#Palombi Editori
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pier-carlo-universe · 3 days ago
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"Albino" di Luigi Antonio Manfreda: Un viaggio tra avventura e introspezione
Il primo romanzo pubblicato di Luigi Antonio Manfreda, un'opera che esplora la condizione umana attraverso il viaggio, il mistero e la riflessione esistenziale.
Il primo romanzo pubblicato di Luigi Antonio Manfreda, un’opera che esplora la condizione umana attraverso il viaggio, il mistero e la riflessione esistenziale. Un’opera tra avventura e formazione “Albino” (Palombi Editori, 2024) è il nuovo libro dello scrittore e docente universitario Luigi Antonio Manfreda, professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Roma Tor Vergata. Il romanzo…
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fashionbooksmilano · 1 month ago
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Arte e design
su porcellana e arredamento d'interni
Maria Pia Sergio
fotografie Studio Colizzi e Vito/Zenco
Palombi Editori, Roma 2008, 142 pagine, 100 illustrazioni, 21x27cm, brossura, Italiano/ Inglese, ISBN 978-88-6060-175-9
euro 25,00
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Questa pubblicazione viene presentata come un'esposizione che va a ritroso dai giorni nostri fino all'inizio della carriera artistica dell'Autrice. Le collezioni analizzate sono italiane, dei Medici, Richard-Ginori, Capodimonte e altre; tedesche di Meissen e Villeroy & Boch; inglesi di Wedgwood e di Minton; francesi di Sèvres danesi di Royal Copenhagen; portoghesi di Vista Allegre; ungheresi di Herend; austriache; russe; cinesi e giapponesi; statunitensi. La collezione dell'autrice è ampiamente illustrata con splendide e preziose immagini accompagnate da note che ne esplicano il percorso creativo e la tecnica di realizzazione
03/12/24
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letteratitudine · 1 month ago
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Gruppi di lettura: Adei, Centro per il libro e la lettura e Università La Sapienza lanciano “Storie”, la prima ricerca quantitativa e qualitativa a livello nazionale sui gruppi di lettura
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Presentata il 4 dicembre a Più Libri Più Libri nello Spazio Cepell “Storie”, la prima ricerca a livello nazionale sui gruppi di lettura che Adei ha avviato, in collaborazione con l’Università La Sapienza e con il prezioso contributo del Cepell. Presenti Luciano Lanna, direttore del Centro per il libro e la lettura, Andrea Palombi, presidente di Adei Associazione degli editori indipendenti, Della Passarelli, vicepresidente di Adei e Chiara Faggiolani, direttrice del BIBLAB Laboratorio di Biblioteconomia sociale e ricerca applicata alle biblioteche dell’Università La Sapienza.
La direzione scientifica del progetto è affidata a Chiara Faggiolani. Sei mesi per un monitoraggio quantitativo e qualitativo su un fenomeno in crescita e di grande importanza per il mercato del libro, i cui esiti saranno presentati al Salone di Torino 2025.
“Una ricerca strutturata sui gruppi di lettura non era ancora stata fatta, -spiega Chiara Faggiolani- il fenomeno dei gruppi di lettura è in continuo divenire e racconta la lettura che sta arrivando. Saranno attivate due ricerche: una quantitativa e una qualitativa che andrà in profondità sul fenomeno grazie a un questionario che indagherà moltissimi dati tra cui l’identità e gli obiettivi dei gruppi, i criteri di scelta delle letture, l’impatto della partecipazione sulla qualità della vita dei lettori”.
“Gli ultimi dati indicano che il mercato del libro è in ripiegamento, un dato più accentuato per gli editori indipendenti. -dice Andrea Palombi, presidente di Adei- Bisogna agire sulla promozione della lettura di cui i gruppi di lettura sono un fulcro importante. Fondamentale a questo punto è un’indagine seria con dati scientifici che possa fotografarli. Questa ricerca è il primo mattone di un progetto ambizioso, un osservatorio sull’editoria per costruire una mappa dell’editoria italiana”. Fiduciosa anche Della Passarelli di Adei: “Ringrazio il Cepell che è un ottimo partner per noi editori indipendenti. I gruppi di lettura non tengono conto delle classifiche quindi sono molto importanti per noi”.
“Le politiche di promozione si fanno in modo concreto –afferma Luciano Lanna, direttore del Centro per il libro e la lettura- ragionando sulla struttura che è composta da editori, lettori, librai, circoli dei lettori. Quando Adei mi ha proposto questa ricerca, ha raccolto subito il mio entusiasmo. Ci interessa conoscere per agire. Questo è un inizio poi continueremo con la ricerca perché diventi uno strumento di lavoro per tutti noi”.
Roma, 5 dicembre 2024
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Le chiavi del Mediterraneo. Il nuovo libro di Andrea Cotticelli
Le chiavi del Mediterraneo. Il nuovo libro di Andrea Cotticelli
Gli esordi del Colonialismo Italiano che gettarono le basi di quello che divenne poi l’Impero Coloniale Italiano in Africa vengono narrati nel nuovo libro di Andrea Cotticelli “Le chiavi del Mediterraneo”, edito da Palombi Editori, uscito in questi giorni in tutta Italia. IL LIBRONella seconda metà dell’Ottocento l’Italia fu l’ultima delle Potenze europee ad inserirsi nella contesa coloniale.…
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alessandro55 · 4 years ago
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Amabili Presenze   Le Ceramiche Rometti 
dall’Art Déco al Design 1927-2012
Aa.Vv.
Palombi Editori, Roma 2012, 84 pagine, Brossura filorefe, 16,5 x 24 cm,      ISBN 978-88-6060-469-9
euro 20,00
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I lavori storici , realizzati tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, da un lato. Dall'altro, invece, i lavori più recenti e attuali. Questi gli estremi di un viaggio lungo ottantacinque anni attraverso le ceramiche della Manifattura Rometti, nata nel 1927 e ancora oggi, malgrado le difficoltà dei periodi bellici e non solo, protagonista del settore, sempre alla ricerca di nuove sfide artistiche, tecniche di linguaggio.
28/11/20
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persinsala · 8 years ago
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Uscirà il 21 marzo, in concomitanza con la giornata mondiale contro il razzismo, il lungometraggio sull’uomo protagonista dell’incontro che ha segnato – o avrebbe dovuto segnare – la storia del pugilato europeo e, con esso, della società italiana. Un evento che oggi torna alla ribalta in tutta la sua prepotente e urgente necessità.
Verità. Tra chi la anela e chi pensa di trovarla, non abbastanza sono consapevoli di come essa sia un bene prezioso, quando criticamente sincero, di parte e non universale. A volte da proteggere, altre riscoprire, altre ancora da demolire, la verità è sempre figlia di una precisa weltanschauung, di una coscienza che è tanto «posizionale nel mondo», quanto «apertura al mondo» (J. P. Sartre); ossia di un processo di conoscenza necessariamente vivente e appartenente sì alla storia, ma se e solo se scritta con la minuscola, perché banale (nel senso dadaista, vitale e non monumentale), propria di singoli uomini e singole donne che, all’ombra dei grandi eventi (militari) o delle strutture (economiche e ideologiche), hanno  spesso vissuto la lacerazione della propria carne e il naufragio dei propri sogni in prima persona e non come personaggi di un mero racconto.
Ed è proprio per la messa in crisi dell’insopportabile canovaccio di una e una sola Storia da trasmettere a caratteri cubitali e a reti unificate che il regista esordiente Tony Saccucci, con la collaborazione di Mauro Valeri (autore della biografia Nero di Roma, materiale base del film), si è adoperato portando alla luce la formidabile storia de Il pugile del Duce.
Il testo adattato al linguaggio cinematografico sta svolgendo una funzione divulgatrice non indifferente, permettendo una fruizione più ampia rispetto alla controparte cartacea al punto da destare l’attenzione del Parlamento Europeo, dove il 30 marzo Il pugile del Duce vedrà una proiezione speciale.
La vicenda di Leone Jacovacci, la verità di un pugile mulatto in un paese che si immaginava (e, purtroppo, non solo a quel tempo) di latte, l’Italia, non è affatto nota, nascosta in un passato che mezzi di comunicazione e istituzioni educative continuano quotidianamente a manipolare attraverso la narrazione di quello che, con perifrasi lirica, potremmo definire l’asfissiante silenzio degli sconfitti e degli ultimi.
Nella vita, si sa, c’è chi vince e c’è chi perde. Leone vinceva, e tanto, ma se la storia ama i vincitori, non sempre li declama. E se il perché di questo fallace oblio – che allora era fascista, oggi figlio del rigurgito di xenofobia che sta re-investendo l’Occidente – è chiaro ed evidente, con altrettanta forza si palesa la restituzione de Il pugile del Duce, di cui Saccucci firma regia, soggetto e sceneggiatura, ben oltre la semplice, per quanto convincente, operazione estetica o culturale.
Quando sei figlio di un italiano e una congolese, cresciuto negli anni dell’ascesa del Fascismo, non importa che tu sia il più forte nel tuo campo; non importa che tu ti sia affermato a livello nazionale ed europeo; non importa che tu sia un campione, perché non potrai mai essere il loro campione.
Quello che contava per il regime – un regime vacuo e ideologicamente fragile come quello incarnato dalla ridicola figura Mussolini, il Mangiafuoco per eccellenza che la propaganda mostrava con totale disprezzo di ogni pudore a torso nudo sul Terminillo o mentre dava esempio di autarchia arando i campo, ma che i creatori della pellicola per contrarietà scelgono di non mostrare mai, di lasciarlo presente in absentia così evidenziandone la funzione primaria solo nel titolo dell’opera – era la valenza simbolica del campione, non la sua reale esistenza, l’essere simbolo della romana fierezza, non l’esserlo realmente (romano). E quella valenza simbolica non poteva essere svolta dal volto di Leone, la cui vita si scopre essere costellata da negazioni: della nazionalità, dell’appartenenza e di una intera esistenza.
Le sue vicissitudini personali e sportive sono più che mai attuali e il portarle a fuoco, detta con le parole di Valeri, rappresenta un modo di «prendere atto di una realtà che non ci sta bene», un autentico dovere morale di chi, piuttosto che aspettare una mano invisibile capace di sistemare idealmente le cose, ha scelto di attivarsi per portare alla consapevolezza la drammatica condizione di un’età contemporanea che si scopre impaurita e incapace di confrontarsi criticamente con il proprio passato e il proprio presente, figurarsi di immaginarsi virtuosa e felice nel proprio futuro.
Accompagnato dalle musiche originali di Alessandro Gwis e Riccardo Manzi, dalla voce narrante di Angelo Nicotra e dagli interventi di Mauro Valeri – la cui vicenda privata si intreccia in modo inaspettato con quella del boxeur – Il pugile del Duce restituisce a Leone un’identità e a noi pagine di storia ancora sconosciute.
Dopo averne ricostruito le curiose circostanze biografiche (dalla nascita in Congo all’arrivo in Italia, dall’imbarco su una nave militare britannica, dove scopre la boxe, al peregrinare come pugile di successo tra Inghilterra e Francia con il nome John Douglas Walker) e focalizzato la propria attenzione sull’evento clou della carriera e, forse, della vita di Jacovacci (la sfida allo Stadio Nazionale per il titolo italiano ed europeo dei pesi medi del 1928 contro Mario Bosisio di fronte a circa quarantamile spettatori, anche in collegamento radio da altre città d’Italia), la direzione di Saccucci crea, infatti, le condizioni perfette per un film che solo riduttivamente potrebbe essere considerato ascrivibile al genere documentaristico.
Genere, il documentario, del quale il regista romano rigetta con audace consapevolezza ogni finta aura di asettica imparzialità, dando così forma e sostanza a un’inattaccabile operazione politica perché non ipocrita, ma dichiaratamente partigiana e costruita attraverso un’assennata e attenta ricerca filologica delle fonti: documenti cartacei e filmati, anche incompleti per la censura fascista (non a caso, le riprese riguardanti la sfida con Bosisio) messi a disposizione dall’Istituto Luce e montate da Chiara Ronchini con ritmo lieve ma incalzante prima della chiusura sulle parole dello stesso Valeri. Un finale suggestivo e dolcissimo, da cui emerge splendidamente e in tutta la sua potenza il richiamo alla responsabilità collettiva di ogni individuo che, come fil rouge, lega Leone a Valeri e la biografia di quest’ultimo alle intenzioni di Saccucci.
In un momento storico estremamente complicato e dagli equilibri precari come quello attuale, in cui si bada forse in maniera eccessiva a ciò che si vede, ma si presta decisamente poca attenzione a quello che si cela dietro, Il pugile del Duce si erge a manifesto dei dimenticati, a inno dei negletti e dei non rappresentati. Una vera e propria operazione di risveglio delle coscienze e della memoria che si spera non rappresenti un caso isolato.
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Il pugile del Duce Regia, soggetto e sceneggiatura Tony Saccucci liberamente tratto dal libro Nero di Roma di Mauro Valeri – Palombi Editori montaggio Chiara Ronchini direttore della fotografia Sabrina Varani musiche originali Alessandro Gwis, Riccardo Manzi sigla finale Leone di Diamante e Sandal voce narrante Angelo Nicotra voci Ezio Conenna, Simone Crisari, Sergio Lucchetti montaggio del suono Marco Furlani fonico di Mix Andrea Malavasi – SOUND ON STUDIOS con la partecipazione di Mauro Valeri – biografo di Leone Jacovacci Nicole Jacovacci – figlia di Leone Jacovacci Patrizio Sumbu Kalambay – campione mondiale dei pesi medi immagini di repertorio Archivio Storico Istituto Luce Cinecittà, British Pathè fotografie e documenti Archivio del CONI, Archivio di Vincenzo Belfiore, Archivio di famiglia di Leone Jacovacci, Archivio Federazione Pugilistica Italiana, Bibliothèque Nationale de France ricerche d’archivio Nathalie Giacobino produzione Istituto Luce Cinecittà produzione esecutiva Maura Cosenza patrocinio di CONI, Federazione Pugilistica Italiana, ARDI – European Parliament Anti-Racism and Diversity Intergroup, MigrArti distribuzione Istituto Luce Cinecittà durata 65′
Il pugile del Duce Uscirà il 21 marzo, in concomitanza con la giornata mondiale contro il razzismo, il lungometraggio sull'uomo protagonista dell'incontro che ha segnato - o avrebbe dovuto segnare - la storia del pugilato europeo e, con esso, della società italiana.
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libreriamo · 12 years ago
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Cibo e cinema interpretano la cultura italiana nel volume fotografico ''Hostaria Cinema''
Il cinema è un mondo traboccante di cibo: fotogrammi, sequenze, scene, interi film. Il cibo può essere uno spunto, un tema, uno sfondo, una comparsa o un protagonista assoluto. Nel cinema italiano, la tavola e la cucina occupano da sempre un posto di enorme rilievo perché il cibo...
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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La moda in Italia  Il Novecento
Fashion in Italy The Twentieth Century
a cura di Michele Rak,  schede, didascalie, indici e bibliografia di Francesca Vannucchi, consulenza di Nora Villa, traduzione di Isobel Butters Caleffi
Fototeca di Roma - Palombi Editori, Roma 2003, 247 pagine, 12 x 17,5 cm ISBN  978-8876214059
euro 15,00
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Il libro raccoglie le fotografie che rendono visibili alcuni aspetti ed eventi della storia della moda in Italia nel Novecento. Per la prima volta un esperto di immagine e di tendenze osserva il ruolo della fotografia nella comunicazione del cambiamento che la moda consente. Le fotografie sono state scelte in periodici, musei, archivi fotografici tra i documenti di più di diecimila piccole e grandi imprese italiane nel settore della moda, le quali hanno saputo costruire e comunicare il marchio italiano come un segnale di qualità e piacere del vestirsi e del mostrarsi.
21/07/21
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fashionbooksmilano · 4 years ago
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Amabili Presenze   Le ceramiche Rometti
dall’Art Déco al Design 1927-2012
Aa.Vv.
Palombi Editori, Roma 2012, 84 pagine, brossura filorefe, 16,5 x 24 cm,       ISBN 978-88-6060-469-9
euro 15,00
I lavori storici , realizzati tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, da un lato. Dall'altro, invece, i lavori più recenti e attuali. Questi gli estremi di un viaggio lungo ottantacinque anni attraverso le ceramiche della Manifattura Rometti, nata nel 1927 e ancora oggi, malgrado le difficoltà dei periodi bellici e non solo, protagonista del settore, sempre alla ricerca di nuove sfide artistiche, tecniche di linguaggio.
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24/11/20
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