#adolescenza e ansia
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Scrittura terapeutica per adolescenti: esprimere le emozioni in Un Rifugio Sicuro
La scrittura terapeutica per adolescenti rappresenta un potente strumento di espressione e guarigione, capace di trasformare i sentimenti interiori in parole scritte e di alleviare ansie e paure. L’atto di trasferire i nostri sentimenti dall’intimità del pensiero alla parola scritta risponde a un bisogno profondo di esternare, di aprirci, di far sentire la nostra voce. Questo processo dà vita…
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Sembro triste... sì beh perché lo sono. Sono stata in coma quando ero piccola, ho passato tanto tempo in ospedale, ho sofferto di mutismo selettivo fino agli otto anni, in mezzo all'indifferenza della gente, sono cresciuta in una famiglia disfunzionale dove mia mamma sclerava per ogni minima cosa, tra urla, esplosioni di rabbia e lanci di coltelli, ho trascorso la mia adolescenza chiusa in casa con ansia, depressione, autolesionismo e continui tentati suicidi, mix di farmaci, poi sono scappata e ho vissuto quasi tre anni in una situazione di droga e altra violenza domestica, la ragazza con cui stavo mi ha spaccato a pugni il setto nasale e inclinato due vertebre, mi sono annientata completamente. Poi ho girato per mesi dormendo da persone a caso che non conoscevo, ritrovandomi nuovamente in contesti turbolenti. Ora mi ritrovo sola, in una nuova città, senza un posto dove stare, fa male... cazzo se fa male. Ho in testa tutte le cose orribili che mi hanno ripetuto nel tempo, tutte le emozioni che ancora mi bloccano e fanno tremare. Mi dico che sono forte e probabilmente lo sono davvero, ma giuro che in momenti come questo desidero solamente sparire dal mondo. Ho bisogno di urlare. Ho la sensazione di aver già visto fin troppo.
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Non riesco ad avere figli e mi sembra di aver buttato la mia vita fino ad ora e che oltre non ci sia uno scopo...
Ti racconto una cosa.
Io ho 50 anni e la nostra prima figlia è nata che avevo 25 anni... una giovane coppia per quei tempi (1997) e un'età che adesso sarebbe definita prepubere.
Non ti faccio mistero che per un certo periodo della mia vita ho provato un sentimento molto vicino al disprezzo misto rabbia per tutte quelle persone che proseguivano la loro adolescenza lunga ponendosi al centro del mondo e ignorando la lotta esistenziale che un genitore doveva portare avanti anche solo per riuscire ad andare a letto la sera senza strisciare le ginocchia sul pavimento.
Oggi dico che ognuno cresce con le esperienze che gli sono più congeniali ed essere genitori è solo uno dei tanti modi per conoscere meglio la realtà... non ti rende migliore, ti fornisce solo una buona occasione per ridiscutere la tua centralità nel mondo.
Un figlio non è uno scopo, né una benedizione né una maledizione.
Un figlio non consolida il tuo ruolo nella società né conferma la tua validità di essere umano... se proprio dobbiamo dirla tutta ti provoca un'overdose di inadeguatezza e ti svela ogni giorno una nuova sfumatura del termine 'ansia'.
La domanda che ti devi fare prima di 'Sarò una buona madre?' e un'altra...
'Saprò amare gli altri anche se non sono come me?'
In caso contrario il figlio che sarà potrebbe essere per te solo un riscatto oppure una soddisfazione personale o anche una dimostrazione. O, peggio, un modo per accontentare o legare a te qualcuno.
Un figlio, in realtà, è un atto di amore ma non verso te stessa o verso chi ti sta accanto... è un atto di amore (e di fede) verso ciò che non sei tu, verso quel mondo che, dal giorno della tua scelta, diventerà più ricco e ancora più pieno di amore.
Perchè il bambino non nasce nell'utero ma nella testa e nel cuore.
Sappi essere madre senza figli e quello che tu chiami 'scopo' diventerà una tua consapevolezza profonda con la quale potrai aprirti all'altro anche senza legami di sangue e scoprire che la famiglia non ha nulla a che vedere con la biologia o la parentela.
Io sono figlio unico ma ho mille fratelli e sorelle... e ho ben più che due figlie, credimi.
Saprai amare gli altri anche se non sono come te?
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è uno dei giorni più importanti della mia vita, non sono mai andato a concerti non è il mio solito, non amo stare con altre persone, oggi però ecco sono al tuo nate, sei stato così importante in tutta la mia adolescenza e ancora oggi lo sei, è così profondo il legame con la tua voce annessa alle mie cuffie e a quel bimbo chiuso a piangere in camera, sono tanto felice, venire e andare contro la mia ansia sociale per me è un modo per ringraziarti..
@nfrealmusic
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📌 PER QUALI MOTIVI IL TUO BAMBINO SI SVEGLIA DI NOTTE?
Il motivo potrebbe andare dal semplice caldo o freddo, sete o fame, pannolino bagnato o dolore al pancino, ai denti o febbre e immaturità del Sistema Nervoso… a questioni più psicologiche e profonde!
Il bisogno di conforto, la mancanza del contatto fisico con mamma e papà e il loro odore, ma anche le ansie e le paure possono dare vita ai più noti risvegli notturni.
Come gestirli?
Ne parlo più approfonditamente qui nel mio blog 👉🏻 https://dottssaannamariaconiglioconsulting.com/2021/07/26/i-risvegli-dei-bambini-qual-e-il-significato-psicologico/
👩🏻⚕️ Dott.ssa Annamaria Coniglio
Supporto psicologico a bambini, adolescenti, famiglie e coppie.
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28/01/2023 PAPÀ
Tra meno di una settimana scoccherà il sesto mese in cui non sento mio padre, sei mesi tranquilli, in cui non ho gli attacchi di ansia o le crisi nervose. È strano come una persona che mi ha fatto così tanto male possa “mancarmi“. Non sapere come si evoluta la sua vita, semplicemente sapere se sta bene… Ho i brividi scrivendo queste parole ma è così, mi vengono in mente gli scenari peggiori a volte. A volte mi chiedo se sarebbe stato più semplice non averlo conosciuto, penso a come sarebbe stato vivere senza le urla e tanto altro che non sto qui a raccontare, magari sarei riuscita a vivere la mia adolescenza in modo spensierato, magari ora avrei un carattere più stabile e mi avrei di più alle persone… Ma posso solo immaginarlo. in questi mesi ho sempre avuto un pizzico di speranza in mezzo a tanto odio, che un giorno mi avrebbe chiamato e detto qualcosa di bello, di dolce sincero, ma questo non è accaduto e ormai non ci spero più, a questo punto della mia vita non credo più nel cambiamento di una persona, se marcia dentro devi solo scappare il più lontano possibile toglierla dei tuoi pensieri… Ma non è facile come sembra. Mi manca sfogarmi con qualcuno che mi capisca, che sappia cosa vuol dire e che non giudichi. Ma so che anche altre persone si trovano in una situazione simile alla mia, e questo messaggio va proprio a loro. Amatevi, ricordatevi di quanto siete stati forti e continuate ad esserlo, però sfogatevi perché, tenersi tutte le emozioni dentro, un giorno vi farà esplodere
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Heartstopper 3: la serie teen sull’identità di genere diventa più matura
Nick e Charlie stanno crescendo, e quindi affrontano argomenti ancora più "da grandi" come il disordine alimentare e la transfobia. E con loro, torna la dolcezza adolescenziale su Netflix.
Squadra che vince non si cambia, ma diventa grande. Heartstopper si è sempre distinta, prima nei graphic novel originari di Alice Oseman e poi nell'adattamento televisivo che lei stessa ha curato per Netflix. Si è distinta per la delicatezza quasi surreale con cui ha trattato la scoperta dell'identità di genere di un gruppo di ragazzi inglesi: l'autrice ha scritto la storia su come avrebbe voluto che fosse la propria adolescenza, quindi non necessariamente iper-sessualizzata come spesso quella rappresentata oggi, nella realtà e soprattutto nell'audiovisivo, da Euphoria alle colleghe streaming Élite e Sex Education. Non si smentisce nemmeno in questi nuovi otto episodi, ma allo stesso tempo allunga leggermente il minutaggio per parlare di questioni ancora più "serie".
Diventare (giovani) adulti nella serie Netflix
Tutto (ri)parte da Nick e Charlie
Già accennato nella stagione precedente, il disordine alimentare di Charlie (Joe Locke) diviene centrale per la nuova narrazione: non si tratta solo di cibo, ma di stress, di ansia perenne, di stanchezza fisica dovuta al mangiare poco, di un turbinio di emozioni rappresentate ancora una volta perfettamente con gli effetti visivi fumettosi che rendono il serial un unicum nel panorama attuale, soprattutto tra i teen drama. Lui e Nick (Kit Connor) sono sempre dolcissimi, come tutti i protagonisti del resto che si ritrovano tutti accoppiati dopo gli sviluppi del secondo ciclo.
Il gruppo affiatato di Heartstopper
Tao (Wlliam Gao) e Elle (Yasmin Finney) sono nella fase "luna di miele" in cui devono stare sempre insieme soprattutto ora che lei deve ricominciare alla scuola d'arte; Tara (Corinna Brown) e Darcy (Kizzy Edgell) convivono dopo che quest'ultima se ne è andata di casa, ma devono trovare un'altra soluzione dalla nonna della prima (new entry fantastica). D'altronde, sono pur sempre adolescenti per affrontare problemi tanto più grandi di loro, come lo stesso Nick. Dalla sua avrà la zia psicologa Diane (Hayley Atwell), insieme ad un terapista specializzato (Eddie Marsan) e forse anche un professore seguito sui social media (Jonathan Bailey).
Isaac, alter ego di Alice Oseman
Nelle nuove puntate, che affrontano anche tematiche come la transfobia, centrali diventano gli "outsider" del gruppo, ovvero quelli rimasti non accoppiati, ampliando quindi il discorso sull'identità di genere. Imogen (Rhea Norwood) potrebbe comprendere meglio i propri gusti mentre l'avido lettore Isaac (Tobie Donovan), personaggio inventato appositamente per la serie tv, poiché autobiografico per l'autrice, deve affrontare la propria asessualità e aromaticità**, cercando di capirci qualcosa e di farla comprendere anche al suo gruppo di amici.
I protagonisti pronti ad affrontare nuove sfide
L'amicizia è importante tanto quanto l'amore: questo sembra essere il mantra cardine di tutta la terza stagione, che potrebbe essere la penultima per lo show, visto il materiale originario. La caratterizzazione dei personaggi continua ad essere uno dei punti di forza di Heartstopper, tanto da premiare sia gli interpreti che stanno crescendo insieme ai loro personaggi, regalandoci non solo un comfort show che ci fa tornare adolescenti ma anche qualche lacrimuccia per i temi più maturi inseriti nel racconto, sia la scrittura e rappresentazione della Oseman: puntuale, completa e mai forzata.
Heartstopper 3: la nostra copertina di Linus
Kit Connor
L'altro elemento strutturale fondamentale è, come accennavamo, la resa visiva delle onomatopee e delle animazioni su carta per comunicare, prima agli spettatori che agli stessi personaggi, cosa sentono dentro di sé. Prima di riuscire a dare un nome a quell'emozione e a comprenderla fino in fondo. Iniziano anche le pulsioni sessuali per i protagonisti eppure non si esagera mai su quel fronte. Del resto, non c'è mai stato quell'intento dello show. D'altronde ci sono altri titoli se si cerca quel tipo di visione.
Conclusioni
La terza stagione di Heartstopper conferma le qualità che l’avevano caratterizzata fin dal suo esordio, provando ad alzare l’asticella con argomenti ancora più maturi come il disturbo alimentare e la transfobia. Alcune dinamiche si ripetono, ma i personaggi evolvono e mostrano nuovi lati di loro stessi, mentre le coppie si sfaldano e si riformano, e nuove consapevolezze di genere vengono alla luce, a partire dal bellissimo personaggio di Isaac. New entry succose ed effetti visivi fumettosi oramai peculiari dello show fanno il resto.
👍🏻
Nick e Charlie e le altre coppie, insieme alle loro maturazioni.
I temi più adulti come il disordine alimentare e la transfobia.
L’evoluzione del personaggio di Isaac, alter ego di Alice Oseman.
La resa visiva dei sentimenti dei personaggi.
Le new entry adulte preziose ma non ingombranti.
👎🏻
La dolcezza quasi disarmante di alcune sequenze potrebbe infastidire qualcuno (però come fate a non sciogliervi di fronte a questi adolescenti?)
Oramai si ripete un certo tipo di schema narrativo.
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Loredana Cirillo, Soffrire di adolescenza. Il dolore muto di una generazione, Raffaello Cortina, 2024
scheda dell’editore: https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/loredana-cirillo/soffrire-di-adolescenza-9788832856750-4314.html Oggi la sofferenza degli adolescenti ha caratteristiche inedite, è molto profonda e si accompagna spesso a gesti violenti e comportamenti autolesivi. Gli attacchi al Sé riguardano sia il corpo (tagli, disturbi alimentari) sia la mente (ansia, depressione,…
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Vuoi garantire a tu@ figli@ LGBTI la Salute e il Benessere?
Stiamo parlando di...
Migliore Salute
Maggiore Autostima
Legami Sociali più stabili
Relazioni familiari migliori
Minore Depressione
Minore rischio suicidario
Minore ideazione suicidaria
Minore abuso e minore precoce abuso di Nicotina Alcol Stupefacenti
I vari lavori scientifici sono chiari... ma poi occorre anche guardare all'esperienza dei genitori di Minori LGBTI o Gender variant.
Anche i Genitori di Minori Gender Variant o LGBTI devono fare ComingOut come loro genitori e questo ha un prezzo in termini di stress ansia e depressione.
Le reazioni emotive sbagliate sono possibili, anche quelle aggressive, ma si possono prevenire facendo jnformazione a tappeto.
Si nasce LGBTI o Gender variant e va bene così!
I genitori possono però determinare il benessere e la salute dei propri figli e figlie LGBTI o Gender variant oppure causare Minority Stress e peggiorarla.
Quando i genitori maltratano i figli e figlie LGBTI o Gender variant questi in adolescenza attivano comportamenti a rischio che ne riducono gravemente la speranza e la qualità della vita.
I genitori di minori LGBTI o Gender variant possono usufruire di Psicoterapia Affermativa per contrastare e risolvere la propria omo.transfobia interiorizzata.
Iniziamo con 22 consigli...
Se hai altri suggerimenti, scrivici...
1) Dici al tuo figli@ LGBTI / gender variant che tu l@ ami!
2) Invita gli amici LGBTI dei tuoi figli a casa!
3) Usa il Nome di Scelta del tuo figli@ gender variant e gli aggettivi che concordano col suo genere percepito
4) Porta il tuo figli@ in gruppi o ad eventi LGBTI
5) Accogli il/la partner LGBTI di tuo figli@ e coinvolgil@ negli eventi di famiglia
6) Esprimi uguale entusiasmo per gli appuntamenti romantici di tuo figli@ LGBTI
7) Immagina per tuo figli@ LGBTI un futuro radioso e digli che potrà avere una vita felice
8) Metti in connessione tuo figli@ LGBTI con modelli LGBTI positiv3
9) Parla apertamente della Identità del tuo figli@ LGBTI
10) Dici al tuo figli@ LGBTI/gender variant che ne sei orgoglios@
11) Parla con i leader religiosi della tua comunità perché supportino le persone LGBTI
12) Chiedi come e quando poter dire a chiunque di supportare il tuo figli@ LGBTI
13) Supporta l'espressione di genere del tuo figli@ gender variant
14) Dici al tuo figli@ LGBTI/gender variant che l@ supporterai sempre anche se non comprendi sempre tutto
15) Parla a tuo figli@ o figli@ adottiv@ della sua identità LGBTI ed ascolta con rispetto anche se al momento sei ancora in difficoltà o pensi che sia sbagliato essere LGBTI
16) Trova una congregazione che accolga i tuoi figli LGBTI o Gender variant e la vostra famiglia
17) Difendi tuo figli@ quando altri l@ maltrattanp perché è LGBTI o Gender variant (in casa, a scuola, nella tua congregazione e nella comunità
18) Mostra affetto quando tuo figli@ te lo chiede o quando vieni a sapere che tu@ figli@ è LGBTI
19) Cerca informazioni accurate su cosa significa l'orientamento sessuale e identità di genere ed espressione di genere di tu@ figli@
20) Partecipa a gruppi di supporto familiare e attività per famiglie con figli LGBTI o Gender variant per ricevere supporto e linee guida per supportare tu@ figli@ LGBTI
21) Esprimi uguale entusiasmo per gli appuntamenti romantici di tuo figli@ LGBTI
22) Pretendi che gli altri membri della tua famiglia rispetti tuo figlio LGBTI/gender variant
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Ragazzo interrotto
Dalle mie oppo encobuds (sono povera quindi le AirPods aspetteranno) suonano delicatamente i Cigarettes After Sex.
Vedo le foto di mia cugina, è a Parigi, in vacanza, forse sarà un giro di ricognizione per la sua vita futura, chi lo sa.
Ma lei è felice, lo si vede, ha un bel ragazzo, sorride sempre, è una ragazza a modo, l’unico stravizio che si concede è qualche angelo azzurro da sorseggiare con le amiche.
La differenza la fa la costanza.
E io? Dopo 3 anni in comunità, perché sì, sono finito in una comunità, ho solo capito di essere borderline, quindi di essere incostante quasi per definizione.
Ma così come ho affrontato i traumi della mia adolescenza adesso devo affrontare i DUBBI della mia tardoadolescenza, come? Con la scrittura.
Cari ragazzi sono tornato
Con una marea di cose da dirvi, argomenti di cui parlare, gente che vorrei conoscere, insomma sono tornato più forte che mai.
Adesso dopo anni (minchia ci sono voluti quindici anni per capire che io avessi dei problemi psichiatrici?) sono sotto una terapia “adeguata”? Chi lo sa, forse un’overdose di Valium era proprio quello di cui io avessi bisogno per capire meglio me stesso.
Ma tornando a noi.
Sono un una città vicino il mio natio borgo in libera ripresa dalla tossicodipendenza, anche se poi si è scoperto che tossicodipendenza non era, ma che la mia fosse solamente una problematica psichiatrica.
Sono anni che non scrivo, però molte persone speciali tra di voi mi hanno detto che io gli manco troppo e che magari fosse il caso che mi rimettessi in gioco rispolverando al pubblico le mie problematiche sociali, mentali, i miei sogni, le mie aspirazioni, le mie “frustrazioni”.
Ecco per esempio l’argomento di questo post potrebbero essere proprio le frustrazioni.
La frustrazione per me è sempre stata l’emozione di chi non lotta con le unghie e con i denti al raggiungimento dei propri sogni o desideri, quindi è qualcosa che non mi appartiene minimamente, almeno per ora, almeno in questo punto della mia vita.
Al massimo anziché essere frustrato mi lascio trasportare a tratti da un vago senso di insoddisfazione, poi mi ricordo delle mie capacità, prima fra tutte quella di riuscire a far breccia nel cuore e nelle menti delle persone grazie alle mie parole, alle mie fotografie, ai miei disegni e capisco che più che essere frustrato dovrei essere grato all’universo della mia melanconia, che è una cosa meno violenta della frustrazione, perché è grazie ad essa che riesco ad esprimere il meglio di me.
N.d. A
Melanconia
/me·lan·co·nì·a/
sostantivo femminile
Variante di malinconia, preferita nel linguaggio psichiatrico, per designare uno stato psichico caratterizzato da una alterazione patologica del tono dell'umore, nel senso di un'immotivata tristezza talvolta accompagnata da ansia.
Raga poi tornando all’argomento “crescita” sono arrivato all’alba dei 30, ho iniziato a scrivere su Tumblr che avevo 16 anni, è un’eternità. In più, la mia, è un’età problematica perché capisci che da adulti le cose non le puoi risolvere con un vaffanculo e basta, ci vuole tatto, grazia, saggezza e a volte anche una sana dose di egoismo e di ambiguità
Hey ho detto una “SANA DOSE”.
Il troppo stroppia, se una persona si dà troppo all’egoismo a all’ambiguità diventa qualcosa di obrobrioso, meglio lasciare qualche frase nell’indefinito, nel non detto, anziché sembrare la cugina manipolatrice e sociopatica di Selvaggia Lucarelli.
Comunque, sono borderline.
Con tratti narcisistici e anti-sociali
Una merda in pratica.
Grazie a dio che la mia psicologa mi ha rassicurato che non sono sociopatico perchè diciamo che c’è una netta differenza tra me ed Hannibal Lecter, ma andiamo avanti.
Piano piano sto capendo chi voglio essere, dovrò partire da una super gavetta nel mondo della moda (p.s. in tutto ciò mi sono laureato in Design nonostante le droghe).
Devo riprendere a correre, a scrivere, a disegnare più spesso, aprire un blog con i miei disegni.
Mandare curriculum come se fossero merde di piccione in Piazza San Marco.
Per stasera, come prima scrittura dopo anni direi che possa bastare, la notte porta consiglio, domani magari avrò qualcosa di più interessante da dire.
Un bacio dal vostro
Gay nerd superstar / ragazzo interrotto
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Trovo questa idea particolarmente azzeccata per me.
Ho vissuto gli anni della mia adolescenza con mio padre accanto a ossessionarmi con l'idea di dover essere "produttiva".
Questa ossessione mi ha sempre più prosciugata, e ancora oggi ne risento gravemente: quando ho delle idee per qualche progetto creativo sono bloccata dal fatto che dovrei lavorare per l'università, o aiutare in casa.
Questo mi porta a bloccarmi del tutto, e assillata dall'ansia di dover essere produttiva finisco per non riuscire a fare nulla, che mi fa entrare in un circolo vizioso di ansia, nausea e panico.
Per cui in fin dei conti, la produttività è davvero l'acerrima nemica della creatività.
“One opposite of imagination is “efficiency.””
— Haruki Murakami, Novelist as a Vocation
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Luglio 2023
Fingerò che ci troviamo nel 2015:
è questa l'ispirazione principale di questo post - che non leggerà nessuno perché chi legge più con interesse i post personali?
Ma visto che la cosa che mi è sempre piaciuta di più di Tumblr è proprio la possibilità di utilizzare il proprio blog come un vero e proprio diario pubblico - e visto che tanto non me ne frega proprio niente, perché qui non mi segue nessuno - farò quel che mi pare (tanto è per divertimento).
Dovrei iniziare a dare un minimo di contestualizzazione. Dunque, è la prima estate dopo anni che sono ufficialmente in vacanza, visto che negli anni scorsi ho utilizzato le mie ferie dal lavoro per dare gli esami e non ero mai davvero libero. Ma lo scorso giugno mi sono licenziato, per cui ECCOMI QUI: a casa dei miei fino a fine agosto, a passare il tempo tra mare e serie tv come quando avevo quindici anni. Dirò, non mi dispiace affatto.
A settembre inizierò un altro lavoro (sempre part-time) ed entrerò nel mio primo anno fuoricorso della triennale; questo significa solo due cose: laurea in arrivo e tanta, troppa ansia. La cosa a cui sto pensando di più nelle ultime settimane è che mi sembra che non sia cambiato niente negli ultimi cinque anni: all'epoca non sapevo dove stessi andando, e tuttora non lo so. Sarà la mia indole sentirmi sempre fuori posto.
Eppure tante cose sono cambiate. Se mi guardo indietro posso dire che sono passato dal credere di non riuscire a fare mai nulla a cambiare tre lavori nell'arco di tre anni, finire un percorso di studio seppur con enorme fatica e sudore e chiudere una relazione che mi faceva soffrire per intraprenderne un'altra che sembra un sogno.
Difatti, quando inizio a pensare che nella vita non sto concludendo niente, poi mi dico: ma hai visto tutto ciò che hai imparato? L'esperienza è la vera qualifica. Per citare il personaggio di Isabella della seconda stagione di Cruel Summer (LA serie della mia estate): "Non ho mai amato la scuola, io imparo dalla vita."
E per quanto sembri una frase totalmente stereotipata, risuona in me e mi fa sentire bene.
Parlando di Cruel Summer, ADORO TROPPO QUESTA SECONDA STAGIONE. Avevo già apprezzato la prima, così ricca di colpi di scena e con uno schema narrativo mai visto prima (nei teen drama per lo meno) che ti tiene incollato allo schermo.
è proprio la serie perfetta per me da guardare in estate: ambientata tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2000, con un omicidio come fulcro narrativo e due amiche adolescenti misteriose e carismatiche. Non mi capitava da molto di essere così coinvolto da un teen drama, e la cosa mi rende felice perché è il mio genere preferito.
Questo mi riporta troppo ai tempi in cui guardavo Pretty Little Liars. Penso DI CONTINUO a quella serie, perché in un certo senso simboleggia la mia adolescenza e non posso fare altro che ricordarla con tanta nostalgia.
Oh, e ho anche rivisto una vecchia amica e fatto la nottata in spiaggia con il mio gruppo storico di amici come da tradizione.
Nonostante dal modo in cui ho raccontato il mio mese di luglio sembra che stia passando un'estate felice, mi sento in realtà profondamente malinconico. Come ho scritto sul mio diario qualche tempo fa, mi sembra che ogni estate sia più triste della precedente. C'è qualcosa di magico, nelle estati del mio passato (ma per lo più in quelle della mia adolescenza) che adesso non esiste più. Sarà la spensieratezza di quegli anni, le compagnie più larghe, le novità delle prime volte.
Per citare una delle mie frasi preferite della scrittrice Alida Nugent:
"You still crave lemonade, but the taste doesn’t satisfy you as much as it used to. You still crave summer, but sometimes you mean summer, five years ago."
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Insegniamogli a provare.
Lasciamo che si prenda il suo tempo.
Lasciamolo sentirsi scoraggiato.
Lasciamolo lottare.
Lasciamolo fallire.
E poi, insegniamogli a riprovare.
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Quando ti sembra di non farcela, quando pensi che quello che stai affrontando sia insostenibile per te... prova a ricordarti che non sarà così per sempre, che tutto quello che ti sta capitando è solo un momento di merda, e che se stai sopportando determinate cose e situazioni è per permetterti di costruire una vita felice. Quella vita felice che hai sempre sognato e che si sta piano piano avvicinando sempre più.
Perciò non mollare proprio ora. Continua a metterti in gioco. Dimostra a te stessa di meritarti il futuro che vuoi conquistarti. E fatti scivolare il resto.
Non hai più scuse. Lotta per quello che ti spetta e difendilo con tutte le forze!
@una-sociofobica-ribelle
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Preferisco perdere sapendo di aver fatto del mio meglio, che vincere per la clemenza dell'avversario.
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