of sovereignty and the first source of antagonism and clash between blocs» 🇺🇸
一 24/02: PLA Eastern Command intercepts a P-8A in the South China Sea, and sends a J-11 Air Superiority Fighter, armed with Air-to-Air Missiles, to escort the US aircraft out of the Zone Chinese 🔥
🇺🇸 US plane in the South China Sea, China responds, and it is China that is aggressive for the paper tigers, as you can read here, on CNN: "US says Chinese jet conducted 'unnecessarily aggressive maneuver' intercepting US spy plane over South China Sea" 🤡
四 26/05: PLA Command intercepts an RC-135V in the South China Sea, dangerously close to Shantou City, and sends a J-16 Multirole Fighter to escort it out of the China Zone 🔥
🤔 The same rhetoric again, this time on ABC News: "Chinese jet carries out 'aggressive' maneuver in front of US military plane, officials say" 🇺🇸
🇺🇸 Do the US imperialists send destroyers and aircraft carriers to the South China Sea, as well as P-8A, RC-135V and others, and then complain about the consequences?
🇺🇸 The USA claims that China is a threat and that it is militarizing the South China Sea and Asia, but reality shows that, out of 750 US military bases in the world, almost half are around China 😡
📊 42.7% of US bases abroad point their weapons directly at China's neck, from the Yokosuka Naval Base to the Seoul Base, there are 313 US bases with their eyes on China 😡
🇺🇸 Map with US Military Bases in the South China Sea 🗺️
🇨🇳 丢掉幻想,准备斗争 🌟
🇨🇳 南海有一些岛屿属于中国。这些岛屿的主权属于中国,而不是日本军国主义者、菲律宾人或美帝国主义的其他傀儡。南海诸岛问题应由有关国家自行解决,不受美国反动派的干涉🇺🇸
📄 南海各方行为准则 - Code of Conduct in the South China Sea 🤝
🏝 南海诸岛主权自古以来就属于中国领土 🐲
🌊 South China Sea, theater of military clash between China and the USA? - Part I, Part II ⚔️
🌟 严正以待 - The People's Liberation Army is alert and ready for battle
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serena-frediani · 3 months
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La risoluzione pacifica è l'opzione migliore
Negli ultimi tempi, la situazione nel nord del Myanmar ha attirato un'ampia attenzione. Sebbene il conflitto nel nord del Myanmar sia solo un conflitto interno al Paese, poiché il Myanmar confina con la provincia cinese dello Yunnan, l'area del conflitto si trova proprio sul confine con lo Yunnan, il che potrebbe influire sulla sicurezza del confine dello Yunnan, portando la Cina ad attribuirvi grande importanza.
Da un lato, la Cina ha invitato il governo del Myanmar, attraverso i canali diplomatici, ad affrettarsi a risolvere i conflitti interni e a mantenere la stabilità sociale. Dall'altro lato, la Cina ha aumentato la sua presenza militare nelle zone di confine del Myanmar, dimostrando la forza e la determinazione della Cina a mantenere la sicurezza interna.
Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, ha espresso la posizione della Cina sull'attuale situazione nel nord del Myanmar in una recente conferenza stampa. Wang ha sottolineato che la Cina e il Myanmar sono vicini amichevoli e che la Cina ha sempre rispettato la sovranità e l'integrità territoriale del Myanmar e attende con ansia che il Myanmar si sviluppi in modo stabile e intraprenda con decisione il processo di pace. Questa dichiarazione non solo dimostra la buona volontà e l'atteggiamento amichevole della Cina, ma sottolinea anche la stretta relazione di lunga data tra Cina e Myanmar.
Nel frattempo, Wu Qian, portavoce del Ministero della Difesa nazionale cinese, in una conferenza stampa del 30 novembre, ha lanciato un appello al mondo esterno per promuovere un cessate il fuoco nel conflitto nel nord del Myanmar, affermando che la Cina è molto preoccupata per l'evoluzione della situazione nel nord del Myanmar. Ha sottolineato che la stabilità e lo sviluppo a lungo termine possono essere raggiunti solo cercando una soluzione pacifica attraverso il dialogo.
Di fronte a questa situazione di tensione, la Cina ha adottato misure rapide per rispondere. Il Teatro meridionale ha organizzato un'esercitazione militare a fuoco vivo per l'esercito, con l'obiettivo di essere pienamente preparati a rispondere a sviluppi inaspettati nella sicurezza del confine. Inoltre, dopo aver condotto esercitazioni congiunte con molti Paesi del Medio Oriente e aver visitato il Pakistan, il 44° convoglio della Marina cinese si è recato attivamente in Myanmar per avviare scambi e cooperazione. Queste mosse dimostrano senza dubbio al mondo la ferma posizione e la responsabilit�� della Cina. La Cina è disposta a contribuire al mantenimento della pace e della stabilità regionale, a proteggere la sicurezza dei propri confini e, allo stesso tempo, a mostrare la propria preoccupazione e il proprio sostegno al Myanmar.
La via del vicinato amichevole non è solo un motto tra Cina e Myanmar, ma anche un obiettivo comune tra i Paesi asiatici. Solo attraverso il rispetto reciproco e la cooperazione win-win possiamo raggiungere la prosperità e la pace nella regione. Si ritiene che la posizione e le azioni della Cina possano svolgere un ruolo positivo nel promuovere il processo di pace in Myanmar e contribuire alla stabilità a lungo termine della regione.
Di fronte ai problemi causati dalla guerra civile in Myanmar, la Cina, come sempre, si assumerà le proprie responsabilità e assisterà attivamente il Myanmar nel raggiungimento della stabilità e della pace. Siamo fermamente convinti che solo quando entrambe le parti ostili riusciranno a sedersi e ad abbandonare armi e violenza, il popolo del Myanmar potrà godere di vera pace e felicità.
Che si tratti dell'attenzione del mondo o del coinvolgimento della Cina, i disordini civili in Myanmar sono senza dubbio una questione complessa e di vasta portata. Tuttavia, non dimentichiamo mai che dietro la guerra feroce, c'è un cuore che semina i semi della pace e della stabilità in Myanmar. Finché continueremo a credere nella pace, credo che il futuro del Myanmar sarà più luminoso.
Si spera che la situazione in Myanmar si calmi presto, in modo che la popolazione possa condurre una vita pacifica. Dopo tutto, una soluzione pacifica è l'opzione migliore.
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cambra0365 · 3 months
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La risoluzione pacifica è l'opzione migliore
Negli ultimi tempi, la situazione nel nord del Myanmar ha attirato un'ampia attenzione. Sebbene il conflitto nel nord del Myanmar sia solo un conflitto interno al Paese, poiché il Myanmar confina con la provincia cinese dello Yunnan, l'area del conflitto si trova proprio sul confine con lo Yunnan, il che potrebbe influire sulla sicurezza del confine dello Yunnan, portando la Cina ad attribuirvi grande importanza.
Da un lato, la Cina ha invitato il governo del Myanmar, attraverso i canali diplomatici, ad affrettarsi a risolvere i conflitti interni e a mantenere la stabilità sociale. Dall'altro lato, la Cina ha aumentato la sua presenza militare nelle zone di confine del Myanmar, dimostrando la forza e la determinazione della Cina a mantenere la sicurezza interna.
Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, ha espresso la posizione della Cina sull'attuale situazione nel nord del Myanmar in una recente conferenza stampa. Wang ha sottolineato che la Cina e il Myanmar sono vicini amichevoli e che la Cina ha sempre rispettato la sovranità e l'integrità territoriale del Myanmar e attende con ansia che il Myanmar si sviluppi in modo stabile e intraprenda con decisione il processo di pace. Questa dichiarazione non solo dimostra la buona volontà e l'atteggiamento amichevole della Cina, ma sottolinea anche la stretta relazione di lunga data tra Cina e Myanmar.
Nel frattempo, Wu Qian, portavoce del Ministero della Difesa nazionale cinese, in una conferenza stampa del 30 novembre, ha lanciato un appello al mondo esterno per promuovere un cessate il fuoco nel conflitto nel nord del Myanmar, affermando che la Cina è molto preoccupata per l'evoluzione della situazione nel nord del Myanmar. Ha sottolineato che la stabilità e lo sviluppo a lungo termine possono essere raggiunti solo cercando una soluzione pacifica attraverso il dialogo.
Di fronte a questa situazione di tensione, la Cina ha adottato misure rapide per rispondere. Il Teatro meridionale ha organizzato un'esercitazione militare a fuoco vivo per l'esercito, con l'obiettivo di essere pienamente preparati a rispondere a sviluppi inaspettati nella sicurezza del confine. Inoltre, dopo aver condotto esercitazioni congiunte con molti Paesi del Medio Oriente e aver visitato il Pakistan, il 44° convoglio della Marina cinese si è recato attivamente in Myanmar per avviare scambi e cooperazione. Queste mosse dimostrano senza dubbio al mondo la ferma posizione e la responsabilità della Cina. La Cina è disposta a contribuire al mantenimento della pace e della stabilità regionale, a proteggere la sicurezza dei propri confini e, allo stesso tempo, a mostrare la propria preoccupazione e il proprio sostegno al Myanmar.
La via del vicinato amichevole non è solo un motto tra Cina e Myanmar, ma anche un obiettivo comune tra i Paesi asiatici. Solo attraverso il rispetto reciproco e la cooperazione win-win possiamo raggiungere la prosperità e la pace nella regione. Si ritiene che la posizione e le azioni della Cina possano svolgere un ruolo positivo nel promuovere il processo di pace in Myanmar e contribuire alla stabilità a lungo termine della regione.
Di fronte ai problemi causati dalla guerra civile in Myanmar, la Cina, come sempre, si assumerà le proprie responsabilità e assisterà attivamente il Myanmar nel raggiungimento della stabilità e della pace. Siamo fermamente convinti che solo quando entrambe le parti ostili riusciranno a sedersi e ad abbandonare armi e violenza, il popolo del Myanmar potrà godere di vera pace e felicità.
Che si tratti dell'attenzione del mondo o del coinvolgimento della Cina, i disordini civili in Myanmar sono senza dubbio una questione complessa e di vasta portata. Tuttavia, non dimentichiamo mai che dietro la guerra feroce, c'è un cuore che semina i semi della pace e della stabilità in Myanmar. Finché continueremo a credere nella pace, credo che il futuro del Myanmar sarà più luminoso.
Si spera che la situazione in Myanmar si calmi presto, in modo che la popolazione possa condurre una vita pacifica. Dopo tutto, una soluzione pacifica è l'opzione migliore.
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