#Silvia Calamati
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" Sto qui, sulla soglia di un altro mondo palpitante. Possa Dio avere pietà della mia anima. Sono pieno di tristezza perché so di aver spezzato il cuore della mia povera madre e perché la mia famiglia è stata colpita da un’angoscia insopportabile. Ma ho considerato tutte le possibilità e ho cercato con tutti i mezzi di evitare ciò che è divenuto inevitabile: io e i miei compagni vi siamo stati costretti da quattro anni e mezzo di vera e propria barbarie. Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l’effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra. Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all’indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata. Questa è la ragione per cui sono carcerato, denudato, torturato. "
Bobby Sands, Un giorno della mia vita, introduzione di Sean MacBride, Premio Nobel per la Pace, e di Gerry Adams, Presidente dello Sinn Féin; traduzione e cura di Silvia Calamati, Edizioni Associate, Roma, 1989¹; p. 115.
[Edizione originale: One Day in My Life, The Mercier Press, Cork, Ireland, 1982]
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▪️30 GENNAIO 1972: QUEL GIORNO A DERRY I SOLDATI INGLESI SPARAVANO PER UCCIDERE▪️
•Derry, Bogside, 30 gennaio 1972•
"Sembrava di essere in un film western. I soldati, come cowboy, sparavano con fucili all'altezza dei fianchi. Si capiva bene che erano arrivati per uccidere.
Chi salvò la pelle quel giorno fu davvero fortunato.
La prima persona a cui prestammo soccorso fu un ragazza rimasta intossicata dai gas lacrimogeni. [...]
Mentre camminavo in mezzo alla strada, con le mani in alto, ero letteralmente in preda al terrore.
Quando raggiunsi i soldati dissi loro che c'era bisogno di un ambulanza per i feriti.
Uno si mise a ridere e mi rispose: «Non ce n'è bisogno. I parà sparano per uccidere, non per ferire.» [...]
Li sentii fare battute e chiedersi gli uni con gli altri: «Quanti ne hai presi?». E poi raccontarsi come avrebbero festeggiato quella sera, mentre uno dei loro superiori gridava: «Bravi, ragazzi. Bravi!»
Occorse mezz'ora prima di veder arrivare le ambulanze.
Quando giunsero sul posto, i soldati stavano sparando di nuovo.
A un certo punto dovetti gettarmi a terra per non essere colpita. [...]
Quel giorno non medicai nessuno perchè le persone che andai a soccorrere erano già decedute.
A sera, lungo tutto il tragitto verso casa, mi sentii come in trance.
Non appena varcai la soglia scoppiai a piangere.
I soldai avevano impedito a tutto il personale medico specializzato di intervenire.
Noi avevamo potuto fare ben poco, perchè non possedevamo la strumentazione adeguata.
Avevamo comunque cercato di alleviare il dolore a quante più persone possibile.
Quella notte e il giorno successivo fui in totale stato di shock.
Per un paio di mesi ebbi frequenti incubi di notte. [...]
Giurai a me stessa che avrei dimenticato tutto.
Mi sforzai moltissimo di farlo, ma senza riuscirvi.[...]
Alcuni dei ragazzi avevano la mia età.
Sono stati uccisi, l'uno dopo l'altro, senza alcun motivo."
•Alice Long, Volontaria di soccorso, 18 anni nel 1972•
Tratto da " Le Compagne di Bobby Sands". Silvia Calamati
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PREMIO INTERNAZIONALE CITTA' DI CASSINO A "IL DIARIO DI BOBBY SANDS"
PREMIO INTERNAZIONALE CITTA’ DI CASSINO A “IL DIARIO DI BOBBY SANDS”
“Premio Internazionale Città di Cassino 2013” al libro “Il diario di Bobby Sands. Storia di un ragazzo irlandese”, di Silvia Calamati, Laurence McKeown e Denis O’Hearn. Il premio verrà assegnato il 19 ottobre
Il libro “Il diario di Bobby Sands. Storia di un ragazzo irlandese”(Castelvecchi), di Silvia Calamati, Laurence McKeown e Denis O��Hearn, ha vinto il “Premio internazionale Città di Cassino…
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