#Omicidio Falcone
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Giovanni Falcone: eroe della lotta alla mafia
Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha lottato contro la mafia. Ha capito subito la struttura di Cosa Nostra e ha sviluppato un metodo investigativo innovativo. Questo metodo è diventato un esempio per il mondo. Il suo impegno e quello del pool antimafia hanno portato al primo maxiprocesso contro Cosa Nostra. Questo processo ha condannato 19 persone a ergastolo e altre a 2665 anni…
#Giudice antimafia#Lotta alla mafia#Mafia siciliana#Maxiprocesso#Omicidio Falcone#Palermo#Strage di Capaci
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Accoltella l'amico che gli ha messo a disposizione l'abitazione dove scontare gli arresti domiciliari: arrestato 43enne per tentato omicidio
Accoltella l'amico che gli ha messo a disposizione l'abitazione dove scontare gli arresti domiciliari: arrestato 43enne per tentato omicidio. Caserta. Stava scontando gli arresti domiciliari presso l'abitazione di un suo conoscente l'uomo che nel pomeriggio odierno è stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio. L'episodio è accaduto questa mattina a Caserta. Il 43enne, originario di Maddaloni, stava scontando gli arresti domiciliari presso l'abitazione di un suo amico quando, a seguito di un litigio scaturito per futili motivi, ha prelevato un coltello da cucina sferrandogli due fendenti, alla radice e alla fossa iliaca della coscia sinistra. La vittima è riuscito a scappare dalla sua abitazione fino ad accasciarsi a terra in una pozza di sangue all'esterno del rione Falcone. Ad allertare i carabinieri è stata una donna che passando in strada ha notato il ferito a terra. Al loro arrivo, prima che il malcapitato venisse trasportato in ospedale, i carabinieri sono riusciti a farsi raccontare l'accaduto. Immediatamente si sono recati presso l'abitazione teatro dei fatti dove hanno individuato e bloccato l'autore del ferimento che ha ammesso le sue responsabilità. L'arma del delitto, rinvenuta nel lavandino di quell'abitazione, è stata sequestrata. La vittima trasportata all'ospedale di "Sant'anna e San Sebastiano", è stata sottoposta a intervento chirurgico e poi ricoverato in prognosi riservata, non in pericolo di vita. L'arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta è arrivato nel carcere di Verona | Il legale del 22enne: "È molto provato e disorientato" | Martedì sarà interrogato
Tgcom24 Turetta accompagnato in carcere: i primi giorni starà in infermeria Filippo Turetta ha lasciato l’aeroporto di Venezia, dove è atterrato a bordo del Falcon 900Ex partito da Francoforte, e a bordo di una Lancia Delta con i vetri oscurati, è stato scortato da tre auto dei carabinieri al carcere di Verona. L’area di accesso al carcere è stata transennata dalla polizia penitenziaria poco…
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Boss condannato all’ergastolo, riconosciuto come mandante di un omicidio
Boss condannato all’ergastolo, riconosciuto come mandante di un omicidio
Read More In appello carcere a vita per Mimì Vaccaro. Assolto invece un altro imputato per un altro delitto, Carmelo Sorce The post Boss condannato all’ergastolo, riconosciuto come mandante di un omicidio appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Caltanissetta, boss, campofranco, domenico vaccaro, gaetano falcone, mafia, mandante, OmicidioIn appello carcere a vita per Mimì…
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La Mafia è una Montagna di Merda
Lo era, lo è, lo sarà sempre e nonostante per me Falcone sia un idolo, dubito che essa un giorno cesserà di esistere.
La Mafia esisterà sempre, si può combattere, si può ostacolare, si più limitare ma non si può estinguere;
La Mafia ormai è troppo radicata nella nostra terra, fa proprio da fondamenta specie qui su questa "mia" isola triangolare.
La Mafia è ovunque, ha tante forme ed è troppo grande. Il comportamento mafioso lo si può trovare in ogni contesto perché a tutti piace prendere la scorciatoia per arrivare prima, anche se talvolta non è una strada onesta o comunque una strada non "regolare".
E io la Mafia, dove mi giro mi giro, la vedo sempre, ogni giorno e qualche volta la saluto pure ma controvoglia, con ripugnanza.
Sono uno studente fuorisede, viaggio ogni settimana o quasi tra due province, Trapani e Palermo, perché nella prima i miei vicini sono una pessima famiglia, Padre carcerato e Figlio ai domiciliari per produzione e spaccio di farina bianca :). Nella seconda invece un padre di famiglia, prima carcerato e poi ai domiciliari.
Ma è tutta gente a mala pena alfabeta, gente di strada che non sa in che altro modo vivere e sfornano figli come se non ci fosse un domani, i quali ereditano il "mestiere".
La Mafia ha origini storiche, è partita da zero e adesso controlla il territorio, dietro quasi ogni sviluppo e cambiamento della città e ogni grande famiglia locale c'è la mano della Mafia, la mano di Totò e ora quella di Matteo e certi cognomi che in quest'isola sono molto diffusi, diventano pesanti da portare, portano con sé grandi responsabilità ma al tempo stesso danno una certa importanza e un certo potere.
Ma io non ce la faccio a non vedere il volto della mafia, un sangue (almeno in parte) sporco in certa gente rinomata, erede di nobiltà che fanno finta di essere innocenti.
Berlusconi, il grande cavaliere, per me è da considerare Mafia, con un partito fondato da e cresciuto con, Mafia.
La Mafia è ovunque, si eredità, si diffonde, è come un'erba cattiva che strappi dal terreno ma non riesci ad arrivare fino alle radici e crescerà di nuovo.
La Mafia non morirà mai.
La sicilianità ha la mafiosità nel sangue.
C'è chi si salva, chi è erede di mafiosi e ha il coraggio di rinnegare la sua sporca famiglia, ma è cosa rara e spesso vive un'umile vita o fa una brutta fine.
Ma tanto che importa? Quando muoiono poi diventano eroi immortali che smuovono le coscienze, da morti appunto, perché da vivi non sono nessuno e ci facciamo sopra qualche film perché in fondo siamo solo dei money grabber, un po' come con la Shoah; ma questa è solo una mia unpopular opinion.
:)
(p.s. Per me ci vorrebbe l'ergastolo per ogni individuo coinvolto in tutto o in parte in tutto ciò che si può considerare Mafia, questo serve per dare un segno alla Mafia, così che riflettano bene se il gioco vale la candela anche se fai una piccola sciocchezzuola da niente senza uccidere nessuno che però rientra in "Mafia". Dignità questa sconosciuta...)
#Mafia#La Mafia è una Montagna di merda#Mafia italiana#Mafia siciliana#Cosa nostra#Mafioso#Mafiosi#Unpopular opinion#Falcone#Giovanni falcone#Sicilia#Mafiosità#Sicilianità#Siciliani#Siciliani mafiosi#Ergastolo#Pena#Omicidio#Omicidi#Dignità#Mafia nel sangue#Berlusconi#Silvio Berlusconi#Forza Italia#Popolo della libertà#Sfogo#scusate lo sfogo#Compagnia#Palermo#Mafia palermitana
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ERGASTOLO OSTATIVO. Lo faccio con calma cercando di non farmi prendere dal nervosismo davanti a certi commenti saccenti, presuntuosi ed arroganti che qualcuna, nella sua stupida boria, dispensa come oro colato. Per farlo, ribadisco che l'ergastolo ostativo é una misura di Legge voluta dai Giudici Falcone e Borsellino per costringere i capi di Cosa nostra a collaborare con la Giustizia. Ribadisce che I mafiosi e i terroristi responsabili di omicidi e stragi devono scontare la propria pena in carcere. E' una sorta di ulteriore chiavistello messo alla porta del criminale che SI RIFIUTA di collaborare con la Giustizia dando quindi prova di aver compreso la gravità del reato commesso e di provare un (minimo) pentimento per esso. A questi criminali NON é consentito nessun alleggerimento della pena inflitta. L'ergastolo ostativo é stato denunciato presso la Corte Europea da un ergastolano, Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, sequestro di persona, omicidio e possesso illegale di armi. MAI PENTITO di tutti i crimini commessi. In ballo qui c'è la Giustizia e il Rispetto delle vittime, sia chiaro, perché un bambino sciolto nell’acido, una donna uccisa, una strage fatta, non possano essere liquidate con una manciata di anni di carcere. Quella Giustizia però deve essere vera e certa. Non possiamo essere un Paese che tutela i carnefici e si dimentica delle vittime. Quindi, a mio parere, eliminare tale tipo di pena, é un insulto alle centinaia di vittime della mafia e allo sforzo che le Forze dell'Ordine e i Magistrati compiono giornalmente per estirpare questo maledetto cancro criminale. Chi si schiera con questi criminali ne diventa moralmente complice e per questo ha tutto il mio disprezzo, anche se giustifica la sua complicità con presunte "regole cristiane di misericordia". Abbiate pena e rispetto per le vittime e non per i loro carnefici MAI pentiti di quello che hanno fatto. Spero d'esser stato chiaro e di non dover leggere altre idiozie come quelle di ieri. Per la cronaca : Se la Corte Europea dovesse chiederci d'abolire l'ergastolo ostativo, 957 CRIMINALI potrebbero beneficiare di tutte le "maglie larghe" che già il nostro ordinamento carcerario prevede. Claudio Khaled Ser
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“Oltre il muro dell’omertà. Scritti su verità, giustizia e impegno civile” (a cura di #GiorgioBongiovanni e #LorenzoBaldo): donato! ✔ Grazie alle vostre donazioni #Libribeo riesce a donare alla biblioteca di #Marsala libri come questo: una raccolta postuma degli scritti del magistrato #PaoloBorsellino, pubblicata nel 2011. La figura del giudice è stata e viene costantemente sfruttata per gonfiarsi il petto di retorica fine a sé stessa; per evitare questo problema, i curatori hanno lasciato la parola a Borsellino stesso. Tristemente, nel 2015 la casa editrice Rizzoli da viene acquistata da Mondadori, diventando proprietà di #Berlusconi. Il virgolettato di Borsellino, in giallo in copertina alla terza foto, descrive perfettamente proprio il padrone storico dell'azienda che ha edit9 la ripubblicazione di questo libro.È da sottolineare il fatto che Borsellino, il 21 maggio 1992, due giorni prima dell’attentato a Giovanni Falcone, citò in un’intervista che #SilvioBerlusconi era indagato per rapporti con #CosaNostra. Rapporti che poi si scoprirono essere reali. È un modus operandi tipico della mafia quello del fingere rispetto e indignazione per le persone del cui omicidio si è coresponsabili. Buona lettura! Segue recensione di #LucaMenichetti datata 23/09/2011 dal blog www.lankenauta.it *** “Se, oltre ad avere un ministro dell’Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe, perché la nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici? Perché questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà venduto, qualcuno semplicemente facilone… Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, quando penserà che, interverrà, perché questa è la loro cultura, il loro modo di fare”. Questa la dichiarazione di un tal Alberto Torazzi, padano dell’immaginaria Padania, ma soprattutto capogruppo della Lega in commissione Attività produttive. [Continua fra i commenti] (presso Marsala) https://www.instagram.com/p/CMPXxDapm5w/?igshid=18pbe4t8r2685
#giorgiobongiovanni#lorenzobaldo#libribeo#marsala#paoloborsellino#berlusconi#silvioberlusconi#cosanostra#lucamenichetti
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C’è un nome di primo piano tra i detenuti eccellenti che sono usciti dal carcere con la scusa dell’emergenza coronavirus. Il suo nome non era elencato tra coloro che erano sottoposti al regime del 41 bis o di alta sicurezza, eppure su di lui pende una condanna all’ergastolo. Si tratta di Gaetano Sangiorgi, 70 anni, trapanese, il braccio armato di TOTO' RIINA e basista dell’agguato in cui fu ucciso l’esattore Ignazio Salvo. Un omicidio eccellente ordinato direttamente da Totò Riina. Ignazio e Nino Salvo, i due potentissimi cugini esattori di Salemi, sono stati per anni l’emblema del potere mafioso radicato all’interno della politica. Sangiorgi fu basista dell’omicidio del cugino di suo suocero, avendo lui sposato Angela Salvo, figlia di Nino, portato alla sbarra al maxiprocesso di Giovanni Falcone e poi morto di tumore nel 1986. Sangiorgi si trovava nella casa di reclusione di Padova, adesso è tornato a casa. https://www.instagram.com/p/CAAgqYBqWir/?igshid=1y0zqrh8j6gc0
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Classifica film 2019
Come ogni anno ecco la mia personalissima classifica dei migliori film usciti in sala (o su Netflix o su altro) nel 2019
- Parasite di Bong Joon-ho. Che bomba!!! Una famiglia che vive ai margini della società si arrabatta come può, non senza furbizie e comportamenti fuori dal socialmente accettabile (non può non venire in mente Un affare di famiglia di Kore'eda). In qualche modo riesce piano piano a intrufolarsi nella vita (e nella casa) di una famiglia di ricchi borghesi svolgendo le più diverse mansioni e approfittandone ancora una volta con metodi quantomeno discutibili. Da lì in poi, il film, che parte come una commedia, diventa prima dramma, poi thriller e infine splatter. Dentro c'è tutto il cinema possibile e i registri, così come i livelli di lettura, sono molteplici. I temi sono in primis quello della lotta di classe naturalmente, ma si parla anche di relazioni umane, di empatia, di tutto. Joon-ho non dà un giudizio ma si mantiene al di sopra di tutto, ci fornisce solo un valanga di cose a cui pensare. L'arte come dovrebbe essere. Fantastico. Voto: 9
- C’era una volta...A Hollywood (notate come ho fedelmente tolto lo spazio dopo i puntini di sospensione) di Q. Tarantino. Che mancasse un po' di storia già si sapeva, che fosse comunque bello lo sapevo, che gli attori fossero bravi, le musiche perfette e la sceneggiatura non avesse una sbavatura, pure (come sempre). Stavolta sembra che manchi qlc, che fondamentalmente é appunto la storia. Scene prolungate all'eccesso e dialoghi tarantiniani sembra, dopo la visione, che non reggano tutto il film. Poi ci ripensi un giorno e alla fine è comunque uno dei più bei film dell’anno. Voto: 8,5
- The Irishman, un film di mafia di M. Scorsese. No, non siamo nel 1980, ed infatti è un’altra di quelle cose fatte da Netflix e che esce al cinema solo in alcune sale e per pochi giorni, vabbè. Sembra un po' l'operazione (molto più riuscita) fatta da Clint Eastwood con gli Spietati per "chiudere" un genere cinematografico. The Irishman racconta tutta una generazione di mafiosi attraverso le parole di un umile e fedele soldato che sembra aver giocato un ruolo da protagonista in quegli anni. Di Scorsese, con De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, che vuoi dirgli? Che é troppo lungo? Che é meglio vederlo al cinema e in lingua originale? Che ha un sapore di poco nuovo? Tutto questo e rimane bello. Voto: 8
- L’ufficiale e la spia di R. Polanski. La storia del capitano ebreo Dreyfus, ingiustamente accusato di essere una spia a servizio della Germania. Film dalla sceneggiatura d'acciaio. Nessuna pecca: attori perfetti, storia impeccabile, fotografia magnifica, ritmo e tensione dosati alla giusta maniera. Cosa volere di più? Voto: 8
- Joker, di T. Phillips, quello di Una notte da leoni e altri film così e che si è aspettato come un evento dopo che ha vinto a Venezia. Comunque c’è un ottimissimo Joaquin Phoenix (che è il 90% del film) e che interpreta un disadattato con problemi psichici che vorrebbe diventare un clown. La sua solitudine e pazzia lo fa però scontrare col mondo. Trama forse banale ma il film c'é, cazzo se c'é, anche se alla fine è uno di quei film che più ci ripensi e meno ti fa pensare al capolavoro. Voto: 7,5
- La favorita, di Y. Lanthimos che questa volta fa la persona seria e ci spiazza con un film ambientato nell'Inghilterra del XVIII secolo dove, alla corte della regina, é in atto una sfida senza esclusioni di colpi di due ragazze di corte x conquistare il ruolo di favorita e contemporaneamente gestire le sorti della nazione. Emma Stone fantastica come sempre ma anche le due comprimarie. 10 candidature agli Oscar, vedremo. Voto: 7,5
- I fratelli Sisters, di J. Audiard, cioè uno dei miei registi preferiti, che fa un western di produzione americana. E su queste due cose non ho opinioni in merito. E' la storia di due fratelli violentissimi che vanno alla ricerca di un cercatore d'oro per rubargli i segreti del mestiere, diciamo così, ma poi nel viaggio cambiano un po'. Cast stellare (John C. Reilly, Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal) per un film fatto benissimo (che sembra un po' dei fratelli Cohen) ma che poteva essere un capolavoro. Comunque da vedere, eh! (al cinema) Voto: 7
- Martin Eden, di Pietro Marcello. Libero adattamento del romanzo di Jack London (che non ho letto) ambientato in una Napoli cangiante nel periodo (fine 800, inizio 900, dopoguerra, anni '70-'80) in cui un marinaio (Luca Marinelli, ovviamente bravissimo) vuole diventare scrittore per poi affermarsi come saggista di pensieri individual-socialisti che fanno arrabbiare un po' tutti. Montaggio fantasioso così come la colonna sonora. Film vivo, per questo mi é piaciuto Voto: 7
- Close enemis - Fratelli nemici di D. Oelhoffen. Ambientato in una Parigi dove non si vede mai la torre Eiffel (e questa é già una notizia) parla della difficile vita nelle banlieue degli immigrati (comunque di seconda e terza generazione) ma soprattutto dell'antica amicizia di due ragazzi che su fronti opposti (poliziotto della narcotici uno, trafficante di droga l'altro) si barcamenano nella vita. Anche se sembra tutto già un po' visto (Audiard in primis), il film é avvincente dall'inizio alla fine. Grande! Voto: 7
- Green Book di P. Farrelly, uno che fino ad ora si era dato a commedie unpolitically correct e che quì invece prova a fare il serio con un road movie che affronta il tema del razzismo, in un modo molto classico. La storia (vera) è quella di un italiano (Viggo Mortensen, perfetto) un po' rozzo che fa da autista ad un musicista nero (Mahershala Ali) colto e ricco durante un tour negli stati più razzisti degli USA negli anni '60. Ci sono un sacco di furberie e poi é facile non fare il razzista con il singolo, più difficile con la massa. E quindi é un film che piacerà a tutti, e quindi é piaciuto anche a me. Voto: 7
- Maradona, un documentario di A. Kapabia che ha vinto l’Oscar come miglior documentario (appunto) e che racconta la storia di Maradona raccontata attraverso immagini d'archivio. Niente di nuovo per chi come me conosceva e aveva visto più o meno tutto di Maradona, altrimenti fondamentale Voto: 6/7
- La mia vita con John F. Donovan di X. Dolan. Ok, manca qualcosa. Sceneggiatura un po' sfilacciata e alcune scene evitabili. Colonna sonora però al solito impeccabile e momenti intensissimi. Non il miglior Dolan ma piaciuto. Voto: 6,5
- Free solo di J Chin e E. Chai Vasarhelyi, un documentario su Alex Hollond che ha scalato El Captain nel parco di Yellowstone in modalità free solo, cioè senza corde, sicure, ecc... A parte il personaggio, che da solo merita tutto l'interesse possibile, la scalata é sconvolgente. Mai provato una tensione così da tanto tempo, cavoli! Voto: 6,5
- Il traditore di M. Bellocchio. "Solito film di Bellocchio" verrebbe da dire e in effetti lo é. Ricostruzione delle vicende che hanno portato ai maxiprocessi di mafia grazie alle confessioni di Tommaso Buscetta che non si riconosce più nella mafia del corleonese Totó Riina. Bravissimo Favino. Alcune cose (omicidio Falcone e processo Andreotti) buttate dentro un po' velocemente Voto: 6,5
- Storia di un matrimonio di N. Baumbach. Non era il mio film e lo sapevo. Ma c’era Scarlett Johansson. Comunque: storia di un matrimonio (e amore) finito con tutto quello che ci si può immaginare di contorno. Uno si innamora e gli piacciono alcune o molte cose dell'altro, poi non gli piacciono più o gli piacciono ancora ma diventa irrilevante rispetto alle cose che non vuole più. Così va la vita Voto: 6+
- Vice - L’Uomo nell’Ombra di A. McKay, quello de La grande scommessa. Un film in partenza un po' pericoloso su Dick Cheney, vice presidente di Bush figlio ma in pratica il vero direttore d'orchestra dell'amministrazione. E’ girato un po' alla Michael Moore e forse semplifica un po' le cose ma alla fine si va vedere e contribuisce alla comprensione della storia contemporanea. Nulla da dire neanche su Bale (ingrassatissimo) e Amy Adams (e come potrei mai???). È tutto Voto: 6+
- The Guilty - Il colpevole di G. Möller. Thrillerone danese tutto incentrato su conversazioni telefoniche tra un poliziotto dalla psiche alquanto compromessa e vari interlocutori tra cui una ragazza rapita (lui lavora al 112 di Copenaghen). Manca un (bel) po' x essere un film bellissimo. Però si guarda Voto: 6
- Antropocene di J. Baichwal, E. Burtynsky e N. de Pencier, un doc che già dal titolo rimanda al fantastico e necessario libro La sesta estinzione di E. Kolbert. E infatti il tema è quello: come l’uomo ha influenzato la natura e le conseguenze di tutto questo (ovviamente negative). Immagine bellissime non supportate da una narrazione alla loro altezza. Molto meglio il libro di cui sopra. Voto: 6
- La mafia non è più quella di una volta, di F. Maresco (senza Ciprì). Una specie di film che racconta, nel solito modo abbastanza geniale, di come Palermo abbia dimenticato Falcone e Borsellino e forse non li abbia mai amati. Alla fine però c'é una speranza. C'è pure Letizia Battaglia. Voto: 6 (stiracchiato)
- Dolor y Gloria di P. Almodovar. Non lo volevo vedere pensando "sarà il solito Almodovar", poi poiché tutti ne parlavano benissimo l'ho visto e... é il solito Almodovar. In questo caso parla di un regista con un po' di problemi fisici e psicologici che per una serie di coincidenze si ritrova a ricordare e riaffrontare il suo passato. Mi ha lasciato poco
- The Border di A. Abbasi, un iraniano-svedese. Film che vado a vedere con grandi aspettative. Parla di una donna malforme con la dote di "sentire" le emozioni delle persone e per questo motivo lavora come addetto alla sicurezza in un porto. Poi un giorno incontra uno come lei e... Insomma, idea originale (tratta da un racconto di un tipo), messa in scena accurata ma forse manca un po' di poesia e scade in un moralismo di cui non ne sentivo il bisogno. Voto: 6--
- The Mule, di C. Eastwood. È la storia (vera) di un vecchio signore (ovviamente interpretato da Eastwood) che a settant'anni passati si mette a fate il corriere di droga x il cartello di Sinaloa (che ora dopo Winslow e Narcos è diventato di moda). Ogni film di Eastwood viene accolto come un capolavoro e io ogni volta vado a vederlo pieno di speranza x poi venire deluso. Storia interessante ma raccontata senza poesia, IMHO. E anche se aspetto comunque il suo prossimo film (già in fase di montaggio, pare) per gridare al capolavoro, si va vedere. Nonostante questo: Voto: 5,5
- Stanlio e Ollio, di J. Baird: biopic su Stanlio e Ollio che si concentra sull'ultima tourneé in Europa, alla fine della loro carriera, alla ricerca di un rilancio. Io vado a vederlo sopratutto perchè ancora mi rieccheggia nella mente Triste, Solitario Y Final di Osvaldo Soriano. Film fatto bene ma tutto molto convenzionale, senza coraggio. Voto: 5,5
- Us, cioè Noi, di J. Peele, quello di Get Out, che non era per niente male. Questo parla di "diversamente umani", che poi sono dei nostri doppi, che salgano in terra da un mondo sotterraneo. Il film regge bene per un tempo poi si perde decisamente. Voto: 5,5
- Miserere di B. Makridis, un film greco che sfrutta la scia di Lanthimos ma senza la sua genialità, imho. Una donna é in coma, suo marito scopre di stare bene quando gli altri lo commiserano. Poi lei esce dal coma e... Ma anche chi se ne frega Voto: 5,5
- American Animals, di B. Layton. Nel mortorio dei film di giugno decidiamo di vedere questo doc su una grottesca rapina che ha un manifesto che riporta recensioni entusiaste di un po' di soggetti vari. Non che mi fidi troppo, eh, e infatti il doc non è poi sta gran cosa anche se all'inizio mi ha interessato e poi divertito un po'. In realtà credo che all'inizio l'ho trovato interessante perchè non avevo letto da nessuna parte che era una rapina strampalata (anche se poi c'era scritto pure sulla locandina) e così mi chiedevo come potesse essere riuscita e come mai era fallita. Voto: 4,5
- La casa di Jack, di L. Von Trier. Un serial killer (Matt Dillon) si racconta attraverso 5 "incidenti" ad un Virgilio (Bruno Ganz, appena scomparso) che cercherà di guidarlo nella lettura delle sue azioni/ossessioni. Lars Von Trier al solito esagera con una narrazione filosofeggiante e moralista che ci vorrebbe mostrare l'indifferenza della società davanti ai nostri orrori (il richiamo all'olocausto é esplicito). Non ci riesce Voto: 4,5
- Suspiria di L. Guadagnino. Prima visione dell'anno al Cinema Mexico con la presenza del regista che ormai è supercool (ci sono le musiche di Thom Yorke, per dire) in tutto quello che fa e si permette assolutamente di girare quello che vuole senza alcun compromesso. Ne esce un film (remake? no, reboot? forse) lunghissimo abbastanza enigmatico con cose belle (colori - diversissimi da quelli di D. Argento - e fotografia) e altre boh (tipo il montaggio e il plot) Ne sospendo il giudizio in attesa di una seconda visione che probabilmente non arriverà mai. Voto: s.v.
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MOVIMENTO SOCIALE FIAMMA TRICOLORE SANTA VENERINA PRESENTI ALLA COMMEMORAZIONE DI BEPPE ALFANO
8 GENNAIO 2020 ALLE 10:30 BARCELLONA POZZO DI GOTTO
Sono trascorsi 27 anni dall'8 gennaio 1993, in cui fu barbaramente assassinato Beppe, per mano di esponenti mafiosi; alla morte seguì un lungo processo ancora non concluso, che comunque non ha ancora portato ai veri mandanti e non ha fatto luce su molti aspetti della vicenda. Beppe è pienamente attribuibile agli Eroi, spesso dimenticati da una società che non ha più riferimenti ideali e morali; Beppe ha versato il suo sangue innocente in nome della giustizia, della verità, del diritto degli Italiani a vivere liberi dal giogo soffocante della mafia, che avvolge ed impoverisce la nostra amata Sicilia; mafia di cui, fino a pochi anni fa, ne veniva negata l'esistenza e che solo le inchieste di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ne tratteggiarono modalità operative e organizzative. Il barbaro omicidio di Beppe avvenne proprio nel periodo stragista, a pochi mesi dalle stragi di Capaci e via D'Amelio in cui Falcone e Borsellino unitamente agli uomini della scorta, furono barbaramente trucidati. In quel triste periodo, in cui spesso si intrecciavano i perversi interessi tra mafia e politica, gli Italiani come Beppe Alfano rappresentavano un reale pericolo, le sue inchieste e le sue denunce erano colpi micidiali inferti all'omertà, alla corruzione e alla malapolitica.
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La strage di via D'Amelio: un tragico ricordo
Era una caldissima domenica, il 19 luglio 1992, quando un boato echeggiò in Palermo. Alle 16.58, un intenso fumo si alzò da via D’Amelio. Vincenzo Policheni, in servizio di volante, arrivò sul posto e vide una scena di guerra: polvere, fumo, fiamme e vetri in frantumi. Accanto a lui, vide un uomo che sembrava un fantasma. Era Antonino Vullo, agente della scorta del giudice Paolo Borsellino,…
#Attentato mafia Sicilia#Criminalità Cosa Nostra#Criminalità organizzata Italia#Giorgio Ambrosoli#Ingiustizie italia#Memoria vittime mafia#Omicidio Giovanni Falcone#Strage di Capaci#Vittime terrorismo mafioso
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Quarantunesimo anniversario dell’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
Quarantunesimo anniversario dell’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa Il premier Giorgia Meloni: "Sradicare ogni forma di criminalità organizzata". Il 3 settembre 1982 vennero uccisi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo: “La lotta alla mafia impegni tutta l’italia” ha dichiarato Mattarella, aggiungendo “Il quarantunesimo anniversario dell'attentato di via Isidoro Carini richiama l'intero Paese a uno sforzo corale nell'impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni". Il Generale Dalla Chiesa fu nominato Prefetto di Palermo e nel 1982 venne inviato in Sicilia per contrastare l’espansione di Cosa Nostra. Lo stesso anno morì assassinato da un omicidio commissionato. In merito alla sua morte Giovanni Falcone dichiarò: “In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, in occasione delle commemorazioni che si sono svolte a Palermo, ha lasciato un messaggio in onore del generale ricordando l’importanza della sua figura nella storia del nostro Paese. “L’esempio di Carlo Alberto dalla Chiesa indica con chiarezza quali sono le scelte da compiere quotidianamente per il bene del Paese, a tutela della libertà e della democrazia” afferma nel suo discorso Piantedosi. Presente a Palermo anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale, ha ribadito il sostegno dello stato nella lotta alla mafia ed il supporto per le vittime che si sono sacrificate per il bene del Pese: "A 41 anni dal brutale attentato mafioso che ha causato la morte del Generale dell'Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo, continua senza sosta l’impegno per sradicare ogni forma di criminalità organizzata", ha dichiarato la Premier. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Omicidio Saman Abbas, il video dell'arrivo all'aeroporto di Ciampino di Shabbar Abbas dal Pakistan
E’ arrivato in Italia Shabbar Abbas, il padre di Saman, estradato dal Pakistan perché accusato dell’omicidiodella figlia avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. L’aereo, un Falcon 900 dell’Aeronautica militare, è atterrato nella notte a Ciampino. Ecco il video dei Carabinieri source
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L'audio inedito di Falcone: "Cosa nostra non sbaglia un omicidio..."
L’audio inedito di Falcone: “Cosa nostra non sbaglia un omicidio…”
L’audio inedito di Falcone: “Cosa nostra non sbaglia un omicidio…” “Cosa nostra non sbaglia un omicidio perché ha sempre notizie di prima mano”. Sono le parole pronunciate da Giovanni Falcone e diffuse oggi, trentesimo anniversario del suo omicidio, da Read MoreDirettaToday
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C’è Verità e verità
Per Platone esistevano tre verità: la mia, la tua e la verità della Verità.
Quasi tutti su questo pianeta pensano di possedere la Verità (variante: ognuno ritiene di essere nel giusto), laddove invece possediamo la verità (e la giustezza) unicamente secondo il nostro punto di vista. Anche il punto di vista dello scienziato porta ad una verità tra le tante possibili nell’Universo (che però non conosciamo).
Assumiamo che la verità scientifica aggiornata sia obiettiva fintantoché la ricerca e l’ingegno umano (o extraterrestre) non ci regalino un’altra verità più aggiornata. In mancanza di ulteriore ricerca, ovvero in mancanza di confutazioni, una verità scientifica rappresenta, per un periodo più o meno lungo, la Verità, la Scienza.
Pure le leggi fallano. Non c’è nulla più suscettibile di anacronismo di una norma giuridica. Le verità (e quindi le leggi/norme per riconoscere la verità) giudiziarie, giurisprudenziali e giuridiche cambiano nel tempo e nei luoghi.
(Un delitto come quello di Sana Cheema, la ragazza italiana di origine pakistana, è giudicato diversamente in Italia ed in Pakistan. Infatti, in quel Paese, dove i femminicidi e gli sfregi con l’acido sono all’ordine del giorno, i presunti omicidi della ragazza sono stati assolti, dicono per mancanza di prove certe. Una volta la legge imperante era quella del taglione. Una volta in Italia l’aborto era reato e il corpus giuridico ammetteva il delitto d’onore e quello passionale, sanzionati più lievemente da ogni altro omicidio, per via che gli ormoni maschili impazziti erano considerati un’ineluttabilità. Un’autorizzazione a procedere contro un Ministro o un parlamentare viene decisa contestualizzando molto - anzi, troppo - a prescindere dalla giusta formalizzazione del reato contestato, nonché dagli accertati elementi di accusa.)
Una delle variabili incidenti su Verità, Giustizia e Scienza è dunque il Tempo. Il Tempo agisce diversamente sulle tre entità. Nulla è più relativo come la verità, la giustizia e pure la scienza. La differenza sta nel fatto che nel tempo la ricerca scientifica non può che progredire (dal terrapiattismo non si torna indietro, nonostante gli imbecilli), mentre la Giustizia può - ahimè - anche regredire.
Per la Verità, invece, si tratta di disvelamenti, volontari o non. Quando non c’è volontà di cercare la Verità, spesso il Tempo lo fa per noi.
Oddio, non sempre e dovunque è così, ovvero a volte ci vuole tantissimo tempo. Forse un giorno sapremo cosa è successo davvero a Manuela Orlandi, a Giulio Regeni oppure ad Ustica. Chissà com’è la verità vera sull’omicidio di Meredith Kercher o sull’assassinio di JFK. Magari scopriremo dove sono i diari di Dalla Chiesa e di Falcone e l’agenda rossa di Borsellino. Un giorno, forse.
Vabbe’.
Limitiamoci ai problemi con la verità e la Verità nella vita quotidiana in relazione al tempo.
Un esempio di moltiplicazione della verità è contenuto nella trama del film La scomparsa di Eleanor Rigby (che solo e di sfuggita ha a un riferimento alla hit dei Beatles). Si narra di una coppia in separazione, le cui vicissitudini vengono viste da punti di vista differenti: quello di lui e quello di lei. Sebbene le vicende fattuali siano identiche, le verità sostenute da ciascuno dei partner sono diverse. Allo spettatore sembra comunque che abbiano ragione entrambi, se presi singolarmente. Solo ai protagonisti la propria verità è la Verità. La soggettivizzazione delle ragioni è palese a tutti, tranne che ai percettori di presunta ingiustizia (dalla vita o dal prossimo).
Un altro dei campi di battaglia tra le varie verità individuali (con annessa percezione personale e personalizzata d’ingiustizia) è certamente il luogo di lavoro. Ferma restando l’assiomatica piaga italiana della sottoccupazione e del sotto-mansionamento (assieme con il ricatto e lo sfruttamento delle maestranze in un Paese dagli alti tassi di disoccupazione), ogni lavoratore del mondo prima o poi sperimenta la sensazione di essere sottovalutato e maltrattato, nonché privato di opportunità per emergere, che faccia il dirigente o il tornitore, il primario o il bidello.
Ogni lavoratore prima o poi arriva a pensare che i propri colleghi abbiano più meriti, più fortuna, più occasioni o che siano più favoriti o più arruffianati coi capi. Ogni lavoratore coltiva con cura e ostinazione le sue personali e particolari verità rispetto al proprio ruolo (in cui si sovrastima indecentemente) nonché rispetto alla funzione dei propri colleghi (di solito considerati una massa di nullafacenti, rubastipendio, pesci-in-barile).
Se tutti i lavoratori ritengono che la propria sia l’unica verità sulle dinamiche organizzative e sulle relazioni interpersonali, c’è indubbiamente qualcosa che non torna, perché non si può avere tutti ragione, non si può essere tutti nel giusto, non si può essere tutti bravi, mentre sono sempre ‘gli altri’ quellii cattivi, raccomandati, perfidi, usurpatori e così via.
L’equilibrio interpersonale sui luoghi di lavoro è spesso precario e basta un nonnulla per gridare alla catastrofe. Basta un pensionamento che obbliga alla ridistribuzione dei carichi di lavoro, o un nuovo capo che cambia layout, sedi e/o competenze, ed ecco che hanno inizio faide, si odono teorie di lamentazioni, s’avviano saghe infinite di dispetti e maldicenze.
Non sempre le riorganizzazioni, i cambiamenti (anche di poca entità) e i trasferimenti sui luoghi di lavoro sono talmente spiazzanti da dover ricorrere ai sindacati o al rispetto di norme e regolamenti. Molto spesso, invece, si tratta di abnormi e individualistiche percezioni di ingiustizia subita - alimentate da sopravvalutazioni di sé stessi e del proprio ruolo/lavoro - le quali fanno gridare allo scandalo ed, eventualmente, all’instaurazione della dittatura dell’incompetenza. Si cercano supporti al proprio scontento, si creano fazioni, si ammalora il clima, si cercano les neiges d’antan, quando ‘tutto funzionava meglio’. (Meglio per chi?)
Dov’è la verità, in questi casi, dunque? Che avrebbe mai risposto Platone?
Chiunque si senta defraudato o sottovalutato sul luogo di lavoro ha quasi certamente (tranne in casi di mobbing attestabile) sovrapposto il proprio ruolo lavorativo alla propria funzione di persona. In altri termini, si è preso maledettamente sul serio ed è impossibile praticare un onesto esame di coscienza o darsi all’autocritica.
Ed è questa la Verità.
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La verità, vi prego, su Paolo Borsellino: i depistaggi dello stato infangano la sua memoria Di Giulio Cavalli La verità, vi prego, su Paolo Borsellino. L’ultima notizia sono i magistrati Carmelo Petralia e Anna Palma indagati per calunnia, con 19 supporti magnetici risalenti ai primi anni ’90 che potrebbero contenere registrazioni di intercettazioni e forse qualche interrogatorio con il falso pentito Vincenzo Scarantino, ma il processo sullo sviamento delle indagini per la strage di via D’Amelio è tutto un conato istituzionale che sbrodola vergogna su un intero Paese. Abbiamo avuto, certificata dalla Cassazione, una sentenza sull’omicidio del giudice Borsellino dettata a un povero disperato come Scarantino che si è finto pentito e che è stato imboccato da alcuni uomini dello Stato per addossarsi colpe non sue. Sempre per l’accusa di calunnia sono stati portati alla sbarra tre poliziotti del gruppo Falcone-Borsellino, anche loro accusati di avere sviato le indagini e a Caltanissetta sono sotto processo l’ex funzionario Mario Bo, gli ex ispettori Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei (fedelissimini dell’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, orami deceduto) per avere indottrinato Scarantino e per averlo aiutato nel ’95 a studiarsi a memoria il copione di bugie che avrebbe poi recitato in Aula. E, oltre a tutto questo, che fa già schifo così, ora arrivano i due pm indagati a Messina. In tutto questo, se ci pensate bene, oggi è il 19 luglio e ancora una volta via d’Amelio sarà infestata da istituzioni e politici che vorranno darci lezioni di memoria sulla strage del ’92. Siamo un Paese strano, noi: commemoriamo qualcosa che ancora non ci è stata raccontata per intero. Come se fosse una favola tragica di cui manca il finale e tutti si impegnano a raccontarla senza accorgersi che è monca. Eppure dei processi che stanno cercando di fare luce su quello che è forse uno dei più gravi depistaggi della Repubblica non ne parla la politica, ne parlano solo pochi editorialisti (quelli marchiati con il marchio doc di antimafia) e ne scrivono pochi autori come se lì dentro non ci fosse lo sviluppo della storia recente di questo Paese e i moventi politici degli ultimi 30 anni. Tira uno strano vento per cui ci basta riconoscere l’operato di Borsellino per preservarne la memoria senza volere andare a fondo sulle questioni vitali di un omicidio che è di mafia ma anche di pezzi di Stato (e questo si può dire, semplicemente ascoltando le testimonianze e i collegamenti che sono emersi dal processo sulla trattativa). Sono anni che i familiari del giudice chiedono verità e giustizia. Una volta anche il Movimento 5 Stelle era sulle barricate (ve li ricordate?). E oggi la questione Borsellino sembra essere finita fuori dalla luce dei riflettori. La verità, vi prego, su Paolo Borsellino.
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