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Il segreto della vita: la consapevolezza del qui e ora. Vivere il presente per scoprire la vera essenza della felicità. Di Alessandria today
In un mondo sempre più frenetico, dominato dalla costante pressione di pianificare il futuro e analizzare il passato, il vero segreto della vita potrebbe risiedere in qualcosa di apparentemente semplice: la consapevolezza del qui e ora
Un viaggio alla scoperta della consapevolezzaIn un mondo sempre più frenetico, dominato dalla costante pressione di pianificare il futuro e analizzare il passato, il vero segreto della vita potrebbe risiedere in qualcosa di apparentemente semplice: la consapevolezza del qui e ora. Questa filosofia di vita, radicata nelle tradizioni orientali come il buddismo e lo yoga, sta guadagnando sempre più…
#accettazione emozionale#Alessandria today#armonia interiore.#Benessere Mentale#come meditare#consapevolezza#consapevolezza del presente#consapevolezza emozionale#Crescita Personale#crescita spirituale#equilibrio mentale#felicità#felicità consapevole#filosofia di vita#Filosofia orientale#focus sul presente#Google News#italianewsmedia.com#Meditazione#meditazione base#meditazione guidata#meditazione quotidiana#Mindfulness#mindfulness e relazioni#mindfulness in Italia#mindfulness quotidiana#momenti di consapevolezza#Pier Carlo Lava#pratiche orientali#psicologia positiva
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Il Mago
"Il Padre e la Madre: la fonte del Trauma si trasforma in Vita".
Perché è così importante lavorare sulla figure genitoriali?
Esse rappresentano il nostro primario approccio al mondo dell'Incarnazione, il nostro primo "osservatorio astronomico".
Dal padre e dalla madre, siano stati essi assenti o presenti nella nostra quotidianità, è dipeso l'assorbimento dei Simboli associativi legati alla "visione (o distorsione) della Realtà".
Per un lungo periodo abbiamo "visto" attraverso i loro occhi, attraverso la loro storia, attraverso il loro schema di sofferenza.
Ed è già nella pancia della madre che sono entrati in gioco i primi schemi di identificazione con la disfunzione ereditata.
Seppur possa risultare doloroso e scomodo "sollevare il tappeto dell'infanzia", quella polvere va ripulita. Non si vede, ma c'è.
Non si lavora sulle figure genitoriali per distribuire colpe o evocare miracoli di guarigione o di riconoscimento.
Il bambino che non è stato riconosciuto affettivamente nei suoi bisogni emozionali, non cambierà la sua posizione all'interno del nucleo guarendo se stesso.
Ma può spogliarsi dell'Illusione di essere stato amato, tanto cara a chi non accetta di arrendersi a questa faticosa verità.
Ed iniziare un nuovo viaggio, autonomo, sincero, autentico, meno edulcorato.
Non tutti i genitori sono stati capaci di "amare".
Sono rare le figure genitoriali che, nonostante a loro volta siano state ignorate o ferite nei bisogni più profondi, siano riuscite ugualmente a veicolare il sentimento di accoglienza e piena accettazione dell'unicità dei loro figli.
Ma questo non significa che non possiamo cambiare la nostra "storia". Anzi. Il vero viaggio inizia proprio dalla Fede in se stessi e nella propria capacità riparativa e generativa.
Chi è stanco di lavorare sull'eredità della disfunzione, chi crede sia sufficiente un "cerotto alla ferita", chi cerca la risoluzione spirituale ad un problema strettamente umano, non ha compreso fino in fondo cosa significa "fissità dello schema familiare".
La "gabbia" è il Simbolo.
La famigerata "Matrix", tanto esaltata dall'Esoterismo moderno, è rappresentata dall'invisibile intreccio di tutti i simboli del Corpo di Dolore uniti assieme. Dal reticolo della disfunzione sul piano energetico. Dalle memorie di dolore e sofferenza che attanagliano l'Essere Umano.
Uscire dalla "Matrix" significa spogliarsi degli Antichi Schemi di Vittima e Carnefice, dal senso di colpa, dalla vergogna, dall'impotenza, dalla sottomissione, dalla distorsione del proprio piano percettivo interiore.
Non si esce dall'Illusione con il potere dello Spirito. Non se il Sistema umano è ancora irretito o intasato da blocchi o ferite.
Non possiamo negare i segnali del Corpo.
Più sono dolorosi, più polvere sta uscendo da sotto il tappeto.
E di conseguenza più intensamente dobbiamo impegnarci a pulire. Granello dopo granello.
Se l'unica reazione che esprimiamo sono la "stanchezza" e la "lamentela fissa", se con arroganza e impotenza diventiamo complici dalla nostra "triste e sfortunata vita", se cerchiamo pillole miracolose o soluzioni a costo zero, siamo sulla strada sbagliata.
Avete già lavorato sulla madre o sul padre più e più volte? Questo vi rende onore. Ma se ancora ne sentite il bisogno, o ancora sono evidenti fratture genitoriali dentro di voi, si riparte.
Si va fino in fondo.
E non si tratta di rivivere la medesima esperienza di qualche anno fa. E' tutto cambiato dentro di noi nel frattempo.
Lavorare oggi sui Simboli del Trauma è totalmente diverso.
Siamo cresciuti. Siamo più maturi, più ricettivi, più sensibili. Siamo pronti a maneggiare le elaborazioni e risoluzioni con maggior presenza e competenza emozionale.
E' un onore portare a chiusura i cicli di Dolore. E' commovente. E' liberatorio. E' sano.
No, non siamo "sfortunati" ad aver avuto genitori così "impegnativi". Non siamo la vittima del loro Dolore o della loro Rabbia. Siamo orgogliosi artefici della nostra guarigione.
E dovremmo essere disposti a "morire per noi stessi".
Non per loro. Per noi stessi.
Per la nostra felicità, per il nostro immenso Cuore, per la nostra magica presenza sulla Terra.
Noi non siamo il Trauma.
Noi siamo molto e molto di più.
Appassionatevi a voi stessi. Esplorate, sperimentate, entrate nel vostro straordinario mondo, smontate Simbolo per Simbolo tutta l'Antica Narrazione su chi siete o siete stati.
E congedate l'eredità degli schemi di disfunzione, interiorizzando genitori sani e amorevoli, abbondanti e colmi di sguardi comprensione e di ammirazione.
Solo così i vostri Doni potranno fiorire nella Materia e creare un "abbondante raccolto" nei mesi avvenire.
Non è "colpa dei vostri genitori". Non siete "sfortunati" e non siete "vittime". Non più.
Oggi potete "vedere", affrontare e "scegliere di guarire".
E la stanchezza cronica, il malessere e il senso di ingiustizia si trasformeranno in Forza, Entusiasmo e Riconciliazione con il Mondo che vi circonda e che aspetta solo voi per rifiorire di colore e luce.
Mirtilla Esmeralda
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“e cos’è che dirai
dirò solamente qualcosa
e cos’è che darai
mi nasconderò nel linguaggio
e perché
ho paura”
Ogni frammento di vita si racchiude nelle memorie della nostra carne: la nostra libertà emotiva di fronte l’anestesia emozionale. Nel luogo si depositano ruvidità faticose, dunque negate dalla mente impulsiva, frenate dall’impossibilità di dire. Come comunicare ciò che ci arriva dal corpo? Le emozioni inespresse non muoiono, rimangono sepolte vive e poi esplodono, eppure la via della parola contribuisce a creare l’assenza, svuotando spazi resi colmi dal silenzio. Ragionare a favore di se stessi per non accumulare parole, significa linguaggio, che diventa condivisione e accettazione, crescita di conseguenza.Il dialogo interiore é il primo passo per salvarci da noi stessi, dalle ruvidità che deformano il nostro essere esteriore col dolore, con la negazione. Ascoltandoci ammantiamo quel singolo strato di pelle, ce ne prendiamo cura.
“Le parole/ non fanno l'amore/ fanno l'assenza, dipingono il contorno del vuoto, cadendoci dentro con lo stesso suono di una goccia che dal cielo precipita sul fondo di un pozzo. Le parole rimbombano, le parole si parlano, le parole si sgretolano”
Alejandra Pizarnik adotta la poesia come proprio corpo, il suo linguaggio da cui deriva l’identità di se stessa. Peró sente di possedere solo questo: un linguaggio limite, impotente, che non esprime la sua essenza.
di Maria Benedetta Fittante
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‘Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate. […] Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto. […] Che, con buona pace delle stronzate maschiliste, il pianto maschile in pubblico non soltanto è molto mascolino ma può anche farvi sentire bene (riferito da terzi). Che condividere significa parlare […] Che un importante elemento nella prevenzione dell'HIV nelle case di recupero sta nel non lasciare rasoio e spazzolino da denti nei bagni comuni. Che, a quanto sembra, una prostituta esperta è in grado di inserire un preservativo sull'Unità di un cliente con tale destrezza che il cliente non se ne accorge nemmeno fino a quando non è acqua passata, per dirla così (riferito da terzi). […]
Che oltre il 50% delle persone con una dipendenza da Sostanza è contemporaneamente affetto da qualche altra forma di disturbo psichiatrico. […] Che il sonno può essere una forma di fuga emozionale e che, seppure con un certo sforzo, si può abusarne. […] Che la privazione intenzionale del sonno può essere anch'essa una fuga dalla realtà di cui si può abusare. Che anche il gioco d'azzardo può essere una fuga abusabile, e così il lavoro, lo shopping, rubare nei negozi, e il sesso, e l'astinenza, e la masturbazione, e il cibo, e l'esercizio fisico, e la preghiera/meditazione, e lo stare seduti così vicini al vecchio cartuccia-visore D.E.C. del TP della Ennet House da avere il campo visivo interamente invaso dallo schermo e l'elettricità statica che ti pizzica il naso.
Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione dell'isolamento. Che è possibile arrabbiarsi al punto da vedere davvero tutto rosso. […] Che le alleanze tra pochi e l'esclusione degli altri e i pettegolezzi possono essere forme di fuga. Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida. Che costa fatica dedicare più di pochi secondi di attenzione a un qualsiasi stimolo. […] Che è statisticamente più facile liberarsi di una dipendenza per le persone con un basso QI che per quelle con un QI più alto. […] Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. Che se un numero sufficiente di persone beve caffè in una stanza silenziosa, è possibile sentire il rumore del vapore che si leva dalle tazze. Che a volte agli esseri umani basta restare seduti in un posto per provare dolore. Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi. Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d'ansia. Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro. Che la dipendenza è un disagio o una malattia mentale o una condizione spirituale (quando si dice "poveri di spirito") o una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo o un disturbo affettivo e del carattere […].
Che la maggioranza delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. […] Che il latte provoca ai gatti dei violenti attacchi di diarrea, contrariamente all'immagine popolare sui gatti e il latte. Che è semplicemente più piacevole essere felici che incazzati. Che il 99% dei pensieri di chi soffre di pensiero compulsivo è rivolto a se stessi; che il 99% di questo pensiero consiste nell'immaginare e poi prepararsi a qualcosa che sta per accadere loro; e che, stranamente, il 100% delle cose per le quali usano il 99% del loro tempo a prepararsi ad affrontarle in ogni possibile risvolto non sono mai positive. E che questo si connette in modo interessante con l'impulso nella prima fase di sobrietà a pregare per poter perdere il senno. In breve, che il 99% dell'attività del pensiero consiste nel cercare di terrorizzarsi a morte. Che è possibile preparare delle ottime uova in camicia in un forno a microonde. Che il termine di strada metropolitano per dire assolutamente meraviglioso è: tremendo. Che il rumore dello starnuto è diverso per ognuno. Che certe mamme non hanno mai insegnato ai loro figli a mettersi la mano davanti alla bocca o a voltarsi quando starnutiscono. Che chiunque sia stato in prigione non ritorna più quello di una volta. Che non è necessario fare sesso con qualcuno per prendersi le piattole. Che in una stanza pulita ci si sente meglio che in una sporca. Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura. Che ci vuole un grande coraggio per mostrarsi deboli. Che non è necessario picchiare qualcuno anche se lo si desidera tantissimo. Che nessun singolo momento individuale è in sé per sé insopportabile. […] Che gli effetti di troppe tazze di caffè non sono per niente piacevoli né intossicanti. Che praticamente tutti si masturbano. E tanto, a quanto sembra. Che il cliché "Non so chi sono" sfortunatamente si rivela più di un cliché. […] Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere. […] Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura. Che provare a ballare da sobri è tutto un altro paio di maniche. […] Che alcuni soggetti sinceramente devoti e spiritualmente maturi credono che il Dio nel quale credono li aiuti a trovare parcheggio e suggerisca loro i numeri giusti del Lotto. Che, entro un certo limite, si può vivere insieme agli scarafaggi. Che "accettazione" è in genere una questione di fatica, più che altro. Che persone differenti hanno un'idea radicalmente differente dell'igiene personale di base. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che se fate una buona azione in segreto, anonimamente, senza far sapere alla persona per la quale l'avete fatta che siete stati voi, né che chiunque altro sappia qual era la buona azione e insomma non cercate in nessun modo di averne merito, la buona azione diventa quasi una forma autonoma di intossicazione. Che anche della generosità anonima si può abusare. Che fare sesso con qualcuno per cui non provate nulla lascia una sensazione di solitudine maggiore che non farlo affatto, dopo. Che è consentito volere. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi da tutti gli altri. Che questo non è necessariamente perverso. Che è possibile che gli angeli non esistano, però ci sono persone che potrebbero essere angeli. Che Dio - a meno che non siate Charlton Heston, o fuori di testa, o entrambe le cose - parla e agisce interamente tramite degli esseri umani, ammesso poi che ci sia un Dio. Che Dio potrebbe inserire la questione se crediate nell'esistenza di un Dio o meno piuttosto in basso nella lista delle cose sul vostro conto che a lui/lei/esso interessano.'
— David Foster Wallace, Infinite Jest
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“Sing, our arms are wide We climb the walls Dance on the beats of hearts One and all”[…] “The meaning of it all Vibrations I recall”
La musica può divenire possibilità di riconciliazione- IBEYI & METROPOLE ORKEST
Ricomincio a scrivere dopo molti mesi, il secondo lockdown a differenza del primo, mi ha dissolta, annientata, resa insicura, privata del desiderio persino di condividere: la cosa più piccola tanto quanto quella più importante. Ho scelto l’abito del silenzio, facendomi forza sulla convinzione che, proprio lui unito alla percezione di immobilismo ed impossibilità di contatto non verbale con l’Altro, fosse sinonimo di una auto indotta incapacità di comprendere. Se questo non fosse abbastanza, ultima ma non meno importante, il non darmi la possibilità di lasciarmi andare, la scoperta di non essere più in grado di immergermi in un ascolto, in una musica per lasciare che sia.
In questi mesi ho ascoltato pochissima musica, lo streaming ha offerto molte opportunità di ascolto musicale che chi scrive ha considerato sempre un’eccezione e non un’ opportunità alternativa o surrogata.
L’arte è gesto creativo ma soprattutto umana esperienza, è per tutti questi motivi che ho messo la mia vita in stand- by, ho soffocato il sentire, tra la paura dell’ignoto e l’impazienza del tempo che scivola via senza riuscire a trovare la forza di riempirlo; pur nella consapevolezza di voler ricominciare da ciò che mi fa sentire viva.
Questo viaggio non poteva cominciare che da una diade, Lisa Kainde e Naomi Diaz, in arte Ibeyi che in yoruba lingua madre di Cuba, significa gemelle. Gemelle di nome e di fatto, figlie d’arte da padre cubano il super percussionista dei Buena Vista Social Club Anga Diaz e madre franco- venezuelana, sono cresciute tra Cuba Parigi e Los Angeles e, parole loro, la musica è entrata nelle loro vite senza nemmeno pensare che potesse diventare il loro lavoro. Vi starete forse chiedendo perché hai scelto proprio loro per ricominciare? In primo luogo forse il più banale è perché anch’io sono una metà di una diade, ma ancor prima per il loro essere così diverse ma complementari, come la terra e l’aria, la concretezza e il sogno, Due personalità determinate e carismatiche il cui percorso esperienziale e artistico è stato contrassegnato, dalla perdita e da grandi sofferenze che in certe canzoni sono il fulcro altre volte solo un eco. Quel che conta e che rende originale questa proposta musicale è il loro magnetismo la loro capacita di includere l’ascoltatore attraverso dei ritornelli in loop o le code cantate a cappella rendendo quasi sempre il brano introspettivo sorprendente senza mai peccare di superficialità o eccessi. Dalle liriche apparentemente più leggere a quelle più strutturate le Ibeyi non temono la contaminazione o l’ibridazione, al contrario, anche grazie è illustri collaborazioni e featuring di spessore, fanno si che la musica sia il luogo in cui forgiarsi e accogliere. La Metropole Orkest abbraccia e impreziosisce una performance che già di per sé va oltre i confini e la tecnologia , variabile che solitamente può essere respingente ma in questo caso non c’è storia, il cortocircuito emozionale funziona.
Dalla cristallina delicatezza di Mama says..e del suo dialogo eterno con un’amore perduto e insostituibile alla potenza catartica di Trasmission, passando per l’irrinunciabile e alienante dono della vita di Deathless e Rise up, wise up, eyes up e loro luce singolare. Ma non sarebbe un concerto delle Ibeyi senza l’abbagliante bellezza di Ash e Oya che cantati a cappella appaiono come mantra terapeutici; per non parlare delle rincuoranti e ariose atmosfere di Cleo who takes care of you, Away away e Me voy la loro sensibilità si trasforma in una danza.
Umana energia pura trasuda dal modo in cui Naomi, le sue magiche mani e il suo corpo tutto scandiscono il ritmo mentre Lisa trova le parole per raccontare le storie e fare spazio al labirinto introspezione che in equilibrio tra ferite aperte, vita autentica e immaginazione costruisce canzoni creando una magnetica e profonda connessione con chi sceglie di ascoltare. La caratteristica che mi rapisce e sorprende ad ogni ascolto, è il loro grande coraggio di rendere nitide e “fotografabili” le loro anime, attraverso le loro voci singole o all’unisono, Illuminando il sentire, creando un contatto con una dimensione Altra scegliendo di mescolare inglese e yoruba, in equilibrio tra profondo e Mondo, tra ricordi e resistenza.
Canzoni intimiste che appaiono come cristalli che solo a immaginare di sfiorali con gli occhi, un tumulto invade il corpo e le lacrime più empatiche valgono quanto un abbraccio va oltre ogni parola. A queste si alternano canzoni dalla prospettiva più inclusiva con un registro che mi piace chiamare “sociale, riuscendo a mantenere conunque una raffinatezza e una profondità che rende unica al mondo questa meravigliosa realtà musicale; ad ogni canzone la rigenerazione si compie offrendo l’imperdibile occasione di forgiare un desiderio nascosto che può farci stare bene.
Il suono è la codifica del complesso geroglifico che tiene insieme le storie di due o più vite;il fulcro di un incontro; se scegliamo la musica può divenire possibilità di riconciliazione, un elemento imprescindibile di un percorso di accettazione delle nostre zone d’ombra.
Tutto intorno sembra avvolto ed inondato di un sapore caleidoscopico ed avvolgente,grazie alla Metropole Orkest, magistralmente guidata dal suo fondatore dal talento determinato e gentile di Jules Buckley che con determinazione a creato questo eccellente cortocircuito e atmosfere di rara bellezza.
La musica può essere il rifugio per ritrovare l’origine della nostra essenza, ciò che possediamo in nome del nostro essere unici, per essere liberi di scegliere il luogo (o non luogo) che ci rappresenta davvero, in nome di una inarrestabile e impavida evoluzione.
Line up: Lisa Kainde (piano e voce), Naomi Diaz (percussioni e voce)
Set list:
i carried this for years I wanna be like you Numb Nu man is big enough for my arms Mama says Trasmassion/Michaelion When will I learn Away away Rise up wise up eyes up Cleo, who takes care of you Deathless Me voy Ash Waves River Oya
IBEYI & MOTROPOLE ORKEST
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Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate. Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto. Che, con buona pace delle stronzate maschiliste, il pianto maschile in pubblico non soltanto è molto mascolino ma può anche farvi sentire bene. Che il sonno può essere una forma di fuga emozionale e che, seppur con un certo sforzo, si può abusarne. Che la privazione intenzionale del sonno può essere anch’essa una fuga dalla realtà di cui si può abusare. Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione dell’isolamento. Che alcune persone rubano davvero - rubano cose che sono vostre. Che le alleanze tra pochi e l’esclusione degli altri e i pettegolezzi possono essere una forma di fuga. Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida. Che costa fatica dedicare più di pochi secondi di attenzione a un qualsiasi stimolo. Che è statisticamente più facile liberarsi di una dipendenza per le persone con un Q.I.basso che per quelle con un Q.I. più alto. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. Che se il numero sufficiente di persone beve caffè in una stanza silenziosa, è possibile sentire il rumore del vapore che si leva dalle tazze. Che a volte agli essere umani basta restare seduti in un posto per provare dolore. CHE LA VOSTRA PREOCCUPAZIONE PER CIO’ CHE GLI ALTRI PENSANO DI VOI SCOMPARE UNA VOLTA CHE CAPITE QUANTO DI RADO PENSANO A VOI. Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d’ansia. Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro. Che la dipendenza è un disagio o una malattia mentale o una condizione spirituale (quando si dice « poveri di spirito » ) o una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo o un disturbo affettivo e del carattere. Che la maggior parte delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. CHE È SEMPLICEMENTE PIU’ PIACEVOLE ESSERE FELICI CHE INCAZZATI. Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura. Che ci vuole grande coraggio per mostrarsi deboli. Che non è necessario picchiare qualcuno anche se lo si desidera tantissimo. Che nessun signolo momento individuale è in sé per sé insopportabile. Che praticamente tutti si masturbano. E tanto, a quanto sembra. Che il cliché «Non so chi sono» sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere. Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura. Che “accettazione” è in genere una questione di fatica, più che altro. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che fare sesso con qualcuno per cui non provate nulla lascia una sensazione di solitudine maggiore che non farlo affatto, dopo. Che è consentito volere. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi da tutti gli altri. Che questo non è necessariamente perverso.
David Foster Wallace, Infinite Jest
#david foster wallace#infinite jest#preso in pillole mi è sempre piaciuto il ragazzo#mi sorprendo quando scopro di conoscere cose così cristalline
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04.11.2020 SOLE GIALLO CRISTALLO, KIN 220, dodicesimo giorno dell’Onda della Luna Rossa dedicata alla purificazione emozionale. Siamo arrivati in fondo al viaggio e nel Tono Cristallo possiamo condividere la frequenza a cui abbiamo appreso come risuonare. Il percorso dei 13 giorni della Luna Rossa, dal 24 ottobre a oggi, mi hanno personalmente portato tanta pace e accettazione nel cuore. Vedo ciò che sono, noto le mie diverse parti e anche se alcune sono parecchio scomode, le riconosco e comincio a sentirmi meno a disagio quando risuono con esse. Oggi il Kin 220, Sole Cristallo, porta una maggiore chiarezza, un silenzio piacevole da ascoltare. Sincronico e’ che la Guida del giorno e’ il Kin 12, Umano Giallo Cristallo, l’identità di Osho Rajneesh, il maestro che mi ha insegnato la vera semplicità e la bellezza assoluta dell’essenza. Che tutti possano fare un passo in più verso se stessi! In lak’ech! Immagine a cura di @tzolkin_talkin - Sincronario galattico da tavolo disponibile per l’acquisto contattandoli al numero sul fondo dell’immagine #oracolidelsincronariogalattico #tzolkin #inlakech #astrologiaintuitiva https://www.instagram.com/p/CHKPrUas9AZ/?igshid=1qvdwuni8dj4
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"Il Silenzio dei Sentimenti di Romeo Gìpari": Racconti di Amori Celati e Dolori Inascoltati. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nell’animo umano attraverso emozioni taciute e relazioni negate
Un viaggio nell’animo umano attraverso emozioni taciute e relazioni negate Romeo Gìpari, con Il Silenzio dei Sentimenti, pubblicato il 29 settembre 2024, ci offre una raccolta di racconti intensa e struggente. Il volume esplora la profondità del silenzio come espressione di sentimenti repressi e affetti non dichiarati, in un’epoca e in contesti in cui l’autenticità emotiva è spesso soffocata…
#Alessandria today#amore e identità#diversità e società#Google News#identità e accettazione#Il Silenzio dei Sentimenti#italianewsmedia.com#narrativa contemporanea#narrativa contemporanea 2024#narrativa di genere#narrativa di introspezione#narrativa e diversità#narrativa e tragedia#narrativa emotiva#narrativa emozionale#narrativa inclusiva#narrativa inclusiva e sociale#narrativa italiana#narrativa italiana 2024#narrativa LGBT#narrativa psicologica#Narrativa sociale#narrativa sugli anni ’50#narrativa sugli anni ’70#narrativa sui sentimenti repressi#narrativa sul desiderio#narrativa sulla solitudine#narrativa sull’affettività#narrativa sull’amore#narrativa sull’amore proibito
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La Forza
"Esserci per se stessi".
Che meravigliosa ondata emozionale sta attraversando le nostre Vite!
L'insostenibile peso che stiamo cercando di espellere, ci rende particolarmente inclini al ricordo, alla nostalgia, alla commossa revisione di alcuni momenti salienti di Passato.
Si riavvolgono le fila di un Viaggio davvero straordinario, dove ogni attore, anche non- protagonista, ha contribuito al progresso, all'evoluzione, alla conoscenza di noi stessi. Ogni sguardo, ogni carezza, ogni insegnamento, ogni abbandono, ci ha regalato quel messaggio in più, quella prospettiva mai considerata, quell'emozione sepolta.
Abbiamo amato. Tanto.
Nel modo in cui potevamo. A volte totalmente dipendente. Altre sincero, puro. Spesso con la disperazione nel Cuore. Ma anche con la rabbia, con l'affanno, con la paura della perdita.
Molti di coloro che ci sono stati vicini in momenti salienti della nostra crescita, oggi non ci sono più accanto.
Ma sono presenti nel Cuore.
Nulla muore mai dentro di noi.
Si trasforma. Viene processato interiormente attraverso nuove informazioni e nuovi strumenti. E cambia forma. A volte anche sostanza.
Ciò che si conserva, è l'immensa gratitudine per ogni gesto, ogni aiuto, ogni mano tesa e ogni "schiaffo di realtà" che l'Altro ci ha donato.
Consapevole o inconsapevole che fosse.
Ogni campo energetico co-creato insieme a noi, ha prodotto cambiamento.
Ogni conversazione, anche la più breve e apparentemente insignificante, ha modificato i sensori interiori di entrambi.
Nulla avviene senza trasformare parti di noi. Anche infinitesimali.
E contestualmente parti dell'Altro, in un mutuo beneficio che modifica il Cammino di qualche minuscolo grado o magari di 360 gradi in un colpo solo.
Ogni singolo avvenimento della nostra Vita non è stato casuale e si è concatenato al successivo, per creare le condizioni evolutive "perfette" per la nostra crescita e maturazione.
Nulla è avvenuto per nuocere.
Nulla è stato inutile o eccessivo.
Non un singolo respiro poteva mancare al nostro Viaggio.
E se provassimo oggi ad osservare le nostre lacrime, colme di fatica e di lutto, esse non sono più lacrime di Disperazione, ma di sincera Riconoscenza.
Questa è adultità: riconoscere che tutto è stato perfetto. Anche ciò che ha generato sentimenti negativi, ciò che ha aperto ferite copiose, ciò che abbiamo perso per sempre, o che non abbiamo avuto mai.
Il Teatro oggi è gremito di attori del Passato. Tutti in fila. Visibili e invisibili.
Ognuno di loro, negli anni, ha portato una Storia, un copione, un personale timbro alla sceneggiatura e alle singole scene della Rappresentazione.
Ciascuno ha permesso la piena riuscita dello Spettacolo.
Gli applausi sono per tutti.
E la compagnia merita ogni Benedizione e Consacrazione.
Oggi si celebra la Vita.
Con tutte le sue sfumature e contorni. Con tutta la sua assurda complessità. Con le gioie e con i dolori. Con la realtà e l'illusione.
Non c'è nulla di "sbagliato" nel "dove siamo adesso".
E' esattamente dove dovevamo essere.
Il treno è in orario.
Tra poco passerà.
E' il nostro treno. E nulla al mondo ce l'avrebbe fatto perdere.
Perché doveva andare esattamente così. E ogni millimetrico passo doveva portarci in questa Sala d'aspetto.
Possiamo viverlo con serenità e accettazione. Oppure continuare ad agitare mani e piedi, considerandolo un atto di ingiustizia.
Ma non cambierà.
Se lo ringraziamo, se ringraziamo ogni singolo attore del nostro Palcoscenico, inchinandoci a lui e al contributo che ha apportato alle nostre fasi evolutive, avremo la Sala d'Aspetto gremita di sostegno e di sorrisi.
Siamo tutti complici della "riuscita dell'Altro". Lo abbiamo fatto arrivare in orario al suo appuntamento più bello: quello con se stesso.
Nessuna colpa. Nessun "errore".
Tutto si compie nella perfetta sincronia degli eventi.
Siamo vicini al "tempo del Giudizio". Che tutto è meno che una situazione brutta.
E' il tempo dell'Autentica Verità.
Dove assisteremo alla totale Rivoluzione dei Campi Energetici.
Questo è stato solo un timido assaggio.
Ringraziamo con un profondo inchino sia il "Male" che il "Bene". Perché entrambi ci hanno portati nello stesso medesimo luogo. In perfetto orario.
Appoggiamo lo zaino. Sediamoci comodi. E attendiamo la chiamata del binario.
Buona domenica. Colma di "emozionanti saluti".
Quelli belli. Quelli profondi. Quelli che riempiono d'Amore ogni fessura del nostro Cuore.
Mirtilla Esmeralda
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Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate. Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto. Che, con buona pace delle stronzate maschiliste, il pianto maschile in pubblico non soltanto è molto mascolino ma può anche farvi sentire bene. Che il sonno può essere una forma di fuga emozionale e che, seppur con un certo sforzo, si può abusarne. Che la privazione intenzionale del sonno può essere anch’essa una fuga dalla realtà di cui si può abusare. Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione dell’isolamento. Che alcune persone rubano davvero - rubano cose che sono vostre. Che le alleanze tra pochi e l’esclusione degli altri e i pettegolezzi possono essere una forma di fuga. Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida. Che costa fatica dedicare più di pochi secondi di attenzione a un qualsiasi stimolo. Che è statisticamente più facile liberarsi di una dipendenza per le persone con un Q.I.basso che per quelle con un Q.I. più alto. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. Che se il numero sufficiente di persone beve caffè in una stanza silenziosa, è possibile sentire il rumore del vapore che si leva dalle tazze. Che a volte agli essere umani basta restare seduti in un posto per provare dolore. Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi. Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d’ansia. Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro. Che la dipendenza è un disagio o una malattia mentale o una condizione spirituale (quando si dice « poveri di spirito » ) o una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo o un disturbo affettivo e del carattere. Che la maggior parte delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. Che è semplicemente più piacevole essere felici che incazzati. Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura. Che ci vuole grande coraggio per mostrarsi deboli. Che non è necessario picchiare qualcuno anche se lo si desidera tantissimo. Che nessun singolo momento individuale è in sé per sé insopportabile. Che praticamente tutti si masturbano. E tanto, a quanto sembra. Che il cliché «Non so chi sono» sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere. Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura. Che “accettazione” è in genere una questione di fatica, più che altro. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che fare sesso con qualcuno per cui non provate nulla lascia una sensazione di solitudine maggiore che non farlo affatto, dopo. Che è consentito volere. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi da tutti gli altri. Che questo non è necessariamente perverso." David Foster Wallace, Infinite Jest
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Piramide dei bisogni di Maslow : oggi funziona più che mai
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Piramide dei bisogni di Maslow : oggi funziona più che mai
Avete mai sentito parlare della piramide dei bisogni di Maslow?
Si tratta di una rappresentazione che fa riferimento a tutte le necessità dell’essere umano.
Esse si ordinano attraverso una struttura gerarchica che ci fa comprendere nello specifico le priorità di ognuno di noi. Di conseguenza, si scoprono le energie che spingono la nostra coscienza verso una determinata azione o attività.
Tuttavia, prima di parlarvi nel dettaglio la piramide dei bisogni, scopriamo insieme qualcosa in più su Abraham Maslow!
Maslow chi è
Secondo il giornale scientifico “The Review of General Psychology” al decimo posto degli psicologi più rinomati del XX secolo troviamo Abraham Harold Maslow.
Egli, nato a Brooklyn l’1 aprile del 1908, fu il primo di sette figli, in una famiglia di immigranti (ebrei di origine russa).
Sin da giovane, si appassionò al mondo della psicologia, tanto che nel 1951 divenne uno dei pilastri dell’Università Brandeis, in Massachusetts.
Nella sua opera intitolata “Motivazione e personalità”, parlò della piramide dei bisogni, indicando tutte le motivazioni dell’essere umano, dalle più blande alle più importanti.
Questo suo operato non passò di certo indifferente agli occhi degli esperti del settore.
Proprio per tale motivo, Maslow raggiunse un successo non indifferente e ancora oggi si parla di lui sui libri dedicata alla psicologia umana.
Piramide dei bisogni cos’è
Andando nello specifico, possiamo dire che la piramide di Maslow sia strutturata secondo due categorie principali: i bisogni primari (ad esempio quelli fisiologici) e i bisogni più avanzati (legati alla realizzazione personale).
Ogni singolo elemento è interconnesso. Allo stesso tempo, alcuni obiettivi variano a seconda del soggetto specifico. Ovviamente, non si fa riferimento ai bisogni fisiologici (quelli sono universali) ma alle priorità su cui ci si basa nella vita quotidiana.
Tuttavia, Maslow ci fa intendere che spesso per poter inseguire le esigenze più complesse sarà necessario aver soddisfatto quelle basilari.
In linea generale, la piramide dei bisogni di Maslow è costituita da cinque livelli. Partendo dal basso verso l’alto, troviamo:
Bisogni fisiologici
I bisogni fisiologici sono quelli strettamente legati al proprio istinto di sopravvivenza.
Pertanto, includono il bisogno di acqua, riposo, cibo, senso di riparo (anche in termini di abbigliamento) e stabilità psicofisica.
Ma non è tutto. In tale categoria, Maslow ha voluto aggiungerci il sesso, soltanto che nel corso del tempo si è generato un forte dibattito.
Questo perché si tratta di un elemento che nasce principalmente in seguito ad un bisogno fisico ma non emozionale.
Bisogni di sicurezza
Successivamente, nella piramide dei bisogni troviamo tutto ciò che ha a che fare con la sicurezza.
Di conseguenza, si fa riferimento alla stabilità che non include soltanto il fisico e l’emotività ma anche dal punto di vista finanziario, di istruzione e personale, in base anche al percorso di crescita individuale.
A livello pratico: la soddisfazione di essersi laureati, ricevere un riconoscimento lavorativo, scoprire qualcosa di innovativo, raggiungere una stabilità economica e così via.
Bisogni di accettazione
Visto che la piramide risulta essere molto incentrata sulla questione emozioni, al terzo livello troviamo il bisogno di essere accettati e amati da qualcuno all’interno di una società.
Pertanto, c’è la necessità di dare e ricevere affetto (in famiglia, con il partner, con gli amici ecc) e la voglia di sentirsi parte integrante di un gruppo.
Per quanto possano esistere individui più propensi alla vita solitaria, è indubbio il fatto che ogni essere umano necessiti di punti di riferimento e compagnia in alcune situazioni. Un po’ come gli animali che nel branco si sentono più forti.
Bisogni di autostima
Il quarto livello della piramide è costituito dai bisogni legati alla propria autostima.
Ciò ci fa ben intendere che si basi principalmente sull’esigenza di essere riconosciuti per le qualità personali, rispettati per ciò che si è e ciò che si fa.
In questo modo, si può ottenere la stima altrui, in diversi contesti della vita quotidiana, che vanno dalla vita lavorativa a quella privata. Di conseguenza, nello specifico questi bisogni si classificano secondo la loro intensità.
Bisogni spirituali
Nel momento in cui l’essere umano si sente realizzato da quasi ogni punto di vista, spesso sceglie ulteriori motivazioni.
Come molti di voi già sanno, la felicità non è duratura e proprio per tale motivo si cercano sempre degli elementi/obiettivi per raggiungere l’apice della serenità.
Pertanto, si entra in una dimensione quasi spirituale e si ha intenzione di primeggiare rispetto ad altri soggetti, ad esempio in termini di talento.
Tale esempio è visibile in particolar modo negli sportivi o comunque in tutti quei contesti dove è presente l’aspetto della competizione.
Tuttavia, Maslow parla di spiritualità anche in altri contesti, che abbracciano a pieno la coscienza dell’essere umano.
Solitamente, questa caratteristica è strettamente interconnessa alla voglia di sentirsi più che un semplice essere umano e di distinguersi secondo una serie di qualità, che possono essere l’altruismo, la saggezza, la voglia di collaborare e via dicendo.
Piramide dei bisogni utilità
A questo punto ci si chiede: qual è l’utilità della piramide dei bisogni?
Maslow ha voluto presentare questo sistema gerarchico per spingerci verso un processo di autoanalisi.
Studiando tale sistema, si ha modo di comprendere al meglio su quale stadio motivazionale siamo collocati.
Di conseguenza, riusciamo ad identificarci con un livello specifico e capire a cosa vorremmo ambire in un determinato momento della nostra vita.
Ovviamente, l’essere collocati in un dato livello non implica di certo il non essere in grado di spingerci verso bisogni più alti. Magari nel corso del tempo li testeremo e percepiremo quel senso di “impotenza”, dettato dalla voglia di ottenere tutto e subito.
Allo stesso tempo però, ci si ritroverà dinanzi al fatto che spesso non tutto ci è concesso in uno specifico momento.
Forse perché la realtà circostante non ce lo sta consentendo o più semplicemente non possediamo la giusta motivazione che ci spinge a proseguire con determinazione.
Fatto sta che la piramide dei bisogni di Maslow si è rivelata molto utile per tantissime persone, specialmente per coloro che tendono a non soffermarsi molto sui dettagli.
Ogni tanto, effettuare un po’ di introspezione è importante per comprendere se stessi ma anche gli altri.
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#SkinPositiveParty: BioNike e Glamour insieme per un evento molto speciale
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Macchie scure, vitiligine, acne e angiomi: inestetismi cutanei che a volte possono trasformarsi in problematiche da gestire. Ecco perché BioNike, che da sempre studia e realizza prodotti dedicati anche alla pelle più sensibile, ha deciso di creare una linea dedicata a chi desidera attenuare queste imperfezioni per mostrare una nuova parte di sé. Perché a volte il semplice fatto di poter attenuare le occhiaie con un velo di correttore è in grado di regalarci la spinta giusta per affrontare la giornata con un attitude completamente diversa.
Una sensazione di empowerment che tutte dovrebbero poter provare: ecco perché per presentare la nuova linea Defence Cover, BioNike e Glamour hanno invitato dodici fortunate lettrici a testare in prima persona correttori, fondotinta e cipria parte della collezione. Un appuntamento dedicato a scoprire la parte migliore di noi e ad enfatizzarne la bellezza grazie al workshop di sperimentazione teatrale che ha inaugurato la serata. Dopo l’iniziale timidezza le ragazze hanno rotto il ghiaccio grazie a esercizi dedicati a conoscere se stesse e le altre partecipanti in un modo aperto e privo di pregiudizi. Un percorso che le ha messe rapidamente a proprio agio, aiutandole a sentirsi accettate e tra amiche. Dopo l’esitazione iniziale, dovuta alla vulnerabilità di trovarsi tra sconosciute, la tutor ha chiesto a ognuna di esprimere con una parola il sentimento provato alla fine della lezione. Curiosità, allegria, tranquillità, gioia, accettazione delle differenze e racconto emozionale: ecco alcune delle sensazioni e delle parole chiave emerse dopo la sessione.
Successivamente è arrivato lo step tanto atteso: la lezione di make-up vera e propria durante la quale le invitate si sono davvero messe a nudo. Rimosso il trucco indossato fino a quel momento hanno testato i prodotti della linea Defence Cover sulla propria pelle nei tre tavoli suddivisi in base all’area di interesse, ognuno con un Make-up Artist dedicato. Perché acne, angioma e vitiligine necessitano di tecniche e prodotti diversi da imparare ad usare sapientemente. Ecco perché la presenza di un esperto a guidare le invitate nell’applicazione di correttori e fondotinta è stata fondamentale: destreggiarsi tra colori e texture non è facile e richiede anche la conoscenza della teoria della complementarità dei colori. Il verde cancella il rossore, il corallo neutralizza i toni bluastri di occhiaie e lividi, il viola contrasta il colorito giallo e spento.
Alla fine dell’evento le ragazze sono tornate a casa con una gift bag contenente prodotti e pennelli utilizzati nel corso della beauty masterclass ma non solo: hanno portato con se consigli, trucchi del mestiere e tanto incoraggiamento per sentirsi skin positive ogni giorno.
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Prima parte dell’intervista di Halsey per Paper Magazine
Nata come Ashley Nicolette Frangipane a Washington, New Jersey, l’ascesa di Halsey a star del pop è iniziata sui social media come tanti altri giovani magnati : MySpace, Tumblr, Youtube e Soundcloud. A quanto si dice, all’età di 14 anni aveva 14,000 amici su MySpace, e 16,000 iscritti al suo canale YouTube a 18, con cover acustiche di Taylor Swift e parodie di canzoni dei One Direction, connettendosi direttamente e profondamente con i suoi fan con quel tipo di candore, totale condivisione e immediatezza apparentemente fatta su misura per la serra di cultura giovanile dei social media. All’età di 20 anni, caricò la sua prima canzone originale ‘’Ghost’’ su SoundCloud, la quale andò immediatamente virale e le portò non meno di cinque etichette discografiche a bussare alla sua porta. Nel 2014 firmò con l’ Astralwerks, e rilasciò due inventivi concept albums, iniziando con il suo EP di debutto Room 93, e il suo album del 2015, Badlands, che incornicia racconti semi-autobiografici di giovane amore e sofferenza all’interno di una narrativa di fantascienza distopica. Il suo nuovo album Hopeless Fountain Kingdom, in classifica nella Billboard 200, è ugualmente ambizioso, usando la storia di Romeo e Giulietta come una metafora per il modo in cui la tua identità può stravolgersi all’interno di una relazione struggente. Halsey viene spesso paragonata a Lana del Rey, un’altra star nata sul web, a causa dei suoi arrangiamenti cinematografici, dei racconti di condannato romanticismo e grandioso melodramma. Tuttavia, dove Lana mitologa senza mai fuggire troppo lontano dai confini di un’estetica accuratamente preparata, Halsey rimane schietta, confessionale e ironicamente modesta, con un’autenticità emozionale non tipicamente sentita nella sua controparte contemporanea. Dire che Halsey lasci essere se stessa un libro aperto è una minimizzazione. Birazziale, femminista bisex che parla apertamente del suo disordine bipolare senza precauzioni o filtri, Halsey rappresenta un triumvirato di identità raramente viste nella Top 40. Ironicamente, [Halsey] è meglio conosciuta per il suo feature nella mega-hit iper convenzionale con i Chainsmokers ‘’Closer’’, ma con Hopeless Fountain Kingdom, tutto ciò sta per cambiare. Qui, parliamo alla cantante del suo nuovo album, la sua canzone d’amore gay ‘’Strangers’’, con la cantante delle Fifth Harmony Lauren Jauregui, e le ricompense e le insidie della vulnerabilità radicale. INT: Come il tuo primo album, Badlands, Hopeless Fountain Kingdom è un concept album con i suoi personaggi e il suo universo. Puoi parlarmi un po’ dell’ispirazione che c’è dietro al tuo ultimo disco? HALSEY: Badlands era un disco riguardante un posto, come lo sono tutti i miei dischi. Ero davvero, davvero davvero depressa quando stavo scrivendo Badlands, e non ero sicura di come sarei potuta scappare da quella mentalità perché quando sei depresso, a volte quello diventa il tuo identificatore. Sei la ragazza depressa. Quando vedi i tuoi amici, ti lamenti di come ti senti. Quando parli con i tuoi genitori, gli dici di quello che stai passando e la tua mancanza di motivazione o qualsiasi cosa. E poi l’idea di diventare felice- anche se è bella- è spaventosa. Perché se sei felice, allora chi diventi? Perché quello che tu sei è essere depresso. Capisci cosa intendo? INT: Ti caratterizza HALSEY: Si. Puoi sentire come se ti stesse definendo. Quindi Badlands parlava di un posto. Hopeless Fountain Kingdom è un po’ come un purgatorio. È un luogo in cui il fato è contro di te. Io e il mio innamorato veniamo da due mondi diversi. Non dovremmo stare insieme. Non potrebbe mai funzionare, ma in tutta la nostra fottuta giovane ignoranza sentiamo che siamo destinati a sconfiggere il destino e far funzionare il nostro amore. Alla fine scopriamo che dopo tutto il dramma, dopo esserci sentiti come se saremmo letteralmente morti l’uno per l’altro, che tutto quello necessario per far funzionare il nostro amore era semplicemente vivere l’uno per l’altro. INT: Parliamo di ‘’Strangers’’. È da pazzi pensare che la canzone potrebbe essere la prima franca canzone d’amore gay alla radio Top 40. Da due donne che sono effettivamente bisessuali. HALSEY: Quella canzone, come tante altre canzoni nel mio album, è semplicemente accaduta. Stavo attraversando un periodo particolare quando l’ho scritta. Le prime righe sono ‘’Lei non mi bacia più sulle labbra/perché è più intimo di ciò che lei pensa dovremmo essere’’ perché stavo pensando a questa persona con cui passavo il tempo. Facevamo sesso e andavamo a cena insieme e quelle cose lì, ma io mi chiesi, ‘’quando è stata l’ultima volta che ci siamo baciati sulla bocca? Non me lo ricordo neanche.’’ Originariamente dovevo cantare solo io, e poi ho fatto tipo ‘’No, questo deve essere un duetto.’’ Ho avuto delle difficoltà [con il duetto] per davvero molto tempo. Non ci posso mettere un ragazzo etero perché può cantare ‘’Lei non mi bacia più, qualunque cosa’’ ma non è la stessa cosa e non ci posso mettere una ragazza etero, perché allora diventa uno sfruttamento ed è strano e non ha senso. Il solo fatto che stavo avendo problemi a trovare delle donne gay nel mio campo per averle nella canzone… INT: Dice definitivamente molto sull’industria. HALSEY: E poi ho pensato a Lauren Jauregui, che è una mia amica, e la cosa migliore è che non è stato un compromesso. Non è stato tipo, ‘’Oh beh, Lauren è apertamente bi, quindi ci metteremo semplicemente lei’’. Rende la canzone migliore. La sua voce porta una prospettiva completamente nuova. È un’artista incredibile e il modo in cui ha reso molte delle melodie… l’ha davvero, davvero fatta sua. Sentivo che era la cosa giusta. INT: Che tipo di reazioni hai ricevuto? HALSEY: Le reazioni che stiamo avendo dai fans rendono la mia fottuta vita migliore. La quantità di ragazzi che mi hanno semplicemente mandato un messaggio dicendo ‘’grazie per questo’’… e lo capisco. Sono una giovane donna bisessuale e trovare quel tipo di rappresentazione nella musica è davvero complicato. Non vuoi essere limitato dal sentire musica a cui puoi relazionarti solo perché sei un fan della musica pop. La musica pop a volte può essere davvero selettiva. È un peccato che è così complicato per le minoranze o persone marginalizzate avere la stessa esperienza con la musica pop che hanno le persone etero o generalmente parte della maggioranza. Meritano la stessa esperienza con la musica pop. INT: Generalmente la cosa che più si avvicina alla rappresentazione gay che abbiamo nel pop sono canzoni cantate da donne etero, e più che altro parlano di andare a letto insieme per sperimentare… HALSEY: Oh, si. [Parlano della] bisessualità come un taboo. ‘’Non dirlo a tua mamma’’ o ‘’Non dovremmo farlo’’ o “ Sento che questo è sbagliato ma così giusto” INT: ‘’Al mio ragazzo non dispiacerà’’ HALSEY: Quella narrativa è così fottutamente dannosa per la bisessualità e al suo posto nella società. È qualcosa contro cui ho dovuto lottare per tutta la mia vita e qualcosa che ancora combatto. Su internet vedo ancora gente che scrive ‘’ È ovvio che Halsey dice di essere bisex. L’aiuterà a vendere i suoi album.’’ Non ho fatto coming out da musicista perché ero già allo scoperto quando ho iniziato a fare musica. Lo ero anche al liceo! Ero al liceo con gente che passandomi accanto per i corridoi mi chiamava ‘’lesbica’’, capisci quello che voglio dire? Era semplicemente parte della mia realtà. Era anche parte della mia ingenuità. Quando ho iniziato a fare musica, non ho pensato, tipo ‘’ Oh, beh le persone saranno cattive con me perché non sono etero.’’ BuzzFeed ha scritto questo articolo ed era tipo, ‘’ Halsey è davvero bisex? Perché quando si è esibita a i VMAs con i Chainsmokers, aveva i capelli lunghi. Lo ha fatto perché voleva che il pubblico la vedesse come etero?’’ INT: Sono sicuro che le tue etichette vengano molto controllate. HALSEY: È stato interessante per me, perché per una scrittrice lesbica, mi è sembrato davvero bi-fobico. È sembrato tipo, ‘’Non voglio accusarla perché è uscita con un ragazzo, o perché sta facendo questa collaborazione romantica con un ragazzo. E poi era tipo, ‘’ Beh, lei esce sempre con tutti questi ragazzi, quindi se li sta semplicemente scopando tutti o è solo tipo una Lez Bro*?’’ Ovviamente non lo ha detto con queste parole, ma ha davvero detto ‘’Lez Bro.’’ C’è bifobia da parte della comunità etero e dalla comunità LGBT. C’è mancanza di accettazione. Succede in TV quando la gente scrive di caratteri bisessuali che stanno attraversando una fase o che stanno avendo dei problemi. Fa parte di una trama su qualche tipo di crollo mentale o ribellione, e fa schifo. INT: E poi quando finisci per avere un ragazzo o una ragazza, è tipo ‘’Oh, finalmente hai preso la tua decisione.’’ HALSEY: Si. È tipo, ‘’ Oh, prima ero gay e adesso sono etero.’’ Beh, niente di tutto questo funziona così, perché puoi essere sposata con un uomo ed essere comunque una donna bisessuale. *Lez Bro = un uomo etero che ha relazioni molto intime ma non sessuali con donne gay Potete trovare l’intervista in lingua originale a questo link http://www.papermag.com/halsey-unfiltered-unafraid-and-out-of-this-world-2437563702.html
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Corpo a corpo
«UNcovered (con “UN” in maiuscolo, mi raccomando) è la sintesi di “covered” e “uncovered”. Il titolo esprime la mia intenzione di lasciare uno spazio ai soggetti fotografati all’interno del quale possano mostrare ciò che loro stessi vogliono rivelare. È una riflessione su intimità e accettazione, ma anche sul concetto di protezione, intesa in senso globale, visibile e invisibile». A parlare è Pierre Debusschere, fotografo di moda e beauty di fama internazionale (per Vogue Italia ha firmato diverse storie) che al Mad di Bruxelles ha recentemente inaugurato la sua prima esposizione personale (fino alla fine di settembre). In mostra 90 opere in cui il corpo viene reinterpretato, attraverso tecniche digitali inedite, come materiale pittorico ed emozionale.
Vogue Italia, agosto 2018, n.816, pag.87
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Frozen 2, i registi e le voci italiane sul film: “Raccontiamo donne forti e imperfette”
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Frozen 2, i registi e le voci italiane sul film: “Raccontiamo donne forti e imperfette”
Frozen 2, i registi e le voci italiane sul film: “Raccontiamo donne forti e imperfette”
Frozen 2, i registi e le voci italiane sul film: “Raccontiamo donne forti e imperfette”
Il 27 Novembre uscirà nelle sale Frozen 2 – Il segreto di Arendelle, atteso sequel sulle avventure dei personaggi che sei anni fa hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo e l’oscar al miglior film d’animazione. A presentarlo, per l’anteprima italiana, sono arrivati i registi Jennifer Lee e Chris Buck, il produttore Peter Del Vecho, le voci italiane di Anna e Olaf, Serena Rossi ed Enrico Brignano, e l’interprete del brano “Nell’ignoto”, Giuliano Sangiorgi.
La conversazione non poteva che iniziare con le ragioni dietro la scelta di realizzare un secondo capitolo, ed è la Lee ad aprire le danze dicendo che “con due protagoniste così affascinanti sapevamo di avere ancora tanto da dire, soprattutto in merito alle origini dei poteri magici di Elsa.
Frozen 2: tutto quello che sappiamo sul sequel
L’obiettivo è stato rimanere fedeli ai personaggi e aprire una finestra sul futuro di queste due sorelle dalla forza sorprendente. Potevano davvero arrivare ovunque”. “L’approccio – spiega Buck – è stato lavorare sull’idea di un secondo atto di un musical, dove nel primo avevamo costruito i personaggi e nel secondo li abbiamo approfonditi. Il divertimento non è mancato e la sfida di portare avanti la trama è stata entusiasmante e meravigliosa.”
Parte del fascino di Frozen (già nel capitolo originale, ma ancora di più in questo secondo episodio) è la bellezza dell’impianto scenografico e degli abiti disegnati per evidenziare le qualità di Elsa e Anna. “Fortunatamente possiamo vantare la collaborazione di un incredibile costumista e di una squadra incredibile che hanno creato pezzi eccezionali, tra cui quattro nuove versioni per entrambe le protagoniste. Per arrivarci abbiamo esaminato cento costumi, perché dovevano mostrare al pubblico quanto e come fossero maturate”.
Frozen 2: Elsa e Anna non sono perfette
Dal 2018 Jennifer Lee (prima regista di un film d’animazione della storia) è diventata direttrice creativa della Walt Disney Studios, sostituendo di fatto John Lasseter a capo della divisione e raccogliendone l’eredità. Sul suo ruolo ha confessato: “John mi ha accompagnato in questo viaggio e messo su un team fantastico, e nel tempo abbiamo cercato di aiutarci discutendo sul percorso migliore per i film e cercando di farlo più bello che potessimo. Lui stesso, prima di andare via, ci ha parlato del futuro e rispondendo alle nostre domande, e credo che la chiave sia proprio avere un rapporto stretto con tutti i creativi e i collaboratori.”
Sono molti i temi affrontati da Frozen 2 – Il segreto di Arendelle, che però sembra ribadire la centralità delle donne e un bisogno sempre più urgente di rappresentazione di genere. “Vedo l’animazione come un modo per entrare da un mondo all’altro”, spiega la regista, “E in questo mondo vogliamo mostrare l’amore tra sorelle, perché non esiste solo l’amore in senso romantico, ma anche quello familiare.
Penso che un altro punto importante del film sia il senso di responsabilità che queste due giovani donne a capo di un regno devono fronteggiare e portare sulle spalle. Per farlo devi essere sicuramente forte”. “Anna e Elsa hanno un’enorme eco nel mondo perché partono da due coscienze reali”, aggiunge Del Vecho, “Non sono perfette ma è chiaro che quel loro essere imperfette le rende più vicine al pubblico”.
Elsa gay? Al momento pensa alla sorella, al regno e ai suoi poteri
E che dire delle teorie e speculazioni sull’orientamento sessuale di Elsa, al centro di dibattiti da anni? La Lee prova a rispondere dicendo: “Sia nel primo capitolo che nel secondo abbiamo sentito la necessità di concentrarci su di lei come una donna in fase di scoperta e accettazione di sé. Che è già un percorso importante e faticoso. Sicuramente abbiamo sentito quelle voci sul fatto che Elsa fosse gay, ma al momento non pensavamo fosse pronta per nessun tipo di relazione amorosa. Per ora deve occuparsi della sorella, del regno e dei suoi poteri”.
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“Questa è una storia davvero potente. Da donna sono orgogliosa di poter raccontare ai più piccoli la forza, l’amore, i difetti e le fragilità di due giovani donne“, interviene Serena Rossi, la voce italiana della principessa Anna. “La cosa che mi commuove in cui credo è che l’amore può salvarci: quello per noi stessi e quello che ci viene dato dalle persone che abbiamo intorno. Ed è bello anche interrogarsi sul proprio passato, perché spesso siamo portati a guardare solo in avanti con tanta fretta, per farci capire chi siamo.”
Dell’esperienza con la Disney parla anche Brignano, interprete di Olaf: “Ci sono arrivato a per caso. Avevo doppiato un piccolo personaggio di Asterix e Obelix anni fa, poi mi chiesero di doppiare il pupazzo di neve in Frozen. All’epoca non sapevo nulla del lato emozionale di questo lavoro…tra il fare il provino e doppiare la parte è nata mia figlia Martina che mi ha completamente cambiato e stravolto. Sapevo che non era un provino per la Disney, ma per mia figlia. Era la testimonianza del lavoro destinato ad una bambina così piccola”.
Possiamo allora aspettarci, dopo Frozen 2, un Frozen 3, considerando che il successo di pellicole del genere è (quasi) una garanzia? “Ogni film del genere è una maratona. Siamo felici di arrivare alla fine e rilassarci”, commenta Buck sorridendo. “Dopo il primo c’è voluto un anno anche solo per pensare alla prossima storia. Posso dire che siamo innamorati del personaggi, e che potremmo riparlarne tra un anno”.
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Cecilia Strazza
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Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate. Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto. Che, con buona pace delle stronzate maschiliste, il pianto maschile in pubblico non soltanto è molto mascolino ma può anche farvi sentire bene. Che il sonno può essere una forma di fuga emozionale e che, seppur con un certo sforzo, si può abusarne. Che la privazione intenzionale del sonno può essere anch’essa una fuga dalla realtà di cui si può abusare. Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione dell’isolamento. Che alcune persone rubano davvero - rubano cose che sono vostre. Che le alleanze tra pochi e l’esclusione degli altri e i pettegolezzi possono essere una forma di fuga. Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida. Che costa fatica dedicare più di pochi secondi di attenzione a un qualsiasi stimolo. Che è statisticamente più facile liberarsi di una dipendenza per le persone con un Q.I.basso che per quelle con un Q.I. più alto. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. Che se il numero sufficiente di persone beve caffè in una stanza silenziosa, è possibile sentire il rumore del vapore che si leva dalle tazze. Che a volte agli essere umani basta restare seduti in un posto per provare dolore. CHE LA VOSTRA PREOCCUPAZIONE PER CIO’ CHE GLI ALTRI PENSANO DI VOI SCOMPARE UNA VOLTA CHE CAPITE QUANTO DI RADO PENSANO A VOI. Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d’ansia. Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro. Che la dipendenza è un disagio o una malattia mentale o una condizione spirituale (quando si dice « poveri di spirito » ) o una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo o un disturbo affettivo e del carattere. Che la maggior parte delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. CHE È SEMPLICEMENTE PIU’ PIACEVOLE ESSERE FELICI CHE INCAZZATI. Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura. Che ci vuole grande coraggio per mostrarsi deboli. Che non è necessario picchiare qualcuno anche se lo si desidera tantissimo. Che nessun signolo momento individuale è in sé per sé insopportabile. Che praticamente tutti si masturbano. E tanto, a quanto sembra. Che il cliché «Non so chi sono» sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere. Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura. Che “accettazione” è in genere una questione di fatica, più che altro. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che fare sesso con qualcuno per cui non provate nulla lascia una sensazione di solitudine maggiore che non farlo affatto, dopo. Che è consentito volere. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi da tutti gli altri. Che questo non è necessariamente perverso.
David Wallace
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