#abilmente
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#ricordatevi che quando in preda alla disperazione agli esami scritti fate una domanda a* pover* assistenti#ecco quando non vi rispondono è sia perché dovete sapere voi la risposta quindi che cazzo chiedete <3#e poi perché magari manco loro la sanno#rip tizia che mi ha chiedo una roba super specifica sul trattato di Maastricht ma che è signora mia si mangia?#ma con un sorriso da Gioconda che ammoniva la poveretta facendole capire che non avrei potuto rispondere ho camuffato abilmente il fatto che#comunque non avrei saputo rispondere#e questo grazie anche alle mie due lauree che mi permettono di improvvisare al meglio anche in situazioni tese#in my macellaio del meme di che cazzo ne so scusi era#rip anche signora che non sapeva le cd generazioni dei diritti un kis :’)
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cose che mi rendono felice: abilmente a milano, piena di colori, di artisti, di cose creative e molly che mi supplica per un po' di cibo.
spoiler: aveva appena mangiato
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Io sono un piccolo mondo fatto abilmente di elementi e uno spirito angelico.
J. Donne
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Non posso dire che la stagione 7B non mi piaccia, trovo che qui siamo stati defraudati da qualcosa di magico!!!!
Legami di sangue
Capitolo 24
«Non dirò che non m’importa di quello che è successo, perché mentirei. E non dirò che non scatenerò il caos, per questo, perché è probabile che lo farò. Ma ti dirò che non c’è niente in questo mondo, o in quello che verrà, che possa allontanarti da me... o che possa allontanare me da te.» Sollevò un sopracciglio. «Ti trovi in disaccordo?» «Oh, no», dissi, ardente. Prese un altro respiro, e abbassò appena le spalle. «Be’, meglio così, perché non sarebbe un bene, per te. Un’ultima domanda», aggiunse, «sei mia moglie?» «Certo che lo sono», gli risposi, attonita. «Come potrei non esserlo?» A quelle parole, il suo viso cambiò; inspirò profondamente e mi prese tra le braccia. Io lo strinsi, forte, e insieme ci lasciammo andare a un enorme sospiro, e ci tranquillizzammo, la sua testa che si chinava sulla mia. Mi baciò i capelli, e io girai la faccia verso la sua spalla, la bocca aperta sulla scollatura della camicia aperta, le ginocchia di entrambi che cedevano lentamente, in preda a un sollievo reciproco. Un attimo dopo eravamo in ginocchio nella terra appena rivoltata, aggrappati l’una all’altro, radicati come un albero, senza foglie e con tanti rami, ma con un unico tronco molto solido. E arrivarono le prime gocce di pioggia. Il suo viso era aperto, adesso, e i suoi occhi erano di un blu limpido, senza preoccupazioni... per il momento, almeno. «Dove possiamo trovare un letto? Ho bisogno di stare con te nudo.» La sua proposta mi trovò perfettamente d’accordo, ma la domanda mi colse alla sprovvista.
…….
«Troverò un posto.» Con un calcio sonoro aprì la porta del nuovo capanno degli attrezzi, e all’improvviso ci ritrovammo immersi in un’oscurità striata di luce, che odorava di tavole scaldate dal sole, di terra, di acqua, di argilla umida e di piante. «Cosa... qui?» Era chiarissimo che non stava cercando un po’ di intimità per altre domande, per discussioni o rimproveri. A tal riguardo, la mia domanda suonò parecchio retorica. In piedi, mi fece girare e cominciò a slacciarmi il corsetto. Sentii il suo alito sul collo nudo, e mi venne la pelle d’oca. «Sei...» cominciai, solo per essere interrotta da uno conciso «Shhh». Tacqui. E sentii quello che aveva sentito lui: i Bartram, che conversavano tra loro.
Erano a una certa distanza, sulla veranda posteriore della casa, immaginai, riparata dal sentiero lungo il fiume da una spessa siepe di tassi inglesi. «Non possono sentirci», dissi, anche se abbassai la voce. «Basta parlare», sussurrò lui e, chinandosi in avanti, mi morsicò delicatamente la carne del collo ora esposta. «Shhh», fece ancora, ma dolcemente. In realtà non avevo detto niente, e il suono che avevo emesso era troppo acuto per attirare l’attenzione di una creatura che non fosse un pipistrello di passaggio. Espirai vigorosamente dal naso, e lo sentii ridacchiare con la gola. Un risolino basso, profondo. Il corsetto si aprì, e l’aria fresca attraversò la mussolina umida della sottoveste. Si fermò, una mano sui nastri delle sottogonne, mentre l’altra mi sollevava delicatamente un seno, pesante e libero, e il pollice mi accarezzava il capezzolo duro e tondo come il nocciolo di una ciliegia. Emisi un altro suono, questa volta più basso. Pensai che era una fortuna che fosse mancino, perché era con la sinistra che stava slacciando abilmente i nastri delle sottogonne. Queste caddero in mucchio frusciante attorno ai miei piedi, e d’un tratto – mentre la sua mano sinistra mi sollevava il seno e la sottoveste saliva alle orecchie – ebbi una visione del Giovane Mr Bartram che all’improvviso decideva di aver bisogno di invasare una partita di pianticelle di rosmarino. Probabilmente lo shock non l’avrebbe ucciso, ma... «Se dobbiamo essere puniti», disse Jamie, che evidentemente mi aveva letto nel pensiero, dal momento che mi ero girata e mi stavo coprendo le parti intime come la Venere del Botticelli, «allora ti prenderò nudo.» Con un sorriso si tolse la camicia sporca di terra – la giacca se l’era levata quando mi aveva presa – e si calò i calzoni senza fermarsi a sbottonare la patta. Era abbastanza magro da poterlo fare: i calzoni gli stavano appesi alle anche, e non gli cadevano per miracolo; e intravidi l’ombra delle costole sotto la pelle, quando si chinò per sfilarsi le calze. Si tirò su, e gli misi una mano sul petto. Era umido e caldo, e sotto il mio tocco vidi rizzarsi i pelli rossastri. Sentii il suo profumo caldo, avido, nonostante l’odore agricolo del capanno e il perdurante tanfo di cavolo. «Non così in fretta», sussurrai. Emise un verso scozzese, interrogativo, tese le braccia verso di me e io affondai le dita nei muscoli del suo petto. «Voglio un bacio, prima.» Mise la bocca sul mio orecchio, e le mani sulle mie natiche. «Credi di essere nella posizione di avanzare richieste?» mormorò, stringendo la presa. Non potei non cogliere il tono pungente di quella domanda. «Sì, maledizione», dissi, spostando la mia mano un po’ più in basso. Lui non attirerebbe mai i pipistrelli, pensai. Eravamo occhi negli occhi, avvinghiati, respiravamo l’una il respiro dell’altro, così vicini da vedere le più piccole sfumature di espressione, nonostante la luce debole. Notai quanto fosse serio, al di sotto delle risate... e capii che la sua spavalderia celava un dubbio. «Sono tua moglie», gli sussurrai, sfiorando le sue labbra con le mie. «Lo so», disse sommessamente, e mi baciò. Teneramente. Poi chiuse gli occhi e mi passò le labbra sul viso, senza baciarmi, ma tastando i contorni di zigomo, sopracciglio, mascella, e la pelle morbida sotto l’orecchio. Cercava di conoscermi di nuovo al di là della pelle e del respiro, di conoscermi fino al sangue e alle ossa, fino al cuore che batteva là sotto. Emisi un piccolo verso e cercai la sua bocca con la mia, premendomi contro di lui, i nostri corpi nudi freschi e umidi, i peli che raspavano dolcemente, e la deliziosa solidità di lui che rotolava tra di noi. Ma non si lasciò baciare. Afferrò i miei capelli legati, alla base del collo, mise la mano a coppa attorno alla mia nuca, mentre con l’altra giocava a mosca cieca.
Un rumore sordo, seguito da un tintinnio; indietreggiando, ero finita addosso a una panchina per l’invasamento, e avevo fatto vibrare un vassoio di minuscoli vasetti; le foglie speziate del basilico dolce stavano tremando, agitate. Jamie spinse il vassoio da una parte, poi mi afferrò per i gomiti e mi sollevò, facendomi mettere sulla panchina. «Adesso», disse, senza fiato. «Devo averti adesso.» Mi prese, e io smisi di preoccuparmi del fatto che potessero esserci delle schegge. Lo avvolsi con le gambe, e lui mi fece sdraiare e si chinò sopra di me, le mani appoggiate alla panca, con un verso a metà tra l’estasi e il dolore. Si mosse lentamente, dentro di me, e io ansimai. Il ticchettio della pioggia sul tetto di lamiera lasciò il posto a un rumore assordante, che copriva qualunque verso uscisse dalla mia bocca – ed era una buona cosa, pensai confusa. L’aria era più fresca, ma anche umida; i nostri corpi erano scivolosi, e si sprigionava un calore bruciante laddove la carne toccava altra carne. I suoi movimenti erano lenti, deliberati, e io inarcai la schiena, incitandolo. Per tutta risposta, lui mi afferrò per le spalle, si chinò di più e mi baciò con delicatezza, muovendosi appena. «Non lo farò», sussurrò, e tenne duro quando mi opposi, cercando di spronarlo a quella reazione violenta che desideravo, e di cui avevo bisogno. «Non farai che cosa?» Stavo ansimando. «Non ti punirò», disse, talmente piano che lo udii a malapena, nonostante fosse sopra di me. «Non lo farò, hai capito?» «Non voglio che tu mi punisca, bastardo.» Grugnii per lo sforzo, e sentii scricchiolare l’articolazione della spalla quando provai a liberarmi dalla sua stretta. «Voglio che... Dio, lo sai che cosa voglio!» «Aye.» La mano sinistra lasciò la spalla e scese ad afferrarmi una natica, toccando la carne nel punto in cui eravamo uniti, tesa e scivolosa. Emisi un piccolo verso di resa, e sentii cedere le ginocchia. Lui si tirò fuori, e poi mi penetrò ancora, con tanto vigore da strapparmi un piccolo, acuto grido di sollievo. «Chiedimi di venire nel tuo letto», disse, senza fiato, le mani sulle mie braccia. «E io verrò da te. A tal riguardo, verrò che tu me lo chieda o no. Ma ricorda, Sassenach: io sono il tuo uomo. Sono io che decido come servirti.» «Fallo», dissi. «Ti prego, Jamie. Voglio che tu lo faccia!» Mi afferrò il sedere con entrambe le mani, con tanta forza da lasciarmi dei lividi, e io inarcai la schiena, spingendo il pube verso di lui, mentre tentavo di afferrarlo, le mani che scivolavano sulla sua pelle sudata. «Dio, Claire. Ho bisogno di te!» La pioggia picchiettava forte sul tetto di lamiera, ormai, e un lampo cadde vicino a noi, bianco-blu, dal pungente odore di ozono. Lo cavalcammo insieme, inforcandolo, accecati dalla sua luce, senza fiato, mentre il tuono rombava nelle nostre ossa.
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Ci sono persone che sai di conoscere da ogni tempo.
E tutto il tempo fin lì si dimostra una fune di giorni
abilmente intessuta da mano superiore.
Ogni movimento del corpo,
compreso il preciso alternarsi dei ventricoli del cuore,
come remi sapientemente immersi nell’acqua seguendo la direzione di una scia predefinita e sfolgorante.
Ogni alito di vita, ogni respiro,
come aloni lasciati su un vetro a disegnare il percorso scintillante per raggiungerlo.
Non devi fare nulla.
È tutto lì davanti a te.
In quel corpo che senti tuo come se avessi già trascorso altre vite usandolo.
Roberta De Santis
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⚡LUCCA COMICS 2024: GLI ANNUNCI DI J-POP MANGA
Senpai in an Otokonoko e Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian arrivano in Italia anche formato fumetto!
Dopo le novità targate Crunchyroll, ecco quelle di casa J-POP Manga arrivate fra sabato e domenica al Lucca Comics & Games 2024. Poche, ma buone dai.
Come sempre, applaudo quando ci si affetta a portare le versioni cartacee di opere appena animate e Senpai in an Otokonoko e Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian sono apprezzabili come scelte; hanno pure entrambe dei sequel già confermati. Approved!
LOVE IS AN ILLUSION! di Fargo
Dalla Corea arriva un altro grande successo di Lezhin dopo BJ Alex e Killing Stalking
Hye-sung ha trascorso tutta la sua vita credendo di essere un Alpha dominante, la migliore combinazione genetica che gli potesse capitare. Il suo mondo, però, si capovolge quando scopre di non essere un Alpha, bensì un umile Omega! A complicare le cose, un movimentato incontro con Dojin, Alpha che non sopporta gli Omega, farà crollare definitivamente ogni sua certezza. I due litigano in continuazione e sembra siano caratterialmente incompatibili ma… la loro chimica è incredibile. Sarà davvero solo colpa dei feromoni?
10 volumi - Serie conclusa
LA MIA SENPAI È UN RAGAZZO di Pomu
La serie finalista ai Next Manga Award 2021 con adattamento animato in streaming su Crunchyroll!
Sin da piccolo, Makoto Hanaoka ha sempre adorato cose considerate “da bambine”, nonostante la disapprovazione della madre. Ormai consapevole che la società si aspetta altro da un ragazzo, ora che frequenta il liceo si limita ad esprimere la sua vera indole a scuola, dove indossa una divisa femminile e una parrucca dai capelli lunghi. Un giorno riceve la confessione amorosa da parte di una compagna, Saki Aoi, che si è innamorata di lui avendolo scambiato per una donna. Anche dopo aver chiarito il malinteso, Saki non si rassegna e desidera comunque avvicinarsi al senpai. Ma Makoto è nel cuore anche di Ryuji Oga, suo amico d’infanzia, per il quale questa attrazione è però ancora un segreto da custodire. Traendo energie positive da questo insolito triangolo, Makoto troverà gli stimoli per accettare se stesso e sopportare il peso delle aspettative riposte su di lui.
9 volumi – Serie in corso
LA TOMBA DEL FARAONE di Keiko Takemiya
Per la prima volta in traduzione italiana un altro capolavoro dell’autrice de Il poema del vento e degli alberi e Verso la Terra!
Dopo quattromila anni di civiltà, l’antico Egitto entra in un periodo di guerra e caos. La regione di Esteria, viene invasa e distrutta dal Paese vicino, Urjna, e dal suo faraone, Sneferu. Il principe Sariokis giura di vendicarsi di Sneferu e di vendicare Esteria. La tomba del faraone è l'opera che ha portato Keiko Takemiya al successo nel 1974, due anni prima di pubblicare Il poema del vento e degli alberi.
4 volumi – Serie conclusa
FIREFLY WEDDING di Oreco Tachibana
Lo shojo del momento, candidato ai Kono Manga ga Sugoi!, Kodansha Manga Award, Next Manga Awards
Epoca Meiji. Satoko è nata baciata dalla fortuna: è bellissima, ricca di famiglia e il suo unico desiderio è quello di sposarsi con un buon partito. Tutto potrebbe andare per il verso giusto se non fosse che un giorno, all’improvviso, un uomo misterioso cerca di ucciderla. Per salvarsi, Satoko fa al suo assassino una proposta di matrimonio…
4 volumi – Serie in corso
ALYA SOMETIMES HIDES HER FEELINGS IN RUSSIAN di Sansan Sun, Tenamachi Saho
La serie romcom da cui è stato tratto l’anime di successo su Crunchyroll!
La fredda e affascinante Alya, di origini giapponesi e russe, è una delle ragazze più popolari della scuola. Il suo compagno di banco, Masachika Kuze, è invece un ragazzo nerd e appassionato di anime. Alya, innamorata di Kuze, di tanto in tanto gli mormora delle dolci frasi in russo, certa di non essere capita. Ma quello che Alya non sa è che il suo amato, grazie alla passione del nonno per la lingua russa, capisce perfettamente le sue parole e finge abilmente il contrario!
5 volumi – serie in corso
VEIL di Kotteri
“Lui”, un agente di polizia, è in servizio quando incontra per caso una ragazza per strada. “Lei”, che non vede, cammina reggendo un bastone ed è in fuga da una città lontana. Quando lei dice di essere in cerca di un lavoro, lui la assume come centralinista alla stazione di polizia… inizia così la loro vita insieme. Una storia carica di mistero ed eleganza, illustrata interamente a colori da Kotteri!
6 volumi – Serie in corso
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Autore: SilenziO))) Se usate Twitter, mi trovate lì!
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Fonte: [comunicato stampa]
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MARXISMO, CAPITALISMO E FRATTAGLIE
Il marxismo non è morto, ma afferma i suoi presupposti materialisti ed egualitari nel peggior Capitalismo.
Nato come metodo di analisi del capitale e del modo di produzione, assume sin dall’inizio i presupposti dell’homo oeconomicus sui quali la borghesia ha costruito l’immaginario antropologico del Capitalismo.
Il metodo hegeliano alla base del marxismo, svuotato dal suo richiamo trascendente con il contributo di Feuerbach, è usato abilmente per tratteggiare l’uomo-massa orizzontale e livellato che ritroviamo oggi alla base delle società a Capitalismo avanzato.
L’antropologia marxista è, dopo le “correzioni” operate dalla Scuola di Francoforte, ancora oggi il punto di riferimento per la sociologia e la psicologia aziendale americana ed occidentale.
Il bisogno è ciò che muove l’uomo e la soddisfazione e l’appagamento dei desideri la sua meta esistenziale.
Di qui una visione internazionalista capitalmarxista che oggi sembra inarrestabile e che ha bisogno di un Nemico Atemporale da mostrare come il Male eterno ed assoluto che minaccia il Bene.
L’antifascismo diventa quindi una categoria morale buona per tutti gli usi, a prescindere dalla sua storicizzazione, e può utilmente indicare chiunque si opponga alla riduzione dell’Uomo ad oggetto di consumo e di mercificazione.
Il perenne ricorso a questa categoria, quasi ridicolo dal punto di vista logico, è oggi utilizzato per difendere rendite di posizione in ambito accademico, giornalistico e di gruppi di potere che strumentalmente ne individuano le potenzialità ricattatorie nei confronti di ogni ipotesi di cambiamento e di circolazione delle élite.
Con buona pace della stupida e trinariciuta massa di manovra.
-Kulturauropa
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Se pensi sia più “Spirituale” andare in bici o con i mezzi pubblici a lavoro, ma poi ti trovi a giudicare coloro che vanno in macchina, sei caduto in una trappola dell’ego.
Se pensi sia più “Spirituale” smettere di guardare la TV perchè annulla il cervello, ma poi ti trovi a giudicare coloro che ancora la guardano, sei caduto in una trappola dell’ego.
Se pensi sia più “Spirituale” evitare di leggere quotidiani e riviste di gossip, ma poi ti trovi a giudicare coloro che li leggono, sei caduto in una trappola dell’ego.
Se pensi sia più “Spirituale” ascoltare musica classica o i suoni della natura, ma poi ti trovi a giudicare chi ascolta la musica commerciale, sei caduto in una trappola dell’ego.
Se pensi sia più “Spirituale” diventare vegetariano, comprare cibi bio, praticare yoga e meditare, ma poi ti ritrovi a giudicare coloro che non fanno tutte queste cose, sei caduto in una trappola dell’ego.
Bisogna sempre stare attenti al sentimento della “superiorità”. Esso è infatti l’indizio più importante che abbiamo per capire che stiamo incorrendo in una trappola dell’ego. L’ego si nasconde abilmente in pensieri nobili come quello di iniziare una dieta vegetariana o usare la bicicletta per poi trasformarsi in senso di superiorità nei confronti di coloro che non seguono lo stesso percorso “spirituale”.
Moji
#mooji#frasi forza#amarsi#tumblr#coraggio#amore tumblr#resilienza#spiritualità#universo#amore#frasi tumblr#amore eterno#amoreeee#amore puro#forza e coraggio#ego#egocentrismo
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Come la storia ha trattato male il dodo
Storia e arte di Mikel Angelo Francisco
Quando si tratta di specie che sono state denigrate e maltrattate dalla storia, poche, se non nessuna, possono essere paragonate al dodo (Raphus cucullatus). L'ultimo avvistamento confermato di questo uccello risale al 1662—meno di 100 anni dopo che i marinai olandesi invasori avevano notato per la prima volta la sua esistenza sull'isola africana di Mauritius. Col tempo, l'uccello incapace di volare è diventato il simbolo sfortunato del fallimento evolutivo. La sua reputazione di essere terribilmente inadatto alla sopravvivenza ha cementato il suo posto nella cultura popolare e nel lessico del mondo anglofono come simbolo di obsolescenza ("morto come un dodo") e pura stupidità ("stupido come un dodo").
Per secoli, la narrazione dominante sul dodo era che fosse comicamente goffo, grasso, e inadatto a sopravvivere in un mondo dominato dagli umani. Supponendo che fosse così, la sua incapacità di volare lo rendeva una preda facile per i coloni europei, che lo portarono rapidamente all'estinzione.
Ma recenti studi suggeriscono che fosse agile e capace, muovendosi abilmente tra alberi e rocce con forti gambe. Aveva un buon senso dell'olfatto e potrebbe essere stato intelligente quanto un piccione. La stupidità non ha condannato il dodo; gli umani sì. Fu la caccia, insieme all'introduzione di specie invasive come i ratti, i gatti e i maiali che rovinò il suo habitat e distrusse il suo cibo.
Questo solleva la domanda: come abbiamo fatto a sbagliare così tanto sul povero dodo?
Dopotutto, questa specie non è come i dinosauri non aviari, scomparsi milioni di anni fa, di cui non abbiamo mai visto uno dal vivo nel contesto geologico. Di fatto, il dodo è uno degli esempi più celebri di una specie la cui scomparsa si è svolta sotto i nostri occhi. Sicuramente, qualcuno con un pennino e un pezzo di carta avrebbe potuto registrare come apparisse e si comportasse un dodo vivo, giusto?
La risposta, ovviamente, è no. Sfortunatamente, l'accuratezza delle loro rappresentazioni lasciava molto a desiderare, per usare un eufemismo.
Curiosamente, Carl Linnaeus stesso propose un nome binomiale per il dodo: Didus ineptus ("dodo stupido"), che risultava terribilmente adatto.
Inoltre, vale la pena notare che quando il dodo scomparve, non avevamo ancora standardizzato come categorizzare gli esseri viventi. Ciò significava anche che nessuno aveva lavorato con un esemplare tipico —un "punto di riferimento" accettato per descrivere i tratti fisici del dodo.
In aggiunta, il dodo morì durante un periodo anomalo nella storia scientifica: non solo la tassonomia moderna non esisteva ancora, ma anche la nostra comprensione dell'estinzione—di come l'intera popolazione di una specie potesse cessare di esistere—era ancora un concetto nuovo.
A un certo punto, le persone dubitarono persino dell'esistenza reale del dodo, e questo divenne associato a creature mitologiche come il grifone e la fenice dell'antichità mitologica.
Con tutte queste considerazioni, un team di ricercatori britannici ha affrontato il compito (anche se inevitabile) di districare i nodi della nomenclatura del dodo. Questo processo ha comportato l'esame di circa 400 anni di letteratura, nonché di documenti sul dodo. Pubblicarono il loro studio nello Zoological Journal of the Linnean Society.
Nel loro articolo, confermarono che il dodo e il suo più stretto parente estinto, il solitario di Rodrigues (Pezophaps solitaria), appartenevano alla stessa famiglia dei piccioni e delle colombe (Columbidae).
Non è solo una questione di pedanteria scientifica: studiare la storia del dodo può chiarire il suo ruolo nell'ecosistema di Mauritius, il che fornisce informazioni utili per la conservazione degli habitat e delle specie.
Questo può salvare altre specie dall'estinguersi come il... tu sai. (Ancora deluso.)
(via Il Dodo non era così stupido come pensavamo)
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Abito da cocktail con scollo a V: la fusione perfetta di eleganza e sex appeal
In un banchetto abbagliante, un abito adatto ti aggiungerà senza dubbio molto fascino. L'abito da cocktail con scollo a V, con il suo design unico e il suo temperamento elegante, è diventato la prima scelta di molte donne. Questo vestito non solo mostra l'eleganza femminile , ma integra anche abilmente elementi sexy per farti distinguere dalla massa.
Gli abiti da cocktail con scollo a V sono ugualmente diversi nelle scelte di colore. Che si tratti del classico bianco e nero o del rosso e blu brillante, possono mostrare temperamenti diversi. Puoi scegliere il colore giusto in base al tono della tua pelle e alle tue preferenze , il che rende questo vestito il migliore per te.
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#eyewear#otticastrologo#rome#onlythebesteyewear#designeyewear#japan#handcrafted#handmade#fashion#akoni
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ieri siamo andate ad Abilmente, ci siamo scofanate un botto di lasagne, siamo andate al centro commerciale e mia mamma ha fatto i video tutorial per chi vuole cominciare a ricamare ♥️
#ragazza cute™ chronicles#una giornata tra ragazze#se volete imparare a ricamare vi mando i video <3
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FREUD ERA UN CIALTRONE
Le teorie di Freud sono state ampiamente criticate come non scientifiche, e il trattamento dei disturbi mentali si è sempre più rivolto ai farmaci psicotropi e a terapie efficaci come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). L'impatto di Freud sul pensiero del XX secolo è innegabile, ma ha sbagliato quasi tutto. Crews ha avuto accesso a materiali non disponibili ai biografi precedenti. La vasta corrispondenza iniziale tra Freud e la sua fidanzata, Martha Bernays, è stata rilasciata solo di recente e rivela molto sui difetti di carattere di Freud, le sue attitudini sessiste e il suo uso regolare di cocaina. Freud era formato come scienziato, ma si è allontanato, seguendo intuizioni selvagge, scendendo volontariamente nella pseudoscienza, coprendo i suoi errori e stabilendo un culto della personalità che è sopravvissuto a lungo dopo di lui. Il suo lavoro scientifico iniziale era disordinato e mancava di approfondimento. Ha "criticato abilmente le conclusioni premature raggiunte da altri ma non ha mai testato in modo cruciale nessuna delle sue ipotesi". Era pigro, riluttante a raccogliere prove sufficienti per assicurarsi che una scoperta non fosse un'anomalia; generalizzava da casi singoli, usando persino se stesso come caso unico. In un primo articolo, "On Coca", ha dimostrato scarsa erudizione, omettendo riferimenti cruciali, citando riferimenti da un'altra bibliografia senza leggerli e commettendo errori grossolani (sbagliando nomi, date, titoli e luoghi di pubblicazione). Trattava ricchi mondani viziati. Il suo atteggiamento verso di loro era cinico; fornivano una fonte costante di reddito non guarendo, e in un caso tornò di corsa a vedere un paziente per paura che potesse guarire in sua assenza. Aveva poca simpatia per i suoi pazienti; disprezzava attivamente la maggior parte delle persone, specialmente quelle delle classi sociali inferiori. Era un misogino che credeva che le donne fossero biologicamente inferiori. Trattava sua moglie in modo abominevole. Poche delle sue idee erano originali. Plagiava. Prendeva idee dai rivali ma poi le retrodatava e le trattava come proprie. I suoi debiti verso gli altri erano inizialmente riconosciuti, ma "eventualmente soppressi a favore dell'appeal specioso all'esperienza clinica." Era "attivamente evasivo, malizioso e disonesto" nel coprire i suoi errori. Crews riporta molti casi in cui riscriveva la storia, cambiando la narrazione per mettersi in una luce migliore. Inventava cose al momento, cambiando costantemente le sue teorie e metodi senza fare alcun reale progresso verso un trattamento efficace. Se un paziente non era d'accordo con la sua interpretazione ("No, non sono innamorato di mio cognato."), ciò rafforzava solo la sua convinzione di avere ragione. Violava la riservatezza dei pazienti. Se un ex paziente migliorava dopo aver lasciato il suo trattamento, se ne prendeva il merito. Era cieco ai pericoli del bias di conferma.
I redattori delle lettere di Freud e altri documenti erano membri del suo culto e erano disonesti. Il confronto con i documenti originali mostra che cambiavano parole e omettevano passaggi che pensavano lo avrebbero fatto sembrare male. Hanno "nascosto sotto il tappeto le prove più incriminanti." Per esempio, "Delle 284 lettere che Freud scrisse a Fliess, solo 168 erano rappresentate, e tutte tranne 29 subirono alterazioni diplomatiche e spesso silenziose." Uno dei casi fondamentali della psicoanalisi, il prototipo di una cura catartica, fu il caso "Anna O" riportato in un libro di Breuer e Freud. Dissero che era guarita dopo il trattamento di Breuer, ma non era vero. Infatti, peggiorò e fu ricoverata in ospedale. Dopo aver lasciato il trattamento psicoanalitico, migliorò da sola e alla fine condusse una vita di successo come attivista contro il commercio sessuale. (Questo fu interpretato in termini psicoanalitici come un mezzo per desiderare inconsciamente di impedire a sua madre di avere rapporti sessuali con suo padre!) Probabilmente non aveva nemmeno una malattia psichiatrica, ma piuttosto una fisica, neurologica, e molti dei suoi sintomi più inquietanti furono causati dalla dipendenza da morfina che Breuer le aveva inflitto. L'interpretazione del caso da parte di Freud contraddiceva i fatti: o stava mentendo o esprimeva un suo delirio. Trovò il suo vero mestiere come narratore, usando aneddoti dalla sua storia clinica per illustrare come la sua mente fosse "guarita" dalla confusione sull'origine dei sintomi misteriosi. Descriveva avventure dell'intelletto. Il suo orientamento era più letterario che scientifico. Crews dice: "Freud era una sorta di specialista nel cogliere preziose ammissioni da persone che non potevano essere raggiunte per verifiche." La sua "pratica standard era quella di diffamare i suoi ex associati non appena ponevano un ostacolo ai suoi obiettivi."
testo tradotto da chatgpt (se volete la versione originale in inglese è questo il sito)
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È urgente attivare una rete di solidarietà per garantire cure e assistenza ai poveri bambini ucraini che verranno mutilati dalle mine che gli abbiamo spedito e poi abilmente seppellite dai loro genitori.
Paolo SavonaRola
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