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L’Arma dei Carabinieri aderisce all’iniziativa “Orange the World”, la campagna di sensibilizzazione per dire NO alla violenza contro le donne, promossa dalle Nazioni Unite e sostenuta dal Soroptimist International
Alessandria – Il 25 novembre, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, ha avuto inizio la campagna
Alessandria – Il 25 novembre, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, ha avuto inizio la campagna internazionale “Orange the World”, che prevede fino al 10 dicembre, “Giornata Internazionale dei Diritti Umani”, lo svolgimento di iniziative…
#accoglienza vittime#Alessandria today#ambiente protetto.#Arma dei Carabinieri#Arma dei Carabinieri donne#Caserma Scapaccino#caserme italiane#Codice rosso#Diritti Umani#donne e sicurezza#edifici simbolici#empowerment femminile#genere e diritti#giornata eliminazione violenza#Giornata Internazionale#Google News#illuminazione arancione#italianewsmedia.com#lotta contro abusi#Nazioni Unite#no alla violenza#Orange the World#Pier Carlo Lava#prevenzione e contrasto#prevenzione maltrattamenti#prevenzione violenza#progetto nazionale#progetto Soroptimist#riflessioni violenza#rispetto dei diritti
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Amare per … Amare come …
Il 29 novembre si è tenuto, presso il Centro Socio culturale di Solbiate Olona, un incontro dal titolo “Amare per ….Amare come…”, un evento dedicato al contrasto della violenza sulla donna.
La serata, introdotta dai saluti dall’assessore alle politiche sociali e alla cultura Giada Martucci, è stata moderata dalla presidente della Commissione sociale Letizia Valerio, che ha proposto al pubblico la lettura di un brano tratto dal libro “Effimera libertà” di Amilca Ismael.
Non è stato semplice restare indifferenti alle parole di grande sofferenza, di paura per la propria vita, di senso di ingiustizia per il sangue versato e per il corpo offeso di una giovane donna. Certamente hanno ricordato con forza che la violenza sulle donne è una delle più gravi violazioni dei diritti umani.
La moderatrice, riportando alcuni dati, ha sottolineato che la violenza contro le donne è un fenomeno generato da molti fattori interdipendenti che riguardano diversi ambiti: sociali, culturali, politici e relazionali.
In Italia, i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. La violenza all’interno delle relazioni affettive è la più diffusa in ogni società e cultura.
Per l’occasione, sono state coinvolte due psicologhe, la dott.ssa Stefania Benazzi, psicologa e psicoterapeuta del Centro accoglienza ICORE di Marnate e la dott.ssa Alessandra Borsani psicologa coordinatrice di un servizio per le famiglie che accoglie anche donne e minori vittime di violenza.
L’intervento delle relatrici ha riguardato
• la Violenza psicologica e del Controllo
• gli effetti della violenza sulla donna, sulla mamma, sui bambini, da parte dell’uomo
• l’importanza della rete sociale e della rete istituzionale
Hanno fatto da cornice ed arricchito l’incontro una Mostra del Gruppo Artisti di Solbiate e la lettura di poesie da parte di alcuni poeti solbiatesi.
La serata, densa di nuovi significati, ha lasciato spazio ai numerosi interventi del pubblico sia sul tema che sull'importanza di continuare a gettare semi di conoscenza utili a favorire lo sviluppo di una rete sociale che sia di supporto alle vittime di violenza.
Un Grazie particolare al Centro Antiviolenza ICORE che si occupa di ascolto ed accompagnamento contro la violenza verso le donne: "Tu, non sei sola". https://www.centroantiviolenzaicore.com/
La mostra delel opere degli artisti solbiatesi proseguirà fino all'8 di dicembre, presso il Centro Anziani in Piazza Gabardi. Orari di apertura da lunedì a venerdì dalle 15,00 alle 18,00.
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"Vampiri energetici”
Un vampiro energetico è una persona che
" Consapevolmente " ruba l' energia vitale di un altra persona.
Ci sono due tipologie di vampiri energetici, quelli che ti svuotano lamentandosi e quelli che esaltano il tuo ego per poi condizionarti.
Entrambi le tipologie sono persone manipolatrici. Le vittime prescelte solitamente sono persone empatiche, predisposte all' accoglienza e all' accudimento.
Avete mai avuto la sensazione in presenza di una persona di avere ansia o sentirsi sotto pressione?! Probabilmente siete vicino ad un vampiro energetico.
Come riconoscere un vampiro energetico:
Si lamenta sempre.
Viola il tuo spazio psicologico.
Invade il tuo spazio.
Svaluta la tua esperienza e le tue emozioni.
È sempre pronto a drammatizzare ad alzare la voce ed entrare in conflitto. Come difendersi dai vampiri energetici
In questo caso, il modo per sottrarsi al suo meccanismo di manipolazione consiste nel “chiamarsi fuori”. In altre parole, significa non stare al suo gioco."
(A. Costanzo)
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Il dramma delle “grooming gangs”
Tra il 1997 e il 2013, le città di Rotherham e Rochdale sono state teatro di uno dei più gravi scandali di abusi sessuali su minori nel Regno Unito, con circa 1.400 ragazze, principalmente di origine bianca, abusate da bande di uomini, in gran parte di origine pakistana. Le indagini evidenziarono una sistematicità degli abusi e il fallimento delle autorità locali, che ignorarono le vittime nonostante numerosi avvertimenti. Un rapporto del 2014 ha rivelato che polizia e servizi sociali spesso archiviavano i casi, contribuendo a una cultura del silenzio e a un crescente scetticismo verso il sistema giudiziario.
Nella cultura spicciola che riduce questioni complesse a semplificazioni estreme, questo dramma culturale e sociale viene spesso associato alla presunta “tolleranza della sinistra” sull’immigrazione. Tuttavia, nel caso del Regno Unito e delle gang dello stupro, questa narrativa è priva di fondamento. In primo luogo, perché molti dei responsabili di questi crimini sono cittadini britannici di terza generazione. Le comunità pakistane (e del Bangladesh) presenti in queste aree, infatti, affondano le radici agli anni ’50 e ’60, quando il governo britannico invitò lavoratori dall’Asia meridionale per contribuire alla ricostruzione del Paese nel dopoguerra. Ad Oldham, per esempio, dove si stanno verificando gli incidenti attuali, i lavoratori arrivarono alla fine degli anni ’50 su invito della corona per lavorare nelle fabbriche di cotone. Erano prevalente gli uomini. Negli anni ‘70 (soprattutto dopo la guerra in Bangladesh nel ’71) gli uomini furono raggiunti dalle famiglie. Attribuire questi fenomeni all’immigrazione recente non solo è storicamente impreciso, ma distoglie l’attenzione dai fallimenti sistemici che hanno permesso tali abusi.
Certamente ci troviamo di fronte a un problema di scontro culturale e mancata integrazione, ma si tratta di un fenomeno che attraversa oltre 60 anni di storia e politiche britanniche, impossibile da attribuire a un singolo partito o schieramento politico. Una mancata integrazione che è stata innanzitutto frutto errori commessi fin dagli anni ’60. La realtà di molte cittadine delle Midlands e del Nord dell’Inghilterra, dove si sono verificati gli incidenti, è il riflesso di atteggiamenti e decisioni che mascheravano una distanza culturale e sociale, più che una vera accoglienza. Da un lato la decisione infelice nel dopoguerra di non distribuire la manovalanza che arrivava dalle ex colonie sul territorio nazionale per favorire l’integrazione, ma circoscriverla in comunità; dall’altro un atteggiamento di tolleranza e rispetto verso le tradizioni altrui, profondamente radicato nel pensiero britannico. In breve: “fate quello che volete, ma fatelo solo lì”. Un approccio che, sebbene nato con intenti positivi, si sta ora rivelando un boomerang, avendo in alcuni casi impedito di affrontare criticamente dinamiche culturali che favoriscono la marginalizzazione e la reiterazione di pratiche dannose all’interno di certe comunità.
La questione cruciale è il tribalismo radicatosi in alcune comunità, dove poliziotti, medici, giudici, avvocati e amministratori locali spesso appartengono agli stessi gruppi familiari degli accusati, contribuendo a insabbiare le indagini e a ostacolare la giustizia. Si è ricreata una micro-società pakistana, una realtà parallela che, dai primi casi risalenti agli anni ’80, sotto il governo Thatcher, a oggi, è stata costantemente nascosta sotto il tappeto.
I laburisti ne escono particolarmente colpiti perché le comunità pakistane sono in larga parte loro sostenitrici, ma il problema rimane essenzialmente di natura sociale prima che politica. Questo crea un corto circuito democratico in aree dove il 30-40% della popolazione appartiene a minoranze etniche. Un politico che “potenzialmente” potrebbe sfidare tali comunità, semplicemente… non viene eletto! Questo intreccio tra dinamiche comunitarie, e omertà di stampo simil mafioso sottolinea una falla strutturale nel sistema democratico in contesti dove un’etnia si impone a livello istituzionale decidendo non solo le regole locali, ma spesso insabbiando.
Si tratta, dunque, di una questione seria che i governi britannici dovranno prima o poi affrontare. Sul come, però sarà un bel paio di maniche perché le culture basate sull’omertà difficilmente le trasformi con operazioni di polizia e indagini (che certo devi comunque fare, ma che non estirpano le radici del problema). È un nodo complesso che non può essere risolto con l’ennesima inchiesta sbandierata ai media ad uso e consumo del magnate di estrema destra di turno, né certamente con la deportazione di massa di britannici i cui nonni o addirittura i bisnonni erano già britannici (suvvia, siamo seri).
Chi scrive naturalmente non ha soluzioni perché di mestiere fa la scrittrice e non la politica (quindi risparmiamoci il classico “Eh ma allora cosa proponi? Niente. Altrimenti mi sarei presentata alle elezioni). Il mio ruolo è esplorare e cercare di capire un fenomeno e poi presentarlo. Aggiungerei però che dopo avere insegnato in Uk per 15 anni ed avere avuto a che fare con i servizi sociali britannici, posso attestare che il problema non si ferma neanche alla mancata integrazione, ma si estende alla completa mancanza di tutela dei minori in tutto il Paese, a causa di servizi inefficienti e là dove non inutili, addirittura dannosi. Un dramma sistemico.
My two cents che difficilmente assisteremo a cose eclatanti, al di là delle normali inchieste locali, considerato che se i conservatori, al potere dal 2010 al luglio 2024, sono solo riusciti a grattare la superficie, difficilmente i laburisti potranno fare di più, avendo l’ulteriore handicap di dipendere da quei bacini elettorali.
Nel frattempo, per qualche giorno dovremo sorbirci l’esercito dei sì, ma…: quella schiera indefessa che la fanfara della strumentalizzazione mediatica istiga, buona solo a riempire i dibattiti sui social con un’aria di moralità prefabbricata. È un esercito che si nutre di indignazione momentanea, che fa sentire tutti un po’ più giusti, un po’ più coinvolti, un po’ più interessati al benessere collettivo. Almeno fino al prossimo strombazzato del circo mediatico, pronto a far dimenticare tutto.
Sì, ma almeno ce lo hanno fatto sapere…
Sì, ma ora bisogna fare qualcosa…
Sì, ma non si possono lasciare le povere vittime…
Sì, ma…
Un coro che cresce, si gonfia e poi svanisce, lasciando dietro di sé solo il vuoto di parole nell’interesse verso una questione pari alla memoria di un pesce rosso. Perché, diciamocelo, i decantatori dei “sì ma” fino a ieri non avevano mai sentito parlare delle grooming gangs e domani se le saranno già dimenticate.
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Maram al-Masri
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La Siria per me è una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro, violata, imprigionata, costretta a sposarsi. La Siria per me è l’umanità afflitta, è una bella donna che canta l’inno della Libertà, ma le tagliano la gola. È l’arcobaleno del popolo che si staglierà dopo i fulmini e le tempeste.
Maram al-Masri è una grande protagonista della scena poetica internazionale.
Ospitata e premiata in festival in giro per il mondo, è autrice di numerose raccolte di poesie e compare in diverse antologie. Ha pubblicato racconti su riviste letterarie arabe ed europee ed è di ispirazione per le giovani generazioni di poete arabe.
Inneggia alla bellezza che si trova nelle piccole cose e che sopravvive al di là degli orrori, della guerra e della violenza. Un grande canto d’amore disperato per un’umanità dolente che solo la voce della poesia può far vivere.
Nata il 2 agosto 1962 a Lattakia, in Siria, ha studiato a Damasco e poi in Inghilterra.
Oppositrice del regime di Assad, nel 1982, a soli vent’anni, è stata costretta a fuggire a Parigi col marito. L’uomo è poi rientrato in patria portandosi via il loro figlio che lei ha potuto riabbracciare solo dopo tredici anni.
Ha esordito nel 1984 con Ti minaccio con una colomba bianca pubblicato dalla casa editrice del Ministero dell’Educazione siriana.
Nel 1997 è uscita la raccolta di poesie Ciliegia rossa su piastrelle bianche, salutata con entusiasmo dalla critica dei paesi arabi e tradotta in diverse lingue.
Il suo terzo libro Ti guardo, pubblicato originariamente a Beirut nel 2000, è stato tradotto in italiano nel 2009.
In Anime scalze dedica i suoi versi a tutte le donne vittime di violenza, alle profughe, alle donne sommerse. La sua scrittura diventa quasi fotografia che mostra i lividi, i sogni rapiti, le parole che non si possono dire, i sorrisi stanchi.
Arriva nuda la libertà, racconta il dramma della guerra siriana nell’era dei social media, ogni poesia è ispirata da un video di Youtube, un post su Facebook, una foto condivisa sul web. I versi sono un omaggio a coloro che hanno perso la vita sotto le bombe o a causa delle torture del regime.
Nel 2018, in Italia, ha visto la luce La donna con la valigia rossa, racconto illustrato dall’artista salernitana Ida Mainenti.
Lontana dalla sua terra, la voce di Maram al-Masri grida forte il proprio dissenso. I suoi versi sono atti civili di resistenza al regime, richiesta di rispetto dei diritti umani. La sua poesia, che travalica i continenti, è inno di giustizia e di libertà per un popolo devastato che, in cammino per le strade del mondo, cerca pace e accoglienza.
Nel 2020 è stato tradotto in italiano La lontananza un libro autobiografico.
Il suo linguaggio che risulta, a una prima lettura, ingenuo, scarno e infantile, è frutto di un’attenta ricerca dell’immagine poetica essenziale, racchiusa in poche battute fulminee.
I temi trattati hanno sempre un sapore autobiografico, la libertà della donna, i suoi desideri, la solitudine dell’emigrazione, la nostalgia.
La sua voce scuote gli animi, mette in luce argomenti silenziati e ignorati. È il canto triste e fiero di un’attivista che vede la sua patria condannata a morte, un canto che sale da corpi che si mescolano alla terra per diventare icone di questo secolo (cit. da Arriva nuda la libertà).
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“International Fashion Gala”, un connubio tra moda e solidarietà che ha dato vita ad uno spettacolare Fashion Show incantando i selezionatissimi ospiti Si è tenuto sabato 13 luglio nel meraviglioso parco del Park Hotel Villa Ferrata, lo spettacolare e suggestivo Fashion Show “International Fashion Gala” che ha saputo sposare con successo la moda con una grande iniziativa solidale, coinvolgendo due importanti realtà associative: la Confimea Sanità e il Lions Club Roma Sibilla. Le donazioni sono state devolute alla Casa di Accoglienza di Ariccia, fortemente voluta dal Sindaco Gianluca Staccoli, per le donne vittime di violenza o che stanno intraprendendo un percorso di recupero dalla tossicodipendenza. https://www.fashionluxury.info/it/
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Bambini scomparsi: i dati in Europa
"Missing Dreams", è uno degli ultimi rapporti redatti da Telefono Azzurro, dipinge un quadro allarmante: ogni due minuti un bambino scompare in Europa. Si tratta di 250.000 segnalazioni annuali, con l'Italia che nel 2023 ha registrato 21.951 casi di minori scomparsi senza lasciare traccia. Questi numeri, sebbene allarmanti, non rappresentano l'intera portata del problema. Il rapporto evidenzia infatti la presenza di un sommerso: molti casi di bambini scomparsi non vengono denunciati, spesso per paura o per la mancanza di fiducia nelle forze dell'ordine. Si stima che il numero reale di bambini scomparsi in Europa sia di gran lunga superiore alle statistiche ufficiali. Bambini scomparsi e centri di accoglienza: una nuova frontiera drammatica Tra il 2021 e il 2023, circa 51.439 minori non accompagnati sono scomparsi da strutture di accoglienza nell'Europa allargata. Questi bambini, già fragili e vulnerabili, si ritrovano ad affrontare i pericoli della strada e dello sfruttamento da parte di organizzazioni criminali. Le cause: un intreccio di fattori Le cause di questo fenomeno sono complesse e multifattoriali. Tra le principali troviamo: - Sfruttamento e tratta: I bambini scomparsi sono spesso vittime di reti di sfruttamento che li costringono ad accettare lavori forzati, prostituzione o altre attività illecite. - Conflitti e migrazioni: Le crisi in corso in diverse aree del mondo spingono molte famiglie a fuggire, aumentando il rischio che i bambini si perdano o vengano separati dai loro cari. - Violenza domestica e trascuratezza: In alcuni casi, i bambini scappano da situazioni familiari abusive o negligenti. - Problemi di salute mentale: I minori con problemi di salute mentale possono essere più a rischio di scomparsa. Cosa si può fare? Un impegno per la sicurezza dei bambini Il rapporto "Missing Dreams" non si limita a denunciare il problema, ma propone anche una serie di azioni concrete per contrastare il fenomeno delle scomparse di bambini: - Rafforzamento della cooperazione tra le forze dell'ordine europee: È necessario uno scambio più efficace di informazioni e l'adozione di protocolli comuni per le ricerche. - Investimenti in prevenzione: Occorre sensibilizzare le famiglie e le comunità sui rischi di scomparsa e fornire loro gli strumenti per tutelare i minori. - Supporto ai minori migranti: Garantire ai bambini migranti e rifugiati un accesso sicuro e legale all'Europa e fornire loro adeguati percorsi di integrazione. - Tutela dei minori vittime di sfruttamento: Rafforzare i meccanismi di identificazione e assistenza per le vittime di tratta e sfruttamento. La scomparsa di bambini è una ferita profonda per l'Europa. "Missing Dreams" è un monito a non sottovalutare questo problema e a mobilitarsi per tutelare i più piccoli, garantendo loro un futuro sicuro e pieno di speranza. Foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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Giro d'affari miliardario per le sette religiose in Italia
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L'esercito silenzioso delle vittime di sette religiose e santoni. Un ufficio nel centro di Bologna raccoglie centinaia di richieste di aiuto all'anno. Storie di patrimoni bruciati, manipolazioni e sofferenze. E i famigliari delle vittime che si sentono impotenti e faticano a ottenere giustizia In un ufficio nel pieno centro di Bologna c'è un computer a cui arrivano tutte le richieste di aiuto da parte di chi finisce nelle spire di guide e sette religiose. Santoni, mistici curatori, cartomanti. Ma anche gruppi di preghiera dove la religione diventa il mezzo con cui i 'guru' riescono a impossessarsi della dignità e dei soldi, a volte addirittura interi patrimoni immobiliari, delle loro vittime. Trappole in cui è molto facile finire e uscirne diventa un incubo: sono centinaia, infatti, le segnalazioni che ogni anno il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (Gris) raccoglie da tutta Italia. E decine arrivano dal territorio bolognese. La famiglia con la "sorella spirituale": la storia di Z. Quella di Z. (nome di fantasia) è solo la più recente tra le tante vicende che i collaboratori del Gris stanno seguendo. I suoi genitori si sono rivolti al Centro ascolto perché la ragazza si è allontanata da casa poco tempo dopo l'inizio del suo lavoro in un esercizio commerciale nel Bolognese. Hanno raccontato che il gestore del negozio è un uomo che, insieme alla moglie, convive con una "sorella spirituale" che può aver influenzato anche la figlia. Dopo l'inizio dell'impiego, infatti, Z. ha cominciato a vestirsi e a comportarsi diversamente, ha abbandonato l'università, smesso di viaggiare e interrotto la relazione con il proprio ragazzo. I genitori non sanno dove sia finita e l'unico modo in cui riescono a parlarle è attraverso delle telefonate sporadiche in cui la figlia, però, non dà informazioni. Nell'ultima chiamata ha risposto confusamente: "Non posso parlare, perché lui ci sente anche quando non c'è". Manipolazioni e love bombing Le storie delle vittime di individui o associazioni pseudoreligiose sono tutte diverse tra loro. Ma i raggiri si basano su costanti che le accomunano, spiega la responsabile del Centro ascolto del Gris Paola Morselli: "Le persone entrano in contatto con i guru in un momento di crisi personale, come lutti, difficoltà economiche o divorzi. L'incontro avviene spesso attraverso amici o conoscenti che già frequentano quella realtà". Quello delle sette, o "gruppuscoli" come li chiama lei, è un ambiente estremamente identitario dove il diritto alla libertà di religione serve per camuffare quelle che invece sono vere e proprie manipolazioni: "C'è una tecnica precisa, il love bombing: il capo e gli adepti riempiono di affetto e attenzioni il nuovo arrivato, approfittano del suo bisogno di ritrovare serenità e speranza e creano una sorta di dipendenza che piano piano diventa totalizzante. Le vittime cambiano stile di vita in funzione del gruppo e si isolano sempre di più da amici e famigliari. È così che il santone crea il vuoto intorno a loro". La 'cerchia dei miracoli' dietro le lezioni di yoga Queste dinamiche si nutrono delle fragilità delle persone, e la loro pericolosità sta proprio nel senso di accoglienza che riescono a trasmettere loro. Senza scomodare messe sataniche celebrate da persone incappucciate all'interno di casolari abbandonati (anche questi episodi vengono segnalati al Gris, assicura Morselli), le situazioni in cui finiscono le vittime appaiono molto più ordinarie: un centro di preghiera, corsi di spiritualismo e persino lezioni di yoga che costituiscono la porta di accesso a una 'cerchia dei miracoli'. La setta è caratterizzata da un capo, che è sempre un sedicente veggente, un medico esoterico, un maestro che ha la capacità di alienare le vittime dai gruppi sociali che frequenta abitualmente: "È un personaggio carismatico che si auto-attribuisce il ruolo di guida - sottolinea la responsabile del Centro ascolto -. Agisce per un interesse personale che di natura economica ma anche psicologica perché prova gratificazione nel constatare la sua influenza sulle persone. In alcuni casi, purtroppo, la prevaricazione può essere anche sessuale". In Italia 500 sette, milioni di persone coinvolte, affari da capogiro
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L'ultimo rapporto del Ministro dell'Interno sulla presenza di gruppi settari in Italia risale al 1998: allora erano contati "76 nuovi movimenti religiosi e 61 nuovi movimenti magici" che avevano decine di migliaia di adepti. Nell'ultima stima fatta dal Codacons, il numero delle sette ufficiali è salito a cinquecento e sono coinvolti sia in modo costante che saltuario circa due milioni di cittadini. "Dapprima la crisi economica del 2008, poi la pandemia del 2020, hanno accentuato le paure dei cittadini e l’incertezza sul futuro, spingendo un numero crescente di persone a cercare risposte nel mondo della spiritualità, dell’esoterismo, dell’occulto e delle sette", scrive il Codacons nel report del 2022, stesso anno in cui è stata depositata alla Camera una proposta di legge per istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno. Il 'giro d'affari' delle sette, quindi, si aggira verosimilmente nell'ordine delle centinaia di milioni, se non miliardi, di euro. L'impotenza dei famigliari e i patrimoni in fumo Insieme al malcapitato, a venire stravolta dal gorgo della setta è anche la famiglia pure quando non è coinvolta direttamente. È il caso di un santone attivo nel Bolognese, che era riuscito a sfruttare il proprio ascendente verso due differenti seguaci per farsi intestare diverse proprietà immobiliari. Insieme al danno materiale, i parenti e gli amici subiscono il dolore di assistere impotenti alla rovina della vittima che non è in grado di accorgersi di quello che sta subendo: "Paradossalmente, per fare il suo bene occorre adottare misure drastiche, come quella di non passarle più i soldi che poi la vittima darà alla setta - spiega Morselli -. Questo è uno dei consigli che diamo sempre a chi si rivolge a noi. Le segnalazioni partono sempre dai famigliari". "Difficile ottenere giustizia, manca il reato" Il Gris integra il suo supporto collaborando con psicologi, psichiatri e avvocati. Ma per tradurre la soggiogazione di una persona in un'azione penale serve presentare un esposto. E dopo l'abolizione del reato di plagio (dichiarato incostituzionale negli anni '80) non esiste più una configurazione specifica per questi casi. "L'unica via rimasta è dimostrare la circonvenzione d'incapace - spiega Giuseppe, ex avvocato penalista e collaboratore del Gris - ma la dichiarazione di incapacità di intendere e di volere ha delle ripercussioni importanti sulla vittima, come l'impossibilità di firmare un contratto senza un tutore, oltre a essere uno stigma per i famigliari". Per quanto riguarda le donazioni di beni, inoltre, se non ci sono dimostrazioni fattuali di truffe o irregolarità la richiesta finisce nel niente. Occorrono appigli sostanziali: riguardo alla storia di Z., la probabilità che il suo datore di lavoro non le stia pagando i contributi può costituire una breccia. Da lì le forze dell'ordine potrebbero iniziare a scavare per arrivare a qualsiasi cosa si stia nascondendo dietro. Read the full article
#associazionipseudoreligiose#Codacons#donazioni#Gris#lovebombing#miracoli#plagio#Santoni#Settereligiose#yoga
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Inaugurato il Giardino di Ali a Crotone in memoria delle vittime di Cutro Questa mattina, nonostante la pioggia, è stato inaugurato il “Giardino di Ali”, voluto dal Comune di Crotone per onorare le 94 vittime del naufragio di migranti avvenuto davanti alla spiaggia di Cutro un anno fa. Con 94 alberi piantati, uno per ogni persona deceduta, il giardino simboleggia accoglienza e solidarietà. Il sindaco Vincenzo Voce ha […] More
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A seguito dell’assunzione di 18.320 operai stranieri nel comparto agricolo nel 2022 e 700 infortuni nel 2023, Agribi, l’ente bilaterale dell’agricoltura veronese, ha deciso di lanciare la prima app pensata per l’agricoltura con l’obiettivo di avvicinare i lavoratori stranieri alla lingua italiana e alla terminologia relativa al contratto di lavoro, ai diritti e ai doveri, alle regole sul lavoro e sulla sicurezza dato che per loro il rischio di incorrere in un infortunio è quattro volte maggiore rispetto ad un bracciante italiano. Il progetto, intitolato “Impara la lingua con la sicurezza in agricoltura” e realizzato insieme alla piattaforma digitale per le lingue Busuu e all’agenzia 8 Wave di Verona per la grafica, è stato presentato lo scorso giovedì 25 gennaio nella Prefettura di Verona davanti a sindacati di categoria e associazioni. Il pacchetto formativo, che sarà fruibile da qualsiasi dispositivo, fornirà il corso specifico per le lingue dei Paesi da cui proviene la maggior parte dei lavoratori e ogni anno verranno assegnati mille accessi alla app, della durata di dodici mesi, da sindacati, associazioni di categoria, aziende, consulenti del lavoro e associazioni di accoglienza dei migranti. Agribi, di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, si pone ancora una volta come promotore a livello nazionale nel campo delle buone pratiche dell’agricoltura: dalla prevenzione dello sfruttamento in agricoltura alla formazione mirata all’assunzione dei migranti vittime del caporalato; dal contratto di lavoro multilingue al portale nato per agevolare l’incontro trasparente tra la domanda e l’offerta di lavoro. Ma anche nel campo della sicurezza e della prevenzione, come le visite mediche stagionali, le visite specialistiche e la distribuzione di cappelli e borracce per prevenire i colpi di calore, oltre alla possibilità di modificare gli orari di lavoro nelle giornate più calde. «Il programma di apprendimento che abbiamo chiesto a Busuu di realizzare – dichiara Luigi Bassani, presidente di Agribi – è il primo customizzato per l’agricoltura, in quanto non si tratta di un insegnamento della lingua italiana, ma di una terminologia improntata sulla sicurezza e sui diritti: orari di lavoro, riposi, busta paga, ore straordinarie e notturne, Tfr. Per gli stranieri che arrivano per la prima volta nel nostro Paese saranno messi a disposizione anche corsi base di lingua italiana: raggiunto il livello ideale, accederanno al corso specifico per la sicurezza e i diritti». Per Busuu, società leader nella formazione linguistica digitale, spiegano Lucrezia Scarapicchia, B2B Country Manager Italia, e Giulia Bravo, responsabile Customer Success Italia: «Come azienda, il nostro focus è formare i dipendenti aziendali di tutta la penisola e nel mondo con uno strumento efficace, intuitivo e flessibile, per promuovere la Diversity & Inclusion e favorire la comunicazione tra team multiculturali. Tuttavia, questo è un progetto speciale con un forte impatto sociale, di cui siamo molto fieri. Non solo i lavoratori stranieri avranno modo di imparare l’italiano da zero nella loro lingua d’interfaccia prescelta, ma potranno – concludono – poi beneficiare di un corso che li aiuterà a lavorare in totale sicurezza e comprendere gli aspetti del lavoro in Italia». L’iniziativa conta sul sostegno economico di Inail e Spisal-Aulss 9 Scaligera, che ne condividono le finalità: «Affrontare il tema della sicurezza sul lavoro in agricoltura costituisce da sempre una priorità per lo Spisal, considerato che nel nostro territorio è il settore con il maggior rischio di infortunio mortale sul lavoro, le cui cause si ripetono sin dagli anni Cinquanta: ribaltamento del trattore e schiacciamento. La maggior parte di questi infortuni mortali coinvolge direttamente i coltivatori diretti e i loro familiari. Anche nel 2023, purtroppo, si sono verificati quattro infortuni mortali, che si aggiungono ai cinque casi del 2022. Non va trascurata un’altra causa di infortunio grave e mortale, legata alle temperature elevate.
Nel corso del 2023 abbiamo avuto un decesso per colpo di calore. Sul versante della salute si rileva, negli ultimi anni, un notevole aumento delle denunce di malattie professionali, dovute prevalentemente a sovraccarico per movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetuti, soprattutto per l’attività di raccolta di frutta e verdura. Affrontare il tema della sicurezza sul lavoro in agricoltura attraverso una app innovativa, sul proprio smartphone, è un valore aggiunto che consente di aumentare la cultura della sicurezza nei lavoratori stranieri».
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India e violenze ai bambini ...a centinaia, migliaia
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India e violenze ai bambini ...a centinaia, migliaia
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In India, il dicastero per lo Sviluppo della Condizione delle Donne e dell’Infanzia WCD, ha ordinato la chiusura di 539 strutture di accoglienza per bambini in difficoltà in India su indicazione della responsabile, Maneka Gandhi. La causa di questa decisione nasce dal sospetto che molti dei bambini ospiti delle case sono stati vittime di abusi. Per questo motivo i centri (377 in Maharastra, 78 in Andra Pradesh e 32 nel nuovo stato di Telangana) sono stati chiusi e i minori sono stati trasferiti in altre strutture.
La decisione finale è arrivata dopo quanto riscontrato a seguito delle indagini e della scoperta di ripetuti abusi sessuali ai danni di bambini e bambine in alcuni centri di accoglienza a Muzaffarpur, in Bihar, e a Deoria, in Uttar Pradesh. Una scoperta cui erano seguiti, a luglio scorso, controlli più approfonditi ordinati dal governo. In quell’occasione, il ministro Maneka Gandhi aveva dato mandato ai governi di tutti gli stati indiani di “ispezionare subito in tutto il paese ogni casa per la cura dei bambini”. L’indagine ha riguardato circa 9.000 istituzioni del paese per bambini abbandonati, resi orfani o soccorsi. Parlando al The Indian Express, Maneka Gandhi ha dichiarato: “Ho chiesto alla Commissione Nazionale per la Protezione dei Diritti dell’Infanzia (NCPCR) di garantire che l’audit sociale sia completato per tutte le istituzioni i prossimi sessanta giorni”.
Il caso è emerso a seguito della modifica del modello di verifica sociale precedentemente approvato dal Centro alla Corte Suprema (nell’ottobre 2015): una verifica che prevedeva solo controlli formali e strutturali e che non era in grado di scoprire gli abusi sessuali di cui erano stati vittime i minori accolti nei centri. Con la decisione del maggio 2017, il Comitato di Vigilanza aveva rilevato questa mancanza e aveva affermato che dovevano essere condotti ogni anno audit sociali e “non solo a scopo di introspezione, ma anche circa la trasparenza e la responsabilità nell’attuazione effettiva della legge JJ (Giustizia minorile) …”. A titolo di esempio, in quell’occasione, era stato riportato il caso di una casa di accoglienza nel Bihar, che aveva continuato a funzionare nonostante la licenza fosse stata revocata per irregolarità l’anno precedente.
Le conseguenze non si sono fatte attendere: dopo le verifiche avviate la scorsa estate, nelle scorse settimane la Commissione per la Protezione dei Diritti dell’Infanzia ha ordinato la chiusura di oltre cinquecento istituti! Il ministro ha spiegato che la gran parte delle strutture che sono state chiuse perché non offrivano gli standard richiesti e molte non rispondevano alle norme e alcune non erano neppure registrate.
Quello che si è verificato in India non è una novità: è solo l’ennesimo caso di violenza sui minori. Secondo le statistiche, quello degli abusi sessuali sui minori continua ad essere una piaga mai rimarginata della società. Solo negli USA, secondo le statistiche, si verifica un caso di violenza sessuale ogni 98 secondi (considerando solo vittime sopra i 12 anni). Secondo le ricerche condotte da David Finkelhor, direttore del Crimes Against Children Research Center, una ragazza su 5 e un ragazzo su 20 sono stati vittime di abusi sessuali (in un solo anno il 16% degli adolescenti americani tra 14 e 17 anni ha subito tali violenze, il 28% di tutti gli adolescenti tra 14 e 17 in tutti gli USA). In Europa la situazione non è molto migliore: nel Regno Unito un bambino su venti è stato vittima di abusi sessuali (Radford, L. Child abuse and neglect in the UK today), ma il loro numero reale potrebbe essere molto maggiore dato che un bambino su tre vittima di abusi non lo ha mai detto a nessuno. E per i bambini disabili il rischio di essere vittime di abusi è statisticamente maggiore.
In Italia, da un’indagine condotta qualche anno fa su una quarantina di Comuni (dei quali, però, solo 31 hanno risposto al questionario), è emerso che su 758.932 casi di adolescenti esaminati, ben 7.464 erano stati affidati ai servizi assistenziali perché maltrattati o vittime di violenza (ma i casi di violenza sessuale erano solo il 6,7% del totale degli assistiti, le altre erano “altre” forme di “violenza”), 1 minore su 6 fra quelli assistiti dai servizi sociali dei comuni italiani.
Quella delle violenze sessuali sui minori era e (in barba a tutte le promesse fatte) rimane una piaga.
#abusi sessuali#Commissione per la Protezione dei Diritti dell’Infanzia#India#Maneka Gandhi#violenze ai bambini#vittime di abusi
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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: riflessioni e simboli al Comando Provinciale di Alessandria
L’impegno dell’Arma dei Carabinieri e del Soroptimist nella lotta alla violenza di genere
L’impegno dell’Arma dei Carabinieri e del Soroptimist nella lotta alla violenza di genere Questa sera, alle ore 17:00, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria ospiterà un evento in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, organizzato in collaborazione con il Soroptimist. L’incontro sarà un momento di riflessione e confronto sui…
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DONNE VITTIME DI VIOLENZA: ABBANDONO, MANCANZA DI PROTEZIONE, ALLONTANAMENTO DAI FIGLI
TRA LE DIVERSE FORME DI VIOLENZA , QUELLA SUBITA TRA LE MURA DOMESTICHE E’ LA PIU’ DIFFUSAdi Monica Ponzo (Digital News 24) Sab, 23/09/23 Già a partire dagli anni ’70 il movimento femminista, diffonde una nuova definizione di violenza, legandola al modo in cui si strutturano le relazioni tra uomini e donne. Nascono i centri antiviolenza e le case di accoglienza, cambia anche la concezione della…
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Locarno Film Festival 2023
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La 76esima dizione del festival del cinema di Locarno, dal 2 al 12 agosto, come ha detto il direttore artistico del festival, Giona A. Nazzaro, propone una selezione dei film per rappresentare il molto multiforme del cinema contemporaneo. Nella sezione Piazza grande, con i film che si vedranno nella piazza del centro, con i suoi 8000 posti a sedere all’aperto c’è Anatomie d’une Chute di Justine Triet, Palma d’oro a Cannes, sulla vicenda giudiziaria di una donna accusata dell’omicidio del marito. Sempre da Cannes arriva The Old Oak, film sul tema dell’immigrazione di Ken Loach, che sarà presente a Locarno. Per le anteprime mondiali ci sono Continent Magnétique, il documentario di Luc Jacquet, lo stesso della Marcia dei pinguini che, nel 2005, fu un enorme successo commerciale, ed ora racconta la storia della sua attrazione per l’Antartico, dove negli ultimi tre decenni, ha trascorso quattro anni in varie spedizioni. Un'altra anteprima mondiale è Dammi. Notre sang comme l’amour, diretto da Yann Mounir Demange, e prodotto da Ami, il brand di moda prêt-à-porter parigino fondato da Alexandre Mattiussi, scelto come film di apertura de festival il 2 agosto, insieme a L’Étoile Filante. A chiudere sarà Shyada della regista iraniana Noora Niasari, ambientata in Australia e sulla vicenda di una profuga proveniente dall’Iran alla ricerca di una cosa di accoglienza per vittime di violenza domestica. Per i titoli italiani c’è il nuovo film di Edoardo Leo, Non sono quello che sono – The Tragedy of Othello By W. Shakespeare e il debutto alla regia di Laura Luchetti, figlia del regista Daniele con La bella estate. Sono sempre due gli italiani presenti nella selezione del Concorso internazionale. Rossosperanza, una commedia nera diretta da Annarita Zambrano e con un gruppo di giovanissimi attori, tra cui Ludovica Rubino, una delle protagoniste di Prisma, serie già riconfermata per una seconda stagione e Patagonia, con protagonisti due ragazzi e un sogno di fuga il cui regista, Simone Bozzelli, si era già fatto conoscere per il video musicale I Wanna Be Your Slave dei Måneskin e per i suoi corti, come Amateur, presentato nel 2019 alla Settimana della critica di Venezia. Al festival che ha da sempre un’impronta più cinefila che da tappeto rosso, sono attesi la protagonista di Anatomie d’une Chute, Sandra Hüller, tedesca, 45 anni che a Cannes, grazie alla Palma d’oro conquistata dalla Triet e alla sua interpretazione in un secondo film, The zone of Interest di Jonathan Glazer, si è trovata nel ruolo di nuova star del cinema internazionale. Read the full article
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Naufragio migranti Grecia, i sopravvissuti arrivano in centro di accoglienza
Trasportati in pullman a Malakasa, a nord di Atene: le vittime accertate sono 78source
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