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Blu come le fragole – L’amore imperfetto raccontato da Alessia Todeschini. Recensione di Alessandria today
Un viaggio intenso tra le sfumature dell’amore, della perdita e della rinascita emotiva.
Un viaggio intenso tra le sfumature dell’amore, della perdita e della rinascita emotiva. Recensione:“Blu come le fragole” di Alessia Todeschini è un romanzo che esplora l’amore in tutte le sue sfaccettature, dall’inizio alla fine, passando per le incertezze, le difficoltà e il disincanto. La narrazione ruota attorno a una coppia che si interroga sul proprio legame, sulla sua evoluzione e sul…
#Alessia Todeschini#amore disilluso#amore imperfetto#Autrici italiane#Blu come le fragole#Crescita Personale#fine di una relazione#fragilità umane#introspezione#narrativa contemporanea#narrativa d&039;autore.#narrativa italiana#narrativa psicologica#narrazione intima#relazioni moderne#resilienza#rinascita emotiva#romanzi che emozionano#romanzi che fanno riflettere#romanzi che toccano il cuore.#romanzi emotivi#romanzi introspettivi#romanzi PIEMME#romanzi sentimentali#romanzi su fragilità e forza#romanzi sull’animo umano#romanzi sulle dinamiche di coppia#romanzi sulle relazioni di coppia#romanzo d&039;amore#romanzo di coppia
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Ma, quando la vita ci si mette, neanche l’amore basta. E, con un cuore già compromesso, cos’altro si può rischiare? In quella stanza, ho dato il mio cuore imperfetto all’uomo che amavo. E poi... lui se n’è andato.
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un mosaico imperfetto è il cuore,
pezzi di emozioni che si incastrano su battiti di vita.
Un dolore lo riduce spesso ad un mucchio di tessere inutili… ricomporlo è difficile ci vuole pazienza , tempo , amore e qualcuno che sappia delicatamente capirne gli incastri non scompigliarlo ancora di più 💔
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L’amore che resiste al tempo
Non tutti gli amori sono fatti di quiete e serenità.. Alcuni sono tempeste, discussioni e scontri, ma sono proprio questi momenti che rendono l’amore così profondo. Questo è l’amore: imperfetto, a volte tumultuoso, ma sempre reale e indistruttibile.
C’è un tipo di amore che non si piega, che resiste al tempo come una roccia bagnata dalle onde.. È un amore che non segue la logica, non risponde alle aspettative, ma vive nei ricordi, anche quando questi cominciano a sbiadirsi. È quell’amore che non ha bisogno di essere gridato, perché si trova nelle piccole cose: in una carezza, in uno sguardo condiviso, nella pazienza di un silenzio..
Forse, il vero amore non è fatto solo di momenti perfetti, ma di mille piccoli atti di coraggio e di fede. È alzarsi ogni giorno, anche quando sembra che il peso dei ricordi ci schiacci, e scegliere ancora quella persona, anche quando non c’è più la passione travolgente dei primi tempi.. È sapere che l’altro ha visto il peggio di noi e ha scelto comunque di restare.
Esistono storie che iniziano in un’estate e finiscono in un inverno, ma ce ne sono altre che durano per tutta la vita. Queste storie non sono fatte di grandi gesti romantici, ma di momenti semplici, come leggere insieme un vecchio libro o sedersi fianco a fianco senza dire nulla, sapendo che la presenza dell’altro è tutto ciò che serve..
E poi c’è la memoria, che a volte è un rifugio dolce, altre una prigione crudele. Quando la vita ci porta via ciò che pensavamo di conoscere, quando i volti e i nomi iniziano a sfuggire, cosa rimane di un amore vissuto insieme? Rimangono i segni che ha lasciato su di noi, un’impronta che non può essere cancellata, anche se le parole si dissolvono come fumo..
C’è qualcosa di meravigliosamente fragile e potente nell’amare qualcuno anche quando non si ricordano più i dettagli.. È l’amore che va oltre il quotidiano, oltre i litigi e le promesse infrante, perché è costruito non solo sui ricordi, ma sul sentimento stesso, che resta vivo come una fiamma anche nelle stanze buie della mente..
Alla fine, forse, amare davvero significa questo: tenere la mano dell’altro quando tutto il resto scompare, quando la bellezza svanisce e la memoria si spegne.. È un amore che non ha bisogno di parole, perché è scritto nei gesti di una vita condivisa, nelle risate e nelle lacrime, nei silenzi che parlano più di mille frasi. È il filo invisibile che ci lega, che non si spezza, anche quando il mondo intorno a noi sembra crollare..
Questo è l’amore che ci insegna a resistere, a credere che vale sempre la pena restare, anche quando sembra che tutto sia perduto..
È l’amore che, alla fine, ci fa sentire a casa, ovunque siamo.
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MOMENTO LETTERARIO
Dal libro: L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder
I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta, pensi a una tattica. Due giorni senza risposta, ti offendi. Tre giorni senza risposta... ti innamori.
Così alcune donne aspettano il Principe Azzurro, questo stupido concept pubblicitario generatore di donne deluse e future zitelle inacidite, mentre solo un uomo imperfetto potrebbe renderle felici.
Ma dovete sapere che ogni uomo dopo i trent'anni, ancora in vita, è un coglione.
Non si è mai soddisfatti: quando una ragazza ci piace, vogliamo innamorarcene; quando ne siamo innamorati, vogliamo baciarla; quando l'abbiamo baciata, vogliamo andarci a letto; quando ci siamo andati a letto, vogliamo vivere con lei in un appartamento ammobiliato; quando viviamo con lei in un appartamento ammobiliato, vogliamo sposarla; quando l'abbiamo sposata, incontriamo un'altra ragazza che ci piace. L'uomo è un animale insoddisfatto, esitante tra diverse frustrazioni. Se le donne volessero giocare d'astuzia, gli si negherebbero, per farsi correre dietro tutta la vita.
Nessuno vi avverte che l’amore dura tre anni. Vi si fa credere che è per la vita, mentre, chimicamente, l’amore scompare nell’arco di tre anni. L’ho letto in una rivista femminile: l’amore è una botta effimera di dopamina, noradrenalina, prolattina, luliberina e oxitocina.
La società vi inganna: vi vende il grande amore mentre è scientificamente provato che questi ormoni cessano di agire dopo tre anni. Del resto le statistiche parlano chiaro: una passione dura in media 317, 5 giorni e, a Parigi, due coppie su tre divorziano nei tre anni successivi alla cerimonia.
Perché tre anni e non due, o quattro, o seicento? Secondo me, questo conferma l’esistenza di quelle tre tappe che Stendhal, Barthes e Barbara Cartland hanno spesso distinto: Passione- tenerezza- noia, ciclo di tre stadi che durano ciascuno un anno, un triangolo sacro quanto la Santa Trinità.
Chi di voi ha letto questo libro del 1997, oppure visto la trasposizione cinematografica del 2011? Che giudizio date?
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L'altro giorno una ragazza giovane mi ha chiesto:
"Cosa provi nell'essere vecchia"?
La domanda mi ha sorpreso molto, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia. Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante. E riflettendo, ho pensato che;
invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che riflette nello specchio, ma non mi preoccupo di lei da molto tempo e non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto o perché non mangio alcune "cose". Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando la natura o navigando sui social.
Inoltre a chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora. A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 50? A chi interessa se voglio piangere per un amore perduto?
A chi interessa se cammino sulla spiaggia portando a spasso il mio corpo paffuto in bikini sotto lo sguardo da chi più di me se lo può permettere e a chi interessa se mi tuffo fra le le onde lasciandomi cullare.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma È la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere. Un cuore che non si è rotto è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e aver saputo conservare il sorriso della mia giovinezza. Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire:
"Mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera".
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui voglio vivere secondo le mie leggi. Quelle del mio cuore! Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato né preoccuparmi di quello che sarà, e nel tempo che rimane semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio... 🤍 💜
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L'altro giorno, una ragazza giovane mi ha chiesto: "cosa provi nell'essere vecchia"?
Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia.
Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante.
E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio.
Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto, o perché non mangio alcune "cose". Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora?
A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 60?
E se dopo voglio piangere per un amore perduto?
E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo paffuto e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelle che indossano ancora il bikini, saranno vecchie anche loro se avranno fortuna.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere.
Un cuore che non si è rotto, è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e per conservare il sorriso della mia giovinezza, di quando ancora non c'erano solchi profondi sul mio viso.
Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire: mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera!
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui, voglio vivere secondo le mie leggi, quelle del mio cuore. Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato, né preoccuparmi di quello che sarà. Nel tempo che rimane, semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio.
Autore sconosciuto
Ossimoro
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Sense and Sensibility
↳ summary: Una notte in preda all'alcool e alla lussuria, dimenticando ogni cosa, tra cui la più importante.
pairing: Park Jimin x f.OC
genre: angst, smut
word count: 2.928
warnings: menzioni di tradimento, sesso orale, sesso vaginale, amore non corrisposto
Tutto ciò era sbagliato, Jimin ne era consapevole, ma non avrebbe smesso. Ci era voluto un po’ per decidersi, Alya era ferita dal comportamento scostante di Jungkook e lui ne stava approfittando.
Viscido.
Ma sentiva dentro di sé un forte ruggito che voleva essere liberato, nelle sue vene non scorreva più sangue, ma lava bollente. Tutto di lei lo attraeva, non riuscì a capire perché anni prima non aveva provato le stesse sensazioni, al momento non riusciva a ragionare lucidamente.
Forse perché il suo amico era riuscito a far breccia nel cuore della ragazza per primo. La Russia era un luogo freddo, il calore del Maknae aveva affascinato quella bellezza di ghiaccio, oscurando totalmente il resto delle persone intorno a sé. Per Jimin era stata una delusione? Certamente sì, ma per molto tempo riuscì a distrarsi, spesso cambiando fidanzata. Non riuscendo mai a trovare qualcosa di giusto in ognuna di loro, tutto stonava, sempre. E detestava le note imperfette, perché anche lui, di conseguenza, si sentiva imperfetto.
Tornò alla realtà, scoprendo quanto in verità fosse calda quella stessa donna che anni prima gli era parsa così fredda e distaccata, capace di sciogliersi solo in presenza di un buffo ragazzo con il sorriso da coniglietto. Lo stesso ragazzo che ora la guardava e non provava più l'intenso e struggente amore di un tempo, amore che lo aveva portato a innumerevoli discussioni con i suoi genitori.
Ricoprì il suo collo di baci febbrili, quella pelle chiara e morbida si stava rivelando dannatamente eccitante.
L’avrebbe ricoperta di marchi.
«Mmh» mugugnò la ragazza quando le labbra dell’uomo si fecero più insistenti in un punto specifico del collo, sopra la vena pulsante, le stesse labbra che mordicchiarono e succhiarono con sempre più forza, lasciando un enorme segno violaceo a testimoniare il suo passaggio e un velo di saliva a ricoprirlo simile ad una pellicola, come a voler calmare il bruciore causato dagli insistenti morsi.
I loro cuori battevano all'unisono, erano due anime sole e alla ricerca disperata di qualcuno capace di apprezzarli per davvero. Forse per i fumi dell’alcool, forse per l’emozione di essere stretta tra le braccia di un uomo dopo tanto tempo, lo sguardo di Alya si fece più languido, e leccandosi sensualmente le labbra aprì di poco le gambe, quel tanto che bastava per lasciar spazio a Jimin.
Il ragazzo non era ubriaco, riusciva ancora a capire gran parte della situazione. Quando l’aveva riportata a casa non credeva di poter davvero permettersi di andare oltre, ma lei era stata fin troppo chiara.
❝ Scopami, non mi importa come, tu fallo.❞
Forse proprio per fare un dispetto a Jungkook. Quel che non sapeva, è che a soffrire in quel momento era proprio Jimin, l’oggetto che anelava ad essere usato.
Con le mani sfiorò il suo corpo, soffermandosi sul seno, non era di chissà quale eclatante taglia, ma piccolo e sodo.
Grazioso. Fatto per le sue mani.
Alya seguì le sue mosse con trepidazione, era da molto tempo che non aveva rapporti con il sesso opposto, si sentiva spaesata e insoddisfatta, però avrebbe seguito il gioco di Jimin se significava provare piacere. Tutte le ragazze andavano pazze di lui per le sue doti da amatore, e finalmente anche lei avrebbe gustato quelle piccole ed agili mani.
«Che ne dici se togliamo questo?» le sussurrò all’orecchio, strattonando con fermezza il bordo del suo abitino succinto, annuì ma Jimin in realtà non aveva bisogno di una sua risposta per continuare.
I suoi occhi non lasciarono le labbra succose di lei, il loro colore così rosso acceso era una tentazione per il biondo, ma non poteva. Si sentiva trattenuto da qualcosa.
Jungkook. Stava facendo del male a Jungkook, quella era ancora la sua ragazza.
Con una lentezza spropositata cominciò a far risalire il vestito lungo le cosce candide e toniche, gli piaceva la sensazione delle sue mani che toccavano quelle parti abbondanti di carne, era soddisfacente toccare e afferrare, stringere e palpare senza nessun imbarazzo.
Lei sbuffò contrariata e fece per toglierlo da sé, ma Jimin smise di farle sentire il suo tocco.
«No, amore. Devi fare ciò che ti dico io» le gambe tremarono al suono della sua voce, flautata e resa roca dal desiderio. Fece come le ordinò, si sollevò così da permettergli di sfilare quel capo e rimase in intimo, non voleva risultare sexy, ma il tessuto nero creava una divisione netta con la pelle chiara e Jimin baciò con adorazione quella zona, stringendo tra le mani la sottile vita della donna, la quale gli circondò il collo, tenendosi aggrappata a lui.
Jimin aveva un profumo così buono, non poté farne a meno, gli lasciò una scia umida di baci lungo il pomo d'Adamo, l’azione fece scattare il ragazzo, che in un impeto di passione la riportò ancora una volta con la schiena contro il materasso.
Con una calma che Alya definì straziante, Jimin introdusse le mani sotto le coppe del reggiseno, saggiando la morbidezza della sua carne candida.
La donna strinse le gambe, poteva sentire la sua intimità bagnarsi dei suoi umori. Jimin non la stava neanche toccando in quel punto, però avvertiva chiaramente tutta la prestanza fisica che il ragazzo possedeva. E quando finalmente le tolse l’indumento superiore, ormai inutile, l’eccitazione si fece più persistente.
Il biondo prese a sfregare le labbra contro uno dei capezzoli, soffiandoci sopra con il suo fiato caldo, mandando piccoli brividi su per la schiena della ragazza. Quando lo prese in bocca Alya si lasciò sfuggire un ansito.
Mentre si divertiva a schiacciare quella perla rosea contro la lingua, rigirandola e modellandola a suo piacimento dentro la bocca le sue mani presero a scendere verso l’ultimo ostacolo rimasto, Alya gli strinse i soffici capelli chiari, pregustando già le dita del maschio contro la sua femminilità.
«Jimin…» sospirò.
Il ragazzo si staccò, aveva le labbra gonfie e rosse a causa della saliva che le bagnava e del continuo sfregamento contro la sua pelle.
«Cosa?».
Cielo, si vergognava così tanto a dirglielo, perciò spinse i fianchi contro la sua mano, sperando che capisse da solo. Lui ghignò.
Senza toglierle le mutandine, iniziò a muovere le punte delle dita sopra il sottile tessuto, già umido, proprio nell’esatto punto dove si trovava il clitoride.
Portò le labbra vicino al suo orecchio.
«Ti da fastidio se faccio così? … o così?» simulò l’atto di penetrarla con le dita, atto ostacolato dal tessuto che ricopriva le parti intime. Alya singhiozzò per l’esasperazione.
Lo colse di sorpresa quando gli strinse le spalle e lo rigirò.
Ora lei era sopra e lui sotto. Uno spettacolo magnifico agli occhi del giovane.
I capelli in disordine e il seno scoperto le davano un’aria da amazzone, per non parlare delle splendide gambe che lo cingevano per tenerlo fermo. Jimin sorrise e aprì le braccia.
«Sono tuo~» miagolò, arrendendosi al desiderio di quella vipera, che non si lasciò sfuggire l’occasione.
In verità anche lui la stava usando, così come stava usando a suo favore quella relazione ormai in declino.
E con mani leggere e tremanti, lei cominciò a sbottonargli la camicia scura, vederlo ancora vestito le dava ai nervi e man mano che la pelle chiara veniva fuori il suo cuore batteva sempre più forte. Concentrata com’era nel suo lavoro non si accorse della sofferenza interiore del ragazzo, ogni tanto muoveva le natiche che andavano a scontrarsi contro il rigonfiamento in mezzo alle gambe, causando piacere misto a dolore nel biondo, il quale però non disse nulla, voleva far partecipare anche lei con i suoi tempi.
Alya guardò con desiderio il petto glabro del ragazzo, non ci pensò molto prima di cominciare a stuzzicare quella pelle di luna, graffiandola con i suoi denti e succhiando, ascoltando estasiata i piccoli sospiri che Jimin si lasciava sfuggire, scendendo arrivò al suo ombelico, dove si prolungò a leccare sapientemente l’intera zona, rendendo ancor più difficile la respirazione a Jimin che già immaginava quelle labbra attorno al suo membro pulsante.
La donna alzò gli occhi verso di lui, che trovò quest’ultima azione tremendamente accattivante.
Si sollevò e agganciò le dita al bordo dei suoi pantaloni, facendoli scendere lungo le muscolose gambe, perdendo tempo ad ammirarle.
«Vuoi che li tolga?» chiese, in tono mellifluo, mentre la sua mano accarezzava l’erezione coperta dai boxer.
«Ah! C-c’è bisogno che… te lo dica?» le rispose, con non poca difficoltà mentre premeva con la mano sulla punta «Alya… non scherzare».
«Poco fa avevi tu le redini del gioco…» mormorò piano, estasiata alla vista del ragazzo che mordicchiava le proprie labbra con forza, incapace di star fermo sotto quelle attenzioni.
Sorrise, perfida, nel ripensare a quel tono di voce così sofferente, abbassò i boxer lentamente. Una piccola rivincita per ciò che le aveva fatto lui poco prima. E Jimin chiuse gli occhi, finalmente la sua erezione era libera di mostrarsi interamente, rigida e già bagnata di liquido pre-eiaculatorio, quella ragazza era capace di farlo impazzire con poco, e quella notte finalmente glielo avrebbe dimostrato.
Alya riportò la mano sul membro, cominciando quel movimento ritmico e lento, che portò il ragazzo a strizzare gli occhi per trattenersi dal venire subito. Si puntellò con i gomiti per sollevare il busto e spalancò le gambe per farla stare più comoda in mezzo ad esse, Alya era rapita dall'espressione beata di Jimin, lo prese in bocca, combinando i movimenti della mano con quelli delle labbra, percorse tutta quella pelle sensibile e liscia, facendo roteare la lingua sulla punta più volte. A Jimin sfuggì un gemito strozzato, arricciò le labbra per trattenere i suoi versi che non vedevano l’ora di uscire dalla sua gola, ma Alya non gli rendeva quel compito facile. Lo prendeva tutto in bocca, mandando seriamente a puttane il suo autocontrollo. Quando si decise a succhiarlo, rilasciando strani suoni simili a schiocchi, l’uomo si permise di ansimare, davvero stavolta, senza più vergogna. Le afferrò i capelli, dettando un ritmo più veloce, si contorse sotto le sue carezze lascive.
«Sto per…» cercò di farla togliere, non voleva sporcarla, ma Alya ignorò le sue proteste, continuò il suo lavoro fino a quando l’erezione del giovane non si tese all’interno della sua cavità orale, rilasciando con immenso piacere il suo liquido biancastro, Alya lo inghiottì guardando Jimin dritto negli occhi.
Occhi scuri, dolci e lussuriosi. Gli occhi di Jungkook.
“Cazzo” pensò, guardando quella gatta che si stirava sul suo corpo scosso ancora dai fremiti. Senza accorgersi che qualcosa era cambiato negli occhi verdi della donna. C’era affetto, forse anche speranza in quelle pozze smeraldine, ma nulla rivolto a lui.
Ne voleva ancora.
Con un colpo d'anca riuscì ancora una volta a riportarla alla posizione iniziale.
«Sembra un combattimento» ne rise la donna, ubriaca, prima che sentisse un violento suono. Jimin le aveva strappato violentemente le mutandine, senza pietà e con solo un velo di lussuria negli occhi scuri, poteva vederli brillare nel buio della stanza. Sussultò per quella serietà, capì che l’eccitazione non lo aveva abbandonato, il rapporto di pochi attimi prima lo aveva solo esaltato di più.
Quando sentì la soffice bocca posarsi sulle grandi labbra della sua intimità cominciò ad accarezzargli i capelli con dolcezza, bramando le sue carezze. Il ragazzo usò due dita per aprirla completamente, andando alla ricerca di quella piccola gemma nascosta tra le pieghe morbide e calde, quando la trovò usò la lingua per stuzzicarla con insistenza, seguendo i gemiti silenziosi della ragazza, man mano che andava avanti le gambe di Alya si fecero più cedevoli e molli, erano gelatina.
Provò a chiudere le gambe, ma in mezzo c’era proprio Jimin. Non le lasciava il tempo di riprendersi, la sua lingua la stuzzicava con insistenza, instancabile, voleva che quel piacere smettesse, era troppo intenso, ma allo stesso tempo lo agognava, non aveva pace. Il suo cuore tamburellava nel petto con violenza. Gli strattonò con forza i capelli, ma ciò non fece che aumentare la presa del ragazzo, e il suo andamento.
Le tempestò le dolci pieghe di baci rumorosi, bevendone gli umori e penetrandone ogni tanto l’apertura, succhiò con accuratezza il clitoride e la ragazza arcuò la schiena in modo innaturale, la stava mangiando.
“Mio… ah!”
«C-Chim!» urlò, pronta per arrivare all’orgasmo, ma proprio all’ultimo momento Jimin mollò la presa, facendola strillare per l'insoddisfazione «No! T-ti prego, continua».
«Ho di meglio per farti stare bene» disse, annaspando per riprendere lui stesso aria. La mora portò le mani alla bocca, tremando violentemente per la sensazione di insoddisfazione che si stava propagando per tutto il corpo.
Jimin saggiò con le dita l’intimità, per vedere quanto fosse lubrificata, accorgendosi solo in quel momento che era fradicia. Mandò giù con forza la saliva.
La sua erezione desiderava entrare in contatto con la ragazza, chi era lui per proibirglielo?
Afferrandola con forza per le cosce, la portò ancora più vicina a sé, finché non avvicinò il membro alla sua apertura.
La penetrò con forza, riempendola fino in fondo con la sua presenza, senza darle più il tempo di dire qualcosa. Alya spalancò gli occhi, era così grosso e lei così stretta a causa dell’astinenza.
Non potevano più tornare indietro.
Strinse le mani ai lati del ragazzo, facendogli capire che era più che pronta, si stava abituando velocemente alle sue dimensioni, avvolgendolo come un guanto, desiderosa di capire cosa avrebbe provato insieme ad un ragazzo come Jimin, forse era l'alcool a farle prendere decisioni così affrettate, ma in quel momento era l’unica cosa di cui aveva bisogno per ritenersi soddisfatta. E anche Jimin.
Quando cominciò a spingere con tutta la sua lunghezza, deciso e duro, chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dai piccoli brividi al basso ventre, Jimin buttò la testa indietro. Si sentiva completo, tra la carne cedevole della ragazza che si stringeva ritmicamente attorno alla sua eccitazione, voleva annegare in quel corpo, fregandosene delle conseguenze al mattino dopo, gli altri lo avrebbero guardato con disgusto, Jungkook con odio malcelato, ma lui stava bene in quel momento.
Si sistemò una gamba della ragazza in spalla, quell'angolazione gli permetteva di andare più in profondità, e a giudicare dall’espressione sofferente e colma di piacere allo stesso tempo di Alya, ci stava riuscendo bene. Sentiva che dal loro punto di incontro il calore stava crescendo, afferrò con una mano un seno e lo torturò con forza, facendola scattare con il busto in alto, verso di lui, e finalmente la baciò.
Desiderava gustare quelle dolci labbra da molto tempo. Non poteva più aspettare, il loro sapore era dolce, un misto tra vodka alla fragola e liquirizia.
Finalmente poteva. E le morse con forza.
« Izverg*» ansimò in russo, quasi con disperazione implorante, schiacciandosi il peso del ragazzo ancora più addosso. Scacciando con forza il ricordo di Jungkook e dei suoi baci aggressivi, ripetendosi che era Jimin a toccarla e stringerla in quel momento, cosa non facile da fare. Stava usando un suo amico per dimenticare, ma ciò avrebbe causato solo altri danni nel gruppo.
Ormai le lenzuola erano sporche, i loro liquidi colavano tranquillamente dalle loro gambe, così come il sudore scendeva dalla pelle, i loro fiati si mischiavano con affanno. I fianchi battevano tra loro con forza, disordinatamente, Jimin era ormai quasi completamente seduto e teneva la ragazza a cavalcioni su di lui, spinse con più decisione il bacino in alto, arrivando a toccare un punto delicato e sensibile nella ragazza, a cui mancò il fiato per svariati secondi, conficcando con violenza le unghie sulle sue spalle e Jimin a causa di quella reazione andò più veloce, più violento.
Più potente.
E Alya finalmente raggiunse il suo apice mordendo la spalla all’altro, con un basso ringhio proveniente dalla sua gola, e schiacciando completamente il seno contro i pettorali dell’uomo.
Jimin raggiunse il suo orgasmo schioccando un forte bacio sul collo delicato della ragazza, ormai pieno di arrossamenti e succhiotti violacei.
Venne dentro di lei, riempiendola con il suo caldo seme.
Quella sensazione fu così piacevole che Alya ebbe un secondo orgasmo, che la fece crollare sfinita contro il cuscino, impossibilitata di regolarizzare il respiro.
Jimin uscì da lei, sfinito, piacevolmente sfinito.
Le cinse le spalle con dolcezza quando si stese accanto a lei, portandola vicina.
L’indomani avrebbero discusso seriamente sul da farsi, per il momento avrebbero semplicemente riposato in quel modo, stretti e comodi.
«Ti amo».
Ma Alya già dormiva, stanca di quella serata che doveva essere solo uno svago, ma si era trasformata in una delle più belle quanto sbagliate notti della sua vita, e Jimin le sorrise con tenerezza e dispiacere.
Consapevole che nulla sarebbe cambiato, lui era un oggetto. Un piacevole oggetto, ma nulla di più e lei… lei era ancora la donna del suo migliore amico.
La sofferente Dama di ghiaccio e il Cavaliere che l’avrebbe sempre aiutata a rialzarsi.
Ecco cos’erano e cosa sarebbero rimasti.
Avevano tradito tutto e tutti. La propria lealtà e dignità. Così come la persona che li univa, ma nulla sarebbe venuto a galla. Tutto nascosto dietro finti occhi innocenti.
Jimin riaprì gli occhi, quasi con violenza. Un sogno, un altro sogno riguardo la notte di tanti anni prima. Quanti ne erano passati? Troppi per poterne ricordare.
Lei non lo aveva più cercato e lui poteva vivere solo di quel magnifico ricordo. Magnifico e triste allo stesso tempo.
Jungkook era tornato lo stesso ragazzo affettuoso, Alya si era ripromessa di non cercare più supporto da esterni, e così aveva catalogato Jimin come “Pericoloso”. Perché nonostante tutto l’amore che provava verso il suo fidanzato, Jimin era stato capace di farla sentire amata dopo un periodo buio. Così si era allontanata sempre più, fino a rendersi una sconosciuta agli occhi del biondo.
Ma era giusto così. Jimin non gliene faceva una colpa, perché la amava e anche troppo.
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Ci sono giorni in cui vorrei sparire senza lasciare traccia, mi alzo le mattine sputando nello specchio che riflette la mia faccia. Mi vesto al buio inciampando nei bicchieri vuoti della mia stanza, affrontando un'altra giornata di cui ne ho già più che abbastanza. Non appena apro gli occhi aspetto solo di richiuderli, per rintanarmi nei miei sogni coi miei demoni ad illudermi. Altri giorni invece voglio solo veder la luce, che sulla mia anima mille punti ricuce. A volte vorrei solo sentirmi vivo dentro al tuo petto respirando all'unisono nel nostro amore imperfetto. Per quanto so che ormai sei andata via, non smetto di rincorrere quei bei giorni di follia.
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Vivere è meglio con la sofferenza, la sofferenza mi fa sentire quanto sono umano e imperfetto, vivere e non avere cicatrici spirituali o corporee è utopia o robotizzazione dell'umanità, non pensavo nemmeno più di essere umano, mi stavo quasi lacerando la pelle per vedere gli ingranaggi che avevo, per fortuna sei apparso e mi hai mostrato amore, purtroppo te ne sei andato e mi hai fatto soffrire, ora so quanto sono umana, ma ora so anche quanto sei disumana, anche se sei la vera donna Mi sono innamorato di .
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Imperfetto, incomprensibile, intrattabile, tormentato, incontentabile, indomabile. Ahi amata mia, così è il possente amore!
Michele Gentile
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"Ti amo, sei il mio tutto, sei tutto ciò che odio, sei ciò che non volevo, sei perfettamente imperfetto, ma ti voglio, ti voglio qui! Ti voglio ora!
Non so quando questo odio sia cambiato, ma so solo che ora ti amo e ti desidero più di ogni altra cosa al mondo, amo questo ballo di amore e odio che ci lega, ma ne ho paura perché non so fin dove ci porterà."
-LaLupaBianca(24/8/2023)
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Dunque vediamo:
c'è il guru che ti dice di non seguire il mondo, perché altrimenti ti fai trascinare dal mondo "tossico";
c'è il guru che ti dice di perculare l'ego perché è lui il tuo male assoluto;
e gioco forza, c'è il guru del perdono assoluto... perché tutto è amore;
c'è quello che siccome dentro è uguale a fuori, va bene così, basta che ti "sistemi" il dentro;
c'è il super guru del "non giudizio", perché tu non sai, nessuno sa, dunque non intervenire in niente;
c'é colui che ti dice che sei potente e sei già libero e siamo belli;
c'è il guru della gratitudine, perché ogni cosa è perfetta, e anche se ti ammazzano a legnate, impara la preziosa lezione e ringrazia chi te l'ha data;
c'è quello che ti dice di accettarti così, perfettamente imperfetto, perché le descrizioni dei baci Perugina ci prendono sempre.
Ora non so quanto verrà capito questo post, ma l'ho scritto per un solo e granitico fatto:
Non puoi cambiare di una virgola se non ti accorgi anche della merda che hai dentro, perché sì, tutti abbiamo roba di cui occuparci e per migliorare la nostra vita e l'ambiente bisogna rendersene conto.
Non giustificare, non raccontarsela, non diventare vittime sacrificali, fare finta di non vedere, non portare rettitudine in cose palesemente fuori coscienza e controllo, giusto perché qualche pirla ti dice che tanto ognuno ha le sue sfide.
Questa strafottenza di fondo è dannosa, ti rende incapace di responsabilizzare te stesso, incapace di logica, di edificare un ego sano e integro. Il quale malgrado quello che ti viene propinato è fondamentale per manifestare salute psichica e volontà di evoluzione.
Se annienti l'ego annienti il tuo passaggio al cuore. Sei in balia del potere fine a se stesso se vuoi fingerti evoluto e della massa informe se nemmeno te ne rendi conto.
Il lavoro su di Sé parte dall'auto osservazione più oggettiva e concreta possibile di sé stessi e del mondo circostante.
Non dalle supercazzole
Se singolarmente viene bypassata la responsabilità personale, ciò che vedi oggi è destinato a espandere il suo potere malato sopra una moltitudine di imbalsamati.
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"Tu sei come me .. " Ecco, vedi? Il tranello in cui cademmo assieme. Molto meglio innamorarsi per le nostre amabili diversità. L'essere umano è cosi imperfetto che sa ritrovare amore solo dopo grandi guerre.
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Non è colpa tua se il mondo va a rotoli.
Non sei tu a doverti fare carico dei problemi del mondo.
Le persone buone esistono. Sono nascoste, spesso introvabili, ma ci sono. Con i loro difetti, questo sì, ma ci sono.
Sperare di trovare persone perfette sul nostro cammino è impossibile. Noi stessi siamo imperfetti. L’uomo è un essere imperfetto, ma è nelle incongruenze che il mondo si costruisce.
Non puoi pensare di spiegarti da solo i misteri della vita, a quelli non c’è spiegazione. Non puoi nemmeno pensare che un tuo coetaneo lo faccia per te.
Devi solo accettare. Accettare il mondo con le sue sfumature e attorniarti di persone che realmente ti apprezzano e ti fanno sentire felice.
Non puntare troppo in alto, però. Siamo tutti umani e tutti sbagliamo, ma non è eclissandosi che si risolve il problema. Non è chiudendosi in se stessi che si cambia il mondo.
La differenza la fa chi parla, chi agisce, chi non si ostina a crogiolarsi nella disperazione di un mondo che va a rotoli.
Ognuno di noi ha una strada a questo mondo, basta saperla cogliere, trovarla e impegnarsi per questo. Non è stando fermi che la vita cambia, non è perseverando nei medesimi errori che la vita ti sorriderà.
Circondati di amore partendo da te stesso. Non pretendere che gli altri ti diano l’affetto che tu stesso non riesci a darti.
Il mondo e le persone sono solo un contorno. La differenza la facciamo noi.
Volersi bene sempre.
@chantallazzaretti
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♪ Ho raccontato la mia storia. ♪
♪ Ora mi fermerò un po'.. ♪
♪ Metto il passato in memoria. ♪
♪ Il mio futuro vivrò.. ♪
♪ Lo custodirò.. ♪
♪ Con la forza che sento in me.. ♪
♪ È un sogno che.. ♪
♪ Non morirà mai.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ La Nostra Vita Che.. ♪
♪ In cerca di un sorriso.. ♪
♪ Di amore condiviso.. ♪
♪ In un mondo che fa schifo.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ La Nostra Vita Che.. ♪
♪ È inferno e paradiso.. ♪
♪ È il sogno mai finito.. ♪
♪ Di un mondo più pulito.. ♪
♪ In questo tempo imperfetto. ♪
♪ Ormai malato da un po'.. ♪
♪ Immaginare un difetto. ♪
♪ Ma una speranza c'è l'ho.. ♪
♪ Vedere te.. ♪
♪ Crescere nella verità.. ♪
♪ Ehhh.. ♪
♪ Sarà un sogno che.. ♪
♪ Che non morirà mai.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ La Nostra Vita Che.. ♪
♪ È inferno e paradiso.. ♪
♪ È il sogno mai finito.. ♪
♪ Di un mondo più pulito.. ♪
♪ Chissà che sarà.. ♪
♪ Per noi.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ In cerca di un sorriso.. ♪
♪ Di amore condiviso.. ♪
♪ In un mondo più pulito.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ La Nostra Vita Che.. ♪
♪ È inferno e paradiso.. ♪
♪ È il sogno mai finito.. ♪
♪ Di un mondo più pulito.. ♪
♪ Uhh.. ♪
♪ Oh, Ohhh.. ♪
♪ La Nostra Vita Va.. ♪
♪ La Nostra Vita Che.. ♪
♪ In cerca di un sorriso.. ♪
♪ Di amore condiviso.. ♪
♪ In un mondo più pulito.. ♪ 🎤🎸😃
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