#antonio sicurezza
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MUSEO IRREVERENTES: “Lavoratore del porto” (1962)
Antonio Sicurezza (1905-1979)
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Natureza morta com enchovas (1972).
🎨 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗦𝗶𝗰𝘂𝗿𝗲𝘇𝘇𝗮
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PRIMA PAGINA Unita di Oggi sabato, 21 dicembre 2024
#PrimaPagina#unita quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi sabato#dicembre#anno#antonio#gramsci#dite#alla#sicurezza#discussione#senato#diritto#manifesta#pacificamente#dovrebbero#modificato#modo#garantire#standard#affermato#ieri#lettera
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Antonio Marino: una vittima del terrorismo politico nell’Italia degli anni ‘70Il carabiniere ucciso a Milano da una bomba a mano nell’aprile 1973
Il 12 aprile 1973, a Milano, il giovane carabiniere Antonio Marino, originario di Vico Equense (Napoli), perse la vita in un tragico episodio di violenza politica.
Il 12 aprile 1973, a Milano, il giovane carabiniere Antonio Marino, originario di Vico Equense (Napoli), perse la vita in un tragico episodio di violenza politica. Marino fu colpito mortalmente durante una manifestazione del Movimento Sociale Italiano (MSI), quando una bomba a mano lanciata contro le forze dell’ordine causò la sua morte. L’attacco fu compiuto da Claudio Loi, figlio del noto…
#Alessandria today#anni ‘70#Anni di Piombo#Antonio Marino#Arma dei Carabinieri#Arma dei Carabinieri vittime#Carabiniere ucciso#carabinieri e ordine pubblico#Claudio Loi#conflitti sociali Italia#Duilio Loi#estremismo politico Italia#giovani carabinieri#Google News#Italia violenze politiche.#italianewsmedia.com#manifestazioni MSI#memoria carabinieri#memoria di Marino#Milano 1973#Milano aprile 1973#MSI#ordine pubblico#Pier Carlo Lava#radicalizzazione ideologica#radicalizzazione politica#sacrificio civile#sacrificio forze dell’ordine#scontri politici Milano#Sicurezza Pubblica
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Medaglie d'Oro della 2ª Guerra Mondiale - Sottotenente ANTONIO SANTANGELO FULCI - Solarino (Siracusa), 13 luglio 1943
Nome e CognomeAntonio Santangelo FulciLuogo e data di nascitaCatania, 25 settembre 1922Forza ArmataRegio EsercitoArmaArtiglieriaCorpo o specialitàReparto10º Gruppo artiglieriaUnitàbatteria di cannoni autotrasportata da 105/28GradoSottotenente di complementoAnni di servizio1940 43Guerre o campagneSeconda Guerra Mondiale (Invasione della Grecia)Luogo e data dell’eventoKm 27 strada…
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Giustizia Internazionale per donne vittime di stupri in Ucraina
Giustizia Internazionale per le donne vittime di stupri in Ucraina. Tavolo tecnico coordinato dal Ministero degli Esteri e Pari Opportunità sulla protezione delle donne, uomini e bambini vittime di violenza. Come assicurare alla giustizia internazionale i colpevoli dei crimini compiuti dall’inizio del conflitto.
#ANTONIO TAJANI#CONVENZIONE DI VIENNA#COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO#CORTE PENALE INTERNAZIONALEALE#CRISTINA MONTAGNI#DONNE#DONNE PACE SICUREZZA#GIUSTIZIA INTERNAZIONALE#GUERRA UCRINA#MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI#NAZIONI UNITE#SFRUTTAMENTO SESSUALE#STATUTO DI ROMA#STUPRI DI GUERRA#VIOLENZA CONTRO LE DONNE#VITTIME DI GUERRA#WOMEN FOR WOMEN ITALY#WOMENFORWOMENITALY
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Vi svelo un segreto:
la necessità di inasprire le sanzioni al codice della strada non ha nulla a che fare con la sicurezza stradale, è infatti arcinoto che non è la durezza bensì la certezza della pena a ridurre i reati, o infrazioni che siano.
L’unica vera ragione di una tale e irragionevole riforma della normativa è consentire ai Comuni - da quasi due decenni privati di qualunque reale disponibilità finanziaria - di aumentare le entrate (e quindi sopravvivere) continuando a fare strage di multe. Tanto per capirci, solo nel 2024 le entrate per le amministrazioni locali sono state pari a 1,3 miliardi €, con incrementi variabili tra 20 e 45% su base annua nelle grandi città. Senza che vi sia, tra l’altro, alcuna trasparenza circa l’utilizzo di tali risorse da parte delle amministrazioni.
Detto in altre parole, quindi, la riforma del #NuovoCodiceDellaStrada altro non è che un provvedimento di austerità in purezza. Che scarica sui cittadini/automobilisti - specialmente quelli costretti a utilizzare spesso l’autoveicolo e/o residenti in città con trasporto pubblico da terzo mondo - i costi di mantenimento (rectius sopravvivenza) di enti locali sempre più poveri. Impoveriti cioè da politiche di tagli lineari e spending review che ne impediscono un funzionamento non dico efficiente, ma pure minimamente accettabile. Un compito che spetterebbe, almeno in teoria, allo Stato. Ma dal momento in cui vi siete bevuti la storiella che “non ci sono soldi” il resto è solo una logica conseguenza. Buon proseguimento.
Antonio Di Siena
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Still Life With Pitchers, 1969 ~ Antonio Sicurezza
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In soli due giorni sono già centinaia le persone uccise in Libano dagli attacchi israeliani. Almeno 500 persone di cui 30 bambini e migliaia i feriti. Alla 79ima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York il tema è entrato di prepotenza nella discussione. Il padrone di casa, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è rivolto all’Assemblea partendo proprio dal fatto che Gaza sia un “incubo” e che questa situazione non può che portare sempre più caos nella regione. Proprio come sta accadendo ora in Libano. «Dovremmo essere tutti allarmati da questa escalation». Ha continuato ricordando l’abominevole attacco di Hamas del 7 ottobre dello scorso anno, ma aggiungendo che «niente può giustificare questa punizione collettiva al popolo palestinese». Concludendo su un argomento spesso snobbato: l’impunità. Impunità che sembra dilagare per tutti coloro che violano il diritto internazionale, i diritti umani e le sentenze dei tribunali internazionali. Alle parole di Guterres, si sono accompagnate quelle di Josep Borrell. L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha parlato di situazione estremamente pericolosa e preoccupante all’Assemblea delle Nazioni Unite. «Il mondo non può permettersi che il Libano si trasformi in un’altra Gaza», anche in questo caso sono i civili a pagare tutto il prezzo degli attacchi israeliani in termini di morti e di comunità distrutte. «È il momento di fare qualcosa. Tutti devono fare tutto il possibile per fare tutto questo, al fine di evitare che l’escalation continui in una guerra totale”. Le parole più dure sono state quelle del presidente turco Erdogan. ‘L’alleanza dell’umanità 70 anni fa ha fermato Hitler. Ora deve fermare Netanyahu” ha detto Erdogan intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e attaccando ancora Israele e il premier Benjamin Netanyahu. “A causa dei crimini commessi da Israele, Gaza si è trasformata nel più grande cimitero al mondo per donne e bambini”, ma anche il luogo dove ”muoiono i valori morali che l’Occidente dice di difendere”. Di tutt’altro senso sono state le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, all’ONU. Sostenendo che questa guerra in Medio Oriente è stata iniziata da Hamas e Hezbollah, ma che sono stati uccisi migliaia di civili innocenti e che «È il momento che le parti si mettano d’accordo per una soluzione diplomatica». E poi si sono sentite le parole della Presidente del Consiglio italiana Meloni, che negli USA è stata premiata con il Citizen Awards 2024 dall’Atlantic Council (un Think tank statunitense che ha come scopo quello di promuovere la leadership americana e gli accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica). La Meloni ha parlato all’Atlantic Council di come l’Italia sia accanto a chi difende la propria libertà e sovranità, “Non solo perché è giusto farlo, ma perché è nell’interesse dell’Italia e dell’Occidente impedire un futuro nel quale la legge del più forte prevale”. Senza dirlo esplicitamente ha sostenuto così sia la difesa dell’Ucraina, senza sé e senza ma, sia l’aggressione ai “terroristi” che Israele sta compiendo da ormai quasi un anno. Mentre all’Onu si alternano retorica e denunce, ci risuonano ancora nelle orecchie le parole di Marc Botenga, europarlamentare belga di The Left, che in aula a Strasburgo qualche giorno fa aveva chiesto ai suoi colleghi come potessero farsi portabandiera di valori come il diritto internazionale, la democrazia e i diritti umani, mentre l’Unione Europea continua a sostenere Israele. “Parliamoci chiaro, il massacro e il genocidio in corso laggiù sarebbe impossibile senza il sostegno dei paesi e dei governi europei… Perché quando sono i vostri alleati che commettono i crimini a voi va bene? Questa è l’Europa? Questi sono i vostri valori?”.
La guerra in Medio Oriente arriva all’Assemblea dell’ONU. Guterres: “Il Libano non deve diventare un’altra Gaza”
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" L''Orco volante"
20/12/'73 Operación Ogro
Non fu una decisione facile da prendere, ma alla fine le lunghe notti negli scantinati di Bilbao portarono a una scelta, basta comprimari, stavolta si mirava al bersaglio grosso, anzi al più grosso di tutti, perché rappresentava meglio di chiunque altro l'essenza del franchismo, perché destinato alla successione dell'oramai vecchio Franco e perché grosso lo era davvero l'ammiraglio Carrero Blanco, talmente grosso e spietato da meritarsi l'appellativo di Ogro (orco).
Da diversi anni ormai, la dittatura fascista del generale Francisco Franco è scossa da un crescente malcontento sociale, che trova nelle mobilitazioni operaie la valvola di sfogo nei confronti di quello che è diventato il più longevo stato europeo guidato da un esecutivo dichiaratamente reazionario e conservatore.
La lettura di quegli anni, propagandata dal regime, parlava infatti di una crescente tolleranza nei confronti dei conflitti sociali.
Al contrario però, mai come in quegli anni, Franco decide di attuare una feroce repressione contro tutti i suoi oppositori politici, concentrandosi con particolare accanimento sulla popolazione basca.
Dal 1961 fino alla morte del Caudillo, il Paese Basco viene sottoposto ben 9 volte allo stato di emergenza nel giro di neanche 13 anni, vivendo un totale di 4 anni e due mesi in condizioni di completa sospensione di ogni diritto civile fondamentale, con un potere di vita e di morte affidato alle Forze di Sicurezza dello Stato.
È in questo clima che Euskadi Ta Askatasuna decide di entrare in azione.
L'operazione dura quasi nove mesi e porta la firma del «Commando Txikia» di ETA.
I quattro giovani baschi ai quali è affidata l'azione cominciano a seguire le mosse dell'ammiraglio nell'aprile del '73, dopo aver affittato un seminterrato al n. 104 di calle Coello a Madrid, dove fingono di svolgere il mestiere di scultori.
Il lavoro si rivela però più lento e dispendioso del previsto, dal momento che impegna tutti i componenti della squadra nello scavo dalla casa fino al centro della strada, dove sarà sistemata la carica più grossa.
L'operazione, prevista per il 19 dicembre, viene posticipata al giorno successivo. Poco prima dell'ora stabilita, uno degli "scultori" parcheggia, in seconda fila una "Morris" carica di dinamite. Quando l'auto dell'ammiraglio raggiunge la zona "ideale", al segnale stabilito il contatto elettrico fa saltare in aria la macchina.
L'automobile di Carrero Blanco vola per sei piani, oltrepassa il tetto di un palazzo e finisce su un balcone interno al terzo piano. Le guardie del corpo, scese malconce dall'automobile di scorta finita contro un muro, non si rendono conto dell'accaduto per molto tempo, mentre i quattro "etarras" hanno tutto il tempo per fuggire in tranquillità dalla capitale.
Nei giorni successivi, il Partito Comunista e vari esponenti dell'opposizione antifranchista e democratica, parlarono di provocazione, di possibile azione di "ultrà" fascisti, poi, di fronte alla circostanziata rivendicazione dell'attentato da parte di ETA, di atto irresponsabile che avrebbe fatto il gioco del regime. La realtà fu che tutto il popolo spagnolo, e non solo gli abitanti di Euskal Herria, furono ben felicissimi della morte di colui che, a tutti gli effetti, si era dimostrato degno continuatore delle politiche del regime franchista.
Rispetto per i compagni di Txikia :
José Ignacio Abaitua Gomeza “Marquín”,
José Miguel Beñarán Ordeñara “Argala”,
Pedro Ignacio Pérez Beotegui “Wilson”,
Javier María Larreategui Cuadra “Atxulo”,
José Antonio Urruticoechea Bengoechea “Josu” e Juan Bautista Eizaguirre Santi esteban. “Zigor”)
Gora Euskadi Ta Askatasuna
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MUSEO IRREVERENTES: “Torso femminile” (1973)
Antonio Sicurezza (1905–1979)Óleo sobre lienzoColección Privada
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Ma mi sapresti spiegare il motif del macchiarsi con l’olio?
Allora ti prego non sono un cinefilo quindi dovrai assolutamente perdonare questa risposta beloved, il mio livello è "mi piacciono i colori di wes anderson ma non capisco la trama" e il mio film preferito di sempre è fast and furious 3 tokyo drift (inserire battuta sul fatto che sono un uomo), sono per di più dal cellulare e non posso inserire il continua a leggere quindi SPOILER AHEAD REGƏ E BELOVEDS
Posso immaginare che il vestito bianco simbolizzi la fede del buon Antonio, quindi quando è inamidato, pulito e perfetto è quando nella trama è più vicino spiritualmente a quello in cui crede, mentre le parti in cui la sua fede vacilla si sporca, queste insicurezze su quello che sta facendo infatti culminano con il cambio di vestiti (grazie costumistə per quei vestiti, i pantaloni in pelle vivono senza pagare affitto nella mia testa da giorni) e successivamente con il bagno in mare, dove ovviamente i vestiti non li ha. Il culto poi lo redarguisce quando gli ridà i vestiti bianchi, gli viene detto qualcosa sulla falsa riga del "ti abbiamo visto vacillare" e la risposta è sempre qualcosa come "hai ragione ma ora sono sicuro", infatti ripresa la sicurezza si rimette i vestiti bianchi. Poi c'è tutta la questione del fatto che sia proprio Lorenzo con quell'arancino e quell'abbraccio (mi pare?) a sporcare i suoi vestiti, quindi a fargli dubitare del gesto estremo finale, ma in tutta onestà, ti dirò, potrei aver sparato solo cazzate
E niente beloved, scusa per il ritardo nella risposta, speravo di riuscire a rivederlo ieri per darti in mano qualcosa di più completo, ma niente, però ti abbraccio
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Farnesina: Tajani stasera a Villa Madama, riunione Quint sulla Siria Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, presiederà oggi, giovedì 9 gennaio, a Villa Madama una Riunione dei Ministri degli Esteri del Quintetto (Italia, USA, Regno Unito, Francia e Germania), cui parteciperà anche l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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PRIMA PAGINA Unita di Oggi mercoledì, 09 ottobre 2024
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Macabro Ritrovamento a Isola Sant'Antonio: Indagini dei Carabinieri in Corso. Il corpo di un uomo affiora dal fiume Po. Le autorità si mobilitano per far luce sull'accaduto
Alle 12:30 di oggi, 9 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Tortona e la Sezione Investigazioni Scientifiche di Alessandria sono intervenuti a Isola Sant'Antonio, nei pressi del ponte sul fiume Po, in seguito alla segnalazione del ritrovamento di un
Alle 12:30 di oggi, 9 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Tortona e la Sezione Investigazioni Scientifiche di Alessandria sono intervenuti a Isola Sant’Antonio, nei pressi del ponte sul fiume Po, in seguito alla segnalazione del ritrovamento di un cadavere. Il corpo, emerso dall’acqua dopo una probabile lunga permanenza, è apparso martoriato ma, contrariamente a quanto inizialmente…
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Il prefetto Vittorio Rizzi, già vice capo vicario della polizia e con alle spalle una carriera di successi investigativi in tutti i campi, dall’antiterrorismo alla criminalità organizzata, è il nuovo direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza della Repubblica. Il ruolo strategico degli attuali direttori di Aisi e Aise Rizzi, 65 anni, dirigente generale di pubblica sicurezza, è ai vertici dell’Aisi dal settembre 2024. Già capo delle Squadre mobili di Venezia, Milano e Roma, ha guidato a Bologna il gruppo investigativo per individuare i brigatisti responsabili dell’uccisione di Marco Biagi. È stato anche questore a L’Aquila, direttore dell’Ispettorato di pubblica sicurezza di Palazzo Chigi e da prefetto ha ricoperto l’incarico di direttore centrale anticrimine e poi della polizia criminale. È anche titolare della cattedra di Criminologia del Dipartimento di Psicologia dell’università La Sapienza di Roma. Dopo la conferma della notizia delle dimissioni di Belloni - che ha anticipato la decisione a quattro mesi dalla fine naturale del suo mandato fissando per il 15 gennaio la data di uscita -, il nome di Rizzi è subito balzato in cima alla lista dei papabili per la successione al vertice del Dis, insieme con quelli dei direttori dell’Aisi Bruno Valensise e dell’Aise - i servizi esteri - Gianni Caravelli (proprio ieri in volo per Teheran per andare a riprendere la giornalista Cecilia Sala appena liberata e riportarla in Italia dopo la scarcerazione dal carcere iraniano di Evin), e dei vice di Belloni Giuseppe Del Deo e Alessandra Guidi. Anche se i due vertici sono stati esclusi proprio perché ritenuti strategici alla guida delle due Agenzie. Il sottosegretario Mantovano riferirà al Copasir Al posto del prefetto Rizzi come vice direttore all’Aisi potrebbe ora essere nominato un alto ufficiale della Guardia di Finanza: in pole position c’è il capo di Stato maggiore Leandro Cuzzocrea che avrebbe la meglio sul generale dei carabinieri Mario Cinque, vicecomandante generale dell’Arma.La successione di Belloni, che non si esclude possa avere in futuro un ruolo di primo piano sullo scenario europeo nel gabinetto della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, è stata seguita dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Mantovano, Autorità delegata alla Sicurezza della Repubblica, che coordina l’intelligence nazionale. È stato proprio lui a consultare i partiti di opposizione - come sempre avviene in questi casi - per avere un gradimento sul nome scelto e sempre lui riferirà preventivamente al Copasir le nuove nomine. Prodi: «Belloni brava e leale, ha energie e capacità» Proprio sull’ormai ex responsabile del Dis è intervenuto ieri Romano Prodi. «Posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali», ha detto il professore ed ex premier a Otto e mezzo su La7, ricordando come Belloni fu protagonista della liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. «Non ho la minima idea se verrà coinvolta nelle istituzioni europee. Ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo», ha concluso Prodi. Read the full article
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