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Riflessioni sulla Mostra di Animali Esotici al Palafiere Riccardo Coppo: Un Appello per il Rispetto della Natura
La scorsa settimana, al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato, si è tenuta una mostra/mercato di animali esotici che ha suscitato profonde riflessioni tra i visitatori. Tra questi, Enrico Bruschi e Luca Servato, consiglieri comunali del Partito De
La scorsa settimana, al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato, si è tenuta una mostra/mercato di animali esotici che ha suscitato profonde riflessioni tra i visitatori. Tra questi, Enrico Bruschi e Luca Servato, consiglieri comunali del Partito Democratico, hanno espresso preoccupazione per la condizione in cui vengono esposti questi animali e hanno proposto un approccio alternativo e più…
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C’è un esperimento piuttosto famoso fatto con le scimmie. In una gabbia vengono messi cinque primati maggiori con livelli di testosterone a scalare. Sono tutti maschi, l’aggressività nella gabbia è molto alta. Il più dotato di testosterone mena il secondo che mena il terzo che mena il quarto. Lo scienziato che conduce l’esperimento a un certo punto fa una dose da cavallo di testosterone alla scimmia di mezzo per vedere se si altera la scala. Cosa succede? Nonostante questa scimmia possa scalare verso l’alto, non lo ritiene conveniente. Anziché menare quello di sopra, e quello di sopra ancora, diventare il capo e continuare a menarli per mantenere quella gerarchia, picchia di più quelli che le stanno sotto. È esattamente la raffigurazione del patriarcato come sistema di controllo del potere. Nel senso che l’uomo frustrato non picchia il capoufficio, ma torna a casa e picchia la moglie e i figli che, nella sua economia, sono gli animali inferiori della gabbia. La questione del consenso neanche si pone. Siete cose mie.
Ricordatemi come vi pare (Michela Murgia)
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Impaurito, spaesato e privato della sua dignità, il leone Kimba si aggira per le stradine di Ladispoli tra le auto, mentre annusa e “vive” per la prima volta il mondo esterno. È lontano migliaia di chilometri da dove dovrebbe trovarsi, nell'Africa subsahariana, ma è libero e assapora un orizzonte senza recinti, nonostante sia frastornato da grida e lampeggianti. Le surreali immagini della sua fuga da un circo, che ha tenuto col fiato sospeso gli abitanti della cittadina laziale, colpiscono con la forza di un pugno allo stomaco e impongono una seria riflessione sullo sfruttamento degli animali, trasformati in pagliacci per il pubblico ludibrio. Ovviamente per fare cassa.
La storia di Kimba, il leone fuggito da un circo a Ladispoli, è l’ennesima dimostrazione che gli animali non meritano di vivere rinchiusi in una gabbia. Ma l’Italia tarda a emanare una legge per tutelarli.
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Questa era la situazione sul mio Linkedin fino a Martedì. In settimana si sono aggiunti altri 2 messaggi.
A me, senza nessuna esperienza concreta né competenza particolare.
Il motivo principale è che in questo paese mancano lavoratori a livelli estremi. In più, qui esistono (non) lavori che non esistono in nessuna parte del mondo.
Ditemi voi che lavoro è prenotare gli ascensori per i clienti di un centro commerciale oppure che lavoro è regolare il (non) traffico di un parcheggio di massimo 15/25 posti auto.
Invece il motivo del perché sono così richiesti posizioni IT ancora non me lo so spiegare bene, ma ho una teoria.
Partiamo da un presupposto: IT non significa "ingegnere" nel senso puro del termine, ma, banalmente, significa solo avere a che fare in qualche modo con i computer o con vari device. Non fai nè sai niente di più (al massimo poco più) dell'utente medio.
Per quanto riguarda la mia piccola esperienza in questo campo (sia in Italia che qui), IT ha significato solamente avere accessi da amministratore a qualche funzione (dato che sti sistemi aziendali sono tutti complicati) per aiutare i dipendenti a risolvere qualche problema all'account o alla stampante o altre cagate. Ora, in più, gestisco tipo il "magazzino" dei PC aziendali da fornire ai dipendenti quindi vanno resettati all'occorrenza.
Un lavoro stupido, letteralmente.
Eppure, io mi rendo sempre più conto che la grandissima parte dei lavori sono stupidi. Forse quello che lo rende leggermente meno stupido è solo il carico di "responsabilità", ma per il resto sono tutti lavori stupidi. Talmente stupidi che potrebbero farli chiunque. Ed è qui la chiave, perché se possono farli tutti vuol dire che siamo letteralmente pura manodopera. Ecco perché ne cercano a manetta. Non a caso, considero questo campo come la più bassa forma di manodopera del settore terziario: così come servono le persone che selezionano e impacchettano le mele negli scatoli, così servono persone che resettano i PC e li spediscono ai vari dipendenti. Non c'è ragionamento, non c'è cervello, ci sei solo tu che sposti e fai cose.
L'essere umano sprecato. Io che sento il mio essere senziente sprecato.
Eppure a tutti va bene così, va talmente bene che se la macchina minaccia il proprio lavoro automatizzato le persone pensano alla paura di perdere lo stipendio, piuttosto che alla possibilità di essere di nuovo essere umani. Ma non si può chiedere troppo a chi il cervello non lo vuole usare perché non gli è stato insegnato come si fa.
Nessun dubbio se in tutto il mondo stanno aumentando le partite IVA. I Tlon hanno scritto nel loro libro che il lavoro odierno è sperzonalizzante anche perché facciamo parte solo di un pezzo del processo produttivo e non vedendo il prodotto finito, non sentiamo il senso di soddisfazione in quello che stiamo facendo. Mettersi in proprio, almeno, ci rende partecipi del processo dall'inizio alla fine, così come accade con i lavori manuali, che, al contrario della società odierna, considero il lavoro tra i più belli in assoluto - se solo si riuscisse a guadagnarci adeguatamente.
I vegani si battono contro i diritti degli animali che vivono in condizioni terribili in stalla eppure io penso che i veri maiali siamo noi: chiusi nei vagoni dei treni tutte le mattine, stretti come fossimo carne pronta ad andare al macello. Anzi, in realtà lo siamo, carne pronta ad andare al macello. Siamo persino più stupidi dei maiali: perché se loro sono stati ingabbiati da noi esseri umani, noi siamo stati capaci di crearci la gabbia da soli e non riusciamo più ad uscirne.
Che razza di merda.
#Karl Marx#io ti invoco#perché nessuno ha mai fatto un cazzo quando hai svelato tutta la merda dell'era industriale? boh#pensieri notturni#lavoro#IT field#information technology#IT#pensieri#Tlon
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VULCANI E FIORI DI CILIEGIO
Alcune fioriture sono possibili quando sembra tardi.
Se ci sono persone che a 12 anni impattano a schiena dritta il sentiero della realizzazione personale, molte altre muovono passi incerti, avanti, poi indietro, vanno a zig zag negli spazi infiniti della vita disegnando percorsi apparentemente assurdi e insensati.
È solo alla fine che si capisce il senso di questo vagare, come in alcuni film in cui il colpo di scena finale ti fa vedere tutta la storia con altri occhi, ribalta completamente la situazione e allora c’è bisogno di rivedere il film dall’inizio.
E quando lo rivedi, tutto ha un altro senso, colore, e ogni gesto è iscritto dentro un cerchio di significati invisibili.
Le esistenze a zig zag sono di chi si perde, si smarrisce, cade, si ritrova, e quando si ritrova si accorge che non si era mai perso.
Sono quelle dei figli feriti che non osano tendere la mano per afferrare il loro piacere proibito.
Vorrei, potrei, ma non oso.
Non oso esser quel che sono, non oso essere molto più di quel ci si aspetti da me, non oso mostrare un volto nuovo che gli altri stenteranno a riconoscere, dire parole che non capiscono, esprimere una grazia ch’essi non conoscono, non oso divenire e prender la forma che già ho, ch’è solo nascosta da strati e strati di menzogne, stron@te, paure di tradire questo o quello, terrore di perdere la compagnia di un branco che protegge chiedendo come compenso il sangue dell’anima.
Anni di invincibile voglia di essere, tirati col freno a mano.
Ciò che d’invisibile incatena, è peggio di una gabbia di ferro, perché non se ne conosce la grandezza, ci si rimpicciolisce a camminare avanti e indietro in due metri quadri, dicendo ma è davvero tutto qui?
La mia vita davvero è tutta qui?
Allora perché sento questo universo agitarsi dentro?
Perché i miei respiri rimangono confinati in fondo al petto, e a fine giornata ho un avanzo di vita che non so dove buttare?
E i miei passi, sono così tanti e ampi e forti che potrei arrivare a piedi in Cina, e invece ho le gambe di legno fissate con le viti al pavimento della cucina.
E le fantasie, gli animali strani e i personaggi che chiacchierano nella mia testa e fanno una gran caciara, mi tocca mettergli il muto, fingere di non vederli nè sentirli.
Ma che storia è?
È la storia dell’eccesso di vita.
Perché gli zig zagatori hanno un eccesso di vita che li sbatte qua e là come un torrente di montagna fa con le foglie che hanno perso il loro posto sul ramo, cadute senza saper ritrovare un poso dove stare.
Com’è difficile arginare le piene di questi fiumi straripanti, di questi vulcani ch’eruttano idee, progetti, tavolozze di possibilità, ma si tappano la bocca con forza, per paura di disintegrare ogni cosa.
Figli stremati da sguardi depressi, da gente spiaccicata sulle poltrene davanti a giganteschi televisori, che non gliel’hanno fatta a sortire.
Fioriture tardive che vengono annaffiate da urano e saturno, malefici per altri, maestri per loro, li prendono per mano, o a calci, e li rimettono a schiena dritta esattamente dove devono andare, e la loro duttile natura e la loro sostanza già “lavorata” dalle botte prese qua e là li rende attori perfetti per qualsiasi copione.
Sono il testimone e l’attore di queste esplosioni, che arrivano come orgasmi improvvisi, come nevicate ad Aprile, non se l’aspettavano che ce l’avremmo fatta, e invece, e invece abbiamo OSATO.
Abbiamo osato essere e sconvolgere tutti .
ClaudiaCrispolti
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Vorrei vivere in un’ altra epoca o forse un altro mondo,dove i valori vengono apprezzati e la vita la si vive davvero..a sentimento senza sprecarla lavorando ogni giorno in gabbia come animali in cattività..sopravvivendo senza sogni.
Una vita piena,fatta di scelte , in cui realizzarsi senza sentirsi mai fuori posto.
Dove prevale l’anima ,lo spirito e le emozioni.
Poter essere liberi di volare senza sentirsi dire “sei fatto per camminare”
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animali Vorrei parlare d’altro, o quasi. I giornali di ieri avevano la fotografia di un soldato israeliano accucciato, con l’arma impugnata e nell’altro braccio un cagnolino maltese bianco, scampato al massacro del kibbutz. Le cronache dicevano di bambini uccisi coi loro animali. La strage degli innocenti è così completa. Chissà quale imbecillità spingeva dei governanti israeliani a chiamare “animali” i tagliagole di Hamas e a minacciare di trattarli “come animali”. Sono stato a Gaza, nella guerra del 2014, per Repubblica, con Fabio Scuto. Il 5 agosto mandai il mio pezzo: “Non comincerò dai bambini: troppo facile. Comincerò da dove comincerebbero i bambini, dallo zoo di Gaza. Si trova in un sobborgo pesantemente bombardato e svuotato di abitanti. Scendiamo fino alle gabbie, aspettandoci di non trovare vivi gli animali. Da giorni nessuno viene fin qui. Le gabbie, sgangherate, ci sono, e ci sono gli animali. Un gibbone, nella prima: si muove lentamente di qua e di là, incerto fra accoglienza e offesa. C’è un odore tremendo di putrefazione, che guida lo sguardo sui cadaveri decomposti di due cuccioli. Le gabbie successive sono dei leoni: una coppia in una, un grosso maschio nell’altra. Erano celebri: lo zoo aveva importato le sue fiere dall’Egitto attraverso i famigerati tunnel. Portare leoni o tigri nei tunnel – e come fare con una giraffa? Ora i leoni devono essere affamati e assetati a morte, però non hanno un atteggiamento aggressivo: al contrario, si drizzano contro la rete come aspettandosi ristoro, o almeno una complicità all’evasione. Nella prossima gabbia c’è una piccola disgraziata arca di Noè, un sovraffollamento – uso il termine carcerario – di animali alla rinfusa: un imponente pellicano, che spinge verso di me il magnifico becco, un coccodrillo morto, lui, con la testa infilata dentro un tubo, e i resti spiaccicati di una cicogna. In un recinto accanto due struzzi mi vengono incontro con dignitosa fiducia. C’è una gabbia di volpi impazzite che corrono in cerchio e si scavalcano frenetiche, una di lupi macilenti. Era famoso, questo zoo raccogliticcio, anche perché un veterinario si era arrangiato a esaudire la passione dei bambini per le zebre dipingendo a strisce nere un paio di asinelli bianchi. L’ultima gabbia contiene una coppia di macachi, e solo quando la femmina penosamente si muove mi accorgo che ha un piccolo aggrappato alla pancia. Incredibile come somigli a un bambino. Non ho cominciato dai bambini, era troppo facile”. - Conversazione con Adriano Sofri, Facebook
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Più avanti quando (se) lo riterrò opportuno, scriverò di questi ultimi anni, mesi e giorni. Di cosa mi ha consumato e ho dovuto sacrificare per arrivare a una scelta per la quale non ho rimpianti. Rimpiango solo il tempo trascorso involontariamente in questo modo che mi ha consumato, tenendomi ad eccessiva distanza da un'altra vita che sembrava possibile e forse la è ancora. Una gabbia invisibile e incomprensibile all'esterno (tranne a pochissimi) che ora che si sta finalmente aprendo, mi trova come quegli animali spaesati che fissano la libertà così vicina senza sapere cosa fare.
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https://www.meltingpot.org/2023/09/trattenere-e-umiliare-procedure-hotspot-a-porto-empedocle/
Trattenere e umiliare: procedure hotspot a Porto Empedocle
Il rapporto sul monitoraggio del progetto Mem.Med (Memoria Mediterranea)
22 Settembre 2023, di Silvia Di Meo e Yasmine Accardo, Mem.Med (Memoria Mediterranea)
Con i numerosi arrivi di persone via mare sull’isola di Lampedusa, è stata istituita una tensostruttura sulle coste siciliane di Porto Empedocle dove le persone vengono trattenute in condizioni critiche per espletare le procedure di identificazione e foto segnalamento. Davanti alle carenze strutturali, al sovraffollamento e alle violazioni di diritti, le persone migranti protestano.
La tensostruttura di Porto Empedocle
“No care, no help, no travel, no food”. Sono queste le parole scritte su un foglio di carta che Khaled sventola in mezzo alla strada principale di Porto Empedocle. Lui e Mohamed sono due minori somali approdati sull’isola di Lampedusa e poi trasferiti nella tensostruttura di Porto Empedocle dove stazionano ormai da 5 giorni. La situazione che sperimentano è chiara: “No freeedom” sintetizza Mohamed.
Li incontriamo insieme a centinaia di persone MSNA senza tutori e richiedenti asilo di diversa nazionalità, età e genere che nel corso di quest’ultima settimana sono state trasferite all’interno del campo empedoclino in attesa di essere ricollocate in centri di accoglienza in Sicilia e in altri luoghi della penisola.
Infatti, la tensostruttura collocata nel porto della cittadina agrigentina è da diversi mesi il secondo approdo delle persone migranti che giungono via mare a Lampedusa e che, a fronte dei numeri esponenziali di arrivi sull’isola delle Pelagie, sono stati spostati rapidamente sul territorio siciliano per alleggerire l’hotspot di Lampedusa.
La tensostruttura – che consiste in un piazzale di cemento dove sono collocati due tendoni, 18 bagni chimici e poche docce esterne – è un’area di sbarco temporanea che la Prefettura di Agrigento sembra utilizzare per identificare e smistare le persone migranti, coadiuvando di fatto le attività di pre-identificazione implementate dalle autorità nell’hotspot di Lampedusa. La tensostruttura è quindi un secondo punto di approdo in cui le persone – trasferite qui anche poche ore dopo lo sbarco lampedusano attraverso le navi traghetto Galaxy – vengono foto segnalate e viene rilasciato loro un numero identificativo. Si tratta di un numero stampato su un quadratino di carta senza cedolino e senza foto.
Qui le persone – donne, uomini, minori e famiglie originarie della Guinea Conakry, Costa D’Avorio, Senegal, Gambia, Burkina faso, Camerun, Sierra Leone, Giordania, Egitto, Tunisia, Siria, Mali, Sudan, Somalia, Etiopia, Liberia – stazionano per giorni e giorni, trattenute in maniera prolungata all’interno di un campo di cemento, presidiato dalle forze dell’ordine e gestito dal personale della Croce Rossa, dove sono praticamente assenti rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, grandi e piccole.
Nonostante il trattenimento dovrebbe durare solo il tempo necessario all’identificazione e alla disposizione del trasferimento, il transito non è breve e sembra durare una media di almeno 5 giorni. In questo tempo, alle persone è impedito di uscire dal cancello principale pertanto queste sono costrette, a causa della totale invivibilità del luogo, a saltare dalle recinzioni laterali e posteriori per cercare all’esterno aiuto, cibo, contatti, informazioni, libertà.
Le persone trattenute in questo luogo raccontano di non aver ricevuto alcuna informativa relativa all’accesso ai loro diritti, alla protezione internazionale o altre forme di tutele. Inoltre riferiscono di essere trattate come animali in gabbia: il campo infatti è senza letti, sedie, tavoli e le persone stazionano stese a terra – i più fortunati su cartonati di non precisata origine – sotto il sole cocente, in uno spiazzale ricoperto di spazzatura, cassonetti e avvolto dall’odore pungente dell’urina. Le persone riferiscono di vivere in stato di continua incertezza e forte stress dipendente non solo dalle condizioni strutturali di invivibilità del campo ma anche a causa dell’attesa prolungata di un trasferimento in accoglienza che sembra non arrivare mai.
E mentre si passa la giornata nell’afa di settembre – tra un cambio turno delle forze dell’ordine e un’intervista ufficiale rilasciata dalle autorità ai giornalisti – arrivano da Lampedusa traghetti carichi di almeno altre 400 o 500 persone migranti che vengono scortate fino all’ingresso del centro e fatte entrare nei piccoli vuoti di spazio rimasti nel piazzale. Qui le persone vengono sottoposte ad un appello pubblico, senza alcun rispetto della privacy e attraverso l’uso esclusivo delle lingue veicolari principali: francese, inglese, arabo.
In queste giornate di permanenza, qualche turista passava per il porto e fotografava le persone dietro le sbarre, qualche locale si lamentava del “disagio”, qualche giornalista riprendeva quelle persone trattenute che si infuriano dopo l’ennesima giornata di prigionia.
In questo circo periferico, la tensostruttura di Porto Empedocle risulta una zona d’ombra rispetto alle luci dello “spettacolo Lampedusa” che continua ad avere i riflettori puntati sulle proprie coste. Eppure nel corso della settimane le persone trattenute in questo piccolo piazzale – senza assistenza legale, sanitaria e libertà personale; senza letti, senza sufficienti professionisti medici e sociali, con carenze alimentari e patologie mediche – sono state più di 1.000, di cui l’80 per cento costituito da MSNA e altre figure cosiddette vulnerabili.
Le proteste delle donne
Il malessere è progressivamente cresciuto e così le manifestazioni di scontento delle persone trattenute. Diversi gruppi di persone hanno iniziato delle proteste per la condizione di trattamento disumano a cui sono costrette a Porto Empedocle: l’inadeguatezza alimentare – pane con formaggio e pomodoro a tutti i pasti, cibo in quantità e in qualità insufficiente – l’assoluta promiscuità senza separazioni spaziali tra uomini e donne, l’esposizione ad ulteriori condizioni di violenza e soprattutto la condizione di privazione della libertà.
Nella giornata del 19 settembre, un gruppo di donne minori guineane ha dato avvio ad una protesta femminile davanti al cancello principale della struttura, al grido di: “Liberateci! Liberateci! non siamo prigioniere, lasciateci andare!” Le ragazze sono dunque salite sul muro che delimita la struttura e hanno cominciato a gridare e ad arrampicarsi, tentando di scavalcare le inferriate.
Le donne hanno poi occupato l’ingresso della tensostruttura sedendosi a terra in segno di protesta. Questa condizione di esposizione alla violenza, a cui specifiche categorie di persone vulnerabilizzate – quali le donne e i MSNA, sono sottoposte – connota la gestione disciplinante di una struttura ideata e pensata come “deposito” di persone.
Persone che, giunte dalla violenta Sfax in Tunisia o dalla Libia, vivono un processo costante di sopraffazione, sottoposte a gravi violazioni di diritti e a continue forme di abuso, coercizione e limitazione della libertà che continuano ad essere raccontate, gestite e strumentalizzate a livello pubblico – tanto da politici che da giornalisti – come normali conseguenze di una condizione emergenziale. Un’emergenza che giustifica e normalizza il trattamento riservato ai neo sbarcati sulle coste nord del Mediterraneo, destinati ad essere “ritirati” e “riconsegnati” dai vari porto mediterranei, come abbiamo sentito dire in queste ore da chi gestisce la tensostruttura.
Tuttavia le persone migranti non sono inermi e continuano ad opporsi a questo controllo violento. Le diciassettenni guineane hanno preteso di avere nel piazzale un’area femminile di loro uso esclusivo, poiché ormai da più di 7 giorni erano completamente esposte senza alcuna tutela, preoccupate delle possibili violenze nel centro. Nei giorni successivi, esasperate, hanno scavalcato il muro del centro per cercare all’esterno un minimo di libertà e benessere. Due di loro erano fortemente indebolite da patologie pregresse che non erano state adeguatamente attenzionate e, per le strade del centro empedoclino, cercavano cibo e acqua.
Tra le numerose donne qui detenute, ce n’erano varie in stato di gravidanza. Alcune di loro sono state trasferite in ospedale per partorire e subito dopo ricollocate nella tensostruttura, senza i loro figli neonati.
Molte delle persone incontrate si trovavano in evidente stato di disidratazione e deprivazione fisica, nonché di forte sofferenza psicologica dipendente dal trattenimento prolungato e dalla mancanza di contatti con il mondo esterno. Tutti i trattenuti cercavano la possibilità di comunicare con le famiglie di origine o con conoscenti, desiderosi di avvisare i propri familiari del loro arrivo, non avendo potuto farlo nonostante l’approdo fosse avvenuto ormai da quasi una settimana.
Stazione di transito, trattenimento e deportazione
Questa stazione di transito e identificazione successiva a Lampedusa, sarà nelle prossime settimane potenziata e al posto della tensostruttura verrà adibito una struttura facente ufficialmente funzione hotspot, che sta nascendo dai lavori in corso in queste ore. Il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano ha dichiarato che: “l’hotspot di Porto Empedocle sarà collegato a quello di Lampedusa dalla stessa gestione, la Croce Rossa (…) I due hotspot devono essere visti come una sorta di ponte: quello di Lampedusa accoglie in prima battuta e quello di Porto Empedocle instrada, il più velocemente possibile, verso i pullman“.
In continuità con la gestione migratoria che ha caratterizzato le politiche europee negli anni passati, l’unico “ponte” finanziato e promosso è quello che conduce alla sorveglianza, all’umiliazione, allo smistamento e incanalamento giuridico di persone che vengono irregolarizzate, dove il dispositivo della detenzione continua ad essere principale strumento di controllo degli spostamenti umani.
Questa modalità di controllo della mobilità delle persone in arrivo alla frontiera siciliana è da inquadrare nelle nuove riforme promesse dal governo: il rafforzamento a livello nazionale del sistema detentivo del CPR, con nuove strutture e un periodo di trattenimento esteso a 18 mesi; l’introduzione di nuovi centri identificativi e di rimpatrio come CPRI a Modica, nella Sicilia orientale costituiscono la risposta europea e nazionale all’aumento degli arrivi dalla Tunisia e dalla Libia, due luoghi da cui le persone continuano a fuggire forzatamente, sopravvissute ai regimi che i governi europei continuano a finanziare.
In tal senso, i discorsi di Meloni e Von Der Leyen che – durante la passerella a Lampedusa nei giorni del sovraffollamento – hanno inneggiato all’arresto dei trafficanti e alla sorveglianza militare, sono in continuità con un sistema che pone come soluzione la detenzione al posto di una vera accoglienza, la violenza al posto dei diritti e che – con l’ausilio delle nuove strutture – affinerà la macchina criminalizzante della deportazione.
Intanto, mentre nei diversi angoli della Sicilia occidentale e orientale proliferano hotspot e ghetti istituzionali, mentre le politiche promettono blocchi nel Mediterraneo e pseudo accoglienza a terra, le persone migranti continueranno a protestare per la libertà di movimento ed ad arrampicarsi sui muri della detenzione per pretendere rispetto dei diritti e reclamare la loro libertà.
#Accoglienza#Approdi#Diritto di asilo#Donne e migrazioni#Minori e Minori Stranieri Non Accompagnati#Trattenimento - detenzione#Violazioni e abusi#CPR#Hotspot#CPA#Sicilia - Lampedusa#Lampedusa#Italia#Mediterraneo centrale#Sicilia
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L’ANIMALE PIÙ PERICOLOSO DEL MONDO
Nel 1963, lo zoo del Bronx, a New York, aveva una mostra intitolata “L’animale più pericoloso del mondo”. Essa, però, era costituita solamente da uno specchio e da un testo che descriveva i pericoli che l’uomo rappresenta per la vita sulla Terra. Nel 1968, poi, la mostra fu replicata anche allo zoo di Brookfield, a Chicago.
Quella di New York fu inaugurata il 26 aprile 1963 presso la Great Apes House ma il suo annuncio fece il giro degli Stati Uniti. L’esposizione era composta dalla scritta “L’animale più pericoloso del mondo” in rosso posizionata sopra una gabbia. All’interno della gabbia c’era uno specchio. L’esposizione consentiva essenzialmente ai visitatori di sbirciare nella gabbia e vedere il loro riflesso. Il testo originale sotto la mostra recitava: “State guardando l'animale più pericoloso del mondo. Solo lui, tra tutti gli animali mai esistiti, può sterminare (e ha sterminato) intere specie di animali. Ora ha il potere di spazzare via tutta la vita sulla Terra”. In seguito, il testo è stato modificato in: “Questo animale, che aumenta al ritmo di 190.000 esemplari ogni 24 ore, è l'unica creatura che abbia mai sterminato intere specie di altri animali. Ora ha il potere di spazzare via ogni forma di vita sulla Terra”.
Testo: different
Fonte: Corpus Christi Times
Foto: New York Zoological Society, Pubblico dominio
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For once, let's talk about something nice. What better than some fluffy friends to make the day go better?
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🥳 Il 2023 è l'Anno del Coniglio, un tenero animale gentile, agile, pacifico e che - quando è felice - corre e saltella in giro, portando gioia e allegria 😂
😍 Sempre più Cinesi, su entrambe le Sponde dello Stretto, hanno deciso di comprare e adottare un tenero coniglietto come animale domestico. Anch'io* ho un coniglio, da alcuni anni
🇨🇳 A Chongqing, Shanghai, Pechino e Guangzhou si registrano molte adozioni e vendite, e i proprietari di negozi per animali permettono alle persone di accarezzare i coniglietti, per far sentire loro quanto sono morbidi. Anche nel 2011, Anno del Coniglio, tante persone avevano iniziato ad adottarli:
💬 «La pelliccia del coniglio è molto morbida», dice un cliente in un negozio a Chongqing, e il coniglio ariete - con le sue caratteristiche gentili, tra cui le lunghe orecchie cadenti, è uno dei più richiesti da giovani studenti e signore ❤️
🇨🇳 Anche a Tianjin e Changsha, così come a Xuzhou, i coniglietti sono diventati animali popolari, e l'enorme richiesta ha portato anche ad una campagna di sensibilizzazione sull'animale: il coniglio non va tenuto in gabbia, deve stare libero 🐰
😂 La popolarità ha portato le persone a scherzare sull'argomento | domanda su 知乎: «Perché molte persone comprano il coniglio senza sapere come tenerlo?», risponde scherzosamente 摩艾君: «è silenzioso, non disturba le persone e può essere usato per fare colpo sulle ragazze», inoltre prima in pochi lo avevano come animale domestico, quindi sembra «molto speciale» 😂
🐰 Non è un giocattolo, è un essere vivente, e quindi va adottato solo dopo essersi informati su come poterlo tenere: come ha scritto 胖丁兔 su 小红书, non bisogna tenerlo in gabbia, deve essere libero per essere «il coniglietto più felice del Mondo» 😍
😘 Anche la mia coniglietta 蒙蒙 è sempre libera in casa, può saltellare, correre e riposarsi dovunque voglia 😉
🤩 Credits su Douyin:
🐰 萌宠百科Show, 橙橙是兔叽, The Straits Times, 小飞说, 商丘宠物兔子店(可领兔子), 爱兔萌嘟嘟 | «Amo il mio coniglietto dalle orecchie cadenti» 🙂
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan
*io,sov, non ho un coniglio,è lo scrittore dei post ad averne uno
🥳 2023 is the Year of the Rabbit, a tender, gentle, agile, peaceful animal who - when happy - runs and jumps around, bringing joy and happiness 😂
😍 More and more Chinese, on both sides of the Strait, have decided to buy and adopt a cute bunny as a pet. I*have a rabbit,too, for a few years
🇨🇳 In Chongqing, Shanghai, Beijing, and Guangzhou, there are many adoptions and sales, and pet store owners allow people to pet bunnies to let them feel how fluffy they are. Even in 2011, the Year of the Rabbit, many people had started to adopt them:
💬 "The rabbit's fur is very soft," says a customer in a shop in Chongqing, and the ram rabbit - with its gentle features, including long drooping ears, is one of the most requested by young students and ladies ❤️
🇨🇳 Even in Tianjin and Changsha, as well as in Xuzhou, bunnies have become popular animals, and the huge demand has also led to an animal awareness campaign: rabbits shouldn't be kept in cages, they should be free 🐰
😂 The popularity has led people to joke about it | question about 知乎: «Why do many people buy the rabbit without knowing how to hold it?», 摩艾君 jokingly replies: «it's silent, it doesn't disturb people and it can be used to impress girls», furthermore few had it before as a pet, so it looks «very special» 😂
🐰 It's not a toy, it's a living being, and therefore it should be adopted only after having found out how to keep it: as 胖丁兔 wrote on 小红书, it must not be kept in a cage, it must be free to be «the most happy of the World» 😍
😘 Even my bunny 蒙蒙 is always free at home, she can jump, run and rest wherever she wants 😉
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Ricordati di tua madre e tuo padre, e della tua prima menzogna, il cui odore indiscreto striscia nella tua memoria.
Ricordati del tuo primo insulto a coloro che ti fecero : il germe dell'orgoglio era seminato, la frattura splendeva, spezzando la notte una.
Ricordati delle sere di terrore quando il pensiero del nulla ti attanagliava al ventre, e sempre tornava a rodertelo, come un avvoltoio; e ricordati dei mattini di sole nella stanza.
Ricordati della notte di liberazione, quando, il tuo corpo sciolto cadendo come una vela, tu respirasti un po dell'aria incorruttibile; e ricordati degli animali vischiosi che t'hanno ripreso.
Ricordati delle magie, dei veleni e dei sogni tenaci; -volevi vedere, serravi i tuoi due occhi per vedere, senza saper aprire l'altro.
Ricordati dei tuoi complici e dei vostri inganni e di quel gran desiderio di uscire dalla gabbia.
Ricordati del giorno in cui sfondasti la tela e fosti preso vivo, inchiodato nello strepito di strepiti delle ruote di ruote che girano senza girare, tu dentro, ghermito sempre dal medesimo attimo immobile, ripetuto, ripetuto, e il tempo non faceva che un giro, tutto girava in tre sensi innumerabili, il tempo si allacciava a ritroso, e gli occhi di carne non vedevano che un sogno, non esisteva che il silenzio divorante, le parole erano pelli seccate, e il rumore, il sì, il rumore, il no, l'urlo visibile nero della macchina ti negava, - il grido silenzioso " io sono " che l'osso intende, di cui la pietra muore, di cui ciò che non fu mai crede morire, - e tu a ogni attimo non rinascevi che per essere negato dal gran cerchio senza limiti, puro tutto, tutto centro, puro ad esclusione di te.
E ricordati, dei giorni che seguirono, quando camminavi come un cadavere stregato, con la certezza d'essere mangiato dall'infinito, d'essere annullato dal solo esistente, l' Assurdo.
E soprattutto ricordati del giorno che volesti gettare ogni cosa, in qualunque modo, - ma un guardiano vegliava nella tua notte, vegliava quando sognavi, ti ha fatto toccare la tua carne, ti ha fatto ricordare dei tuoi cari, ti ha fatto raccattare i tuoi cenci, - ricordati del tuo guardiano.
Ricordati del bel miraggio dei concetti, e delle parole commoventi, palazzo di specchi costruito in una cantina; e ricordati dell'uomo che arrivò, che spaccò tutto, che ti prese con la sua mano rude e ti tirò fuori dai tuoi sogni e ti fece sedere tra le spine del pieno giorno; e ricordati di non saper ricordare.
Ricordati che tutto si paga, ricordati della tua felicità, ma quando il tuo cuore fu schiacciato, era troppo tardi per pagare in anticipo.
Ricordati dell'amico che porgeva la sua ragione per raccogliere le tue lagrime, sgorgate dalla sorgente gelata che il sole della primavera violava.
Ricordati che l'amore trionfò quando lei e tu sapeste sottomettervi al suo fuoco geloso, pregando di morire nella stessa fiamma.
Ma ricordati che amore non è di nessuno, che nel tuo cuore di carne non vi è nessuno, arrossisci guardando il pantano del tuo cuore.
Ricordati delle mattine in cui la grazia era come un bastone brandito, che ti conduceva sottomesso attraverso le sue giornate, - felice la mandria sotto il giogo!
E ricordati che la tua povera memoria tra le sue dita torpide lasciò scappare il pesce d'oro.
Ricordati di quelli che ti dicono: ricordati, - ricordati della voce che ti diceva : non cadere, - e ricordati del piacere dubbio della caduta.
Ricordati mia povera memoria, delle due facce della medaglia, - e del suo metallo unico.
(1942)
Memorabilia
René Daumal - I poteri della parola
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Pensieri e riflessioni sul mare
Pensieri e riflessioni sul mare Pensieri e riflessioni sul mare, idee e meditazioni varie di autori famosi sul mare, espressioni poetiche, letterarie e psicologiche sul significato simbolico, metaforico e naturale del mare e degli oceani. Il suono delle onde del mare è spesso considerato rilassante e rassicurante per molte persone, e ci sono varie spiegazioni sul perché questo accada. In primo luogo il suono delle onde potrebbe richiamare alla mente i primi rumori che abbiamo udito nel grembo materno, come il battito del cuore della madre e il flusso del sangue, entrambi filtrati attraverso il liquido amniotico. Questi suoni, essendo tra i primi che il nostro cervello apprende a riconoscere, potrebbero aver creato un'associazione con la sicurezza e la protezione del grembo materno. Un'altra spiegazione si basa sulla natura ritmica e prevedibile delle onde del mare, che può avere un effetto calmante sul nostro sistema nervoso. I suoni ripetitivi e prevedibili tendono a ridurre lo stress e a promuovere il rilassamento, perché non attivano la risposta di "lotta o fuga" che il nostro cervello potrebbe avere di fronte a suoni improvvisi o minacciosi. Infine, ci sono anche teorie evolutive che suggeriscono che l'attrazione per il suono dell'acqua potrebbe essere legata alla nostra storia evolutiva, dove l'acqua rappresentava una risorsa vitale e la vicinanza ad essa era essenziale per la sopravvivenza. Carl William Brown Cosa mi piace del mare? mi piace l’assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace. Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato. A un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita. George Byron Abbiamo salpato! Le trinche e le vele di gabbia sono spiegate; l’ancora incrostata di corallo penzola dalla prua: e insieme le tre vele di parrocchetto vengono mollate alla brezza, che si segue in alto mare come il latrato di un segugio. Le vele si gonfiano – in basso, in alto – tenute tese da ambo i lati, finché, come un falco ad ali spiegate, ombreggiamo le acque con le nostre vele, e rollando fendiamo i flutti. H. Melville Il mare è un elemento capitale per la conoscenza dei popoli. Modella i costumi, così come plasma le proprie coste. Tutti i popoli marinari hanno avuto nell'anima un capriccio, se non follia. André Suarès Il mare. Oh, quando uno è nato in riva al mare come me, come fa senza il mare? Quelli che son nati in riva al mare ci manca un lato. Hanno il didietro, i due difianchi e il davanti niente. Ti manca il davanti. E hai la testa aperta. Il mare. Paolo Cevoli
Pensieri e riflessioni sul mare Non si sa ancora se, supponendo che esso sia un animale, come ammettono taluni dotti, ciò avvenga per la respirazione del mondo che così attira l’acqua di tutti i punti e poi la rigetta; oppure se nel fondo dei mari vi siano alcune caverne, che assorbano e successivamente rigettano le acque; oppure, infine, se è la luna, che abbia influenza su movimenti così straordinari. Sta di fatto che queste maree variano con le ore nelle quali essa si leva o tramonta. Pomponio Mela Cosa mi piace del mare? mi piace l’assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace. Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato. A un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita. George Byron Il mondo non è che un grande circo, dove un'immensa marea di animali addomesticati recitano il loro triste ruolo, fenomeni da stupido baraccone, controllati e sfruttati dalle bestie più feroci, inconsapevoli domatrici, schiave a loro volta della grande imbecillità della vanità. Carl William Brown In effetti la credenza nella terra sferica era in circolazione da più di un secolo prima del famoso viaggio di Colombo. Per questo motivo gli uomini possono ben percepire che la terra e il mare hanno forma e forma rotonde, perché la porzione del firmamento che si mostra in un paese non si mostra in un altro paese. E gli uomini possono ben dimostrare con l'esperienza e l'esercizio sottile dell'ingegno che se un uomo dovesse trovare delle rotte via nave che andassero a esplorare il mondo, gli uomini potrebbero andare via nave in tutto il mondo, attorno e sotto di esso.... Sir John Mandeville L'interesse per la circumnavigazione globale è più antico del cristianesimo stesso. Infatti, se si deve dare credito alla seguente citazione, alcuni tentativi di circumnavigazione sono antecedenti alla nascita di Cristo: Per quanto riguarda il resto della distanza attorno alla terra abitata che non è stata visitata da noi fino ad oggi (per il fatto che i navigatori che navigavano in direzioni opposte non si sono mai incontrati), non è di grande estensione se calcoliamo dalle distanze parallele che sono state attraversate da noi... Per coloro che hanno intrapreso la circumnavigazione e sono tornati indietro senza aver raggiunto il loro scopo, dicono che sono stati costretti a tornare indietro non a causa di un continente che si trovava sul loro cammino e ostacolava il loro ulteriore avanzamento, poiché il mare continuava ancora ad essere aperto come prima, ma a causa della loro miseria e solitudine. Strabone Come possiamo agitarci e rimuginare sub specie aeternitatis - sotto lo sguardo calmo dell'antico Tao? Il sale del mare è nel nostro sangue; il calcio delle rocce è nelle nostre ossa; i geni di diecimila generazioni di progenitori coraggiosi sono nelle nostre cellule. Il sole splende e noi sorridiamo. I venti infuriano e noi ci pieghiamo davanti a loro. I fiori si aprono e noi esultiamo. La Terra è la nostra lunga casa. Stewart W. Holmes
Idee e riflessioni sul mare Improvvisamente da dietro il bordo della luna, in lunghi momenti al rallentatore di immensa maestosità, emerge un gioiello blu e bianco scintillante, una sfera celeste delicata e leggera, intrecciata con veli bianchi che si muovono lentamente, che si alza gradualmente come una piccola perla in un mare spesso di mistero nero. Ci vuole più di un momento per realizzare appieno che questa è la Terra... casa. Edgar Mitchell Guardiamo la nave in lontananza scivolare Fuori dalle acque riparate della baia Nelle braccia della vastità conquistata dell'oceano. Avvolti nell'infinità della marea La perdiamo e l'ultima debole linea di fumo grigia Si fonde nel tramonto e se ne va. Scomparso dalla vista e perduto sei tu in mare Inghiottito nell'immensità blu dell'oceano? Ah no. Sebbene senza tracce siano il profondo e l'ampio Il tuo pilota ti porterà trionfante Nel porto dall'altra parte. Edith E. McGee Le colline sono state alte per la salita dell'uomo, i boschi sono stati fitti per la sua ascia, le stelle sono state fitte per il suo conteggio, le sabbie sono state ampie per le sue tracce, il mare è stato profondo per le sue immersioni, i pali sono stati ampi per il suo dominio, ma coraggiosamente ha dimostrato nel suo impegno che dove c'è una volontà c'è una via. Eliza Cook Le società capitalistiche prima riducono in povertà una marea di persone e poi incaricano i sociologi ed i professori di statistica di fare delle ricerche sulla povertà ed è così che si scopre che i poveri in genere non hanno molti soldi, sono numerosi, sono di solito poco istruiti, anche se non sempre, provengono in genere dalle zone povere del territorio e così via dicendo, spendono poco, vanno poco a teatro, non vanno in ferie al mare, sono volgari, si lavano poco, e chi più ne ha, più ne metta. Carl William Brown Il mare non fa altro, in fondo, che questo: chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole. Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti. Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita. Instancabilmente, li sentirai chiamare. Succede in questo purgatorio di sabbia. Succederebbe in qualsiasi paradiso, e in qualsiasi inferno. Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà. Alessandro Baricco Perché gli antichi persiani consideravano sacro il mare? Perché i greci gli attribuirono un dio a sé, un fratello di Giove? Certo tutto questo ha un suo significato. Ancora più profondo è il senso della favola di Narciso, che non potendo afferrare la tormentosa, dolce immagine riflessa nella fonte, vi si immerse e annegò. Ma quella stessa immagine noi anche la scorgiamo in tutti i fiumi e in tutti gli oceani. È l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita, e questa è la chiave di tutto. H. Melville Dopo l'istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima. Cosa mi successe? Tante cose nello stesso tempo e che non ho ancora finito di analizzare. Il mio corpo, liberato da ogni peso, fluttuava nello spazio, l'acqua prendeva possesso della mia pelle, le forme degli esseri marini erano puri fino alla impudicizia, l'abbandono dei gesti assumeva un valore morale. Il peso, lo comprendevo in quel momento, era il peccato originale e la redenzione non avverrà fin quando non torneremoal mare. Jaques Cousteau Mi accade spesso di pensare al mare. Penso al mare quando è calmo. Ecco, il mare calmo mi sembra l'immagine stessa dell'esistenza, cioè di quella vita immutabile che è sempre stato il mio vano sogno. Carlo Cassola
Meditazioni e pensieri sul mare In pieno oceano una nave da crociera, carica di turisti, incomincia ad affondare. "Gettarsi in mare!" ordina il comandante. Ma nessuno si muove. Il comandante, allora, chiama il suo vice e gli dice : "Cerca di convincerli". Dopo un po’ questi ritorna e dice al comandante: "Si sono buttati tutti in mare". "Come sei riuscito a convincerli?". "Con la psicologia. Ho detto agli inglesi che sarebbe stato un gesto sportivo e si sono buttati. Ho detto ai francesi che era una cosa chic; ai tedeschi che era un ordine; agli italiani che era proibito; ai russi che era rivoluzionario". "Ma come hai convinto gli americani?". "Facilissimo. Ho detto che erano assicurati". Anonimo Perché lo spettacolo del mare è così infinitamente e così eternamente gradevole? Perché il mare offre contemporaneamente l’idea dell’immensità e del movimento. Sei o sette leghe rappresentano per l’uomo la ragione dell’infinito. Ecco un infinito diminutivo. Che importa, se è sufficiente a suggerire l’idea dell’infinito totale? Dodici o quattordici leghe di liquido in movimento bastano per dare la più alta idea di bellezza che sia offerta all'uomo sul suo abitacolo transitorio. Charles Baudelaire All'uomo piacciono le cose facili e comode; perciò cosa c'è di più allettante di una marea di fesserie che vengono somministrate ogni giorno dai mass media mentre si è comodamente seduti in poltrona, praticamente si può approfondire l'imbecillità senza muoversi da casa. E poi dicono che non c'è progresso. Carl William Brown La ragazza tagliava l’acqua mandando le braccia come remi. Con consumata abilità manteneva la testa asciutta, sollevandola sopra la schiuma e immergendo il collo solo fino all’altezza dei capelli. Aprendo il petto verso le onde, mandava indietro l’acqua con spinte ritmiche dei piedi. Anonimo latino, III sec. Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama. Alessandro Baricco L'oceano, le cui maree rispondono, come le mestruazioni delle donne, all'attrazione della luna, l'oceano che corrisponde al liquido amniotico in cui inizia la vita umana, l'oceano sulla cui superficie possono navigare le imbarcazioni (personificate come donne) ma nella cui profondità i marinai incontrano la morte e i mostri si nascondono... è instabile e minaccioso come la terra non lo è; genera nuova vita ogni giorno, ma inghiotte vite; è mutevole come la luna, non regolato, ma indistruttibile ed eterno. Adrienne Rich Da riva appare solo leggiadria / di screziati fiocchi rigonfi / e beccheggianti, e li spumeggia il mare. / Invece è un groppo d’impeti violenti / di torsioni d’attriti e di rumori: / le vele avventano la chiglia / e la deriva ara il continuo d’acqua; / schiumose turbolenze / all’abisso ricadono impotenti. E. Rambaldi Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell'onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in un sola parola tutto nascondiamo? Alessandro Baricco
Pensieri e testi brevi sul mare Ho sempre voluto tenere un mare in me. / Da bambina, questo mare / sarebbe stato il regalo perfetto. / Tante volte l’ho sognato mio, sotto il letto, / avvolto in riflessi bagnati, / pieno di grazia e di schiuma salmastra, / tutto per me! / La vita mi ha aiutato a costruirlo. / Basta che chiuda gli occhi, / e mi sta aspettando lì, / Liquido, dolce, vago, / come un sogno infantile / che all'improvviso / mi salta tra le mani. Julieta Dobles Non avevo mai veduto il mare. Molte altre cose avevo visto, forse troppe. Uomini avevo visto, forse troppi. Ma il mare mai. E perciò non avevo ancora compreso nulla, non avevo capito assolutamente nulla. Come si può capire qualcosa della vita, e capire a fondo se stessi, se non lo si è imparato dal mare? Come si può comprendere gli uomini e la loro vita, il loro vano sforzarsi e il loro inseguire mete bizzarre, prima di aver spaziato con lo sguardo sul mare, che è sconfinato e basta a sé stesso? Federico García Lorca Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l'immenso deserto dove l'uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un'esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l'infinito vivente. Jules Verne Ad una ad una come vergini alla danza / entrano scivolando le barche nel mare; si dispiega la vela come un'ala nel sole, / e per cammini che esse sole scorgono / se ne vanno in alto mare. / O cielo azzurro! Oh mare azzurro spiaggia deserta / gialla di sole! D'accosto il mare ti canta / mentre aspetti il ritorno magnifico, / al calare del sole, della prima barca / che uscirà dalle acque tutta odorosa. J. Maragall y Gorina Su tematiche affini potete leggere: Citazioni e battute divertenti sulle vacanze Citazioni e battute divertenti sul mare Aforismi e citazioni sul mare Pensieri e riflessioni sulle vacanze Un estate al lago Citazioni e pensierio sul lago Quotes on vacation Aforismi sul viaggio Riflessioni sul viaggio Italia in breve (E-book) Job tourism in Lombardy Turismo e viaggi Turismo enogastronomico Luoghi più belli del mondo The Lake District Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Saggi e aforismi Read the full article
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Sidney Sheldon (Se domani verrà)
Quando Tracy rientrò nella cella, Ernestine Littlechap era già arrivata. Apaticamente, Tracy si chiese dove fosse scomparsa durante il pasto, poi guardò il gabinetto nell'angolo. Aveva un bisogno disperato di usarlo, ma non se la sentiva, di fronte alle altre. Avrebbe aspettato che si spegnessero le luci. Sedette sull'orlo della branda. Ernestine Littlechap le si rivolse: «Ho saputo che non hai mangiato. Che stupida». Come poteva saperlo? E che cosa le importava? <<Come posso fare per parlare con il direttore?»> <<Presenta una richiesta scritta. Le guardie l'adoperano come carta igienica. Loro pensano che chi vuol vedere il direttore è una piantagrane.» Ernestine si avvicinò a Tracy. «C'è un sacco di cose che possono metterti nei guai, qui dentro. Hai bisogno di un'amica che te ne tenga fuori.» Sorrise, mettendo in mostra un incisivo d'oro. Abbassò la voce. «Qualcuna che sappia come cavarsela in questo zoo.>> Tracy alzò gli occhi verso il volto sogghignante della negra: sembrava che fluttuasse vicino al soffitto. Era la cosa più alta che avesse mai visto. E' una giraffa, le aveva spiegato suo padre. Erano allo zoo di Audubon Park. A Tracy il parco piaceva moltissimo. Ci andavano la domenica ad ascoltare i concerti della banda, poi i genitori l'accompagnavano all'acquario o allo zoo. Camminavano adagio e guardavano gli animali in gabbia. Non gli dispiace stare rinchiusi, papà? Lui aveva riso. No, Tracy. Fanno la bella vita. Sono curati e nutriti, al sicuro dai loro nemici.
Prima uscita: 1985 Traduttore: R. Rambelli Editore: Sperling & Kupfer Pagine: 488
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Potenza: carabinieri salvano un cane abbandonato in un furgone
Potenza: carabinieri salvano un cane abbandonato in un furgone Il cane è il miglior amico dell’uomo ma spesso non è vero il contrario e l’incondizionato amore dei nostri amici a quattro zampe è ripagato con la peggiore delle monete: l’abbandono. È quanto accaduto la mattina del 30 aprile nel centro di Potenza dove i Carabinieri della locale Stazione, impegnati nella perlustrazione del territorio, hanno udito dei latrati provenire dall’interno di un furgone parcheggiato a lato strada con porte e finestrini chiusi. Affacciatisi all’interno, i militari hanno notato una gabbia all’interno della quale si dimenava e guaiva disperato il tenero animale che rivolgeva, da dietro le sbarre, un mesto sguardo di aiuto. I Carabinieri hanno subito compreso che si doveva agire senza alcun ritardo: richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco per accedere all’interno del veicolo, hanno così liberato la povera bestiola dalla sua prigionia per poi affidarla alle cure del personale veterinario dell’Asp di Potenza. Identificato il proprietario del mezzo e del cane in un 30enne della provincia, l’uomo è stato deferito in stato di libertà per abbandono di animali e dovrà ora rendere conto all’Autorità Giudiziaria potentina della sua biasimevole condotta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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