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#Tazza di caffe
ilsilenteloquaceblog · 4 months
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— Le sue mattine cominciavano sempre
allo stesso modo ma non proseguivano mai
in maniera identica.
L’appuntamento fisso era la colazione…
per lei un rituale, fatto da due fette di pan carrè
tostato, burro e marmellata…
RIGOROSAMENTE DI FRAGOLA,
quindi il “suo cappuccino”…
una tazza di latte d’avena schiumato,
appena macchiato di caffe.
Nel mentre, lo sguardo fisso sul cellulare…
in attesa d’un Suo messaggio,
il Suo “buongiorno”…
ancor meglio se seguito da quel “PUOI?”
che si trasformava subito in una telefonata […]
Il Silente Loquace ©
— @ilsilenteloquaceblog
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colorfulprincewombat · 9 months
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I tuoi pensieri immersi in una tazza di caffe .... i tuoi sogni i tuoi desideri .... le tue voglie ad occhi chiusi ... con chi nel cuore hai .... ma non vicino a te .... ti mordicchi le labbra piene di caffe ... i tuoi seni si irrigidiscono ... ti sfiori ed e' come se lui fosse li .. presente che ti guida le mani a soddisfare i tuoi sogni ....
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smokingago · 1 year
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Ti alzi...e ancora con gli occhi gonfi di sonno automaticamente ti dirigi in cucina per deglutire il tuo caffe'...e nemmeno fosse linfa vitale ...inizi a svegliarti.
Il sole del nuovo giorno inizia ad illuminare le tue stanze e tutto si fa' piu' nitido.
Poi un giorno non e' piu' cosi'...stessi movimenti,stesso caffe', stessa tazza...ma niente luce...tutto rimane offuscato.
Cio' che il giorno prima riluceva,
oggi sono oggetti deformi,
persone che muovono ritmicamente le labbra per dirti poi chissa' che cosa.
Cos'e' successo...cos'e' che esula dalla mia volonta'...chi mi ha spento...
Credo che un po' tutti attraversiamo momenti cosi' nell'arco della nostra vita, un po' per le delusioni, un po' per stanchezza, un po' per incomprensioni ed eventi disattesi....
pazienza...non ci resta da fare altro se non ritrovare quel benedetto interruttore che all'improvviso indipendentemente da noi si spegne e va' a nascondersi chissa' dove...
Lorena Gatta
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scontomio · 2 months
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💣 Splendid Caffè Macinato Gusto Classico per Moka - Miscela Aromatica 🤑 a soli 25,99€ ➡️ https://www.scontomio.com/coupon/splendid-caffe-macinato-gusto-classico-per-moka-miscela-aromatica/?feed_id=259399&_unique_id=66a3993aae936&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=Splendid%20Caff%C3%A8%20Macinato%20Gusto%20Classico%20per%20Moka%20-%20Miscela%20Aromatica Splendid - Caffè Macinato Gusto Classico è una miscela di caffè torrefatto e macinato, che offre un'esperienza di gusto intensa. Dal caratteristico aroma pieno e dal gusto rotondo, questo macinato di caffè è perfettamente bilanciato e ideale per la colazione o per una pausa rigenerante durante la giornata. Preparato appositamente per la Moka, ogni tazza di questo caffè ti regalerà una crema dorata e un sapore intenso. Goditi ogni sorso di questa prelibatezza per un'autentica esperienza caffè. #coupon #splendid #caffemacinati #offerteamazon #scontomio
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fafos · 8 months
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DO YOU WANT A MALAYSIAN COFFEE ? - AVETE MAI ASSAGGIATO UN CAFFE' MALESE ? (eng below)
È una bevanda molto diversa dal caffè espresso italiano o dal caffè "americano", termine che di solito indica un beverone di caffè e acqua servito in tazza. Diversa per la varietà del caffè usato, che non è l'Arabica e non è la Robusta (le due principali varietà in circolazione).
Il "Kopi", questo il suo nome, è tipico della Malesia e apprezzato in varie zone del sud - est asiatico. Ne esistono varie versioni elaborate dalle comunità cinese, indiana, malese. Alla base di tutte ci sono però i chicchi di caffè della "rara" varietà Liberica.
Questa illustrata è la ricetta prediletta dai malesi, il "Kopi Tarik" che tradotto significa "caffè tirato". Viene versato in una tazza allungando il getto del caffè e questo gesto produce una deliziosa schiumetta finale.
Per Voi dall' "esclusivo" menù del mio diario di viaggio malese 😋. Altre illustrazioni di viaggio sul mio instagram: @fabio_pass_cioffi
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It's a very different drink from italian "espresso" or "american" coffèe, which usually indicates a cup of coffèe mixed in hot water.
Different for the variety of used coffèe beans, which is not the Arabica and is not the Robusta (the two main varieties in circulation).
The "Kopi", that's is name, is typical of Malaysia and appreciated in various areas of south-east Asia. There are several versions made by chinese, indian and malaysian communities. At the base, however, are the coffèe beans of the "rare" Liberica variety.
This illustrated is the favourite recipe of the Malaysians, the "Kopi Tarik" which translated means "coffèe pulled". It is poured into a cup lengthening the jet of coffèe and this gesture produces a delicious final skim.
For You from the "exclusive" menù of my malaysian travel diary 😋.
Others travel illustrations on my instagram : @fabio_pass_cioffi
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sclairy · 2 years
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S.Clairy Made in Italy decora a mano , in colori pastello con filo oro satinato 24 carati, tutti i tipi di tazze: - Tazza Colazione 0,40 litri con piatto 16 cm in colore turchese - Tazza the' 0,25litri con piatto 14 cm in colore verde -Mug ( tazza senza piatto ) in colore pastello rosa - Tazza caffe' espresso 0,08 litri con paittino caffe' 12 cm in colore verde -Tazza caffe' 0,10 litri con piattino 13 cm in colore rosa -Tazza the' 0,22 litri con piattino 14 cm in colore crema
Ordini e Richieste: Whastapp 00393703650178 [email protected]
sclairy.tumblr.com
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coffea-excelsa · 6 years
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Ti ho aspettato ovunque, a tutte le ore. Per anni. E mentre ti aspettavo mi stavi già di fronte, di qua, di là, alle spalle...
@coffea-excelsa
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iwantfeelsomething · 2 years
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164 cal mi sento distrutta tanto stanca affaticata, triste , sola senza nessuno che ci sia per me , debole ed ho voglia quasi di svenire. Ma finché sto nel letto ora sarà ok.🩹💗
Cibo assunto durante il giorno;
Tisana drenante pompadour; 100ml 1cal
Caffe zuccherato; 1 tazza 40ml 18 cal
Lemon soda zero; 1 lattina 330ml 20 cal
Caffe zuccherato; 1 tazza 40ml 18 cal
Condor blue; 100 grammi 108 cal
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caffepuro · 2 years
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RISOTTO AL TIRAMISU
Il risotto al tiramisù potrebbe essere inserito in una raccolta di ricette strane ed insolite, come gli spaghetti ai fichi d’india. Contrariamente a quanto si possa pensare è un risotto delicato e cremoso, grazie alla presenza del mascarpone. Complessivamente risulta un risotto raffinato dove gli ingredienti sono le note di una melodia armoniosa. Molti si chiederanno come sia possibile portare in un piatto salato caffè, vaniglia o pavesini? La risposta sta nel giusto equilibrio. Nessuno degli ingredienti deve prevalere. Il risotto al tiramisù è una ricetta perfetta per una cenetta sfiziosa, una romantica cena per due e per una ricorrenza speciale. Questo insolito primo piatto nasce dalla voglia di rendere salato il mio dessert preferito: il tiramisu. In questo esperimento ho coniugato i miei due più grandi amori culinari: “risotto e tiramisù classico“. E’ nato un riso che stupisce e conquista chi lo assaggia. E’ molto facile da preparare, segue la regola di tutti i risotti. A questo punto non ci resta altro da fare che metterci all’opera e sperimentare questo risotto al tiramisù.
INGREDIENTI PER 2 PERSONE:
160 g Riso Arborio
100 g Mascarpone (va bene anche senza lattosio)
Mezza tazza da caffè (di caffe’ non troppo forte)
800 ml Acqua
1 bacca Vaniglia
4 Biscotti (tipo pavesini)
q.b.Cacao amaro in polvere
40 g Burro
Chicchi di caffè (per decorare).
PREPARAZIONE:
Iniziamo la preparazione del risotto al tiramisù partendo dal brodo. In questo caso non andremo a preparare un vero e proprio brodo, ma un infuso di bacca di vaniglia, per richiamare il profumo di questa spezia che caratterizza il tiramisù classico. In un pentolino portiamo ad ebollizione, a fiamma bassa, 800 ml di acqua. Mettiamo in infusione una bacca di vaniglia tagliata per la lunghezza. Lasciamo sobbollire per qualche minuto e spegniamo la fiamma.
Ora iniziamo la cottura del riso. Intanto prepariamo mezza tazzina di caffè non molto forte. Il gusto del caffè ristretto conferirebbe al risotto un gusto amarognolo. Ovviamente non la dobbiamo zuccherare. In una padella mettiamo metà del burro previsto a fiamma bassa. Quello restante lo metteremo in congelatore fino al momento di mantecare. Quando il burro sarà sciolto versiamo il riso e facciamo tostare per 2-3 minuti circa.
Quando il riso diventa traslucido versiamo il caffè. Ricordiamo di tenere il fuoco molto basso. Il chicco deve assorbire il gusto del caffè, che diversamente evaporerebbe. A questo punto iniziamo la cottura del riso come al solito, aggiungendo un mestolo di liquido alla volta, fino a completo assorbimento. Regoliamo di sale.
Quando mancano pochi minuti alla fine della cottura aggiungiamo il mascarpone e mescoliamo. L’amido creerà una cremina. A fiamma spenta mantechiamo con il burro congelato che darà corpo al risotto. Decoriamo con una leggerissima spolverata di cacao. Non esageriamo o renderemo il risotto amaro e poco gradevole. Riduciamo in polvere due pavesini e spolveriamo un angolo del nostro risotto. Decoriamo con qualche chicco di caffè e serviamo caldo.
Visto il successo che ha ottenuto la ricetta, vi invito a provarla e per qualsiasi dubbio e o domanda non esitate che provo a rispondere a tutti.
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lhosgabello · 3 years
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In coppia ! San Valentino si avvicina… Questo potrebbe essere un bel pensiero per condividere i primi momenti della giornata. Come dimenticare il primo sorriso appena svegli o quella carezza fatta sotto le coperte… Sono due tazze dell ‘82, magari siete proprio di quell’anno? Condizioni vintage buone. Dimensioni: tazza diametro 14cm h 8cm Prezzo: tazza 5euro CAD #tazza #colazione #mulinobianco #mulino #caffellatte #bianco #latte #caffe #coffee #anni80 #80s #ceramica #cucina #kitchen #cup #milk #collezione #sanvalentino #sanvalentino2022 #ilcoccio #tazzamulinobianco #vintagekitchen #collectable #home #breakfast #lhosgabello (presso L'ho Sgabello) https://www.instagram.com/p/CZdx2_Qs09g/?utm_medium=tumblr
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marellagiovannelli · 3 years
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Posso ammirarlo solo in un libro che mi è molto caro con tante immagini di interni domestici. È un olio su tela: La tazza del caffe di Gustav Vermehren. (Copenaghen 1863 - Hvalso 1931). Opera datata 1901. #marellagiovannelli #gustavvermehren #copenaghen #painter #art #danishart #coffeetime #internidomestici #latazzadelcaffe #ottocento https://www.instagram.com/p/CYbw23vNVam/?utm_medium=tumblr
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parolerandagie · 4 years
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Questo “caffe’” ti piace proprio....
Sì, caro Anon, certo. Ma quasi più come strumento diagnostico per capire il mio umore (o, per applicazione di ugual logica, l’umore di chi lo condivide con me) che come bevanda: perché se del caffè non se ne fa solo un’abitudine, da sbrigare veloce e sovrapensiero, ma gli si dedica un poco più di tempo, nel sceglierlo in termini di tipologia, lunghezza, aroma, gusto, allora ecco che subito emerge come ci si sente, quale sarà l’approccio alle cose, alla giornata...la scelta ricade su di un espresso veloce, corto, rapido, intenso? ed allora ci si preannuncia un giorno in prima linea, ad uscir dalla trincea con pistola e bombe a mano, ad attaccare i problemi come se fossero nemici...meglio un espresso doppio, più lungo nel prepararsi ma anche nell’essere consumato? è un poco come confessare che si avverte la necesità di un tesoretto di energia in più, che la giornata ce la si aspetta come il tappone pirenaico del Tour de France: lunga, impegnativa, selettiva, infinita...una mug, piena, profumata, di tradizione centro-sud americana? il giorno permette riflessioni, permette momenti di astrazione strategica, permette di osservare la battaglia dall’altura, come facevano i generali d’epoca napoleonica, senza parteciparvi direttamente...se poi si opta per un caffè americano, lungo, un poco slavato, che siederà lì, nella tazza, per una mezz’ora buona, mentre in sottofondo suona Berlioz, allora probabilmente è un giorno del weekend, in cui si è padroni del proprio tempo, un giorno di tregua, insomma...il caffè, per concludere, è una metafora, un rito, una parte integrante della cultura collettiva e personale in cui mi sento di vivere, e come tale lo uso, ne scrivo, lo consumo...quella stessa cultura personale e collettiva, tra l’altro, che non va ad attribuire chi sa quali grandi qualità a chi non ha la cortesia di identificarsi, a chi non è uso alla gentilezza di mostrare la propria faccia.
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sciatu · 4 years
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UNA COPPA DI GELATO
Era un uomo abitudinario. Si alzava presto e andava subito allo studio, che poi era nell'appartamento sotto di lui. Alle dieci arrivava il garzone del bar sotto lo studio che portava i caffè e le granite per lui, le segretarie e gli apprendisti. Alle due prendeva qualcosa al bar e andava a riposarsi a casa. Alle quattro incominciava di nuovo allo studio fino alle nove. Dopo le nove o mangiava una pizza con qualcuno o se ne andava a casa e si preparava qualcosa che mangiava di fronte la televisione addormentandosi appena finiva. Alle due di notte si alzava dal divano e spegneva la televisione andando a dormire nel suo letto grande e vuoto. Aveva avuto una storia molto tempo fa con una apprendista. Era finita male con il fidanzato di lei che era venuto in studio urlando e volendogli sparare. Da allora aveva lasciato perdere l’umanità, pensando solo a se stesso forse per troppo tempo.
Si accorse di lei dal suo profumo. Era nel bar a gustarsi il suo caffè dopo aver mangiato il solito panino con il tonno. Sentì un profumo intenso di limone e gelsomino. Alzo gli occhi e la vide avvicinarsi ai tavolini del bar, guardarli con sufficienza e poi sedersi dalla parte opposta a dove era seduto lui. Era alta e tonda, quel tipo di tondo armonico che appariva sensuale e morbido. I capelli erano su un rosso scuro, arricciati a circondare il volto dove gli occhi scuri risaltavano sulle labbra di un rosso intenso. La pelle era chiara e tra le parti aperti del suo tailleur attillato color mattone, risaltava quasi brillando sia che fosse la pelle del volto, che quella del seno, che le gambe tonde dalle strette caviglie. Ordinò un caffe con panna “Molta panna” preciso al cameriere con lo sguardo perduto nella sua scollatura. Lui tornò al suo giornale preferendole le forme giovani e tonde delle commesse dei negozi vicini, con i loro tatuaggi sulle caviglie delle gambe, i seni spavaldi e la parlata sensualmente volgare.
Alzo gli occhi per caso e osservò come lentamente lei mangiasse la panna del suo caffè. Non usava il cucchiaino ma avvicinava la tazza alla bocca e con la lingua l’accarezzava delicatamente fino a raccoglierne una parte sulla punta per poi ritrarla lentamente tra le labbra. Lui riusciva anche a immaginare come dentro la bocca di lei, la lingua si muovesse per spalmare sul palato la dolcissima panna fino a inghiottirla delicatamente per poi subito, con una sensuale lentezza, far spuntare la lingua delicatamente rosa per farla scivolare con soddisfazione sulle labbra carnose. Non riusciva a staccare gli occhi da quel suo lento e voglioso leccare e inghiottire. Turbato pagò e se ne salì a casa per riposare ma con dentro il cervello, quel corpo tondo e morbido come la panna che con voglia divorava. Il giorno dopo successe la stessa cosa; questa volta fu un gelato alla nocciola ad essere sensualmente divorato. Il giorno dopo decise di stare dentro il bar in un angolo da cui poteva vedere solo quella parte di tavolini dove lei non si sedeva mai. Lei arrivò, preceduta dal suo sottile profumo. Si guardò intorno indecisa finchè non lo intravide dentro il bar. A quel punto si sedette su uno di quei tavolini che lui poteva vedere ed ordinò un gelato al cioccolato che risaltava sul suo vestito giallo e, soprattutto, sul biancore sferico della sua scollatura. Mangiò il gelato ancor più lentamente del solito accavallando le gambe lasciandogli più immaginare che vedere, la sua coscia opulenta. A quel punto lui capì che lei stava giocando con lui e la cosa gli fece piacere. Così gli altri giorni non si nascose più. Restava al suo posto facendo finta di leggere il giornale ma godendosi la sua presenza sensuale, quel calore impalpabile che emetteva e che viaggiava sul suo profumo e che lei confermava con i suoi gesti apparentemente normali ed indifferenti ma che lui capiva essere provocazioni sensuali di cui era il destinatario. La gocciolina di cioccolato sul seno raccolta da dito e poi dalla lingua. Le labbra circondate di panna, il piegarsi su di un lato per raccogliere le gocce del gelato che stavano scivolando sul cono ma facendo così faceva quasi fuoriuscire il seno dal vestito; tutti gesti che sommariamente una persona distratta poteva giudicare banali, ma che lei trasformava in una sorgente di voglie che in lui nascevano nella parte più profonda ed oscura del suo animo e che per il resto della giornata non lo lasciavano più. Non sapeva cosa fare. Lei, finita la sua coppa di gelato, si alzava senza degnarlo di uno sguardo con ostentata indifferenza e senza voltarsi indietro ad osservare se gli occhi di lui seguivano quella oscillazione armonica che il suo posteriore aveva ad ogni suo passo sui tacchi alti. Non sapeva che fare. Di notte la sognava e si svegliava tutto sudato in preda ad una strana ansia ed eccitazione. Si disse che doveva fare qualcosa e proprio nel momento in cui stava studiando come approcciarla, arrivò il Covid-19. Dovette chiudere lo studio, così come chiuse il bar e si svuotarono le strade. Restò in casa ad osservare dalla finestra le macchine dei vigili passare o i vicini cantare l’inno di Mameli. Non si fece più la barba e girava per casa in mutande senza sapere cosa fare. Sentì che la sua vita era inutile e vuota. Stava ore intere sulla poltrona da cui si vedeva la portafinestra del balcone e da lì osservava quel vuoto e quel silenzio che ormai era la città e che era la copia di quello che aveva dentro. Dopo diverse settimane di abbrutimento e vuoto, fu possibile di nuovo uscire. I bar però non aprivano per cui dopo aver girato nel centro per rivedere la città risorgere se ne torno a casa, deluso e ancor più scontento. Qualche settimana dopo aprì il bar sotto casa, ma non ci si poteva sedere ai tavolini e si doveva asportare quello che si ordinava. Lui scendeva nella speranza che lei apparisse d’improvviso, ma lei non si vedeva. Rassegnato incominciò la vita di sempre con lo studio aperto in sicurezza e il panino veloce al bar sotto casa. Dopo alcune settimane di maltempo tornò il sole che era già estivo malgrado la primavera non fosse ancora finita. Il padrone del bar dispose pochi tavolini sul marciapiede e lui tornò a sedersi al suo solito posto convinto che quel sedersi sempre nello stesso posto come aveva fatto per anni, non era una di quelle piacevoli abitudini che arricchiscono una vita, ma solo una condanna, una prigione in cui rinchiudersi senza poter vivere. Non leggeva più neanche il giornale, giocherellava con la tazzina del caffè ormai vuota e sporca che gli ricordava come lui era dentro di se.
Sentì finalmente il suo profumo. Alzò gli occhi e la vide. Aveva un vestito azzurro come il mare ed il suo profumo era intenso come quella sensuale voglia che il suo corpo emanava. Senza apparentemente far caso a lui si andò a sedere dal lato opposto, accavallando le gambe ed aspettando il cameriere. Questi uscì di corsa ma appena gli fu vicino lui lo fermò, gli disse poche parole e subito il cameriere tornò dentro di corsa. Lei lo guardò stupita e per un secondo guardò anche lui come a chiedergli cosa fosse successo, poi distolse lo sguardo e si mise ad osservare scocciata il suo cellulare dalla cover color oro.
Il cameriere uscì con una enorme coppa di gelato su cui era stata versata della cioccolata calda che lentamente scendeva tra i biscotti e la panna. Si avvicinò alla donna e con delicatezza lo depose sul tavolino e allo sguardo interrogativo della signora rispose indicando con gli occhi il tavolo di lui. Lei lo guardò e quando incontrò il suo sguardo, per un lungo secondo si osservarono come a dirsi tutte quelle cose che nel tempo in cui non si erano visti si sarebbero voluti dire. Poi la bocca di lei si piego in un sorrisetto malizioso. Aspettò che il cameriere si fosse allontanato, prese la coppa con decisione e guardandolo fece spuntare la sua lingua tra le labbra rosse e delicatamente incominciò a farla scivolare sulla cioccolata liquida. In quel momento, lui sentì che era felice.
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scontomio · 3 months
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tipiliano · 3 years
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vele-e-vento · 4 years
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La tua bellezza è di cristallo, e si sfalda al tocco del vento che picchia contro il vetro sporco di salsedine della mia finestra gialla diafana di colori del sole il tuo collo di alabastro cerca luce, tra i tuoi capelli bianco oro l’occhio azzurro, glauco mi guarda di sottecchi, mi porgi la tazza di caffe caldo turco e apri calma la finestra il sale entra portato dal vento scuote la tua veste corta a fiori, un po’ infantile , ti siedi sulle mie gambe, sulla sedia di paglia e legno mi baci le labbra mi tocchi il sesso ti lecchi un dito e dici “mettilo dentro” mettilo dentro scivoliamo tra le lenzuola accartocciate dal sonno pomeridiano bianche di cotone e con l’unico cuscino che ci dividiamo nella notte litigando, soffi calda, soffi mentre ci amiamo soffi respiri in me mi stringi il cazzo con la vagina mentre viene e sporchi tutto il lenzuolo sento il silenzio. Sento te. carezzo il tuo seno di avorio, il capezzolo sporge ma è morbido, mi guardi e dici non mi sei venuto in bocca non mi sei venuto in bocca non vieni mai in bocca? ti volti e mi mostri il tuo culo bianco e preciso tu non mi ami, non mi vieni in bocca. ripeti. ti carezzo la nuca, mentre il vento del mare entra discreto nel nostro regno e confonde il suo tenore col tuo profumo di donna, ti carezzo, e dico dormi tesoro dormi e lentamente movendo le braccia e le gambe inquiete che pian pian si calmano, ti addormenti...
le sartie suonano fuori dalla finestra, un raggio di sole ti scalda la nuca E il vento non tace.
#me
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