#ambientazione lago
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La sposa del lago di Rita Bonfanti: Un amore perduto nella Como di fine Ottocento. Recensione di Alessandria today
La struggente storia vera di una giovane sposa sul Lago di Como, tra passione, mistero e tragedia, nell'affascinante scenario della fine del XIX secolo.
La struggente storia vera di una giovane sposa sul Lago di Como, tra passione, mistero e tragedia, nell’affascinante scenario della fine del XIX secolo. La sposa del lago, scritto da Rita Bonfanti, è un romanzo storico che ci riporta nella Como di fine Ottocento, raccontando una storia d’amore e mistero realmente accaduta. Il lago, con le sue acque placide e i suoi segreti, diventa il simbolo di…
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Un Edida per Natale?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…
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Piccolo Mondo Antico FILM COMPLETO di Mario Soldati con Alida Valli, ...
Piccolo mondo antico (romanzo)Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Piccolo mondo antico
Frontespizio di
Piccolo mondo antico
, 13ma edizione, 1896
Autore
Antonio Fogazzaro
1ª ed. originale
1895
Genere
romanzo
Sottogenereclassico
Lingua originale
italiano
Ambientazione
Regno Lombardo-Veneto
,
anni 1850
Protagonisti
Franco Maironi
CoprotagonistiLuisa Rigey
Antagonisti
Marchesa Maironi
Altri personaggiPietro Ribera, Maria Maironi
Seguito da
Piccolo mondo moderno
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Manuale
Piccolo mondo antico è un romanzo scritto da Antonio Fogazzaro nel 1895.
Generalmente considerato il suo capolavoro, è il quarto dei suoi romanzi; ne seguiranno altri tre, con il seguito della vicenda: Piccolo mondo moderno, Il santo, Leila.
Il racconto è diviso in tre parti, così suddivise:
sei capitoli nella prima parte
tredici capitoli nella seconda parte
due capitoli nella terza parte.
Oltre alla trasposizione cinematografica di Mario Soldati del 1941, è stato uno dei primi romanzi italiani adattato in sceneggiato televisivo (vedi Piccolo mondo antico, regia di Silverio Blasi, 1957). Della fiction televisiva sono stati realizzati poi due remake nel 1983 e nel 2001.
Indice
1Ambientazione
2Trama
3Personaggi
4Edizioni
5Altri progetti
6Collegamenti esterni
Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]
Il racconto è ambientato in Valsolda, una località in provincia di Como, posta sulle sponde del lago di Lugano, un luogo in cui Fogazzaro trascorse parte della sua vita. Molti passaggi del romanzo sono quindi autobiografici, a cominciare dalla descrizione della casa dello zio Piero ad Oria, che in realtà è quella materna dello scrittore, per finire con quelle dei personaggi, molti dei quali sono stati ispirati da figure veramente esistite, non necessariamente in quel periodo.
Chiaro il periodo storico nel quale si sviluppa la vicenda, cioè la seconda metà dell'Ottocento, sullo sfondo della lotta dei patrioti del Lombardo-Veneto contro il dominio austriaco. La vicenda prende piede nel 1850, quando non si sono ancora spenti gli echi delle rivolte del 1848 e della loro repressione, e si conclude nel febbraio 1859, alla vigilia della seconda guerra di indipendenza che darà il via al compimento dell'unità d'Italia.
Dai riferimenti temporali è possibile stabilire che la storia si sviluppa in un arco temporale di circa dieci anni, dalla cena del risotto e tartufi in casa della Marchesa alla morte dello zio Piero. Vi sono però dei salti temporali; per esempio lo scrittore, dopo aver narrato il matrimonio di Franco e Luisa, introduce la loro figlia, Maria, che ha già tre anni.
Lo sfondo storico è sempre presente e si trovano quindi notevoli contrasti fra liberali e "austriacanti", come in effetti doveva essere nella realtà. D'altra parte anche il contesto sociale è molto ben centrato nelle descrizioni dei personaggi, dei loro pensieri e delle loro preoccupazioni.
Trama[modifica | modifica wikitesto]
Il romanzo si apre con la descrizione di una cena in casa della Marchesa Orsola Maironi, durante la quale il nipote Franco mostra il suo temperamento acceso, polemizzando con foga contro chi difende il governo austriaco. Luisa Rigey è una popolana valsoldese che abita a Castello. I due giovani si innamorano, ma la nonna di Franco è contraria all'unione, a causa della condizione plebea di Luisa. Per questo minaccia il nipote di non lasciargli l'eredità se deciderà di sposarla. Il ragazzo, di animo forte, idealista (scrive poesie e musiche), reagisce ai divieti della Marchesa con orgoglio: aiutato da alcuni uomini fidati, tra cui lo zio di Luisa, Piero, impiegato del governo austriaco, organizza un matrimonio in segreto, con la benedizione della madre di Luisa, Teresa Rigey, ammalata e prossima alla morte.
Venuta a sapere del matrimonio, la nonna disereda il nipote. Tuttavia il professor Gilardoni svela a Franco che non è vero che suo nonno sia morto senza lasciare testamento: gli mostra infatti una copia autentica del documento nel quale Franco è nominato erede universale. La Marchesa, a suo tempo, aveva creduto di distruggere tutte le copie ed è ignara dell'esistenza di quest'ultima. Franco però non se la sente di intentare una causa contro la potente nonna e prega il professore di distruggere il testamento, senza rivelare l'accaduto a Luisa.
Il matrimonio nei primi tempi procede bene, nonostante le difficoltà economiche: i giovani possono contare sull'aiuto dello zio Piero, nella cui casa di vacanza vanno a vivere. Nel 1852 nasce loro una bambina, Maria, che sarà soprannominata "Ombretta", perché così si chiama l'eroina di una arietta d'opera (tratta da La pietra del paragone di Gioachino Rossini) che lo zio le canta spesso.
Dopo una perquisizione della loro casa, Franco viene arrestato dalla polizia austriaca, ma è subito rilasciato, in quanto si è trattato di un'azione puramente intimidatoria. In effetti, durante la perquisizione non si trova nulla di compromettente, se non alcune monete del governo provvisorio di Lombardia (1849) e uno scudo di Carlo Alberto, oltre al fodero di una sciabola della famiglia Ribera, risalente al periodo napoleonico. Tuttavia questo materiale è sufficiente per un'incriminazione: su richiesta della nonna, Franco non subisce conseguenze, mentre lo zio Piero viene licenziato dal governo in quanto funzionario infedele all'Austria.
Il licenziamento dello zio causa un peggioramento delle condizioni economiche; ciò è fonte di preoccupazioni tra gli sposi, i quali ogni tanto si trovano in disaccordo in virtù del loro carattere diverso: passionale, idealista e tendenzialmente ottimista quello di Franco, più riflessivo e cupo quello di Luisa, che è credente e fiduciosa nella giustizia divina anche se sempre meno convinta della sua fede in Dio. Ella vorrebbe che il marito si impegnasse maggiormente nel mettere in pratica le proprie idee "liberali", mentre Franco ritiene che il suo dovere primario sia quello di rimanere accanto alla famiglia.
Questi lievi contrasti sono destinati ad accrescersi allorché il professor Gilardoni, che si reca dalla Marchesa mostrandole la copia del testamento che non ha distrutto, contrariamente al volere di Franco, svela a Luisa dell'esistenza di questo documento: Luisa vorrebbe servirsi del testamento, mentre Franco è contrario, ritenendolo disonorevole per la nonna.
Per mostrare a Luisa il suo attaccamento alla famiglia ma anche il suo amore per l'Italia, Franco nel 1855 parte per Torino, dove trova lavoro in un giornale ed entra in stretto contatto con gruppi di patrioti. In autunno una tragedia colpisce duramente la coppia: la figlioletta Maria "Ombretta" annega nel lago. La morte della bimba, avvenuta quando Luisa non è in casa perché corsa ad affrontare a muso duro la Marchesa, rischia di spezzare il legame tra i due. Luisa si ritiene responsabile, appare fuori di sé, sembra non riconoscere Franco, tornato precipitosamente da Torino. Luisa non sembra più amarlo, presa solo dal ricordo della sua Ombretta: si reca anche tre volte al giorno al cimitero, perde definitivamente la fede in Dio e chiede al professor Gilardoni (che nel frattempo si è sposato) di fare delle sedute spiritiche per evocare lo spirito della bimba.
Franco dal canto suo, benché molto addolorato, non comprende appieno il silenzio della moglie, il distacco da lui e si prepara a tornare a Torino, anche perché è ormai ricercato dalla polizia austriaca. Nel frattempo la Marchesa, avendo sognato Maria Ombretta che la incolpa della propria morte e pentita per la tentata distruzione del testamento, fa sapere al nipote di volerlo risarcire. Ma Franco rifiuta ogni riconciliazione quando si accorge che la nonna non è mossa da generosità verso lui, ma dalla paura della dannazione eterna e dunque mira soprattutto a salvare se stessa.
La lontananza tra Franco e Luisa dura vari anni, anche perché Franco è braccato dalla polizia austriaca, in quanto considerato un pericoloso patriota. I due si rivedono infine nel febbraio 1859 all'Isola Bella, sul lago Maggiore quando Franco, arruolato nell'esercito piemontese, si prepara a partire per la guerra contro l'Austria (sarà la seconda guerra d'indipendenza, nella quale il Regno di Sardegna avrà come alleata la Francia). Luisa però è stata a lungo indecisa se incontrare il marito: dopo quasi quattro anni è ancora sconvolta dalla morte della figlia e crede che nel suo cuore non possa esistere spazio per l'amore. Ma lo zio le rimprovera il suo atteggiamento assurdo e la sprona a pensare ad un'altra Ombretta. Luisa, sebbene scandalizzata da queste parole, capisce che è suo dovere andare da Franco. Anche lo zio, ormai malato, partecipa all'incontro, volendo rivedere il nipote forse per l'ultima volta.
Sul lago Maggiore, la freddezza di Luisa contrasta con l'amore di Franco e il suo entusiasmo patriottico; la presenza dello zio, inoltre, rende il ragazzo felice. Passeggiando, gli sposi rievocano i bei momenti dell'inizio del loro amore e Franco riesce a fare sentire alla moglie l'autenticità del suo sentimento. Luisa allora, come tornata di colpo alla realtà, si rende conto di amarlo ancora e di non poter essere fredda con un uomo che forse presto morirà in battaglia (cosa che succederà, come si scoprirà in Piccolo mondo moderno). I due passano la notte assieme e al mattino si salutano: Franco parte per raggiungere il suo reggimento, cantando con i suoi commilitoni, mentre Luisa, commossa, sente cominciare in sé una nuova vita. Più tardi lo zio, dopo aver assistito alla riconciliazione tra i due, muore serenamente ammirando il paesaggio del lago Maggiore.
Personaggi[modifica | modifica wikitesto]
Franco MaironiÈ di famiglia nobile e vive con sua nonna, la Marchesa Maironi, in una villa sul
lago di Lugano
. Di lui si descrivono solo il fisico alto e magro, i capelli fulvi e gli occhi chiari, ma si sa che è di idee liberali, molto religioso e facile all'ira ma disposto al perdono; infatti nonostante i torti subiti dalla nonna, avrà sempre grande rispetto per lei.Franco, pur non sopportando i suoi pari rango, ne ha comunque i vizi, se è vero che per anni, nonostante le ristrettezze economiche, vive di
musica
, di
poesia
e di
giardinaggio
invece di trovarsi un impiego che gli permetta l'indipendenza dallo zio della moglie.Quando la situazione diventa insostenibile, solo allora si cercherà un impiego a
Torino
.Luisa Rigey (moglie di Franco)Luisa non è nobile, ciononostante finché il padre è stato in vita ha potuto condurre una vita dignitosa. Dopo la morte del genitore, lei e la madre (cagionevole di salute) verranno mantenute dallo zio Piero.Anche di Luisa non abbiamo una precisa descrizione fisica, ma sappiamo che è di carattere deciso con un forte senso della giustizia.Cresciuta fra contrasti religiosi (il padre
ateo
e la madre molto devota), Luisa ha una concezione molto personale della religione, tanto che è praticante solo per convenienza.Forse proprio a causa di questa scarsità di fede, non saprà affrontare con la forza di Franco la morte della figlioletta Maria, e ne uscirà così provata da rasentare la pazzia.Solo all'ultimo tornerà a provare dei sentimenti positivi nei confronti del marito.Piero Ribera (zio di Luisa)È un uomo ultrasessantenne, impiegato di un
governo
che serve senza troppi rimorsi, in quanto ciò che fa è utile soprattutto per la sua patria.Mantiene la sorella e la nipote, e, dopo il
matrimonio
, anche Franco. È di animo buono e aiuta in tutto ciò che può senza chiedere niente in cambio. Sopporta anche i cambiamenti apportati da Franco nella sua casa di Oria.Morirà serenamente su una panchina dell'
Isola Bella
.Maria Maironi (figlia di Franco e Luisa)Spesso erroneamente conosciuta come Ombretta (in realtà Ombretta è il personaggio di una canzoncina che lo zio Piero le cantava spesso), ha vita breve ma la sua presenza è molto importante nel contesto del romanzo. Rappresenta l'unica gioia dello zio Piero e l'unica ragione di vita per Luisa, dopo la partenza di Franco per il Piemonte.Morirà affogata nel lago a causa della distrazione della sua bambinaia e soprattutto a causa della assenza da casa di Luisa, andata ad incontrare la Marchesa per gridarle in faccia il suo disprezzo. Di questo Luisa non saprà mai darsi pace.Pur non avendo mai avuto incontri con la Marchesa, riuscirà a far breccia nel duro cuore della nobile solo dopo la disgrazia.Marchesa Orsola Maironi (nonna di Franco)La nobile è austriacante per convinzione, a differenza di altri personaggi che frequentano la sua casa che lo sono per convenienza. Fredda, impassibile e di carattere duro, dopo che Franco si è sposato contro la sua volontà, con le sue oscure trame renderà la vita dura al nipote e alla sua famiglia.Emerge la sua voglia di vendetta e solo alla fine del romanzo pare disposta a porgere un ramoscello d'ulivo al nipote, ma non per serio pentimento, quanto per la paura della morte e del giudizio divino.
Questi sono i personaggi principali, ma dietro ad essi si muovono tante altre figure molto caratteristiche, che rappresentano appieno la vita valsoldese di quei tempi. Tra i tanti, i più significativi sono: il sior Zacomo, Giacomo Puttini, celibatario di Albogasio che sarà testimone di nozze di Franco e Luisa e poi protagonista di tante esilaranti scene. C'è poi il Pasotti, soprannominato “Tartufo”, impiegato del governo a riposo, austriacante: sarà il confidente della Marchesa e intermediario nei rapporti fra Franco e la nonna, senza peraltro mai piegare Franco al suo volere (o meglio al volere della Marchesa). Infine il professor Gilardoni, amico di Franco anche se molto più vecchio, depositario di un documento che sarà fonte di grattacapi per lui e di litigi fra Franco e Luisa. Dopo la morte di Maria, si darà da fare, con Luisa, in sedute spiritiche per richiamare lo spirito della bambina con grande disappunto dello zio Piero
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NJ WEEKENDER FALL EDITION 2022_DOMENICA. DOMENICA
È proprio da “Fall Editon” l’atmosfera che si respira a Nòva in questo pomeriggio autunnale, dove le prime foschie serali rendono argentea la luce che entra dalle grandi vetrate. A riscaldare i cuori però ci pensa lui, Jeff Parker con la sua chitarra e con un ritmo incalzante, ma non frettoloso che culla il foltissimo pubblico in attesa. La ripetizione non ci mette molto a trasformarsi in un fraseggio e il fraseggio si trasforma in un’onda di harmonium, un sottofondo sopra il quale Jeff arzigogola a suo piacimento e poi la “narrazione” si fa pacata come una conversazione tra vecchi amici. La chitarra di Parker sembra procedere per quadri narrativi, piccole scene di vita, quasi uno story-board con qualche asperità, persino qualche dissidio e successive riconciliazioni. E arriva anche il momento del rumore, quasi un sottofondo di traffico urbano, sopra il quale Jeff Parker può imbastire una trama sonora ironica e minimale che sembra, con la sua delicata indifferenza, annullare il rumore di sottofondo: pezzo davvero originale per composizione e ambientazione. Il pezzo seguente (strepitoso) é una destrutturata ninna nanna di rara intensità e di ineguagliabile raffinatezza. “Parterre du rois ” per questo “solo” di Jeff Parker, con jazzisti, giornalisti specializzati, un curioso Riccardo Bertoncelli e anche Maurizio Cattelan capitato, non si sa come, a Novara Jazz e che partecipa ,anche divertendosi, al successivo dj-set energetico di Nicola Conte. Quello che segue, invece, può entrare direttamente nella storia del festival novarese ed essere ricordato tra i più sbalorditivi concerti ascoltati a Novara. Appena comincia a suonare il “Kahlil ‘El Zabar Quartet”, l’incanto è immediato. Anche se citare sè stessi è una cosa da non fare, sembra proprio che “le onde del sound di Kahlil El’Zabar vengano direttamente dall’Africa per infrangersi sulle sponde del lago Michigan”, come scrissi in un recente articolo. Qui c’è praticamente tutto quello che un amante del jazz può desiderare, ma anche un amante del blues o dell’afro-music , insomma c’è tutto quello che un “amante”in senso lato può desiderare perché prima di tutto nella musica di Khalil ‘El Zabar c’è l’anima. Multi-percussionista, compositore, voce, ma anche educatore, “filosofo” e divulgatore della musica nera, Kahlil è certamente molto di più che un jazzista, ma allo stesso tempo incarna alla perfezione l’anima del jazz. Pezzi dai ritmi trascinanti, dominati dalla batteria e dalle percussioni di varia natura di Khalil e dalla tromba onirico-lirica di Corey Wilkes, dal tuonante sax di Alex Harding, che ha sostituito degnamente Isaiah Collier, e infine dalle tastiere suonate meravigliosamente, in modo tutt’altro che ortodosso, da Justin Dillard. È indubitabile che Kahlil sia più di un musicista e forse è il corpo stesso di Kahlil ad essere uno strumento vocale e musicale ed il pubblico di Nòva sembra ipnotizzato nel sentire il suo fiato diventare suono, le lunghe digressioni vocali che hanno il sapore dell’avanguardia cólta e della più raffinata ricerca e contemporaneamente sembrano aliti ancestrali. I numerosi bis eseguiti nel finale del concerto la dicono lunga sul gradimento del pubblico, ma soprattutto di quella voglia di jazz che questo straordinario quartetto porta in giro per il mondo. Finisce così tra il delirio del pubblico (e un soddisfattissimo Maurizio Cattelan), questa straordinaria due giorni di “Nj Weekender Fall Edition”, ennesima, rutilante invenzione regalata alla città da Corrado Beldì, Riccardo Cigolotti ed Enrico Bettinello.
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Scritture di Lago svela la rosa dei finalisti Editi e Inediti della sua terza edizione
Scritture di Lago svela la rosa dei finalisti Editi e Inediti della sua terza edizione
Il comitato di lettura ha decretato la cinquina finalista per la sezione “Editi – Premio dei Laghi” a cui hanno partecipato romanzi e raccolte di racconti pubblicati tra il 1° gennaio 2020 e il 30 aprile 2022 con ambientazione anche parziale sui laghi italiani o della Svizzera italiana. (more…)
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CRYPTOMANCER (ENG -> ITA)
#31daycharacterchallenge
Cryptomancer, the self-styled "reverse Shadowrun", holds a special place among my favourite games, since it's how I like to play fantasy settings. The addition of an arcane internet and magic personal communication devices, with the innate ability of sentient creatures to encrypt written texts, greatly enhance the gameplay, and the short narratives coupled with very open gaming suggestions make the book as a whole, and the introduction to cryptography in particular, an entertaining and interesting read.
Enter Frances Greencopper, True Name Frauke, is a young dwarven woman who desires to achieve lichdom, but fears large bodies of water since she almost drowned in a haunted underground lake when she was younger. She tends to drink a bit too much, and used to serve the Grayrift clan. A knowledgeable woman, her considerable healing and alchemical talents make her useful enough to be kept around, in spite of her betrayal.
Cryptomancer, autodefinitosi "Shadowrun al contrario", ha un posto speciale fra i miei giochi preferiti per come affronta la sua ambientazione fantasy. L'aggiunta di un internet magico e congegni di comunicazione personale arcani, insieme alla capacità innata delle creature senzienti di criptare testi scritti, aggiunge tanto spessore al gioco e le brevi storie insieme a suggerimenti di gioco senza peli sulla lingua rendono il libro, e in particolare l'introduzione alla crittografia, una lettura non solo interessante, ma anche divertente.
Ecco Frances Verderame, Vero Nome Frauke, una giovane nana che aspira a diventare un lich, ma ha paura dell'acqua dopo essere quasi annegata in un lago sotterraneo infestato quand'era più giovane. Tende ad alzare un po' il gomito e un tempo apparteneva al clan Fossagrigia. I considerevoli talenti medici e alchemici di questa erudita donna la rendono utile abbastanza da essere tenuta a disposizione, nonostante il suo tradimento.
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Liala e Barbara Cartland
Sono mesi che pensavo a come strutturare dei post di approfondimento su due autrici capostipiti del genere romance, Liala e Barbara Cartland e alla fine ho deciso di fare un post unico per entrambe, in modo da poterle anche confrontare.
Entrambe sono donne la cui vita è stata riflesso, o si è riflessa nelle loro opere letterarie e per cui l’amore è stato al centro delle loro esistenze.
Barbara Cartland autrice inglese e capostipite di tutto il genere romance in lingua inglese (quindi anche dell’americano) viveva quasi una fantasia in rosa nella sua vita di tutti i giorni, e questo è un buon modo per descrivere i suoi romanzi: delle fantasie perfette, delle favole con lieto fine.
Brevi, poco realistici, molto scorrevoli e soprattutto delle vere e proprie fiabe, dove di solito la protagonista femminile è socialmente inferiore al protagonista maschile, o ha altri problemi di parenti orribili o altro, e quando incontra l’amore, non solo il suo lui l’innalzerà socialmente, ma anche gli latri problemi si risolveranno e lei in cambio renderò lui un uomo moralmente migliore. Questa più o meno la trama base, ma poi ci sono molte varianti più o meno vivaci. Di solito i protagonisti sono aristocratici (almeno uno dei due), qualche volta ci sono anche personaggi secondari simpatici, animali o comprimari che vivacizzano il tutto, il misundertstanding, l’equivoco è spesso usato, così come il mistero, per creare un poco di azione nella trama, ma tutto si risolve in modo perfetto con il classico lieto fine da favola.
Non cercate realismo in Barbara Cartland, cercate il sogno che sia avvera, un mondo edulcorato, Cenerentola. Certo ci sono trame dove ha dovuto dare un’approfondimento in più ai personaggi, ma mai niente di troppo realistico. Lei vuol far vivere un sogno ai suoi lettori. E anche per questo io trovo sia un’autrice adatta a tutti e a tutte le età. Molto semplice e godibile. Non per niente ancora oggi molte scrittrici di romance si ispirano alla favole per i loro romanzi, addirittura costruiscono serie su questo.
Ha scritto 700 romanzi nella sua carriera, e dai suoi libri sono stati tratti anche film e serie tv. Era ed è ancora un mito che bisognerebbe conoscere se si ama il genere romance.
Io, per quanto mi riguarda ho letto i suoi libri grazie a mia madre e mia zia che ne avevano una collezione e anche se ero molto giovane me li sono goduti senza problemi proprio perchè erano come delle favole.
I miei libri preferiti della sua produzione sono quelli con protagonisti dei reali: principi, re o principesse, perchè già che si tratta di leggere delle favole, facciamo sul serio e facciamo tutto in stile Principessa Sissi, per intenderci.
Ma tra le mie amiche sembra che siano imprescindibili "Pantera Nera" e "Passione sotto la Cenere", che hanno trame un poco più complicate ed avvincenti.
Il valzer dell’amore
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Trama: Vienna, 1814 - Il principe austriaco Metternich è preoccupato per i risvolti che il congresso di Vienna potrebbe avere, soprattutto per le mire espansionistiche dello zar Alessandro. Per questo ha bisogno di una spia che si avvicini a lui e carpisca le informazioni che gli servono. La bella e innocente Miss Wanda fa al caso suo. Lei ha bisogno di denaro e giocare il ruolo della spia le può tornare utile. Peccato che anche lo zar abbia pensato di muovere le stesse pedine per paura di un complotto e chiede a un suo lontano parente che gli somiglia, Richard Melton, di sostituirlo. La finzione sembra funzionare da entrambe le parti finché un sentimento vero e inaspettato sorprende i due sotto copertura, che dovranno fare i conti con nemici pericolosi e onestà patriottica.
Pantera nera
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Trama: Sin dalla prima volta che Lady Gwendolyn Scherbrooke incontrò Sir Philip Chadley, l’affascinante ed intelligente membro del Parlamento inglese, rimase alquanto perplessa. C’era in lui qualcosa di stranamente familiare, eppure lei era certa di non averlo mai visto prima. C’era forse qualche misterioso legame tra la nascita di Gwendolyn e la morte dell’unico grande amore di Sir Philip, eventi accaduti a pochi minuti di distanza in due palazzi adiacenti? La risposta in quest’avvincente romanzo che affronta l’antico problema della possibile reincarnazione.
La ballerina e il Principe
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Trama: 1867 Vi è un mistero sulla nascita e le origini dell'affascinante Lokita, costretta dopo la morte del padre a guadagnarsi la vita come ballerina in teatro. Un mistero che il principe Ivan Volkonski, innamoratosi della fanciulla, giura di scoprire a tutti i costi. Un mistero che, dopo inseguimenti e viaggi tra Parigi e Londra, verrà svelato e donerà a Lokita ed Ivan la felicità.
Nelle mie ricerche ho trovato solo 4 dei film tratti dai suoi libri disponibili anche in italiano, potete vederli anche su you tube:
- Passione sotto la cenere con una giovanissima Helena Bonham Carter
Link: https://www.youtube.com/watch?v=Hlr0R8IoU58
- La bella e il bandito con Hugh Grant
Link: https://www.youtube.com/watch?v=SYVzgfajeFc
- Duello d’amore
https://youtu.be/quTexPGszUs
e Un fantasma a Montecarlo.
https://www.youtube.com/watch?v=B-to1Q7fSW8
Furono trasmessi dalla RAI molti hanno fa e credo ne circolassero anche delle videocassttte, non credo che in italiano siano mai stati riversati su DVD
Amalia Liana Negretti Odescalchi, scrittrice sotto il nome di Liala, si pone in modo molto diverso dalla Cartland. Anch’essa riflette la sua vita nei suoi romanzi, ma in modo molto più realistico (tra virgolette, poichè parliamo di genere rosa e perciò pur sempre di realtà edulcorata), infatti è facile riconoscere nei protagonisti dei suoi romanzi del periodo che va dal 1931 al 1948 (la sua prima fase per così dire) sia lei che il suo grande amore il marchese Vittorio Centurione Scotto, un ufficiale della Regia Aeronautica, che fu il grande amore della sua vita. E anche l’ambientazione dei suoi libri al contrario di quella standard storica e mai troppo messa a fuoco della Cartland, è un’Italia precisa a cavallo delle due Guerre, e i suoi personaggi sono quasi sempre rappresentanti della piccola nobiltà/alta borghesia italiana dell’epoca. Non possiamo cercare verismo nei suoi romanzi, o vedere rappresentata l’intera popolazione, ma una sua piccola fetta, seppur edulcorata sì. Ed è uno specchio di una classe sociale e di un’epoca che esaltava la guerra, le sue figure eroiche e vedeva nella carriera militare la possibilità di elevarsi socialmente per l’uomo stavolta. Inaftti nei romanzi di Liala è spesso l’uomo che deve elevarsi socialmente non la donna. Nei suoi libri si trovano tracce di patriottismo e molta moralità borghese, ma alla fine sono romanzi d’amore dove il sentimento è sempre al centro.
Se personalmente trovo la Cartland e i suoi libri (a parte quelli di gusto più gotico) allegri, ho sempre riscontrato in Liala invece come una specie di malinconia. Ma questo è totalmente soggettivo. Ed è innegabile che i personaggi di Lila spesso siano più approfonditi psicologicamente di qyelli della Cartland.
Se nel primo periodo di scrittura di Liala (1931-1948), l'ambiente dell'Aeronautica Militare costituisce spesso lo sfondo dei suoi romanzi e delle sue novelle, a partire dagli anni cinquanta, l'opera della scrittrice si rivolge al mondo della pura fantasia narrativa e non fa più riferimento a luoghi, fatti o personaggi di realtà, salvo qualche caso sporadico. Ma resta comunque lgata la mondo della borghesia e ad un certo ambiente sociale italiano. Sono pochi i romanzi, tra cui ad esempio il Pianoro delle ginestre, in cui parla di ambienti più provinciali e meno altolocati. Mentre sono comuni a quasi tutta la sua produzione i temi del ritorno, dell’attesa, della speranza nel domani.
Personalmente se considero la Cartland una lettura adatta a tutti, non posso dire lo stesso di Liala, che penso possa essere apprezzata solo da lettori con un certo gusto e con la capacità di apprezzare quella data epoca storica di ambientazione.
Non ho dei libri prefriti che la riguardano, ho letto qualcosa di suo, ma non è nelle mie corde, perciò ho chiesto alle mie amiche che sugeriscono tra le sue opere di leggere:
Signorsì
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Trama: Questa è la storia di un ufficiale pilota, Furio, la cui vita si divide tra impegno aviatorio e amori facili fino a quando l'incontro con Renata cambia la sua esistenza. Grande amico di Furio è Mino, legato ad una donna sposata da cui ha avuto una figlia. L'amore appassionato tra Furio e Renata fa affiorare un'antica ossessione della donna: il timore di somigliare alla madre reputata una poco di buono. Un incidente scatenerà la tragedia. Renata perde il bambino che stava aspettando da Furio assistendo ad una esercitazione di volo. Un aereo disperso la fa temere per la vita dell'amico di Furio, Mino. Trovata conferma della sua strada di perdizione, a Renata non resta che percorrerla.
Tempesta sul lago
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Trama: Durante l'ultima guerra sbocciano, accanto a una nonna aristocratice e dura, le giovinezze di Ubalda e Cipriana Làrici Drei. Una, energica e coraggiosa, corre verso il suo destino incurante dell'obbligo di ubbidienza cui la dovrebbe tenere avvinta il suo nome gentilizio; l'altra, pur dolce e remissiva, torverà la forza, attraverso lotte non lievi, di vivere accanto all'uomo che per primo le aveva offerto l'amore in tutta la sua smagliante bellezza.
Il vento inclina le fiammelle
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Trama: Tre fratelli, Michele, Roberto e Loni Sarteana, vivono la loro irripetibile stagione degli amori che possono rivelarsi fonte di gioia infinita o di infelicità. Amori che, come sostiene l'autrice, se avranno diritto a essere considerati come tali riusciranno a sopravvivere, ma che in caso contrario saranno inesorabilmente spenti dal soffio implacabile della vita.
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PER ME SI VA NELLA GROTTA OSCURA - Malecorde
PER ME SI VA NELLA GROTTA OSCURA – Malecorde
Il “Bus de l’Orchera” è una misteriosa grotta che si trova nei pressi del Cusio, meglio conosciuto come Lago D’Orta. Attorno a questo luogo, mitica ambientazione di leggende popolari, ruota la fiaba contemporanea narrata nel libro “Per me si va nella grotta oscura” della scrittrice lombarda Laura Pariani. Si tratta di una rilettura dell’Inferno dantesco, nella quale il Sommo Poeta affronta una…
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La notte su di noi di Alessia Litta
Perché? Perché continuava a pensare a lui? Aveva giurato a se stessa che non si sarebbe mai fatta attrarre da quell’uomo. E invece non faceva che cercarlo con lo sguardo e indugiare su di lui, fantasticando l’impossibile.
“La notte su di noi” è l’ultimo libro di Alessia Litta che uscirà su amazon il 24 febbraio. Si tratta di un mistery in cui non manca una buona dose di romanticismo e passione, che si consuma in mezzo alle montagne francesi, una storia che non manca di suspance e colpi di scena in pieno stile Alessia Litta.
Quando Daphne arriva nella piccola città montana di Saint-Valloire, con tutte le intenzioni di cominciare una nuova vita, certo non si aspetta di ritrovarsi come vicino di casa l'arrogante e sexy Capitano di Polizia: Adrien Duval. Le scintille sono immediate, i litigi all'ordine del giorno, mentre un'attrazione bruciante sembra consumare entrambi. Quando poi scopre che di Duval ce ne sono addirittura tre - tre fratelli capaci di far girare la testa a ogni donna - Daphne comincia a temere che quel trasferimento non sia stato per niente una buona idea. Eppure, non ha scelta. Saint-Valloire potrebbe essere l'unico posto in cui sentirsi al sicuro, e l'unico in cui nascondersi dall'uomo che le dà la caccia.
Accettare di leggere questo libro in anteprima è stato un riflesso, visto che sono innamorata delle storie della Litta fin dall’inizio della nostra conoscenza. Nonostante i cambi di setting e atmosfera la genuinità delle sue storie è sempre palpabile e riconoscibile. Anche in questo caso rimanere catturati dalla trama è molto semplice. Daphne è una ragazza che sta cercando di lasciarsi alle spalle un passato difficile, che cerca solo un po’ di calma e tranquillità per rimettere a posto i pezzi della sua esistenza sparsi. Crede di aver trovato un posto in cui scomparire ma c’è qualcosa di meglio in serbo per lei. Daphne è abituata a scappare, a ricostruirsi da capo e da sola a contatto di mondi che non la vogliono totalmente. Ma è certa di sapersi rialzare dopo le sue cadute, o perlomeno ci prova. Sulla collina in cui ha trovato una casa in affitto trascorre le sue giornate a dipingere e a ridisegnare i confini dei suoi ricordi. Vuole sicurezza, solitudine, muri solidi a circondare il suo cuore ferito e si ritrova a doverli abbattere nel momento in cui inizia a lasciarsi andare. L’incontro con Adrien Duval non promette niente di buono o forse ha solo tutte le avvisaglie per uno scoppio improvviso. Adrien è un capitano di polizia, un uomo integerrimo, sicuro di sé, tutto d’un pezzo che non si lascia prendere alla sprovvista da niente, che sa quello che vuole e anche lui in un certo modo deve rimettere insieme i cocci del suo cuore e fare i conti con le conseguenze delle scelte che ha preso. Adrien non si lascia penetrare facilmente, è rimasto scottato troppo duramente, eppure non resta indifferente alla sua vicina per un istinto innato da salvatore, per un’attrazione che non si può negare. La storia procede per più piani, la conoscenza tra i due protagonisti, l’inserimento di Daphne nelle dinamiche di una cittadina a misura d’uomo come Saint-Valloire e l’investigazione sul passato della ragazza inquietante e frammentato. La storia procede veloce mentre il puzzle si fa sempre più chiaro e i personaggi si avvicinano sempre di più, sia perché Adrien è solo il maggiore dei Duval: infatti ha due fratelli Luc e Raoul, il proprietario del pub del paese, punto di ritrovo fondamentale per tutta la comunità. Non mancano fraintendimenti e confessioni strappalacrime, che aggiungono meraviglia alla romance tra i protagonisti. Scoprire la verità diventa fondamentale e l’indagine aggiunge dettagli e spessore alle vicende. Non c’è solo una storia d’amore passionale e sconvolgente, c’è anche un senso del dovere fortissimo, un’unione familiare che supera gli spazi delle proprie vite e finisce per ficcanasare dove non dovrebbe e in mezzo c’è anche un’amicizia capace di supere tutto e mettersi in gioco completamente anche se sembrava essersi spezzata tanto tempo prima.
Perdersi tra le strade di Saint-Valloire poi è facilissimo. Una delle cose che adoro delle storie della Litta sono le descrizioni minuziose e vivide dei luoghi in cui sceglie di ambientare le vicende, ogni scelta è curatissima, e ogni immagine chiarissima negli occhi dei lettori. La Francia è un’emanazione della storia e quasi un nuovo personaggio capace di catturare l’attenzione in ogni momento.
Il particolare da non dimenticare? Un lago…
La storia di un mistero da risolvere e di due persone forti che si devono perdonare e mettersi completamente in gioco per poter essere davvero felici. Lo stile inconfondibile della Litta è sempre in grado di regalare ai suoi lettori un racconto speciale e unico immerso in una ambientazione da favola.
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente Alessia Litta che come al solito è di una gentilezza estrema con me e mi ha regalato la splendida opportunità di leggere questa storia in anteprima.
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RICORDI SOMMERSI
AMBIENTAZIONE
Padova, Centro San Gaetano, mostra Van Gogh: i colori della vita (oggi)
Costa Volpino, lungo lago attracco dei battelli, Lago d'Iseo (flashback)
EPOCA
Estate 2020
Estate 1980
PERSONAGGI
• Emma (protagonista): studentessa a tempo perso, scrittrice per vocazione.
• Aline (personaggio secondario): migliore amica di Emma, di origine brasiliana, sta per tornare a casa.
• Federico (personaggio principale): nonno di Emma. Vive a Padova ma è originario di Costa Volpino. Da giovane sperava di diventare scrittore.
• Clara (protagonista): studentessa del liceo classico, da sempre abita a Costa Volpino. Appassionata di lettura e di arte.
• Famiglie di Clara e Federico (personaggi secondari).
GENERE
drammatico
TRAMA
Due storie che si intrecciano, quella di Federico e Emma. Distanti due generazioni, ma uniti da un diario dimenticato e una cartolina datata "estate 1980" firmata da una ragazza di nome Clara.
Chi è questa donna? E perché il nonno non gliene ha mai parlato? Mentre si sposta tra le sale dell'esposizione di Van Gogh Emma ripercorre tra le pagine del diario la loro storia.
Annalaura Faggion e Nicoletta Torri
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera e l'autore prescelto sono: "Bello, elegante e con la fede al dito" di Andrea Vitali.
Personalmente, apprezzo Vitali come autore, mi colpisce quella sua prosa brillante e solo in apparenza "leggera" con cui intesse storie divertenti e inaspettate. Il romanzo in questione è ambientato alle sponde di un lago e, precisamente, il lago a cui si fa riferimento nelle pagine è quello di Como e la sua riva orientale:qui il protagonista (affascinante oculista milanese prossimo alla quarantina) si stabilisce, inizialmente per sporadiche sostituzioni di un collega, ma poi in via definitiva. "I personaggi e le situazioni raccontati in questo romanzo" - ci informa l'autore all'inizio della storia - "sono frutto di fantasia. I luoghi, invece, sono reali." E sono luoghi, aggiungo io, ricchi di fascino, scorci che ti catturano e nei quali senti di dover tornare, un paesaggio di una bellezza cangiante proprio come i riflessi lacustri. E a proposito del paesaggio e dell'abilità narrativa di Vitali nel raccontare le vicende (anche) attraverso la loro ambientazione, questa divertente riflessione di Daria Bignardi mi trova d'accordo: "[Andrea Vitali] Descrive così bene le brume lacustri che mentre leggevo mi è venuto il raffreddore". Ed io ne ho condiviso la stessa percezione: il lago di Como fa da sfondo alla storia e ne cambia (forse anche decide) le sorti. Alle sponde del lago il protagonista stabilisce il suo buen retiro, per accorgersi ben presto che solo in apparenza quel piccolo angolo di quiete assolve alla sua ricerca di una zona franca, riparata. Soltanto in superficie le rive lacustri offrono un soggiorno ameno, poiché, nel fondo, vi si annidano vecchi rancori, desideri, donne dallo sguardo magnetico, equivoci, illusioni e vendette. La volubilità dei sentimenti, la variabilità e la mutevolezza delle condizioni atmosferiche: nebbia che inghiotte, bruma mattutina, i colori foschi di certe giornate uggiose novembrine...Ma pure vi trovano posto i toni sereni dell'azzurro intenso del cielo riflesso nell'acqua. Fino a scoprire che tutto, anche una vita intera, può cambiare in pochissimo tempo.
Andrea Vitali (Bellano, 5 febbraio 1956) è nato e cresciuto a Bellano, sulla sponda orientale (quella "lecchese") del lago di Como, primo di sei fratelli. Dopo aver frequentato quello che lui stesso definisce «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, rinuncia alle sue inclinazioni verso il giornalismo e, per non deludere leaspirazioni paterne, si laurea in Medicina all'Università Statale di Milano nel 1982. Vive da sempre nel suo paese natale e nel 2014 abbandona la professione medica (svolta in qualità di medico di base per venticinque anni) per dedicarsi alla scrittura. Attività medica ripresa, però, recentemente per sostituire unmedico in quarantena a seguito della pandemia di COVID-19. In campo letterario esordisce nel 1990 con il romanzo breve “Il procuratore”, ispirato da vicende narrategli dal padre; sei anni dopo vince il Premio letterario «Piero Chiara» con “L'ombra di Marinetti”, ma il vero successo giunge nel 2003 con “Una finestra vistalago”: romanzo corale ricco di modi del linguaggio parlato, la cui narrazione copre ben cinquant'anni di vita paesana fino agli anni Settanta. L’universo narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago da cui racconta e fa conoscere una provincia caratterizzata da personaggi comuni, semplici, ma al contempo simbolici ed esemplari.
Recensione a cura di Rita Pagliara.
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Un Edida per l'estate?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…
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Lectio Divina: Battesimo del Signore (A)
Lectio
Domenica, 12 Gennaio, 2020
Il battesimo di Gesù nel Giordano
Matteo 3,13-17
1. Orazione iniziale
“Ti lodiamo, Padre invisibile, largitore di immortalità: tu sei la fonte della vita, la fonte della luce, la fonte di ogni grazia e di ogni verità, amante degli uomini e amante dei poveri, che con tutti ti riconcili e tutti attiri a te per mezzo della venuta del tuo Figlio diletto.
Fa di noi uomini vivi, dà a noi lo Spirito di luce, perché conosciamo te, il vero, e colui che mandasti Gesù Cristo.” (Anafora di Serapione)
2. Lettura
a) Introduzione:
Questo frammento evangelico (Mt 3,13-17) fa parte della sezione narrativa dell’evangelista Matteo, quella che introduce alla vita pubblica di Gesù. Dopo la fuga in Egitto, Gesù vive a Nazaret. Divenuto adulto, lo ritroviamo qui, sulle rive del fiume Giordano. Si tratta della parte conclusiva del brano dedicato a Giovanni Battista, l’incontro dei due. Chi volesse approfondire anche la personalità di Giovanni e il suo messaggio (Mt 3,1-12 è stato già proposto nella liturgia della seconda domenica di avvento) deve tener conto di tutto il capitolo 3 di Matteo. Il nostro brano è centrato in particolare sul riconoscimento della divinità di Cristo nel momento del suo battesimo. Dio Padre rivela chi è Gesù.
b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Matteo 3,13 : ambientazione
Matteo 3,14-15 : dialogo Giovanni-Gesù
Matteo 3, 16-17 : epifania/teofania
c) Il testo:
Matteo 3,13-17
13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».
3. Un momento di silenzio orante
perché la parola di Dio possa entrare in noi e illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e orazione.
a) Perché Gesù “esce allo scoperto” dopo la vita nascosta a Nazaret?
b) Come matura la consapevolezza della sua identità e missione?
c) Mi è capitato, ad un certo punto, di intraprendere qualcosa di nuovo nella mia vita?
d) Chi o quale esperienza mi ha rivelato più pienamente la mia identità, vocazione e missione?
e) Che senso ha per me il ricordo del mio battesimo?
5. Meditazione
a) Una chiave di lettura:
Insieme ad una lettura storica-cronologica nella quale è posto in evidenza l’episodio del battesimo di Gesù, l’incontro con Giovanni, prima dell’inizio della sua vita pubblica, si può tener presente una lettura simbolica, aiutati dai Padri orientali, nella quale si inquadra maggiormente il tempo liturgico, quello natalizio, che si conclude con la piena manifestazione di Dio come uomo. Una sintesi della manifestazione-epifania del Figlio di Dio nella carne.
b) Commento al testo:
Mt 13, 13 Gesù adulto
Dopo la “comparsa” di Giovanni sulla scena (13,1), Gesù, da Nazaret, dove aveva trascorso l’infanzia e la prima giovinezza (Mt 12,23), si reca al fiume Giordano. Da buon israelita è attento ai movimenti religiosi autentici che sorgono tra il popolo. Mostra di approvare l’opera di Giovanni e decide di ricevere il battesimo con acqua, non certamente per essere perdonato dai peccati, ma per unirsi e condividere pienamente le attese e le speranze di tutti gli uomini e le donne. Non è l’umanità che va da Lui, ma è Lui che va verso di essa, secondo la logica dell’incarnazione.
Mt 13,14-15 dialogo di Giovanni con Gesù
Il tentativo di Giovanni di impedire il battesimo di Gesù è il riconoscimento della diversità tra i due e la consapevolezza del nuovo (la Nuova Alleanza) che entra in scena. “Colui che viene dopo di me… vi battezzerà in Spirito santo e fuoco… ha in mano il ventilabro… pulirà… raccoglierà… brucerà…” (vv.11-12). L’atteggiamento di Gesù è ancora quello di sottomettersi al piano salvifico di Dio (così adempiamo ogni giustizia), rispettando il modo (nell’umiltà-kenosi) e i tempi (l’ora-kairos). La diversità dei due si coglie anche dalla famiglia di provenienza (sacerdotale quella di Giovanni), dal luogo (Gerusalemme per Giovanni, Nazaret di Galilea per Gesù) nella modalità del loro concepimento (annuncio al padre, Zaccaria, secondo il modello antico; annuncio alla madre, Maria), l’età dei genitori (anziani quelli di Giovanni). Tutto sta a manifestare il passaggio tra l’antico e il nuovo. Matteo prepara i lettori alla novità del Cristo: “avete inteso che fu detto, ma io vi dico” (Mt 5).
Mt 13,16-17 la presentazione di Dio Padre e lo Spirito santo
Nel Vangelo di Matteo abbiamo la solenne “adorazione dei Magi” come riconoscimento della regalità-divinità di Gesù. Luca aggiunge anche il riconoscimento di Elisabetta (Lc 1,42-43), degli angeli (Lc 2,13-14) dei pastori (Lc 2,20), degli anziani Simeone e Anna (Lc 2,30; 28). In tutti gli evangelisti poi è evocata la proclamazione dell’identità divina di Gesù da parte di Dio Padre e dello Spirito Santo presente sotto forma di colomba. Matteo dice proprio “Questi è” e non “tu sei” il mio Figlio diletto. Gesù è di natura divina e allo stesso tempo è il nuovo Adamo, inizio di un’umanità nuova riconciliata con Dio insieme alla natura riconciliata anch’essa con Dio, attraverso l’immersione del Cristo nelle acque. Si riaprono i cieli dopo che erano stati chiusi per tanto tempo a causa del peccato e la terra è benedetta.
La discesa di Cristo nelle acque prefigura la sua discesa agli inferi e si realizza la parola del salmista (Sal 74, 13-14), egli schiaccia la testa al nemico. Il Battesimo non solo prefigura, ma inaugura e anticipa la sconfitta di Satana e la liberazione di Adamo.
Non sarà facile comunque riconoscere il Messia nella prospettiva della debolezza, lo stesso Giovanni ha qualche dubbio quando è in prigione e gli manda a dire per mezzo dei suoi discepoli “sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?” (Mt 11,3).
6. Per chi vuole approfondire in prospettiva liturgica ed ecumenica
Nella tradizione della chiesa orientale, il Battesimo di Gesù è la festa più importante nelle liturgie natalizie. Il 6 gennaio si festeggia insieme: battesimo, nascita, visita dei magi, nozze di Cana come un’unica realtà. Più che dello svolgimento storico della vita di Gesù si tiene conto della sua rilevanza teologica-salvifica. L’interesse non è concentrato sull’aspetto sentimentale, ma sulla manifestazione storica di Dio e il suo essere riconosciuto come Signore.
Cirillo di Gerusalemme afferma che Gesù conferisce alle acque del Battesimo il “colore della sua divinità” (III catechesi mistagogica, 1).
Gregorio di Nissa scrive che la creazione di questo mondo e la creazione spirituale, un tempo nemiche, si riuniscono nell’amicizia, e noi umani, fatti un solo coro con gli angeli, partecipiamo alla loro lode (PG 46,599).
Alla discesa nelle acque corrisponde la discesa nelle viscere della terra simbolizzata nella nascita nella grotta. Le acque distruttrici diventano acque di salvezza per i giusti.
Le letture vetero-testamentarie nella liturgia dei Vespri evocano le acque che salvano: lo Spirito aleggia sulle acque nella creazione (Gn 1), le acque del Nilo salvano Mosè (Es 2), le acque si aprono al passaggio del popolo d’Israele (Es 14), le acque di Mara diventano dolci (Es 15), le acque del Giordano si aprono davanti all’Arca (Gios 3), le acque del Giordano guariscono Naaman il lebbroso (2Re 5) ecc. Gesù poi trasforma l’acqua nelle nozze di Cana in vino (Gv 2) come segno che la salvezza è giunta.
In questa festa, nella liturgia orientale, c’è la tradizione di benedire le acque immergendo per tre volte la croce (la triplice immersione battesimale) in un pozzo o in un fiume. Si evoca il profeta Isaia: si rallegrino il deserto e la terra arida (Is 35,1-10), voi tutti assetati venite all’acqua (Is 55, 1-13), attingete acqua con gioia (Is 12,3-6).
7. Preghiera - Salmo 114 (113)
1 Alleluia.
Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
2 Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio.
3 Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
4 i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.
5 Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
6, Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge?
7 Trema o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
8 che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d'acqua.
8. Orazione finale
Gesù, fonte della vita, che vieni a cancellare la condanna di Adamo, nel Giordano hai ucciso l’odio, concedici la pace che supera ogni intelligenza. Verbo splendente inviato dal Padre, dopo aver sradicato le colpe dei mortali, vieni a dissipare le lunghe e tristi ore della notte e, mediante il tuo battesimo, fai uscire, risplendenti, i tuoi figli dai flutti del Giordano. Che si vesta di bianco la razza umana, esca dalle acque come figli di Dio e trasformi il creato a immagine del creatore. (Da “canti” liturgici orientali)
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Você pode ler The Witcher também em italiano também! ... #Repost @storm_reader ・・・ 🇮🇹Qualche settimana fa ho avuto problemi con le stories e non ho potuto parlarvi della struttura della serie di The Witcher, recupero con questo post! Ordine di lettura corretto: •Il guardiano degli innocenti •La spada del destino •Il sangue degli Elfi •Il tempo della guerra •Il battesimo del fuoco •La torre della rondine •La signora del Lago •La stagione del Tempeste Anche se "Il guardiano degli innocenti" risulta pubblicato dopo "la spada del destino" è perché si tratta di una riedizione di una precedente raccolta di racconti, Sapkowski ha aggiunto infatti 4 racconti e le altre storie sono state riscritte per renderlo più omogeneo e coerente con il resto della saga. Si pone quindi in ordine di lettura e cronologico sempre prima de "la spada del destino". Mi raccomando fate attenzione perché spesso mi è capitato di sentire persone che non avevano capito o colto qualcosa della storia perché avevano invertito l'ordine dei libri! Invece "la stagione delle tempeste" pur presentando un episodio che si colloca tra alcuni racconti di "il guardiano degli innocenti" va comunque letto alla fine della saga per via di alcuni flashforward. Per quanto riguarda invece il libro "la strada senza ritorno" contiene solo un racconto relativo alla saga di The Witcher. La saga è composta da 2 raccolte di racconti (alcune veri e propri retelling di alcune famose favole) a cui seguono i romanzi in cui si entra nel vivo della vicenda. Non vi consiglio di saltare le raccolte di racconti perché vengono presentati i personaggi e ci sono eventi importanti che avranno ripercussioni future. Inoltre la prima stagione della serie Netflix si basa proprio su questi racconti! Per quanto riguarda invece i giochi, il primo The Witcher si pone cronologicamente dopo 5 anni (anche se le date sono sbagliate) gli eventi de "la signora del Lago". Consiglio sempre di leggere i libri e poi giocare ai videogiochi perché vi sono numerosi riferimenti personaggi ed eventi dei libri. Nei prossimi post vedremo ambientazione e personaggi! •°•°•°• #thewitcher #thewitchernetflix #thewitcherbooks #amoleggere #bookstagram https://www.instagram.com/p/B5T43EgBn05/?igshid=15j1ha3aphp8u
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Scritture di Lago 2021: ecco i nomi dei finalisti per la sezione "Editi"
Scritture di Lago 2021: ecco i nomi dei finalisti per la sezione “Editi”
Il comitato di lettura del Premio letterario Scritture di Lago ha scelto la cinquina finalista per la sezione “Editi” a cui si partecipava con romanzi e raccolte di racconti pubblicati tra il 1 gennaio 2019 e il 30 maggio 2021 e con ambientazione anche parziale sui laghi italiani o della Svizzera italiana. Continue reading
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Una canna fatta di magia
Chi ha vissuto la prima invasione dei cartoni animati giapponesi in Italia non può non conoscere il giovane Sampei, protagonista, appunto, di Sampei, il ragazzo pescatore (o Tsurikichi Sanpei). La serie, del 1980, è tra le più lunghe mai realizzate in quel periodo: conta la bellezza di 109 episodi (anche se, stando a Wikipedia, ce ne sarebbero sei inediti). Colpisce soprattutto per l’insolito realismo. L’autore, Takao Yaguchi, è un esperto pescatore e conosce a fondo la materia.Ogni specie descritta nell’anime esiste realmente, dalla più comune alla più strana: i Marlin Blu delle Hawaii; i Matsugoro, pesci che vivono nel fango; il Carassino Blu del lago Kainuma; il Salmerino con un occhio di Otarundani, la Carpa Dorata della montagna di Ou, e tanti altri. I trucchi che Sampei escogita di volta in volta saranno bizzarri, forse anche un po’ assurdi, ma non hanno niente a che vedere con i mirabolanti e spettacolari colpi segreti esibiti dai vari sportivi suoi colleghi. Lui e gli altri personaggi trasmettono allo spettatore una serie di informazioni verificabili su un qualsiasi manuale di pesca. Sampei vive lo sport con la massima spensieratezza, senza complicazioni o contorsioni mentali. Quando gli capita di illustrare le regole di certi tipi di pesca (in un episodio sarà l’insegnante di un ragazzo cieco), lo fa con una chiarezza invidiabile. Qualunque sia la stagione, lo vedremo sempre vestire allo stesso modo: maglia bianca dalle maniche lunghe, pantaloni jeans, un ampio cappello di paglia e un paio di sandali infradito (waraji) che naturalmente d’inverno mette da parte. Come pescatore si distingue per la costanza, la fortuna sfacciata e il talento innato. Gli basta osservare una sola volta una tecnica per poterla replicare tale e quale, il che stupisce e disorienta i suoi avversari. Ha compreso una cosa fondamentale: la vera sfida è sempre e solo con se stessi. Ogni episodio descrive una nuova specie ittica che il ragazzo riesce invariabilmente a catturare, spesso battendo per abilità e astuzia un altro pescatore troppo sicuro di sé. A lui interessa soltanto mettersi alla prova e superare i propri limiti. Tanto è vero che, spesso, la preda viene restituita al proprio habitat naturale. Pur di raggiungere il proprio obiettivo è capace di tutto, perfino di prendere un'enorme carpa blu aggrappandosi al suo corpo e rimanendo sott’acqua per svariati minuti. La pesca non è che un pretesto. O meglio, l’occasione per sottolineare l’importanza della vita trascorsa in comunione con la natura e nel rispetto di essa. Un atteggiamento che appartiene alla filosofia shintoista. Basti considerare che le città sembrano quasi non esistere. Sampei, il ragazzo pescatore è forse l’unico anime sportivo privo della classica ambientazione scolastica. E non si limita al solo paesaggio nipponico: la vicenda, infatti, si svolge in giro per il mondo. Sampei viaggia un po’ dappertutto: Hawaii, Canada, ecc. Attorno a lui gravitano altri personaggi, non meno importanti. C’è anzitutto l’amatissimo nonno Ippei, un vecchio saggio e affettuoso con il quale vive. Il nipote, infatti, è l’ennesimo orfano, anche se la sua condizione è transitoria. La madre non c’è più, ma il padre potrebbe essere ancora vivo. Poi c’è Yuri, la sua amichetta del cuore che se lo mangia con gli occhi, anche se lui ha in testa solo amo e lenza. Pyoshin, invece, potremmo considerarlo il suo sensei. È severo, ma non raggiunge gli eccessi di altri Maestri. Tipo riservato, gli manca un occhio e gli insegna tutto quel sa. Intanto che se lo porta in giro per il mondo, cerca notizie relative al padre, scomparso tempo prima (viene ritrovato, privo di memoria, proprio nell’ultimo episodio). Una curiosità: è doppiato da Massimo Lopez. Abbiamo, infine, il piccolo Shoji, un insopportabile moccioso che ha individuato in Sampei il proprio mentore. Non fa che chiamarlo “capo” e dire sciocchezze. Ognuno di loro s’ispira a una persona reale. Il protagonista è l’autore stesso, Ippei suo nonno, Yuri la moglie e Pyoshin un amico conosciuto lavorando in banca. L’unico privo di un corrispettivo sembrerebbe Shoji. Qualcuno ha rilevato che l’anime, pur seguendo fedelmente il manga, se ne discosti nel finale. Pare, infatti, che il nonno Ippei muoia mentre sta confezionando per il nipote una delle sue rinomate canne da pesca. Dopo il funerale, Sampei e tutti i personaggi che hanno preso parte alla storia, si dirigono simbolicamente verso Tokyo. Sarebbe interessante stabilire se la discrepanza sia intenzionale (non sempre le conclusioni del cartone animato e del fumetto coincidono), oppure provocata dalla disinvoltura tipica degli adattatori italiani. Nel 2009 è stato realizzata una pellicola live action intitolata Tsurikichi Sanpei, che a quando ne so non è mai stata tradotta in italiano. Per quel poco che ne ho visto, posso dire che il ragazzino gli somiglia non poco ed è vestito esattamente come lui (la fedeltà nelle trasposizioni cinematografiche mi sorprende sempre…).
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