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#Premio Nobel per la Pace
sauolasa · 2 years
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Bielorussia, condannato il Premio Nobel per la pace Ales Bialiatski. 10 anni di reclusione
Il procedimento penale nei confronti dell’uomo e di altri fondatori dell'organizzazione per la tutela dei diritti umani Viasna, non riconosciuta dalle autorità bielorusse, è stato avviato lo scorso gennaio
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lady--vixen · 2 months
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il caldo, il vuoto, il silenzio, il nulla
E cosa vuoi di più?
10 gradi di meno, una stanza in cui sfogare i demoni con chi dico io, quel primo sguardo dopo millenni, parlare di libri sotto le lenzuola, baciare per così tanto tempo da sentire le labbra stanche, la pace nel mondo, il premio nobel
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falcemartello · 8 months
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Dove le richieste di libertà sono odiose e i cessate il fuoco sono antisemiti.
Dove i civili sono etichettati come terroristi e i veri terroristi sono decorati con il Premio Nobel per la Pace.
Dove la propaganda è giornalismo e il giornalismo è propaganda.
Dove la democrazia è reale e l'apartheid è immaginario.
Dove le aziende sono persone e le persone sono risorse aziendali.
Benvenuti nell'impero.
Dove le bombe sono umanitarie e le provocazioni sono invisibili.
Dove i veterani sono eroi e le vittime sono dimenticate.
Dove le guerre sono sempre giuste e i nemici sono sempre Hitler.
Dove la causa è sempre giusta e i critici sono sempre russi.
Dove le sofferenze sono imperdonabili e i crimini sono cancellati dalla storia
Dove le atrocità sono sempre un incidente sfortunato e i nemici uccidono civili per divertimento.
Dove le disastrose intromissioni sono sempre errori innocenti, non importa quanto spesso accadano
Benvenuti nell'impero
Sempre vittima di attacchi ingiustificati da parte delle persone che strangola.
Sempre la splendente città su una collina di cadaveri umani.
Sempre il difensore dei poveri plutocrati indifesi di Wall Street.
Sempre il salvatore delle famiglie incenerite da missili prodotti da Raytheon.
Sempre il protettore delle risorse naturali nel suolo delle nazioni straniere.
Sempre il sostenitore dell'ordine basato sulle regole di un mondo con uno stivale sulla gola.
L'impero ti ama con un cuore fatto di dollari e petrolio.
L'impero veglia su di te attraverso il tuo smartphone e il tuo computer.
L'impero è il tuo unico amico.
L'impero è l'unico che ti avrà sempre amato.
Non puoi andartene.
Non puoi liberarti dell'impero.
Se ti liberassi dell'impero, questo mondo potrebbe essere conquistato dai tiranni.
- via Caitlin Johnstone @caitoz
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IL RACCONTO DELL'IMMAGINE - di Gianpiero Menniti
SETTE ANNI
Ero un adolescente alla metà degli '80, quando il "secolo breve" prese la via del suo ripido declino.
I muri, patologia del confine, cominciarono lentamente a sgretolarsi come gesso sotto una minuta pioggia.
I "due blocchi", inatteso ma inevitabile residuo delle guerre suicide d'Europa della prima metà del '900, si affacciarono da un'unica soglia rimasta per un quarantennio nascosta.
L'aria aveva l'odore di una primavera di speranza e Sting cantava "Russians":
«[...] Condividiamo la stessa biologia, indipendentemente dall'ideologia. Ma ciò che potrebbe salvarci, me e te, è se anche i russi amassero i loro figli. »
Era il 1985, il mese di Marzo.
Michail Sergeevič Gorbačëv divenne Segretario Generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica.
La sua parabola durò fino all'estate del 1991.
L'anno prima era stato insignito del Premio Nobel per la Pace.
Mentre in Sudafrica Nelson Mandela riacquistava la libertà.
E nel 1989 la "cortina di ferro" di churchilliana memoria veniva abbattuta tra lo stupore e l'entusiasmo generale.
In quei sette anni di formidabile accelerazione degli eventi non finiva la storia, come qualcuno improvvidamente profetizzò: la storia riapriva i suoi volumi impolverati.
Nulla, poi, andò come previsto.
Il fragore sordo e potente del "Muro di Berlino" fece sentire i suoi effetti sismici in un mondo da tempo ridotto alla sua globalità.
E la mia generazione, senza più la macchina da scrivere ma catturata dagli schermi dei primi pc, orfana di un modello politico e incerta del futuro, visse l'ultimo decennio in corsa verso il XXI secolo osservando il paesaggio come su un treno che lascia appena l'istante di un'immagine sfocata.
Eppure, in quei sette anni, l'illusione della luce fu più ardente della sua stessa ombra.
- Michail Gorbačëv (1931 - 2022) fotografato da Francis Giacobetti (classe 1939)
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vanadio00 · 1 year
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Il premio Nobel per la medicina a quei due signori equivale al premio Nobel per la pace regalato ad Obama.
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gregor-samsung · 5 months
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" Sto qui, sulla soglia di un altro mondo palpitante. Possa Dio avere pietà della mia anima. Sono pieno di tristezza perché so di aver spezzato il cuore della mia povera madre e perché la mia famiglia è stata colpita da un’angoscia insopportabile. Ma ho considerato tutte le possibilità e ho cercato con tutti i mezzi di evitare ciò che è divenuto inevitabile: io e i miei compagni vi siamo stati costretti da quattro anni e mezzo di vera e propria barbarie. Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l’effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra. Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all’indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata. Questa è la ragione per cui sono carcerato, denudato, torturato. "
Bobby Sands, Un giorno della mia vita, introduzione di Sean MacBride, Premio Nobel per la Pace, e di Gerry Adams, Presidente dello Sinn Féin; traduzione e cura di Silvia Calamati, Edizioni Associate, Roma, 1989¹; p. 115.
[Edizione originale: One Day in My Life, The Mercier Press, Cork, Ireland, 1982]
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nipresa · 1 year
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Estate 2024
Scienziato inventa un inchiostro per scontrini che non si può fotografare e vince il premio Nobel per la pace
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Lui è Nicolò. Nasce a Cremona nel 1993. È un bambino solitario. Legge tanto, tantissimo. Cresce con i nonni, che gli insegnano le cose più divertenti, mangiare i biscotti quando ne ha voglia, correre a piedi nudi sull’erba. Ha 5 anni. Il negozio dei genitori viene rapinato, mamma e papà urlano, piangono. Nicolò scrive un racconto in cui parla del ladro. Lo rilegge, è fiero. I genitori lo stroncano. Nicolò cresce. La scuola non gli va giù. Gli insegnanti parlano chiaro, con quei voti non andrà da nessuna parte. A casa gli tirano le orecchie, ma non serve a nulla. Bocciato. Mamma e papà sono disperati. Lui invece è innamorato. Di una ragazza che non se lo fila, e gli spezza il cuore. Nicolò abbassa la testa, si cuce sulla fronte la parola fallito e tira avanti per forza d'inerzia. Passa il suo tempo sui libri. Si sente vecchio, vuoto, ha voglia di scappare. È il 2013. Nicolò va su internet, vende i fumetti, le scarpe, le magliette, la console dei videogiochi, il letto a castello, prepara lo zaino e parla con i genitori. Ciao mamma, ciao papà, vi saluto, vado in India a fare il volontario in un orfanotrofio. Nicolò non ha alcun interesse per i bambini, o per il sociale. Vuole solo fuggire dal suo paese, che gli sta stretto, lo soffoca. Arriva in un piccolo villaggio dall’altra parte del mondo. Si sente il protagonista di uno dei suoi amati romanzi. La realtà che lo circonda è un pugno nello stomaco. Povertà, prostituzione, violenza. È sconvolto. Lo mettono a insegnare inglese ai bambini. Lui non sa nemmeno da dove iniziare, deve inventarsi qualcosa. Passano i mesi. I suoi piccoli studenti lo adorano, Nicolò conosce la storia di ognuno di loro, si affeziona. Una sera telefona a casa. Ciao mamma, non torno, qui c’è troppo da fare. Nicolò scrive libri, raccoglie fondi per costruire un dormitorio, paga la scuola e l’università ai suoi bambini, fonda una Ong. È il 2020. Nicolò Govoni ha 27 anni, è candidato al Premio Nobel per la Pace.
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diluvioaluglio · 5 months
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Su questione bulli vi posso dire che quelli che mi hanno rovinato la vita, l'autostima e la salute possono anche redimersi e vincere il premio nobel per la pace, io non li perdonerò mai nemmeno se strisciano a terra (come le serpi che sono) per chiedermi perdono.
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abr · 1 year
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Forse non ci sono campi se non di battaglia, quelli ancora ricordati, quelli già dimenticati, boschi di betulle e boschi di cedri, nevi e sabbie, paludi iridescenti e forre di nera sconfitta, dove per un bisogno impellente ci si accuccia oggi dietro un cespuglio.
Qual è la morale? – forse nessuna. Di certo c’è solo il sangue che scorre e si rapprende e, come sempre, fiumi, nuvole.
Dov’era Hiroshima c’è ancora Hiroshima.
Parte di una poesia della polacca Wislawa Szymborska , premio Nobel 1996, recitata (tnxs to Il Post) passando per Chalons en Champagne - i CAMPI CATALAUNICI - e poco più in là, tra Marfaux e Bligny sulla Montaigne de Reims, dove il II Corpo d'Armata Italiano fermò a caro prezzo la Friedensturm, l'offensiva per la pace (mica da oggi godono a usar ossimori durante le guerre) 105 anni fa a luglio.
C'erano tra gli altri tal Ungaretti che proprio lì nel Bois de Courton gli venne quella cosa che si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, Curzio Malaparte e un non lontano parente.
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susieporta · 11 months
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Ci siamo ammazzati con le spade, con le lance, e con le frecce.
Poi coi fucili, e coi cannoni.
Ora coi missili.
Tutti strumenti a forma di pene, solo che invece di penetrare con amore per fecondare e dare la vita, questi Peni sparano fuoco per dare la morte.
Ho sempre pensato che il nostro Maschile Egoico-bellico, che purtroppo abita anche molte donne, abbia in fondo un problema erotico irrisolto, una sorta di blocco, un'impotenza a utilizzare l'energia gloriosa del Fuoco a scopi pro-creativi.
Chi non crea, infatti, decrea, e distrugge, o si distrugge, ingolfando il fuoco in malo modo dentro di sé.
Sì, siamo un disastro, direbbe Henepola Gunaratana, grande maestro buddhista; siamo un disastro, siamo abitati da un mostro di insoddisfazione, e non vogliamo prendercene cura, per cui ci sfoghiamo ammazzandoci a vicenda.
Io sono convinto che questa fase della storia antropologica stia volgendo al compimento, al suo tragico compimento.
I mostri, dentro e fuori di noi, però non se ne andranno facilmente, e la lotta è e sarà molto dura.
Ma alla fine questa Era della Guerra finirà, perché è già finita.
Resta uno spettacolo osceno, i cui protagonisti sono semplicemente mostri, mostri di ignoranza innanzi tutto, e mostri di stupidità.
Fa bene riascoltare perciò Yael Deckelbaum, questa cantante di origini israeliane, che insieme a tante donne ebree e palestinesi, canta questa dolce Preghiera delle Madri, in sintonia con la grande marcia delle Madri, che unì migliaia di donne ebree e palestinesi, in una invocazione comune verso la Pace.
Era il 2016, e intervenne anche il premio Nobel liberiano Leymah Gbowee.
Questo canto di madri è il nostro canto.
E' il canto della Nuova Umanità.
E' il canto che supera il rumore degli scoppi e delle bombe.
E' il canto che rimarrà.
Marco Guzzi
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crossroad1960 · 1 year
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“Fra le dolcezze delle avversità, e lasciatemi dire che sono state numerose, ho trovato la più dolce, la più preziosa di tutte, è la lezione che ho imparato sul valore della gentilezza. Ogni gentilezza ricevuta, grande o piccola, mi ha convinta che non ce ne sarà mai abbastanza nel nostro mondo. Essere gentili significa rispondere con sensibilità e calore umano alle speranze e ai bisogni del prossimo. Perfino il più piccolo gesto di gentilezza può illuminare un cuore incattivito. La gentilezza può cambiare la vita delle persone."
Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace
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ilblogdellestorie · 1 year
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Il Dalai Lama si è scusato dopo la pubblicazione sui social di un filmato che lo ritrae mentre bacia un ragazzo sulle labbra e gli chiede di "succhiargli la lingua".
L'ufficio del leader spirituale tibetano ha dichiarato di volersi scusare con il ragazzo e la sua famiglia "per il dolore che le sue parole possono aver causato".
"Sua Santità desidera scusarsi con il bambino e la sua famiglia, oltre che con i suoi numerosi amici in tutto il mondo, per il dolore che le sue parole possono aver causato", si legge in una dichiarazione pubblicata su Twitter ufficiale, come riportano i media internazionali. "Sua Santità prende spesso in giro le persone che incontra in modo innocente e scherzoso, anche in pubblico e davanti alle telecamere. Si rammarica di questo incidente", prosegue il messaggio.
Il video in questione, diventato virale, è stato ripreso durante un evento il 28 febbraio scorso, quando l'87enne Dalai Lama ha parlato a un gruppo di studenti nel tempio Tsuglagkhang di Dharamshala, nel nord dell'India. Nel filmato si vede un ragazzino che si avvicina a un microfono e chiede al leader spirituale buddista: "Posso abbracciarti?". Il Premio Nobel per la Pace invita il bambino sul palco, dicendo: "Prima qui", e indica la sua guancia, che il bambino bacia. E prosegue: "Poi penso anche qui", e indica le sue labbra. Il Dalai Lama avvicina poi il mento del bambino verso di sé e lo bacia sulle labbra.     Nel video si sentono risate e applausi. I due si toccano con la testa, prima che il Dalai Lama tiri fuori la lingua e dica: "E succhiami la lingua". Quando i due si abbracciano, più avanti nel video, il Dalai Lama fa il solletico al bambino sotto le ascelle.
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bongianimuseum · 2 years
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BIOGRAFIA DI SHOZO SHIMAMOTO
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BIOGRAFIA DI SHOZO SHIMAMOTO
Nato nel 1928 a Osaka, in Giappone.
1947 / Frequenta l'atelier del maestro Jiro Yoshihara, dove produce la sua prima opera "Høie".                       
1948 / Prende parte alla mostra "Sette artisti d'avanguardia" presso il department store Kintet-su a Osaka.                                                                                                                                                          
1950 / I laureati del Gakuin University Kansai in Hyugo.                                                                              
1953 / Partecipa alla prima mostra del gruppo Genbi, con Jiro Yoshihara,. Diver si giovani artisti che espongono si uniranno al gruppo Gutai .                       
1954 / Fonda Gutai con Jiro Yoshihara. Partecipa alle più importanti mostre Gutai.                                         
1955/ Alla prima mostra Gutai presenta un lavoro rivoluzionario per essere vissuto e goduto dal corpo: "Prego, camminate qui". Il lavoro è stato ricostruito nel 1993. 1956 / In occasione della mostra a cielo aperto Gutai mostra la sua opera realizzata attraverso l'utilizzo di un cannone a mano che verrà presentata alla Biennale di Venezia del 1993, in cui bottiglie di vetro contenenti pigmenti sono gettati ed esplodere il colore direttamente sulla tela 1957 / Mostra il suo video pionieristico arte alla mostra Gutai prestazioni. Un altro dei suoi lavori, un lavoro sonoro, che può essere considerato come musica concreta, è inserito nella Raccolta Centro Pompidou...                
1970 / Produttore artistico per 1000 spose al Festival EXPO
1976 / Partecipa a un progetto di Mail Art che coinvolge 60 paesi e con una rete di 8000 scambi. Crea una strada con 10.000 giornali lungo il lato del fiume Mukogawa 1992 / Mentre continua a produrre nuove opere, diventa Presidente della Japan Society Arte e Cultura di disabili-persona (ora Arte Giappone) e organizza la prima mostra su larga scala di persone disabili in Osaka. Nello stesso anno viene intervistato di Jane Kennedy Smith per il quotidiano più famoso giapponese, Mainichi Shinbun 1993 / Invitato a partecipare alla Biennale di Venezia come membro del Gutai 1994 / Invitato ad esporre al Guggenheim (New York) 1996 / Shimamoto viene proposto come candidato per il Premio Nobel per la Pace in riconoscimento delle sue attività pacifiste da numerose riunioni Bern Porter, il medico che ha fatto la bomba atomica sganciata su Hiroshima.
1997 / Unico artista giapponese dopo la Restaurazione Meiji ad avere la sua foto in Storia dell'Arte, pubblicato da l'America Album
1998 / Invitato come uno dei primi quattro migliori artisti del mondo dal dopoguerra, insieme a Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana, a partecipare a una mostra al MOMA (USA) 1999 / Invitato ancora una volta a partecipare alla Biennale di Venezia, con David Bowie e Yoko Ono 2000 / Tiene una mostra a Parigi (Unesco) e propone una collaborazione artistica in Francia, co-sponsorizzata dall'Unesco del Giappone e dalla Felissimo Museo. Inizia la creazione di un lavoro enorme che sarà conservata da 100 anni a Shin Nishinomiya (Prefettura di Hyogo. 
2001/ Invitato alla manifestazione Giappone Anno a Londra. Alcune opere sono assegnati alla Tate Modern da inserire nella collezione.
2003 / Invitato a partecipare alla Biennale di Venezia (Extra 50)
2004 / Performance con un elicottero vicino a Venezia.  Performance Nyotaku a Ca 'Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna (Venezia). Tre opere ora appartengono alla collezione della galleria.
2005 / Performance con Elicottero a Trevi e mostra al Trevi Flash Art Museum.  Mostra personale a Reggio Emilia (Pari & Dispari Agency, Italia). Realizzazione dell'opera piccola d'arte nel mondo, utilizzando nanotecnologie, per realizzare immagini sulle estremità delle setole di uno spazzolino da denti (in collaborazione con Ritsumeikan Università di Kyoto)
2006 / Invitato ad esporre alla ZONE ZERO a Duesseldorf. Invitato ad esporre alla Hsinchu City International Glass Art Festival. Exhibition e Performance della gru a Napoli. Invitato ad esporre alla Tokyo International Art Fair
2007 / Espone quaranta opere prodotte dal periodo Gutai ai giorni attuali nella mostra "Shozo Shimamoto: Action Colors 1950-2006" presso la Galleria Pier Giuseppe Carini di San Giovanni Valdarno. Presso il Fashion Museum di Kobe tiene la performance Felissimo WHITE PROJECT; le opere realizzate vengono esposte allo Hyogo Prefectural Diplomatic Estabilishment e al Kobe Fashion Museum. Presenzia al P3 Project per la Biennale di Venezia; qui si cimenta in una performance, Bottle Crash, nel Chiostro di San Nicolò, organizzata in collaborazione con l’Architetto Luigi de Marchi presidente del “ABCOnlus”. Viene coinvolto nell'organizzazione di un evento a Pechino, "Art Challenged Project", cui partecipano molti artisti disabili arrivati dal Giappone. Alcuni dei suoi lavori più rappresentativi vengono esposti nella collettiva "Artempo" organizzata da Mattijs Visser e Axel Vervoordt nel Palazzo Fortuny di Venezia. 2008 / Il 7 maggio realizza una performance a Punta Campanella, Napoli, coinvolgendo un gruppo di danzatrici vestite da spose con la testa ricoperta da bicchieri saturi di colore. Il 9 maggio fa una performance nel chiostro della Certosa di San Giacomo di Capri lanciando il colore su otto tele disposte a terra e su due contrabbassi disposti a lato delle tele, ricoperti da spartiti musicali e sorretti da due giovani donne. Sempre alla Certosa di San Giacomo di Capri espone alcuni suoi lavori nella mostra "Vento d'Oriente".   Presso il Museo Magi ‘900 di Pieve Di Cento (BO) si tiene la mostra Shozo Shimamoto / Yasuo Sumi - I colori della pace, con una performance nella sala Modigliani del Museo. Il 13 novembre 2008 presso il Museo d' Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova “Shozo Shimamoto. Samurai, acrobata dello sguardo”, curata da Achille Bonito Oliva.
2009 / In occasione di Roma. Road to Contemporary Art , sono esposte sue opere in diverse mostre: Hofficina d’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva; Palazzo Barberini, “Cose mai viste II” a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata alle opere delle collezioni private degli artisti. Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con la Fondazione Morra, l’Archivio Pari & Dispari e l’Associazione Shozo Shimamoto. Partecipa alla mostra collettiva “Madre Coraggio: l’arte” a cura di Achille Bonito Oliva che si tiene all’interno del Festival di Ravello. Tiene una mostra personale presso la galleria “VV8 artecontemporanea” di Reggio Emilia, in collaborazione con l’Associazione Shozo Shimamoto, dal titolo “La danza del colore”, in occasione della quale ha luogo una performance del coreografo Mauro Bigonzetti e quattro ballerini della Fondazione nazionale di danza Aterballetto che animano gli abiti da sposa realizzati da Shimamoto nell’azione di Punta Campanella.
2011 / Sculture e grandi tele provenienti dalle performance di Venezia, Punta Campanella, Capri e Genova sono esposte nella basilica di Santo Stefano di Bologna in occasione di Arte Fiera OFF in una mostra a cura di Achille Bonito Oliva. Mostra personale presso la galleria “Nicola Pedana” di Caserta. Mostra personale presso la Fondazione Morra di Napoli. Assieme a opere di grandi dimensioni sono proiettati due video di Mario Franco che documentano le performance di Piazza Dante a Napoli (2006) e Punta Campanella. Viene invitato a condurre due performance presso il Moderna Museet di Stoccolma in Svezia in occasione dell’evento “AN EXPERIMENTAL CONFERENCE ON ART AND SCIENCE TO CHALLENGE THE MID-SUMMER SUN” dove reinterpreta la performance con il cannone del 1956 e quella su palcoscenico del 1957.
2012 / Dal 14 marzo al 5 maggio 2012 la mostra personale “SHOZO SHIMAMOTO” c/o la Axel Vervoordt Gallery di Anversa (Belgio). Mostra personale "Shozo Shimamoto, Opere 1950-2011" a Palazzo Magnani a Reggio Emilia. Partecipa alla mostra "Explosion: Pittura in Azione" al Moderna Museet di Stoccolma. Mostra "Dipingere il Vuoto" al MOCA di Los Angeles con una sala dedicata a Shimamoto.
2013 / Partecipa a Milano  al  progetto internazionale di Mail Art  "INviso" curato da Ruggero Maggi. Prima del 25 gennaio  2013,  l'anno della morte, partecipa a Salerno al Progetto Internazionale "Wunderkammer Artistamps " a cura di Giovanni Bonanno, con  una delle ultime partecipazioni alla mostra Collettiva Internazionale in omaggio ai 70 anni di Marcello Diotallevi svoltasi  a giugno. Prima retrospettiva dopo la morte alla Galerie Hofburg a Bressanone con una ventina di dipinti  a cura di  Vittoria Coen. Prima antologica milanese di Shozo Shimamoto  allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano  con 30 opere presentate  in grado di ripercorrere la ricerca dell’artista giapponese.
 2015 / Collettiva internazionale “Add &  Return” con la partecipazione di 97 artisti dal titolo: “VIRTUAL FLUXUS POETRY” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista giapponese Shozo  Shimamoto come  evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 56th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2015, a cura di Sandro  Bongiani.
2016 / CRUCIFIXION - Shozo Shimamoto, ArtVerona I Art Project Fair 2016 - i7 Spazi Indipendenti Italiani, a cura di Sandro  Bongiani, Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno.
2019 / SHIMAMOTO - CAVELLINI – COHEN, IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances, a cura di Sandro  Bongiani, Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno
2023 / MEMORIAL SHOZO SHIMAMOTO 2013-2023 . ”Relazioni marginali sostenibili “avere un’idea per capello”.  Mostra Collettiva Internazionale, per il decennale della scomparsa dell’artista giapponese  a cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi. -  Galleria Sandro Bongiani VRspace e Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno.
  COLLEZIONI:
In  Giappone
Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo, Museo d’Arte di Fukuoka, Museo di Kitakyushu, Museo d’Arte di Hyogo, Museo d’Arte Moderna di Osaka, Museo di Nara, Museo d’Arte di Takamatsu, Museo d’Arte di Ashiya, Museo d’Arte di Miyagi, Museo d’Arte di Shizuoka, Museo di Gifu, Museo d’Arte Contemporanea di Osaka, etc.
All’estero  
Tate Modern (Londra), Museo Nazionale di Arte Moderna di Roma, Art Center di Milano, Paris Gallery, Mail Art Museum (Berna, Svizzera), Galleria Internazionale di Arte Moderna Ca’ Pesaro, Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno, etc.
Il sito ufficiale di  www.shozo.net  
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alephsblog · 16 days
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