#Porpora Marcasciano
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[Italian Trans Geographies][Danila Cannamela][Marzia Mauriello][Summer Minerva]
Italiano trans grography How does the mapping of Italian culture change when it is charted from the perspective of gender-variant people? Italian Trans Geographies tackles this question by retracing trans and gender-variant experiences within the Italian peninsula and along diasporic routes. The volume adopts a cross-disciplinary approach that combines scholarly analyses with grassroots…
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#Danila Cannamela#Helena Velena#Italia#Italian trans geography#Italy#Marzia Mauriello#nonfiction#Porpora Marcasciano#queer#Romina Cecconi#Summer Minerva#Trans
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there's a photography exhibit in trastevere about the goth subculture in rome in the 80s and i saw some of the pictures online and they're really cool + there's some photos of diamanda galas and of porpora marcasciano and it's in general something really up my alley right. except i go look at tickets and they cost twenty euros which is so insane im not spending twenty euros to go look at less than a hundred printed out photos. support artists sure but that's a stupid price. and it's not even a cool experience like last year when they had letizia battaglia at the baths of caracalla it's just a cramped historical building. plus all the photos are on the photographer's website lmao spares me the trip to trastevere
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Questa foto è del 1981, forse del 1982.
5 mesi prima oppure 7 mesi dopo quel 19 Novembre 1981 quando fui arrestata per atti osceni in luogo pubblico.
Uscivo dalla lezione di Psicologia ore 19 a Magistero (Roma Piazza Esedra) e avevo un po' di matita agli occhi, abiti vivaci in sintonia con la vivacità dei tempi. Attraversando Piazza dei Cinquecento fui fermata durante una retata, condotta in questura e da li a Regina Coeli dove rimasi 4 giorni e 4 notti. Avevo 24 anni e quell’esperienza resta una cicatrice profonda che non potrò mai cancellare perché ignoravo le ragioni per quello che ritengo essere stato un vero e proprio sequestro.
Non avevo fatto nulla se non essere quello che ero. Il processo per direttissima al quarto giorno sentenziò Atti Osceni. All’avvocato (De Cataldo del Partito Radicale) che mi difese dissi che non avevo fatto nulla e lui mi disse alzando le spalle: la tua parola contro la loro!
Meglio patteggiare. 2 mesi con la condizionale e la non iscrizione al casellario giudiziario (quest’ultima risultava essere la conquista strappata a uno stato che attraverso la sua “Buon Costume” sentenziava sul mio modo di essere).
Ieri, 42 anni dopo, il telegiornale dice che il governo Meloni vuole ripristinare il reato di Atti Osceni aggravando le pene. Un brivido mi ha scosso dal torpore. Rabbia e incredulità per il susseguirsi di atti inquietanti (direi osceni) di questo esecutivo. Assistere alla regressione lascia attoniti. Ieri era il giorno della Memoria.
Porpora Marcasciano, Facebook
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Some Prefer Cake: da domani la 15esima edizione del festival di cinema lesbico
Some Prefer Cake: da domani la 15esima edizione del festival di cinema lesbico. Bologna, da venerdì 22 a domenica 24 settembre al Nuovo Cinema Nosadella e negli spazi dell’adiacente Giardino Lorusso (via dello Scalo 21, via Lodovico Berti 2/7), si terrà la quindicesima edizione del festival internazionale di cinema lesbico Some Prefer Cake. Sarà dal 25 settembre al 5 ottobre, invece, la versione online del festival, con la possibilità di vedere in streaming da tutta Italia sulla piattaforma openddb.it una selezione dei film in programma. Some Prefer Cake anche quest’anno celebra la ricchezza del cinema lesbico, proponendo 22 produzioni indipendenti da tutto il mondo che, attraverso una varietà di generi e linguaggi (dalla commedia all’horror, dalla fantascienza alla satira, dal documentario all’animazione) affrontano temi fondamentali all’interno della comunità lesbica: l’importanza della visibilità come pratica politica, le narrazioni delle diverse forme ed esperienze di attivismo, la costruzione della memoria, lo sguardo lesbico nella creazione artistica, le relazioni affettive, i corpi, la cura, l’amore nelle sue infinite forme. La presentazione del festival si è tenuta oggi in conferenza stampa a Palazzo d’Accursio. Sono intervenute la vicesindaca Emily Clancy che ha ricordato: “L’importanza di avere in Italia un festival del cinema lesbico, ormai entrato nella programmazione culturale cittadina, che consente di avere a disposizione rappresentazioni e identificazioni per sentirsi libere nel vivere il proprio orientamento sessuale con serenità. Dal punto di vista del contrasto alle discriminazioni, l’impatto culturale di iniziative come queste è fondamentale”. Porpora Marcasciano, presidente della commissione Parità e pari opportunità, ha ricordato il ruolo del festival nel creare “la sorellanza e la possibilità di incontrarsi della comunità, attorno a un festival della visibilità lesbica tra i più importanti di Europa”. Il festival è organizzato dall’associazione Luki Massa Aps, con la direzione artistica dell’agenzia Comunicattive e il coordinamento di Teresa Sala, con il sostegno del Comune di Bologna nell'ambito di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna-Territorio Turistico Bologna-Modena, e nell'ambito del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQIA+ nella città di Bologna 2022-26, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso l'Emilia-Romagna Film Commission e del Master Gemma in Studi di genere e delle donne dell’Università degli Studi di Bologna e la sponsorship di Berberè Pizzeria. Tutti i film sono sottotitolati e, grazie anche al supporto dell’associazione Micce, gli incontri avranno la traduzione simultanea in LIS per garantirne la fruibilità alle persone sorde segnanti. Tutti gli spazi del festival sono accessibili alle persone in sedia a rotelle. IL PROGRAMMA IN SALA: Il festival inaugura nella Sala Berti del Nosadella venerdì 22 settembre alle 19, con il concerto live “Ci siamo rotte” delle Cadavere Squisite, a cui seguirà la proiezione in anteprima regionale del cortometraggio di animazione Luki di Marta Bencich. Già presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma, il corto racconta le origini e l’infanzia da spirito libero di Luki Massa, l’attivista lesbica e femminista che ha ideato Some Prefer Cake, scomparsa prematuramente nel 2016. In sala si alterneranno poi, nelle due giornate e mezza di programmazione, 4 lungometraggi narrativi, 4 documentari e 6 corti in concorso, introdotti dalle programmer del festival Giulia De Rocco, Federica Fabbiani, Helena Falabino, Silvia Radicioni, Lucia Tralli. Le fiction spaziano dalla commedia spagnola La Amiga de mi amiga di Zaida Carmona (venerdì 22 h. 21), sitcom lesbica che si svolge nei bagni, nei letti e per le strade di Barcellona, alla storia di 3 giovani amiche kosovare raccontata da Luàna Bajrami in La collina dove le leonesse ruggiscono (sabato 23 h 16:30), dalla storia d’amore horror Attachment (sabato 23 h 19:45) del regista danese Gabriel Bier Gislason, fino al brasiliano Fogareu di Flávia Neves, storia, al confine tra reale e fantastico, della giovane Fernanda alla ricerca delle sue origini, in programma in anteprima nazionale domenica 24 alle 14. Il programma dei documentari partirà sabato 23 alle 14:30 con il biopic in anteprima italiana Ilse Fuskova di Liliana Furió e Lucas Santa Ana, storia della attivista autrice dei Quadernos Lesbianos, che per prima si rese visibile come lesbica al grande pubblico in Argentina. Momento di punta del festival sarà, sabato 23 settembre alle 18, ancora in anteprima nazionale, la proiezione del documentario Jewelle - A Just Vision di Madeleine Lim, in presenza (per la prima volta in Italia) della regista e della protagonista, ospiti del festival dagli Stati Uniti. Ioway e Wampanoag, nera e capoverdiana, femme lesbica, Jewelle Gomez è una scrittrice pluripremiata, autrice all’inizio degli anni ’90 di The Gilda Stories, primo romanzo che mette in scena una vampira nera, vincitore del premio Lambda. È stata protagonista di numerosi movimenti per la giustizia sociale: dal Black Power nella Boston di fine anni ’60 all’attivismo contro l’AIDS nella New York di metà anni ’80 fino al Matrimonio paritario nella San Francisco degli anni 2010. Un’icona vivente del movimento lesbico nero statunitense, ritratta in questo bellissimo documentario dallo sguardo della regista Madeleine Lim, attivista asiatico-americana che ha fondato il movimento SAMBAL (Singaporean & Malaysian Bisexual Women and Lesbians) e dirige il Queer Women of Color Media Arts Project (QWOCMAP), organizzazione no profit che promuove la creatività e le opere artistiche di donne LBT di colore. Si prosegue ancora sabato alle 21:45 con Fierce: A Porn Revolution di Patrick Muroni, che racconta la storia del collettivo svizzero Oil Productions nella realizzazione di porno etici e dissidenti in grado di creare un’altra visione del desiderio e della sessualità. Domenica 24 spazio invece al fumetto queer con No Straight Lines di Vivian Kleiman (h. 16), che sarà presentato in sala da Elisabetta Mongardi dell’associazione Hamelin. Saranno invece concentrati nella mattinata di sabato 23 settembre i Corti a colazione (colazione alle 9:30 e inizio proiezioni alle 10:00): aprirà la lunga carrellata di corti Bad Lesbian, un lavoro dedicato alla violenza nelle relazioni lesbiche che sarà introdotto dalle operatrici della Linea Lesbica e antiviolenza dell’associazione Lesbiche Bologna. A seguire Losing The Spark, corto di fantascienza di Amanda Callas, Los Huevos, storia d’amore tra due donne mature, di Yolanda Moreno Torrado, Holding Moses di Rivkah Beth Medow e Jen Rainin, che racconta l’esperienza di un’artista queer come caregiver del figlio disabile, Kingdome, satira comica di Joanna Vymeris che mette al centro della scena l’arte sottorappresentata del drag king. A chiudere questo slot di proiezione sarà il documentario corto Love, Barbara di Brydie O’Connor, un ritratto della pionieristica regista sperimentale Barbara Hammer con gli occhi della sua compagna, presentato in collaborazione con Archivio Aperto (che proprio a Barbara Hammer dedicherà una retrospettiva nella prossima edizione). Fuori concorso, invece, i 6 corti erotici femministi della serata Lesbian Pleasure, preceduti dalla performance Fire di Ambrita Sunshine (venerdì 22 h. 23) e il lesbian cult The Watermelon Woman della regista afroamericana Cheryl Dunye, ospite del festival nel 2012, la cui proiezione (domenica 24 h. 11.00) è organizzata in collaborazione con il Centro di documentazione Flavia Madaschi de Il Cassero Lgbti Center e introdotta dalla sua responsabile Sara De Giovanni. LA GIURIA: La giuria di qualità, composta da Isabella Borrelli (attivista ed esperta di comunicazione), Cecilia Fasciani (documentarista e giornalista visuale), e Silvia Nugara (ricercatrice, giornalista culturale e critica cinematografica) per la sezione Documentari, e da Sofia Karakachoff (direttrice della fotografia e videomaker), Luce Scheggi (divulgatore di tematiche legate alla violenza di genere e alla comunità Lgbtq+), e Noah Zoratti (studentessa al Naba di Milano e co-creatrice del progetto di divulgazione antiabilista Sistemabile) per la sezione Fiction e Cortometraggi, proclamerà i film vincitori domenica 24 settembre alle ore 20. Alle 20.30 il festival chiuderà con la proiezione gratuita del film vincitore. Come ogni anno anche il pubblico avrà la possibilità di votare i film alla fine di ogni proiezione. NON SOLO FILM: Per tutta la durata del festival saranno esposte, in luoghi e modalità differenti, tre mostre. Abstract. Con amore e rabbia è una selezione di scatti fotografici dall’archivio affettivo-politico di Caterina Lorenzetti, che attraversano vari aspetti della sorellanza lesbica e femminista, dalle immagini di lotta durante le manifestazioni di piazza a momenti di vita ed intimità all’interno della comunità. Scuola di butch è invece la mostra di fumetti di Percy il Buio (Percy Bertolini) che proporrà le tavole del fumetto umoristico a puntate pubblicato settimanalmente su Instagram, in cui una vecchia scuola di polizia viene occupata da un gruppo di lesbiche butch e trasformata in una scuola primaria in cui bambine butch, lesbiche, trans, non binary imparano a trasgredire e ad autodeterminarsi in un mondo binario e eteronormato. Nell’anno della morte di Lucy Salani, infine, Some Prefer Cake propone un ricordo e un omaggio alla storica attivista trans con La vita non muore mai, selezione di ritratti di Lucy realizzati dalla fotografa Luciana Passaro, che saranno proiettati in sala prima delle proiezioni in programma. Nelle giornate di sabato e domenica Some Prefer Cake ripropone il format del pranzo con l’autrice: il 23 settembre alle 12.30 si svolgerà una presentazione incrociata degli ultimi due libri di Sara Ahmed tradotti in italiano, La promessa della felicità (Luca Sossella editore, 2023) e Un’altra cena rovinata (Fandango Libri, 2023) con due delle rispettive traduttrici, Laura Scarmoncin e Michela Baldo, mentre il 24 settembre sempre alle 12:30 Valentina Pinza, co-direttora de La Falla, dialogherà con Deborah Ardilli sulla nuova riedizione del testo cult di Monique Wittig Il corpo Lesbico (Vanda Edizioni, 2023). Entrambi gli appuntamenti sono organizzati in collaborazione con la Libreria delle donne di Bologna, che sarà presente con il proprio bookshop. Ogni pomeriggio ci sarà inoltre uno spazio dedicato al dj set a cura della Collettiva Elettronika, collettivo di dj transfemministe queer di Bologna. Venerdì 22 dalle 18:00 sarà una selezione FLINTA* indie ad accogliere il pubblico in arrivo per l’aperitivo in giardino che precede l’inaugurazione. (*FLINTA è una sigla usata in lingua tedesca e sta per donne, lesbiche, persone intersessuali, non binarie, trans* e agender). Sabato 23 e domenica 24 appuntamento in giardino alle 18:30 rispettivamente con le Assi dj da Bari e con le resident dj della Collettiva. Novità di questa quindicesima edizione sarà lo spettacolo di stand up comedy Queer Comedy Show di e con Sabrina Sabbra Russo, introdotto dall’intervento del Collettivo Grass* (domenica 24 h. 17:30): uno spazio esilarante dove riconoscersi come minoranze e riuscire a ridere delle proprie vite. Associazione Luki Massa: Nasce nel 2017 per proseguire il lavoro intrapreso da Luki Massa, attivista lesbica e femminista prematuramente scomparsa nel 2016. L’associazione organizza il festival di cinema lesbico Some Prefer Cake ed è impegnata nella conservazione e sistemazione dell’archivio di Luki Massa su 30 anni di vita del movimento lesbico in Italia. www.associazionelukimassa.org Comunicattive Agenzia di comunicazione femminista che dal 2003 realizza iniziative di comunicazione politica ed eventi culturali in ottica di genere. Ha ideato numerose campagne di comunicazione sociale contro la violenza maschile sulle donne e l’omolesbobitransfobia e svolge interventi formativi sulla comunicazione di genere in scuole, centri antiviolenza, associazioni e collettivi. Da 15 anni partecipa ai percorsi femministi cittadini e nazionali. www.comunicattive.it Some Prefer Cake ha la media partnership di La Falla, Radio Città Fujiko, Neu Radio, Bossy, la partnership di OpenDDB, Coordinamento dei Festival di cinema Lgbtq, Libreria delle donne di Bologna, Collettiva Elettronika, Archivio Aperto, Associazione Hamelin, Centro Documentazione Flavia Madaschi. Le associazioni Amalia donne in barca a vela, CLR coordinamento Lesbiche Romane, Lesbiche Bologna, Femminismi, Ombrella Viola, insieme a oltre 80 donatrici singole, hanno sostenuto il festival con una donazione. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Lina Pallotta al centro Pecci di Prato
Aperta fino ad ottobre presso il centro Pecci di Prato, la grande mostra Volevo vedermi negli occhi è la prima personale in un’istituzione pubblica italiana della fotografa Lina Pallotta, che ha lavorato a progetti fotografici con un’accentuata attenzione etica, riconoscendo al medium della foto un grande compito sociale. Il Centro Pecci presenta una selezione delle fotografie del progetto Porpora, scattate a Porpora Marcasciano, che conobbe la Pallotta nella Napoli degli anni Settanta e le due donne ebbero fin da subìto un profondo legame. Nel 1990 Pallotta iniziò a fotografare Porpora in scene quotidiane che attraversano il personale, i contesti politici e di movimento, le geografie dei loro incontri tra l’East Village, Roma, Bologna e la campagna napoletana, con uno sguardo vicino e un tocco immediato. Volevo vedermi negli occhi raccoglie un ritratto prolungato di un’amica, una compagna e una persona, dove immagini sfocate, scene contrastate in bianco/nero, momenti rapidi ed effimeri restituiscono il racconto e gli intrecci di tempi, luoghi e corpi. A cura di Michele Bertolino e Elena Magini, la mostra è accompagnata dalla pubblicazione Porpora, edita da Nero, che raccoglie parte delle foto di Lina, un archivio visivo con un possibile percorso nella storia a partire dagli anni Settanta e alcuni saggi sul lavoro fotografico di Lina Pallotta. Lina Pallotta, fotografa e docente italiana che vive tra Roma e New York, è nata a San Salvatore Telesino nel 1955, e alla fine degli anni Ottanta si è trasferita nella Grande Mela, dove si è diplomata in Fotogiornalismo e Documentario fotografico all’International Center of Photography. Il suo obiettivo è legato ai movimenti underground, dalle sottoculture, dalle storie meno gridate, dagli aneliti di rivalsa, con una serie di progetti a lungo termine e un approccio personale sulla quotidianità in situazioni di marginalità, tematiche femminili, genere e identità. Ha pubblicato per varie riviste nazionali e internazionali, lavorato per Impact Visuals Agency di New York e per l’Agenzia Grazia Neri di Milano, con lavori come Basta – to Work and Die on the Mexican Border del 1999, sulla vita delle lavoratrici messicane nelle fabbriche di frontiera e Porpora e Valerie, un reportage di vent’anni d’amore e amicizia tra due importanti figure dell’attivismo italiano. Oggi Lina insegna presso la Scuola Romana di Fotografia, tiene workshop e conferenze in tutta Italia e a New York, anche presso l’International Center of Photography e l’Empire State College, ha fatto parte della giuria di numerosi premi fotografici ed è stata direttrice artistica di Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017. Read the full article
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BVIO | ABBIAMO FINITO CON I BUONI SENTIMENTI uno spazio temporaneo di CHEAP
Il progetto di arte pubblica con sede a Bologna, apre uno spazio temporaneo nel centro della città in occasione della nuova edizione di Arte Fiera 2023: BVIO.
La grande installazione luminosa all’interno dello spazio temporaneo di CHEAP si staglia contro il nero pece dell’ambiente, allestito al piano terra di Palazzo Sassoli (ingresso da Vicolo Bolognetti, 18). Un progetto che è stato pensato e scritto così: con quella U littoria che diventa V, che riporta al sostrato fascista dello scorso risultato elettorale in Italia, che come un trompe-l’oeil fa intravedere anche un B(I)VIO. L’installazione luminosa accompagna una stanza oscura dove sono proiettati i testi di/dell’artistə che CHEAP ha chiamato a raccolta a lavorare sulla suggestione del buio, come momento storico, sociale, ambientale e culturale. Frammenti, versi, ma anche paragrafi e riflessioni che scorrono sulle pareti in un ambiente sonoro composto di fruscii, ronzare di insetti elettrici, movimenti acquatici. E quindi c’è la guerra, c’è la povertà, ci sono tutte le declinazioni di fascismo che la contemporaneità poteva produrre, c’è una crisi ambientale definitiva e ci sono dei confini che non sembrano aver mai ucciso tanto. Ma c’è anche il buio come opportunità: quella di tessere alleanze, di affilare nuovi sguardi, reinventarsi come mostri.
Dal 2 al 5 FebbraioPalazzo Sassoli | ingresso da Vicolo Bolognetti 18 | Bologna
Realizzato con la complicità di moltə:
AIA – anonymous iranian artists / Motus / Muna Mussie / Jacopo Benassi / Kinkaleri / Christina Maria Pfeifer / Fabiola Naldi / ZimmerFrei / R.Y.F. / Ivana Spinelli / Giorgina Pi / La Rivoluzione delle Seppie / Maddalena Fragnito / Silvia Fanti / Francesca Bono / Eva Geatti / Piersandra Di Matteo / Wissal Houbabi / Inside Porn / Porpora Marcasciano / Fiorenza Menni / Silvia Bottiroli /Francesco Costabile / Coco Riot / Collettivo Amigdala / Carolina Bianchi / Giovanni Attili / Lady Maru / Anna Rispoli / Sofa Queen / Simona Faraone / Francesco Papaleo / LO_MOCHEAP.
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Ne ho viste tante 'travestite' da uomini, senza alcuna traccia dei loro sudati percorsi, cancellati con assurda violenza nella sfida finale. Spesso mi vengono in mente volti e storie di tutte quelle che ci hanno lasciato di cui non resta che un vago ricordo, perdute, polverizzate nella nuda terra. Di loro non si sa più nulla, sospese nel limbo grigio della negazione, da qualche parte nel mondo, in un cimitero, sperdute tra milioni di loculi metropolitani, con vecchie foto, surreali, riconosciute da pochi, sconosciute a se stesse, il nome di nascita stampato sul marmo freddo, chi potrà mai riconoscerle? Massimina, Rosina, Cinicia, Lory, Katty, l'elenco è lungo, triste, soprattutto offensivo per tutta la comunità. L'ultima in ordine cronologico è la Franca, morta l'estate scorsa all'età di cinquantasei anni. Dopo decenni di transizione i suoi famigliari si sono presi la grande rivincita, apponendo sulla bara la sua foto da miliare. E' vergognoso come la morale del 'rimettere i peccati' o 'coprire lo scandalo' operi come grande neutralizzatore di esperienze meravigliose. [...] Ricordo anche il funerale della cara Sonia nel febbraio 1999, quando assecondammo il suo desiderio di indossare l'abito da sposa nel suo ultimo viaggio. Il bianco di quel vestito, che le conferiva bellezza e dignità, sembrò richiamare la copiosa nevicata che, partendo dall'abito, imbiancò come poesia tutta Bologna. Ecco, questo è il rispetto della persona, altrimenti si chiama rispetto del moralismo che è tutt'altra cosa, più vicina al peggior oscurantismo che alla bellezza della vita.
L’aurora delle trans cattive, Porpora Marcasciano
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Bologna, MAMbo: "Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT"
Bologna, MAMbo: “Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT”
Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT, Veduta della mostra al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Foto Ornella De Carlo Non sono dove mi cercatePorpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT A cura di Michele Bertolinocon un’installazione sonora di ALMARE, Non siamo dove ci cercate MAMbo – Museo d’Arte Moderna di…
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[Sherocco][Titti De Simone][Sara Garbagnoli][Francesca R. Recchia Luciani][Porpora Marcasciano]
Il volume raccoglie le voci dell3 protagonist3 che hanno animato il Festival e restituisce l’intensità e la radicalità dei dibattiti, delle analisi e delle emozioni che hanno fatto di Sherocco un cantiere di pensiero critico
Cosa significa l’espressione “comunità LGBTQIA+”? Esiste davvero qualcosa che può fare da legame per un gruppo eterogeneo come quello formato dalle persone lesbiche, gay, trans, queer, non binarie? Le rivoluzioni del desiderio raccoglie le voci dell3 protagonist3 che hanno animato il Festival e restituisce l’intensità e la radicalità dei dibattiti, delle analisi e delle emozioni che hanno fatto…
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#2023#Cirus Rinaldi#Daniela Nicolò#Eleonora Magnifico#Fandango libri#Francesca R. Recchia Luciani#Giorgina Pi#Giosuè J. Prezioso#H.E.R.#Le rivoluzioni del desiderio#linguaggi#Lorenzo Bernini#Maya De Leo#Nicole De Leo#Porpora Marcasciano#Saperi#Sara Garbagnoli#Sherocco#Silvia Calderoni#Titti De Simone#Vera Gheno#Vladimir Luxuria
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Sesso, genere e identità nel numero 4/2021 di MicroMega
Sesso, genere e identità nel numero 4/2021 di MicroMega
Sesso, genere e identità nel ìnumero 4/2021 di MicroMegaNel numero 4/2021 della rivista un’intera sezione dedicata agli aspetti esistenziali, scientifici, psicologici e politici della questione. Con interventi di Giorgio Vallortigara, Simona Argentieri, Maria Serena Sapegno, Tamar Pitch, Porpora Marcasciano e testimonianze dal mondo trans raccolte da Elettra Santori.vai al sito della…
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Bologna, la mostra Non so dove mi cercate
Bologna, la mostra Non so dove mi cercate. La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, spazio tematico in cui vengono ricostruite, raccontate e valorizzate le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo, si apre a un nuovo progetto espositivo che sarà visibile dall’11 novembre 2022 all’8 gennaio 2023, opening domani 10 novembre 2022 h 18.00: Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT. La mostra, a cura di Michele Bertolino, presenta una selezione di disegni inediti, che Marcasciano realizza dagli inizi degli anni Settanta, quando per la prima volta scende le scale dello Studio Uno Underground, un centro sociale, sede politica e galleria d’arte gestita da alcuni hippies nel suo paese natale, San Bartolomeo in Galdo (Benevento). Prodotti tra il 1973-1977 e ancora dal 1981 alla metà del decennio, e dimenticati per diversi anni in soffitta, i disegni sono composizioni psichedeliche in cui gli immaginari di un’intera generazione prendono la forma di surreali paesaggi meccanici e formazioni stratificate in cui corpi alieni, mani e labbra, seni, vagine, falli e tubi si fondono l’uno nell’altro. La stessa tecnica riflette la porosità del contesto in cui le opere sono state eseguite: la carta è spesso lavorata con il diluente, o acqua ragia, che permette di trasferire colori e immagini da quotidiani o fotografie e giocare con macchie e sfumature, facendo emergere favole e incastri. Il rock acido dei Pink Floyd e il teatro anarchico del Living Theater prima, poi la pratica rivoluzionaria, creativa e "frocia" e l’esperienza in transito: tutto si condensa in acquerelli e collage da cui trasuda l’immagine di un corpo collettivo senza organi, espanso e resistente. Sui disegni è la stessa Porpora Marcasciano a raccontare: “Qualche anno prima di morire, mia mamma sistemando la soffitta di casa, fece una scoperta archeologica per me importantissima: una vecchia cartella contenente circa cinquanta di miei disegni datati 1973-1977 e alcuni più recenti datati prima metà degli anni Ottanta. Da aggiungere alla narrazione la mia passione nel dipingere e disegnare che si interruppe in una fase critica della vita a metà degli anni ottanta. I disegni più che un valore artistico hanno, a mio avviso, un valore simbolico poiché incarnano nei segni e nel significato il senso profondo di quegli anni. Io la considero pura creatività psichedelica”. Le vicende del ‘77 italiano, i convulsi anni del Movimento Frocio che conquista il Cassero di Porta Saragozza nel 1982, l’affermarsi politico dell’esperienza trans con l’approvazione della legge 164, che consente alle persone trans di vedere riconosciuto il proprio genere elettivo, sono passaggi importanti, iscritti nel significato e nell’iconografia dei disegni di Marcasciano. Tali fermenti e movimenti politici, di cui Bologna è uno dei principali laboratori, si lasciano intravedere nella Project Room del MAMbo, tramite una raccolta di materiali d’archivio. Ritagli di giornali, fotografie, libri, comunicati stampa, documenti politici, flyer e copertine di dischi sono riprodotti su pannelli semitrasparenti che riconfigurano l’architettura della sala. In questo modo il pubblico è immerso in cronologie non lineari, obbligato a spostare continuamente lo sguardo in un viaggio alla ricerca di genealogie personali. Le stesse atmosfere vengono attualizzate nell’installazione sonora Non siamo dove ci cercate realizzata per l’occasione da ALMARE, in cui testimonianze, canzoni, registrazioni e materiali d’archivio ci proiettano nel mezzo di rumori e sogni tuttora attuali. Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT prova così a tracciare la pagina del diario di un’epica plurale e favolosa, mescolando i disegni con voci singole e canti collettivi dove possano prendere corpo la creatività psichedelica, il sesso anarchico, la felicità radicale e l’utopia. La mostra si realizza con la collaborazione di: MIT - Movimento Identità Trans, Divergenti - Festival internazionale di cinema trans, Archivio storico del MIT. Si ringraziano inoltre: Centro di Documentazione “Aldo Mieli” e Centro di Documentazione “Flavia Madaschi” Cassero LGBTI+ Center. Porpora Marcasciano (San Bartolomeo in Galdo, Benevento, 1957) è tra quellə che “nel 1977 avevano vent'anni e ora sono minorenni” (A. Pazienza): attivista, sociologa, attrice, figura di riferimento del movimento queer italiano, artista. Le sue tante vite hanno attraversato Napoli e Roma, e sono approdate a Bologna; si sono intrecciate con il movimento del ‘77, i collettivi gay e il movimento trans; hanno scritto libri, intessuto storie altrimenti dimenticate, disegnato ritratti collettivi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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È quello che chiamiamo binarismo di genere. Prima ancora che i movimenti è la scienza a spiegarci invece che non si può più parlare di M o F in maniera assoluta e perentoria, ma che l’identità riguarda delle sfumature molto più larghe, che quella fra i generi non è una divisione netta ma che dobbiamo immaginare il genere come una linea continua all’interno della quale le persone si posizionano in modo diverso, più o meno vicine a un polo o all’altro, ma non per forza si sentono coincidere con un polo o con l’altro. Una parte del femminismo della differenza avverte il pericolo che questa fluidità possa portare alla scomparsa completa del genere e pone la questione in modo iperbolico, arrivando a dire che il superamento del binarismo proposto da una parte dei movimenti fa sì che uno possa svegliarsi la mattina e decidere se essere maschio o femmina e che possa cambiare questa identità dopo un certo tempo se cambia idea. Ovviamente non è quello che diciamo noi.
Porpora Marcasciano
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Pride e movimenti: al Fico d’India ospiti Porpora Marcasciano ed Ethan Banali
Pride e movimenti: al Fico d’India ospiti Porpora Marcasciano ed Ethan Banali
Leggi la notizia su Cagliari Pad Pride e movimenti: al Fico d’India ospiti Porpora Marcasciano ed Ethan Banali
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Bologna, MAMbo: Conferenza stampa mostra "Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT"
Bologna, MAMbo: Conferenza stampa mostra “Non sono dove mi cercate. Porpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT”
Non sono dove mi cercatePorpora Marcasciano, il movimento, dall’underground al queer al MIT A cura di Michele Bertolinocon un’installazione sonora di ALMARE, Non siamo dove ci cercateMAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room11 novembre 2022 – 8 gennaio 2023Conferenza e preview stampa mercoledì 9 novembre h 11.00 La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, spazio…
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[Porpora][Lina Pallotta]
Porpora raccoglie le fotografie che, a partire dal 1990, Lina Pallotta ha scattato a Porpora Marcasciano, storica attivista trans italiana.
Porpora raccoglie le fotografie che, a partire dal 1990, Lina Pallotta ha scattato a Porpora Marcasciano, storica attivista trans italiana. Il progetto incrocia il privato quotidiano e le lotte collettive, divenendo immagine di un’esperienza umana complessa e stratificata. La pubblicazione vuole riconoscere una storia eccezionale che va al di là della singola protagonista e si fa narrazione…
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#2023#Allen Frame#fotografia#Italia#Kae Tempest#letteratura grafica#LGBT#LGBTQ#Lina Pallotta#nonfiction#Porpora#Porpora Marcasciano#Produzioni Nero#Raffaella Perna
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