#Radio Freccia
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Miles Kane via radiofrecciaof instagram post - 30.04.2024
Watch or listen to the whole interview here.
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The link to Miles interview on Radio Freccia
He sounds so happy and adorable (especially when he’s talking bout meeting Roberto Baggio)
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31/05/2023
But also where’s his Helter skelter ring (y’know the spiral one he always wears other than his signet ring)
Oh nevermind he’s now wearing that one on his necklace bottom left pic (like some would a wedding band)
Part of the interview
Another interview bit
-favorite food or drink on tour?
-favorite item of clothing on tour?(he’s now obsessed with neck scarfs don’t we know somebody else who’s also fallen under that spell)
-favorite artist to hear on tour?
-good luck charm on tour? (His moms ring, the helter skelter that’s usually around his little finger but during that interview round his necklace)
-readings on tour? (No book but fifa 🤣 good to know he’s still obsessed)
-something strange in the rider? (Do we buy that answer ?!🤣 actin all innocent)
-what can not be missing in the hotel? (Toothbrush)
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La tazzina con il caffè, rigorosamente macchiato, mi guarda. Sono seduto al tavolo in cucina, in questa frastornata mattina domenicale. Dalla schiuma formata dal latte alcune bollicine d'aria formano una faccina sorridente. La mia pareidolia, una illusione subcosciente che mi fa vedere cose e forme antropomorfo, è sempre stata molto viva e forte in me. Ma in questa tazzina di caffè fumante riuscirebbe a vederci uno simile sorridente.
Tra me e la tazzina di caffè, questa mattina, risulta lei la più vitale. Pago il pegno di una nottata all'insegno del divertimento: in discoteca.
Ho passato decenni in discoteche più o meno note del Nord Italia, sia durante i miei vent'anni che i miei trent'anni. Poi gli impegni lavorativi, famigliari e una forma di rigetto per i locali affollati mi hanno allontanato da questo mondo. Ripenso a ieri sera, il sabato sera.
Per quelli della mia generazione il sabato sera è "la febbre del sabato sera". Quante volte ho vissuto la cerimoniale preparazione all'evento. La doccia, lavandosi parti del corpo che non si sapeva di avere. Il vestirsi in maniera adeguata e con abiti adatti all'evento, manco fossimo Jiulian Kay, il personaggio interpretato da Richard Gere in American Gigolò. Il gel nei capelli, la pettinatura e la cura dei dettagli, come se fossimo Tony Manero. Fino al profumo e alla maniacale pulizia del cavo orale con il Colgate zeppo di fluoro.
Uscire di casa e salutare i genitori, non notare i loro sguardi misti a preoccupazione e raccomandazioni. Particolari che ora interpreto benissimo visto il mio ruolo di genitore. Gli occhi azzurri di mio padre, scavati dalla fatica che supplicavano un mio comportamento dignitoso in quei locali, che quelli della sua generazione chiamavano "balere".
Ieri sera in auto ho rivissuto quei momenti, ero eccitato stavo andando in discoteca. Figo!
La musica alla radio, quella giusta, quella di "attesa" che scalda i timpani e gli altri sensi per una serata all'insegna del divertimento. Ripercorro strade che ho fatto chissà quante volte, quanti sabati sera. Uno diverso dall'altro. Sempre con la speranza che quello sarebbe stato il sabato sera giusto.
Sono così assorto nei miei pensieri che non mi accorgo che... che...
- Papà, oh pa' siamo arrivati - la voce è quella di figlio n. 2 Eric Draven che mi riporta alla realtà - guarda che l'ingresso è qui! - Ah si, cavoli, metto la freccia e accosto. È qui che ti aspettano i tuoi amici? - Sì, sì all'ingresso. Niente pensilina esterna questa sera. - Ma tornate in auto? - No papà, ci siamo fatti tutti accompagnare dai propri genitori. Chi rischia il ritiro della patente o il fermo dell'auto con il nuovo Codice della Strada. - Capisco. Eccoci arrivati. Mi raccomando "fai il bravo e stai sempre attento" - oramai è una raccomandazione che, credo, gli ripeterò anche se dovessi campare fino a cento anni. - Si, tranquillo - mi schiocca un bacio sulla guancia - e per favore, appena arrivi a casa mandami un messaggio. - Si, tranquillo anche tu. - Papà, l'ultima volta sei crollato sul divano e sono rimasto in pensiero - me lo dice quasi come un rimprovero, mentre scende dall'auto per rifugiarsi tra abbracci e le pacche sulla schiena dei suoi amici.
Ok in discoteca ci è andato Eric, non io, ma durante il viaggio ho vissuto quelle emozioni. Quando cominciai a guidare io non c'era l'obbligo nemmeno delle cinture di sicurezza o del casco se eri in moto. Altri tempi, anzi era un'altra dimensione.
Le auto tirate a lucido e profumate, oltre a noi ragazzi della notte. Me li ricordo i sorrisi e gli sguardi dei miei amici, che poi erano di riflesso anche i miei, erano quelli della speranza in un grande futuro, che avrebbe potuto incominciare proprio a ogni singolo sabato sera.
Così, nel rientrare in una casa che mi aspetterà silenziosa, ho ripensato a quei sabati sera. A molte situazioni. Come quella sera che, sapendo di trovare sulla strada delle ragazze autostoppiste per raggiungere la stessa meta, decidemmo di mettere Marco nel portabagagli della Citroën Pallas chiamata "squalo", guidata da Roberto, a fare la voce fuori campo. Così dopo aver fatto accomodare in auto le due ignare ragazze, Marco dal capiente portabagagli, iniziava a pronunciare parole come "curva a destra", "curva a sinistra", "stop" e altre parole capendo i movimenti dell'auto d'inerzia prodotta.
Le ragazze erano stupefatte, chiesero subito che voce fosse quella. Le raccontammo che era la voce di un computer di bordo. Ci credettero. Almeno credo, o per lo meno fino al momento in cui Roberto frenò bruscamente per evitare un tamponamento e fece sbattere la testa al povero Marco. Che cominciò a imprecare.
Raccontammo alle due autostoppiste del sabato sera che il computer "aveva una valvola rotta", quindi di perdonarle per il linguaggio scurrile del diabolico marchingegno. Mi ricordo che piansero anche l'acqua del battesimo dalle risate. Tanto che arrivate in discoteca, dopo averci ringraziato, corsero in bagno a rifarsi il trucco. Avevano il mascara che arrivava sui loro colli.
Tralascio di riportare cosa disse Marco quando lo facemmo uscire dal portabagagli. Alla fine finì tutto in abbracci, risate e pacche sulle schiene. Come questa sera tra Eric e i suoi amici. La storia si ripete. Spero solo che i suoi traguardi, quelli che raggiungerà, siano migliori e più appaganti di quelli raggiunti da me.
Meglio bere questo caffè, rigorosamente macchiato, che ha smesso di sorridere. Anche se ora ci vedo il profilo di un unicorno.
#libero de mente#pensiero#vita#racconto#pensieri#discoteca#sabato sera#vita da padre#figli#divertimento
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02.03.2023 - Radio Freccia, Milan, Italy
credit to Tania Galante
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Picciotto – “Rapporti - Cap. 1 / Christian vs. Picciotto”
Il nuovo album di Picciotto - In radio dal 12 aprile
Picciotto presenta il suo settimo album, “Rapporti”, un concept di 20 canzoni suddivise in 4 capitoli. Una scelta controcorrente e provocatoria che prova a stimolare domande negli ascoltatori, le stesse sulle quali Christian ha riflettuto nella lunga gestazione del disco. Partendo dal classico scontro tra persona e personaggio (Christian vs. Picciotto) e attraversando temi sociali (Real vs. Fake), musicali (Music vs. Business) e sentimentali (Love vs. Love) i 4 blocchi composti da 5 canzoni ciascuno analizzano gli incontri/scontri da più punti di vista evidenziando una crisi tra le generazioni sempre più scollate dopo il periodo pandemico. Per Picciotto la musica è sempre stato volano di riflessione e sfogo, strumento salvifico che da quasi vent’anni porta sui palchi e tra i banchi di “scuole di frontiera” come educatore. Nell’album il sound è trasversale, accarezza l’old school senza sdegnare la trap, voli pindarici tra ritornelli indie e cassa dritta, rime crude e accenni cantautoriali, un mush up di contaminazioni sonore dove il leit-motiv sono i testi e gli spunti su come oggi ci rapportiamo a noi stessi e agli altri. Ghemon e Serena Brancale tra i featuring di spicco insieme a tutti i giovani talenti de Lo Stato Dell’Arte, label discografica a sfondo sociale creata da Picciotto all’interno di un bene confiscato alla mafia, produzioni affidate a Gheesa (così come mix e master) e collaborazioni con John Lui, Dnvr & Freccia e Dj FastCut. Da Marzo in tour con un live presentato sia in band che col dj a seconda dei contesti.
Christian Paterniti aka Picciotto, palermitano. Dopo 3 dischi e centinaia di concerti con la sua band GenteStranaPosse avvia un percorso come “Picciotto” producendo per l’etichetta Irma Records i dischi “Piazza Connection” (2015), “StoryBorderline” (2016) e “Terapia” (2019). Il suo è un rap di forte denuncia sociale, nasce e si sviluppa nei centri sociali occupati allargandosi e affinandosi negli anni su vari palchi della penisola ed essendo conseguenza naturale del suo impegno sociale. Da quindici anni infatti si occupa di laboratori di “scrittura creativa” incentrati sul rap e di progetti di contrasto alla dispersione scolastica lavorando nelle scuole e in diversi quartieri popolari di Palermo provando a sensibilizzare i minori, ex detenuti e i giovani “drop-out” all’arte della scrittura e della musica come mezzi espressivi di forte riscatto ed emancipazione. Vincitore del premio “Musica contro le mafie” nel 2017 con la canzone “Amarcord 2.0” e premiato a Casa Sanremo durante il Festival dove presenta “Capitale” canzone diventata inno di “Palermo Capitale della Cultura 2018”. Nello stesso anno Picciotto si reca in Libano ad esibirsi come rapper nei campi profughi di Beddawi,Tripoli e Nar Al Bared a dimostrazione ulteriore di quanto la musica supera i confini e le distanze mentali per divenire sempre di più arma di riscatto individuale e collettivo. Successivamente il tour suonato in band lo porta sui palchi di importanti Festival come il Carroponte a Milano, lo Sherwood a Padova e il Newroz a Napoli, aprendo importanti live come quelli di Salmo,Clementino e Manu Chao ed esibendosi anche come unico guest ad apertura del tour di Caparezza. Nel Luglio 2021 riceve il premio “Noise Symphony Indieffusione” alle finali del concorso “ Voci per la libertà” per Amnesty International con la canzone “Bimbi”. Da sempre attento a ciò che succede nella sua città, contribusice alla crescita di tanti talenti musicali attraverso il format Palermo Suona e l’organizzazione del Beat Full Festival e da Settembre 2021 lavora assiduamente alla formazione di un roster di giovani artisti creando l’etichetta “Lo Stato Dell’Arte” della quale è presidente ed editore. Il progetto discografico ha sede in un bene confiscato alla mafia riqualificato da una decina di giovani talenti individuati e prodotti da Picciotto e viene presentato in prima serata su Rai 3 nella trasmissione “Che ci faccio qui” condotta da Domenico Iannacone. Nel Maggio 2022 Picciotto viene premiato dal Sindaco Orlando con la preziosa tessera del mosaico di Palermo per il suo impegno musicale sociale. Il 2024 è l’anno di “Rapporti”, concept album che mischierà Yin e Yang di Picciotto attraverso quattro “capitoli” composti da canzoni che inquadreranno quattro incontri / scontri su vari argomenti affrontati da diversi punti di vista.
Etichetta: Orangle Srl - www.oranglerecords.com Lo Stato Dell' Arte - https://www.instagram.com/lostatodellartepa/
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/1WZ9a3U80W0lbwAFxlkFum?si=UMl1DFp9QaCJMSmXL-kMzg Youtube: https://www.youtube.com/@LoStatoDellArtePA
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Rock tv su Plex >>> Radio Freccia, Radio Virgin, R101, Radio 105, ecc. messi insieme.
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Maria Luisa Spaziani
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Voglio la parola lancinante, assoluta, che cancelli scialbature di sempre.
Maria Luisa Spaziani, poeta e traduttrice candidata per tre volte al premio Nobel per la letteratura, nel 1990, nel 1992 e nel 1997, è stata docente universitaria, aforista, ha scritto critiche, articoli e condotto trasmissioni radiofoniche.
Nei suoi versi, sempre musicali, adoperava parole precise, quotidiane, senza artifici retorici.
Nata a Torino il 7 dicembre 1922 in un’agiata famiglia borghese, il padre era proprietario di un’azienda produttrice di macchinari per l’industria chimica e dolciaria.
A soli 19 anni ha fondato e diretto una rivista letteraria, Il Girasole, poi diventata Il Dado, che ospitava inediti di grandi nomi come Sandro Penna, Umberto Saba, Vasco Pratolini e Leonardo Sinisgalli. E, addirittura, anche un capitolo del romanzo Le onde che Virginia Woolf le aveva mandato prima di morire con la dedica autografa “alla piccola direttrice”.
Il suo amore per la Francia e la sua poetica è stato palesato già per il percorso di studi intrapreso, si era, infatti, laureata in Lingue all’Università di Torino con una tesi su Proust e la letteratura francese. In Francia, si è recata spesso, iniziando grazie a una borsa di studio nel 1953.
Aveva 25 anni, nel 1949 quando ha iniziato a scrivere poesie e conosciuto Eugenio Montale con cui ha coltivato un sodalizio intellettuale e una lunghissima amicizia fatta di assidue frequentazioni, quando vivevano nella stessa città, e di un fitto scambio epistolare quando erano distanti.
A unirli era l’amore per la poesia, le letture comuni e la passione per il canto.
La prima raccolta di Maria Luisa Spaziani, intitolata Le acque del Sabato, venne pubblicata nel 1954 da Mondadori, nella prestigiosa collana Lo Specchio.
Successivamente ha insegnato francese in un liceo di Treviglio, a quel periodo risale la raccolta Luna lombarda del 1959 poi confluita in Utilità della memoria del 1966.
Per lungo tempo ha viaggiato da pendolare tra Roma e la Sicilia perché docente prima di tedesco e poi di francese all’Università di Messina.
In quegli anni ha curato volumi come Pierre de Ronsard fra gli astri della Pléiade (1972) e II teatro francese del Settecento (1974) e avuto una prolifica attività di traduttrice di autori e autrici come Jean Racine, Gustave Flaubert, André Gide, Marguerite Yourcenar, per citare qualche nome.
Nei viaggi all’estero ebbe modo di conoscere personalità di rilievo assoluto del Novecento letterario come Ezra Pound, Thomas Stearns Eliot e Jean-Paul Sartre.
Buona parte del libro di poesie L’occhio del ciclone, del 1970, era stato ispirato dai paesaggi del Sud, a cui sono seguite raccolte sempre più “diaristiche” e “impure” come Transito con catene (1977) e Geometria del disordine (1981) che si era aggiudicato il Premio Viareggio per la poesia.
È quasi narrativa anche La traversata dell’oasi, una raccolta di poesie d’amore che racconta le esperienze sentimentali di una vita.
Nel 1978 ha fondato, insieme a Mario Luzi e Giorgio Caproni, il Movimento Poesia, che alla morte di Montale è diventato Centro Internazionale Eugenio Montale e Premio Montale.
Negli anni 80 ha scritto e condotto alcuni programmi per Radio Rai.
Nel 1990, nell’intento di rinnovare la narrazione popolare in versi, ha scritto un poema in ottave dedicato a Giovanna d’Arco.
Ma è stato soprattutto con l’Epifania dell’alfabeto, pubblicato nel 1997, che ha ripercorso tutti i temi fondamentali della sua poesia, quasi come un reportage in versi: la memoria, il mare, la madre, l’amore, la poesia stessa.
Maria Luisa Spaziani ha scritto anche numerosi articoli, apparsi su riviste e quotidiani, saggi critici e una raccolta di racconti, La freccia, del 2000.
È stata presidente onoraria del Concorso L’anima del bosco e del Premio Internazionale Torino in Sintesi. Ha fatto a lungo parte della giuria del Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa e del Premio Internazionale Mario Luzi.
Nel 2012 la sua carriera è stata onorata con la pubblicazione del Meridiano Mondadori dedicato alla sua opera poetica.
Si è spenta a Roma il 30 Giugno 2014, è stata tumulata nel Cimitero Monumentale del Verano.
Il suo archivio è conservato presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia.
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Modo rapido per esportare Zimbra in PST
In questa sezione, abbiamo discusso due metodi per esportare le email da Zimbra a PST. Abbiamo citato i passaggi manuali per esportare le email da Zimbra a PST e suggerito anche uno strumento di terze parti affidabile e sicuro consigliato da molti esperti. Il metodo manuale comporta un lungo elenco di passaggi che possono essere complicati e un utente potrebbe perdere un passaggio, con conseguente eliminazione o danneggiamento di tutti gli elementi della cassetta postale. Assicurati solo di evitare di utilizzare il convertitore Zimbra gratuito e scegli uno strumento di terze parti sicuro per esportare e-mail da Zimbra a PST per garantire un processo sicuro senza errori.
Know-how per esportare manualmente le e-mail da Zimbra a PST
Metodo 1: il metodo manuale per esportare manualmente le e-mail da Zimbra a PST
● Avviare ed eseguire l'applicazione Zimbra sul proprio sistema. ● Vai alla scheda "File" e alla scheda "Esporta". ● Abilitare la scheda radio di "Outlook per file di dati". ● Fare clic con il pulsante destro del mouse sul pulsante "Freccia destra". ● Ora, invia la posizione e il nome degli elementi Zimbra e fai doppio clic sulla scheda Salva. ● Apparirà un pop-up per confermare il completamento del processo. ● Ora vai su Outlook e fai clic sulla scheda "Preferenze di Outlook". ● Scegli gli account dalla scheda "Preferenze". ● Fare clic con il pulsante destro del mouse sul pulsante "Aggiungi" per ingrandire la barra dei menu e scegliere l'e-mail dalle opzioni visualizzate. ● Invia la password e l'ID del tuo account Gmail. ● Fare clic con il pulsante destro del mouse sulla scheda "Aggiungi account". ● Fare doppio clic sulla scheda "Nuova cartella". ● Dalla scheda "Importazione guidata", fare clic con il pulsante destro del mouse sul pulsante "File di dati di Outlook". ● Scegliere l'opzione dell'elemento di Outlook. ● Fare clic sulla scheda Importa. ● Premi sulla scheda "Sposta" e vai alla scheda "Scegli cartella". ● Ora, rinomina il nome della cartella e fai clic sul pulsante "Sposta". ● Tutte le email selezionate verranno esportate nell'account Gmail che l'utente ha configurato in Outlook. ● Eseguire l'applicazione Outlook sul proprio sistema e configurare l'account Gmail in essa.
Seguendo i passaggi sopra menzionati, un utente può esportare le email da Zimbra a PST. Esiste un'ampia gamma di motivi e limitazioni per cui un utente non dovrebbe utilizzare il metodo manuale per esportare e-mail da Zimbra a PST. Un utente può causare l'eliminazione di interi elementi della cassetta postale e non sarà mai in grado di accedere ai propri elementi della cassetta postale. Molti esperti IT consigliano di utilizzare uno strumento di terze parti per esportare le email da Zimbra a PST in quanto garantisce risultati positivi al 100%.
Metodo 2: Convertitore da Zimbra a PST per esportare e-mail da Zimbra a PST in modo sicuro e diretto:
È consigliabile utilizzare una soluzione professionale rispetto al metodo manuale in quanto garantisce l'esportazione al 100% dei dati da Zimbra a PST senza errori o senza la mancanza di un singolo elemento. Un utente può utilizzare Zimbra Converter per garantire risultati di successo al 100% ed evitare di correre rischi. Raccomandiamo e avvertiamo i nostri lettori di evitare di utilizzare il convertitore Zimbra gratuito e di optare per un convertitore professionale. KDETools Zimbra Converter è integrato con una serie di robuste funzionalità e opzioni per rendere l'intero processo più breve e veloce rispetto al metodo manuale. L'utilizzo di un convertitore verificato e sicuro aiuterà un utente a esportare e-mail da Zimbra a PST in modo sicuro.
Riepilogo
Questo blog esamina un elenco di motivi per cui un utente dovrebbe evitare di utilizzare il convertitore Zimbra gratuito per esportare e-mail da Zimbra a PST. Abbiamo discusso di un convertitore Zimbra affidabile e menzionato i passaggi manuali per esportare le e-mail da Zimbra a PST.
Leggere Di più: https://www.kdetools.com/zimbra/
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Miles Kane via elenadivicenzoph ig story - 31.05.2023
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Via radiofreccia, virginradioit & 500stefi
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santeriamilano • MILES KANE •
In life he's a performer.
He likes wrestling, boxing and sex and the city.
He doesn't like when things are soaky and not crispy, unironed t-shirts, and trousers that are too long.
A 12 minute video interview from radio freccia
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Public Speakig e Team Building insieme significano solo una cosa: Team Building Radio Freccia!
Che cos'è Team Building Radio Freccia?
L’attività di Team Building Radio Freccia mescola sapientemente gli ingredienti dei suoi corsi di Public Speaking con le più avanzate tecniche di conduzione radiofonica, per fornire ai partecipanti gli strumenti migliori per lavorare in team esprimendosi con chiarezza, efficacia e brevità, e cooperando per il raggiungimento di un risultato importante: una vera trasmissione radiofonica.
Stimolare la creatività ed esprimersi con chiarezza ed efficacia sono gli obiettivi di un gioco che è sempre formativo: Team Building Radio Freccia!
#Radio Freccia#teamevents#events#activities#eveningevents#teamactivities#enjoyment#BG_Building#teambuilding
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Corally #camillafascina a Radio Freccia ospite di Jimmy D Molo 17
- Corally #camillafascina a Radio Freccia ospite di Jimmy D Molo 17 CORALLY - https://youtu.be/WA1y7o2iezM - Vi siete persi la puntata su Radiofreccia? Da oggi potete guardarne un estratto qui. Assieme a Jimmy D vi parliamo del mi progetto Corally, di Sea Shepherd Music e di come la musica può contribuire a salvare il mare. #corally #camillafascina #radiofreccia #seashepherd #animals #future #Globalissues #Humanity #Italian #Oceans #Revolution - -
#youtube#youtube video#cantopop#camillafascina#camilla fascina#corally#radioshow#radiofreccia#intervista#mare#sea#seashepherd#cantautrice#songwriter
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HOZIER SU RADIO FRECCIA E IO CHE CANTO A SQUARCIAGOLA IN MAGAZZINO DA SOLO
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A volte mi succede di tornare a casa e, mentre parcheggio la macchina nel vialetto, accade una cosa strana.
Metto la freccia per entrare nello scivolo che porta al garage e non noto nulla di strano. Mentre scendo sento la radio dire cose sconnesse. Parcheggio al solito posto. Di fianco, al lato destro dello spiazzo. Prima di scendere chiudo gli occhi e sbatto la testa un po' troppo forte contro il poggiatesta. Non imparerò mai a dargli la giusta forza. So esattamente quanti minuti tenere l'acqua per il tè in microonde, so quanto tempo ci vuole ad arrivare a casa dal lavoro, so perfino quanto forte stringere una mano in base a chi ho davanti, ma non so quanto sbattere quella pesante testa sul mio dannato poggiatesta. Sono ubriaca. Al solito. Non so se posso dire di affogare i dispiaceri nell'alcool, ma di sicuro, se continuo così, affogheró in me stessa.
Appoggio il telefono nella borsa, troppo piccola per essere vera, ci butto dentro i miei sentimenti e le mie paure, che, grazie a dio, anche se sono tante, sono sempre meno di quelle che avevo qualche anno fa, ci nascondo dentro un briciolo di amore, ma la speranza, la lascio in macchina.
Tolgo le chiavi dal cruscotto e con un sospiro apro la portiera della macchina.
Improvvisamente qualsiasi cosa che pensavo fosse sotto al mio controllo si ribella. I mille anni di adolescenza sbucano dal nulla. Improvvisamente ho quasi paura a muovermi. Forse sotto di me ci saranno delle sabbie mobili che mi risucchieranno. Ma io sono troppo stanca e troppo vecchia per fermarmi a valutare le supposizioni di una ubriaca, perciò scendo. Con una spinta mi sollevo e mi sembro mia nonna.
Mentre costeggio la macchina con la lentezza e l'equilibrio precario di una ubriaca, mi fermo. Mi fermo davanti alla scala.
Respiro forte l'aria della sera, sa di vino. Forse sono io a sapere di vino.
Mi vengono in mente tutti i baci, e le carezze che mi hai riservato. Chiudo gli occhi.
Quando li riapro, tu stai comparendo da dietro alla siepe e sei sul mio vialetto. Sei sul MIO vialetto. Hai le mani in tasca e mi aspettavi. Ti fisso.
Mentre cammini verso di me non dici una parola. Stai arrivando. Richiudo gli occhi.
Sento che sei arrivato davanti a me. Ti avvicini. Sei caldo come il vento d'estate. E sento, chiaramente, nitidamente e inequivocabilmente, un tuo bacio.
Un bacio sulle MIE labbra.
Sento che mi ami. Sento che mi hai scelta. Dimmi che non la ami. Dimmi che ami me. Dillo. Urlalo. Sveglia i vicini. Sveglia il mio cuore. Sveglia la mia anima. Incendiami. Lasciami il livido della verità addosso. Incantami. Rendimi schiava delle tue parole. Imprigionami in quella gabbia che chiamate amore. Prendimi e portami. Portami via. Amami. Butta la chiave e amiamoci per sempre. Tu amami.
Non sento più il tuo bacio e riapro gli occhi.
Tu non ci sei. Non esisti. Non eri lì? Ero stata sola davanti a quella scala? Era un sogno? Solo un sogno..
Richiudo gli occhi senza la speranza (se ricordate quella ora è in macchina). Ricordo solo che mi sembrava fossi lì.
Mentre li riapro l'ultima volta con quel poco di grazia che mi è rimasta, salgo le scale. Apro il cancello, arrivo fino alla porta.
Prima di aprirla mi ricordo quando una volta l'amore lo misuravo in attimi vissuti, e rido, pensando che ora non li vivo più. Apro la porta e corro a letto.
Nessuno mi ama. Ma se nessuno mi ama allora nessuno avrà il mio amore.
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